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(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/chi-e-che-sta-davvero-distruggendo)
L'idea fondante dell'Unione Europea era quella di costruire, attraverso la prosperità condivisa, una solidarietà e un senso di destino comune tra le nazioni d'Europa. Ecco perché sono state formate tre comunità: l'economia, il carbone e l'acciaio e l'energia nucleare. Fino al 2000 circa, in termini di crescita e innovazione, l'economia europea, anno dopo anno, era alla pari con quella americana.
Di quanto accadeva allora non rimane nulla. Nessuno degli attuali leader dell'UE si preoccupa del benessere finanziario degli europei. Il carbone è considerato il combustibile del diavolo e l'energia nucleare è aborrita dalle élite europee, le quali affermano di preferire le inefficienti e irregolari turbine eoliche. Dal 2000 l'economia europea è impantanata nella stagnazione, che è peggiorata dal 2008 e minaccia di raggiungere il suo apice nei prossimi anni, concludendosi con la distruzione dell'Europa.
Green deal
L'UE è una rete di istituzioni con cui un americano non troverebbe nulla di familiare, quindi diciamo solo che questa rete è dominata da un'istituzione: la Commissione europea. È una specie di “governo” europeo con il monopolio sulle iniziative legislative. Nulla viene votato nell'UE senza il consenso della Commissione.
Essa non nasconde il fatto che la sua priorità assoluta è il cosiddetto Green Deal: trasformare l'Europa in una “società a zero emissioni di anidride carbonica” entro il 2050. Ciò significa raggiungere un equilibrio tra le emissioni di gas serra prodotte e quelle assorbite in modo naturale o tecnologico. Le strategie chiave dell'UE per raggiungere questo equilibrio includono la riduzione delle emissioni aumentando l'uso di fonti di “energia rinnovabile” come solare, eolico, idroelettrico e biomassa, migliorando l'efficienza energetica di edifici, veicoli e industrie, oltre a spostarsi verso processi industriali a basse o zero emissioni, in particolare in settori come quello dell'acciaio, del cemento e dei prodotti chimici. Mirano anche a sviluppare tecnologie di cattura e stoccaggio dell'anidride carbonica (CCS) per assorbire e immagazzinare la CO₂ da fonti di combustione o dall'aria. L'anidride carbonica catturata viene solitamente immagazzinata in formazioni geologiche come giacimenti di gas naturale esauriti o vecchie miniere di carbone. In Europa, il fondale marino del Mare del Nord funge da luogo ideale per lo stoccaggio.
Il problema è che queste tecnologie sono estremamente costose. Imporle nel modo che richiede zero emissioni implica costi aggiuntivi impossibili da digerire per qualsiasi economia sviluppata. Questo è probabilmente il motivo per cui queste tecnologie CCS svolgono un ruolo marginale in Europa. La verità è che la riduzione delle emissioni di CO₂ in Europa è dovuta quasi esclusivamente all'industria che abbandona l'Europa. Questo è il piccolo sporco segreto del Green Deal: l'Europa sta riducendo le sue emissioni di CO₂ nella misura e in proporzione alla distruzione della sua industria.
L'industria devastata in Europa, tuttavia, rinasce immediatamente altrove nel mondo: in Asia orientale, in Sud America e, naturalmente, negli Stati Uniti. Ciò significa che le emissioni di CO₂ distrutte in Europa ricompaiono come per magia da qualche altra parte, prima che i prodotti di quella particolare industria vengano riesportati in Europa. Nella maggior parte dei casi, poiché trasportare qualsiasi cosa emette CO₂, il bilancio in termini di questo gioco di prestigio europeo nel ridurre le emissioni globali di CO₂ è negativo.
Il motivo dichiarato e la ragion d'essere del Green Deal è salvare il clima, che nei circoli europei è spesso scritto con la C maiuscola, il che la dice lunga sulla religiosità dell'intero approccio. Per “salvare il pianeta”, ci viene detto, dobbiamo ridurre le emissioni di CO₂.
L'unico modo tecnologico che conosciamo finora per ridurre le emissioni di CO₂ è l'energia nucleare. Le “élite” dell'UE, tuttavia, odiano l'energia nucleare: il loro vero obiettivo non è mitigare il cambiamento climatico e “salvare il pianeta”, ma forzare un'uscita dal capitalismo e tornare all'economia di sussistenza che è sempre stata l'ambizione, il sogno e l'orizzonte degli ambientalisti, molto prima che si parlasse di riscaldamento globale. “Il capitalismo sta uccidendo il pianeta”, viene scritto sul The Guardian.
Libertà di parola
Se c'è una realtà che i leader il cui potere è fondato sui miti detestano, è la trasparenza. Mentre nel 2020 il potere dei media generalisti americani consentiva ancora di far credere alla gente che il laptop di Hunter Biden fosse un'operazione di disinformazione russa, negli ultimi anni questo potere è stato ridotto a brandelli. Lo stesso cambiamento sta avvenendo in Europa, sotto l'influenza non dei social network europei, perché non esistono, ma di quelli americani, come X. L'élite dell'UE ha perso il controllo della narrazione. Gli europei si stanno allontanando in massa dalle bugie e dai miti del Green Deal.
Questo è qualcosa che l'UE non può tollerare. Con l'adozione del Digital Services Act (DSA), l'UE ha voluto darsi uno strumento con cui sottomettere le piattaforme americane, ed è obbligata a finanziare orde di censori per dare la caccia ai contenuti che non sono d'accordo con i dettami della Commissione Europea. L'UE ha richiesto una multa del 6% dei ricavi mondiali ai social media, cosa che ucciderebbe inevitabilmente tali piattaforme.
