lunedì 28 aprile 2025

Potere istituzionale: il racconto di due visioni del mondo

Ricordo a tutti i lettori che su Amazon potete acquistare il mio nuovo libro, “Il Grande Default”: https://www.amazon.it/dp/B0DJK1J4K9 

Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato "fuori controllo" negli ultimi quattro anni in particolare. Questa è una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa è la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso è accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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di Joshua Stylman

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/potere-istituzionale-il-racconto)

Potere e governance raramente mirano a servire il pubblico, ma a preservare il controllo. Un commento sul mio ultimo articolo, Il prezzo della convenienza, lo riassumeva perfettamente: “Il problema cambia completamente quando lo stato decide di volerti controllare invece di servirti”.

Ciò descrive uno schema che sta diventando sempre più chiaro: una società divisa non tra sinistra e destra, ma tra coloro che credono che le istituzioni governative abbiano buone intenzioni ma necessitino di riforme, e coloro che capiscono che consolidare il potere e il controllo è la loro natura intrinseca.

Il mio percorso personale verso questa comprensione è stato graduale. In decenni di esperienza nel settore tecnologico, ho visto come sistemi pensati per democratizzare l'informazione potessero trasformarsi in strumenti di sorveglianza e controllo.

Guardando indietro, è chiaro che stavamo costruendo l'infrastruttura per un monitoraggio e un controllo sociale senza precedenti, anche se ci ho messo un po' a rendermene conto. Come molti nel settore delle dot-com (come lo chiamavamo all'epoca), credevo che stessimo democratizzando l'informazione e connettendo l'umanità. Invece stavamo creando gli strumenti perfetti per la sorveglianza di massa e il controllo sociale.

I segnali di questo schema più ampio erano ovunque: guerre infinite scatenate sulla base di premesse false, la porta girevole tra aziende e stato, la costante erosione della privacy. Come molti, inizialmente li ho visti come bug piuttosto che come caratteristiche del sistema.


L'illusione del riformatore

Essere realistici sulla natura del potere non rende pessimisti. Capire come funzionano realmente i sistemi è il primo passo verso la costruzione di alternative migliori. Ma questa illusione è potente perché offre speranza: se solo riuscissimo a riformare il sistema, tutto funzionerebbe come previsto.

Questo modello di crescita istituzionale segue un ciclo prevedibile che sfrutta la psicologia umana: in primo luogo emerge un problema (reale o artificiale) che innesca una reazione pubblica, in genere paura o indignazione, infine le autorità implementano “soluzioni” pre-pianificate che espandono il loro controllo. Si consideri quanto segue:

• COVID: Problema (emerge il virus), Reazione (paura pubblica), Soluzione (ampliare i poteri statali, interventi medici obbligatori);

• Crisi finanziaria: problema (crollo del mercato), reazione (panico economico), soluzione (salvataggi e controllo ampliato del sistema bancario centrale);

• Terrorismo: problema (attacchi dell'11 settembre), reazione (paura e incertezza), soluzione (sorveglianza di massa e guerre senza fine).

Le misure temporanee di “emergenza” diventano permanenti, eppure cadiamo ripetutamente in questo schema perché offre la consolazione di un'azione apparente.

Questa visione del mondo sostiene che quando lo stato fallisce, ciò è a causa di corruzione, incompetenza o controlli insufficienti. La soluzione è sempre di più: più controllo, più regolamenti, più esperti “qualificati” (come ho approfondito in L'illusione degli esperti). È un programma di riforma perpetuo che non si chiede mai se l'istituzione stessa possa essere il problema.

Pensiamo adesso a come tutto ciò si traduce in pratica. La FDA non riesce a proteggerci dai farmaci pericolosi, quindi chiediamo maggiore autorità per la FDA. La SEC non riesce a prevenire le frodi finanziarie, quindi ne espandiamo i poteri normativi. Il Dipartimento dell'Agricoltura non riesce a proteggere i piccoli agricoltori, quindi gli diamo più potere sulla produzione alimentare. Ogni fallimento diventa una giustificazione per espandere le stesse istituzioni che hanno fallito.

Questa mentalità riformista, per quanto convincente, trascura una verità fondamentale sul potere stesso.


La consapevolezza del realista

Mentre i riformatori inseguono il miraggio di una migliore supervisione, i realisti comprendono ciò che Machiavelli aveva capito secoli fa: il potere cerca di preservarsi e di espandersi.

La Rivoluzione americana fu innescata da tirannie molto meno invasive di quelle che oggi accettiamo silenziosamente. Una tassa sul tè e qualche soldato nelle case private scatenarono una rivolta; oggi rinunciamo alle nostre comunicazioni private, ai dati di geolocalizzazione e all'autonomia medica senza quasi protestare.

Non si tratta di individui malintenzionati. Molte persone entrano al servizio dello stato con un sincero desiderio di aiutare le proprie comunità. Il problema è sistemico. Proprio come la FDA inevitabilmente serve le aziende farmaceutiche e la SEC protegge Wall Street, ogni ente di regolamentazione alla fine serve la struttura di potere che presumibilmente dovrebbe monitorare.

Osservate come si ripete questo schema. Lo stato crea una scarsità artificiale nell'assistenza sanitaria attraverso restrizioni di licenze e brevetti, poi si propone come soluzione ai costi elevati. Svaluta la moneta stampandola all'infinito, poi scarica l'inflazione sulle imprese private. Ogni crisi diventa un'opportunità di espansione, ogni fallimento una giustificazione per un maggiore controllo.

