(Versione audio dell'articolo disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/illusione-monetaria-e-la-chimera)
Supponiamo che un imprenditore (o un falsario!) apra una banca e presti a tutti un sacco di soldi a condizioni irresistibili. All'improvviso la città si anima, le auto escono dai parcheggi, le mance nei bar aumentano, gli showroom di mobili vengono svuotati e, naturalmente, i prezzi salgono. Tutti si sentono più ricchi: il PIL locale aumenta, la città viene citata dai giornali, sulla bocca di tutti c'è “rinascita della classe media” e il sindaco pensa di candidarsi a primo ministro della nazione.
I guai iniziano in sordina, ma poi diventano un'onda che travolge presto la città e le cose vanno a rotoli. I soldi spariscono, i prestiti devono essere rimborsati, le vendite diminuiscono, le auto e i mobili vengono pignorati.
Che fine ha fatto il boom? Che fine ha fatto tutta quella precedente ricchezza?
Era fittizia, irreale, transitoria, effimera, una chimera, un miraggio, una vana e folle fantasia. Com'è possibile? Le BMW e gli arredi erano cose reali e tangibili. Il boom era autentico, ma la scintilla è stata il credito, non il risparmio. I risparmi possono essere spesi e goduti. Fine della storia. Il credito, però, è accompagnato dalle “richieste del futuro”. Investito con successo potrebbe creare nuova ricchezza, ma se viene semplicemente consumato non crea nuovo flusso di reddito per estinguere il debito. Le persone si limitano solamente a spendere soldi che non hanno e diventano più povere.
È stata notizia recente che il debito pubblico italiano ha superato i €3000 miliardi, mentre il PIL (per quanto non sia una misura affidabile della ricchezza reale) langue indietro sin dalla crisi del debito sovrano del 2010. Supponendo che fossero andati di pari passo, non esisterebbero quegli ~€800 miliardi in più. Questi ultimi rappresentano “le richieste di domani” che difficilmente saranno soddisfatte. Si trattava di credito immesso nel sistema ma senza un corrispondente aumento della ricchezza reale. Gran parte della “ricchezza” dell'economia è solo metà di una transazione incompleta. È la parte divertente del ciclo del credito: il debito aumenta da una parte del libro mastro e la “ricchezza” dall'altra. E poi, quando il ciclo del credito completa la sua oscillazione, entrambi scompaiono: i debiti vengono pagati, cancellati o gonfiati; gli attivi vengono svalutati. Come ho scritto nel Capitolo 2 del mio ultimo libro, Il Grande Default, esistono risparmi reali e risparmi fasulli. Per quanto una linea di credito facile possa facilitare la vita ad aziende neonate con un'idea buona in mente, l'azzardo morale che ne consegue cresce di ordini di grandezza superiori. Detto in modo semplice, la probabilità di incappare in errori economici diventa sempre più grande. Nel momento in cui, poi, determinate aziende arrivano al vertice e possono esercitare potere di lobby, piuttosto che andarsene nel sereno abbraccio della bancarotta quando diventano improduttive, esercitano la loro influenza per restare a galla.
Al giorno d'oggi esistono molte aziende “zombi” in Italia, incapaci di pagare persino gli interessi sul loro debito. A livello di facciata potrebbero anche valere tanto, ma qual è il valore reale di un'azienda che può rimanere in attività solo prendendo in prestito sempre più denaro? Il libro mastro non dovrebbe elencarle come passività piuttosto che come attivi? Inutile dire che tale cancrena fagocita anche la fiducia del sistema bancario commerciale a elargire prestiti.
Nonostante tutta la magniloquenza che i media generalisti usano per descrivere l'economia italiana, fatta di lavori che vanno a ruba e titoli sovrani la cui vendita a frotte è l'invidia del resto del mondo, la sostenibilità di un Paese si basa su una semplice dicotomia: ricchezza fasulla contro ricchezza reale. Per quanto possa sembrare insolente da parte mia nei confronti della narrativa ufficiale, la “ricchezza fittizia” spiega perché il nostro Paese, presumibilmente sulla buona strada, in realtà continua a sprofondare in un baratro senza fondo. In parole povere il denaro fasullo ha portato a un'economia con ricchezza fasulla. Gran parte dell'economia italiana (se misurata dal PIL) è fittizia, fraudolenta o fantasiosa. Il denaro fasullo crea un'economia fasulla, la quale cresce prendendo in prestito denaro che non esiste. Il denaro reale deve rappresentare beni, servizi e asset reali, ma il denaro fiat non rappresenta nulla. È credito vuoto e concesso a tassi artificialmente bassi. Certo, fa aumentare il PIL, le azioni, le obbligazioni e il settore immobiliare dandoci l'impressione di una grande ricchezza, ma il rovescio della medaglia del credito è il debito e quello totale dell'Italia è arrivato a circa il 255% del PIL. E man mano che aumenta, aumenta anche la spesa per interessi.
