Lo stop all'USAID è stato possibile grazie alla fine della dottrina Chevron, la quale ha permesso alle varie agenzie governative statunitensi di interpretare arbitrariamente le leggi “ambigue”. Ma anche forzare linee di spesa che il presidente poteva non voler approvare. Lo sfoltimento delle incrostazioni burocratiche segnerà anche la fine di tutti quei soldi che finivano nelle ONG, usati per plasmare il mondo secondo la visione di chi le indirizzava... e gli inglesi hanno sempre usato proxy in tal senso. Ovviamente non se ne andranno senza combattere, perché suddette incrostazioni di potere sono impermeabili al cambio di casacca delle amministrazioni e servono sostanzialmente due padroni (l'amministrazione corrente e chi li ha messi lì, o il gruppo politico di riferimento che li ha messi lì). Di conseguenza quando c'è un Musk che tramite il DOGE vuole efficientare la spesa pubblica statunitense, lo Stato profondo si innervosisce e sguinzaglia i propri agenti affinché il suo controllo non venga messo in discussione. Non c'è da stupirsi, sapevamo che sarebbe successo ed era una strada obbligata per raggiungere il risultato finale. Ritengo, nonostante ciò, che il progetto di snellimento della spesa pubblica andrà avanti, con nuovi compartimenti burocratici che remeranno contro e cercheranno di fermare la scure; a vantaggio della nuova amministrazione Trump c'è da dire che i cosiddetti disfattisti della prima ora, ovvero della sua prima amministrazione, sono stati quasi tutti fatti fuori e c'è gente determinata a fare pulizia nel sistema amministrativo americano. Non sarà facile ma verrà fatto, almeno in una percentuale sufficiente a riportare equilibrio.
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da Zerohedge
(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/lombra-di-obama-lo-stato-profondo)
Nel discorso politico contemporaneo il termine “Stato profondo” emerge spesso come termine generico per descrivere le incrostazioni burocratiche e le forze invisibili che plasmano la governance degli Stati Uniti. Washington DC è spesso raffigurata come l'epicentro di questo cosiddetto Stato profondo, dove le dinamiche di potere operano indipendentemente dai risultati elettorali.
Sebbene sia vero che la governance degli Stati Uniti è guidata da entità non elette e non responsabili, come i complessi militari e di intelligence, il concetto di “Stato profondo” può semplificare eccessivamente le complessità della governance a Washington DC. Può anche servire a deviare la responsabilità da coloro che sono maggiormente colpevoli dei danni inflitti al nostro Paese.
Lo Stato profondo può sembrare un'entità monolitica, tuttavia è, in realtà, una complessa rete di attori umani con ruoli attivi in una qualche agenzia governativa. Tra questi individui Barack Obama si distingue come una figura fondamentale, la cui influenza e la cui eredità hanno plasmato in modo significativo il panorama politico negli ultimi 17 anni.
In questo articolo esploreremo il suo ruolo determinante nel plasmare la politica degli Stati Uniti, non solo durante la sua presidenza, ma anche durante il primo mandato di Trump e la presidenza Biden (a volte indicati come il terzo e il quarto mandato di Obama), e come questa sfortunata era potrebbe ora avvicinarsi alla fine.
La rete nelle agenzie governative
Obama esemplifica il concetto di rete all'interno di ciò che di solito viene definito “Stato profondo”. La sua presidenza non solo ha portato a significative divisioni e cambiamenti politici, ma ha anche gettato le basi per una rete di fanatici lealisti e alleati ideologici, molti dei quali sono rimasti trincerati sia nelle istituzioni governative che in quelle non governative. Queste figure, molte delle quali sono ex-membri dell'amministrazione Obama, hanno minato la democrazia e la volontà del popolo in molteplici presidenze.
Gli sforzi post-presidenziali di Obama, come la sua difesa politica, il suo ruolo di mentore dei leader democratici emergenti e il fatto che sia stato il primo ex-presidente dopo il morente Woodrow Wilson a rimanere a Washington, evidenziano la sua influenza continua. A differenza della burocrazia senza volto tipicamente associata al termine “Stato profondo”, Obama incarna la realtà della sua vera natura: non un'entità monolitica, ma una rete di individui, come lui, che plasmano la politica e l'opinione pubblica, spesso da dietro le quinte.
