giovedì 5 settembre 2024

Decentralizzazione e Bitcoin

 

 

di Emile Phaneuf III

Dalla fine degli anni '80 fino all'inizio degli anni 2000, i cypherpunk, un gruppo di crittografi, matematici, informatici e attivisti, hanno lavorato per costruire quello che chiamavano un “cripto-mondo-anarchico alla John Galt nel cyberspazio”. Questo luogo virtuale sarebbe stato uno in cui individui da tutto il mondo avrebbero potuto comunicare e commerciare, con diritti di proprietà protetti, contratti rispettati e una propria valuta digitale nativa. A questi cypherpunk viene attribuito il merito di aver avuto un coinvolgimento significativo nello sviluppo di progetti come Tor, remailer anonimi, PGP per la crittografia delle e-mail, OTR per la crittografia delle chat, BitTorrent, Wikileaks, il mercato Silk Road e, naturalmente, Bitcoin, sia durante l'esistenza formale del gruppo che in seguito.

Poiché l'esistenza stessa di Bitcoin deriva dall'insieme di idee a cui hanno aderito questi cypherpunk, vale la pena esplorarne le radici anarchiche.

Secondo Timothy C. May, uno dei fondatori del movimento cypherpunk e uno dei membri più influenti, la cripto-anarchia era un concetto che traeva ispirazione dal lavoro dell'economista David D. Friedman, dello scrittore di fantascienza Vernor Vinge e della filosofa Ayn Rand.

Il libro di Friedman, The Machinery of Freedom, pubblicato per la prima volta nel 1973 e giunto ora alla terza edizione, sostiene l'anarco-capitalismo, esplorando il modo in cui varie società nel corso della storia, e a vari livelli, hanno protetto la proprietà, risolto le controversie, fatto rispettare i contratti e fornito difesa senza l'intervento dello stato.

Dall'opera di Vinge, May trasse ispirazione dal racconto True Names. E, a quanto pare, anche Friedman ebbe un impatto sul pensiero di Vinge. In un'intervista quest'ultimo citò The Machinery of Freedom di Friedman come una delle sue fonti di ispirazione, affermando che quel libro gli innescò una profonda “rivoluzione intellettuale interna”.


Le ispirazioni di Friedman per l'anarchia

Da dove veniva l'anarchia di David Friedman? I suoi genitori, Milton e Rose Friedman, non erano certamente anarchici.

In una e-mail a me indirizzata confermava che il romanzo di finzione di Robert Heinlein, The Moon is a Harsh Mistress, è stata un'influenza primaria. In un'intervista sul suo libro Friedman afferma che:

[...] forniva un quadro fittizio di una società in cui la legge e l'applicazione della stessa sono endogene [...] fatte all'interno del sistema [...]. Per quanto ne sapevo, era un quadro internamente coerente [...]. Questo è tutto quello che potevo capire [dalla] lettura, non c'è una ragione particolare per cui non avrebbe dovuto funzionare in quelle circostanze [...]. Una volta che mi sono convinto che era possibile avere una società in cui la legge e l'applicazione della stessa erano interne al sistema di mercato piuttosto che imposte dall'esterno, ciò mi ha portato a interessarmi alla questione di come si potesse avere l'equivalente nel mondo reale.

Friedman sottolinea anche che se avesse avuto maggiori conoscenze di storia e antropologia all'epoca, forse non avrebbe avuto bisogno della narrativa di Heinlein per giungere a queste conclusioni, poiché in seguito scoprì che non mancavano esempi nel mondo reale.

F. A. Hayek è stata un'altra influenza. In una conversazione registrata Friedman sottolinea la “distinzione tra un'organizzazione e un ordine autogenerato”. Lui (Friedman) era incuriosito dall'idea che “un'economia di mercato non ha uno scopo” nel modo in cui lo hanno i club o le aziende. Questo per dire che molti individui, con i loro diversi scopi, potrebbero comunque coordinare i loro piani. Nelle parole di Friedman: “Un insieme di persone che hanno scopi diversi interagiscono e coordinano comunque le loro attività”.

In particolare Friedman dedicò The Machinery of Freedom sia a Heinlein che a Hayek (tra gli altri).


L'influenza di Friedman su May

Timothy May sostenne una società cripto-anarchica già nel 1988 nel suo Crypto Anarchist Manifesto e in seguito menzionò ripetutamente Friedman e The Machinery of Freedom nella mailing list cypherpunk e in altri scritti.

