Prima che i poteri forti possano tornare al vechio copione monetario, la domanda è: cosa è stato realizzato sin dall'agosto 2008 con l'aumento di $6.500 miliardi nel bilancio della FED?
Quando si tratta di misurare la produzione reale nell'economia statunitense (beni manifatturieri, energia, estrazione mineraria e gas, elettricità e altre utenze) la risposta è: nulla. L'indice della produzione industriale oggi si attesta appena al di sopra del suo livello dell'agosto 2008; a essere precisi è salito solo dello 0,15% annuo negli ultimi 16 anni.
Si tratta di un brusco calo rispetto al trend precedente: tra il 1950 e il 2008 l'indice della produzione industriale è aumentato del 3,50% all'anno. Un pompaggio monetario senza precedenti e il conseguente abbassamento dei tassi d'interesse hanno generato un tasso di crescita della produzione industriale pari solo al 4% del suo livello storico, e non per un anno o due, ma per la maggior parte del primo quarto del XXI secolo.
Indice della produzione industriale, dal 1950 al 2024 |
I pianificatori monetari keynesiani direbbero che la stagnazione della produzione industriale non ha importanza, perché sono riusciti a mantenere il PIL totale in espansione a un ritmo rispettabile. Tra il secondo trimestre del 2008 e il secondo trimestre del 2024 il PIL reale è salito da $16.900 miliardi a $22.900 miliardi, o dell'1,91% annuo, secondo le statistiche ufficiali. Ciò era ben al di sotto del ritmo di crescita del 3,41% annuo nello stesso intervallo dal 1950 al 2008, ma al 56% della sua media storica si trattava di un'inezia macroeconomica.
Poi, quando si guardano i dati interni, il PIL reale è pesantemente popolato da artifici statistici, soprattutto quando si tratta degli indici dell'inflazione utilizzati per sgonfiare i dati nominali di spesa e produzione. E, se si sottostima l'inflazione, si può facilmente trasformare qualcosa di brutto in qualcosa di apparentemente bello.
Ad esempio, la componente dei beni nel PIL reale è aumentata da $3.370 miliardi nel secondo trimestre del 2008 a $5.450 miliardi nel secondo trimestre del 2024. Tale aumento di $2.080 miliardi equivale a un ritmo di crescita complessivo del 3,05% annuo, andando ad aumentare notevolmente la cifra del PIL reale.
Ma, attenzione, perché i conti ufficiali del PIL affermano anche che il tasso d'inflazione per questa componente è stata in media solo del +0,73% annuo per l'intero periodo di 16 anni, inclusa l'enorme impennata sin dal 2021. Chiunque abbia trascorso gli ultimi dieci anni e mezzo nel mondo reale sa che non è così.
Con molta probabilità abbiamo avuto un tasso medio di inflazione dei beni pari almeno al 2,0% nel periodo 2008-2024, il che significa che la componente dei beni nel PIL reale è probabilmente cresciuta di $1.100 miliardi, non di $2.000 miliardi.
Allo stesso modo i conteggi ufficiali affermano che la componente sanitaria del PIL, pari a $2.740 miliardi (secondo trimestre 2024) è cresciuta del 2,68% in termini reali negli ultimi 16 anni da un livello di $1.790 miliardi nel secondo trimestre del 2008. Ciò potrebbe sembrare ragionevole, finché non si nota che la cifra nominale per la spesa sanitaria al consumo personale è stata sgonfiata all'1,95% annuo.
Il settore sanitario è un disastro inflazionistico dovuto al fatto che il massiccio sistema di rimborso governativo neutralizza totalmente i normali controlli e bilanciamenti del mercato. Quindi ci vuole davvero coraggio da parte del BLS quando afferma che l'inflazione dell'assistenza medica è stata inferiore al 2% annuo.
Ad esempio, le spese ospedaliere per giorno di degenza sono più che triplicate dall'inizio del secolo e hanno raggiunto una media del +3,4% all'anno tra il 2008 e il 2022. E questo aumento rappresenta pura inflazione, dato che è standardizzata per giorno di degenza e probabilmente non c'è stato alcun cosiddetto aumento edonistico nella “qualità” dei ricoveri ospedalieri e dei trattamenti negli ultimi anni. Anzi, molto probabilmente è stato il contrario.
