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di Jeffrey Tucker
Quest'anno tre grandi pronostici fatti dall'amministrazione statunitense si sono rivelati completamente falsi.
Primo: ha affermato che non ci sarebbero state ritorsioni per i dazi.
Secondo: ha detto che le guerre commerciali vengono vinte facilmente.
Terzo: ha detto che gli esportatori americani ed i produttori nazionali sarebbero risultati vincitori.
Niente di tutto ciò è successo. Il grande esperimento del 2018 nel far rivivere il mercantilismo medioevale e realizzare i sogni dell'autarchia nazionale è stato un grande fallimento, proprio come avevano previsto le migliaia di persone che imploravano Washington di non percorrere questa strada.
Gli ultimi mesi sono stati dominati da varie tattiche salvavita. Il nuovo Nafta è un ottimo esempio: include più burocrazia, costi più elevati e più regolamenti di quelli che sostituisce, ma almeno è qualcosa di diverso dalla guerra a tutto campo. Per quanto riguarda i dazi su acciaio e alluminio, oltre ad innalzare i costi in generale, hanno finito per aumentare i costi per i produttori e per deviare i flussi commerciali.
Mentre ci avviciniamo alla fine dell'anno, ci sono nuvole economiche oscure all'orizzonte. I dati finanziari sono pessimi. Non c'è alcun sollievo in vista per gli esportatori americani. Invece di creare un boom economico glorioso, ci sono previsioni di una recessione in arrivo.
I mercati dell'export nel settore agricolo hanno subito un duro colpo. Le società americane iconiche stanno lasciando le coste degli Stati Uniti. Più di ogni altra cosa, l'annuncio da parte della General Motors, la quale sta chiudendo le fabbriche, ha dato uno scossone all'amministrazione Trump.
"Aspettate, le nostre politiche avrebbero dovuto realizzare l'opposto!"
Cosa fare? L'amministrazione Trump si ritrova in un angolo su ogni fronte. In questo caso la via migliore è fermare la retorica folle, fare un passo indietro per non peggiorare le cose e trovare qualche vittoria simbolica per non perdere la faccia.
La pace è ciò che conta
Questa è la migliore interpretazione possibile della riappacificazione tra il presidente Trump e il presidente Xi Jinping. Non c'è molta sostanza nell'accordo stipulato tra i due, ma va bene; sorrisi, strette di mano e congelamento dei nuovi dazi contano di più.
Per i "mercantilisti", persone disposte ad infliggere il massimo danno alla propria popolazione pur di ottenere un vantaggio politico, le caratteristiche dell'accordo non sono impressionanti, nonostante l'affermazione di Trump secondo cui si tratta di un accordo storico. La Cina ha accettato di abbassare i dazi sulle auto americane. Ma non sono questi che stanno fermando il mercato delle esportazioni. È la realtà economica.
Solo il 2% delle auto Ford vendute in Cina sono fabbricate negli Stati Uniti; il resto è realizzato in joint venture nella stessa Cina. In generale vale anche per BMW, Mercedes e General Motors: il numero di auto vendute in Cina è fabbricato sostanzialmente in Cina. Allo stesso modo, la maggior parte delle auto tedesche e coreane vendute negli Stati Uniti sono fabbricate negli Stati Uniti. Anche se la Cina abbassasse i suoi dazi allo 0%, non cambierà molto. Per il produttore di un qualsiasi Paese, ha più senso costruire nel Paese in cui deve vendere.
La richiesta burocratica affinché ogni bene abbia un bollino sul "Paese di origine" è ciò che crea confusione. Da qui provengono i numeri fuorvianti del "deficit commerciale". È un residuo di un'epoca passata. Oggi tutto viene fatto ovunque ed è meraviglioso. Il globalismo economico diffonde prosperità, offrendo al contempo maggiori opportunità in patria.
Quindi cosa abbiamo imparato durante questo grande esperimento? Niente che non sapevamo già. Nonostante la retorica, abbiamo appreso che i dazi sulla Cina non venivano pagati dalla Cina; sono stati pagati da produttori e consumatori americani. Quindi un ritiro dalla guerra commerciale è un vantaggio per gli americani. Come ha scritto Donald Boudreaux: "Durante le tregue nelle guerre commerciali, ciascuna parte accetta di cessare temporaneamente di infliggere danni a sé stessa [...]. Una tregua nella guerra commerciale è quello che le persone di ogni Paese belligerante dovrebbero ardentemente sperare".
Gentilezza verso gli altri
C'è un altro fattore che non attira l'attenzione in questi giorni, ma dovrebbe farlo. So che in un'epoca di nazionalismo, questo non dovrebbe avere importanza, ma come umanitari che vogliono il meglio per il mondo, questo aspetto del commercio dovrebbe sollevare gli animi.
Ecco una storia per esprimere il mio punto. Avevo bisogno di cambiare un biglietto aereo, così ho chiamato il call center della compagnia di volo. L'operatore è stato molto utile e ha cambiato il mio biglietto. Guidavo e avevo un po' di tempo, quindi ho chiesto di dove fosse. Mi ha risposto che era delle Filippine. Gli ho chiesto quanto fosse grande il call center e mi ha risposto che c'erano diverse centinaia di persone nel suo ufficio a Manila.
Sono stato contento di averglielo chiesto, così ho proseguito con i dettagli. Era una di cinque figli, proveniente da una famiglia povera e aveva appena iniziato la sua carriera. Era entusiasta di avere questo lavoro. Lavora tutto il giorno, tutti i giorni, e guadagna abbastanza per avere il suo appartamento. I suoi genitori sono molto orgogliosi di lei ed è felice di avere quel tipo di lavoro, e soprattutto era grata alla compagnia americana che rendeva tutto ciò possibile.
La sua più alta speranza era quella di risparmiare abbastanza denaro per viaggiare e vedere il mondo. Abbiamo parlato a lungo della vita a Manila, dei problemi del traffico, della vita cittadina, e così via. Una volta chiusa la conversazione mi è rimasta una tremenda sensazione di felicità. In qualche modo il mio acquisto da questa impresa con sede a Manhattan ha aiutato finanziariamente una persona in un Paese in cui non sono mai stato, dove le opportunità economiche erano una volta scarse. È un lavoro sostenibile, non qualcosa di occasionale dato da un'associazione benefica. Questa conoscenza mi ha reso felice.
Sono entusiasta di partecipare ai mercati. Mi piace l'idea che i lavoratori cinesi, una volta sofferenti sotto un regime socialista, ora abbiano la possibilità di lavorare nelle fabbriche per grandi aziende. Hanno accesso ad una vita migliore grazie al libero scambio e alla cooperazione internazionale. Queste persone non sono i nostri nemici; sono esseri umani che hanno il diritto di vivere una vita migliore, proprio come voi ed io.
Desiderate il benessere di tutti i popoli del mondo? Il libero scambio è un modo meraviglioso per vederlo realizzato. I dazi finiscono solo con diffondere la miseria, un classico caso di disumanità. Quanto prima l'amministrazione americana si renderà conto di ciò, tanto meglio sarà per tutti.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.com/
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I più sinceri auguri per un sereno natale anche a te Francesco ed ovviamente anche a tutti i lettori/frequentatori abituali del blog.
RispondiEliminaAuguri Francesco
RispondiEliminaContribuito alla causa con la mia donazione. Grazie per il tuo lavoro. Tanti auguri di buon Natale e felicita
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