martedì 5 novembre 2024

L'oro è tornato e anche Judy Shelton

 

 

di Joe Vidueira

L'oro è in ascesa e anche la tipica nostalgia per il gold standard che è esplosa ogni volta che l'inflazione dei prezzi, le crisi bancarie e/o le preoccupazioni sul debito si sono regolarmente ripresentate dopo la caduta di Bretton Woods. L'ascesa del metallo giallo, come al solito, sta segnalando che non tutto va bene.

All'inizio di quest'anno il metallo giallo è salito oltre i $2500 l'oncia, raggiungendo i massimi storici e diventando uno degli asset con le migliori performance del 2024, dopo un aumento del prezzo del 13% nel 2023, risultato di persistenti incertezze economiche e geopolitiche. Ancora più interessante è il fatto che il World Gold Council riferisca che le banche centrali sono state gli acquirenti più aggressivi, acquistando 1.037 tonnellate di oro solo nel 2023, il secondo acquisto annuale più alto della storia, dopo il record di 1.082 tonnellate nel 2022. Infatti un sondaggio del Gold Council ha rivelato che il 29% delle banche centrali intervistate ha pianificato di aumentare le proprie riserve auree nel prossimo anno, la percentuale più alta da quando il World Gold Council ha iniziato questo sondaggio nel 2018.

Un articolo recente sul The Times (di Londra) riassume il momento:

L'oro non può più essere ignorato. La prospettiva di tassi d'interesse statunitensi in discesa, un calo del dollaro e preoccupazioni sulla sostenibilità del debito americano dovrebbero portare più denaro istituzionale e al dettaglio ad affluire nell'oro [...]. Si dice persino che la nuova valuta a lungo discussa creata dai BRICS sarà coperta da una serie di asset, tra cui l'oro. A un secolo dalla fine del Gold Standard [classico], crollato negli anni tra le due guerre in mezzo a una crisi della cooperazione delle banche centrali su come gestirlo, l'oro sta silenziosamente diventando un punto di riferimento importante nel nostro sistema finanziario piuttosto che una reliquia obsoleta del XX secolo.

Tutto ciò ha scatenato discussioni su una moneta sana, criptovalute e persino della fattibilità di un nuovo gold standard, come attesta l'ultimo libro dell'ex-consigliere economico dell'amministrazione Trump e sostenitrice di lunga data di una moneta sana/onesta, Judy Shelton: Good as Gold: How to Unleash the Power of Sound Money, attualmente un best-seller su Amazon.

Shelton, di ritorno da un recente incontro a Nuova Delhi alla Mont Pelerin Society, la conferenza sull'economia di libero mercato fondata da Friedrich Hayek e Milton Friedman, rimane sorprendentemente ottimista sulle prospettive monetarie del metallo giallo, nonostante la miriade di battute d'arresto degli ultimi cinquant'anni.

“Ce l'abbiamo l'oro”, dice, riferendosi alle riserve dichiarate dal governo degli Stati Uniti pari a 261,5 milioni di once, più di qualsiasi altra nazione. “Perché non utilizzarlo?”

Shelton, sostenitrice di una moneta sana/onesta, ritiene che il momento attuale è particolarmente propizio, soprattutto a livello internazionale. Il fatto che l'acquisto di oro da parte delle banche centrali abbia raggiunto quasi la frenesia “testimonia buone prospettive per la seria considerazione di una nuova proposta”.

E ne ha una, ovviamente: un piano ben articolato per riaffermare la convertibilità dell'oro per la prima volta dai tempi del Gold Standard Classico (1815-1914) e tutto inizia con la proprietà di obbligazioni del Tesoro USA legate all'oro. Per la Shelton il diritto alla convertibilità dollaro-oro, il suo obiettivo finale per l'intero sistema monetario statunitense, è essenziale: non significherebbe solo rettitudine fiscale e monetaria “fornirebbe la regola semplice e definitiva per regolare l'offerta di denaro in conformità con i diritti individuali e i principi del libero mercato”, uno degli argomenti chiave del libro.

La sua proposta prevede una nuova emissione di titoli del Tesoro a cedola zero, denominati Treasury Trust Bonds, che offrono tassi d'interesse più bassi rispetto ai titoli del Tesoro tradizionali (riducendo così i deficit correnti), ma con la caratteristica distintiva che possono essere rimborsati alla scadenza in dollari o a un equivalente prestabilito in oro, a discrezione dell'acquirente.