Spese ospedaliere per paziente al giorno negli Stati Uniti, dal 1995 al 2022 |
Supponiamo che l'inflazione sanitaria sia stata in media del 3,0% nel periodo 2008-2024. Anche questa cifra rappresenterebbe un rallentamento considerevole rispetto all'aumento del 4,2% annuo dell'indice dei prezzi al consumo per l'assistenza medica nei 16 anni precedenti (dal 1992 al 2008). Con l'ObamaCare e le enormi espansioni di Medicaid che hanno colpito il mercato dopo il 2009, non c'è alcuna ragione di credere che l'inflazione dell'assistenza medica si sia attenuata.
In ogni caso, un aumento del deflatore sanitario di appena il 3,0% annuo nel periodo di 16 anni ridurrebbe la cifra del PIL reale per la spesa sanitaria al consumo personale a $2.320 miliardi a partire dal secondo trimestre del 2024. A sua volta ciò ridurrebbe la crescita reale nel periodo dal secondo trimestre del 2008 al secondo trimestre del 2024 a soli $530 miliardi, o appena la metà della cifra ufficiale (+$950 miliardi).
Poi abbiamo la componente degli investimenti aziendali, dove i dati ufficiali del PIL reale mostrano un aumento da $2.060 miliardi nel secondo trimestre del 2008 a $3.390 miliardi nel secondo trimestre del 2024. Di nuovo, questo aumento di $1,330 miliardi non è da poco, rappresentando un robusto ritmo di crescita del 3,18% annuo.
Però bisogna credere che l'inflazione dei beni strumentali negli ultimi 16 anni sia stata in media, beh, solo dello 0,99% annuo. Come diavolo ha fatto un'economia che ha sperimentato un'inflazione generale di circa il 2,6% annuo dal 2008 al 2024, anche secondo il 16% trimmed mean CPI, a generare un'inflazione inferiore a due quinti di quella cifra (0,99%) nel settore dei beni strumentali?
Diciamo “edonica”? E anche delocalizzazione.
In altre parole, ritenete che i prezzi della componente principale della spesa in conto capitale delle aziende odierne, ovvero computer, periferiche e semiconduttori, siano crollati del 75% sin dal 1993?
Sì, la potenza, la velocità e le capacità dei computer sono aumentate enormemente sin dal 1993, ma nessuno compra più un IBM PS/2, un Compaq Deskpro, un Apple Macintosh LC III, o un Packard Bell Legend. Quindi bisogna acquistare le capacità avanzate dei marchi e dei modelli odierni, che vogliate tutti i fronzoli o meno.
In breve, per quanto ne sappiamo, i PC standard costavano circa $700-$1.000 all'epoca e oggi vanno da $1.000 a $1.500. Quindi i prezzi sono aumentati di circa il 75%, non diminuiti del 75%. La differenza è l'edonica, per la quale né i redditi aziendali né quelli dei consumatori possono permettersi una franchigia extra.
Indice dei prezzi all'importazione per computer, periferiche e semiconduttori, 1993-2024 |
Infine abbiamo l'incremento perenne delle cifre del PIL grazie alla “produzione” governativa di beni e servizi. I pianificatori centrali keynesiani nella contabilità nazionale ritengono assiomatico che lo stato converta il reddito estratto dal settore privato in valore aggiunto tramite il settore pubblico.
Le tasse estratte dal settore privato hanno avuto origine nella produzione del settore privato, quindi i keynesiani nella contabilità nazionale accreditano al PIL del settore pubblico ciò che equivale a una sorta di produzione “rinata”. Un doppio conteggio praticamente.
Inoltre anche se si volesse dare credito al 22% del PIL governativo rappresentato dalla spesa per la difesa, o al 61% rappresentato dai servizi governativi statali e locali, questa “produzione” potrebbe non riflettere affatto un valore aggiunto reale. E lo stesso vale per i $10 miliardi di produzione annuale della TSA, i quali includono i 2 miliardi di scarpe esaminate ogni anno senza alcun risultato.
Il PIL reale attribuibile al settore pubblico nel secondo trimestre del 2024 ammontava a $3.940 miliardi, una cifra che è aumentata di $526 miliardi sin dal secondo trimestre del 2008. In senso lato, ciò ha costituito una “crescita”, se non si è troppo pignoli su cosa si conta.
