Bibliografia

mercoledì 5 dicembre 2018

La trappola mortale per la situazione fiscale nazionale è ormai scattata





di David Stockman


All'inizio di quest'anno Trump ha provocato un momento di panico alla Fox e qualunque sia la vostra opinione nei suoi confronti, dire che è un incorreggibile razzista è dire poco. In realtà, sapevamo già che fosse un rozzo analfabeta, ciononostante la maggior parte della classe dirigente di Washington fa di peggio. Ecco perché il coro di vergogna emerso da tutti gli angoli della Palude è stato davvero ridicolo.

Ma se dobbiamo fare i conti con i politici, c'è una ragione molto migliore: Trump ed i repubblicani meritano l'ignominia eterna per aver mandato in malora la rettitudine fiscale.

Così facendo, hanno completamente abbandonato la ragione d'essere del partito repubblicano: sorvegliare il Tesoro degli Stati Uniti. Invece adesso parlano solo degli immigrati, dei confini nazionali e di nativismo.

Non si prosciuga la Palude o si snellisce il Leviatano parlando ossessivamente di un non-problema che richiede di sprecare decine di miliardi su Mura contro i messicani, eserciti alla frontiera e reti di deportazione lungo tutta l'America.

Il fatto è che cinque passi a favore della libertà e a favore del libero arbitrio farebbero sparire in un batter d'occhio l'intero problema:
  • Legalizzare tutte le droghe e far lavorare gli ex-spacciatori in fornitori di droghe non violenti come, per esempio, Phillip Morris;
  • Liberalizzare i permessi di lavoro dei visitatori presso le 48 stazioni di controllo di frontiera e rinnovarli regolarmente in base alla prova di un lavoro remunerativo (moduli W-2);
  • Negare qualsiasi forma di welfare federale a non cittadini;
  • Fornire ai lavoratori ospiti un percorso di dieci anni verso la cittadinanza se nel frattempo svolgono un lavoro stabile, non infrangono la legge e pagano una tassa d'ammissione basata su una modesta percentuale dei loro stipendi W-2;
  • Permettere a tutti i cosiddetti clandestini già qui di ottenere un permesso di lavoro presso il tribunale federale più vicino e intraprendere un percorso di 10 anni verso la cittadinanza se hanno un lavoro, rispettano la legge, pagano la tassa d'ammissione e anche una multa ragionevole per il loro misfatto originario (attraversamento illegale del confine).

Ciò metterebbe fine alla violenza dei cartelli alla frontiera una volta per tutte e darebbe all'America ciò di cui ha disperatamente bisogno: nuova linfa vitale per quello che è un gruppo in declino di lavoratori autoctoni e, per dirla in modo grossolano, più giovani per aiutare a finanziare il gravoso fardello del welfare state in quello che è uno tsunami di pensionamenti di baby boomer che nei prossimi decenni andrà a raddoppiare le loro fila da 55 milioni a 100 milioni.


E questo ci porta al punto critico della presidenza Trump: il fatto che lui ed i repubblicani al Congresso abbiano speso gli ultimi 20 mesi a dissipare letteralmente ogni principio che il precedente partito della responsabilità fiscale/bilanci equilibrati/debito pubblico minimo ha da sempre sostenuto.

Sì, ormai sono decenni che il partito repubblicano s'è allontanato dalla sua filosofia, da quando Ronald Reagan ha rotto il tabù e aumentato in modo massiccio il deficit federale in assenza di una qualsiasi emergenza tipo seconda guerra mondiale. Ma il colpo fatale dello scorso inverno, $2,000 miliardi per il taglio delle tasse e una spesa biennale da $400 miliardi incarnata nella legge sugli stanziamenti Horribus, hanno rotto la diga.

Questo perché si è superato di gran lunga il fiume d'inchiostro rosso attribuibile a queste misure, il quale ammonta a circa $5,000 miliardi per il prossimo decennio.

