martedì 3 dicembre 2024

Un piano per domare l’inflazione

Analisi come quella di oggi sono necessarie per capire i punti di partenza, ma poi è necessario ampliarle se si vuole comprendere appieno lo svolgersi degli eventi. Ecco perché il mio ultimo libro, Il Grande Default, colma una lacuna che per decenni ha attanagliato la metodologia Austriaca e aggiunge a essa, oltre al vaglio del sistema bancario ombra, anche elementi di geopolitica. Se la mia tesi è corretta, quindi, allora vedremo quanto descritto nell'articolo di oggi affiancato da un rafforzamento del dollaro, portando il DXY a 120. Questo forzerà i player ostili agli USA al tavolo delle trattative. Non c'è alcuna volontà a frantumare la fazione avversa in modo rapido, non gioverebbe a nessuno. Il suo strangolamento, inoltre, potrebbe passare dall'agganciamento dell'oro alle cedole dei titoli di stato americani. Attualmente gli Stati Uniti sono il più grande detentore di oro al mondo, ma esso è pesantemente sottovalutato nei registri contabili del governo federale. Il suo valore contabile è inferiore al 2% del suo valore di mercato (vale a dire, meno di $50/oz quando il suo valore di mercato è superiore ai $2600/oz). Offrire la riscattabilità dell'oro potrebbe anche aprire l'opzione per debiti a scadenza estremamente lunga (50 anni o più) e tassi d'interesse più bassi, perché il rischio più significativo per i prestiti al governo federale, la svalutazione dei dollari futuri, verrebbe eliminato. Questa è una di quelle proposte, riproposta da Judy Shelton nel suo ultimo libro Good as Gold, in grado di dare stabilità al sistema economico/finanziario americano e fare da segnapasso a una riduzione credibile del debito pubblico americano.

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di Jeffrey Tucker

Ora c'è finalmente una possibilità di onestà, dopo quattro anni di gaslighting, soprattutto quando s'è trattato di condizioni economiche. Per tutto questo tempo abbiamo sentito dai portavoce ufficiali, dalle agenzie governative e dai media generalisti che l'inflazione si sta raffreddando, calmando, scomparendo, migliorando, e così via. È stata tutt'altro che in peggioramento, almeno questo è quello che ci è stato detto.

Usciamo dal miasma di questi anni terribili e cosa succede? I dati più recenti sull'inflazione emergono e sono ancora terribili, persino peggiori di prima. Tutto sommato il potere d'acquisto del dollaro è sceso, nei dati ufficiali, di 22 centesimi in quattro anni.

(Dati: Federal Reserve Economic Data (FRED), St. Louis Fed; grafico: Jeffrey A. Tucker)

Questo è ciò che è stato detto e da solo è già abbastanza terribile. La realtà è probabilmente peggiore se si aggiungono tassi d'interesse, shrinkflation, nuove tasse e assicurazione sulla casa. Tutti questi altri elementi ci portano più vicini a 40 centesimi e oltre.

Per favore, lasciamo perdere ogni ragionamento fuorviante sulle motivazioni. Elon Musk lo ha riassunto bene in un post su X:

Tutto si riduce al macchinario che stampa denaro. Il Congresso autorizza la spesa, il governo federale conia il debito e la Federal Reserve lo acquista con denaro che crea dal nulla. Il risultato è che tutte le unità monetarie esistenti vengono ridotte di valore, proprio come quando si mescola il succo d'arancia con l'acqua.

In realtà non è così complicato, soprattutto quando il nuovo denaro viene distribuito sotto forma di pagamenti diretti a individui e aziende. Ed è esattamente quello che è successo.

(Dati: Federal Reserve Economic Data (FRED), St. Louis Fed; grafico: Jeffrey A. Tucker)

Dove siamo ora? C'è un forte rischio di una seconda ondata d'inflazione l'anno prossimo. La FED ha immesso altri $1.100 miliardi nel sistema negli ultimi 12 mesi. Il Tesoro americano ha creato nuovo debito come mai prima, probabilmente nella speranza di aumentare il PIL prima delle elezioni. Il trucco non ha funzionato, ma ora la popolazione è bloccata con un conto da $35.000 miliardi.

L'inflazione è una bestia malvagia che non può essere controllata direttamente. Durante la campagna elettorale Trump ha parlato spesso di come sia stata la contingentamento del settore energetico a dare il via all'inflazione. Ciò è vero solo in parte, nel senso che i prezzi alle stelle del petrolio e del gas hanno fatto aumentare i costi dei trasporti. È stato un sintomo piuttosto che una causa. Inoltre i prezzi del petrolio e del gas in realtà non sono tanto alti in questo momento in termini reali.

