(Versione audio dell'articolo disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/cio-che-leurodollaro-ha-dato-leurodollaro-7ed)
In questa serie di saggi collegati tra loro, e che esplorano il mondo creato dall'eurodollaro, abbiamo inizialmente fatto una panoramica generale di tale mercato e di come si sia evoluto nel corso del tempo; poi abbiamo dato la nostra risposta alla domanda più importante di tutte: chi ha alimentato il mercato dell'eurodollaro per i propri scopi. La risposta: la creatura di Threadneedle Street. Ora c'è un altro tassello da inserire nel mosaico dell'eurodollaro: la BoJ e il carry trade sullo yen che ha caratterizzato l'era della ZIRP. L'incredibile deformazione economica e finanziaria partorita dalla Banca del Giappone, la più attiva durante la cosiddetta era del “consenso delle principali banche centrali del mondo”, ha permesso a Bruxelles e a Londra di attingere da un'ulteriore fonte di finanziamento facile per portare avanti i propri imperi e far guadagnare tempo all'euro e alla sterlina. Quest'ultima è ancora più sotto pressione oggi a causa dello sgretolamento della LBMA, ma questo è un argomento che affronteremo nella seconda parte del saggio di oggi. Il punto fondamentale qui è uno: invertire decenni di ramificazioni del mercato dell'eurodollaro, i quali hanno dato vita a tutta una serie di mostri monetari utili solamente alla City di Londra e alla cricca di Davos per sostenere i loro piani di “ristrutturazione mondiale” e uscirne come punti di riferimento nel sistema successivo. Questo, inutile dirlo, a scapito di quelle nazioni che mettevano “involontariamente” sul piatto la propria ricchezza reale: Stati Uniti e Giappone.
LA FINE DEL CARRY TRADE SULLO YEN
La Banca del Giappone ha infine concluso la sua linea di politica di tassi negativi durata otto anni e ha invertito la maggior parte delle sue strategie di quantitative easing non convenzionali, affermando che il Giappone si sta avvicinando a una nuova era di “inflazione stabile”. Il governatore della BoJ, Kazuo Ueda, ha anche affermato che le linee di politica della banca hanno “raggiunto i loro obiettivi” e ha aggiunto il motivo per cui l'aumento era giustificato: salari e prezzi stanno aumentando costantemente in Giappone. La BoJ sta, quindi, aggiustando il suo obiettivo primario riguardo i tassi d'interesse a breve termine e l'anno scorso ha fatto segnare il suo primo rialzo dei tassi sin dal 2007.
Nel 2016 la Banca del Giappone aveva adottato la NIRP con l'obiettivo di “stimolare i prestiti” per rivitalizzare l'economia stagnante della nazione. Questo approccio, utilizzato anche dalla BCE in Europa, significa fondamentalmente che i depositanti pagano commissioni alle banche per detenere il loro denaro e consente ai mutuatari di ottenere prestiti a costi molto bassi, incoraggiando così la spesa. Una deformazione “necessaria” nel mondo capovolto dell'economia moderna, dove il debito pubblico delle varie nazioni in percentuale del PIL è fuori scala e la bomba demografica continua a ticchettare insistentemente (pensionati in aumento + tassi di natalità in calo). La soppressione dei tassi è andata avanti eseguendo quella che viene chiamata Yield Curve Control: stampare yen per acquistare obbligazioni e abbassarne i rendimenti quando essi salivano troppo in alto e venderle se i rendimenti scendevano troppo in basso.
Utilizzando la YCC il governatore della BoJ, Kuroda, aveva sperato di passare da un QE estremamente accomodante a una posizione monetaria meno accomodante. Per quanto c'abbia provato, ha finito lo stesso per essere accomodante, poiché c’era un’offerta permanente su qualsiasi JGB. La BoJ ha divorato obbligazioni giapponesi giorno dopo giorno, sia attraverso le convenzionali operazioni di “acquisto fisso” sia attraverso le “operazioni di acquisto non programmate”. Entrambi questi strumenti sono stati utilizzati per mantenere bassi i tassi e hanno tenuto operativo il QE come effetto collaterale.
Ciò è chiaramente visibile nel bilancio della BoJ, dove possiamo osservare la crescita costante delle attività dal 2012 in poi.
