lunedì 31 marzo 2025

Come lo stato rende i vaccini meno sicuri

Ricordo a tutti i lettori che su Amazon potete acquistare il mio nuovo libro, “Il Grande Default”: https://www.amazon.it/dp/B0DJK1J4K9 

Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato "fuori controllo" negli ultimi quattro anni in particolare. Questa è una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa è la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso è accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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di Barry Brownstein

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/come-lo-stato-rende-i-vaccini-meno)

Robert Kennedy Jr. è il nuovo Segretario della Salute e dei Servizi Umani. Se vi piacciono gli eventi carichi di emotività, potreste aver trovato avvincenti le udienze di conferma al Senato riguardanti la sua nomina.

La senatrice Elizabeth Warren, tra gli altri, ha criticato Kennedy per le sue “opinioni pericolose”. Nel libro, Thinking Fast and Slow, il defunto premio Nobel per l’economia, Daniel Kahneman, mette in guardia contro le dichiarazioni cariche di emotività: “È saggio prendere sul serio le ammissioni di incertezza, ma le dichiarazioni tronfie di sicurezza vi dicono principalmente che un individuo ha costruito una storia coerente nella sua mente, non necessariamente che la storia sia vera”.

Kahneman ha spiegato che alcuni prendono decisioni che implicano rischi consultando le proprie emozioni: “Mi piace? Lo odio? Quanto mi fa sentire forte?”

Il risultato è che “la risposta a una domanda facile (Come mi sento a riguardo?) serve come risposta a una domanda molto più difficile (Cosa ne penso?)”. Durante le udienze di Kennedy, sono state mostrate molte emozioni, ma poca riflessione.

Se siete propensi a uno stato onnipotente e preferite delegare le decisioni importanti in materia di salute agli esperti, potreste sentirvi a vostro agio con una governance emotiva.

La Warren era sicura della “storia coerente” nella sua mente mentre si scagliava contro Kennedy. Era preoccupata che avrebbe reso le cause legali contro le aziende farmaceutiche talmente facili da “chiudere l'accesso e la produzione di vaccini per ognuno di noi”. Secondo lei “i produttori di vaccini spesso operano con margini di profitto molto ridotti. Se vengono citati in giudizio ripetutamente e con successo, usciranno dal settore dei vaccini”.

La Warren sostiene un tipo di legislazione che, secondo un analista, si tradurrebbe in una “espropriazione totale delle imprese private”. Quanto è ironico che ora voglia esentare alcune aziende dalle forze di mercato.

In questo saggio non cercherò di risolvere la questione spinosa della sicurezza dei vaccini. Tuttavia, come economista, posso identificare le distorsioni di mercato derivanti dall'esenzione delle aziende dalle forze di mercato... come la responsabilità.

Potreste aver visto lo spot del Super Bowl di Hims & Hers che promuoveva i loro farmaci per la perdita di peso. Mentre lo spot evitava di nominare farmaci specifici, le immagini mostravano penne per iniezione simili a quelle utilizzate per il famoso trattamento per il diabete: Ozempic di Novo Nordisk.

Come tutti i prodotti farmaceutici, Ozempic ha effetti collaterali. Alcuni di essi sono molto gravi, tra cui la compromissione della vista. Per alcuni, i benefici superano i rischi affinché si possa perdere peso.

Le cause per responsabilità del prodotto sono possibili quando il prodotto è difettoso, o quando i consumatori non sono pienamente informati degli effetti collaterali, la cui entità spesso non è evidente se non anni dopo.

Una legge che esenta Ozempic dalla responsabilità del prodotto renderebbe questi farmaci più sicuri o più pericolosi? Utilizzando la sua logica alle udienze Kennedy, la senatrice Warren potrebbe sostenere che tale esenzione è necessaria nella lotta della nazione contro l'epidemia di obesità.

Un argomento simile è stato utilizzato per approvare il National Childhood Vaccine Injury Act del 1986 (Vaccine Act). Quest'ultimo ha concesso ai produttori farmaceutici un'ampia immunità legale dalle cause per danni da vaccino. La legge includeva “la prelazione dalle richieste di risarcimento danni a livello statale [...] che denunciano difetti di progettazione e difetti di avvertenza”. Inoltre, una volta approvata, un produttore di vaccini “non ha l'obbligo legale di raccogliere e analizzare attivamente i dati sulla sicurezza e l'efficacia, né i produttori sono obbligati ad aggiornare le formule dei vaccini alla luce dei nuovi progressi scientifici”.

Il Vaccine Act prevedeva un “programma di risarcimento per i danni correlati ai vaccini”. Nonostante le intenzioni originali, le famiglie dei danneggiati affrontano “complessi ostacoli legali per ottenere un risarcimento” in un processo che è diventato “conflittuale”.

L'immunità aziendale dalle cause legali garantisce ai vaccini un sussidio nascosto.

Di conseguenza il numero di vaccini che un bambino riceve sin dalla nascita fino ai 18 anni è esploso. Secondo un conteggio, nel 1983 furono somministrate 24 dosi di quattro vaccini tra la nascita e i 18 anni; nel 2023 sono state raccomandate fino a 88 dosi di 16 vaccini. Le raccomandazioni sui vaccini dei Centers for Disease Control (CDC) sono di vasta portata perché guidano gli stati a stabilire i requisiti di vaccinazione per frequentare le scuole pubbliche.

Le raccomandazioni del CDC non sono trasmesse dall'alto, sono influenzate dalla politica e dalle relazioni finanziariamente intrecciate tra stato e industria.

Il dott. Frederik Schaltz-Buchholze, esperto danese di vaccini, conta “11 iniezioni distinte di vaccino ai bambini danesi, mentre i bambini americani ne ricevono 72 fino a 18 anni di età”. E aggiunge: “Considero completamente inutili diversi vaccini (ad esempio epatite B, COVID-19, influenza) nel programma statunitense e non sottoporrei i miei figli a questo programma di vaccinazione se vivessi negli Stati Uniti”.

All'udienza di conferma di Kennedy, il senatore Rand Paul ha sollevato la questione del vaccino contro l'epatite B somministrato alla nascita. I dottori Paul e Schaltz-Buchholze sono anti-vaccinisti? Entrambi hanno chiarito di non esserlo.

Le accuse di essere contrari ai vaccini vengono utilizzate per mettere a tacere le indagini e il dibattito sulle preoccupazioni relative alla sicurezza e al calendario di somministrazione.

La senatrice Warren è una persona per cui l'indagine è superflua, perché è convinta che la storia nella sua mente sia vera. Secondo lei aumentare il numero di vaccinazioni porta a salvare più vite e a una nazione più sana.

Come economista, sto sollevando un avvertimento di cautela. All'inizio della mia carriera ho indagato su come le assicurazioni regolassero il rischio nell'energia nucleare. Testimoniai davanti al Congresso sulle limitazioni del Price-Anderson Act riguardo la responsabilità per incidenti. Tra l'altro, i sostenitori conservatori dell'energia nucleare sovvenzionata hanno usato la stessa retorica usata ora da coloro che esentano la responsabilità per i vaccini: la sostengo, il Paese ne ha bisogno, quindi sovvenzioniamola.

La questione della limitazione della responsabilità è stata esaminata dal professore di diritto Richard Epstein. Scrivendo della fuoriuscita di petrolio della British Petroleum nel 2010 nel Golfo del Messico,  ha spiegato perché “il modo migliore per scoraggiare future fuoriuscite è esporre i trivellatori ai costi totali di qualsiasi errore e non lasciare che alcuna azienda senza un'adeguata assicurazione si avvicini a una torre di perforazione petrolifera”.

Epstein ha aggiunto: “Una solida sottoscrizione assicurativa svolgerà un lavoro migliore nel determinare il prezzo del rischio rispetto a qualsiasi programma di supervisione statale diretta”.

Il Vaccine Act del 1986 è anch'esso soggetto alla logica di Epstein. La necessità di una copertura assicurativa incoraggerebbe le aziende farmaceutiche a dare priorità alla sicurezza dei vaccini.

Coloro che sostengono le esenzioni di responsabilità affermano di stare salvaguardando la salute pubblica. Come la Warren, credono che altrimenti la produzione di vaccini sarebbe inadeguata, oltre a respingere le critiche alle raccomandazioni del CDC.

Siamo chiari: rifiutare gli scudi di responsabilità non significa rifiutare i vaccini. Le esenzioni di responsabilità indeboliscono gli incentivi a dare priorità alla sicurezza dei vaccini.

Oggi ho letto un caso emblematico di responsabilità e sicurezza: un grande ritiro di prodotti di tonno in scatola a causa di un rischio di intossicazione alimentare dovuto a un difetto nel coperchio con linguetta estraibile. Il produttore ha ritirato il prodotto “per eccesso di cautela” nonostante non siano stati segnalati feriti.

Finire sotto l'occhio di bue è costoso. Perché il produttore dovrebbe accollarsi questo costo enorme per quello che sembra un rischio minimo? La risposta a questa domanda è semplice e va oltre le considerazioni morali: il produttore sarà responsabile di tutte le richieste di risarcimento per responsabilità del prodotto se il rischio si rivelasse maggiore del previsto. È più intelligente sostenere una spesa relativamente piccola che rischiare la bancarotta se le persone iniziano a morire.

