martedì 7 gennaio 2025

La vera democrazia può essere solo la libertà

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Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato "fuori controllo" negli ultimi quattro anni in particolare. Questa è una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa è la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso è accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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di Finn Andreen

(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://fsimoncelli.substack.com/p/la-vera-democrazia-puo-essere-solo)

Con l'avvento della democrazia rappresentativa più di un secolo fa nella maggior parte dell'Occidente, la credenza popolare era che il “governo dei pochi” sarebbe stato relegato nella pattumiera della storia. Ciò non è mai accaduto, ovviamente, come è diventato più chiaro ai “molti” nel corso dei decenni. Infatti l'oligarchia occidentale al potere è diventata più visibile di prima, troppo sfacciata nei suoi tentativi d'imporre la sua agenda globalista al mondo.

L'illusione della democrazia rappresentativa è svanita anche con il peggioramento delle condizioni sociali ed economiche in Occidente. Da un lato, le politiche monetarie e di immigrazione che sono state implementate a lungo termine e senza legittimità democratica stanno influenzando il tessuto stesso delle società occidentali. Dall'altro, il processo democratico stesso ha contribuito alla crescita dell'interventismo statale per oltre un secolo, con effetti disastrosi.

Per queste ragioni la democrazia rappresentativa non può certamente essere associata alla libertà, nonostante quanto si possa credere a livello popolare. Farlo significherebbe che l'essenza della libertà, vale a dire la protezione dei diritti di proprietà, viene spinta in secondo piano. La democrazia non è un baluardo contro la violazione della proprietà privata, è l'esatto contrario. Come scrisse Ludwig von Mises in Nation, State and Economy (1919): “La democrazia è il mezzo migliore per realizzare il socialismo”.

La realtà è che il sistema politico noto come democrazia rappresentativa non è “democratico” nel senso etimologico di “governo del popolo”. Un autentico governo del popolo non potrà mai essere raggiunto da un sistema politico. L'unico modo in cui il popolo può governare è quando ogni sua singola unità è libera politicamente ed economicamente. Questa dovrebbe essere la vera definizione di “democrazia”.


La vera democrazia è il diritto all'autodeterminazione 

Dal punto di vista politico il governo del popolo può significare solo il diritto all'autodeterminazione. Mises lo definì in questo modo: “La democrazia è autodeterminazione e autogoverno [...]. Non è il diritto all'autodeterminazione di un'unità nazionale delimitata, ma il diritto degli abitanti di ogni territorio a decidere circa lo stato a cui desiderano appartenere”.

In altre parole, gli individui dovrebbero avere il diritto di secedere da uno stato, politicamente e legalmente, se lo desiderano. Quindi la vera “democrazia” significa anche il diritto alla secessione; la libertà politica aumenta per qualsiasi minoranza, regione o città a cui è consentito decidere di non essere governata da un particolare stato-nazione.

La secessione potrebbe portare all'indipendenza dell'unità secessionista. Tale e completa autodeterminazione, in particolare a livello regionale o comunale, rappresenterebbe un passo importante verso la libertà per gli interessati, perché gli stati più piccoli sono generalmente più liberi e più ricchi di quelli più grandi, come dimostra il caso del Liechtenstein.

La transizione verso tale autodeterminazione da società controllate centralmente non è, ovviamente, semplice. Un primo passo potrebbe essere un aumento del sostegno al principio di sussidiarietà e decentramento fiscale.

La secessione effettiva porterebbe probabilmente a questioni spinose tipo la risoluzione delle rivendicazioni legate alla proprietà privata e al possibile trasferimento volontario di individui che rifiutano la secessione. Un grande ostacolo è quello politico poiché, anche se le secessioni accadono, tali iniziative sono solitamente respinte dallo stato di controllo, anche nelle “democrazie” rappresentative. E quando hanno successo, è spesso con il sostegno egoistico di forze politiche esterne.


La vera democrazia è il libero mercato

Dal punto di vista economico il governo del popolo può esistere solo nel libero mercato, dove gli scambi avvengono senza alcuna interferenza da parte dello stato. Questo è ciò che Mises chiamava, in Human Action (1949), la “democrazia del mercato”.

È l'intervento dello stato nel mercato che conferisce potere politico alla minoranza dominante e limita in innumerevoli modi lo sviluppo e il progresso della società, non da ultimo a livello individuale. La maggioranza può quindi avere più influenza sulla direzione della società solo attraverso una limitazione di questo potere politico. Un aumento della libertà (vale a dire uno scambio più volontario e non forzato) richiede quindi la riduzione del potere dello stato sulla società.

Il libero mercato è l'unico ordine sociale basato sulla sovranità popolare intesa come diritto di scelta. Solo l'economia di libero mercato consente che le scelte di milioni di individui siano prese in considerazione, non una volta ogni pochi anni alle urne, ma ogni giorno, innumerevoli volte al giorno per ogni individuo. Come scrisse Mises: “Il capitalismo è il compimento dell'autodeterminazione dei consumatori”. La vera democrazia può quindi esistere solo nel libero mercato.


Conclusione

Queste due descrizioni della vera democrazia, vale a dire, come diritto alla secessione e come libero mercato, rappresentano due facce della stessa medaglia: l'autodeterminazione dell'individuo a livello politico ed economico. La vera democrazia può, quindi, essere solo libertà, nel senso di assenza di intervento statale nella società.

È chiaro che la realizzazione di una democrazia reale di questo tipo, in qualsiasi luogo oggi, sarebbe a dir poco difficile. Infatti potrebbe non realizzarsi nelle forme pure descritte sopra. Tuttavia, anche da un punto di vista pragmatico, un più ampio riconoscimento dei principi e dei benefici dell'autodeterminazione è diventato assolutamente necessario.

L'impasse statalista e il malessere sociale in cui si trovano attualmente le società occidentali rendono urgente una tale comprensione, in virtù soprattutto della restrizione della circolazione delle idee di libertà a causa della propaganda statalista prevalente.

Con il peggioramento delle condizioni economiche e politiche, diventerà quindi più probabile che una crisi importante o una violenza politica (o entrambe) rendano popolare l'idea che la vera democrazia possa essere solo libertà. I tempi attuali, fatti di incertezza, rappresentano un rischio di controllo dall'alto ancora più stretto, ma anche un'opportunità di libertà che dovrebbe essere colta.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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