In quel periodo accaddero diverse cose importanti. Shinzo Abe assunse il ruolo di Primo Ministro e, subito dopo l'insediamento, svelò la sua strategia economica, nota come “le tre frecce”. Ogni freccia simboleggiava una componente del suo piano economico: la prima rappresentava l'allentamento monetario, la seconda la politica fiscale adattiva e la terza mirava a rappresentare strategie per la crescita e le riforme strutturali. Il 2012 fu anche una pietra miliare nel regno degli obiettivi monetari: sia la FED che la BoJ adottarono un obiettivo di inflazione al 2%. Di conseguenza queste due banche centrali si misero a capo di quel collettivo di banche centrali del mondo che avrebbero adottato una linea di politica identica e sincronizzata, inaugurata dalla Nuova Zelanda nel 1990.
Il Monetary Policy Meeting tenutosi nell'aprile 2013 segnò il debutto di Haruhiko Kuroda come Governatore della Banca del Giappone. Durante quell'incontro fu annunciato qualcosa chiamato Quantitative and Qualitative Monetary Easing: il suo obiettivo primario era di raggiungere un tasso di inflazione del 2% entro un lasso di tempo di circa due anni. La strategia era progettata per combattere la deflazione nella nazione espandendo le dimensioni del suo bilancio e migliorandone la qualità attraverso sia una crescita “quantitativa” che miglioramenti “qualitativi”. In pratica questo significava che la BoJ si sarebbe concentrata non solo sull'acquisto di più asset, ma nello specifico sull'acquisto di più asset illiquidi e rischiosi, rimuovendo di fatto questi titoli “tossici” dal sistema bancario e mettendoli nel bilancio della banca centrale. Ciò avrebbe aumentato il rischio di perdite mark to market per la BoJ, ma questo “non aveva importanza” poiché avrebbe potuto sempre stampare più yen per coprire eventuali perdite.
La BoJ si sarebbe impegnata a proseguire con il suo programma e a potenziarlo se necessario. Il focus si spostò dal tasso d'interesse di riferimento (l'uncollateralized overnight call rate) alla base monetaria. Il piano QQE del 2013 comportava l'espansione annuale della base monetaria di un ammontare compreso tra i ¥60.000 miliardi e i ¥70.000 miliardi. Le componenti principali di questi acquisti includevano:
• JGB: scadenza fino a 40 anni e con una scadenza media di 6-8 anni;
• Fondi negoziati in borsa (ETF): ¥1.000 miliardi;
• Titoli d'investimento nel mercato immobiliare (J-REIT): ¥30 miliardi.
Il piano fu poi ampliato a ¥80.000 miliardi. Questo programma è durato un decennio e nel 2018 gli asset detenuti dalla banca centrale giapponese crebbero fino a diventare più grandi dell'economia giapponese stessa!
Quando la FED ha iniziato il suo ciclo di rialzo dei tassi nel marzo 2022, abbiamo visto un'enorme pressione accumularsi sul sistema finanziario giapponese, e questo ha portato la loro valuta a esplodere.
Tale pressione s'è accumulata per tutta la primavera e l'estate dello scorso anno. A fine aprile 2024 la BoJ ha tenuto una conferenza stampa che ha visto il pair USDJPY salire di ¥3 solo durante il corso delle discussioni. I funzionari sono andati rapidamente nel panico e hanno autorizzato due interventi: uno dopo l'altro in rapida successione. Il Ministero delle finanze, in collaborazione con la banca centrale, ha speso ¥9.000 miliardi in interventi monetari. Le autorità giapponesi di solito non confermano immediatamente se sono intervenute nei mercati valutari, ma spesso avvertono che sono pronte a intervenire se ci sono troppe “operazioni speculative”. Inoltre non bisogna scordarsi di una cosa: il Giappone ha superato la Cina in quanto a possedimenti dei titoli di stato americani ($1.000+ miliardi), oltre a valuta estera pari a $100 miliardi, ed entrambe le cose possono essere utilizzate per difendere lo yen mantenendolo intorno al livello 140-150.
L'obiettivo di questi interventi era semplice: far saltare le posizioni short con quanta più potenza di fuoco possibile, nel modo più casuale possibile, per incutere paura e impedire ai nuovi carry trader di aprire posizioni. Ricordate che i carry trade prendono in prestito in una valuta e prestano, o investono, in un'altra, guadagnando la differenza tra le due operazioni. In genere i carry trader copriranno uno o entrambi i lati della loro operazione in modo che le possibilità di margin call siano basse o inesistenti; tuttavia il costo di impostazione e mantenimento degli swap per farlo erode i profitti.
