giovedì 14 novembre 2024

Benvenuti nella modalità “Solo su”

Ricordo a tutti i lettori che su Amazon potete acquistare il mio nuovo libro, “Il Grande Default”: https://www.amazon.it/dp/B0DJK1J4K9 

Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato "fuori controllo" negli ultimi quattro anni in particolare. Questa è una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa è la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso è accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.

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di Mark Jeftovic

All'inizio di quest'anno, dopo aver digerito una brusca correzione dopo le approvazioni degli ETF, Bitcoin ha raggiunto un nuovo massimo storico, il che è stato anomalo, perché l'halving doveva ancora arrivare. Nei cicli passati i nuovi massimi storici non venivano raggiunti fino a dopo l'halving, come minimo qualche mese dopo.

Questa volta ne è arrivato uno nuovo (in realtà due consecutivi) prima dell'halving, ma il prezzo si è subito ritirato e fino a poco tempo fa BTC stava oscillando lateralmente in una banda che i bitcoiner hanno chiamato “chopsolidation”.

L'oro, da parte sua, aveva mostrato un andamento simile, anche se su onde più lunghe. Quando il metallo giallo ha segnato un nuovo massimo storico a dicembre 2023, ho guardato la dinamica su DollarCollapse.

Dal massimo dell'oro nel 1980 a $800/oz, ci sono voluti 28 anni per raggiungerne un altro. Una volta entrato nell'era post-Grande crisi finanziaria, ha avuto diverse difficoltà: ogni nuovo massimo storico preannunciava un possibile ritiro e consolidamento pluriennale. Quando l'oro ha raggiunto il picco nel 2011 dopo la sua corsa post-Grande crisi finanziaria, ha segnato l'inizio di una fase di “chopsolidation” durata più di un decennio.

Ci sono voluti più di otto anni affinché l'oro superasse il massimo storico del 2011 e più di tre anni perché ci riuscisse di nuovo alla fine del 2023.

Nel 2024 l'oro ha cambiato marcia, facendo registrare una serie di nuovi massimi storici (ben oltre trenta volte ormai) e si trova in un mercato rialzista indiscusso (e comunque non supererà i massimi storici del 1980 in termini di aggiustamento all'inflazione fino a quando non raggiungerà quota $3.000 l'oncia).

L'oro è entrato in modalità “Solo su”.

E ora, catalizzato dalla storica e schiacciante vittoria delle elezioni americane, anche Bitcoin è entrato in modalità “Solo su”.

Dopo aver raggiunto un nuovo massimo storico subito dopo la conclusione della campagna elettorale, da allora ha continuato a farne registrare di nuovi, tra cui uno appena sotto gli $81.000 mentre scrivo questo articolo.

I trader più astuti, che hanno cercato di prevedere il momento giusto per investire in oro o Bitcoin, avrebbero potuto fare bene a vendere nei momenti di massimo e riacquistare nei momenti di calo, e per un po' di tempo ciò avrebbe funzionato.

Il problema è che, se l'oro e Bitcoin si trovano in mercati rialzisti, a un certo punto questi movimenti ciclici o subciclici cambiano ritmo: nuovi massimi storici iniziano ad arrivare a intervalli più brevi, per non parlare dei consolidamenti pluriennali o mensili, finiamo con nuovi massimi ogni tot. settimane o giorni, oppure, data la velocità con cui si muovono i mercati delle criptovalute, ogni tot. ore.

Una volta che ciò accade, siamo in modalità “Solo su”.

Nonostante l'animosità tra la folla “oro contro Bitcoin” (come ho sempre detto, sono un tipo da “oro e Bitcoin”, anche se da molto tempo sono più sbilanciato su Bitcoin che sull'oro) entrambi gli asset sono entrati in suddetta modalità.

Mentre in passato non c'era molta correlazione, nel 2024 quella tra Bitcoin e oro ha iniziato ad avvicinarsi; ecco un grafico che utilizza la media mobile a 10 settimane, anche se bisogna ammettere che c'è volatilità (quella dopo le elezioni ne è un buon esempio).

Ma nel complesso questi due asset ci stanno dicendo la stessa cosa: l'era della moneta fiat sta per concludersi.


È troppo tardi per prendere posizione?

Molte persone osservano la crescita senza precedenti di Bitcoin e pensano che sia troppo tardi per cogliere il lato positivo di questa operazione.

Utilizzo questa frase per un motivo: come ho sottolineato per anni, Bitcoin non è uno trade, ma un  cambiamento di paradigma monetario.

