(Versione audio dell'articolo disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/caos-economicogeopolitico-o-dieci)
Come mai l'economia italiana attuale, la migliore di sempre a quanto pare, o almeno così dicono tutti, riesce a produrre “occupazione da record” ma in mezzo secolo non è riuscita a dare ai lavoratori un aumento di stipendio? Come mai oggi è più costoso per loro, in termini di ore di lavoro, acquistare una casa o un'auto rispetto a 50 anni fa? Case e auto sono gli asset “fondamentali” della classe media e la maggior parte delle persone le ottiene scambiando il proprio tempo (stipendio). Poiché ci vuole sempre più tempo per acquistarle, le persone hanno meno tempo a disposizione; sono più povere in ciò che conta di più: il tempo.
Naturalmente case e auto dovrebbero essere di qualità superiore rispetto agli anni '70. Alcuni economisti ritengono che questi miglioramenti “edonici” giustifichino i prezzi più alti. Ma se sono migliori è grazie ai progressi tecnologici. Un'auto, ad esempio, ha più componenti elettronici di prima. Si dice che sia più sicura, più veloce e più economica. Naturalmente anche le fabbriche sono diventate più avanzate: la concorrenza spinge i produttori a migliorare le cose e a renderle più economiche. I vari pezzi sono diventati più facili da fare e più facili da assemblare; molte funzioni che prima richiedevano lavoro manuale ora vengono eseguite roboticamente.
Quindi la tecnologia che ha reso le auto migliori avrebbe dovuto renderle anche più economiche, non più costose.
Allo stesso modo ci viene detto che le case sono più grandi e migliori che mai. Sono più costose perché valgono di più, ma potrebbe essere vero proprio il contrario. Le nuove case sono spesso realizzate con materiali compositi fragili che sono facili da lavorare, ma non hanno la bellezza e la solidità del vero durame di quercia o pino. Inoltre anche le case costruite nel 1970 o prima sono costose e spesso più costose di quelle di più recente costruzione. Quindi come mai una persona media deve lavorare il doppio del tempo solo per un tetto sopra la testa e un set di ruote? È perché “il sistema” è stato corrotto? Ora fornisce politiche pubbliche che servono gruppi specifici di persone, di solito quelle con un buon team di lobbying e un sacco di soldi per “oliare gli ingranaggi politici” a spese del pubblico.
Più volte su questo blog abbiamo visto che il PIL ha poco a che fare con la ricchezza reale. Le illustrazioni più chiare a tal proposito sono state fornite dalla Germania nazista e dall'Unione Sovietica. In quest'ultima i lavoratori comuni erano più poveri, di proposito. L'economia era organizzata e controllata dall'élite, alle industrie veniva detto cosa produrre e quanto potevano far pagare. Il sistema sovietico produceva molti prodotti, ma pochi che la gente desiderasse realmente. Eppure, sempre negli anni '80, c'erano ancora economisti in Occidente che erano impressionati solo dai numeri. Paul Samuelson, ad esempio, “scrisse il libro” di economia che fu ampiamente utilizzato come testo in tutti gli Stati Uniti. Il suo Economics: An Introductory Analysis diceva agli studenti che l'Unione Sovietica aveva raggiunto una “rapida crescita” e industrializzazione grazie alla sua pianificazione centrale. Non aveva tutti i torti: i numeri del PIL mostravano che l'Unione Sovietica stava scoppiando di “crescita”, ma contare il numero di luterani nella Gestapo o le saponette in un campo di prigionia probabilmente non diceva molto...
Nell'Unione Sovietica il sapone lasciava un odore così nauseabondo che tutti lo sentivano, ma poiché i pianificatori centrali disdegnavano la concorrenza e la scelta dei consumatori, tutti dovevano usarlo. I visitatori riferirono che nel giro di pochi giorni dalla caduta del Muro di Berlino, quell'odore scomparve.
I numeri del PIL ingannarono gli economisti.
L'economia nazista era, come quelle occidentali di oggi, un'economia “capitalista” con un'influenza governativa pervasiva. E ciò verso cui i nazisti guidarono l'economia fu la guerra. All'inizio i numeri sembravano buoni: gli ordini di carri armati, aerei e uniformi tenevano impegnate le fabbriche. Il PIL aumentò. Gli osservatori stranieri riferirono che “Hitler faceva arrivare i treni in orario”; dissero di non aver mai visto così tanta energia. A un certo punto la disoccupazione scese sotto lo zero (semmai fosse possibile). Con così tanti uomini in uniforme, la Germania rimase senza lavoratori, quindi i pianificatori centrali nazisti portarono manodopera schiava dai Paesi conquistati.