In base al diritto civile, la necessità di cibo non esenta i produttori dalla responsabilità. La necessità di prodotti farmaceutici non dovrebbe essere una difesa contro le richieste di risarcimento danni. La governance emotiva crea un teatro avvincente, ma non è una ricerca della verità sulla sicurezza. L'eliminazione dei guardrail del processo di mercato mette a repentaglio la salute delle persone.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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venerdì 28 marzo 2025

Tutto svuotato

Ricordo a tutti i lettori che su Amazon potete acquistare il mio nuovo libro, “Il Grande Default”: https://www.amazon.it/dp/B0DJK1J4K9 

Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato "fuori controllo" negli ultimi quattro anni in particolare. Questa è una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa è la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso è accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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di Joshua Stylman

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/tutto-svuotato)

Viviamo in un mondo in cui ogni bisogno umano essenziale (denaro, cibo, salute, istruzione e persino informazioni) è controllato e manipolato da sistemi artificiali. Questa “Matrix” ha avuto inizio con i banchieri centrali che hanno creato la moneta fiat: dichiarando il valore di qualcosa, imponendone l'uso e creando dipendenza. Questo modello ha prodotto scarsità dove non esiste naturalmente, assicurando la dipendenza dai loro sistemi. Possiamo osservare questo schema ovunque: denaro creato dal nulla ma sempre scarso, cibo abbondante reso artificialmente scarso, guarigione naturale rinominata “alternativa”, saggezza convenzionale sostituita dalle credenziali.


La Matrix monetaria

Le banche centrali creano valuta attraverso la monetizzazione del debito, ogni nuova unità monetaria ruba valore a ogni unità monetaria esistente. Attraverso l'inflazione derubano silenziosamente (quasi) tutti i tuoi risparmi, trasformando la vostra energia produttiva nel loro potere. Nel 1913 un mese intero di lavoro poteva comprare un vestito di lusso; oggi copre a malapena la spesa di una settimana. Il lavoro non è cambiato, il denaro sì. La moneta fiat stessa è una sorta di dipendenza forzata. Una volta abbandonato il gold standard nel 1971, non c'è stato limite alla loro manipolazione monetaria.

Non si tratta solo di valuta, ma di raccolta di energia. Le banche creano denaro tramite tasti premuti, quindi ne richiedono il rimborso in tempo e lavoro umano reale. Quando la FED ha stampato $6.000 miliardi nel 2020, non ha creato valore, ha diluito ogni dollaro nel vostro conto di risparmio. È l'alchimia finanziaria moderna: trasformare la vostra produttività nel loro potere. Come dice giustamente Jeffrey Tucker: “Le banche centrali sono il motore di una delle forme di furto più sofisticate nella storia dell'umanità”.

Mentre le banche centrali corrono per implementare le valute digitali delle banche centrali (CBDC), promettendo praticità mentre costruiscono l'architettura per la sorveglianza finanziaria totale, il risultato finale diventa chiaro: il denaro sano/onesto, vincolato da limiti naturali o matematici, non può essere creato dal nulla. Oro e argento affrontano vincoli di estrazione fisica; Bitcoin è rigidamente limitato a 21 milioni di unità. Sebbene non perfetti, hanno in comune una caratteristica fondamentale: non possono essere creati come denaro monopolistico da pianificatori centrali. Queste limitazioni significano che il vero valore è guadagnato, non fabbricato, motivo per cui vengono attaccati: non possono essere svalutati ad hoc.

Proprio come il sistema finanziario plasma la nostra realtà economica attraverso la scarsità artificiale, il panorama dell'informazione progetta la nostra percezione attraverso un controllo concentrato.


Il Nexus dell'informazione

Sei società controllano il 90% dei media, in calo rispetto alle 50 società nel 1983. Ad aggravare ulteriormente questo consolidamento, non si tratta di storie fasulle, ma di produrre una realtà fasulla e progettare la divisione sociale. La moneta fiat ha creato un sistema di notizie fiat, in cui si applicano gli stessi principi: dichiarare qualcosa, ripeterlo, farlo rispettare ed entrare nella coscienza delle masse. L'illusione della scelta dei media maschera la proprietà concentrata: BlackRock e Vanguard sono i principali azionisti di ogni grande azienda nel mondo dell'informazione (per inciso, possiedono anche le principali banche). Le stesse aziende possiedono azioni di appaltatori della difesa, aziende farmaceutiche e le stesse aziende che finiscono sui giornali.

Come ha ammesso l'ex-presidente della CBS News, Richard Salant: “Il nostro compito non è dare alle persone ciò che vogliono, ma ciò che decidiamo che debbano avere”.

Dividendo la società in infiniti campi contrapposti (sinistra contro destra, neri contro bianchi, vaccinati contro non vaccinati), si assicurano che le persone continuino a combattere tra loro invece di guardare in alto per vedere chi tira i fili.

Non si tratta semplicemente di mettere a tacere il dissenso, ma di plasmare la fede. Ricordate quanto velocemente “fidatevi della scienza” è diventato “non mettete in discussione l'autorità”? Come “due settimane per appiattire la curva” sono diventati due anni di cambiamenti di obiettivo? Anche i cittadini più fiduciosi hanno iniziato a notare la manipolazione della narrativa.

La fabbrica delle informazioni non controlla solo ciò che vedete, ma plasma il modo in cui pensate a ciò che vedete. Gli algoritmi di selezione dei contenuti creano camere di risonanza mentre la messaggistica coordinata produce l'illusione del consenso. I media sono di proprietà di aziende dipendenti da contratti governativi e regolamentati dalle agenzie a cui fanno riferimento. Quando seguite i soldi, dalle pubblicità farmaceutiche alla proprietà degli appaltatori della difesa, vedete che non stanno criticando il sistema; sono il sistema.

La manipolazione delle informazioni funge da precursore di quella che forse è l'espressione più devastante del potere centralizzato: la macchina della guerra senza fine.


La macchina da guerra dei banchieri

La guerra è il racket definitivo e i banchieri l'hanno perfezionata fin dalle guerre napoleoniche. Creare il conflitto, finanziare tutti i partecipanti, trarre profitto dalla distruzione, quindi finanziare la ricostruzione. Gli stessi interessi finanziari raccolgono denaro sporco indipendentemente da chi “vince”.

Il complesso militare-industriale ha bisogno di nemici infiniti per giustificare spese infinite. Quando cade un uomo nero, ne fabbricano un altro. Non vendono armi, vendono paura. Ogni missile lanciato rappresenta scuole non costruite, ospedali non finanziati, comunità non supportate. Le persone pagano sempre, mentre i banchieri riscuotono i dividendi.

La chiamano “politica estera” — in realtà è controllo della popolazione e furto di risorse. Distruggono nazioni indipendenti che osano creare i propri sistemi monetari, o commerciare al di fuori del loro controllo, mentre la chiamano “diffusione della democrazia”. I giovani muoiono in terre straniere mentre avvoltoi in giacca e cravatta ridisegnano le mappe attorno ai giacimenti petroliferi e alle rotte commerciali. Guardate l'Ucraina: BlackRock sta già pianificando la “ricostruzione”, acquistando terre e risorse mentre le persone muoiono.

Mentre la guerra fisica distrugge i corpi, il sistema di credenziali combatte una battaglia più silenziosa per le menti, determinando chi può parlare con autorità e quali verità sono considerate accettabili.


Il cartello delle credenziali

Abbiamo creato una classe di esperti che scambiano l'approvazione istituzionale per saggezza. Lo studente di medicina medio si laurea con $241.600 di debiti — quanto è probabile che metta in discussione un sistema con cui è in debito? L'istruzione fiat produce competenza fiat, basata sulla convalida istituzionale invece che sulla vera comprensione. Gli studi dimostrano che l'istruzione medica spesso enfatizza gli interventi farmaceutici, mentre gli approcci alimentari e lo stile di vita ricevono relativamente poca attenzione. Quando i dottorati di ricerca hanno messo in discussione le politiche di lockdown, sono stati messi a tacere mentre i social media sono diventati da un giorno all'altro “esperti di salute pubblica”.

La crisi dei prestiti agli studenti rivela la truffa: $1.700 miliardi di debiti mentre gli stipendi reali dei laureati sono stagnanti. La vera competenza deriva dai risultati, non dalle lauree. Un contadino che coltiva cibo ricco di nutrienti capisce la salute meglio di molti nutrizionisti; un meccanico che ripara motori comprende sistemi complessi meglio di molti economisti. La teoria senza pratica è solo una sofisticata supposizione. Le loro lauree non misurano l'intelligenza, misurano l'obbedienza. Più a lungo rimanete nel loro sistema, più diventa difficile vedere oltre.

La stessa cattura istituzionale che trasforma l'istruzione in indottrinamento si estende all'assistenza sanitaria, dove la saggezza della guarigione è sostituita da interventi brevettati.