Questi censori senza volto, che non devono rendere conto a nessuno, dovrebbero rimuovere tutti i contenuti che incitano all'odio, alla discriminazione o alla transfobia. Nessuno di questi termini vaghi può essere definito rigorosamente. Data l'assenza di definizioni precise, i censori fanno quello che vogliono. L'arbitrarietà è totale. In pratica, essi reprimono i cosiddetti contenuti “di destra”, lasciando stare invece tutto ciò che è antisemita, islamista e marxista.
Questo, a quanto pare, è il punto. La sinistra europea, come quella americana, dedica un antagonismo illimitato a tutto ciò che non pensa faccia il suo vantaggio, non parla come essa, non sogna, non mangia o non lavora come essa.
Con l'introduzione di una legislazione come il DSA, l'Europa si sta affermando come un attore importante nel campo della censura, seguendo l'esempio di Cina, Iran, Russia e Paesi islamici, oltre a contribuire all'involuzione della civilizzazione del continente europeo. Dopo tutto, la libertà non è forse la definizione, la ragion d'essere e l'unico criterio distintivo della civiltà occidentale?
Confini aperti
Non passa settimana in Europa senza che un immigrato clandestino, un migrante recente, un richiedente asilo, o un afghano che si trovi nel continente europeo senza che nessuno sappia in quale veste, falcia deliberatamente pedoni, accoltella giovani donne, o massacra neonati e bambini piccoli. L'Europa sta vivendo la peggiore crisi migratoria dai tempi delle invasioni normanne e islamiche dell'Alto Medioevo.
Questa situazione senza freni non è una calamità naturale: è il risultato di una serie di decisioni politiche, condivise tra l'UE, la Corte europea dei diritti dell'uomo e gli stati membri. L'UE in particolare, essendo un mercato senza confini, ha creato e sviluppato un servizio di guardia di frontiera esterna, FRONTEX. Il problema è che, allo stato attuale del diritto europeo (UE + CEDU), queste guardie di frontiera forniscono un servizio di traghetto gratuito tra l'Africa e l'Europa. Il diritto europeo proibisce loro di respingere gli immigrati clandestini quando vengono intercettati. Sono obbligati a portarli nell'Unione europea in modo che possano esercitare tutti i loro “diritti”.
In Europa, ancora più che negli USA, una volta che un immigrato clandestino è nel continente, nella stragrande maggioranza dei casi, ci rimane: milioni di loro. Gli europei guardano con stupore le loro orgogliose città (Parigi, Berlino, Bruxelles, Roma, Londra) subire metamorfosi demografiche in tempo reale, mentre folle piene di odio marciano per le loro strade gridando slogan antisemiti e altre maledizioni prese in prestito dalla loro cultura nativa.
L'UE può essere salvata?
Una delle ragioni per cui la democrazia esiste è consentire un pacifico cambio di leadership e politica. Nelle ultime elezioni del Parlamento europeo, gli europei hanno votato in massa a destra, in reazione e rabbia contro le politiche della Commissione europea presieduta da Ursula von der Leyen. Ciò che ha fatto infuriare gli elettori è il Green Deal, che rende l'energia inaccessibile, e il caos migratorio, ora pesantemente tinto di islamismo e odio per gli ebrei.
Cosa è uscito da quelle elezioni? Una nuova Commissione von der Leyen! Con un programma diverso? No, con un programma ancora più radicale, ambientalista e censorio della prima Commissione von der Leyen. È come se gli americani avessero votato repubblicano al 60% e il presidente nominato fosse un socialista. Com'è possibile, quando l'Europa afferma di giurare di agire in base a “principi democratici”?
A quanto pare per due fattori. Il primo: il gruppo più numeroso nel Parlamento europeo è il Partito Popolare Europeo (PPE) di centro-destra. Questo gruppo è numericamente dominato da CDU/CSU tedesca, il partito dell'ex-cancelliera Angela Merkel. Il suo partito, tuttavia, è più a sinistra del Partito Democratico statunitense sulla maggior parte delle questioni politiche. Il suo sostegno all'ambientalismo più ottuso, e in particolare al Green Deal, è totale, pertanto quando si è trattato di imporre un nuovo presidente della Commissione europea dopo le elezioni di giugno 2024, CDU/CSU hanno scelto qualcuno tra i suoi ranghi che avesse forti convinzioni ambientaliste: Ursula von der Leyen.
Il secondo e più importante fattore è che l'UE è, in realtà, una democrazia Potemkin. Sembra all'apparenza una democrazia, ma in realtà è una burocrazia autoritaria. Non c'è alcuna elezione da parte dei cittadini di un parlamento degno di questo nome, nessuna trasparenza, nessun ricorso e, a quanto pare, nessun modo di eliminare l'organizzazione o una qualsiasi sua parte. I cittadini europei possono votare come vogliono, ma è un'élite auto-nominata all'interno delle istituzioni europee che decide il futuro dell'Europa. Queste “élite” faranno di tutto per mantenere sé stesse e la loro ideologia al potere. La scorsa settimana il quotidiano olandese De Telegraaf ha rivelato che la prima Commissione von der Leyen aveva finanziato ONG ambientaliste per fare pressione sui membri del Parlamento europeo — lunga vita alla separazione dei poteri! — e sui cittadini a favore del Green Deal.
Inoltre il Qatar si è infiltrato nel Parlamento europeo, comprando parlamentari per promuovere i propri interessi e la propria visione islamista del mondo. Che le persone votino a sinistra o a destra, non fa differenza: la Von der Leyen e il suo programma ambientalista di estrema sinistra sono ancora al potere. Si può misurare il senso di alienazione che devono provare gli europei, costretti a finanziare una burocrazia corrotta che lavora contro i loro interessi?
Quando si tratta di migrazione, economia, libertà di parola e democrazia, l'UE non è la soluzione a nessun problema. L'UE è il problema.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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