Gran parte del denaro fasullo è stato preso in prestito dai burocrati. La parte dell'economia direttamente controllata (spesa pubblica) o resa torbida (regolamenti statali o locali) dallo stato è aumentata nel corso del tempo. La spesa pubblica è inclusa nelle cifre del PIL, il 100% di essa, ma pochissima produce il tipo di ricchezza reale di cui c'è bisogno per pagare i debiti passati e contribuire alla prosperità attuale. Per vederlo coi vostri occhi, da un punto di vista prettamente finanziario, vi basta aggiustare i rendimenti attuali delle obbligazioni sovrane italiane all'inflazione (quella reale ovviamente, come misurata dall'oro, e non dall'IPC).
LA RICCHEZZA DI UNA NAZIONE, ORA, È UN'ILLUSIONE
Il valore “nominale” è molto diverso dal valore reale. Ma non sono solo i titoli sovrani a fingere di avere un valore che in realtà non hanno. In tutto il mondo a rendimento fisso ci sono perdite non riconosciute e ricchezza immaginaria. In termini ancora più specifici: davvero credete che ciò che possedete oggi, in termini di ricchezza personale, è davvero vostro? La risposta è “No, non è vostra” dato che può essere sequestrata in qualsiasi momento e in modo nascosto/sordido. Il Capitolo 13 del mio ultimo libro, Il Grande Default, descrive esattamente questa dinamica, ovvero che l'Europa, non avendo risorse di capitale energetico e non avendo mercati finanziari affidabili, per sopravvivere alla tempesta economica incalzante può solo parassitare il bacino di asset che dispone la popolazione. O si illude di possedere...
Leggiamo da un meandro di Wikipedia:
L'illusione monetaria è un errore di valutazione compiuto da chi ragiona in termini di valore nominale della moneta, tenendo conto in modo inadeguato della variazione del suo valore reale e rischio.
Ad esempio una riduzione del livello dei salari reali, a seguito della riduzione del potere d'acquisto della moneta, non viene percepita nel breve periodo.
L'illusione monetaria spiega in parte il comportamento dei risparmiatori che in condizioni di inflazione elevata accettano di impiegare le loro ricchezze a tassi di rendimento reali che, ex post, risultano negativi.
Altrettanto l'illusione monetaria spiega il comportamento dei consumatori che non aggiustano il proprio tenore di vita nel breve periodo a seguito di un generalizzato decremento del potere di acquisto dei salari.
L'illusione monetaria è uno di quei termini economici che si spiega da sé, ma ecco un altro esempio. La maggior parte delle persone sa che cento euro non comprano oggi quello che compravano dieci anni fa, ma pensa ancora in termini di prezzi passati (gli anziani di più, per ovvie ragioni). Un lavoratore potrebbe sentirsi bene con un aumento del 5%, ma se l'inflazione è al 7%, in realtà sta guadagnando meno di prima. Questo è un processo in corso da decenni con il risultato che, in termini reali, i salari sono più bassi. Se gli stati iniziassero a stampare denaro e ad acquistare asset, molti inizierebbero a mettere in discussione il denaro stesso e la fiducia nella moneta fiat potrebbe scomparire rapidamente.
Il denaro moderno ha un valore nominale, ma non un valore intrinseco. Si basa sull'illusione (e sulla legge) per funzionare. Più lo si svaluta, meno è probabile che l'illusione regga. Ovviamente il sostegno della legge fa una grande differenza, così come il fatto che le tasse debbano essere riscosse in questo denaro, ma il sistema è vulnerabile. Le illusioni possono durare a lungo, ma quando si infrangono lo fanno molto rapidamente, e poi non c'è più niente.
Ecco perché oro e Bitcoin sono asset a parte. Entrambi sono denaro in sé e per sé: uno è il prodotto della natura, l'altro il prodotto di quantità straordinarie della potenza di calcolo. Nessuno dei due dipende da nessun altro.
