Vi ricordate, poco più di un anno fa, quando Milei è stato eletto, una congrega di 108 economisti aveva firmato una lettera in cui si dicevano preoccupati per le sorti dell'Argentina sulla scia delle potenziali riforme in canna al nuovo presidente? Dopo poco più di un anno l'Argentina è praticamente risorta dalle ceneri in cui l'avevano bruciata i peronisti. I lavori pubblici sono stati tagliati, i programmi di welfare sono stati tagliati e i sussidi eliminati. Le aziende statali sono state privatizzate e centinaia di regolamenti sono stati tagliati. Il codice fiscale è stato semplificato e le imposte sulle esportazioni ridotte. Le leggi sul lavoro sono state allentate, il numero di ministeri governativi ridotto ed è stato implementato un blocco per i posti di lavoro pubblici. Dal punto di vista monetario, il peso è stato svalutato e alla banca centrale ordinato di mettere in pausa la stampante monetaria. Queste azioni non sono state indolori, infatti, lo stesso Milei le aveva descritte come una sorta di “terapia d'urto” necessaria per la guarigione economica. L'Argentina stava combattendo contro un'inflazione a tre cifre, la sclerosi economica e la povertà di massa. “In soli 12 mesi abbiamo polverizzato l'inflazione”, ha scritto su X il Ministero dell'Economia; nel frattempo l'economia argentina è uscita ufficialmente dalla recessione. Pensate quello che volete della persona, ma i risultati sono evidenti. Questo perché, come ricordo spesso, l'Argentina di Milei è un “laboratorio statunitense”, un ambiente controllato in cui sperimentare inizialmente suddetta “terapia d'urto”, e adesso il DOGE non sta facendo altro che replicarla negli Stati Uniti (senza contare che anche pubblicamente non si nasconde questa partnership). Inutile dire che non esiste e non esisterà mai il mondo perfetto, ciononostante si può lavorare per ottenere il massimo dai propri principi. Austriaci e libertari, con Trump alla Casa Bianca e Milei alla Casa Rosada, stanno vincendo, quindi va bene essere “cani da guardia” del potere, criticare i passi falsi, ma non buttare nel cestino tutto il loro operato visto che attualmente si stanno opponendo a uno dei progetti più distopici mai concepiti: il Grande Reset. Altrimenti si potrebbe pensare che Austriaci e libertari, abituati a perdere, c'abbiano preso gusto e siano capaci di fare solo questo: ovvero criticare a tutti i costi perché a loro piace il ruolo dei perdenti. La cricca di Davos e i neocon inglesi sono bestie feroci all'angolo e faranno un caos incredibile pur di sopravvivere alla loro sconfitta. Tempi eccezionali richiedono alleati eccezionali, come la FED, il governo statunitense e il governo argentino, se lavorano nella “giusta” direzione... e con l'importanza data a Bitcoin, Tether e l'oro direi che la direzione è quella giusta. Prima pensiamo a sventare il piano diabolico della cricca di Davos, poi penseremo a come migliorare ulteriormente la società.
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(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/il-primo-anno-di-milei-liberta-meno)
C'è qualcosa che sta succedendo e quel qualcosa non è esattamente chiaro.
In tutto il mondo c'è una crescente impazienza verso le ortodossie e la condiscendenza della sinistra progressista. Negli ultimi due anni i partiti di destra hanno superato le aspettative elettorali in Belgio, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Ungheria, Polonia e Stati Uniti.
Ma il Paese con più eventi e meno chiarezza è quasi certamente l'Argentina. Poco più di un anno fa Javier Milei è stato eletto presidente in quella che potrebbe essere l'elezione più “improbabile” di sempre. È allettante mettere insieme il successo di Milei con l'inclinazione elettorale generale a destra, ma non è corretto; Milei è diverso. Come ha affermato un podcast prodotto dal The Economist: “Milei è soprattutto un fervente sostenitore dell'economia di libero mercato. Questa è la sua assoluta comprensione guida”.
Questo zelo è sempre stato ai margini dell'ortodossia economica, con i dissidenti accademici etichettati come “econochantas”, un neologismo che combina “economista” con “ciarlatano” o millantatore di frodi. E ha agito in base alle sue convinzioni, non a quelle dell'establishment, in modi insoliti per i funzionari eletti. Quando era membro della Camera dei rappresentanti argentina, annunciò che poiché il suo stipendio mensile era stato sottratto ai contribuenti e quindi “rubato”, lo avrebbe messo a sorte.
Gli obiettivi principali della campagna di Milei e le sue azioni effettive nel suo primo anno in carica includono due cose che nessuno degli altri leader ha mai detto, e tanto meno fatto. La prima è tagliare la spesa; la seconda è ridurre l'ingerenza dello stato nella determinazione dei prezzi.
