Questa settimana si è conclusa male per tutti, con il DJIA che ha perso l'1%, l'indice S&P 500 che ha perso l'1,7% e il Nasdaq che ha perso il 2,55%. Zerohedge l'ha definita “Kamala Karnage”:
È stata un'ondata epica: tutto — letteralmente tutto — e certamente qualsiasi cosa con un beta alto o anche solo una traccia di slancio, è imploso con una violenza tale da far sembrare il 5 agosto una giornata da dilettanti.
Bitcoin ha toccato i $52.700 (una settimana fa sfiorava i $60.000), spingendo i soliti no-coiner a esultare dicendo che “stava implodendo”, come se tutto il resto non stesse andando male.
Quando il 5 agosto è arrivato il Black Monday, l'avviso inviato ai lettori della mia newslettere diceva:
La mia opinione è che questa svendita sia al 100% una crisi di liquidità a livello macro e una richiesta di margine contagiosa a livello globale.
Ha molto poco (niente?) a che fare con Bitcoin, invece ha tutto a che fare con una corsa folle per la solvibilità.
Praticamente tutto è in forte calo e il motivo per cui le criptovalute sono in forte calo è perché, come tutti sappiamo, non ci sono interruttori o “Plunge protection team” per Bitcoin, e tutto avviene 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni all'anno.
Ecco perché tende a fare sparate sia verso l'alto che verso il basso.
Mettiamo a confronto questa flessione estiva di Bitcoin con il 2021-2022, periodo che è stato soggetto alle dinamiche interne dell'economia degli asset digitali: Terra/Luna, 3AC, Celsius e, naturalmente, il fiasco di FTX hanno portato una meritata epurazione nel settore e (alcuni dei) protagonisti più eclatanti sono dove dovrebbero essere, ovvero, in prigione.
Molti guardano alla volatilità sfrenata di Bitcoin e ne gioiscono, sostenendo che lo rende insostenibile come riserva di valore (mi chiedo chi ci fosse durante l'iperinflazione di Weimar che, guardando la volatilità dell'oro rispetto al Reichmark in rapida disintegrazione, abbia detto la stessa cosa: “Troppo volatile per funzionare come riserva di valore”; esatto, nessuno se lo ricorda).
You’ll often see charts from Weimar Germany of gold priced in the paper mark going parabolic.
— Dylan LeClair 🟠 (@DylanLeClair_) May 23, 2021
What that chart doesn’t show is the sharp drawdowns & volatility that occurred during the hyper-inflationary period. Speculating using leverage got wiped out multiple times.$BTC 1/2 pic.twitter.com/tZhpP1KMS1
Una cosa che ho detto fin dal 2013, quando Mt. Gox è imploso e tutti la chiamavano “La morte di Bitcoin”: ecco com'è un libero mercato, senza interruttori di spegnimento, senza Plunge protection team e persino in contrasto con alcune criptovalute, come Ethereum, senza “ritorni al passato” sotto forma di hard fork per uscire da un pasticcio.
Poiché BTC sta venendo massacrato insieme a tutto il resto, questo mi ricorda più il panico da COVID del 2020 che l'inizio del crypto winter del 2021.
La gente sottolinea la volatilità come prova del fatto che Bitcoin non è un bene rifugio e non è un hedging: un famoso autore di newsletter che conosco da molto tempo mi rimprovera costantemente dicendo che Bitcoin non si muove in direzione opposta al dollaro, come ci si dovrebbe aspettare se fosse una sorta di copertura contro l'inflazione o la svalutazione.
Altri affermano che “Bitcoin è fondamentalmente Tesla”, o che semplicemente si muove e viene scambiato come l'ennesimo titolo tecnologico di successo o come il Nasdaq nel suo complesso.
Non hanno tutti i torti sulla correlazione tra Bitcoin e il mondo della tecnologia, ma non hanno nemmeno una visione completa del fenomeno.
La nostra era attuale è guidata quasi interamente dal progresso tecnologico; questa idea non è controversa per la maggior parte delle persone, tuttavia non riescono a cogliere le ramificazioni dei cicli di feedback creati dalla tecnologia e il ritmo accelerato del cambiamento che ne consegue.
Ecco perché il settore tecnologico si sta muovendo più velocemente e sta surclassando tutto il resto ed è per questo che Bitcoin sta surclassando il settore tecnologico.
Bitcoin non è un semplice investimento è un cambio di paradigma a livello monetario
Nel suo libro “Gold Wars” (citato in “Sound Money Makes for Short Wars”), Ferdinand Lips racconta di come il passaggio al gold standard sia avvenuto senza che gli stati (o i globalisti) lo decretassero, grazie alla superiorità dell’oro come metallo monetario:
Nel 1900 circa cinquanta Paesi avevano adottato il gold standard, comprese tutte le nazioni industrializzate. Il fatto interessante è che non fu pianificato in una conferenza internazionale, né fu inventato da qualche genio. Arrivò da solo, naturalmente, e in base all'esperienza. Il Regno Unito adottò il gold standard contro l'intenzione del suo governo. Solo molto più tardi un gold standard operativo venne trasformato in un gold standard a norma di legge.