ANDARE IN BANCAROTTA... COME CI SI È SEMPRE ANDATI
I tagli dei tassi da parte della BCE non creano ricchezza come per magia. La ricchezza è creata da aumenti di produttività con più output per unità di lavoro e input di risorse. È il risultato di duro lavoro e pazienza. I piaceri immediati devono essere rimandati e le lezioni devono essere apprese. Il capitale non può essere semplicemente consumato; deve essere risparmiato e investito saggiamente, abilmente. Tutto il resto è distrazione, frode e fantasia. Abbassare il costo del credito rende più facile acquistare cose, ma non rende necessariamente più facile pagarle. Come abbiamo visto, più credito crea ricchezza “fittizia” a breve termine, non ricchezza reale a lungo termine. I venditori registrano l'aumento delle vendite come un surplus; i burocrati registrano le vendite extra come un aumento del PIL. Ma finché il conto non viene saldato, la transazione è incompleta.
Man mano che aumenta il debito, aumenta anche il costo del servizio del debito (interessi) e il numero di debitori che non saranno in grado di pagare, incluso il più grande debitore al mondo, ovvero lo stato. E così aumenta la quantità di ricchezza che probabilmente scomparirà nella prossima crisi. Ciò è particolarmente vero quando il prestito è stato fatto con falsi pretesti, ovvero a tassi d'interesse irrealistici o artificialmente bassi. Ed ecco che... il debito aumenta.
Sono uscite le cifre riguardanti le prestazioni dell'economia italiana nell'ultimo anno. Si riconferma un Paese in cui la qualità dell'occupazione continua a declinare: questo dato può esse estrapolato dall'aumento dell'attività turistica e di conseguenza l'aumento dell'impiego nel settore terziario. Ma un Paese non può reggersi esclusivamente su questo settore, dato che i lavori creati non sono in grado di sostenere un'economia complessa; infatti il comparto industriale continua la sua caduta libera. Questo a sua volta significa che i numeri degli occupati, sulla scia della contrazione delle prestazioni welfaristiche (es. reddito di cittadinanza), sono anche gonfiati da persone che svolgono più di un lavoro per sbarcare il lunario. Non solo, ma se davvero il boom dell'occupazione di cui blatera l'informazione mainstream fosse vera e aggiungesse ricchezza alla nazione, allora i numeri del PIL non sarebbero così anemici. Questo perché la Legge dei rendimenti decrescenti è scesa in territorio talmente negativo che gli accordi “lose-lose” (vicendevolmente svantaggiosi) erodono unità di PIL aggiuntivo, anche se tali numeri vengono tenuti artificialmente su da stampa di denaro e deficit pubblico persistente.
E infine arriviamo a un punto cruciale che pochi ancora afferrano: l'inflazione dei prezzi. I media generalisti ci tengono a far sapere che “tutto è tornato sotto controllo”, facendo festa per i delta che cambiano di mese in mese. Ma se allarghiamo il quadro, le cose stanno diversamente: i prezzi cavalcano in alto, senza sosta, sin dal 2000. L'aumento composto di questo indice, e il furto conseguente, è apprezzabile nel grafico qui sotto.
Un tasso di variazione più lento non significa che un'inflazione dei prezzi in diminuzione! Significa, ammesso che sia accurato, che l'inflazione dei prezzi sta crescendo meno rapidamente. È questo cambiamento che sta uccidendo la qualità della vita per la classe media italiana. In secondo luogo la velocità del denaro è in aumento. Il prossimo grafico mostra la variazione dell'offerta di denaro M2: i dati più recenti mostrano che sta di nuovo espandendosi. In sintesi, si sta formando una “seconda ondata” di inflazione.
Questa è una nazione che sta andando in rovina nel modo tradizionale: aggiungendo ricchezza fasulla e debito reale. Sì, cari lettori, c'è “ampio spazio” per tagliare la spesa, ma la frode è più gradita della verità e aumentare il debito è molto più allettante che saldarlo.