Il peccato veramente imperdonabile è stato farlo negli anni specifici 2017-2018, i quali rappresentano il picco di una lunga fase d'espansione nel ciclo economico, non di recessione; e, ancora più importante, un nuovo decennio in cui è garantita la prossima recessione, l'aumento degli interessi passivi su un debito pubblico crescente e la già citata esplosione della previdenza sociale, della spesa medica e di altri trasferimenti sociali.

Detto in modo diverso, questi due anni hanno rappresentato la penultima fermata prima di arrivare alla stazione del cataclisma fiscale nel 2020. E anche l'ultima possibilità in vista dei prossimi due anni di assoluta disfunzione di Washington e di una brutta guerra politica in preparazione alle prossime presidenziali nel 2020.

Di conseguenza la missione di un presidente e di un Congresso repubblicani avrebbe dovuto essere incentrata sulla riforma dei trasferimenti del welfare, tagli alla spesa interna e la bonifica della Palude. Data l'odiosa situazione fiscale odierna, l'idea di accumulare più prestiti in aggiunta al deficit strutturale ereditato di $700 miliardi per l'anno in corso (anno fiscale 2019) avrebbe dovuto essere considerata un'eresia.

Peggio ancora, quelle legioni ormai defilate di falchi del bilancio sono state sostituite da una coalizione di guerrafondai e sanguinosi neocon. 

Quindi la governance fiscale americana ora è assolutamente morta. Il Grande Sfasciatore è arrivato a Washington per scimmiottare lo status quo e far scattare crolli e crisi. E sul fronte fiscale c'è riuscito oltre ogni aspettativa.

Per ragioni che non sono difficili da comprendere, e che verranno esposte di seguito, la Trappola Fiscale/Mortale della nazione è ora scattata; e soprattutto perché la Casa Bianca di Trump post-elezioni di medio termine avrà zero potere legislativo.

In tale contesto l'effetto spiacevole della Guerra Commerciale è abbastanza ovvio: i $526 miliardi di importazioni cinesi negli Stati Uniti sono un aspetto marginale rispetto ai $1,700 miliardi di beni che forniscono.

Ma quando si tratta di prezzi, la Cina ha il coltello dalla parte del manico. È il fornitore a basso costo per eccellenza. I dazi al 25% di Trump creeranno una forchetta di prezzo immediata in base alla quale i fornitori potranno alzare significativamente le loro richieste e conquistare quote di mercato.

Prendiamo, ad esempio, in considerazione un aumento del 15% su quello che potrebbe essere definito il corridoio di merci cinese per il supermercato statunitense, il quale rappresenta il 40% di tutti i $4,200 miliardi di consumo annuali di beni negli Stati Uniti da tutte le fonti. Ciò equivale ad un'ondata inflazionistica di $250 miliardi, che, a sua volta, costringerebbe la FED a mantenere la sua campagna di normalizzazione, anche se volesse fare altrimenti.

Prendendo il percorso fiscale sbagliato nel 2017-2018, Trump ed il partito repubblicano hanno creato una tempesta perfetta nei mercati delle obbligazioni.

Un fabbisogno da $1,200 miliardi per l'attuale anno fiscale è destinato a sbattere contro i $600 miliardi di obbligazioni passate che la FED scaricherà sui mercati, insieme a centinaia di miliardi di altra cartaccia del Tesoro USA rifiutata dagli speculatori che vengono massacrati dal rapido aumento dei tassi dei pronti contro termine e dagli investitori esteri che vengono bloccati da un dollaro in aumento e dai costi proibitivi di copertura sulla valuta.

La repressione finanziaria sembrava una passeggiata quando durante gli ultimi 14 anni i nostri pianificatori monetari centrali hanno stampato collettivamente $21,000 miliardi per comprare principalmente obbligazioni statali e sequestrarle nei loro bilanci.

