mercoledì 13 novembre 2024

“Quella è un’esca!” Agitare l’amo nelle acque dei media generalisti non funziona più come una volta

Ricordo a tutti i lettori che su Amazon potete acquistare il mio nuovo libro, “Il Grande Default”: https://www.amazon.it/dp/B0DJK1J4K9 

Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato "fuori controllo" negli ultimi quattro anni in particolare. Questa è una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa è la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso è accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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di Tom Luongo

C'è un momento grandioso in Mad Max: Fury Road in cui i protagonisti si avvicinano a una donna nuda incatenata a una torre e Max pronuncia una delle sue quattordici battute in tutto il film: “Quella è un'esca!”. Questa è una metafora dell'intero panorama mediatico nell'era dei social media.

Da quando Trump ha vinto, i soliti noti hanno gettato in mare ogni possibile cattiva idea per scoraggiare e indebolire quella vittoria. È tutto un'esca!

Non erano passate nemmeno 24 ore dal discorso di resa delle armi di Kamala Harris, una copia carbone di quello pronunciato da Hillary Clinton nel 2016, prima che le acque venissero pasturate di fronte ai libertari affinché iniziassero a scatenarsi con gli slogan per porre fine alla FED.

Jerome Powell è stato costretto a rispondere a una domanda durante la conferenza stampa all'ultima riunione del FOMC circa le sue dimissioni, qualora gli venissero chieste dal presidente Trump.

Powell ha “chiuso la porta” a tutto questo con una sola parola: “No”.

A quel punto tutti sono rimasti scioccati nello scoprire che il presidente della FED non può essere rimosso perché al Presidente della nazione non piace. Lo stesso vale per i giudici della Corte Suprema, per esempio. Questa è politica, gente, non filosofia. Non approvo la situazione, voglio solo sottolineare che coloro che hanno ripetuto a pappagallo “End the FED” da quando Ron Paul si è candidato nel 2008 avrebbero dovuto saperlo.

Quindi, dati questi presupposti, si deve concludere che si tratta della più sporca delle linee di politica sporche, progettata per creare divisioni all'interno della cerchia dei sostenitori MAGA, in un momento in cui dovremmo unirci sulle giuste questioni, dotare la nuova amministrazione di personale, discutere quali dipartimenti tagliare, come finanziare il debito.

In altre parole dovremmo essere noi a dettare il ritmo, anziché reagire di fronte a chi è più vulnerabile a un governo statunitense e a una Federal Reserve che lavorano insieme per difendere la sovranità degli Stati Uniti.

Per più di un anno vi ho detto che ci sarebbero stati due grandi obiettivi nel mirino dei democratici in questa tornata elettorale: Jerome Powell ed Elon Musk.

Powell è il nemico pubblico numero uno per la sua politica monetaria restrittiva, cosa di cui tutti gli Austriaci dovrebbero rallegrarsi piuttosto che inventare argomenti sempre più torbidi su un “QE nascosto”. Per i pensatori sistemici, avere un diagramma di flusso a un livello su qualcosa di così importante e pertinente come la politica monetaria è, francamente, un aspetto piuttosto patetico.

Musk concorre ora con Powell per il primo posto nell'elenco delle cartoline di auguri della cricca di Davos, a causa del modo in cui Twitter e Starlink hanno messo a dura prova il loro motore di creazione delle narrative.

Tornando a Powell, sin dalla crisi bancaria del marzo 2023, da lui fomentata per ragioni politiche e a metà della quale ha rialzato i tassi d'interesse, solo per assicurarsi che tutti quelli che contavano ricevessero il fottuto promemoria, ho smesso di arrabbiarmi nei confronti di Elizabeth Warren e ho iniziato a ridere di lei.

Ha inviato lettere severe chiedendo alla FED di riabbassare i tassi d'interesse a ogni riunione del FOMC, cercando di alimentare la polemica sulla FED. E non era per dare sollievo a qualcuno, ma per aiutare i democratici a vincere le elezioni e allentare la morsa mortale che la linea di politica di Powell “higher for longer” aveva sui mercati dei capitali europei.

Ma grazie a questa domanda sciocca posta da un giovane collaboratore di Politico, ora la “sinistra woke” e la “destra woke” si vedono derubate di ciò che restava dei vecchi cartelli bancari che entrambe credono di dover combattere.

Se non fosse così dannatamente importante, starei già ridendo.

Poi è toccato all'esca lanciata ai conservatori su persone come Mike Pompeo e Nikki Haley. Il segnale più forte che Trump avrebbe probabilmente vinto a valanga è stato il blob dell'intelligence che ha fatto circolare la voce settimane fa che Trump amasse ancora Pompeo e che quest'ultimo stesse già annusando il posto di Segretario di Stato o della Difesa.

Era un'esca, gente! E Trump l'ha segnalata in quanto tale dopo un paio di giorni. Avrebbe dovuto zittirla prima, ma chi sono io per dare consigli al Maestro della Finestra di Overton su queste questioni?

Anche la Haley non era sulla sua lista. Trump la odia. Ora ha le porte spalancate per una carriera nei fast food.

Infatti sapete che Trump odia Marco Rubio tanto quanto la Haley perché credo alle voci secondo cui egli potrebbe diventare Segretario di Stato.

In quale altro modo si potrebbe far uscire dal Senato “Little Marco” e sostituirlo con qualcuno che lavorerà con Trump, piuttosto che contro di lui, sulla grande legislazione che deve essere approvata nel 2025?