La Matrix sanitaria

Hanno trasformato la medicina da arte curativa a servizio in abbonamento. Purdue Pharma ha guadagnato $35 miliardi vendendo OxyContin, definendo la dipendenza “pseudodipendenza” che richiede dosi più elevate. La FDA ha approvato il THC sintetico mentre le piante naturali sono illegali a livello federale, nonostante la legalizzazione in alcuni stati. La differenza? Una può essere brevettata. Anche in questo caso, principi fiat: sostituire il naturale con l'ingegnerizzato, a un prezzo elevato.

La corruzione è misurabile: l'industria farmaceutica ha dovuto affrontare sanzioni finanziarie sostanziali negli ultimi due decenni a causa di varie violazioni legali. Tra i casi più significativi ci sono:

• Pfizer: $2,3 miliardi nel 2009 per la commercializzazione illegale di farmaci da prescrizione;

• Johnson & Johnson: $2,2 miliardi nel 2013 per aver promosso farmaci per usi non approvati e aver fornito tangenti;

• GlaxoSmithKline: $3 miliardi nel 2012 per la commercializzazione illegale di farmaci e la mancata segnalazione di problemi di sicurezza.

Nel complesso queste multe contribuiscono a un totale di oltre $122 miliardi in sanzioni imposte alle aziende farmaceutiche sin dal 2000. Tuttavia sono solo un costo trascurabile nel contesto più ampio del fare affari, un piccolo prezzo da pagare in cambio di un'influenza intoccabile sulla salute umana. Nel frattempo i costi dell'insulina sono aumentati del 1.200% sin dal 1996, nonostante non ci siano stati cambiamenti significativi a riguardo.

Queste stesse aziende ora rivendicano l'autorità esclusiva sulla salute umana, inducendo i bambini a prendere SSRI invece di insegnare loro a elaborare le emozioni in modo naturale. La guarigione naturale, attraverso la luce del sole, il cibo pulito, il movimento e il riposo, viene etichettata come “alternativa”, mentre i farmaci sintetici diventano cure standard. Il potere di guarigione innato del vostro corpo diventa discutibile, mentre le loro molecole brevettate diventano indiscutibili. I nostri corpi sanno come riprendersi quando rimuoviamo gli ostacoli.

La medicalizzazione della salute rappresenta solo l'ennesimo fronte in una guerra più ampia contro i sistemi naturali, una guerra che si estende ai nostri bisogni più basilari di nutrimento.


La guerra alla vitalità naturale

Guardate la loro guerra contro i nostri cibi tradizionali più ricchi di nutrienti: demonizzano la carne e il burro, gli stessi cibi che hanno costruito i nostri cervelli e sostenuto l'umanità per millenni. L'ampia ricerca del dott. Weston Price sulle popolazioni indigene negli anni '30 ha documentato zero casi di malattie croniche moderne tra i gruppi che mangiavano le loro diete tradizionali, trovando tassi di carie dentale inferiori all'1% e praticamente nessuna malattia cardiaca. Ciononostante oggi vengono sponsorizzate le polpette di soia lavorate e le proteine ​​coltivate in laboratorio mentre si attaccano il pascolo rigenerativo che potrebbe curare il nostro pianeta.

Il latte crudo, il cibo perfetto della natura, diventa “pericoloso” nel momento in cui lascia la mucca. Nonostante l'opposizione normativa, la domanda è aumentata, con club di acquisto e piccoli agricoltori che affrontano controlli e persino incursioni armate per aver venduto latte fresco. Questa scelta alimentare, un tempo semplice, è diventata politica, abbracciata da coloro che mettono in discussione le autorità governative, mentre le “alternative al latte” ultra-lavorate fatte di acqua e oli di semi inondano gli scaffali dei supermercati.

Persino il sole, fonte di tutta la vita sulla Terra, è stato trasformato in un nemico. Invece di insegnare la corretta esposizione al sole per un livello ottimale di vitamina D, si promuovono creme solari chimiche che interrompono gli ormoni e avvelenano le barriere coralline.

Mentre la nostra connessione con i sistemi naturali viene interrotta, veniamo condotti in un regno artificiale che promette connessione mentre invece fornisce isolamento.


La prigione digitale

Il percorso verso il nostro attuale isolamento è stato attentamente progettato. Prima ci hanno separati fisicamente: “State a 6 piedi di distanza”. Poi ci hanno confinati: “Restate a casa”. Infine ci hanno venduto il sostituto definitivo: il metaverso, dove gli avatar digitali sostituiscono il tocco umano. Ironia della sorte, man mano che la connessione sociale diventa artificiale, la presenza umana reale diventa più rara.

Come persona che ha trascorso due decenni nel settore della tecnologia, so che questi strumenti sono potenti e dovrebbero essere accessibili a tutti. Il problema non è la tecnologia in sé, ma se viene utilizzata per centralizzare o decentralizzare il potere. Come l'elettricità, che può alimentare una comunità o una recinzione elettrica, gli strumenti digitali possono connettere e dare potere alle persone, oppure sorvegliarle e controllarle. La domanda non è la tecnologia, ma chi la controlla e come viene utilizzata.

Siamo diventati soli insieme, costantemente circondati ma profondamente soli. La ricerca di Meta mostra che Instagram peggiora i problemi di immagine corporea per il 32% delle ragazze adolescenti. Il tempo medio trascorso davanti allo schermo è salito alle stelle, superando le 7 ore al giorno nel 2023, mentre i tassi di depressione sono raddoppiati. Trasmettiamo le nostre vite a sconosciuti, evitando il contatto visivo con i vicini. Condividiamo i nostri pensieri più profondi con algoritmi, mentre facciamo fatica ad avere conversazioni reali. Stiamo annegando nella comunicazione, mentre siamo affamati di comunione.

Sì, i mondi virtuali possono essere delle fughe divertenti: c'è gioia nei giochi e nel gioco digitale. Ma il metaverso non è solo intrattenimento, è un tentativo di sostituire la realtà stessa con una costruzione artificiale che controllano altri. Mille amici su TikTok non possono sostituire una vera conversazione; un milione di “Mi piace” non possono sostituire un abbraccio genuino.

Siamo esseri bioelettrici che letteralmente risuonano tra loro. La vicinanza umana influenza:

Variabilità della frequenza cardiaca

Modelli di onde cerebrali

Produzione di ormoni

Funzione del sistema immunitario

Benessere emotivo

Temono la vera connessione umana perché rompe la loro matrice di controllo. Quando le persone si riuniscono, condividono storie e si scambiano energia; la programmazione si interrompe.


Il percorso verso la liberazione

L'implementazione inizia a livello locale: se vivete in ​​un'area urbana, unitevi o avviate un circolo di acquisto alimentare; se avete accesso agli agricoltori, acquistate direttamente da loro. Create una rete di condivisione delle competenze di quartiere in cui le persone insegnano ciò che sanno, dalla conservazione degli alimenti alle competenze di riparazione di base; avviate un orto comunitario o unitevi a uno esistente; costruite relazioni con vicini che la pensano come voi. Ogni piccolo passo rafforza la resilienza e indebolisce la dipendenza dai sistemi artificiali.

La verità è che ogni sistema artificiale ha una controparte naturale che ci rende liberi. I sistemi artificiali si basano sulla vostra partecipazione, fede e, in ultima analisi, obbedienza. Il loro denaro ha valore solo se ci crediamo; la loro autorità ha potere solo se la accettiamo; le loro narrazioni funzionano solo se le consumiamo.

La soluzione non è complessa:

• Costruite vere amicizie

• Condividete pasti veri

• Fate conversazioni vere

• Create una vera comunità

• Scambiate valore reale

• Fidatevi della legge naturale

Nessuno torna ai sistemi fiat una volta che ha sperimentato la cosa reale. Non tornerete al cibo trasformato dopo aver assaggiato l'abbondanza della natura; non vi fiderete della moneta fiat una volta che avete capito il denaro sano/onesto; non accetterete l'autorità artificiale una volta che avrete trovato la vostra sovranità.

La rivoluzione non sta arrivando, è già qui. Ogni orto è una ribellione contro il loro sistema alimentare; ogni bitcoin è una ribellione contro il loro sistema monetario; ogni vera conversazione è una ribellione contro il loro sistema di controllo; ogni cuoco casalingo è una ribellione contro il loro impero di cibo processato; ogni genitore che insegna la vera storia è una ribellione contro il loro sistema educativo; ogni mercato locale è una ribellione contro i loro monopoli aziendali; ogni riunione di quartiere è una ribellione contro il loro programma di isolamento.

I nostri antenati prosperarono senza sistemi fiat; i nostri discendenti vedranno questa era artificiale come un'età oscura di limitazioni fabbricate ad hoc. Il ritorno alla legge naturale non è solo possibile, è inevitabile. La verità non ha bisogno di imposizione; la realtà non ha bisogno di decreti.

Il vostro DNA ricorda ciò che la vostra mente è stata programmata per dimenticare. La libertà non è concessa dall'autorità, è il vostro stato naturale.

Quale cosa reale sceglierete oggi?


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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giovedì 27 marzo 2025

La strada dorata per uscire dalla crisi del debito

Un po' più arzigogolato di quanto spiegato attraverso la semplificazione dei “perpetual bond” nel mio ultimo libro intitolato “Il Grande Default”, ma l'essenza è quella: costringere il risparmio privato a finanziare un sistema in bancarotta e inaffidabile con rendimenti totalmente fuori mercato. Inoltre l'euro digitale chiude i cancelli dei mercati dei capitali europei ed estromette i circuiti di pagamento americani (i “dazi buoni”). Questo, in sintesi, il piano diabolico della “cricca di Davos” per resistere alla prova del tempo. Spalmato in tutti quegli anni, senza una capacità di finanziamento chiara, senza l'industria necessaria, senza la possibilità facile di accedere agli input necessari, con la capacità militare attuale sensibile a “kill switch” e con la presunta minaccia immediata, è un'esca per “triggherare” i devastati mentali per far polemica sui social. Lasciando da parte questa marmaglia, parliamo tra adulti e con capacità di ragionamento intatte: il piano serve a tre cose fondamentalmente: avere la giustificazione per emettere le obbligazioni SURE in modo da allungare la vita all'URSSE; tenere a galla la Germania (vi ricordate che la Corte costituzionale tedesca “ha trovato” squilibri fiscali nel bilancio della nazione?); impedire alle singole nazioni, Italia in primis, di stringere accordi bilaterali con gli USA facendole sprofondare ancora di più in un debito impagabile nei confronti dell'Eurozona... che poi sarà sottoposto ad haircut falciando tutti quei fessi che crederanno nella SIU europea. Ormai anche i sassi (anche se devo dire che esistono sassi “diversamente intelligenti”) hanno capito che è l'impero britannico quello a implodere e che proseguire la guerra è solo nel suo interesse. Bruxelles segue a ruota. Detto questo, si tratta di gente che non scenderà mai in guerra. Il loro obiettivo è quello di impantanare gli USA, per quanto riguarda loro invece una situazione di costante tensione, o emergenza, è ciò che cercano. Avrebbe potuto funzionare se USA, Russia e Cina si fossero presi a mani in faccia lasciando Europa e Inghilterra come unici player rimasti in piedi in grado di offrire una proposta di “valore” agli investitori. Ecco perché UE e UK vogliono che la guerra continui. Ovviamente non vogliono un conflitto aperto che abbia loro come protagonisti, ma un costante stato di emergenza che permetta di emendare lo Stato di diritto nel continente. La guerra aperta vogliono che sia tra USA e Russia/Cina. Fortunatamente Trump & Co. hanno impedito che gli USA venissero scalati ostilmente rimettendo ordine nella politica fiscale e monetaria, ergendosi come alternativa credibile, affidabile e fruttifera per quei capitali che desiderano fuggire dalla tagliola europea. Questo è il motivo per cui c'è molto fermento nell'“eurospazzatura”, tra proclami di “fare presto”, manifestazioni di piazza e soldati da tastiera. Gli Stati Uniti stanno bevendo il proverbiale “Dollar Milkshake” senza più le conseguenze del Dilemma di Triffin. Questo significa afflussi di capitali laddove essi vengono trattati meglio e rendono meglio. Ecco perché è stata chiamata in causa la Savings and Investments Union e l'euro digitale già dal prossimo autunno: controlli dei capitali. Ciò che ci sta dicendo il mercato obbligazionario europeo e l'euro è che la Lagarde si ritroverà a dover scegliere tra difendere i differenziali di rendimento delle obbligazioni o l'euro, finché non riuscirà più a giocare a questo gioco perché finiranno i proverbiali “soldi degli altri” (quelli tramite l'eurodollaro sono già finiti, così come quelli tramite il carry trade con lo yen). Ecco perché, inoltre, l'oro sta volando via dalla LBMA. E mentre i vertici in Europa si susseguono, con devastati mentali sui social che lodano personaggi come Macron e Starmer, Trump ha approvato le “gold card visa” per facilitare agli investitori di comprare la cittadinanza americana, snellito delle leggi fiscali, abbassato le tasse per le attività con base in America, ecc. Quello che sta dicendo è: “Se avete a che fare con dei pazzi scatenati laddove siete, venite qui che abbiamo stabilità finanziaria affinché possiate investire e proteggere i vostri soldi”. Ricordate: si muovono sempre prima i capitali, poi gli eserciti.

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di Alex J. Pollock

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/la-strada-dorata-per-uscire-dalla)

Il valore di un dollaro è sceso a un nuovo minimo, meno di 1/3.000 di oncia d'oro. Ciononostante, secondo una legge americana ormai superata, il governo federale deve rendere conto delle sue oltre 8.100 tonnellate d'oro a una valutazione completamente irrilevante stabilita più di 50 anni fa, quando il valore del dollaro era molto più alto, circa 1/42 di oncia.

Quel numero obsoleto deriva dal linguaggio preciso nella Legge del 1973 che andava a modificare il “Par Value Modification Act”, ancora in vigore, la quale stabilisce che il valore in oro del dollaro è fissato a “quarantadue e due noni di dollari per oncia troy”. In altre parole, quella legge valuta il dollaro a 1/42,22 di oncia d'oro.

Eppure, nel mercato dell'oro, il dollaro sta fruttando meno di un 3.000esimo di oncia, un altro modo per dire che l'oro viene scambiato a più di $3.000 l'oncia, circa 71 volte il prezzo legale. In altre parole, il prezzo legale è inferiore al 2% del prezzo di mercato. Come riesce a sopravvivere questo antico manufatto giurisprudenziale?

Qualunque cosa fosse accaduta nel 1973, quando il Congresso ridusse il valore legale del dollaro da 1/38 di oncia d'oro a 1/42,22 di oncia, per noi nel 2025, dopo un ulteriore mezzo secolo di deprezzamento della cartamoneta americana, il prezzo legale non ha alcun senso.

Deriva da una legge approvata 52 anni fa in un mondo diverso della finanza politica. Perché non è stata aggiornata con una relazione più realistica tra oro e dollaro?

Il valore dell'oro in termini di dollari, essendo sceso a un 3.000esimo di oncia da un 42,22esimo di oncia, è aumentato di circa il 7.000% rispetto al prezzo legale. Ciò significa che in termini di oro, il valore del dollaro è crollato di oltre il 98%.

In termini contabili, questo significa che il Dipartimento del Tesoro possiede ciò che equivale a un guadagno di capitale gigantesco sull'oro in suo possesso. Sebbene tale guadagno non sia riconosciuto nei libri contabili del governo federale, è già avvenuto ed è già reale.

A un prezzo di mercato di $3.000 l'oncia, questo guadagno in conto capitale, in cifre tonde, ammonta a $2.958 l'oncia sui 261,5 milioni di once d'oro del Dipartimento del Tesoro. Ciò si traduce, almeno teoricamente, in un profitto totale non realizzato di circa $773 miliardi. È una cifra abbastanza grande da catturare l'attenzione di chiunque e da far riflettere qualsiasi Segretario del Tesoro.

Quando il Segretario del Tesoro Bessent ha affermato: “Monetizzeremo il lato attivo del bilancio degli Stati Uniti per il popolo americano”, molti commentatori finanziari hanno immediatamente pensato all'oro del Dipartimento del Tesoro e a come potrebbe essere trasformato in un grande guadagno e denaro spendibile. Certamente può essere fatto, ma in ogni caso non fino a quando il Congresso non modificherà il valore ufficiale del dollaro stabilito da quella Legge del 1973.

Le possibilità sono importanti per la teoria e la pratica in ambito monetario, perché reintrodurrebbero un certo ruolo monetario per l'oro mezzo secolo dopo che l'America aveva condotto il mondo nel suo attuale sistema monetario puramente cartaceo dopo i fatti del 1971. Fu allora che il presidente Nixon ordinò al Dipartimento del Tesoro di non rispettare l'impegno internazionale degli Stati Uniti di riscattare i dollari in oro.

Supponiamo che il Congresso riportasse il prezzo ufficiale dell'oro alla realtà. Il Dipartimento del Tesoro realizzerebbe immediatamente un guadagno di $773 miliardi nei libri contabili del governo federale. Per trasformare il guadagno in denaro non dovrebbe vendere oro, ma potrebbe indebitarsi avendolo come garanzia.

Ad esempio, il Dipartimento del Tesoro potrebbe emettere obbligazioni auree, come ha già fatto in precedenza e come Judy Shelton, nel suo libro “Good as Gold,” ha suggerito di fare di nuovo.

Con un ritorno alla pratica storica, il Dipartimento del Tesoro potrebbe emettere valuta coperta dall'oro in concorrenza con le banconote della Federal Reserve. Ciò richiederebbe un'ulteriore legislazione controversa.

Molto più semplice e diretto sarebbe per il Dipartimento del Tesoro emettere Certificati aurei, già autorizzati dal Gold Reserve Act del 1934, ma ora basati sul valore corrente dell'oro in suo possesso. Il profitto sull'oro potrebbe quindi essere facilmente monetizzato depositando questi Certificati nella Federal Reserve, che accrediterebbe di conseguenza il conto deposito del Dipartimento del Tesoro presso di essa. Voilà! Soldi pronti da spendere senza emettere altri titoli del Tesoro.

Come abbiamo già sottolineato Paul Kupiec e io, questo sarebbe un modo efficiente per creare finanziamenti provvisori per eventuali future crisi del tetto del debito.

