mercoledì 11 settembre 2024

Questo non è capitalismo

 

 

di Jeffrey Tucker

La parola capitalismo non ha una definizione incontrovertibile e dovrebbe essere ritirata definitivamente dai vocabolari. Ovviamente ciò non accadrà, perché troppe persone hanno investito nel suo uso e abuso.

Ho smesso da tempo di cercare di imporre le mie definizioni sulla comprensione di qualcun altro, considerando le dispute sui termini e sulle definizioni dei dizionari come una distrazione dal vero dibattito su concetti e ideali.

Lo scopo di quanto segue non è definire con precisione cosa sia il capitalismo (il mio amico C. J. Hopkins non è il solo a descriverlo come liberatorio, un tempo, ma ora divenuto rapace), ma evidenziare i modi in cui i sistemi economici del mondo industrializzato hanno imboccato una svolta contro l'etica del volontarismo.

Facciamo finta di concordare su una descrizione unica di un'economia capitalista: sistema di scambio volontario e contrattuale di titoli di proprietà che consente l'accumulo di capitale, evita la pianificazione dall'alto verso il basso e rimanda ai processi sociali rispetto alla pianificazione statale.

Si tratta, idealmente, del sistema economico di una società basata sul consenso.

Si tratta ovviamente di un sistema ideale. Così descritto è inseparabile dalla libertà e proibisce la pianificazione statale, l'espropriazione e i privilegi legali per alcuni rispetto ad altri. Come si confronta lo status quo con questa descrizione? In innumerevoli modi i nostri sistemi economici non sono all'altezza.

Quello che segue è un breve elenco di tutti i modi in cui il sistema attuale non si concilia con un modello ideale di mercato capitalistico.

  1. I governi sono diventati i principali clienti delle piattaforme tecnologiche e mediatiche, instillando un'etica di deferenza politica e cooperazione che ha portato a sorveglianza, propaganda e censura. Ciò è avvenuto gradualmente, tanto che molti osservatori non hanno notato la svolta. Hanno mantenuto la loro reputazione di aziende capitaliste intraprendenti, anche se una piattaforma dopo l'altra è caduta per diventare serva del potere statale. È iniziato tutto con Microsoft, si è esteso a Google, è arrivato ad Amazon con il suo servizio web in particolare, e si è fatto strada su Facebook e Twitter; normative e barriere all'ingresso hanno consolidato l'intero settore della tecnologia digitale. Nel corso del tempo queste aziende hanno mantenuto la loro reputazione di disruptor con un ethos libertario, anche se sono state sempre più impiegate al servizio delle priorità del sistema. Quando Trump è entrato in carica nel 2016, e il brasiliano Jair Bolsonaro e il britannico Boris Johnson sembravano formare una forza di resistenza populista, è iniziata la repressione. Con i lockdown tutte queste piattaforme sono entrate in azione per alimentare il panico, mettere a tacere il dissenso e fare propaganda per iniezioni non testate e inutili. Il fatto era compiuto: tutte queste istituzioni sono diventate fedeli servitori di un impero corporativo. Ora sono collaboratori a pieno titolo del complesso censura-industriale, mentre i pochi emarginati come X e Rumble stanno subendo un'enorme pressione per conformarsi di nuovo. Il CEO di Telegram è stato arrestato per non aver fornito una backdoor ai governi Five-Eyes, mentre le nazioni della NATO stanno indagando e arrestando per il semplice atto di postare meme irrispettosi. La tecnologia digitale è l'innovazione più notevole ed entusiasmante dei nostri tempi, tuttavia è stata intimidita e ridotta a uno strumento nelle mani del potere statale.

  2. Gli Stati Uniti hanno un cartello medico che collabora con agenzie di regolamentazione e istituzioni ufficiali per imporre veleni al pubblico, prezzi esorbitanti, per collaborare con cartelli aziendali e bloccare alternative, e per promuovere dipendenza e cattiva salute. Gli interventi nel settore sono innumerevoli: dalle licenze agli obblighi dei datori di lavoro, ai pacchetti di benefit obbligatori, ai finanziamenti governativi, al sostegno finanziario di aziende farmaceutiche che finanziano e controllano le stesse agenzie che dovrebbero regolamentarle. I segni e i simboli dell'economia di mercato esistono ancora, ma in un modo altamente distorto che rende quasi impossibile la pratica medica indipendente. Non è socialismo e non è capitalismo, ma qualcos'altro, come un cartello medico privato che lavora a braccetto con il potere coercitivo pubblico. E la coercizione non riguarda la promozione della salute, ma la promozione della dipendenza dai prodotti farmaceutici.