Questo è esattamente ciò che sta accadendo oggi con Bitcoin, solo che le persone che si sono sbagliate per così tanto tempo ora continuano a voler sbagliare di più, nonostante diventi ogni giorno più ovvio che questa è la direzione che stanno prendendo le cose (posso immaginare qualche futuro insegnante di storia che mette in difficoltà la sua classe con la domanda “Non indovinerete mai quale stato fu il primo ad adottare Bitcoin come moneta ufficiale... vi do anche un indizio: non fu nessuna delle ex-Repubbliche degli Stati Uniti”).
In passato, quando gli incentivi spingevano gli attori di mercato verso un gold standard, ciò avveniva nel corso di decenni o addirittura secoli; ciò che disorienta oggi è la rapidità con cui accadono certe cose. Per la maggior parte delle persone l'attuale sistema monetario è qualcosa che era già in atto dal giorno in cui sono nati, e probabilmente non sarebbe cambiato nel corso della loro vita.
Le occasioni eccezionali in cui ciò è accaduto sono quelle da cui provengono i libri di storia. Panico, guerre, iperinflazioni in tutte le epoche sono stati eventi presumibilmente irripetibili o generazionali. Oggi li si vede svolgersi nel proprio feed di Twitter.
A causa della curva tecnologica e dell'accelerazione del tasso di cambiamento, questi fenomeni si verificano continuamente, con frequenza ed entità crescenti.
Most of the ridiculous bullshit people believe today
— Mark Jeftovic, The ₿itcoin Capitalist (@StuntPope) June 18, 2024
… and nearly all the policy blunders that are so catastrophically stupid as to appear to be intentional conspiracy
- are pure and simple Future Shock.
Go back and read the entire series.
Then you’ll get what’s actually… pic.twitter.com/9xGmhtnJJk
Persone come Peter Schiff (e il mio collega anonimo scrittore di newsletter) si divertono a cogliere ogni piccolo accenno di discesa di Bitcoin come prova della sua presunta morte e tirano fuori tutti i soliti parallelismi (es. “Tulipani, sostenuti da nulla”, “Schema di Ponzi”, “Psyop della NSA”, et al).
Ci vuole un atto di ragionamento motivato e concertato per cancellare la dissonanza cognitiva che il solo esame dei dati fattuali sulle prestazioni di Bitcoin dovrebbe indurre negli scettici:
Ho incluso Berkshire Hathaway perché è gestita da miliardari che odiano Bitcoin e spesso elogiata come una macchina collaudata per l'allocazione del capitale (nonostante la sua sovraperformance rispetto all'indice S&P in un trend ribassista secolare).
È anche interessante notare che l'oro riesce a malapena a tenere il passo con l'espansione di M2 in un arco di tempo di 10 anni, e nessuno dei suoi sostenitori, che odiano Bitcoin e che lo criticano duramente su Twitter, risponde mai quando faccio notare che il metallo giallo non ha ancora superato il suo massimo, al netto dell'inflazione, del 1980.
Le obbligazioni sono capitale morto che cammina, “rendimento senza rischi”, come si dice. Una pietra angolare della mia tesi è un eventuale esodo dalle obbligazioni che vede anche una frazione spostarsi in Bitcoin (l'1% o il 3% metterebbe BTC da qualche parte tra le 6 o le 7 cifre).
Bitcoin è l'asset con le prestazioni più elevate in termini assoluti di tutti i tempi.
In conclusione, sarei preoccupato nel breve termine se ci fosse qualcosa di specifico nei mercati Bitcoin o delle criptovalute a guidare questa correzione (come il fatto che Tether si sia rivelato una frode, di cui abbiamo parlato nell'ultima newsletter, ma finora si tratta solo di speculazioni e non è diventato un problema).
• Gli ETF Bitcoin non hanno fatto dumping nonostante la debolezza. Molti hanno detto che lo avrebbero fatto, che gli ETF spot avrebbero reso più facile cedere posizioni al primo segno di difficoltà.
“Nonostante la volatilità dei prezzi, i detentori di ETF hanno dimostrato resilienza, senza grandi deflussi sin da marzo. Ma i tassi di afflusso complessivi hanno rallentato notevolmente dopo il lancio” — tramite Ecoinometrics
Ma come abbiamo detto le ultime volte, finora questo ciclo è stato tutto caratterizzato dagli istituzionali, ovvero, per la maggior parte della fase rialzista di quest'anno (ricordiamo che Bitcoin è ancora in rialzo del 22% da inizio anno e del 106% nell'ultimo anno), quindi, mentre le istituzioni potrebbero preferire esporsi tramite ETF, tendono ad adottare una prospettiva a lungo termine e a non fare mosse improvvise.
• Ho notato che quest'anno, per la prima volta, i miner hanno accumulato in modo significativo:
• E infine siamo abbastanza in linea con i precedenti cicli di halving, con la notevole eccezione che Bitcoin ha raggiunto nuovi massimi storici prima dell'evento, cosa che non è mai accaduta nei cicli precedenti se non diversi mesi dopo.
Secondo me il principale movimento parabolico per Bitcoin deve ancora arrivare, con il resto delle criptovalute che seguiranno (tranne forse Ethereum 😉).
Il ciclo di rialzo dei tassi è terminato, le banche centrali sono intrappolate tra dilemmi creati da loro stesse, i policymaker stanno apertamente sostenendo controlli sui capitali, imposte sul patrimonio, se non addirittura il comunismo: è davvero difficile immaginare uno scenario in cui Bitcoin non continui ad attrarre più capitali e a prendere il suo posto come bene rifugio definitivo in questa moderna Quarta Svolta.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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