Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato "fuori controllo" negli ultimi quattro anni in particolare. Questa è una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa è la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso è accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.
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Helen Keller perse la capacità di sentire e vedere prima di aver compiuto due anni. Nella sua autobiografia raccontò che acqua fu una delle prime parole che imparò: “Continuai a emettere suoni cercando di replicare foneticamente quella parola dopo che ogni altro linguaggio era andato perduto”. Il suo “desiderio di esprimersi” rimase forte nonostante le sue disabilità.
Poco prima di compiere sette anni la sua capacità di espressione fece un balzo in avanti grazie all'arrivo del'insegnante Anne Sullivan. Fu un giorno significativo che avrebbe plasmato il suo futuro. Frustrata dagli sforzi persistenti della Sullivan, la Keller distrusse la sua nuova bambola; dopo quello sfogo non c'era “tenerezza” e nessun sentimento di “dispiacere o rimpianto”.
La Sullivan portò la Keller fuori al pozzo e “mise la mano sotto il beccuccio”. Il punto di svolta avvenne quando la Sullivan scrisse acqua sulla sua mano:
All'improvviso sentii tornare una consapevolezza di qualcosa di dimenticato, un brivido di pensiero che tornava; compresi il mistero del linguaggio. Capii allora che “a-c-q-u-a” significava quel meraviglioso qualcosa di fresco che scorreva sulla mia mano. Quella parola viva risvegliò la mia anima, le diede luce, speranza, gioia, la liberò! C'erano ancora delle barriere, è vero, ma barriere che col tempo potevano essere spazzate via.
In quel momento tutto cambiò. Pianse e provò “pentimento” per la bambola che aveva rotto. Imparò rapidamente molte parole nuove e “per la prima volta desiderò ardentemente che arrivasse un nuovo giorno”. La Keller definì quel giorno del 1887 il suo “improvviso risveglio dell’anima”.
La libertà è una parola viva per voi e per le persone che conoscete? Una “parola viva” liberò la Keller, può fare lo stesso per noi? Come possiamo rendere la libertà una parola viva, anziché un semplice slogan da accantonare quando non è conveniente? Prima di spiegarlo, vorrei condividere un'altra storia.
Il noto economista Russell Roberts nel suo ultimo libro, Wild Problems, racconta la storia della decisione di Charles Darwin di sposarsi. Il processo decisionale di Darwin è familiare alla maggior parte di noi: creò una lista che soppesava i pro e i contro del matrimonio. Roberts riportò quel banale elenco e osservò che esso “ci dice di più su Darwin che sul matrimonio. La sua lista di pro e contro, in particolare i pro, è la lista che farebbe qualcuno che non si è mai sposato e non comprende il lato positivo della vita interiore di un uomo sposato”.
Nella sua immaginazione Roberts riflettè su come avrebbe potuto informare gentilmente Charles Darwin che la sua lista di pro/contro era insufficiente. Come tutti noi “Darwin era all'oscuro del futuro [...] Darwin era anche all'oscuro di quanta oscurità lo circondasse”.
Quando siamo pieni di idee sbagliate, non possiamo sapere ciò che non sappiamo. Decisioni come il matrimonio, scrisse Roberts, “vi cambieranno in modi che non potete immaginare, incluso ciò che vi interessa e ciò che vi porta gioia o tristezza, dolcezza o malinconia, sole o ombra”. Eppure Darwin stava vedendo la sua decisione attraverso una lente “esclusivamente personale”.
Roberts scrisse che “non c'è nulla nell'elenco di Darwin sulla devozione verso un altro essere umano o sull'amore”. Avrebbe voluto che Darwin capisse che il matrimonio avrebbe arricchito la sua vita quotidiana, essendo lui “ignorante” di questo potenziale.
Roberts pose ai suoi lettori due domande profonde: “Quale 'voi' dovreste prendere in considerazione quando decidete cosa è meglio per voi? Il voi attuale o il voi che diventerete?"
La storia di Darwin è pertinente alla nostra situazione attuale. Quando il concetto di libertà manca di significato, i suoi benefici sono al di là della nostra portata.
Come Darwin, potremmo ritrovarci bloccati se ci concentrassimo esclusivamente sui pro e contro della libertà per noi stessi. Per quanto apprezziamo alcuni dei vantaggi della libertà, potremmo preoccuparci di cosa accadrà se lo stato usa il suo potere per costringere gli altri a nostro discapito.