Anche qui i numeri del PIL raccontavano una storia incredibile: la gente non poteva mangiare gli aerei da caccia Messerschmitt, e con così tanta manodopera e capitale investiti nell'industria della potenza di fuoco, c'era poco per le cose che contavano davvero. Il cibo, per esempio. A un certo punto gli stessi funzionari del governo avvertirono che le donne tedesche non mangiavano abbastanza e che avrebbero potuto non essere in grado di avere figli. L'economia si surriscaldò; le persone si impoverirono.
Quindi, cosa sta succedendo in Italia? I dati del PIL ci dicono che l'economia sta uscendo dal pantano economico. La disoccupazione è vicina ai minimi storici e il mercato azionario è a massimi storici se prendiamo come riferimento il 2008. Ma c'è qualcosa che non quadra in tutto questo. Cosa sta succedendo veramente? Se un'economia non rende la gente comune più ricca, che senso ha?
UN ESPERIMENTO PERICOLOSO
Ciò non significa che la persona media non stia meglio. Oggi, nel bene e nel male, abbiamo aggeggi elettronici che non avevamo negli anni '70. Possiamo passare tutta la vita curvi sui nostri computer portatili, magari seduti in un bar o in un ufficio, a giocare e a parlare con donne svestite con accento bielorusso. È un progresso, no? Abbiamo TikTok, Facebook, X, IA, le sneaker di Trump, ecc. Abbiamo persino auto che creeranno i loro incidenti stradali. Non è richiesto alcun intervento umano, ma i lavoratori nelle nuove industrie odierne, comprese quelle dei nostri più grandi datori di lavoro, spesso vivono in una povertà scioccante. Almeno questa è stata la conclusione della relazione più recente della Caritas. Senza contare, poi, l'ampliamento e l'incapacità dello stato sociale di servire la pletora di poveri in crescita.
Un piccolo esperimento mentale ci permetterà di capire il punto. Userò l'oro come misura affidabile dell'inflazione. Nel 2015 un grammo d'oro costava circa €30; questo significa che, agli stipendi di allora, ovvero circa €1500, il lavoratore medio poteva acquistare un grammo e mezzo d'oro al giorno. Oggi un grammo d'oro costa €80; questo significa che, agli stipendi attuali, ovvero circa €1700, il lavoratore medio può acquistare un grammo d'oro dopo un giorno e mezzo. Cosa succede? Cosa c'è che non va?
Come abbiamo visto, prima, l'Unione Sovietica prendeva le materie prime e, seguendo la precisione logica e le stupide teorie dei suoi pianificatori, le trasformava in prodotti finiti di qualità talmente inferiore che valevano meno, sul mercato mondiale, rispetto alle risorse impiegate per produrli. Ecco perché, quando l'Unione Sovietica andò nel paradiso degli esperimenti economici sbagliati, i suoi imprenditori e oligarchi tornarono a produrre materie prime. L'economia hitleriana della Germania del 1933-1945 ebbe un successo simile. Faceva lavorare le persone, faceva arrivare i treni in orario, faceva eruttare fumo dalle ciminiere dalla Baviera alla Prussia, ma ciò che produsse (fucili, carri armati, sostanze chimiche e bombe) non rese le persone più ricche; le rese più povere.
In ogni caso avrete notato la relazione causale: lo stato impose la sua volontà all'economia allontanandola dalla produzione di ciò che le persone volevano per produrre ciò che gli addetti ai lavori volevano. Fino alla metà degli anni '70 la ricchezza dei ricchi e dei poveri aumentò, in tandem. Più o meno alla stessa velocità. Poi iniziarono a divergere, poco a poco all'inizio, e successivamente di molto.
Quindi l'economia italiana non è stata un flop totale per tutti, ma qualcosa è andato molto storto.
NON È IL CAPITALISMO A FALLIRE
È il capitalismo la fonte dei guai economici? La sua presunta propensione a suicidarsi?
Se avessi un satoshi per ogni volta che un economista ha affermato che “il capitalismo ha fallito” ogni giorno dovrei organizzare “gite in barca”. Il capitalismo non fallisce mai, si adatta a qualsiasi restrizione e circostanza gli imponiamo stupidamente. Nell'economia di Henry Ford gli Stati Uniti erano la nazione più libera e “più capitalista”, dato che rispettavano le tre cose che rendono possibili gli accordi win-win (vicendevolmente vantaggiosi): diritti di proprietà, contratti rispettati e denaro reale. L'economia odierna ha ancora diritti di proprietà e i contratti sono ancora fatti rispettare nei tribunali, sebbene il capitalismo oggi sia soggetto a molte più intromissioni e interventi rispetto a cento anni fa.