A tal proposito il Giappone ha rappresentato un gigantesco meccanismo di finanziamento per i carry trader a causa dei suoi tassi d'interesse sotto lo zero: era estremamente economico prendere in prestito in yen, senza contare che a un certo punto i tassi dei depositi a tempo erano addirittura negativi, il che significava che i mutuatari venivano pagati per accendere prestiti.
Ma l'altro motivo per cui il Giappone ha creato un carry trade così grande (che gli analisti di Deutsche Bank hanno stimato in un equivalente sbalorditivo di $20.000 miliardi!) era dovuto alla mancanza di volatilità nella politica monetaria stessa. La Banca del Giappone stava aggiustando il suo QE, le sue bande YCC, ma il tasso d'interesse di base, quello addebitato per i prestiti di riserva dalla banca centrale stessa, non era cambiato. Tenete a mente che il tasso di riferimento della BoJ è il parametro di riferimento su cui vengono giudicati tutti gli altri tassi: quando si muove, si muove l'intero complesso dei tassi... almeno in teoria. Poiché questo tasso è rimasto a -10 punti base sin dal 2016, c'è stata essenzialmente zero volatilità su un'intera gamba, quella del finanziamento del carry trade. Ciò lo ha reso molto più redditizio di quanto non sarebbe stato altrimenti, poiché i trader non dovevano pagare per coprire questo rischio. La stabilità fornita dalla BoJ ha incoraggiato sempre più carry trader a buttarsi a capofitto in questa operazione, cosa che alla fine ha messo straordinaria pressione sullo yen, tanto che si è svalutato del 50% in due anni.
Il risparmiatore medio giapponese è ovviamente quello che ha pagato il prezzo. E i banchieri centrali, che non devono rendere conto a nessuno, hanno continuato questa linea di politica folle per anni.
How the Yen Carry Trade Blows Up
— Travis Hoium (@TravisHoium) August 5, 2024
In just 90 seconds! pic.twitter.com/J38dFzDVFj
La BoJ, però, ha annunciato piani per ridurre gradualmente i suoi acquisti di titoli di stato della metà, fino a ¥3.000 miliardi al mese entro l'inizio del 2026. Ha inoltre dichiarato di aver cessato le sue politiche di controllo della curva dei rendimenti e di allentamento qualitativo e quantitativo. Prevede inoltre di ridurre gradualmente i suoi acquisti di obbligazioni societarie e commerciali con l'obiettivo di eliminare gradualmente queste operazioni nel giro circa di un anno. Sotto la guida di Ueda, la BoJ ha rialzato i tassi di un totale di 50 punti base in meno di un anno. L'aumento ha avuto conseguenze immediate: lo yen ha immediatamente iniziato ad apprezzarsi rispetto al dollaro, scendendo costantemente a 146. Tutti i carry trader USDJPY sono finiti sotto il proverbiale rullo compressore. Viene smantellata tutta quella leva finanziaria che stava spingendo lo yen sopra i 160, con grande approvazione di Ueda che voleva disperatamente fermare la crisi monetaria sul nascere.
Ma niente avviene senza pagarne il prezzo, soprattutto quando si tratta di interventismo economico. Dover raddrizzare la situazione significa imboccare la strada del dolore economico, scelta obbligata quando si tratta di dover correggere anni e anni di deformazioni economiche. Ma qui ci viene incontro la lezione dell'Argentina, noto laboratorio statunitense da quando Milei è salito al potere per vedere a cosa avrebbe portato una terapia shock: dolore nel breve termine, sollievo/prosperità nel lungo termine. Anzi, è passato poco più di un anno e l'Argentina sta già vedendo i benefici che ha avuto la cura Milei nel Paese. La stessa cosa accadrà negli Stati Uniti, soprattutto lungo la scia dei tagli alla spesa pubblica come sta accadendo con lo smantellamento della USAID. Oltre a tagliare la spesa pubblica questo approccio permetterà anche di offrire sollievo alla popolazione in generale attraverso misure fiscali direzionate a puntellare la resilienza degli americani e rafforzare la loro fiducia nel futuro della nazione.
Is the next move for DOGE cutting $5,000 checks to American taxpayers?