Sì, il piano “drill baby drill” è necessario e dovrebbe essere attuato, ma non può risolvere il problema dell’inflazione, e tanto meno fare molto per prevenire una seconda ondata. Né esiste una soluzione praticabile tramite un controllo dei prezzi, anche quando è mascherata da legislazione “anti-gouging”.

Non c'è nulla che il governo federale possa fare per controllare direttamente i prezzi, e tanto meno impedirne l'aumento, dati i profondi problemi strutturali.

Però ci sono modi per minimizzare questi problemi, ad esempio dando un'occhiata a cosa ha fatto Javier Milei in Argentina: il problema dell'iperinflazione è stato convertito in bassa inflazione in un anno. Il suo è un caso di studio. La risposta è, quindi, porre fine alla creazione di debito con drastici tagli alla spesa, frenare le azioni della banca centrale e ispirare la crescita economica attraverso la deregolamentazione e l'eliminazione delle agenzie governative.

Sono tre passaggi. Passiamoli al vaglio uno per uno.

In primo luogo è essenziale porre fine alla creazione di debito. Ogni volta che il Congresso autorizza una spesa maggiore di quella che può permettersi, il Tesoro americano deve emettere debito. Questo è un obbligo statutario. Ciò significa che il Congresso deve approvare un bilancio in pareggio, subito.

Tutto questo si riduce alla commissione creata da Elon Musk: il Department of Government Efficiency. Non è un dipartimento ufficiale, lavorerebbe come un team di consulenza esterna. Ottimo. Probabilmente spingerà per una soluzione “in stile Twitter”: licenziare quattro dipendenti pubblici su cinque per ridurre direttamente i costi.

È un inizio, ma non è sufficiente. Ci deve essere anche una radicale eliminazione delle agenzie governative, ognuna delle quali può far risparmiare miliardi di dollari e forse migliaia di miliardi di dollari o più in totale. Deve avvenire immediatamente e tramite ordine esecutivo o tramite legislazione. In un modo o nell'altro, la spesa in eccesso rispetto alle entrate deve cessare.

Trump non è famoso per i tagli al budget. Non gli importava niente dell'argomento nel suo primo mandato. Dopo marzo 2020 era vulnerabile al fatto che si potessero spendere diverse migliaia di miliardi di dollari senza conseguenze per mantenere l'economia a galla durante i lockdown. È stato un errore, ma non lo ammetterà mai.

Questa volta ha una buona ragione per tagliare drasticamente il bilancio federale: ogni centesimo tagliato dal bilancio federale porrà fine al flusso di denaro verso quelle persone che stanno lavorando per indebolire la sua amministrazione. Nel dire questo non sto in alcun modo promuovendo una linea di politica dettata dalla vendetta, ma piuttosto attirando l'attenzione sulle realtà politiche. Il pareggio del bilancio ha il vantaggio collaterale di togliere i fondi all'opposizione.

In secondo luogo, se il Tesoro ferma lo tsunami dei buoni del Tesoro, la FED non sarà chiamata a ripulire l'eccesso con la creazione di denaro. Si possono guardare i grafici dell'anno scorso e vedere come l'amministrazione Biden-Harris stesse spendendo per promuovere una maggiore illusione economica in vista delle elezioni. Quello era il punto dei tanto agognati tagli dei tassi. Tutto questo deve finire.

C'è un pericolo che deriva dal togliere la ciotola del punch: potrebbe significare panico da parte del mercato obbligazionario e una spinta da parte dei media ad annunciare la recessione.

Ecco perché è fondamentale che il team di Trump si muova rapidamente per spiegare che in questo momento l'economia è in condizioni ben peggiori di quanto pubblicizzato. Il dirupo è molto profondo e sarebbe bene ridimensionare le aspettative di una rapida ripresa.

Non abbiamo bisogno di un tasso di crescita monetaria in calo; abbiamo solo bisogno di stabilità ora. Ciò non fermerà l'ondata di aumenti dei prezzi per il prossimo anno, ma può impedirne il peggioramento e porvi fine del tutto entro il 2026. A questo punto non c'è bisogno di preoccuparsi della “deflazione”, nonostante quanto urlerà la stampa finanziaria. Francamente essa, a questo punto, sarebbe un regalo per i consumatori americani.

Terzo, Trump deve riaccendere il motore della creazione di ricchezza dell'economia americana attraverso lo smantellamento delle regolamentazioni, più la completa eliminazione delle agenzie governative, come in Argentina. Il team di Trump ha bisogno di un elenco di 100 agenzie da eliminare immediatamente, e questo dovrebbe essere solo un inizio. Altre 100 dovrebbero essere portate sul ceppo del boia. Senza tutto l'intasamento normativo che causano, gli investimenti saliranno alle stelle.

Anche i tagli alle tasse (sul reddito e sui capitali) saranno d'aiuto. Il punto cruciale è l'attenzione rivolta all'aumento dell'offerta e dei posti di lavoro come un modo per superare le forze inflazionistiche. Anche in questo caso la stampa finanziaria urlerà che l'economia si “surriscalderà”, ma questa metafora è ormai stantia. L'effetto della crescita economica sull'inflazione è esattamente l'opposto: può seppellire gli effetti degli aumenti dei prezzi.

Non c'è molto tempo ed è una certezza che l'amministrazione Trump soccomberà se non agirà in modo deciso e rapido. La creazione di debito e la creazione di denaro devono finire e la crescita economica attraverso l'eliminazione delle agenzie governative e la deregolamentazione deve diventare la massima priorità. Tutto ciò avrà il vantaggio aggiuntivo di rendere Trump più popolare tra le persone che lo hanno eletto.

Il successo politico e la razionalità economica non sono incompatibili. In questo caso la nuova amministrazione Trump è molto fortunata: vanno di pari passo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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lunedì 2 dicembre 2024

I limiti dell'opinione pubblica e il fallimento della democrazia

Ricordo a tutti i lettori che su Amazon potete acquistare il mio nuovo libro, “Il Grande Default”: https://www.amazon.it/dp/B0DJK1J4K9 

Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato "fuori controllo" negli ultimi quattro anni in particolare. Questa è una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa è la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso è accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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di Finn Andreen

Non sempre viene ammesso, ma il popolo non potrà mai essere rappresentato dalla classe politica. Tuttavia l'opinione pubblica la influenza, a volte anche fortemente. In tutti i sistemi politici la minoranza al potere deve tenere conto, a vari livelli, dell'umore pubblico espresso nei municipi, nei sondaggi, nelle elezioni, nelle dimostrazioni e, ora, nei social media.

Il governo più stabile e popolare non è, quindi, necessariamente quello più “democratico”, ma quello che considera meglio l’opinione pubblica e adatta le sue linee di politica a essa quando necessario. L’impopolarità e l’instabilità politica della maggior parte dei governi occidentali odierni sono in parte spiegate dal fatto che l’opinione pubblica è stata sempre più ignorata dalla minoranza al potere, mentre le elezioni si sono trasformate in rituali “mediatizzati”.

Il sistema politico cinese non è amico della libertà, ma è stabile e popolare proprio perché, secondo un accademico cinese, il Partito Comunista Cinese cerca di “tastare il polso del pubblico nella governance e riflettere la volontà pubblica”. In Occidente c'è una notevole frustrazione derivante dal fatto che la priorità è sempre data ormai all'agenda politica dell'attuale oligarchia cosmopolita e finanziaria.

Sebbene l'opinione pubblica si basi in gran parte sul buon senso, soffre purtroppo della diffusa ignoranza in materia di politica ed economia. Stereotipi e confusioni sul libero mercato sono comuni, di conseguenza la maggioranza è stata a lungo influenzata dalle idee socialiste moderne di interventismo statale e socializzazione forzata.

Persiste un comune malinteso sulla causalità dei problemi sociali ed economici. Un esempio è il libero scambio che la maggior delle persone in Occidente non supporta, anche se le barriere commerciali agiscono come una tassa su di loro e avvantaggiano solo alcuni settori o imprese politicamente connessi. La maggioranza viene danneggiata quando lo stato aumenta i dazi per proteggere interessi speciali, ma quando è consapevole di questo fatto, non si oppone perché confonde i propri interessi con quelli della minoranza dominante.


“Come si possono limitare le persone?”

Non sorprende, quindi, se una larga parte dell'élite in Occidente, in particolare i leader aziendali non politici, siano piuttostofavorevoli al libero mercato e al libero scambio rispetto al resto della società. Queste persone riconoscono che il capitalismo di libero mercato non avvantaggia solo loro stessi, ma anche la società nel suo complesso.

Infatti uno studio di cinquant'anni di verbali delle riunioni a porte chiuse della Mont Pélerin Society mostra che i suoi membri spesso esprimevano preoccupazioni sul fatto che “le legislature democratiche tendono a sconvolgere il libero mercato” votando per sussidi di welfare e assistenza sociale. Si chiedevano quindi: “Come si possono limitare le persone?”, poiché “la classe politica tende a intervenire nell'economia, distorcendo, o persino distruggendo, il meccanismo di mercato”.