La grande differenza è che l'economia odierna funziona a credito, non con denaro reale. Il cambiamento è avvenuto in un giorno ormai familiare, il 15 agosto 1971. Fu appena notato, ancora oggi la maggior parte delle persone ricorda chi vinse il campionato allora piuttosto che ricordare il cambio di rotta che distorse l'intero sistema monetario mondiale.
Henry Ford si arricchì realizzando qualcosa che la gente voleva. Non furono necessari sussidi governativi, non fu annunciata alcuna “transizione industriale”, non furono concesse sovvenzioni, nessuna agevolazione fiscale, nessun programma per installare stazioni di rifornimento in tutta la nazione. Ford vendette le sue auto con un profitto e aumentò i salari dei suoi lavoratori, in denaro reale. Se Ford voleva fare più soldi, doveva produrre più auto... auto migliori... e renderle più efficienti; è così che funziona un'economia capitalista onesta. Si ottiene dando, non prendendo.
E oggi, sì, ci sono ancora alcuni capitalisti veri in giro. Elon Musk, per esempio, che si dice “dorma sul pavimento della fabbrica” di tanto in tanto, e James Dyson, il quale supervisiona personalmente lo sviluppo e la produzione di asciugacapelli, aspirapolvere, ecc. Tuttavia la maggior parte dei potenziali miliardari non è attratta dall'economia reale delle cose, ma dalle fantasie finanziarizzate di Wall Street. Creano hedge fund, o investono nel capitale di rischio, o fanno fusioni e acquisizioni; i loro cuori possono essere fuligginosi, ma le loro mani sono pulite. Perché Wall Street? Perché è lì che si trova il nuovo denaro basato sul credito. Ai tempi di Henry Ford il credito derivava dai risparmi e questi ultimi derivavano dal lavoro. I soldi bisognava guadagnarseli, creando più PIL reale, prima di poterli risparmiare. Non si potevano creare nuovi risparmi “dal nulla”, perché, in definitiva, bisognava fare i conti con l'oro. Ma tutto questo è cambiato nel 1971. Oggi le grandi banche prendono in prestito denaro tramite il credito delle banche centrali, spesso al di sotto del livello d'inflazione dei prezzi al consumo.
Il nuovo sistema monetario si basa su un'illusione: che il “credito” sia altrettanto valido dei vecchi risparmi. Ciò ha portato a un'altra illusione, ancora più pericolosa, che le banche centrali possano aumentare la quantità di credito disponibile quando vogliono e che siano esse, piuttosto che acquirenti e venditori, a determinare i tassi d'interesse. Naturalmente i tassi tendono a scendere artificialmente in questo ambiente: è così che si fanno soldi in un sistema monetario fasullo, ovvero si prende in prestito a poco, si scommette sugli “asset finanziari” e, in base ai valori gonfiati delle proprie attività collaterali, si è in grado di prendere in prestito ancora di più. Il credito scoperto e i tassi d'interesse artificialmente bassi hanno reso possibile acquistare cose che in realtà non contribuivano alla ricchezza della nazione. Ogni centesimo del debito pubblico, ad esempio, è stato registrato nel PIL, ma come le bombe naziste o il sapone sovietico la maggior parte di ciò ha finanziato una realtà fasulla, senza valore o transitoria.
Il credito scoperto ha reso possibile a consumatori e aziende di acquistare cose di cui non avevano realmente bisogno con denaro che in realtà non avevano.
Il panettone comprato lo scorso Natale e poi comparso nelle spese da saldare della carta di credito, era reale. È stato consumato, goduto. Era “fittizio”? No, ma l'aumento del PIL che ha generato era solo metà della storia. Ciò che il credito dà, il rimborso, l'inadempienza o l'inflazione deve togliere. Quando il conto viene finalmente pagato, il PIL dovrebbe essere ridotto di una quantità equivalente (poiché il denaro viene sottratto all'economia dei consumatori per rimborsare il prestito), quindi finché il debito cresce (con conti non pagati) otteniamo un falso senso di PIL reale.
Immaginate di comprare l'auto del vostro vicino. Il PIL salirebbe, ma supponiamo che in seguito vorreste restituirla e riavere indietro i soldi. Dal punto di vista economico è stato un viaggio di andata e ritorno verso il nulla. Nessun aumento reale della produzione. Il PIL registrala vendita come un qualcosa di positivo... ma non il rimborso come un qualcosa di negativo. In altre parole il PIL riflette solo metà della transazione!