In altre parole, se la politica monetaria dovesse continuare sulla sua attuale traiettoria fuori dai binari e il potere d'acquisto del dollaro dovesse diminuire in modo significativo, ciò potrebbe comportare una perdita significativa di oro del governo statunitense. In caso contrario, e se gli Stati Uniti raddrizzassero le proprie finanze, la maggior parte delle obbligazioni verrebbe rimborsata in dollari. In sostanza offrirebbero una disposizione “fidati ma verifica”, come la chiama Shelton, puntando le riserve auree della nazione su una nuova rotta e dimostrare rettitudine fiscale e monetaria. “Tutto ciò che i funzionari pubblici dovrebbero fare per rendere l'emissione un successo è superare le aspettative”, perché se lo facessero le obbligazioni aprirebbero la strada “a uno strumento finanziario denominato in dollari che è, letteralmente, tanto buono quanto l'oro”.

Riconoscendo che la sua proposta appare modesta in confronto alla “proposta impressionante di gold standard” uscita dalla Commissione statunitense sull’oro durante gli anni di Reagan, la Shelton sostiene che stabilendo con successo questo tipo di “testa di ponte per una moneta sana/onesta” e “baluardo per l’integrità fiscale e monetaria”, ne seguirebbe una sostanziale riforma monetaria qui e all’estero, forse persino dando luogo a un nuovo sistema monetario internazionale basato sull’oro.

In tal caso il potere della Federal Reserve dovrebbe essere sostanzialmente ridotto, ovviamente. Descrivendo le sue opinioni economiche come “più vicine a quelle della Scuola Austriaca rispetto ad altre”, nonostante la sua lunga associazione con sostenitori e teorie supply-side, la Shelton concorda con gli Austriaci sul fatto che il difetto fatale di Bretton Woods (1945-1971), così come di una miriade di altre proposte basate simili, è che si basano sulle “inclinazioni discrezionali delle autorità tecnocratiche”. Infatti riconosce che il gold standard classico della fine del diciannovesimo secolo era “molto meglio” del gold exchange standard annacquato di Bretton Woods (in cui agli individui veniva negata la convertibilità diretta) dato che “dava agli individui, non allo Stato, il potere di controllare l'offerta di denaro”.

Inoltre il nuovo libro chiarisce che

  1. la pianificazione centrale non ha mai funzionato e mai funzionerà, né nella vecchia Unione Sovietica né nella moderna politica delle banche centrali;
  2. la “soppressione dei risultati di libero mercato da parte della Federal Reserve potrebbe un giorno generare lo stesso tipo di cinismo che ha causato il crollo dell'approccio sovietico”.

La conclusione per la Shelton è che “il livello più alto di performance a cui una banca centrale potrebbe aspirare sarebbe quello di eguagliare le interazioni economiche e i risultati che probabilmente si verificherebbero con un gold standard”, una tesi che il suo libro sostiene esaminando i risultati dei precedenti sistemi monetari. In alternativa, alludendo al libro più noto di Hayek, “sostituire la perspicacia delle autorità monetarie all'acume condiviso di centinaia di milioni di persone che eseguono transazioni volontarie per facilitare le loro esigenze quotidiane e i loro sogni futuri significa percorrere la strada verso la schiavitù”.

In breve, mentre il nuovo piano della Shelton potrebbe rappresentare l'ennesima riforma monetaria tutt'altro che ideale, segnerebbe certamente un passo positivo nella direzione inequivocabile di una moneta sana/onesta. Forse genererà persino un entusiasmo popolare per la vera libertà monetaria, il motivo per cui spera che i bond sopraccitati vengano inaugurati nel 2026, il 250° anniversario della Dichiarazione di Indipendenza.

Infatti il nuovo libro presenta una difesa così solida e articolata del capitalismo di libero mercato nel contesto della storia americana e dei suoi principi fondanti, che fa chiedere se le prospettive per una linea di politica sana/onesta siano migliori oggi perché a Judy Shelton è stato impedito di entrare nella Federal Reserve nel 2020.

Con il nuovo libro, la Shelton ha raddoppiato tutto ciò che l'ha fatta etichettare come membro della “destra eccentrica ed estremista” e “gold bug” da parte di scrittori e analisti mainstream. E il suo piano Treasury Trust Bond, e una visione più ampia per una moneta sana/onesta, avrà avuto successo, dice, se condurrà la nazione verso un futuro in cui “il pagamento in dollari è considerato letteralmente tanto buono quanto l'oro”.

“Questo”, dice, “sarebbe un evento di portata storica”. Lo sarebbe sicuramente.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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