La questione della limitazione della democrazia è emersa perché le persone tendono a votare in modi contrari ai propri interessi a lungo termine, portando a stagnazione economica e declino sociale di cui alla fine sarebbero profondamente insoddisfatte. Questo è ovviamente un punto altamente rilevante per le società occidentali odierne.

Ciò a cui sono arrivati, per deduzione, quelli della Mont Pélerin Society è l'idea espressa da Hans-Hermann Hoppe nel suo libro Democracy: the God that Failed: la democrazia introduce nella società una tragedia dei beni comuni. La maggioranza spesso non vuole che la spesa pubblica venga tagliata, nonostante gli evidenti segnali di inefficienza burocratica ed economica. Tende a votare per ulteriori espansioni dello stato sociale, cosa che a sua volta porta a un aumento della tassazione e della ridistribuzione, e che, a sua volta, soffoca l'economia. Questa spirale continua se il carico fiscale della maggioranza è ritenuto inferiore al valore presunto dei sussidi e dei servizi sociali che riceve. L'immigrazione di massa intensifica questo processo, poiché il tipico immigrato povero in Occidente ha tutto da guadagnare e nulla da perdere da una simile strategia di voto.


La crescita dello stato

L'avvento dell'era “democratica” è quindi strettamente legato alla crescita drammatica dello stato fin dall'inizio del XX secolo. La democrazia contribuisce a questa crescita burocratica poiché la maggioranza vota per linee di politica che richiedono o giustificano uno stato più grande. Questo statalismo cancerogeno nella società può essere misurato da numeri fuori controllo: entrate fiscali, debito pubblico, spesa pubblica e dipendenti pubblici.

Nonostante la rabbia piuttosto sciocca della maggioranza, l'aumento della spesa pubblica non si traduce automaticamente in servizi pubblici migliori. Al contrario, secondo l'effetto Baumol il costo relativo dei servizi tende ad aumentare, soprattutto nei servizi non di mercato delle amministrazioni statali. E, secondo la Public Choice Theory, gli incentivi dei dipendenti statali per una gestione buona ed equa nell'interesse pubblico sono deboli, il che porta a sprechi e inefficienza nel migliore dei casi e a corruzione nel peggiore.

Sfortunatamente questi punti non sono ben noti alla maggioranza degli elettori, di conseguenza molte persone sottovalutano quanto effettivamente contribuiscono finanziariamente allo stato rispetto a quanto ne ricevono. C'è una sconsideratezza ingenua riguardo alle tasse regressive come l'IVA e l'inflazione. Nel 1845 Frédéric Bastiat aveva già colto questi punti quando considerava la tassazione come un furto: “Per derubare le persone è necessario ingannarle. Ingannarle significa persuaderle che le si sta derubando per il loro tornaconto e indurle ad accettare, in cambio della loro proprietà, servizi fittizi o spesso peggiori”.


Votare per scambiare la libertà con la sicurezza

Le società occidentali hanno progressivamente votato per rinunciare alla libertà in favore di una presunta sicurezza fornita dallo stato. Molti erano convinti che Herbert Marcuse avesse ragione quando scrisse che “la perdita di libertà economiche e politiche che erano il vero risultato dei due secoli precedenti può sembrare un danno lieve in uno stato in grado di rendere la vita amministrata sicura e confortevole”. Tuttavia, sebbene ciò possa sembrare vero per un breve periodo, la vita in una democrazia moderna non può essere “sicura e confortevole” a lungo termine a causa del “processo di decivilizzazione” descritto sopra.

La libertà di voto contribuisce ironicamente alla perdita di libertà economica nell'Occidente “democratico”. Questo processo va contro l'opinione prevalente di equiparare democrazia e libertà, pertanto questo processo è l'opposto delle presunte “contraddizioni intrinseche” del capitalismo di Marx: è l'interventismo statalista che porta a tensioni economiche e sociali e che spinge la società verso la crisi e persino il collasso.

Questo risultato diventa inevitabile quando a sempre più persone nella società viene impedite di progredire economicamente, quando non riescono più a sbarcare il lunario e quando si trovano ad affrontare una crescente insicurezza, servizi sociali in declino e infrastrutture in rovina. O gli effetti nefasti dell'interventismo statale, tragicamente rafforzati dal processo democratico, diventano chiari per la maggioranza, oppure la spirale discendente della distruzione della ricchezza e del declino sociale continuerà. Si spera che le idee di libertà diventino di nuovo attraenti e che i benefici del vero capitalismo vengano compresi, a patto che il fallimento della democrazia verrà finalmente svelato.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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