Ora immaginate di prendere in prestito i soldi per acquistare l'auto e di volerla tenere. Il PIL mostrerebbe un guadagno “fittizio” e sarebbe tale perché c'è una riduzione uguale e opposta della produzione ancora non registrata. Il debito totale rappresenta aumenti della produzione che non sono ancora stati pagati. Quanto di questo è PIL fasullo? Impossibile dirlo.
PANDEMONIO CONSAPEVOLE
Questi fattori sono ben noti anche ai pianificatori centrali e vengono utilizzati nei periodi di transizione in cui perdono il controllo e hanno bisogno che gli attori di mercato seguano il loro copione. È una questione di fiducia, la quale è andata persa definitivamente nel 2008. Le banche centrali sono degli illusionisti: il braccio armato delle banche deboli per costringere quelle forti a finanziarle. Sono sostanzialmente prive di un qualsiasi potere significativo. Come degli illusionisti danno l'idea di averlo, ma nessuno guarda le loro mani e riesce a seguire il trucco a velocità normale. La velocità ve l'ho rallentata io nel precedente articolo che ho scritto: prestiti al settore privato al palo. Come si ricostruisce questa fiducia? Powell e la FED hanno un piano: ridare prevedibilità all'economia statunitense. Come? Normalizzando la curva dei rendimenti. In questo modo si rende relativamente più sicuro addentrarsi nel mondo dei derivati, soprattutto quelli legati agli swap sui tassi d'interesse e sulle valute. Ora che la Yellen non può più usare il Ministero del Tesoro per fare un QE tramite le scadenze a breve termine e facilitare il compito dei player esteri (leggi Londra e Bruxelles) di vendere il dollaro, quest'ultimo continuerà a salire di prezzo ed esercitare pressione sulle altre divise.
Il gioco della BoE e della BCE per restare a galla, usare la loro stampante monetaria per comprare bond americani, vendere dollari e mantenere soppressi i differenziali di rendimento tra la scadenze obbligazionarie, è in sofferenza: nel processo stanno sacrificando euro e sterlina.
Uno dei motivi per il ciclo di rialzo dei tassi inaugurato dalla FED è stato quello di rendere sempre più difficile finanziare una guerra col portafoglio degli Stati Uniti. E questo non sarebbe stato possibile senza l'approvazione del SOFR, ma questa storia la potete trovare nel dettaglio nel mio ultimo libro, Il Grande Default. Adesso chi vuole la guerra deve finanziarsela da solo, come sta dimostrando il governo inglese. Adesso chi vuole uno stato sociale invasivo e ipertrofico deve finanziarselo da solo, come ha affermato Rutte di recente. Niente più leva finanziaria sconsiderata nel mercato dell'eurodollaro. Nemmeno Trump, di per sé, vuole un dollaro a basso costo, ma deve ingoiare il rospo per portare al tavolo delle trattative la cricca di Davos. Quest'ultima è stata in carica della presidenza degli Stati Uniti, soprattutto negli ultimi 4 anni, e farà letteralmente di tutto per impantanare gli USA in qualche guaio militare in Medio Oriente o in Europa orientale affinché il rubinetto fiscale dello zio Sam non venga chiuso.
Il tentativo fallito di colpo di stato in Corea del Sud (indovinate chi “ha inventato” la legge marziale...), il colpo di stato in Romania, l'abbattimento della democrazia in Moldavia, la rivoluzione colorata in Georgia, la balcanizzazione della Siria, sono tutti tasselli che si inseriscono nella narrativa di una cricca di Davos che le sta provando tutte per ripristinare la propria autorità e visione del mondo. Siamo entrati in un territorio pericoloso in Europa e in Inghilterra: la sostituzione dello stato di diritto con l'arbitrio volubile della classe dirigente. In uno stato di diritto tutti hanno accesso alle regole e sono chiare per tutti, nonché valide per tutti; in un ambiente in cui l'arbitrio è ad appannaggio della classe dirigente, nessuno sa quale siano le regole e cambiano in base alle circostanze. È così che si possono annullare elezioni legittime in Romania senza prove a supporto di reali interferenze esterne (presenti a quanto pare nelle presidenziali, ma magicamente assenti nelle parlamentari), oppure ignorare istituzioni come l'OSCE che hanno legittimato le elezioni in Georgia e alimentare sedizioni di piazza per ribaltare regolari esiti elettorali.
La cricca di Davos e i neoconservatori inglesi sanno benissimo che se non conservano la loro presunta infallibilità e ascendente, saranno relegati all'oblio geopolitico (come minimo) per i prossimi dieci anni. Come ho scritto anche nel mio ultimo libro, Il Grande Default, ci sarà un evento del genere, ma per chi sarà?
Tutti gli occhi sono puntati sulle elezioni in Germania adesso.
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