Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato "fuori controllo" negli ultimi quattro anni in particolare. Questa è una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa è la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso è accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.
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(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/bitcoin-portera-a-una-rinascita-dei)
Il diritto alla proprietà è considerato un diritto umano fondamentale, riconosciuto in tutto il mondo, come affermato in documenti internazionali sui diritti umani come la Dichiarazione universale dei diritti umani e la Dichiarazione dei diritti dell'uomo. È storicamente legato ai diritti naturali. La Dichiarazione dei diritti dell'uomo considera la proprietà come “un diritto inviolabile e sacro”.
Secondo Shane Courtland, Gerald Gaus e David Schmidtz, mentre i liberali classici concordano sull'importanza della proprietà privata, le loro opinioni spaziano da quasi anarchiche a quelle che sostengono un significativo coinvolgimento dello stato. Tuttavia i diritti di proprietà sono generalmente visti come diritti di prima generazione, intesi a limitare il potere dello stato e a proteggere gli individui dall'espropriazione.
Al contrario, l'emergere dello Stato sociale ha portato a una relativizzazione dei diritti individuali a favore di presunti diritti collettivi, mirando alla cosiddetta “giustizia sociale”. Questo cambiamento significa che, sebbene i diritti di proprietà rimangano “fondamentali”, sono ora soggetti a numerose limitazioni e condizioni che ne diminuiscono la natura assoluta. Le costituzioni moderne, come la Costituzione brasiliana in diversi articoli, riflettono queste restrizioni, suggerendo che la proprietà è ora un diritto relativo piuttosto che assoluto.
Esempi concreti, come il basso punteggio del Brasile nell'Economic Freedom Index per quanto riguarda i diritti di proprietà e i vincoli legali sulla proprietà immobiliare, classificati come “repressi”, con un punteggio di 49,1 su 100, illustrano queste limitazioni. Questioni come l'espropriazione di terreni senza il dovuto indennizzo in Brasile e persino l'Ordine esecutivo 6102 negli Stati Uniti dimostrano ulteriormente i vincoli imposti ai diritti di proprietà.
Gli asset monetari come espressione della proprietà
I metalli preziosi e altre materie prime hanno svolto un ruolo significativo nell'evoluzione del denaro, poiché l'uso di beni ampiamente richiesti ha facilitato l'emergere di mezzi di scambio, come spiegò Carl Menger. L'ascesa degli intermediari finanziari ha contribuito all'universalizzazione dei metodi di scambio. Nel tempo gli stati hanno iniziato a controllare il denaro, stabilendo regolamenti e creando valuta. L'abbandono definitivo del gold standard nel 1971 ha segnato un passaggio alla moneta fiat, coperta esclusivamente dalla fiducia politica.
Fernando Ulrich sottolinea che gli individui sono stati a lungo limitati nella loro scelta della valuta, essendo costretti a usare denaro emesso dallo stato che spesso viene svalutato. Friedrich von Hayek criticò gli stati per non aver fornito denaro sano/onesto e per aver abusato dei loro poteri quando non erano vincolati dal gold standard. In ogni caso, dati i suoi benefici come mezzo di scambio, il denaro rimane un'espressione primaria dei diritti di proprietà, garantendo ai detentori un potere significativo su altri asset, sia nel presente che nel tempo, come affermato da Menger.
Svantaggi della valuta controllata dallo stato
Friedrich von Hayek sosteneva che la politica monetaria è una causa importante di instabilità economica, sottolineando che la gestione delle finanze pubbliche e la regolamentazione della valuta sono spesso obiettivi contrastanti. La loro combinazione sotto la stessa autorità ha portato a conseguenze disastrose, rendendo il denaro un motore primario delle fluttuazioni economiche e facilitando la spesa pubblica incontrollata. Hayek sottolineò l'urgenza di separare le politiche fiscali e monetarie per preservare un'economia di mercato funzionante e la libertà individuale.
Un altro problema con il monopolio statale sulla valuta è l'erosione del controllo individuale sul denaro. La regolamentazione statale può imporre restrizioni all'uso della valuta. Hayek scrisse che il controllo statale sulla valuta e sul movimento di capitali minaccia sia l'economia globale che la libertà personale. Casi storici, come la confisca dei risparmi individuali in Brasile, o la confisca dell'oro negli Stati Uniti, esemplificano questi rischi. Saifedean Ammous collega le questioni relative al denaro fiat con la relativizzazione dei diritti di proprietà, affermando che gli individui non controllano mai completamente la moneta statale; la possiedono a discrezione del governo di turno.
Bitcoin e il suo impatto sull'ordinamento giuridico contemporaneo
Il passaggio dal gold standard alla moneta fiat ha consentito un'emissione monetaria e un debito statali incontrollati. Friedrich von Hayek sosteneva che, mentre il controllo storico del denaro da parte dello stato sembra giustificato, ha portato a problemi significativi, tra cui pratiche monopolistiche che limitano la scelta del consumatore.
I recenti progressi tecnologici, in particolare l'emergere di Bitcoin, sfidano questo monopolio consentendo la creazione di “valute private”, un concetto espresso da Hayek a suo tempo. Bitcoin opera come un asset digitale che non si basa sul controllo statale, o su un controllo centralizzato di alcun tipo, e offre agli individui un mezzo per gestire i propri asset finanziari senza intermediari.
Bitcoin è un asset digitale scarso, in quanto esiste unicamente all'interno della sua blockchain, il che impedisce la doppia spesa. La sua offerta è regolata da una rete decentralizzata (con migliaia di nodi in tutto il mondo che sono anche responsabili dell'integrità della rete stessa), assicurando che non possa essere manipolata come la valuta fiat. Bitcoin può fungere da riserva di valore e la sua accettazione sul mercato rafforza la sua utilità come denaro.
Le transazioni possono avvenire in modalità peer-to-peer (P2P), o tramite exchange, sebbene quest'ultimo introduca degli intermediari, indebolendo leggermente uno dei principi fondamentali di Bitcoin. Tuttavia gli utenti possono trasferire i loro averi a wallet privati per riacquistare quel controllo diretto.
In questo senso Bitcoin fornisce proprietà e controllo assoluti sui beni, incarnando la forma più pura di diritti di proprietà. Funziona indipendentemente dal sostegno statale, consentendo agli individui di utilizzarlo come denaro indipendentemente dalle definizioni ufficiali di valuta. La vera libertà economica richiede la capacità di negoziare in base a termini reciprocamente concordati senza il monopolio statale sull'emissione di valuta.
Conclusione
La natura decentralizzata di Bitcoin, archiviata in una rete globale, ne rafforza l'indipendenza dall'autorità statale, riaffermando i diritti di proprietà. L'emergere di Bitcoin e del suo protocollo rivitalizza i diritti di proprietà, fornendo un punto cruciale di resistenza contro ripetute violazioni e relativizzazioni di questi diritti, avvicinandoli al loro concetto classico di inviolabilità.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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