E il parametro di riferimento che utilizzo per valutare a che punto siamo nel processo (siamo in anticipo o è troppo tardi?) è la capitalizzazione del mercato obbligazionario globale rispetto a quella di Bitcoin:

Accanto a questi livelli di debito davvero sbalorditivi, abbiamo il mercato obbligazionario globale: $120.000 miliardi (di cui circa $15.000 miliardi hanno un rendimento negativo) e l'offerta M2 degli USA è nell'intervallo dei $20.000 miliardi.

Per comprendere il Great Reset, immaginate i $120.000 miliardi in obbligazioni e tutta la massa monetaria M2 come enormi palloncini, i cui steli sono collegati a un marchingegno dall'aspetto steampunk che aspira l'aria da questi due palloncini e la pompa fuori dall'altra estremità in palloncini molto più piccoli su cui c'è scritto “Oro” e “Bitcoin”. L'ultima parte di questo esercizio è ricordare una cosa: non prestare attenzione ai numeri (il “valore nominale”) sui palloncini Bond e M2.

Ciò che bisogna davvero tenere sotto controllo è il flusso d'aria da sinistra a destra.

Questo flusso d’aria è chiamato “potere d’acquisto”.

Il nostro obiettivo è quello di creare ricchezza e accumulare asset all'interno dei palloncini in espansione sul lato destro. Ciò che stiamo vivendo come enormi bolle dei prezzi degli asset soddisfa tutte le definizioni di ciò che gli economisti della Scuola Austriaca chiamano “Crack Up Boom”.

Si tratta di un volo globale fuori dai palloncini dalla parte sbagliata della storia. In realtà si tratta dei primi brontolii di un evento iperinflazionistico mondiale, uno che colpirà tutte le valute nazionali, capovolgerà il sistema monetario globale, sostituirà lo status di valuta di riserva mondiale del dollaro, eliminerà il contante e sposterà il mondo intero lungo un nuovo ordine monetario.

Naturalmente all'epoca in cui scrivevo questa cosa, circolavano obbligazioni con rendimento negativo  per circa $20.000 miliardi a fronte di una capitalizzazione di mercato totale di $100.000 miliardi.

Ora sembra che le obbligazioni stiano prendendo la direzione opposta: nonostante i tagli dei tassi da parte della FED, i rendimenti stanno salendo, e questo è un problema per la gigantesca bolla del debito.

Bitcoin è ora un asset da $1.500 miliardi e le obbligazioni sono ancora 100 volte più grandi, ciononostante hanno iniziato a essere considerate “rischio senza rendimento”. Le obbligazioni sono un “morto che cammina”.

Non sto dicendo che ci sarà un esodo da queste ultime e che $120.000 miliardi in titoli sovrani e aziendali finiranno in Bitcoin.

Ma vedo che gli allocatori stanno riducendo la loro ponderazione e potrei vedere il 10% o il 20% delle obbligazioni spostate su altri asset; se anche il 10% di questa percentuale cerca di entrare in BTC, ciò si tradurrà in altri $1.200 miliardi in entrata.


Il grande salto

Abbiamo attraversato un cambiamento di fase, in cui in passato gli allocatori di asset avrebbero affrontato un rischio reale per quanto riguarda la loro carriera se avessero allocato risorse in Bitcoin. È qualcosa che è stato inaugurato da miliardari anticonformisti ed eccentrici, fondamentalmente persone come Stan Druckenmiller, Paul Tudor Jones o Bill Miller, i quali gestiscono i propri fondi e hanno già abbastanza influenza da non doversi preoccupare di rispondere a nessuno.

Ora invece se avete un ruolo come gestore di fondi, un family office, o un fiduciario, finite sotto torchio se non investite in Bitcoin. Da oltre un anno lo definisco “il mantra dell'1%” e lo stiamo vedendo concretizzarsi.

Ora che siamo alle prese con la valanga di voti per Trump (e improvvisamente essere un negazionista elettorale è accettabile), è significativo notare che nessuno dei due candidati ha mai parlato del debito galoppante e dei deficit in aumento, e tanto meno di affrontarli come parte del proprio programma elettorale.

Questo è l'elefante nella stanza e nessuno se ne sta occupando, perché è irrisolvibile. L'unica linea d'azione è quella di gonfiare il debito e distruggere la valuta: quale? Tutte.

Ecco perché il semplice atto di “partire da zero”, da qualsiasi importo, e poi integrarlo con acquisti regolari (un approccio basato sul costo medio del dollaro) — $100 al mese, $5 a settimana, ecc. — vi posizionerà in uno strato socio-economico completamente diverso da chi non avrà alcun bitcoin quando il cambio di paradigma monetario finalmente arriverà. A quel punto si instaurerà una sorta di apartheid monetario di fatto.

Siamo alle battute finali di questo gioco.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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