Un tempo promettenti per democratizzare l'informazione, le piattaforme tecnologiche sono invece diventate gli strumenti perfetti per il controllo centralizzato, come dimostra la loro collaborazione con le agenzie governative durante il COVID. Abbiamo assistito a un coordinamento senza precedenti tra agenzie governative e piattaforme tecnologiche per sopprimere opinioni mediche dissenzienti, persino da parte di esperti altamente qualificati. La censura si è estesa alle discussioni sulle origini dai laboratori, sull'efficacia delle mascherine e sui trattamenti alternativi – posizioni poi confermate dalle prove. Queste etichette di “disinformazione” sono state cancellate dalla memoria con il cambiamento della narrazione, ma il precedente per il controllo è rimasto.

Lo stesso schema si ripete in ogni ambito. Le valute digitali delle banche centrali vengono pubblicizzate come convenienti e sicure, ma rappresentano un potenziale senza precedenti per la sorveglianza e il controllo finanziario. Analogamente le politiche climatiche creano quadri normativi complessi che favoriscono le grandi aziende, ampliando al contempo la sorveglianza attraverso obblighi di tecnologia “smart”. Ogni cosiddetta “soluzione” rafforza il potere centralizzato, scaricando i costi su chi è meno in grado di sostenerli.


L'inversione di scopo

Ogni agenzia governativa mina sistematicamente la propria missione dichiarata, non per incompetenza, ma per disegno intenzionale. Il Dipartimento della Difesa – forse nel rebranding più riuscito della storia – rinominato dal suo nome originale, Dipartimento della Guerra, ci ha tenuti in un conflitto perpetuo, consumando il più grande bilancio militare della storia e fallendo il suo settimo audit consecutivo nel 2024. Il Dipartimento dell'Istruzione ha supervisionato un calo dei punteggi dei test e dei tassi di alfabetizzazione, con solo il 34% degli studenti di quarta elementare che leggono a livello scolastico. Il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani presiede una nazione in cui i tassi delle malattie croniche sono raddoppiati sin dal 1980.

Persino il Dipartimento del Tesoro, incaricato di mantenere la stabilità della nostra valuta, ha assistito a un calo del 96% del potere d'acquisto del dollaro sin dal 1913. L'Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA) spesso protegge le aziende inquinanti, limitando al contempo le soluzioni a livello individuale e comunitario. La FDA funge da dipartimento marketing dell'industria farmaceutica piuttosto che da agenzia per la tutela dei consumatori, con il 45% del suo budget per la revisione dei farmaci proveniente dalle commissioni dell'industria farmaceutica.

Questa non è incompetenza; è una progettazione intenzionale. Ogni agenzia diventa un meccanismo per concentrare il potere proprio negli stessi settori che dovrebbe regolamentare.


Rivendicare la sovranità

L'Islanda medievale prosperò per 300 anni senza un governo centralizzato, dove le controversie venivano risolte attraverso un sofisticato sistema di tribunali e risarcimenti, anziché con sanzioni statali. La Lega Anseatica, una rete di città commerciali libere, dominò il commercio nordeuropeo per tre secoli attraverso accordi commerciali volontari e patti di mutua difesa, anziché attraverso il controllo statale, a dimostrazione del fatto che la cooperazione volontaria può creare una prosperità duratura.

Oggi stiamo assistendo all'emergere di versioni moderne. Le reti alimentari locali stanno aggirando l'agricoltura industriale controllata dalla burocrazia. I giornalisti indipendenti stanno aggirando i controlli dei media aziendali. Stanno emergendo economie parallele basate sullo scambio diretto e sulla fiducia della comunità piuttosto che sul controllo centralizzato. I soli mercati agricoli su piccola scala sono cresciuti da 1.755 a oltre 8.600 negli ultimi due decenni, migliorando la sicurezza alimentare, riducendo l'impatto ambientale e mantenendo la ricchezza all'interno delle comunità.

Queste non sono solo proteste contro il sistema attuale: sono progetti per un futuro più libero. Ogni cooperativa di homeschooling e ogni rete commerciale locale dimostrano come la prosperità umana avvenga in modo spontaneo quando le persone collaborano volontariamente.

La vera battaglia non è tra i nemici artificiali presentati dalle organizzazioni giornalistiche di parte, progettate per dividerci, ma tra coloro che ancora credono nella benevolenza del potere centralizzato e coloro che lo vedono per quello che è. Il primo gruppo continua a cercare di riformare un sistema il cui scopo primario è il controllo. Il secondo gruppo è impegnato a costruire alternative. La vera soluzione non sta nella riforma, ma nella creazione. Ogni iniziativa locale, ogni rete indipendente, ogni atto di cooperazione volontaria indebolisce la presa del controllo centralizzato. La questione non è se possiamo riparare istituzioni in rovina; è se costruiremo alternative migliori prima che la prossima crisi giustifichi un potere centralizzato ancora maggiore.

La buona notizia? Una volta che vedete il sistema per quello che è, non potete più non vederlo. Con ogni azione decentralizzata, ogni rete costruita e ogni comunità rafforzata, piantiamo i semi di un vero cambiamento. La sovranità non viene data, viene rivendicata.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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