  3. Gli Stati Uniti hanno un sistema educativo finanziato principalmente dal governo, il quale blocca la competizione, forza la partecipazione, fa perdere tempo agli studenti e spinge un programma politico di conformità e indottrinamento. La scuola pubblica negli Stati Uniti nasce a fine Ottocento, ma le caratteristiche obbligatorie sono arrivate molti decenni dopo, insieme al divieto di lavoro per gli adolescenti. Questo in seguito si è trasformato in università finanziate dallo stato che hanno arruolato quote sempre maggiori della popolazione nel sistema, gravandole con un fardello di debito enorme che non può essere ripagato. Le famiglie che cercano alternative finiscono per pagare più volte: attraverso tasse e mancati guadagni. L'intervento dello stato nei servizi educativi è massiccio, cancellando tutte le normali forze capitalistiche e lasciando una pianificazione statale pervasiva. L'intero sistema è talmente pessimo che quando sono stati introdotti i lockdown, insegnanti, dirigenti e anche molti studenti hanno accolto con favore l'opportunità di darsi una tregua da tutto questo. Molti insegnanti non sono tornati a lavoro e il sistema nel suo complesso è ora peggiore che mai, con alternative private che spuntano ovunque e l'istruzione parentale ora più comune che mai. Ciononostante regolamenti e obblighi impediscono la piena fioritura di un sistema basato sul mercato.

  4. Sussidi agricoli creano industrie che schiacciano le piccole aziende e sono al soldo dell'apparato normativo, imponendo cibo cattivo al pubblico. Chiunque lavori nell'agricoltura lo sa. Il mondo agricolo ha seguito la strada del settore tecnologico e sanitario, diventando pesantemente cartellizzato e lavorando a braccetto con i burocrati. Ogni giorno piccole aziende agricole vengono cacciate dal mercato con costi di conformità e indagini, al punto che persino i venditori di latte fresco temono di bussare alla porta delle persone. In nome della mitigazione delle malattie, milioni di polli vengono macellati e gli allevatori temono anche un solo test positivo di qualche malattia infettiva. Ciò ha ulteriormente consolidato la grande industria che è sempre più dipendente da prodotti farmaceutici brevettati, insetticidi e fertilizzanti. Quando Robert F. Kennedy Jr. e tanti altri parlano di una crisi di salute pubblica negli Stati Uniti, il sistema alimentare dalla produzione alla distribuzione gioca un ruolo importante, cosa che a sua volta alimenta il cartello sanitario sopra menzionato.

  5. Un sistema di tassazione complicato e confiscatorio che punisce l'accumulo di ricchezza e blocca la mobilità sociale in tutte le direzioni. Il governo federale da solo ha da sette a dieci principali forme di tassazione federale in categorie come reddito, salari, profitti, consumo, successioni e donazioni, dazi doganali, ecc. A seconda di come le si conta, ce ne sono 20 o più. È qualcosa di notevole dato che solo 115 anni fa c'era una sola fonte di finanziamento federale: i dazi. Una volta che il governo federale ha messo le mani sui redditi con il 16° emendamento, il resto è storia. E questo non conta i finanziamenti a livello statale e locali. Sono impiegati come metodi di pianificazione e controllo, senza che nessun settore sia immune dalla necessità di inchinarsi di fronte ai propri padroni fiscali affinché concedano sgravi o agevolazioni fiscali. Il risultato netto è una forma di servitù commerciale e industriale.

  6. I tassi di cambio fluttuanti (nati nel 1971) danno al governo federale fondi illimitati, creano inflazione e valute che non aumentano mai di valore, e forniscono capitale di investimento alle banche centrali estere garantendo che i conti internazionali non si stabilizzino mai. Questo nuovo sistema ha fatto esplodere il potere dello stato, espansosi senza limiti, e ha interrotto il normale funzionamento del commercio internazionale. Il debito pubblico elude tutte le normali forze di mercato e i premi di rischio, proprio perché è coperto dal potere di creare inflazione a scapito della popolazione. Ciò fornisce ai politici, ai guerrafondai e ai totalitari tra noi un assegno in bianco con cui effettuare infiniti salvataggi bancari, sussidi e altre buffonate finanziarie. È proprio questo cambio di paradigma, insieme alla manipolazione dei tassi d'interesse, che ha dato origine a quella che viene chiamata finanziarizzazione, tanto che la grande finanza ha divorato gran parte di quello che un tempo era un settore industriale sano negli Stati Uniti. Ai vecchi tempi il meccanismo del flusso prezzo-metallo (descritto da David Hume a Gottfried Haberler) bilanciava i conti per garantire che il commercio si traducesse in un beneficio reciproco. Ma con il sistema monetario fiat il debito è diventato una fonte infinita di finanziamenti a livello internazionale che ha distrutto innumerevoli industrie statunitensi che invece un tempo prosperavano. Nel 2000 $1.800 miliardi, ovvero il 17,9% del debito totale statunitense, erano di proprietà straniera. Nel 2014 quella cifra è cresciuta fino a $8.000 miliardi, ovvero il 33,9% del debito totale, la percentuale più alta nella storia degli Stati Uniti, e tale è rimasta negli ultimi dieci anni. Questo non è libero scambio, ma imperialismo e finisce per produrre una reazione come quella che vediamo oggi. La soluzione offerta è quella dei dazi, che si trasformano nell'ennesima forma di tassazione. La vera soluzione è un bilancio in pareggio e la chiusura del rubinetto monetario della Federal Reserve, ma tutto questo non entra nemmeno nel dibattito pubblico.