— Peter St Onge, Ph.D. (@profstonge) February 28, 2025
Politically, it’s a fantastic idea. And the inflation impact is 60 times smaller than Covid spending.
How would it work? pic.twitter.com/PxBGpYNUnD
La stessa cosa può accadere in Giappone, visto che la BoJ adesso si muove in sintonia con la FED. Il dolore economico si presenterà alle porte della nazione nipponica sotto forma di un pagamento di interessi per il suo gigantesco debito pubblico pari al 13% del PIL. Ma questo non deve spaventare le autorità giapponesi, dato che la partnership con gli USA avrà i suoi vantaggi adesso che questi ultimi si sono liberati dal giogo del LIBOR e possono indirizzare la politica monetaria/fiscale in base alle loro reali esigenze. Per quanto possano essere seri i problemi economici di Stati Uniti e Giappone, a questo punto, non lo saranno di più di quelli di Europa e Inghilterra che hanno svuotato le loro economie della manifattura per finanziarizzarle, forti del fatto che avrebbero avuto un accesso privilegiato alla stampante della FED con cui drenare ricchezza reale americana e quindi sostenersi nel tempo. Non avrebbero potuto rendere ipertrofici i loro Stati sociali altrimenti.
Adesso sono loro a dover metter mano alla stampante o vendere i propri asset, ma con quale collaterale?
LO SGRETOLAMENTO DELLA LBMA
Il mese scorso i caveau della Banca d'Inghilterra hanno assistito a un esodo di oro, poiché i trader si sono affrettati a spostare i lingotti negli Stati Uniti, temendo gli effeti di potenziali dazi sul commercio mondiale. Circa $82 miliardi in oro, il 2% delle riserve totali della BoE, sono stati spediti oltreoceano riducendo l'offerta sul mercato di Londra e facendo schizzare i tassi di prestito a breve termine per l'oro dal 2-3% a quasi il 10%. L'enorme volume di prelievi ha persino causato colli di bottiglia logistici, con tempi di attesa per i prelievi di oro che si sono estesi da pochi giorni un mese fa a 4-8 settimane ora. Questo processo continuerà fino a quando gli acquirenti non si saranno esauriti, o un catalizzatore fondamentale non interverrà per fermare il riscatto indotto dalla paura.
Amazing, absolutely no one discussing the idea of precious metals markets edging toward backwardations and fewer actually understand what this means for prices and the industry.
— bob coleman (@profitsplusid) February 28, 2025
Questa corsa all'oro fisico è un altro segno che la fiducia nei sistemi monetari fiat si sta erodendo, ma non è la prima volta che i mercati mettono alla prova la Banca d'Inghilterra. Prima della recente corsa all'oro, il mercato dei titoli di stato aveva già messo a nudo la fragilità del sistema finanziario del Regno Unito. Anni di politica monetaria ultra-elastica, prestiti governativi senza freni e una banca centrale intrappolata tra la lotta all'inflazione e il mantenimento a galla dei mercati hanno creato la tempesta perfetta. Inoltre i lingotti d'oro conservati presso la Banca d'Inghilterra sono stati scambiati a un prezzo scontato rispetto al mercato generale, poiché i ritardi nei prelievi li rendono meno desiderabili dell'oro conservato in caveau più accessibili... oppure il mercato sta iniziando a valutare il fatto che la BoE potrebbe non avere effettivamente l'oro dichiarato ufficialmente.
La Banca d'Inghilterra svolge un ruolo fondamentale nel mercato dell'oro di Londra, il più grande hub mondiale per il commercio di lingotti. Detiene conti in oro per altre banche centrali, le quali scelgono Londra per la sua convenienza nel prestito o nella vendita di oro. La BoE consente inoltre a determinate entità commerciali (come le bullion bank) di detenere conti in oro presso di essa, il che fornisce liquidità alle banche centrali, e i caveau conservano una parte significativa dei lingotti d'oro “London Good Delivery” che soddisfano gli standard LBMA. L'oro conservato presso la BoE può essere utilizzato per prestiti e swap, il che ovviamente va a cambiare la struttura del mercato. L'oro conservato presso la Banca d'Inghilterra viene quotato a sconti superiori a $5 l'oncia rispetto al prezzo spot di Londra. Questo divario di prezzo potrebbe sembrare piccolo, ma in realtà è enorme, poiché l'oro presso la BoE in genere viene scambiato esattamente in linea con il mercato più ampio di Londra. Dal punto di vista storico eventuali premi o sconti sono sempre risultati minimi, solitamente solo pochi centesimi l'oncia, quindi l'attuale sconto di $5 l'oncia è centinaia di volte più grande del normale!
