giovedì 17 gennaio 2019

Criptovalute e la denazionalizzazione del denaro





di Lawrence H. White


In un libro del 1976 intitolato, The Denazionalisation of Money, l'economista premio Nobel F. A. Hayek enunciò una nuova proposta riguardante il cosiddetto denaro privato. Ciò che Hayek aveva in mente, non erano le banconote del passato emesse privatamente e che i relativi possessori potevano portare preso le banche emittenti e riscattare in monete d'oro o d'argento. Il suo piano richiedeva denaro irredimibile. Il mercato proposto da Hayek ricorda il mercato delle criptovalute emerso nell'ultimo decennio.

Hayek puntò il dito contro gli stati per la Grande Inflazione degli anni '70. Avevano monopolizzato l'offerta di moneta, eliminato i loro obblighi contrattuali di riscattare le banconote in oro e argento, e quindi aumentato significativamente l'offerta di moneta irredimibile. Era naturale che ne seguisse una grande inflazione. La soluzione, secondo Hayek, era quella di consentire la concorrenza tra le valute, de-monopolizzando e de-nazionalizzando il denaro.

Secondo la proposta di Hayek, i privati ​​e le imprese dovevano essere liberi di offrire la loro versione del denaro affinché entrasse in concorrenza con quella emessa dagli stati già in circolazione. Hayek riteneva che le persone avrebbero scelto valute ritenute migliori in base al loro giudizio e che la prospettiva di acquisire clienti avrebbe spinto gli emittenti privati ​​ad offrire alternative superiori. Gli stati avrebbero dovuto quindi migliorare le loro valute (cioè abbassare i loro tassi d'inflazione), o perdere quote di mercato a vantaggio dei fornitori privati.

Come doveva essere gestito questo denaro privato? Secondo Hayek le persone preferirebbero le valute con un potere d'acquisto stabile. In tal caso, i fornitori privati ​​gestirebbero il loro denaro in modo tale che un'unità di valuta acquistasse, con una certa affidabilità, un determinato paniere di merci. Una moneta stabile è interessante, perché elimina il rendimento negativo dei relativi possessori, a volte chiamato "imposta dell'inflazione". Riduce il rischio di stipulare contratti a lungo termine in quell'unità monetaria. Elimina inoltre gli aggiustamenti di prezzo non necessari che derivano dall'inflazione e facilita il confronto dei prezzi nel tempo.

Coloro che hanno esaminato la proposta di Hayek hanno notato tre potenziali problemi. Primo, non è così ovvio che le persone preferirebbero una moneta che ha un potere d'acquisto stabile. Forse preferirebbero una moneta che produce un rendimento positivo in relazione ad altri asset sicuri. Forse preferirebbero una moneta che stabilizza il reddito nominale. È difficile saperlo in anticipo.

Secondo, Hayek sembra sottovalutare l'importanza degli effetti di rete. L'utilità di una particolare moneta dipende dal numero di coloro disposti ad accettarla. La maggior parte di noi sarebbe riluttante a passare ad una moneta migliore che poche persone usano. (Altrimenti gli americani utilizzerebbero franchi svizzeri.) I costi di cambio delle valute ci dicono che sarebbe costoso per un datore di lavoro pagare i salari a diversi dipendenti in diverse valute, o che la maggior parte dei dipendenti convertisse i loro stipendi. È più probabile vedere una convergenza verso un'unità monetaria comune relativamente affidabile piuttosto che lo scenario immaginato da Hayek, in cui dozzine di monete distinte circolano simultaneamente nella stessa area.

Infine Hayek non prende seriamente in considerazione la tentazione di coloro che emettono la moneta di rinnegare le loro promesse. Per guadagnare quote di mercato, gli emettitori privati ​​devono promettere di gestire bene i propri fondi. Ma, una volta che una moneta viene ampiamente utilizzata, coloro che la emettono hanno un forte incentivo a rompere questa promessa. Infatti, poiché non hanno bisogno di rimborsare le loro banconote, potrebbero espanderne l'offerta senza alcun limite.