LA MEGAPOLITICA
La “megapolitica” è una delle mie metodologie d'analisi non così segreta. Fornisce un vantaggio aiutandomi a comprendere le correnti più profonde della politica e dell'economia; solo su queste pagine potete leggere i risultati di tali analisi, o ascoltare se volete risparmiare tempo. Ad esempio, uno potrebbe osservare il meteo: cambia giorno dopo giorno, un giorno è più caldo e il giorno dopo piove. Potrebbe indovinare cosa succederà con il passare dei giorni, ma è molto utile sapere che ci sono stagioni, schemi che si ripetono, mai esattamente gli stessi, ma sempre presenti. La megapolitica non è altro che un'intuizione, ma una importante: ci sono stagioni anche nei mercati e nella politica. Potreste pensare, ad esempio, che “lo stato non permetterebbe mai che [una cosa] accadesse”... o che non accadrà perché “nessuno lo vuole”. Ma poi... accade comunque.
Le persone, soprattutto quelle intelligenti, si auto-ingannano: sopravvalutano regolarmente la loro capacità di capire cosa sta succedendo e la loro competenza nel controllare il futuro e sbrogliare i nodi dalla storia. Intraprendono programmi e progetti per rendere il mondo un posto migliore: le Crociate, la Prima guerra mondiale, la Rivoluzione russa, il Grande balzo in avanti, e finiscono per rendere la storia più perversa che mai. Il problema nasce dalla natura stessa della vita. Ci sono un numero infinito di cose che accadono e un numero infinito di modi per guardarle. Noi esseri umani, tuttavia, non abbiamo una quantità infinita di tempo o una capacità cerebrale infinita, quindi mettiamo le cose in categorie (un processo che Kant descrisse come “imperativo categorico”) per semplificarle.
I proto-umani dovevano prendere decisioni rapide per sopravvivere. Se vedevano una cosa grande e pelosa che caricava nella loro direzione, ad esempio, non avevano il tempo di chiedersi a quale genere o specie potesse appartenere, o se non fosse un'illusione ottica causata dal sole al tramonto o uno scherzo fatto da uno dei membri della sua tribù. Dovevano correre, il più velocemente possibile, per sopravvivere. I nostri antenati, i sopravvissuti, erano quelli che correvano non quelli che si fermavano a ponderare. Oggi riceviamo migliaia di “messaggi” (es. pubblicità, avvisi, dati, opinioni e osservazioni) e li scorriamo sui nostri schermi dei computer, il più velocemente possibile, scegliendo quelli che meritano la nostra attenzione. La maggior parte viene ignorata immediatamente, alcuni vengono notati e studiati attentamente; altri cambiano effettivamente le nostre idee o il nostro comportamento.
La maggior parte delle persone è impegnata; classifica le cose in categorie molto semplici: buono o cattivo, rosso o blu, amico o nemico. I nemici sono persone “cattive”; questo è tutto ciò che pare si debba sapere. Anche il mondo della finanza può essere ridotto alla più semplice dicotomia. I prezzi salgono o scendono; perché complicarlo? Ma semplificare troppo può causare grandi errori. I “nemici” non sono sempre veri nemici e alcune guerre vale la pena di essere combattute. Per avere un'idea di cosa sta realmente accadendo, dobbiamo capire le stagioni. Possiamo guardare fuori dalla finestra e vedere il sole che fa capolino tra le nuvole, ma aiuta anche sapere che è primavera.
Nel senso più semplicistico e superficiale, le persone fanno le loro scelte e cercano di ottenere ciò che vogliono, ma nel mondo più profondo e megapolitico, ciò che vogliono non ha nulla a che fare con questo. La megapolitica descrive le profonde correnti della storia, un po' come la Corrente del Golfo, un immenso fiume sottomarino. In superficie non è nemmeno visibile, ma sotto l'oceano trasporta acqua calda attraverso l'Atlantico e rende abitabile l'Europa settentrionale. È un modello naturale. Ci influenza; ma noi non abbiamo alcuna influenza su di esso. La megapolitica riconosce che “le cose accadono” che lo vogliate o meno. Chi vuole morire, per esempio? Ma a tutti capiterà. E chi poteva immaginare che la cricca di Davos sarebbe stata messa in ginocchio? Ma è accaduto anche questo.
Povera Lagarde, adesso rimarrà sola a stampare con la scusa di dover proteggere alberi e scoiattoli https://t.co/7u35xiutqc
— Francesco Simoncelli (@Freedonia85) January 17, 2025
La megapolitica ci incoraggia a guardare oltre gli slogan e le banalità che diamo per scontate. Il Titanic era considerato inaffondabile, finché non è affondato. E ora, molte persone pensano che la BCE “non permetterebbe” una recessione, un'inflazione incontrollata o un mercato ribassista di lunga durata. Ma la BCE può davvero impedire queste correzioni naturali? Probabilmente no, in particolar modo ora che il mercato degli eurodollari è sotto contrazione della leva per esplicito volere della FED che ha messo ordine nella sua equazione monetaria. Niente più pasti gratis a danno degli Stati Uniti.