La Banca d'Inghilterra detiene oltre 400.000 lingotti d'oro, per un valore di oltre $450 miliardi ai prezzi correnti. Questa è solo una frazione delle oltre 8.000 tonnellate di oro immagazzinate a Londra, secondo la LBMA. Tuttavia una parte significativa di tale stock è di proprietà di fondi negoziati in borsa (ETF), altre banche centrali e investitori a lungo termine che potrebbero non essere disposti a vendere. Ciò significa che il mercato è estremamente stretto.
Le banche centrali in particolare non sembrano essere disposte a vendere, anzi sono state impegnate in una frenesia di acquisti di lingotti negli ultimi anni. Nel 2024 gli acquisti di oro sono rimasti forti, confermando una tendenza di aumento a cui abbiamo assistito nell'ultimo decennio, ma soprattutto dopo la crisi sanitaria. Le banche centrali hanno aggiunto 1.045 tonnellate metriche nette alle loro riserve auree, segnando il terzo anno consecutivo di acquisti superiori a 1.000 tonnellate. Questo accumulo è stato alimentato da un gruppo eterogeneo di Paesi, con la Banca nazionale di Polonia in testa che ha aggiunto 90 tonnellate portando le sue riserve totali a 448 tonnellate (il 17% delle sue riserve internazionali totali). Altri acquirenti degni di nota erano la Banca centrale di Ungheria, che ha aumentato le sue riserve di 16 tonnellate, e la Banca nazionale di Serbia, che ha aggiunto 8 tonnellate (grandi cifre per Paesi piccoli in termini di popolazione e PIL).
Il primo trimestre del 2024 aveva anche stabilito un nuovo record per la domanda di oro delle banche centrali, con acquisti netti per un totale di 290 tonnellate. Questa impennata è stata in gran parte attribuita ai grandi acquisti da parte di Cina, Turchia e India, con l'India in testa. Alla fine del 2024 le riserve auree totali delle banche centrali mondiali avevano raggiunto circa 36.699 tonnellate metriche, pari a un enorme 17% di tutto l'oro estratto.
Le banche centrali stanno effettuando una svolta strategica verso l'oro come copertura contro la volatilità economica e un mezzo per diversificare le loro riserve.
A causa di questa massiccia corsa a rispedire l'oro negli Stati Uniti e nel COMEX, i mercati hanno iniziato a lanciare segnali di stress: il tasso di locazione a 1 mese a Londra ha iniziato a salire a dicembre e poi ha superato i massimi di 5 anni a gennaio. Esso rappresenta il rendimento che gli individui che detengono lingotti nei caveau di Londra possono guadagnare prestando il loro metallo a breve termine. L'impennata di questo tasso significa che la domanda è più forte che in qualsiasi altro periodo degli ultimi anni, e di molto anche. Sono principalmente le bullion bank ad alimentare questa domanda, le quali stanno cercando di prendere in prestito più oro possibile per arbitrare la differenza di prezzo tra Londra e New York. Non solo, ma devono passare dalla Svizzera per fondere i lingotti: le barre standard da 400 once scambiate a Londra non possono essere spedite direttamente a New York per la consegna al COMEX, visto che i contratti denominati in tale peso, inaugurati nel 2020, raramente vengono usati. Invece i trader devono “ri-raffinare” i lingotti in barre da 100 once a Zurigo prima di spedirle negli Stati Uniti. Di conseguenza i premi sono saliti fino a $50 per oncia, rendendo l'operazione altamente redditizia per gli arbitraggisti.
Un altro segnale che il mercato è sotto stress è il fatto che i futures sono entrati in backwardation: i prezzi forward a 1 mese vengono scambiati al di sotto dello del livello spot, il che indica che i trader vogliono l'oro subito, e pagheranno un premio per averlo, piuttosto che aspettare un mese per la consegna. La domanda di oro fisico sta salendo alle stelle. La backwardation è più marcata per l'argento. I tassi di locazione a un mese sono saliti all'8%, ben al di sopra di quelli dell'oro.