Dovremmo certamente portare le finanze degli Stati Uniti al passo con la realtà: aumento del valore dell'oro rispetto al dollaro e calo del valore del dollaro rispetto all'oro. Allo stesso tempo, potremmo aprire la nostra teoria e pratica monetaria a un rinnovato ruolo monetario per l'oro.

Per fare ciò, il Congresso potrebbe modificare immediatamente il “Par Value Modification Act” emanando un “Gold Value Modification Act del 2025” il quale elimini il precedente prezzo ufficiale di “quarantadue e due noni di dollari” e lo sostituisca con “il valore di mercato equo dell’oro certificato dal Segretario del Tesoro”.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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mercoledì 26 marzo 2025

Il nostro incubo durato cinque anni è finalmente finito?

Ricordo a tutti i lettori che su Amazon potete acquistare il mio nuovo libro, “Il Grande Default”: https://www.amazon.it/dp/B0DJK1J4K9 

Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato "fuori controllo" negli ultimi quattro anni in particolare. Questa è una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa è la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso è accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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di Jeffrey Tucker

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/il-nostro-incubo-quinquennale-e-finalmente)

La conferma di Robert F. Kennedy Jr. come Segretario della Salute e dei Servizi Umani negli Stati Uniti è la condanna definitiva della risposta politica al Covid.

Il piano di lockdown fino alla vaccinazione obbligatoria è stato il più grande sforzo di governo e industria su scala globale nella storia. Era tutto progettato per trasferire ricchezza alle industrie vincenti (farmaceutica, vendita al dettaglio online, servizi di streaming, istruzione online), dividere e conquistare la popolazione e consolidare il potere nello stato amministrativo.

Nel 2021 Robert F. Kennedy Jr. era emerso come il critico più esplicito, erudito e informato di quel piano. In due libri brillanti, The Real Anthony Fauci e The Wuhan Cover-Up, ha documentato l'intera sua impresa e ha datato l'evoluzione dell'industria pandemica dal suo inizio nel dopoguerra fino a oggi. Non c'era modo di leggere questi libri e pensare alla cabala corporativa allo stesso modo.

Le circostanze che hanno portato alla sua nomina al Dipartimento della salute sono di per sé improbabili e notevoli. Considerando il presidente Biden un candidato debole, uno che aveva imposto mascherine e iniezioni alla popolazione e censurato brutalmente tecnologia e stampa, ha deciso di candidarsi alla presidenza, presumendo che ci sarebbero state delle primarie aperte. Non ce n'è stata alcuna, quindi è stato costretto a una corsa da indipendente.

Il suo sforzo è stato reso vano dalla solita dinamica politica che capita a ogni candidato indipendente, troppe barriere all'accesso alle schede elettorali più la solita logica della Legge di Duverger. Ciò ha messo la sua campagna in una situazione difficile. Allo stesso tempo due enormi cambiamenti politici erano diventati chiari: il Partito Democratico era diventato un veicolo e una facciata principalmente per lo stato amministrativo, mentre il Partito Repubblicano veniva preso in consegna dai rifugiati dei Democratici, creando di fatto un nuovo partito Trump dai resti degli altri due.

Tutto il resto è storia. Trump si è unito a Elon Musk per fare al governo federale quello che quest'ultimo aveva fatto quando aveva preso il controllo di Twitter: privatizzare l'azienda, svuotare il posto dalle ingerenze federali e licenziare 4 dipendenti su 5. Nel mezzo di tutto questo, e di fronte a una terrificante raffica di attacchi legali, Trump ha schivato il proiettile di un assassino. Ciò ha scatenato terribili ricordi del padre e dello zio di Robert F. Kennedy Jr. e ha quindi deciso di unire gli sforzi con lui.

Nel giro di poche settimane abbiamo avuto una nuova coalizione che ha riunito vecchi antagonisti, poiché molte persone e gruppi hanno realizzato nello stesso istante di avere interessi congiunti: ripulire il cartello corporativo. Con la piattaforma X appena liberata per raggiungere il pubblico, è nato lo slogan MAGA/MAHA/DOGE.

Trump ha vinto e ha scelto Robert F. Kennedy Jr. per guidare il Dipartimento della salute più potente al mondo. L'ostacolo era la conferma al Senato, ma ciò è stato superato attraverso un'incredibile triangolazione che ha reso estremamente difficile votare no.

Nel quadro generale potete misurare la portata di questo titanico cambiamento nella politica americana dal modo in cui si sono allineati i voti al Senato. Tutti i repubblicani tranne uno hanno votato per il rampollo più importante del Partito Democratico affinché guidasse l'impero sanitario, mentre tutti i democratici hanno votato no. Questo da solo è sorprendente e una testimonianza del potere della lobby farmaceutica che, durante le udienze, è stata smascherata come la mano nascosta dietro i più accaniti oppositori della sua conferma.

Il nostro incubo è finito? Non ancora. Non è ancora trascorso nemmeno un mese dall'inizio del secondo mandato di Donald Trump, e non è ancora chiaro quanta autorità eserciti realmente sul tentacolare ramo esecutivo. A dire il vero nessuno riesce nemmeno a mettersi d'accordo su quanto sia grande questa branca: tra i 2,2 e i 3 milioni di dipendenti e tra le 400 e le 450 agenzie governative. Il dissesto finanziario in questo ambito è impensabile e ben peggiore di quanto persino il più grande cinico possa immaginare.

Cinque ex-segretari del Tesoro hanno pubblicato sulle pagine del New York Times un'affermazione scioccante: “Il sistema di pagamento della nazione è stato gestito da un gruppo molto ristretto di dipendenti pubblici apartitici”. Tra questi c'era un dipendente chiamato “assistente segretario fiscale, un incarico che per gli otto decenni precedenti era stato riservato esclusivamente ai dipendenti pubblici per garantire l'imparzialità e la fiducia del pubblico nella gestione e nel pagamento dei fondi federali”.

Non c'è nemmeno bisogno di leggere tra le righe. Ciò significa che nessuna persona eletta dal popolo e nessuno nominato da tale persona ha accesso ai libri contabili federali dal 1946. Ciò va oltre ogni immaginazione. Nessun proprietario di alcuna azienda tollererebbe mai di essere escluso dagli uffici contabili e dai sistemi di pagamento. E nessuna azienda può offrire azioni pubbliche senza verifiche indipendenti e libri contabili aperti.

Eppure sono passati quasi 80 anni, durante i quali nessuna delle due cose è stata vera per questa gigantesca impresa chiamata governo federale. Ciò significa che $193.000 miliardi sono stati spesi da un'istituzione che non ha mai dovuto affrontare una supervisione granulare da parte del popolo e non ha mai soddisfatto le normali richieste che ogni impresa affronta ogni giorno.

L'abitudine a Washington è stata quella di trattare ogni leader eletto e le sue nomine come marionette temporanee e transitorie, persone che vanno e vengono e disturbano poco o nulla le normali operazioni di governo. Questa nuova amministrazione sembra avere ogni intenzione di cambiare le cose, ma il lavoro è incredibilmente impegnativo. Per quanto sostegno pubblico il MAGA/MAHA/DOGE godano per ora, e per quanto molte persone di questi gruppi si stiano inserendo nella struttura di potere, sono in inferiorità numerica e superati in astuzia da milioni di agenti del vecchio ordine.

Questa transizione non sarà facile semmai accadrà.

L'inerzia del vecchio ordine è potente. Anche sulla questione della salute e delle pandemie, c'è già confusione. La CBS News ha riferito che il lealista di Fauci e promotore dell'mRNA, Gerald Parker, dirigerà l'Office of Pandemic Preparedness and Response della Casa Bianca. L'articolo cita “funzionari sanitari” non identificati e la nomina è stata celebrata da Scott Gottlieb, il membro del consiglio di amministrazione di Pfizer che ha spinto Trump a sostenere i lockdown nel 2020.

Questa nomina non è stata confermata dalla Casa Bianca. Non sappiamo se l'OPPR, creato dallo statuto del Congresso, verrà finanziato. Il giornalista non rivelerà le sue fonti, sollevando la questione del perché qualsiasi nomina che abbia a che fare con la salute debba essere circondata da tali macchinazioni degne di un film di spionaggio.

Se Parker si trincera in questa posizione e viene dichiarata un'altra emergenza sanitaria, questa volta per l'influenza aviaria, Robert F. Kennedy Jr. non sarà affatto in una posizione decisionale.

I problemi più grandi hanno a che fare con una domanda: il presidente è davvero responsabile del ramo esecutivo? Può assumere e licenziare? Può spendere soldi o rifiutarsi di spenderli? Può stabilire le linee di politica delle agenzie?

Si potrebbe supporre che la risposta a queste domande si trovi nell'articolo 2, sezione 1: “Il potere esecutivo sarà conferito al presidente degli Stati Uniti d'America”. Eppure quella frase è stata scritta quasi 100 anni prima che il Congresso creasse questa cosa chiamata “civil service” che non compare da nessuna parte nella Costituzione. Questo quarto ramo è cresciuto in dimensioni e potere fino a travolgere sia la presidenza che la legislatura.

I tribunali dovranno risolvere la questione e una valanga di cause legali ha già colpito la nuova amministrazione per aver osato presumere il controllo sulle agenzie governative e sulle loro attività di cui il presidente è e deve necessariamente essere ritenuto responsabile. Le corti federali inferiori sembrano chiedere che il presidente lo sia solo di facciata, mentre la Corte Suprema potrebbe avere un'opinione diversa.