Promuovetelo, tenetelo al guinzaglio per quanto riguarda le riforme e fatelo fare il pavone sulla Cina. E se non fa quello che gli viene chiesto? “Sei licenziato!”

E se mi sbaglio e Rubio sarà solo l'ennesima esca per i neocon, allora Masal Tov! Oi vey.

Quelle voci su Mike Rogers a capo della CIA e tutto il resto che avete visto... sono tutte esche. Tutti tentativi di inondare l'etere di cattive informazioni e creare spaccature tra i più grandi sostenitori di Trump e lui stesso.

Se a questo punto del gioco non riuscite a cogliere i tentativi britannici di divide et impera, forse siete solo dei pessimi giocatori.

Ci è voluta la fuga di notizie di una votazione segreta organizzata dal leader uscente della maggioranza del Senato, Mitch McConnell, per far finalmente capire alla gente fino a che punto il sistema immunitario burocratico sta lottando contro la chemioterapia rappresentata dalla vittoria di Trump.

Se Marjorie Taylor Greene contribuirà a impedire a John Cornyn di diventare il nostro leader al Senato, ritirerò la maggior parte delle cattiverie che ho detto su di lei.

La maggior parte, almeno...


Scandalo a Berlino

La vittoria di Trump ha causato un terremoto politico a Berlino: il crollo del governo tedesco dopo che il cancelliere Olaf Scholz ha cercato di soddisfare una richiesta di denaro sull'Ucraina. Il ministro delle finanze dell'FDP, Christian Lindner, ha rifiutato di approvare altri €6 miliardi all'Ucraina. Ma la Germania è a corto di soldi in questo anno fiscale e doveva andare al Bundestag, così Scholz lo ha licenziato e Lindner ha tirato fuori l'FDP dalla coalizione.

Ora la situazione in Germania è una di quelle che solitamente vediamo solo nei luoghi colpiti da rivoluzioni colorate.

Sono così disperati nel tentativo di mantenere il potere che ora ci viene offerta l'ennesima fantasia dei “Separatisti sassoni”, tutti e tre, come ragione per bandire Alternativa per la Germania (AfD) e impedirgli di partecipare alle prossime elezioni anticipate.

Questa è un'altra esca per i tedeschi. Anche se il divieto non funzionasse, toglierebbe un paio di punti ai totali nazionali dell'AfD, ma queste sono solo ritirate tattiche. Non è una vittoria, è più un tentativo di non perdere subito.

Il cambiamento culturale e demografico contro questa follia globalista è già avvenuto.

Stiamo osservando il vecchio ordine politico in Germania, tenuto insieme in precedenza dal pugno di ferro di Angela Merkel, andare in pezzi. L'idea che i tedeschi avrebbero votato per annichilirsi a causa della loro colpa collettiva non si è mai concretizzata.

A un certo punto la classe industriale tedesca avrebbe fatto sentire la sua presenza. La vittoria di Trump probabilmente ha catalizzato questo sentimento recondito.

L'intero progetto della cricca di Davos si basava sull'uso dell'impronta generazionale della popolazione del dopoguerra per fabbricare realtà politiche in contrasto con i loro interessi personali. Ma questo pone un limite temporale a un tale progetto: doveva materializzarsi prima che le generazioni che avevano combattuto la seconda guerra mondiale, e che erano cresciute nella fase di ricostruzione, si sarebbero estinte.

Ad esempio, per i tedeschi era la loro vergogna collettiva nei confronti di Hitler. Per il Giappone era la vergogna di essere stati bombardati dagli americani. Per l'America era alimentare la nostra autosufficienza e trasformarla in autocompiacimento.

Come ha sottolineato Howard Lutnick su CNBC qualche mese fa, abbiamo ricalibrato queste persone attraverso il nostro dominio e consentito loro di imporre dazi sui nostri beni per rigenerare le loro economie locali. Tali dazi sono ancora in vigore ed è tempo di rimuoverli negoziando accordi migliori per tutti.

Ma il cambiamento demografico è avvenuto. Lo abbiamo visto nelle elezioni in Germania lo scorso settembre, quando AfD ha visto enorme consenso tra i 18-29enni. La stessa cosa è accaduta in Grecia in seguito allo smantellamento del Paese da parte della Germania/UE dopo le sue molteplici crisi del debito sovrano.

Negli USA i giovani si stanno allontanando dai boomer. Anche i millennial stanno finalmente realizzando i loro desideri di autenticità, dopo essere sopravvissuti a tre fallimenti nazionali nel corso della loro vita: Millennium bug, Lehman Bros. e COVID-19.

Ciò ha permesso alla Generazione X di affermarsi finalmente e di ottenere il risultato di cui il mondo aveva bisogno.

Quindi, per favore gente: esultate per la vittoria e chiudete Twitter per qualche giorno. Vogliono che siate ansiosi e spaventati. È tutto ciò che gli è rimasto. Abbiamo appena detto loro che non vogliamo ciò che stanno offrend,o o che non abbiamo bisogno di ciò che ci hanno venduto

Fidatevi un po' del risultato che avete ottenuto. Questa non è la stessa storia del 2016.

La fiducia nei media generalisti non solo è crollata, ma ha ormai raggiunto la sua fase terminale. Abbiamo appena rotto le sue vie di comunicazione, perché mai dovremmo volerle vedere riparate dando credibilità alla loro volgarità?


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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