La libertà è viva nei cuori e nelle menti dei dipendenti o degli azionisti della Pfizer? Il modello di business della Pfizer dipende in parte dallo stato che promuove i suoi prodotti e protegge l'azienda da responsabilità legali. Sto usando questa azienda in particolare come simbolo di clientelismo.
Se la libertà di scelta della scuola rappresenta un rischio per la loro professione, a cosa serve la libertà per un membro del sindacato degli insegnanti in una scuola con scarsi risultati?
Potrei continuare, ma spero abbiate capito il punto. Attraverso i miei occhi la libertà sembrerà avere pro e contro. Come Darwin, potremmo essere preoccupati di ciò che sacrifichiamo senza cogliere i benefici trasformativi della libertà.
Se ci liberassimo dalla nebbia del “cosa ci guadagno?” potremmo forse trasformare la libertà in una parola viva?
Per una prospettiva più ampia, c'è bisogno che la filosofia morale impregni la nostra comprensione ed esperienza della libertà.
Nella sua “Lettera dalla prigione di Birmingham” del 1963, Martin Luther King si rivolse al filosofo Martin Buber per spiegare perché la segregazione “non è solo politicamente, economicamente e sociologicamente infondata, ma è anche moralmente sbagliata e peccaminosa”.
Nel suo celebre libro, I and Thou, Buber delineò due mentalità che guidano le nostre interazioni umane: “Io-tu” e “Io-esso”.
La dicotomia di Buber è istruttiva perché ne comprendiamo istintivamente il significato. Considerando le persone come “essi”, ai nostri occhi diventano oggetti che possono assistere od ostacolare il nostro progresso. Come trattiamo le persone quando non fanno nulla per noi in cambio? Un oggetto non è considerato come qualcosa di vivente. Al contrario, quando vediamo un altro individuo come tu, rispettiamo la sua umanità come facciamo con la nostra.
Applicando la filosofia morale di Buber, King scrisse: “Una legge ingiusta è un codice che non è in armonia con la legge morale [...] che non è radicato nella legge eterna e naturale”.
King ci fornì una regola concreta: “Una legge ingiusta è un codice che una maggioranza impone a una minoranza e che non è vincolante per sé stessa [...]. Una legge giusta è un codice che una maggioranza costringe una minoranza a seguire e che essa stessa è disposta a seguire”.
Spiegò che la segregazione era moralmente sbagliata perché “finisce per relegare le persone allo stato di oggetti. Quando scrisse “la segregazione distorce l'anima e danneggia la personalità”, non stava solo scrivendo delle vittime della segregazione, ma stava spiegando come la segregazione “dà al segregatore un falso senso di superiorità e al segregato un falso senso di inferiorità”.
Anche C. Terry Warner, un filosofo americano contemporaneo, è stato fortemente influenzato da Buber. Nel suo libro, Bonds That Make Us Free, Warner ha scritto: “Il tipo di persone che siamo non può essere separato da come interpretiamo il mondo che ci circonda [...]. Chi siamo è come siamo in relazione agli altri”.
Troveremo la nostra umanità o la perderemo a seconda dei valori che usiamo per vedere gli altri.
La lente Buber/King/Warner fornisce uno strumento istruttivo attraverso cui comprendere un risultato della politica: l'uso del potere coercitivo danneggia sia chi è costretto sia chi costringe.
Il risveglio della Keller avvenne quando trascese la sua prospettiva ristretta; solo allora trovò il suo scopo nella vita. Darwin si sposò e lui e sua moglie ebbero dieci figli.
La libertà prende vita quando lasciamo andare la nostra lista di pro/contro e la abbracciamo pienamente per il bene della nostra anima? Affidarsi semplicemente ai benefici economici non sarà sufficiente ai sostenitori della libertà per convincere gli altri che, attraverso di essa, le loro vite saranno trasformate e arricchite.
Warner ha scritto: “La nostra bontà intrinseca ha a che fare con la nostra capacità di rispettare e riverire gli altri”. Quando riveriamo gli altri, smettiamo di costringerli; mentre lo facciamo, troviamo la nostra bontà. Trovando la nostra bontà, la libertà diventa per noi una parola viva.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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