In un certo senso le criptovalute hanno messo in pratica l'esperimento mentale di Hayek. Le criptovalute emesse privatamente competono direttamente con il denaro emesso dallo stato. A differenza dell'oro, dell'argento e del sale, le criptovalute come bitcoin, ether e dash non hanno un evidente uso non monetario. Non sono merci, né sono riscattabili per una merce sottostante. Piuttosto sono monete irredimibili che vengono emesse da privati, proprio come aveva immaginato Hayek.

Tuttavia la maggior parte delle criptovalute si differenzia chiaramente dalle valute nella visione di Hayek in quanto non promettono un potere d'acquisto stabile. Invece, per superare il problema della rottura delle promesse, coloro che emettono le criptovalute si impegnano in modo credibile sulla quantità che emetteranno. Pre-programmano un programma di emissione nel codice delle criptovalute. L'offerta di bitcoin, ad esempio, si espande ad una quantità predeterminata in intervalli di 10 minuti. Quindi sappiamo già quante unità di bitcoin esisteranno in questo momento l'anno prossimo. La pre-programmazione rimuove la capacità di rinnegare una promessa in seguito, quando l'incentivo a farlo sarà forte.

Alcune criptovalute, come il tether, mirano a fissare il loro tasso di cambio rispetto al dollaro o all'euro. Altre lo fissano con l'oro, o mirano a stabilizzare il loro potere d'acquisto nei confronti di beni e servizi. Tuttavia queste "stablecoin" non sono riuscite ad ottenere molte quote di mercato fino ad oggi. Forse pochi individui vogliono una moneta che deficiti del potenziale di rivalutazione, o forse gli effetti di rete scoraggiano il passaggio a quello che potrebbe essere un mezzo di scambio superiore, o una combinazione dei due.

Il mercato delle criptovalute è ancora piuttosto nuovo. Bitcoin è stato lanciato poco meno di dieci anni fa. Nuove idee continuano ad essere sviluppate e proposte, quindi è probabilmente troppo presto per dire come andranno le cose. Hayek ebbe chiaramente un'intuizione eccellente quando propose di consentire alternative private al denaro statale mal gestito. Ma come Hayek ha scritto altrove, la competizione è una procedura di scoperta: dobbiamo far sì che funzioni per rivelare quali tipi di denaro le persone vogliono di più e il modo migliore per fornirlo. Come ha scritto il pioniere delle criptovalute, Nick Szabo, le domande non risolte sulle criptovalute "possono essere risolte solo mettendole in pratica e vedendo come funzionano".


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.com/


4 commenti:

  1. L'intuizione geniale di Hayek aveva il grande problema della metodologia di diffusione e garanzia della moneta. E all'epoca, a parte la centralizzazione nella mani di un garante, non c'erano metodologie che potevano risolvere la problematiche. Da qui l'intuizione geniale, questa volta, non di un economista, ma di un programmatore che con la Blockchain ha fatto si che la decentralizzazione prendesse forma

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  2. Esatto, ma se parliamo di decentralizzazione allora Ethereum e tante altre schifezze non c'entrano un bel nulla con essa. Il white paper di Nakamoto ho l'impressione che venga ripetutamente violentato da presunti innovatori di esso e coder/developer con ambizioni di pianificazione centralizzata. C'è un video in cui il fondatore di Ethereum si fa beffe della Scuola Austriaca.... ride bene chi ride ultimo.

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  3. Risposte
    1. lasciando spazio a cosa? PoS ahhahhahah... La PoW è attualmente l'unico meccanismo che garantisce il consenso al 100% non ci sono attualmente altri meccanismi che possano garantirlo nemmeno la tanto acclamata PoS infatti si è visto come su Ethereum sia annunciato l'upgrade da più di 2 anni per passare a PoS, ma ad oggi non è ancora entrato in "produzione"

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