Tuttavia la produzione governativa è composta in gran parte da stipendi e salari dei burocrati. Nel 2008 la retribuzione dei dipendenti pubblici ammontava a $1.130 miliardi, distribuiti a 22,483 milioni di dipendenti per $50.000 a testa. Entro il secondo trimestre del 2024, la retribuzione governativa è salita a $1.860 miliardi, pari a $80.000 a testa per i 23,29 milioni di dipendenti pubblici.
Quindi la retribuzione statale è aumentata negli ultimi 16 anni di almeno il 3,0% annuo. C'è una certa difficoltà a capire come la contabilità nazionale sia arrivata a un deflatore dell'1,94% annuo per la difesa e un deflatore per il settore pubblico, nel suo complesso, al 2,38% annuo. Infatti come diavolo si può misurare l'inflazione dello stato quando non ci sono prezzi sul 99% della sua produzione?
Tuttavia, anche alla luce della contabilità nazionale, il PIL reale nel settore pubblico è cresciuto solo dello 0,9% annuo dal 2008 al 2024. Quindi se si effettua un aggiustamento anche modesto all'inflazione sottostimata, si può facilmente arrivare a una cifra di $3.400 miliardi per la produzione del settore pubblico nel secondo trimestre del 2024. A sua volta ciò significherebbe una crescita reale pari a zero nel settore pubblico negli ultimi 16 anni, non l'aumento di 526 miliardi di dollari riportato dalle statistiche governative.
Naturalmente ci sono anche dubbi riguardo la provenienza di queste voci. Ad esempio, nel grande conto da $3.465 miliardi per l'edilizia abitativa e le utenze della spesa al consumo personale, ben il 58%, o $2.020 miliardi, è rappresentato dall'affitto imputato dei proprietari di case. Vale a dire, le ipotesi azzardate del BLS su quanto pagherebbero di affitto 50 milioni di proprietari di case negli Stati Uniti se loro si trasferissero in una tenda da qualche parte e affittassero il loro castello a prezzi di mercato.
Le prove sono schiaccianti sul fatto che il PIL reale non sia cresciuto da $16.943 miliardi nel secondo trimestre del 2008 a $22.919 miliardi nel secondo trimestre del 2024, o dell'1,91% annuo. Infatti se si effettuano le seguenti correzioni realistiche, il PIL reale è cresciuto a malapena negli ultimi 16 anni, registrando un ritmo di crescita di appena l'1,2% annuo.
Aggiustamento dei conti ufficiali del PIL reale per il periodo dal secondo trimestre del 2008 al secondo trimestre del 2024:
• Supponiamo un'inflazione dei beni del 2,0% annuo rispetto allo 0,73%: -$983 miliardi
• Supponiamo un'inflazione sanitaria del 3,0% rispetto all'1,95%: -$417 miliardi
• Supponiamo un deflatore degli investimenti fissi aziendali del 2,0% rispetto allo 0,99%: -$493 miliardi
• Supponiamo un'inflazione superiore a quella ufficiale e una crescita pari a zero del settore pubblico: -$526 miliardi
• Inflazione totale e altri aggiustamenti ai conti della contabilità nazionale: -$2.419 miliardi
• Livello del PIL reale aggiustato, secondo trimestre 2024: $20.500 miliardi
• Tasso di crescita del PIL reale aggiustato, 2008-2012: 1,20% annuo
In totale, dopo $6.500 miliardi di denaro stampato negli ultimi 16 anni, l'economia di Main Street non ha nulla di cui vantarsi. È cresciuta a un ritmo molto tiepido, dallo 0,15% (produzione industriale) all'1,2% (PIL reale aggiustato), nella migliore delle ipotesi. E questo solleva la questione sul dove sia effettivamente finita tutta la generosità monetaria.
L'avviso spoiler dovrebbe essere già abbastanza evidente. È finita in una speculazione dilagante, bolle finanziarie a Wall Street, investimenti sbagliati per Main Street e regali allo Schema Rosso di Ponzi e ad altri venditori esteri in cui è stata delocalizzata la produzione statunitense.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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