Esiste la massima “tutti gli esseri umani sono creati uguali”, per esempio, o che dovremmo “fare agli altri ciò che vorremmo che facessero a noi”. Esse valgono anche per le nazioni... o per meglio dire, le fazioni. Quando il potere cambia drasticamente, i diritti di uguaglianza svaniscono. Immaginate un'invasione di alieni con una tecnologia di gran lunga superiore. Potrebbero trattare gli esseri umani come noi trattiamo il bestiame. Anche tra gli esseri umani enormi disparità di potere portano a relazioni che non sono in alcun modo “uguali”. Questa era la storia di fondo del XVIII e XIX secolo, quando gli europei avevano un tale vantaggio in termini di potenza di fuoco rispetto ai popoli indigeni dell'Africa, del Sud-est asiatico, dell'Australia e delle Americhe da riuscire a colonizzare enormi distese di territorio. La gente del posto potrebbe aver avuto dei “diritti”, ma solo quelli che i conquistatori avevano scelto di dare loro.
La megapolitica espone modelli e realtà a cui poche persone vogliono pensare. Ci rende sospettosi su “ciò che tutti sanno” e scettici su “ciò che tutti credono”. La guerra in Ucraina ha davvero senso? Le banche centrali possono davvero sapere di quali tassi d'interesse ha bisogno una nazione? La democrazia funziona davvero nel modo in cui credono gli elettori? È davvero caduto l'impero britannico? Quanto ancora gli eurodollari influenzano i mercati mondiali? Se la FED non avesse cercato l'indipendenza dal resto del caravanserraglio delle banche centrali, in che mondo vivremmo adesso? Ci sono più domande che risposte, ma il solo fatto di porsele fornisce un vantaggio sulla maggior parte degli investitori.
Poche persone vorranno approfondire queste questioni. I buoni contro i cattivi, noi contro loro, il rosso contro il blu: per la maggior parte di noi è sufficiente. Ma negli anni difficili che ci aspettano, un'analisi superficiale potrebbe rivelarsi disastrosa.
CONCLUSIONE
L'analisi megapolitica ci aiuta a mettere nel giusto contesto il fallimento dell'Italia e quello più ampio dell'UE. Con l'addio della Yellen e, adesso, un bilanciamento del budget insieme a un Dipartimento del Tesoro che non fa più un QE mascherato tramite sovraemissione di titoli sovrani, Bailey e la Lagarde vedranno aumentare i loro guai. Nell'ultimo anno in particolare hanno usato le grasse emissioni della Yellen per tenere soppressi i differenziali di rendimento tra i titoli sovrani delle loro giurisdizioni e quelli americani. In questo modo hanno influenzato pesantamente il lato destro della curva dei rendimenti americani, sacrificando, però, le loro valute nel frattempo. Sterlina ed euro infatti si sono schiantati rispetto al dollaro. Con l'insediamento di Trump, però, lo zio Sam tornerà ad avere un potere contrattuale reale sulle altre divise. Stavolta per davvero, dato che tutti quei meccanismi che svilivano silenziosamente il dollaro vengono smantellati. L'illusione monetaria e l'illusione della ricchezza fasulla, alimentate da Bruxelles e City di Londra per spacciare la menzogna di un'economia solida, affidabile e degna di fiducia, alternative a quella americana, verrà infranta.
Prima gli eurodollari, poi il LIBOR, adesso salta fuori anche il meccanismo di clearing dei titoli sovrani americani a Londra. È a dir poco assurda la profondità con cui i tentacoli della City e della BoE affondassero nell'economia USA e la sfruttassero.https://t.co/mird7PYEfn
— Francesco Simoncelli (@Freedonia85) January 19, 2025
Supponendo, adesso, un piano di contingentamento della spesa pubblica americana, la salita dei rendimenti dei titoli sovrani europei è dietro l'angolo. E guarda caso adesso i BTP italiani vengono esclusi dal calcolo dell'ISEE...
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Nonostante si sia arrivati all'impossibile, faccio fatica a credere che nel medio periodo la politica rinuncerà alla stampa indiscriminata, ad un certo punto vedo la gente per strada che muore di fame, come negli usa, e i politici che continuano a lucrare.
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