Un esame più attento rivela che molti individui che hanno prestato servizio sotto Obama sono rimasti attivi in ruoli governativi attraverso più amministrazioni. Le figure chiave dell'intelligence, della difesa e di altri settori critici spesso mantengono le loro posizioni o riemergono in ruoli diversi, rafforzando la percezione di una continuità non democratica nella governance americana.
Questo fenomeno non è esclusivo dell'amministrazione Obama. Washington ha assistito al riciclo di funzionari e consiglieri in diverse presidenze, dando origine a una classe di insider che opera con un alto grado di autonomia rispetto alla volontà del popolo. Ma Obama ha senza dubbio portato le cose a un nuovo livello. Ecco alcuni esempi.
I nomi permanenti a Washington
Antony Blinken è stato vice Segretario di Stato e vice Consigliere per la Sicurezza Nazionale sotto Obama prima di diventare Segretario di Stato sotto Biden. Ha continuato le disastrose linee di politica di Obama, che spaziavano dall'Iran all'Ucraina.
Jake Sullivan ha ricoperto vari ruoli di sicurezza nazionale sotto Obama prima di diventare National Security Advisor sotto Biden. Tra questi incarichi è stato fondamentale nel promuovere la bufala della collusione con la Russia. Sebbene non ricopra più una posizione governativa, sua moglie, Margaret Goodlander, ha prestato giuramento di recente come nuovo membro del Congresso.
Victoria Nuland ha alimentato la guerra in Ucraina nel 2014 quando era Assistente Segretario di Stato sotto Obama. In seguito è diventata Sottosegretario di Stato per gli Affari Politici sotto Biden. Anche lei ha avuto un ruolo chiave nel promuovere la narrazione fraudolenta della collusione con la Russia. Il marito della Nuland, Robert Kagan, è un commentatore presso la Brookings Institution ed è stato, fino a poco tempo fa, un fervente anti-Trump sul Washington Post.
Susan Rice è passata da Consigliere per la sicurezza nazionale e Ambasciatrice delle Nazioni Unite sotto Obama a Direttrice del Consiglio per la politica interna nell'amministrazione Biden. La Rice ha tentato di nascondere il coinvolgimento di Obama nell'armare il governo americano contro Trump attraverso la bufala della collusione con la Russia, in particolare il ruolo di Obama nel licenziamento del generale Michael Flynn.
Mary McCord è stata Procuratore generale aggiunto sotto Obama, una posizione che ha permesso anche a lei di avere un ruolo nel promuovere la narrazione della collusione con la Russia. In seguito è diventata consulente legale della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti durante la farsa dell'inchiesta sui datti del 6 gennaio. Più di recente ha cercato di ostacolare le nomine di Pam Bondi a Procuratore generale e di Kash Patel a Direttore dell'FBI. Suo marito, Sheldon Snook, ha lavorato per il giudice capo John Roberts dal 2014 al 2020. A dicembre 2020 ha scritto un articolo anti-Trump sul The Atlantic.
Lisa Monaco, un'altra mistificatrice della collusione con la Russia, è stata Consigliere per la sicurezza interna sotto Obama ed è diventata vice Procuratore generale sotto Biden. Ha guidato la campagna del Dipartimento di Giustizia contro Trump e i manifestanti del 6 gennaio.
John Carlin ha ricoperto un ruolo nella sicurezza nazionale sotto Obama ed è tornato nell'amministrazione Biden come Procuratore generale aggiunto per aiutare la Monaco a perseguire il programma di Obama in materia di diritto.
Janet Yellen è passata da Presidente della Federal Reserve sotto Obama a Segretaria del Tesoro durante l'amministrazione Biden.
Ron Klain è passato dall'essere capo dello staff del vicepresidente Biden a capo dello staff della Casa Bianca sotto Biden.
John Kerry è stato Segretario di Stato sotto Obama e inviato speciale del presidente per il clima sotto Biden.
Denis McDonough è passato dall'essere capo dello staff della Casa Bianca sotto Obama a segretario per gli Affari dei veterani sotto Biden.
Samantha Power, ambasciatrice delle Nazioni Unite sotto Obama, è diventata amministratrice dell'USAID sotto Biden.