  7. Il sistema giudiziario invita a contenziosi estorsivi e può essere fronteggiato solo da chi ha tasche profonde. Al giorno d'oggi il contenzioso riguarda un gioco a lungo termine che può riguardare qualsiasi cosa, reale o immaginaria, basta solo che un potenziale querelante possa assemblare un caso giudiziario. Gli imprenditori, soprattutto quelli piccoli, vivono nella paura quotidiana di questa minaccia costante. E questo è diventato il mezzo con cui gli standard di assunzione DEI sono diventati la normalità; sono istituiti da manager avversi al rischio per paura di finire in bancarotta a causa di contenziosi giudiziari. L'ironia è che i veri malfattori, come i produttori farmaceutici, sono indennizzati contro le azioni legali, trasformando i tribunali in giocattoli per i rapaci.

  8. Un sistema di brevetti che garantisce cartelli e blocca la concorrenza per tutto, dai prodotti farmaceutici al software fino ai processi industriali. Questo è un argomento troppo vasto per questo saggio, ma sappiate che c'è una lunga storia di pensatori di libero mercato che consideravano il potere dei brevetti come uno strumento di cartellizzazione industriale, del tutto ingiustificato da qualsiasi standard di libertà commerciale. La “proprietà intellettuale” non è una proprietà in quanto tale, ma la creazione di una finta scarsità tramite regolamentazione. Basta leggere lo studio di Fritz Machlup del 1958 per comprendere la portata della falsificazione qui contenuta, o leggere ciò che Thomas Jefferson disse sulla mercificazione delle idee: “Che le idee si diffondano liberamente dall'uno all'altro in tutto il mondo, per l'istruzione morale e reciproca e per il miglioramento della nostra condizione, è un progetto peculiare e benevolo dalla natura; quando essa le ha create, come il fuoco, le ha rese espandibili in tutto lo spazio senza densità in alcun punto e, come l'aria che respiriamo, si muovono senza corpo fisico, impossibili da confinare”. La corruzione scaturita dalla proprietà delle idee non può essere sopravvalutata. Un settore dopo l'altro ne ha limitato la concorrenza, conferito privilegi a potenziali monopolisti, ostacolato l'innovazione e troncato apprendimento e innovazione. Questo è ovviamente un argomento difficile, ciononostante impossibile da evitare. A questo proposito consiglio vivamente la lettura di un monumentale trattato di N. Stephan Kinsella: Legal Foundations of a Free Society. La cattura dei pensatori pro-capitalisti da parte della teoria dei brevetti rappresenta una grave breccia nella storia e nei giorni nostri.

  9. Per quanto riguarda i diritti di proprietà autentici, sono più deboli che mai e possono essere ignorati o addirittura aboliti con un colpo di penna, tanto che nemmeno i proprietari di case possono sfrattare gli inquilini o le piccole imprese possono aprire i battenti. Ciò era la norma nei Paesi più poveri con governi dispotici, ma ora lo è anche nell'Occidente industrializzato, tanto che nessun imprenditore può essere certo dei propri diritti sulla propria impresa. Questa è la conseguenza devastante dei lockdown. È così grave che i vari indici di libertà economica devono ancora adattare le loro metriche alla nuova realtà. Ovviamente non esiste alcun capitalismo in quanto tale se milioni di aziende possono essere chiuse per capriccio delle autorità sanitarie pubbliche.

  10. Un bilancio federale sostiene più di 420 agenzie che dominano l'intera società commerciale, facendo lievitare i costi di conformità per gli imprenditori e creando enorme incertezza sulle regole del gioco. Piccoli tentativi di “deregolamentazione” non possono nemmeno iniziare a risolvere il problema principale. Non esiste prodotto o servizio realizzato negli Stati Uniti che non sia soggetto a una qualche forma di diktat normativo. Se ne capita uno, come le criptovalute, viene fatto a pezzi finché solo le aziende più conformi sopravvivono. E questo accade in tal settore sin dal 2013 e il risultato è stato quello di convertire uno strumento dirompente e senza stato in un settore ossessionato dalla conformità che serve principalmente l'industria finanziaria.

Dovete prendere in considerazione tutti questi fattori la prossima volta che qualcuno denuncia il sistema statunitense come il miglior esempio di capitalismo. Potrebbe trattarsi solo di marketing, una rivoluzione nell'uso delle risorse, ma anche questo è stato corrotto per servire gli interessi del potere. Solo perché qualcosa è disponibile sul mercato non significa necessariamente che sia un prodotto della matrice volontaria dello scambio.

Non sono qui per discutere del significato di una parola, ma per richiamare l'attenzione su quella che tutti possono definire un'imposizione egemonica sulla libertà commerciale da parte del potere statale, a volte anche con la cooperazione degli attori dominanti in ogni settore.

Non sono sicuro che un sistema del genere abbia un nome preciso nel XXI secolo, a meno che non vogliamo tornare al periodo tra le due guerre ed etichettarlo come corporativismo o semplicemente come fascismo. Ma nemmeno questi termini si adattano del tutto a questa nuova modalità di dispotismo basato sulla sorveglianza e digitalizzato, una che fornisce ricompense per le imprese private che si collegano al potere statale e punizioni brutali per quelle che invece non lo fanno.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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