di David Waugh
Dopo il fallimento della Silicon Valley Bank il presidente Biden ha detto agli americani che “possono stare tranquilli che il nostro sistema bancario è sicuro, i vostri depositi sono al sicuro”. Eppure, per molti, è sempre più chiaro che le cose non stanno così.
In tutto il mondo occidentale le banche non sono sicure per coloro che hanno opinioni diverse dalla narrativa ufficiale. Le banche chiudono con una certa regolarità i conti dei depositanti con opinioni diverse dalla tale narrativa, spesso senza preavviso, una pratica chiamata “debanking”.
Anche una rapida analisi dei recenti casi di debanking rende chiaro che i conservatori e i gruppi a essi associati sono colpiti in modo sproporzionato. E l'avvento di un'economia senza contanti, alimentata dalle valute digitali delle banche centrali (CBDC), intensificherà questa tendenza. Con le CBDC gli stati saranno in grado di controllare direttamente l'accesso ai servizi finanziari.
Sebbene abbia accelerato, il debanking non è un fenomeno esclusivamente americano, né è una novità. In tutto l'Occidente l'attività bancaria digitalizzata ha portato a una politicizzazione dall'alto verso il basso dei servizi finanziari, permettendo di far cadere la scure del debanking su individui e grandi imprese.
Dieci anni fa la “Operation Choke Point” dell'amministrazione Obama fece pressione sulle banche affinché interrompessero i rapporti con le aziende ritenute portatrici di visioni ideologiche inaccettabili. Da allora, la tendenza ha solo intensificato il suo passo.
JP Morgan Chase ha iniziato a chiudere conti come minimo dal 2019 e, nonostante gli azionisti stiano reagendo, non c'è alcuna garanzia che riusciranno a far smettere questo fenomeno in accelerazione.
L'anno scorso il governo canadese ha fatto ricorso ai poteri di emergenza per congelare i conti e sequestrare i beni di un gruppo di camionisti che protestavano contro l'obbligo di vaccinazione.
Il politico britannico Nigel Farage ha fatto notizia quando Coutts, una banca fondata nel diciassettesimo secolo, ha deciso di chiudere il suo conto nonostante fosse cliente da oltre 40 anni. La banca ha deciso, in un promemoria privato, che il titolare del suo conto era un “truffatore disonesto” e che ci sarebbero stati danni “di reputazione” nel continuare il rapporto con lui.
Farage ha usato la sua influenza mediatica per scatenare una battaglia di pubbliche relazioni contro Coutts e la sua società madre NatWest, il cui CEO è stato costretto a dimettersi, non per aver chiuso l'account di Farage, ma per aver rivelato i dettagli del cliente a un giornalista. In ogni caso, le persone normali non hanno la capacità di attirare l'attenzione pubblica sul problema del debanking.
Le app finanziarie sono migliori? Purtroppo no. PayPal e altri provider di pagamento chiudono regolarmente gli account dei clienti che si impegnano in pensieri sbagliati, dimostrando quanto sia difficile accedere a qualsiasi servizio finanziario una volta che si è stati inseriti nella lista nera.
A peggiorare le cose ci sono le richieste di una “società senza contanti” e l'introduzione di valute digitali delle banche centrali semplificherà la capacità dello stato di controllare l'accesso al mondo finanziario. Abbiamo già visto lo stato lavorare dietro le quinte per controllare cosa vi è permesso leggere e sentire; immaginate se i controlli si estendessero a cosa potete comprare questo mese.
Una volta che il denaro assume la forma di una CBDC, diventa completamente programmabile, consentendo agli stati di decidere quali acquisti possono essere effettuati e quali no. Al denaro può persino essere assegnata una data di scadenza per incentivare la spesa e penalizzare i risparmiatori. Come ha affermato l'economista Jonathan Newman: “Denaro programmabile significa cittadini programmabili”.
Un gruppo di funzionari pubblici sta, però, chiedendo alle banche di cambiare le loro pratiche. Il governatore della Florida, Ron DeSantis, e alcuni repubblicani hanno promulgato una legislazione anti-CBDC, ma il loro lavoro non ne fermerebbe l'attuazione a livello federale.
Gli americani possono ripristinare la loro sovranità possedendo una criptovaluta decentralizzata come Bitcoin: possono in questo modo rimuovere una parte delle proprie finanze dal sistema bancario e costringere le istituzioni repressive a competere con un'alternativa.
Oggi in Occidente Bitcoin è comunemente associato alla speculazione, ma nei Paesi con valute instabili, o inaffidabili, è vista come un modo per ottenere l'indipendenza dai sistemi finanziari corrotti. Questo caso d'uso diventerà sempre più importante con l'avvento delle CBDC.
In quanto bene al portatore digitale, Bitcoin garantisce al suo detentore un controllo indipendente, simile a quanto avviene con i beni al portatore fisici, come l'oro o le obbligazioni.
In precedenza gli individui dovevano usare canali di pagamento di terze parti per effettuare transazioni digitali, consentendo a banche o governi di bloccare o annullare le transazioni. Ora chiunque può usare Bitcoin (o altre criptovalute) per conservare e trasferire ricchezza senza il permesso di un intermediario.
È importante sottolineare, però, che non tutte le criptovalute sono create uguali. Gli schemi di scansione dell'iride, come Worldcoin di Sam Altman, o il token FTT di Sam Bankman-Fried, non sono decentralizzati. I loro creatori sono sensibili alle pressioni governative.
Quando possedete un asset digitale indipendente dal sistema bancario, possedete una copertura contro la minaccia di essere debanked. Bitcoin elimina la possibilità per le banche di congelare tutta la vostra ricchezza e di conseguenza la possibilità di effettuare transazioni.
Con le CBDC all'orizzonte, un'amministrazione presidenziale che vede il sistema bancario come un'arma politica e con le banche disposte ad adeguarsi, è giunto il momento che gli americani capiscano che Bitcoin merita un posto nel loro arsenale per resistere alla tirannia.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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