La tanto sbandierata “crisi costituzionale” non è altro che un tentativo di riaffermare il disegno costituzionale originale del governo federale.

Questo è il modello di base in cui Robert F. Kennedy Jr. prende il potere e supervisiona tutte le sotto-agenzie. Queste agenzie governative hanno svolto un ruolo enorme nel coprire l'attacco alla libertà e ai diritti per cinque anni. La sua conferma è un simbolico ripudio delle più eclatanti linee di politica pubbliche mai registrate. E tuttavia il ripudio è del tutto implicito: non c'è stata alcuna commissione, nessuna ammissione di errore, nessuno è stato ritenuto veramente responsabile.

La traiettoria in cui ci troviamo offre molte ragioni per festeggiare, ma tornate sobri in fretta. C'è ancora molta strada da fare ed enormi barriere da superare per arrivare al punto in cui saremo di nuovo davvero al sicuro dal complesso corporativo/statalista e dai loro complotti per derubare la popolazione dei diritti e delle libertà.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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martedì 25 marzo 2025

Prima nessuno lo vedeva, adesso sì: l'economia naviga in cattive acque

Le correzioni sono dolorose nel breve termine, ma nel lungo liberano quelle risorse precedentemente sprecate che possono quindi essere messe a miglior uso dal settore privato. È cosi che si conduce una politica fiscale sostenibile. E che l'amministrazione Trump l'abbia capito è un bene. Lo stesso Trump ha detto che l'economia subirà un “piccolo aggiustamento” nei mesi a venire e Bessent afferma che l'economia ha bisogno di “disintossicarsi” dalla spesa pubblica. Sfortunatamente i programmi di disintossicazione sono solitamente caratterizzati da sintomi di astinenza per il paziente, ma che poi gli permettono di recuperare la forma una volta terminato il processo. L'Argentina è un caso da manuale a tal proposito. Concentrarsi direttamente sulla produzione, mentre il consumo è enfatizzato solo nella misura in cui la ridotta importanza dei settori globalizzati e finanziarizzati dell'economia è vista come un modo per ricostruire la classe media americana dei colletti blu e colmare il divario di consumo tra ricchi e poveri. Il vantaggio comparato e l'efficienza economica vengono messi in secondo piano, dato che i dazi servono sostanzialmente per ridurre il surplus commerciale estero nei confronti degli USA, cosa che fa scorrere i dollari all'estero e permette ai globalisti di attingere da quella fonte per tenere liquido il mercato degli eurodollari con cui minano la stabilità degli USA stessi. La sicurezza delle catene di approvvigionamento viene nuovamente enfatizzata, rimarcando la necessità di rimboccarsi le maniche e sopportare le turbolenze economiche. Agli americani viene venduta una visione in cui credere, un orizzonte temporale migliore in cui credere e poterlo vedere, e ogni taglio alla spesa pubblica e alla burocrazia è un passo che si fa verso suddetto orizzonte. Un passo concreto, ora. La retorica su Marte serve anch'essa a questo scopo.

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di Jeffrey Tucker

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/prima-nessuno-lo-vedeva-adesso-si)

Per anni ho atteso un po' di onestà sui dati economici. I numeri ufficiali non avevano senso. I numeri nel mondo del lavoro mostravano disparità tra i metodi di raccolta dati; i numeri della produzione non si adattavano alle realtà sul campo; i numeri dei prezzi non riflettevano fonti dell'industria privata.

Mettendo insieme tutti questi elementi, da anni siamo circondati da una recessione, con numeri spaventosi sull'occupazione.

Dire questo mi ha fatto passare per un pazzo, ma gli ultimi cinque anni hanno convinto me e moltitudini di altri che le affermazioni e i numeri ufficiali non sono affidabili. Mettendo alla prova il mio intuito, ho commissionato uno studio ad alcuni esperti di dati seri che conoscono questo mondo meglio di me. Hanno concluso che i prezzi erano aumentati al doppio dei livelli comunicati, che i mercati del lavoro erano deboli, che la produzione era bassa e che eravamo in recessione tecnica sin dal 2022.

Abbiamo pubblicato quello studio e atteso il contraccolpo e le confutazioni. Non sono mai arrivate. Non una comunicazione a me rivolta contro i numeri; non un esperto ha scritto per dire che avevamo distorto qualcosa; non una persona ha respinto la conclusione. Ammetto che questo mi ha spaventato. Quante persone sanno che gli Stati Uniti sono in recessione ma non lo dicono per motivi professionali?

Nel mondo dell'economia i professionisti si aggrappano alle fonti di dati come dottrina ferma. Come si diceva nell'Unione Sovietica, i dati potrebbero essere falsi, ma è tutto ciò che abbiamo! E se lo stesso fosse valso per gli Stati Uniti? Sembra impensabile, dal momento che le relazioni del Bureau of Labor Statistics e del Commerce Department sono da tempo considerati la verità. Cosa succederebbe se scoprissimo che nessuno sa davvero cosa sta succedendo?

Eccoci qui, solo a un mese dal secondo mandato di Trump, e la verità sta venendo fuori all'improvviso.

Eugene Ludwig ha scritto un articolo sorprendente per Politico, guarda caso. Getta acqua fredda su ogni importante fonte di dati in nostro possesso. Le sue conclusioni si adattano bene a quanto avevamo detto sei mesi fa e a ciò che ho intuito dal 2020. Dice senza mezzi termini che la produzione è molto più bassa di quanto sappiamo, la disoccupazione effettiva è molto più alta e i prezzi sono aumentati fino al doppio di quanto ammesso dal governo federale.

L'articolo è intitolato: “Gli elettori avevano ragione sull'economia. I dati erano sbagliati”.

L'autore inizia ricordando ai lettori una delle principali narrazioni dell'anno scorso, ovvero che gli elettori erano scontenti delle condizioni economiche. Eppure i giornalisti dicevano sempre che i dati erano in realtà piuttosto forti. Il ragionamento era essenzialmente che le persone erano piuttosto sciocche e ignoravano cosa stavano scoprendo i mercanti dei dati. In altre parole, se eravate tra gli intelligenti, dovevate sapere che in realtà l'inflazione stava calando e che tutto andava bene con il mondo del lavoro e la produzione.

Ludwig offre un'altra spiegazione molto simile a quella che io e altri sosteniamo da tempo, ovvero che gli elettori non avevano torto; il vero problema è che i dati probabilmente non riportavano condizioni reali.

“E se i numeri che sostengono la teoria della prosperità su vasta scala fossero essi stessi fasulli?” si chiede.

“E se le valutazioni più fosche dell’economia fossero quelle più ancorate alla realtà?”

Prosegue spiegando i numeri della disoccupazione, per esempio. I principali numeri sulla disoccupazione non considerano la qualità dei lavori, le ore lavorate, la misura in cui le persone sono sottoccupate, o se hanno semplicemente rinunciato del tutto. Un indizio c'era: i rapporti occupazione-popolazione che non si sono mai ripresi. Non è stato mai preso in considerazione, per esempio, che i secondi lavori avevano raggiunti livelli record e se i salari guadagnati erano sufficienti a impedire alle persone di dover vivere per strada.

E per quanto riguarda il reddito, i numeri non consideravano la cifra assoluta di persone che a malapena sbarcavano il lunario. Potreste avere medie che sembrano buone, ma mascherano i milioni di persone intrappolate al di sotto dei livelli di sussistenza.

Se si considerano i salari medi anziché la media degli stessi, le persone “guadagnano il 16% in meno di quanto indichino le statistiche prevalenti”.

E sui prezzi, ecco dove troviamo il vero inganno. Osservando così tanti beni, l'indice dei prezzi al consumo (IPC) maschera gli aumenti di prezzo che contano di più per i beni che le persone effettivamente acquistano regolarmente.

“Il nostro indicatore alternativo rivela che, dal 2001, il costo della vita per gli americani con redditi modesti è aumentato del 35% più velocemente dell’indice dei prezzi al consumo”.

Lui e molti altri ricercatori hanno capito che il vero costo della vita potrebbe essere aumentato del doppio di quanto indicato dall'indice dei prezzi al consumo. Ciò influisce sui dati dell'output, che sono stati distorti dall'esplosione della spesa pubblica e del debito. Una volta che si aggiusta la produttività privata con una misura realistica dell'inflazione, si ottengono numeri costantemente all'interno della zona rossa della crescita reale negativa.

E la conclusione:

“Il problema non è che alcuni americani non siano usciti vincitori dopo quattro anni di Bidenomics. Alcuni sì. È che, per la maggior parte, coloro che vivono in circostanze più modeste hanno sopportato almeno 20 anni di battute d'arresto e gli ultimi quattro anni non hanno cambiato le cose abbastanza per il 60% inferiore dei percettori di reddito americani”.

Sì, questo è il genere di articolo che vi fa venire voglia di urlare: e proprio adesso ce lo dite!?

Immagino che ora che Trump è al comando avremo più verità, ma non è una verità che vogliamo sentire. Stiamo già assistendo a numeri dell'inflazione elevati, numeri di posti di lavoro rivisti e input inferiori ai numeri dell'output. Non mi sorprenderebbe vedere una recessione retroattiva ammessa entro l'estate, che verrà strombazzata dalla stampa come prova che la Trumponomics ha fallito e deve essere abbandonata.

Capite come funzionano le cose? I numeri sono diventati così politicizzati da essere quasi inutili. Persino questo articolo non fa il passo in più di aggiustare la produzione in base ai prezzi, il che avrebbe rivelato la recessione tecnica di cui abbiamo scritto.

I numeri ufficiali potrebbero essere falsi. E tuttavia ci aggrappiamo tutti a loro... perché sono tutto ciò che abbiamo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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lunedì 24 marzo 2025

Come bruciare €220 miliardi

Ricordo a tutti i lettori che su Amazon potete acquistare il mio nuovo libro, “Il Grande Default”: https://www.amazon.it/dp/B0DJK1J4K9 

Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato "fuori controllo" negli ultimi quattro anni in particolare. Questa è una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa è la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso è accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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di Luis Garicano

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/come-bruciare-220-miliardi)

Nel pieno della pandemia COVID, con la BCE impegnata a mantenere bassi gli spread sovrani e le regole fiscali dell'UE sospese, l'Italia ha lanciato quello che sarebbe diventato uno degli esperimenti fiscali più costosi della storia. Il Primo Ministro Conte annunciò che il governo italiano avrebbe sovvenzionato il 110% del costo delle ristrutturazioni abitative. Il “SuperBonus”, come sarebbe stato chiamato, avrebbe migliorato l'efficienza energetica e stimolato un'economia che era cresciuta a malapena negli ultimi due decenni. I consumatori non avrebbero dovuto affrontare né vincoli economici, né di liquidità: “Nel settore edile verrà introdotto un Superbonus con cui tutti potranno ristrutturare la propria abitazione e renderla più green. Non spenderete un centesimo per queste ristrutturazioni. (Giuseppe Conte, 13 maggio 2020)”.

Lo stato avrebbe pagato ai proprietari di case il 110% del costo di ristrutturazione delle loro proprietà attraverso un meccanismo finanziario innovativo: anziché sovvenzioni dirette in denaro, il governo italiano avrebbe emesso crediti d'imposta trasferibili. Un proprietario di casa averbbe potuto scaricare questi crediti direttamente sulle proprie tasse, farli scaricare agli appaltatori sulle fatture, o venderli alle banche. Questi crediti sono diventati una sorta di valuta fiscale, uno strumento finanziario parallelo che funzionava come debito fuori bilancio (Capone e Stagnaro, 2024). L'impostazione ha creato intenzionalmente l'illusione di un proverbiale pasto gratis: ha nascosto il costo per il governo italiano, poiché ai fini della contabilità europea i crediti si sarebbero presentati solo come entrate fiscali perse piuttosto che come nuova spesa.

Il SuperBonus ha creato le condizioni per quella che il ministro dell'Economia di Draghi, Daniele Franco, ha definito “una delle più grandi frodi nella storia della Repubblica” (Capone e Stagnaro, 2024). Gli appaltatori spesso gonfiavano i costi di ristrutturazione; ad esempio, un progetto da €50.000 poteva essere dichiarato come €100.000. La banca acquistava il credito d'imposta da €110.000 a un valore quasi nominale, consentendo all'appaltatore di intascare la differenza, a volte condividendola con il proprietario della casa. A volte, invece, non veniva eseguito alcun lavoro, nel qual caso le fatture per lavori inesistenti su edifici fasulli erano uno strumento perfetto per la criminalità organizzata. I crediti fraudolenti potevano quindi essere rivenduti più volte in un mercato non regolamentato di sconti fiscali sostenuti dallo stato. Nel 2023 le autorità hanno stimato che tali attività fraudolente erano costate ai contribuenti €15 miliardi.

Nel 2024 era chiaro che il pasto era tutt'altro che gratis. I costruttori andavano in giro offrendosi di pagare le persone per ristrutturare le loro case. Un piano inizialmente preventivato in €35 miliardi avrebbe finito per costare ai contribuenti italiani €220 miliardi (€160 miliardi di Superbonus + €60 miliardi per il credito di restauro delle facciate al 90% e altri crediti del 65%), circa il 12% del PIL.[1] I costi annuali sono aumentati vertiginosamente dall'1% del PIL nel 2021, al 3% nel 2022 e al 4% nel 2023. Solo 495.717 abitazioni sarebbero state ristrutturate, il che significa che il costo medio del programma era di circa €320.000 per casa.[2] Ciò è accaduto in un Paese già gravato da un debito pari al 140% del PIL, che affronta enormi passività pensionistiche non finanziate pari a oltre il 400% del PIL e il cui debito è classificato Baa3 da Moody's, un gradino sopra lo status di “spazzatura”. Il costo è irrisorio rispetto ai €71 miliardi di sovvenzioni che l'Italia ha ricevuto dal piano di ripresa e resilienza dell'Unione europea. Nonostante la scarsa copertura sulla stampa internazionale, il Superbonus è stato uno degli errori fiscali più costosi della storia.

Accetturo, Olivieri e Renzi (2024)

Due documenti della Banca d'Italia e uno dell'FMI hanno analizzato l'impatto del programma. Mentre gli investimenti reali in abitazioni pro capite sono aumentati del 67% rispetto a un Paese comparabile “sintetico”, Accetturo, Olivieri e Renzi (2024) hanno concluso che “i benefici per l'economia nel suo complesso in termini di valore aggiunto sono stati inferiori ai costi dei sussidi”. I costi di costruzione sono aumentati drasticamente: l'indice dei costi di costruzione è cresciuto di circa il 20% dopo la pandemia e ha fatto registrare un altro aumento del 13% dopo settembre 2021, con il Superbonus direttamente responsabile di circa 7 punti percentuali di tale aumento, secondo Corsello ed Ercolani (2024). Il prezzo dell'installazione di impalcature, un primo passo essenziale per la ristrutturazione, è aumentato del 400% entro la fine del 2021.

Accetturo, Olivieri e Renzi (2024)

La valutazione dell'FMI è ancora più critica. Lo stimolo alla crescita è stato “limitato rispetto alle dimensioni delle risorse fiscali spese”, ha concluso, citando “perdite nelle importazioni, consistenti sconti sulle fatture, maggiori rincari sui prezzi nell'edilizia, spiazzamento di altri investimenti e uso improprio di fondi pubblici”. Nel frattempo l'occupazione nell'edilizia era entrata in un ciclo di espansione e contrazione, poiché le aziende si erano espanse per catturare i sussidi, per poi trovarsi di fronte a un baratro quando il programma ha iniziato a concludersi.

Anche i benefici ambientali del programma hanno avuto un costo astronomico: qualsiasi calcolo risulterà in ben oltre €1.000 per tonnellata di anidride carbonica (rispetto a un prezzo sul mercato delle emissioni di circa €80 per tonnellata). Mentre il Superbonus è stato presentato come un'importante operazione di efficienza energetica e riduzione delle emissioni di gas serra, è stato il più grande singolo caso di greenwashing dei nostri tempi.

Com'è potuto accadere?

Il SuperBonus è nato in un momento di trasformazione nel pensiero politico-economico su entrambe le sponde dell'Atlantico.

Riccardo Fraccaro, avvocato, politico del Movimento Cinque Stelle, seguace della Modern Monetary Theory e architetto del SuperBonus, vedeva il programma come un modo per spingere un'espansione fiscale nel rispetto delle norme UE. Progettando il Superbonus come un sistema di crediti d'imposta trasferibili, Fraccaro e i suoi consulenti hanno creato uno strumento finanziario parallelo che non venisse registrato immediatamente come debito pubblico (Capone e Carlo Stagnaro, 2025).[3]

Il SuperBonus incarnava lo spirito di quel momento: il debito come motore della crescita. Sarebbe stato finanziato in parte (circa €13,95 miliardi) tramite l'emissione obbligazionaria europea da €750 miliardi nell'ambito di NextGenerationEU. Come la Bidenomics negli Stati Uniti, prometteva di raggiungere simultaneamente più obiettivi trasformativi: stimolo economico, equità sociale e protezione ambientale. E come molti programmi post-pandemia, rifletteva la convinzione che le linee di politica passate fossero state troppo timide e che i vincoli di bilancio tradizionali potessero essere tranquillamente ignorati nel perseguimento di obiettivi sociali più ampi.

Una volta avviato, il SuperBonus si è rivelato politicamente impossibile da fermare. I benefici si sono concentrati tra varie fasce di elettori: proprietari di case che hanno ottenuto ristrutturazioni, il movimento ambientalista e appaltatori che hanno visto un'attività in forte espansione. I costi, sebbene enormi, sono stati distribuiti tra tutti i contribuenti e rinviati al futuro attraverso il meccanismo del credito d'imposta. Nessun governo, di sinistra, tecnocratico o di destra, è stato in grado di resistere alla sua logica. Il Parlamento ha costantemente respinto i tentativi di limitarne la portata, anche dopo che le stime di frode hanno raggiunto i €16 miliardi. In veste di Primo ministro, Mario Draghi, nonostante abbia pubblicamente criticato il programma per aver triplicato i costi di costruzione, non è riuscito a fermarlo: la sua azione iniziale è stata quella di semplificarne l'accesso. Quando il suo governo ha tentato di frenare gli abusi, il Movimento Cinque Stelle ha reagito con rabbia e sono stati contrastati anche i modesti controlli sui trasferimenti di credito. Nel 2023 il governo di Giorgia Meloni ha dovuto affrontare le stesse opposizioni: i gruppi industriali hanno protestato, i partner della coalizione si sono tirati indietro. Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha avvertito i colleghi: “Temo che non abbiate capito la gravità della situazione”.