Ma oltre all'anarchia in generale, May avrebbe anche avuto l'opportunità di imbattersi negli scritti di Friedman sul denaro. La seconda edizione del libro di Friedman, The Machinery of Freedom, pubblicato nel 1989 e all'incirca nel periodo in cui i cypherpunk erano appena agli inizi, contiene un capitolo intitolato The Market for Money. Questo capitolo (che cita anche il lavoro dell'economista Lawrence H. White) sostiene che “invece di discutere se lo Stato debba tornare al gold standard, dovremmo invece riflettere se esso debba produrre denaro” e che il denaro lasciato alla sfera del settore privato ​​potrebbe essere concepito in modo che “non si basi sulla saggezza o sulla benevolenza delle persone incaricate di gestirne l'offerta”. Qui vediamo l'idea di Hayek di competizione tra vari tipi di denaro integrata nelle più ampie idee anarchiche di Friedman, che furono rapidamente abbracciate dai cypherpunk.

La passione di May per la cripto-anarchia era condivisa anche da un altro cypherpunk e ingegnere informatico, Wei Dai, il cui saggio del 1998, “b-money”, descriveva come avrebbe potuto funzionare una criptovaluta (e, tra l'altro, era elencato nei riferimenti del whitepaper di Bitcoin di Satoshi Nakamoto). Dai scrisse nel suo saggio che “sono affascinato dalla cripto-anarchia di Tim May”.

Nota a margine: sebbene May si fosse imbattuto nelle idee di Murray Rothbard (un altro pioniere del pensiero anarco-capitalista), non trovo alcun accenno a lui in nessuno dei suoi scritti dell'era cypherpunk. Quindi gli scritti di May sull'anarco-capitalismo, che assumono un nuovo volto come “cripto-anarchia”, chiariscono che Friedman è stata l'influenza primaria.


L'influenza (successiva) di Timothy C. May su Friedman

May notò che Friedman stava iniziando a interessarsi all'accoppiamento di idee tra crittografia e anarchia. Scrisse nella mailing list cypherpunk di come Friedman “si fosse convertito” alla cripto-anarchia e tenne un discorso sull'argomento a Los Angeles.

Friedman dichiarò in una presentazione all'Independent Institute nel 2001 che “la storia di queste idee è che le ho rubate da un gruppo di persone chiamate 'cypherpunk', di cui il principale esponente è Tim May, che ne ha rubate alcune a me [...] e poi io le ho rubate di nuovo a lui”. Friedman ha persino dedicato il suo libro, Future Imperfect, a May (tra gli altri) e, infatti, esso tratta i contributi di Friedman a molte delle stesse idee di cui si occupavano i cypherpunk.


Conclusione

Timothy May immaginò — e alcuni cypherpunk chiave lavorarono per creare — una società digitale (a volte) nascosta (ispirata alle opere di fantasia di Ayn Rand e Vernor Vinge) che sarebbe essenzialmente esistita in uno stato di anarchia (ispirata da David Friedman). Nel contesto del cyberspazio ciò significava che individui da tutto il mondo, con scopi molto diversi, potevano coordinare i loro piani grazie all'interconnettività dei computer, al software open source e alle innovazioni tecnologiche nella crittografia.

Bitcoin stesso è una valuta che potrebbe essere considerata come uno stato di anarchia. È stato progettato, ma la sua governance decentralizzata opera in modo tale che nessuna singola parte (né i miner, né i nodi, né i programmatori, né gli utenti, né gli exchange, né i provider di wallet, né i processori di pagamento) lo possa controllare. Di conseguenza ha regole oggettive che ogni parte deve seguire, ma come protocollo è completamente senza stato.

La lettura di Heinlein permise a Friedman di immaginare una società “in cui la legge e l'applicazione della stessa erano interne al sistema di mercato piuttosto che imposte dall'esterno”, e quando cominciò a scavare, trovò molti esempi concreti nella vita reale.

Oltre alla finzione, ha anche portato l'idea di un “ordine autogenerato” alle sue logiche conclusioni: all'anarchia, più in là di quanto Hayek si sentisse a suo agio a spingerla. Il suo modo creativo di pensare a come gli individui con fini molto diversi potessero coordinare i loro piani è stato determinante nel pensiero dei cypherpunk, le cui idee e il cui lavoro alla fine hanno portato a ciò che ora chiamiamo Bitcoin.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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