Jen Psaki ha lavorato come vice addetta stampa e portavoce del Dipartimento di Stato sotto Obama, prima di diventare addetta stampa della Casa Bianca sotto Biden.
Amos Hochstein, che aiutò Hunter Biden a nascondere i legami corrotti della sua famiglia in Ucraina, era l'inviato speciale di Obama per gli affari energetici. È stato ricompensato con un ruolo simile sotto Biden.
Alejandro Mayorkas è stato direttore dei Servizi per la cittadinanza e l'immigrazione degli Stati Uniti e vicesegretario alla sicurezza interna sotto Obama, prima di diventare Segretario alla sicurezza interna sotto Biden.
David Shulkin è stato Sottosegretario agli Affari dei veterani sotto Obama prima di ricoprire l'incarico di Segretario agli Affari dei veterani sotto Trump, fino al suo licenziamento definitivo nel 2018.
Norm Eisen è passato senza soluzione di continuità dai suoi ruoli nell'amministrazione Obama, tra cui quello di ambasciatore in Repubblica Ceca, alla guida di operazioni contro Trump presso organizzazioni di facciata dell'establishment come la Brookings Institution.
Altri, come i due principali funzionari dell'intelligence di Obama, John Brennan e James Clapper, potrebbero non aver ricoperto ruoli ufficiali nelle amministrazioni successive, ma sono stati inseriti in importanti organi di stampa tradizionali (Brennan alla NBC e Clapper alla CNN) dove potevano dare forma al dibattito pubblico. Non sorprende che siano stati questi due uomini a guidare la famigerata campagna dell'intelligence che affermava falsamente che il laptop di Hunter Biden era disinformazione russa. Le loro azioni hanno avuto un ruolo fondamentale nel minare le possibilità di Trump alle elezioni del 2020.
Ci sono molti altri nomi, tra cui personaggi come Anthony Fauci, che facevano parte del governo non eletto prima della presidenza di Obama e hanno mantenuto i loro incarichi anche dopo.
Potremmo continuare, ma il punto è chiaro: la Washington permanente non è una “macchia” senza volto, ma una rete di élite interconnesse.
Trump
La presidenza di Donald Trump, caratterizzata dal suo status di outsider, ha posto una sfida significativa a questo ordine costituito. La sua elezione nel 2016 è stata vista da molti come una rivolta populista contro le élite radicate di Washington. Tuttavia i meccanismi dello Stato profondo, o più precisamente, le incrostazioni burocratiche e le reti di lunga data, si sono dimostrati resilienti e pericolosamente efficaci. Non ha aiutato il fatto che molti degli individui sopra menzionati, insieme ad altri, siano rimasti a Washington in ruoli governativi o quasi governativi, lavorando attivamente per minare la prima presidenza Trump.
Il secondo mandato di Trump rappresenta un'opportunità unica per sfidare il sistema consolidato e potenzialmente apportare cambiamenti radicali nel panorama politico. Se sarà in grado di interrompere in modo permanente la continuità delle élite di Washington, o semplicemente causare un temporaneo cambiamento di potere, rimane incerto.
La sfida è certamente formidabile. L'inerzia istituzionale è profonda e le sofisticate reti di influenza, costruite nel corso di decenni con personaggi come Obama al timone, sono saldamente radicate, così come i complessi militari e di intelligence che operano dietro le quinte politiche. Il primo passo è assumere le persone giuste e su questo fronte sembra che le cose stiano andando nel verso giusto.
Non ci sarà un quinto mandato per Obama, almeno non per un po'. Il velo è stato sollevato e i repubblicani non cadono più negli stessi inganni. Anche la posizione politica di Obama ha subito un duro colpo dal suo sostegno alla candidatura disastrosa di Kamala Harris. Tuttavia ciò non significa che non tenterà di ritornare. La sua cordiale interazione con Trump al funerale del presidente Carter allude a un possibile complotto.
Anche se il nostro incubo nazionale potrebbe concludersi con l'uscita di scena di Biden e Obama, almeno per ora, dobbiamo restare vigili per garantire che la storia non si ripeta.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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Mi spiace essere drastico, ma secondo me Trump doveva procurarsi dei pretoriani, assaltare e prendere possesso della Cia, dopo di che dare un solo ordine: determinare e sopprimere tutti i soggetti dello stato profondo.
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