Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato "fuori controllo" negli ultimi quattro anni in particolare. Questa è una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa è la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso è accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.
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(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/lascesa-di-bitcoin-e-un-trionfo-per)
È successo: Bitcoin ha superato la cifra tonda dei $100.000. Con la continua espansione monetaria del dollaro, questo era, prima o poi, l'unico risultato logico per una qualsiasi valuta fiat scoperta.
Forse non l'avete notato, ma il mondo di Bitcoin sembra straordinariamente calmo anche a sei cifre. Non ci sono Max Keiser che urlano “F*ck Elon” a folle estatiche, nessun giocatore degenerato che compra bitcoin con una leva finanziaria del 100X.
Una sensazione simile si è verificata all'inizio dell'anno scorso quando Bitcoin aveva superato per la prima volta il suo precedente massimo storico pochi mesi dopo l'approvazione degli ETF, e poi di nuovo la notte delle elezioni, quando il prezzo è stato il primo a indicare che la vittoria di Trump era imminente.
Rispetto al 2021 e al 2022, quando i bitcoiner erano tutti ubriachi e confusi dalla velocità con cui tutto questo era accaduto e inondati da truffe di sh*tcoin e vari disastri Ponzi (es. FTX, BlockFi, Three Arrows Capital), ora tutto è piuttosto calmo. Allora quelli di noi immersi fino al collo nello spazio Bitcoin erano stati presi d'assalto da commenti e messaggi di amici e familiari: “Come funziona? È una bolla? Ora sei in pensione? Wen Lambo?”.
Questa volta Bitcoin non si basa sulla bassa liquidità di mercato e su una discutibile ingegneria finanziaria, ma su ingenti afflussi dagli ETF, dai risparmiatori che vogliono sfuggire alla trappola del debito e da quello che sembra essere un continuo aumento di acquisizioni da parte di diversi fondi sovrani.
Ora è tutto “stranamente normale”. Lo scopo di Bitcoin non è un rapido ritorno finanziario in un classico schema pump-and-dump; è qui per riparare il mondo monetario a pezzi. Il numero di aziende che costruiscono usi critici (assicurazione, wallet hardware e app che anche vostra nonna potrebbe usare, rilevamento delle frodi, riscaldamento domestico, verifica dei risultati elettorali) corrisponde davvero alle aspirazioni di questa tecnologia rivoluzionaria.
Ha scritto Pete Earle il 5 dicembre, quando il tasso di cambio di Bitcoin rispetto al dollaro ha superato per la prima volta quota $100.000: “La sua ascesa a $100.000 dimostra come l'innovazione decentralizzata e senza autorizzazioni possa sfidare, migliorare e superare i sistemi legacy, compresi quelli in ambito monetario”.
Ciononostante la situazione è incredibilmente tranquilla: tutti continuano a lavorare, un passo alla volta.
Tutti abbiamo fatto i compiti a casa leggendo, imparando, facendo podcasting, pubblicando libri e articoli e riflettendo sulla natura del denaro nella società. Durante i nostri spostamenti, durante le pause pranzo, prima di andare a letto, durante le pause per andare in bagno, abbiamo riflettuto sulle conseguenze di una moneta a offerta fissa con cui non si poteva scherzare. Abbiamo trascinato le nostre dolci metà alle conferenze di Miami, Praga, Lugano e Madeira invece di andare in vacanza a Yosemite, Cape Cod, Londra, o Marsiglia.
Abbiamo imparato di più sui nostri sistemi politici, economici e monetari disfunzionali. Dopo un decennio o più di politiche fiscali e monetarie folli e irresponsabili, abbiamo visto i nostri governanti cedere alla disperazione e il sistema politico corrotto mostrare senza sosta i suoi difetti come se fossero virtù. Li abbiamo visti stampare, spendere, inflazionare, censurare, bloccare i pagamenti, sequestrare beni e cacciare dalle piattaforme la gente “non allineata”.
In quel mondo è ovvio e inevitabile che Bitcoin (e la sua controparte informativa, Nostr) abbia successo: Bitcoin, in quanto denaro apolitico, è stato creato per questo. Nessuno dovrebbe sorprendersi che un sacco di gente abbia votato con i propri dollari prima sui mercati Bitcoin e poi il 5 novembre. È chiaro che gli americani ne hanno avuto abbastanza.
Bitcoin è un voto di sfiducia nel caos fiscale e monetario che i nostri funzionari hanno creato. Vogliamo regole, non governanti.
Se consumate troppo i media generalisti e leggete troppo i titoli di giornale, per loro Bitcoin era morto e sepolto. Noioso. Irrilevante. Una truffa sofisticata, nata da un sistema monetario a buon mercato. Infatti è morto centinaia di volte; quelli di noi che hanno trascorso abbastanza ore per studiare veramente Bitcoin hanno sentito roba del genere così tante volte da esserne esausti.
Quando Bitcoin ha toccato brevemente massimi più alti durante la scorsa primavera, Peter Schiff l'ha definito la “bolla definitiva” e ha etichettato “folle” Michael Saylor. La cosa più divertente è che Bitcoin era morto a febbraio dell'anno scorso a detta di due economisti della BCE, i quali lo hanno dichiarato inutile e pericoloso. Quegli stessi tizi erano tornati in autunno, preoccupati delle “conseguenze distributive” per la società se Bitcoin avesse continuato ad apprezzarsi per sempre (cosa sarebbe successo?). Persino gli autori di Alphaville del Financial Times, che non sono amici di Bitcoin, hanno ridicolizzato l'ipocrisia della BCE che ha più da perdere nel caso in cui Bitcoin avesse successo: “Ovviamente a nessuno nell'anno del Signore 2024 importa davvero cosa dice la BCE su Bitcoin”.
Il modo in cui Bitcoin risorge è trattato meno di frequente. Come uno scarafaggio, l'epiteto che The Economist gli ha dato a dicembre dell'anno scorso, torna, ancora e ancora, ogni volta più forte e rumoroso di prima. Con più utenti, più persone che lo usano e lo accettano negli scambi, con più hash rate che lo protegge e più prodotti che lo integrano.
Ormai è integrato nell'infrastruttura elettrica della nazione e nei suoi mercati finanziari. È un potenziale nuovo mezzo di scambio, regolarmente disprezzato dagli economisti dell'establishment e invece abbracciato da outsider e personaggi politici non convenzionali come Nayib Bukele e Javier Milei (e apparentemente persino da Vladimir Putin), oltre alla “plebe” e ai cosiddetti deplorevoli.
L'ascesa di Bitcoin non è un semplice trionfo circostanziale, ma un riflesso della capacità delle persone di discernere la verità tra condizioni economiche difettose. Il prezzo è importante, ciononostante la sua crescita è una testimonianza del desiderio popolare di asset decentralizzati, affidabili e resistenti all'inflazione.
Qualunque sia la vostra opinione su Bitcoin, che l'abbiate ignorato o studiato attentamente, che lo riteniate un gioco d'azzardo illegale, un rumore irrilevante o la cosa migliore per l'umanità, mentre il sistema monetario tradizionale peggiora sensibilmente, Bitcoin migliora relativamente.
Il massimo storico di Bitcoin non è solo una pietra miliare per questa nuova valuta; significa un cambiamento più ampio nel modo in cui gli individui percepiscono e interagiscono con il denaro. Il sistema finanziario e le condizioni monetarie in cui viviamo hanno un disperato bisogno di rampe di uscita e la rivoluzione è qui per questo.
Mantenete la calma e continuate a costruire, amici miei.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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