Tuttavia, non è solo la politica italiana che avrebbe dovuto porre fine a tutto questo. Oltre al parlamento, ci sono due potenziali meccanismi per evitare tale avventurismo fiscale in un Paese già gravato da uno dei più alti carichi di debito in Europa. Primo, le regole fiscali e la Commissione europea; secondo, il mercato, i cosiddetti bond vigilantes. Entrambi hanno fallito.

Le regole fiscali erano state sospese a causa del Covid, ma questo non esonerava la Commissione europea, che è responsabile di tali regole, dalla sua responsabilità nella questione. Il Recovery and Resilience Facility (il fondo di ripresa dal Covid finanziato dall'UE) è stato progettato con una rigorosa condizionalità, assicurandosi che i fondi fossero erogati solo dopo che gli stati membri avessero raggiunto traguardi sulle riforme e rispettato le raccomandazioni del “semestre europeo”. Alla Commissione europea è stato ordinato di rivedere i piani di ripresa nazionali, verificare la conformità con gli obiettivi strutturali e trattenere i pagamenti se le condizioni non fossero state soddisfatte. Nel caso del Superbonus italiano, questo meccanismo ha fallito.

La Commissione ha approvato l'inclusione del Superbonus nel PNRR italiano dopo la sua progettazione, con piena consapevolezza del fatto che questo programma includeva un sussidio del 110%. Quando il programma è poi cresciuto ben oltre l'ambito approvato dall'UE, trasformandosi in un'enorme passività fiscale senza supervisione, la Commissione ha permesso ai fondi di continuare a fluire. Anche quando le proiezioni del deficit italiano sono andate fuori controllo, non è riuscita a riconoscere, o ha deliberatamente ignorato, che il SuperBonus era diventato un veicolo incontrollato per sprechi e frodi.

Poi ci sono i bond vigilantes. Ma, come John Cochrane, Klaus Masuch e io sosteniamo nel nostro prossimo libro, “Crisis Cycle”: grazie alla garanzia implicita della BCE i legislatori italiani non sono vincolati dai mercati. Potrebbero ragionevolmente aspettarsi (e Capone e Stagnaro, 2024, sostengono che l'abbiano fatto) che:

• La BCE impedirebbe qualsiasi picco significativo nei costi di prestito attraverso i suoi programmi di acquisto di obbligazioni;

• Il costo fiscale potrebbe essere attenuato distribuendolo negli anni attraverso crediti d'imposta;

• Se emergesse una pressione sul mercato, la BCE interverrebbe acquistando titoli di stato italiani.

Questo calcolo si è rivelato corretto. Quando il deficit italiano è schizzato alle stelle nel 2023 a causa del SuperBonus, passando da un previsto 5,5% all'8% del PIL, non c'è stato panico sul mercato. Gli spread obbligazionari italiani sono rimasti contenuti, grazie al Transmission Protection Instrument (TPI) della BCE, il quale ha rassicurato gli investitori senza che la BCE dovesse nemmeno intervenire. Rimuovendo il vincolo della disciplina di mercato, la BCE ha permesso al SuperBonus di persistere molto più a lungo di quanto sarebbe altrimenti accaduto.

Non tutti i programmi futuri saranno così eclatanti come il SuperBonus, che è molto probabilmente una delle linee di politica fiscali più stupide della memoria recente. Come ha affermato la Ragioneria generale italiana nella sua retrospettiva del 2024: “Il SuperBonus era significativamente diverso dai precedenti benefici i cui effetti erano noti. Per la prima volta è stata consentita la copertura completa dei costi, aumentando l'attrattiva della misura ed eliminando sostanzialmente il conflitto di interessi tra fornitori e acquirenti”.

Ma il SuperBonus illustra un problema più profondo che l'Europa si trova ad affrontare: i meccanismi tradizionali per la disciplina fiscale sono crollati. Le forze di mercato (gli acquirenti di obbligazioni) sono stati neutralizzati dall'intervento della BCE. Le regole fiscali della Commissione europea, già indebolite da ripetute violazioni da parte di grandi Paesi come Francia e Germania, vengono sostituite da nuove regole che, poiché si basano sulla contrattazione bilaterale, forniscono pochi vincoli reali. E i sistemi politici nazionali, liberati dalla pressione del mercato, trattano sempre più la spesa finanziata dal debito come un pasto gratis.

Questa erosione della disciplina non è limitata all'Italia. Il deficit della Francia è arrivato al 6,1% del PIL. La Spagna ha invertito la sua riforma pensionistica post-crisi proprio quando l'Italia stava approvando il SuperBonus, con conseguenze negative molto più grandi per la sostenibilità fiscale. In un mondo in cui la BCE interverrà sempre per prevenire la pressione nel mercato obbligazionario e Bruxelles non può far rispettare in modo credibile le regole fiscali sui grandi stati, una politica fiscale sostenibile diventa quasi impossibile.

Gli stessi meccanismi progettati per proteggere l'euro potrebbero ora indebolirlo. Quando la BCE interviene per impedire la pressione del mercato sui titoli di stato, rimuove una forza disciplinare cruciale sulle linee di politica fiscali nazionali, creando incentivi perversi per i politici ad espandere la spesa senza riguardo per la sostenibilità a lungo termine. Un'unione monetaria senza unione fiscale può funzionare solo se gli stati membri mantengono linee di politica di spesa sostenibili. Ma l'Europa ora si ritrova intrappolata in una trappola che lei stessa ha creato: i suoi strumenti di lotta alla crisi stanno erodendo costantemente la disciplina necessaria per la sopravvivenza dell'euro. Finché l'Europa non troverà un modo per ripristinare vincoli significativi sulle linee di politica di spesa nazionali preservando al contempo la stabilità finanziaria, ogni espansione “temporanea” dei rischi di spesa diventerà permanente, ogni intervento “una tantum” della BCE rischia di diventare di routine e le tensioni sottostanti nell'unione monetaria continueranno a crescere.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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Riferimenti

• Accetturo, Antonio, Elisabetta Olivieri, e Fabrizio Renzi. Incentivi per le ristrutturazioni abitative: evidenze da un ampio programma fiscale. N. 860. Banca d'Italia, Area Ricerca Economica e Relazioni Internazionali, 2024.

• Capone, Luciano e Carlo Stagnaro. “Superbonus: Come Fallisce una Nazione”, Rubbettino Editore (novembre 2024).

• Capone, Luciano e Carlo Stagnaro. Le cattive idee hanno cattive conseguenze: il SuperBonus italiano e l'influenza della MMT. Mimeo, febbraio 2025.

• Cochrane, John, Luis Garicano e Klaus Masuch. “Crisis Cycle: Challenges, Evolution, and Future of the Euro” Princeton University Press, di prossima pubblicazione (giugno 2025).

• Corsello, Francesco, e Valerio Ercolani. Il ruolo del Superbonus nella crescita dei costi delle costruzioni in Italia. N. 903. Banca d'Italia, Area Ricerca Economica e Relazioni Internazionali, 2024.

• Eurostat (2023a). Manuale sul deficit e debito pubblico – Implementazione dell'ESA 2010. Edizione 2022. Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea.


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Note

[1] In parte, la sorpresa nei confronti delle aspettative è che il Ministero delle Finanze non aveva modellato la risposta comportamentale dei consumatori. A differenza del Ministero, Luciano Capone, giornalista de Il Foglio (e autore di un libro che racconta la storia del programma), ha capito gli incentivi perversi fin dall'inizio, avvertendo a maggio 2020: “I clienti non andranno in giro a chiedere ai costruttori uno sconto ma, al contrario, un aumento del prezzo”. Gli incentivi contano.

[2] Il SuperBonus in senso stretto era di €160 miliardi (gli altri €60 miliardi sono il credito di restauro delle facciate e altri crediti, come spiegato nel testo). Se immaginiamo 500.000 abitazioni, la ristrutturazione media riceveva un sussidio di €320.000.

[3] Ecco la spiegazione di Capone e Stagnaro (2025) riguardo la questione contabile: “I crediti d’imposta non pagabili sono trattati come entrate fiscali negative e non come spese, saranno registrati quando saranno utilizzati per ridurre gli oneri fiscali, impattando sui conti per l’importo esatto utilizzato ogni anno” (Eurostat, 2023: 88). Tuttavia, se il credito d’imposta è trasferibile (come lo era il SuperBonus), se il credito d’imposta può essere trasferito a terzi, tale credito d’imposta deve quindi essere considerato un credito d’imposta pagabile e deve essere registrato nei conti nazionali come un’attività del contribuente e una passività del governo (Eurostat, 2023: 86)”.

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