Questi pazzi hanno talmente distorto i mercati obbligazionari che questi ultimi si sono trasformati in una potenziale fonte di instabilità. Gli speculatori hanno comprato finora ciò che le banche centrali hanno acquistato e ora che questi ultime, guidate dalla FED, stanno ricorrendo al QT, venderanno ciò che le banche centrali stanno vendendo in quella che è ormai una margin call mondiale.

Questa è la trappola che è stata piazzata nei mercati obbligazionari dagli sciocchi tentativi dei banchieri centrali keynesiani di migliorare la naturale propensione alla crescita del capitalismo, falsificando sistematicamente e profondamente i tassi d'interesse.

E quando i decennali del Tesoro USA arriveranno al 4.00% di rendimento, sarà tutto finito.

Con ciò intendiamo che la "Bolla del Tutto" scoppierà, provocando un nuovo violento attacco di "ristrutturazione" da parte dei piani alti delle grandi aziende mentre cercheranno disperatamente di liquidare lavoratori, scorte e beni deteriorati (come hanno fatto nel 2008-2009) per placare gli dei del trading e salvare le loro stock option.

Un deficit guidato dalla recessione supererà rapidamente i $2,000 miliardi all'anno. Trump ed il partito repubblicano non si accorgeranno del tifone fiscale finché non saranno travolti da esso, e successivamente si lanceranno in una guerra totale contro la FED che peggiorerà solo la conflagrazione.

Nel frattempo potremmo chiederci quale sia il grande problema dell'immigrazione per cui il partito conservatore ha sacrificato i suoi principi e la sua missione politica.

Non è crimine e violenza. Quest'ultima è stata resa a norma di legge da Washington ed è alimentata dalla sua ridicola guerra alla droga. La vittoria si raggiungerà solo attraverso la liberalizzazione, e non alle frontiere dove genera violenze da parte delle forze dell'ordine in risposta ai cartelli della droga che esistono solo a causa dei prezzi elevati e del proibizionismo.

Né abbiamo troppi immigrati, legali o illegali. I 44 milioni di immigrati attuali negli Stati Uniti costituiscono un rapporto inferiore alla popolazione rispetto al 15% che ha prevalso durante il periodo di massimo splendore della crescita e della prosperità americana nella seconda metà del XIX secolo.

E per favore non dire che rubano i posti di lavoro degli americani. È possibile che persino Nancy Pelosi capisca che sia una balla inventata dai sindacati; e, inoltre, il capitalismo potrebbe impiegare tutti i lavoratori disposti a lavorare qualora lo stato non lo ostacolasse con leggi sul salario minimo irragionevoli.


Infine il partito repubblicano non può nemmeno giocare la carta "hanno infranto la legge" per arrivare qui. È un reato minore, non un atto criminale gravissimo.

Quindi non esiste alcuna minaccia di un'immigrazione selvaggia che richieda l'esercito americano al confine, l'installazione di filo spinato, lo spreco di $40 miliardi per un muro, o la vasta mobilitazione di operazioni di sicurezza alle frontiere.

Sotto tutti questi presunti problemi legati all'immigrazione, c'è una guerra politica all'ultimo voto tra i due partiti politici.
I vari democratici vogliono più immigrati, e più sono marroni meglio è, perché la vedono come la loro unica via per il dominio elettorale. Al contrario, i repubblicani fanno finta di ignorare i numeri impietosi della demografica della popolazione bianca e rurale in diminuzione e il fatto che non molti norvegesi vogliono venire in America.

Ma ci si dimentica che i 50 anni di dominio del partito repubblicano, da William McKinley a Teddy Roosevelt, Taft, Harding, Coolidge e Herbert Hoover, sono stati costruiti sul sostegno degli immigrati che hanno votato per i repubblicani.

Quindi la conclusione è questa: quando si parla di governance fiscale della nazione, a Washington non c'è assolutamente nessuno a casa. Il prossimo diluvio di inchiostro rosso non incontrerà alcuna resistenza.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.com/


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