Prendete in considerazione cosa ha fatto Milei nel suo primo anno:
• Riduzione del numero dei dipartimenti del governo da 18 a 8
• Sospensione di quei lavori pubblici diversi da quelli assolutamente essenziali
• Taglio degli stipendi per i restanti posti di lavoro pubblici
• Mantenimento del tasso di aumento delle pensioni, inferiore al tasso d'inflazione, taglio delle pensioni governative in termini reali
• Surplus di bilancio, mese dopo mese, e ha chiuso il 2024 con un surplus fiscale per la prima volta in più di un decennio
• Aumento delle riserve nazionali di valuta estera, compresi i dollari
• Riduzione sostanziale delle normative e dei requisiti per i permessi di viaggio, gli affitti di appartamenti e le nuove costruzioni
• Riduzione della spesa pubblica di oltre il 30%
Il simbolo della campagna elettorale di Milei era una “motosierra” (motosega) e la sua minaccia costante ai programmi governativi era “afuera!” ovvero “fuori dai piedi!” Spesso gridava “se viene la motosierra profunda”, annunciando l’arrivo di tagli “profondi” alla spesa.
Il consenso dei media era che i suoi tagli pesanti avrebbero creato una recessione catastrofica, seguita da una tempesta di disordini politici. Ma le cose sono andate così male in Argentina negli ultimi dieci anni che persino alcuni dei suoi detrattori ora ammetterebbero che era necessario un cambiamento.
La popolarità di Milei è rimbalzata dopo alcuni scossoni iniziali. Negli ultimi due mesi è aumentata, mettendo fine all'idea che gli argentini non siano disposti a soffrire a breve termine per una prosperità a lungo termine. Mentre c'è stata una recessione per gran parte del 2024, il quarto trimestre ha visto una crescita e si prevede che l'economia crescerà del 5% o più nel 2025, proprio il tipo di prosperità che era stata promessa. E ci sono buone possibilità di investimenti esteri, come si evince dalla reazione dell'“indice di rischio Paese” di JP Morgan, che è sceso da 2000 (“statene alla larga!”) a 750 (“benvenuti!”).
Ma ci sono altri due aspetti del programma di Milei e del suo successo che non sono stati notati, o almeno che non sono stati commentati molto. Il primo è stato il ripristino dell'ordine e della protezione dei diritti di proprietà da parte della polizia e dell'esercito.
Prima della sua elezione molte parti del Paese, compresi i punti caldi del “narcotraffico” come Rosario, erano enclave senza legge, di violenza delle gang e criminalità di strada. E le città venivano spesso chiuse, per ore o persino giorni, dai “picquetes”, una parola tipicamente argentina per “picchetti”, o file di manifestanti che chiedevano una sorta di prebenda governativa o beneficio speciale. I narcotrafficanti e i picqueteros avevano di fatto distrutto il commercio e i diritti di proprietà in tutto il Paese.
Milei vi ha posto fine. I tassi di criminalità e il numero di omicidi sono diminuiti di oltre il 50%, con i maggiori aumenti nelle aree a cui la precedente amministrazione aveva ampiamente rinunciato. Patricia Bullrich, un'ex-rivale di Milei, è stata nominata alla carica di Direttore del Ministero della Sicurezza. Ha immediatamente annunciato: “Porteremo ordine nel Paese in modo che la gente possa vivere in pace. Le strade non saranno lasciate a loro stesse. Fate sapere loro [ai picqueteros] che se le strade saranno ancora preda delle loro scorribande, ci saranno conseguenze”.
L'altro aspetto del programma di Milei è stato quello di porre fine alla sregolatezza che aveva caratterizzato la politica economica e industriale argentina. Il libro The Road to Serfdom di F. A. Hayek sosteneva che il problema della pianificazione centralizzata e dei controlli sui prezzi, che è ciò che Hayek intendeva con il termine generico “socialismo”, porta a una cascata di regolamentazioni che correggono le distorsioni causate dal precedente ciclo di regolamentazioni che a loro volta correggevano le distorsioni delle linee di politica originali. Cercare di raggiungere obiettivi sociali gestendo i prezzi blocca la funzione informativa di un sistema di mercato che si adatta dinamicamente e porta a gravi inefficienze e carenze.
Milei ha un sostantivo meravigliosamente descrittivo per le sue linee di politica in quest'area: “Sinceramiento los precios relativos”, ovvero “rendere i prezzi precisi (sinceri)”. Definire i prezzi “sinceri” è una mossa geniale, perché dà un volto umano all'azione altrimenti impersonale dei mercati nel segnalare la scarsità. Questa innovazione ha permesso a Milei di affermare (giustamente) che il prezzo delle case e di alcuni alimenti era stato artificialmente basso sotto i governi precedenti e che consentire ai prezzi di trovare il loro livello di mercato avrebbe risolto le carenze croniche di cui le persone avevano sofferto. Sebbene ci siano state obiezioni e tentativi di proteste (sventati dalla repressione dei picqeteros) su questo aumento dell'“inflazione”, Milei è stato in grado di difendere le sue linee di politica come cambiamenti necessari nei prezzi relativi (precios relativos) piuttosto che come una vera e propria inflazione monetaria.
Non sorprende che la promessa di prezzi sinceri abbia stimolato un boom immobiliare, con la costruzione di nuove unità e un gran numero di unità in affitto che erano state bloccate sotto il controllo dei prezzi e che sono tornate sul mercato. La conclusione è che, a un anno dalla sua presidenza, Milei ha superato ogni ragionevole aspettativa, tranne forse la sua. Vale la pena di vederlo in azione e dire la sua frase distintiva, “Viva la libertad, carajo!” Se dovessi tradurla per mia madre, direi che significa “Lunga vita alla libertà, accidenti!” Nessun altro leader mondiale lo dice e Milei lo pensa davvero.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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