In ogni caso, le tensioni sul mercato stanno chiaramente preoccupando i funzionari della BoE, così come altre importanti bullion bank. Londra sta venendo prosciugata e i caveau di New York (gestiti da COMEX o banche affiliate al COMEX come JPM) stanno facendo incetta. Mentre questo panico attanaglia Londra e le tempistiche di consegna si allungano a 1-2 mesi, le bullion bank continueranno a darsi da fare per ottenere quanto più oro fisico possibile. Ecco perché lo stanno prendendo in prestito dal mercato (i tassi di locazione stanno esplodendo), ecco perché hanno iniziato a riscattare l'oro detenuto nei caveau della BoE, ecco perché tutti i certificati cartacei legati all'oro hanno iniziato a essere scambiati a un prezzo scontato. L'Imperatore (inglese) è nudo.
Nel frattempo il COMEX sta importando tutto l'oro su cui riesce a mettere le mani, forse per anticipare le richieste di riscatto dei propri clienti. Se questo processo continua al ritmo attuale, in poche settimane supereranno persino i precedenti record durante la crisi sanitaria. Queste tensioni si manifestano anche in altri mercati dell'oro sintetico: il GLD, il più grande ETF sull'oro negli Stati Uniti, ha visto i suoi tassi di prestito salire alle stelle. L'ETF SPDR Gold conserva il suo oro in diversi caveau, ma quello principale si trova a Londra. L'oro è detenuto sotto forma di lingotti allocati, il che significa che ognuno di essi è specificamente assegnato all'ETF e non può essere utilizzato per altri scopi.
GLD ETF ALERT
— bob coleman (@profitsplusid) February 6, 2025
The borrowing fee on GLD ETF has gone vertical today.
Similar to SLV ETF pic.twitter.com/grys4KI3l5
Molti scrittori, tra cui ANOTHER e FOFOA, hanno costantemente messo in evidenza come sarebbe andata a finire la manipolazione dell'oro cartaceo presso la LBMA e una conseguente rivalutazione reale del metallo giallo. Le rivendicazioni cartacee sono rappresentazioni senza valore e man mano che il capitale si riversa nell'oro fisico, ciò fa schizzare in alto il prezzo di quest'ultimo. Per quanto anche il COMEX non sia un player senza macchie, almeno ha delle regole; la LBMA, invece, non applica alcun freno alla creazione sintetica di oro da investimento. La LBMA e la Banca d'Inghilterra sono l'epicentro della truffa dell'oro sintetico, insieme a molte altre, attirando la domanda verso i derivati e sopprimendo il prezzo dell'oro fisico in modo che i player istituzionali potessero ottenere lingotti a basso costo, e in modo da non sconvolgere l'ordine monetario fiat. Questo schema di Ponzi poteva solo finire in un disastro.
CONCLUSIONE
Il SOFR, la contrazione dell'offerta degli eurodollari, la fine del carry trade sullo yen, la rimarginazione del mercato dell'oro: vengono chiuse tutte quelle scappatoie che possono essere ancora utilizzate da Londra e Bruxelles per attingere indirettamente al bacino della ricchezza reale degli USA. A questo proposito entrambe sono come delle galline senza testa che corrono su e già per l'aia, si notano per lo spettacolo grottesco che danno e per il sangue che schizza ovunque imbrattando qualunque cosa al loro passaggio... ma finisce qui, non hanno alcun peso economico e geopolitico ormai. La rottura del cartello di Davos diventa più palpabile nel momento in cui, in Europa, vengono indetti vertici che non concludono niente e vengono date risposte da “cartolina vacanza” a eventi geopolitici significativi (come quello recente alla Casa Bianca). La velocità con cui l'amministrazione Trump e il DOGE hanno smantellato la USAID era propedeutica a chiudere i rubinetti a tutte quelle ONG e think tank che, con la patina della filantropia, fomentano caos sociale e disordini. Questo significa che gli USA solo adesso si possono focalizzare sulla questione Ucraina, perché in caso di sconfitta della cricca di Davos sul tema della guerra, la risposta successiva di quest'ultima è la violenza per le strade, il terrorismo.
