giovedì 20 febbraio 2025

La Siria esplora l'adozione di Bitcoin

 

Ricordo a tutti i lettori che su Amazon potete acquistare il mio nuovo libro, “Il Grande Default”: https://www.amazon.it/dp/B0DJK1J4K9 

Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato "fuori controllo" negli ultimi quattro anni in particolare. Questa è una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa è la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso è accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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da Bitcoin Magazine

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/la-siria-esplora-ladozione-di-bitcoin)

L'economia siriana è in cattive condizioni, tanto per usare un eufemismo. Non solo la nazione mediorientale è stata colpita da oltre un decennio di guerre, ma il regime di Assad, al potere dal 1971, è stato rovesciato da un gruppo jihadista. Il conflitto, iniziato nel 2011, ha devastato le infrastrutture, costretto a sfollare milioni di persone e portato a sanzioni economiche da parte delle nazioni occidentali. Questi fattori hanno paralizzato l'economia e il commercio locali, portando a una grave inflazione. La lira siriana (SYP), che un tempo era relativamente stabile, ha perso oltre il 99% del suo valore dall'inizio della guerra, mentre l'iperinflazione ha trasformato beni di prima necessità, come pane e carburante, in beni di lusso per i cittadini comuni.

Di fronte a queste sfide, la Siria ha lottato per mantenere la stabilità monetaria, con riserve di valuta estera in calo e un accesso limitato ai sistemi finanziari globali. Tuttavia la speranza potrebbe ora essere all'orizzonte poiché è stato annunciato che la nazione mediorientale sta pianificando di legalizzare Bitcoin, esplorarne l'utilizzo per sostenere la sua valuta nazionale e usare le sue riserve energetiche per minarlo. Questa linea di politica rivoluzionaria potrebbe trasformare non solo l'economia siriana, ma fungere da potenziale modello per altre nazioni nella regione che sono anch'esse alle prese con l'inflazione e l'instabilità economica.

La natura decentralizzata di Bitcoin lo rende immune alle pressioni geopolitiche e alle politiche monetarie delle singole nazioni. Questa indipendenza offre alla Siria un modo per aggirare i sistemi finanziari tradizionali e le sanzioni. Legalizzare Bitcoin, e potenzialmente sostenere la lira siriana con esso, non solo faciliterà la stabilità monetaria, ma lo farà in un modo che consentirà alla nazione di diventare in qualche modo immune agli shock economici regionali. Bitcoin potrebbe anche consentire a cittadini e aziende di effettuare transazioni con maggiore sicurezza e aprire canali commerciali con Paesi in tutto il mondo.

Ciò fa sorgere qualche dubbio, i sistemi fiat localizzati non sono mai stati un buon modo per coltivare scambi e commerci in Medio Oriente, dove molte nazioni dipendono fortemente l'una dall'altra per beni e servizi di base e dove i confini possono essere labili. Molti di questi sistemi sono anche agganciati al dollaro statunitense, che offre un certo grado di stabilità ma consente anche agli Stati Uniti di esportare la propria inflazione. La regione ha una lunga storia di scambi commerciali che si basavano sull'oro, poiché era ampiamente accettato e riconosciuto come una riserva di valore solida. Bitcoin può ora svolgere quel ruolo, poiché è sempre più riconosciuto come la migliore riserva di valore e mezzo di scambio al mondo. Bitcoin, come l'oro, è anche molto in sintonia con i principi monetari islamici.

Inoltre la Siria possiede notevoli riserve energetiche, in particolare di petrolio e gas naturale. Tuttavia, a causa della guerra, gran parte di questo potenziale è rimasto inutilizzato o interrotto. Negli ultimi anni il mining di Bitcoin ha dimostrato che le regioni con risorse energetiche in eccesso possono trasformarle in flussi di entrate significativi. Il piano della Siria di utilizzare le sue riserve energetiche per minare Bitcoin è sia pratico che innovativo. Convertendo le sue risorse naturali in risorse digitali, la Siria può generare ricchezza indipendentemente dai tradizionali mercati dell'export. Queste entrate potrebbero quindi essere utilizzate per rafforzare la sua economia, finanziare progetti di ricostruzione e stabilizzare la lira siriana creando riserve coperte da Bitcoin. Offre inoltre un incentivo alle piccole imprese per esplorare e investire nella tecnologia del mining, il che può portare all'innovazione nella produzione di energia sostenibile e rafforzare l'economia locale.

Uno degli obiettivi principali della strategia siriana è ripristinare la fiducia nella sua valuta nazionale. Coprendo parzialmente la lira siriana con Bitcoin, il governo può offrire ai cittadini una ragione tangibile per detenere e utilizzare la valuta locale. Una lira coperta da Bitcoin potrebbe anche attrarre investimenti esteri, in particolare da individui e organizzazioni esperti di tecnologia incuriositi dall'adozione della valuta digitale da parte del Paese. Tale mossa è anche in linea con le tendenze globali. El Salvador, ad esempio, ha adottato Bitcoin come moneta a corso legale nel 2021 e ha visto un aumento del turismo e degli investimenti, nonostante lo scetticismo iniziale. Mentre la situazione della Siria è più complessa a causa del conflitto in corso e delle domande sulle inclinazioni ideologiche dei suoi nuovi leader, una strategia simile potrebbe produrre benefici a lungo termine una volta che il Paese si sarà stabilizzato.

La Siria non è l'unica ad affrontare inflazione e svalutazione della moneta. Molti Paesi nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa stanno affrontando problemi simili. Il Libano, ad esempio, ha vissuto un crollo finanziario catastrofico, con la sua valuta che ha perso oltre il 95% del suo valore sin dal 2019. L'inflazione in tutta la regione ha eroso il potere d'acquisto, minato la fiducia nelle valute locali e ostacolato la crescita economica. Coloro che dipendono dalle importazioni hanno trovato sempre più difficoltà a stabilizzare le loro economie mentre i prezzi globali delle materie prime salgono alle stelle.

La legalizzazione di Bitcoin da parte della Siria e il suo piano di integrarlo nella sua economia segnano una svolta significativa nella politica finanziaria globale. La natura decentralizzata di Bitcoin offre alle nazioni la possibilità di perseguire l'emancipazione finanziaria nonostante il più ampio contesto internazionale in cui si trovano. Offre loro una forma di autocustodia nazionale che può fungere da protezione contro le potenze esterne che cercano di influenzarne la politica interna. Sebbene permangano delle sfide, come la necessità di una migliore infrastruttura digitale e una maggiore consapevolezza di Bitcoin nei Paesi vicini, è sicuramente un passo audace nella giusta direzione.

Se avrà successo, l'esperimento della Siria potrebbe fungere da modello per altre nazioni nella regione che affrontano instabilità economica. Adottando Bitcoin, queste nazioni possono proteggere i propri cittadini dagli effetti devastanti dell'inflazione, ripristinare la fiducia nelle proprie valute e sbloccare nuove opportunità economiche. Paesi come Libano, Iraq e Iran, che affrontano sfide simili, potrebbero trarre enormi benefici dall'integrazione di Bitcoin nei propri sistemi finanziari. Mentre il panorama finanziario globale continua a evolversi, la mossa audace della Siria nei confronti di Bitcoin ne evidenzia il potenziale per affrontare alcune delle sfide economiche più urgenti del nostro tempo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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