La Germania ad esempio lo sa, il nuovo cancelliere tedesco ha recepito il messaggio. Questa è gente che è disposta a far saltare il tavolo da gioco pur di non cedere le armi, perché sa che sarà destinata all'irrilevanza altrimenti. Togliere finanziamenti a quella coorte di attori eterodiretti all'estero era fondamentale per colpire duramente un potenziale fronte aperto (e di ricatto). Adesso gli agenti infiltrati devono spendere i loro soldi, vendere i loro asset per finanziarsi. E questo causa dolore economico, nonché fratture più marcate nei loro di mercati, quindi lenirli diventa imprescindibile e questo passaggio obbligato passa anche dal rivolgersi direttamente alla fonte che in precedenza si stava fregando indirettamente. La visita di Starmer alla Casa Bianca la scorsa settimana era molto probabilmente dovuta al tipico atteggiamento inglese che vuole rispettati accordi presi sottobanco in precedenza. La vicenda con la Apple è un caso di questo genere, ad esempio. Ma non credo sia andata molto bene...
Questa settimana ognuno ha ottenuto la sua giusta dose di "sberle" https://t.co/tlUykPzE8f
— Francesco Simoncelli (@Freedonia85) March 1, 2025
Ora vediamo grossi movimenti sui mercati. In particolare, il differenziale di rendimento tra il decennale tedesco e quello americano è in caduta libera nelle ultime settimane, dopo un rally artificiale sostenuto dall'illusione di una compiacenza dell'amministrazione Trump con l'establishment europeo e prospettive commerciali “alternative” a quella americana. Inutile dire che questa illusione è stata spacciata dalla stampa inglese... La BoJ, sussidiaria nell'effettivo della FED, continua a lasciar rafforzare lo yen per chiudere eventuali finestre di opportunità a player che possono sfruttare turbolenze sui mercati per “attaccare” gli USA in queste settimane delicate in cui deve passare il Budget Reconciliation affinché i tagli alla spesa pubblica possano andare avanti. E il fatto che siano stati gli USA ad avviare la corsa agli sportelli dell'oro è stata una mossa eccellente per difendersi da eventuali attacchi, in questo modo i nemici vengono spiazzati e hanno altro a cui pensare. Senza contare che il pair USDEUR è sceso ultimamente principalmente perché è stato detto ai singoli stati europei che possono escludere le spese militari dai bilanci ufficiali. Come se le conseguenze della misallocation del capitale possano essere cancellate dalla sigla “off-bufget” (a tal proposito vi invito a leggere il Capitolo 2 del mio ultimo libro, Il Grande Default, per un'analisi approfondita di questo tema).
1/5
— Francesco Simoncelli (@Freedonia85) February 21, 2025
Questa storia è passata perlopiù inosservata ma è propedeutica per comprendere il motivo per cui l'oro è tornato sotto i riflettori di recente.https://t.co/p05TkrS7eM
Infatti la stampa ortodossa e non ortodossa ha sempre posto sotto la propria attenzione il COMEX, “scordandosi” convenientemente della LBMA, il mercato over the counter per eccellenza dove avvengono rehypothecation per ordini di grandezza superiori a quelli degli altri mercati. Gli inglesi sono maestri in questo: dicono cosa c'è che non va e poi sviano la colpa da loro e la danno a qualcun altro. Come fanno a essere efficaci? Perché controllano la maggior parte della stampa finanziaria. Quando si hanno diverse generazioni di persone che sono cresciute immerse in queste consuetudini, è difficile romperle e vedere il mondo con occhi diversi.
Di conseguenza, più che una guerra cinetica o commerciale, quella di oggi è una guerra economica in cui l'obiettivo principale di Washington è bonificare i mercati statunitensi dall'influenza della City di Londra. Ecco perché, ad esempio, è stato messo Bessent al Dipartimento del Tesoro; ecco perché, come contromossa, la City ha cercaro di creare un mercato sintetico dei titoli del Tesoro americani il cui settlement sarebbe avvenuto a Londra; ecco perché Trump ha detto che l'Europa “serve per fregarci”.
Supporta Francesco Simoncelli's Freedonia lasciando una “mancia” in satoshi di bitcoin scannerizzando il QR seguente.
👉 Qui il link alla Prima Parte: https://www.francescosimoncelli.com/2025/02/cio-che-leurodollaro-ha-dato.html
👉 Qui il link alla Seconda Parte: https://www.francescosimoncelli.com/2025/02/cio-che-leurodollaro-ha-dato_01881802337.html
👉 Qui il link alla Quarta Parte: