Bibliografia

lunedì 9 settembre 2024

Abbiamo bisogno di un’inflazione al 3%? Crescita economica e deflazione

 

 

di Paul Cwik

“Finché è mantenuta entro certi limiti, l’inflazione è un ottimo supporto psicologico per una politica economica che vive del consumo di capitale”.

~ Ludwig von Mises, Socialism, pp. 448-9

Cosa causa la crescita economica? Una riduzione dei dazi? Un taglio delle tasse? Una riduzione della burocrazia? Sebbene ciascuna di essi possa stimolare o incoraggiare la crescita economica, nessuna la genera. La crescita economica è il risultato di un imprenditore che impiega un nuovo metodo che riduce i costi di produzione. I costi possono essere ridotti in diversi modi: risorse appena scoperte, una nuova tecnica che fa risparmiare tempo, nuove specializzazioni della manodopera. E, spesso trascurate, sono le riduzioni dei costi, che derivano dall’allocazione delle risorse secondo la Legge del vantaggio comparato.

Per chiarire, supponiamo che ci sia un imprenditore che possa produrre 1.000 unità di stoffa al giorno. Se questo imprenditore spende $5.000 al giorno in salari e manutenzione dei beni strumentali, il suo costo medio di produzione sarà di $5 per unità di stoffa. Supponiamo inoltre che il prezzo di mercato per ciascuna unità sia di $6, lasciando all'imprenditore un tasso di rendimento del 20% (escludendo altri costi e tasse). Supponiamo ora che si sviluppi un miglioramento dei beni strumentali (es. individuazione di una nuova fonte di cotone, un aumento delle competenze dei lavoratori, un aggiustamento della produzione per tenere conto della Legge del vantaggio comparato; il punto importante è che il costo di produzione diminuisce). Quando il costo di produzione diminuisce, l'imprenditore deve prendere una decisione: potrebbe provare a intascare il profitto aggiuntivo, ma se lo fa, perderà un guadagno molto maggiore; se, invece, abbassa il prezzo richiesto, attirerà i clienti lontano dai suoi concorrenti, le sue vendite aumenteranno e anche i suoi ricavi aumenteranno (quando si “rubano” clienti ad altri concorrenti la domanda è “elastica”, pertanto quando il prezzo si abbassa i ricavi dell’azienda aumenteranno).

L’azienda prospera e tutti gli stakeholder vincono. I lavoratori diventano più produttivi e, di conseguenza, i loro salari reali aumenteranno. I clienti possono acquistare più stoffa a prezzi più bassi e anche gli investitori e i fornitori migliorano le loro condizioni man mano che l’azienda prospera. Nel corso del tempo i concorrenti dovranno adottare miglioramenti simili (o superiori), o altrimenti andare incontro al fallimento. La società nel complesso migliora grazie alla riduzione dei costi da parte dell’imprenditore.

La crescita economica non è omogenea in tutta l’economia. La crescita è “disomogenea”, perché dipende dall’entità delle riduzioni dei costi e dai settori in cui si verificano. Di conseguenza i prezzi di alcuni beni diminuiranno drasticamente, mentre altri diminuiranno solo leggermente e alcuni potrebbero aumentare. L’aggregato complessivo mostrerà una deflazione dei prezzi, un altro modo per dire che il potere d’acquisto degli attori economici aumenterà. Questo risultato significa che più persone hanno di più da spendere: possono acquistare più beni e servizi oppure risparmiare il nuovo surplus. Man mano che i prezzi si adeguano a livello microeconomico, gli squilibri di mercato scompaiono rapidamente. Nel complesso quando l’economia cresce, assistiamo a una deflazione dei prezzi generale.

Questa conclusione è importante perché ci dice che non esiste alcuna ragione economica per espandere l’offerta di denaro. Qualsiasi ammontare di essa andrà bene. Sebbene la moneta sia soggetta alle stesse regole di domanda e offerta, come tutti gli altri beni economici, è diversa in un aspetto fondamentale: quando viene utilizzata, non scompare. Al contrario, quando uso (consumo) una mela, questa poi non esisterà più; si esaurirà. Quando guido la mia macchina, anche questa si consuma, sebbene a un ritmo molto più lento. Quando invece è il denaro a essere utilizzato, non si esaurisce nel processo: un dollaro è esattamente lo stesso prima e dopo il suo utilizzo. Mentre la forma fisica può subire una certa usura, il valore nominale dell’unità monetaria non soffre di questo degrado. In altre parole, il potere di spesa di un dollaro contante usurato nel mio portafogli e di un dollaro digitale nel mio conto corrente sono esattamente equivalenti tra loro.

Perché alcuni sostengono che sia necessario aumentare l’offerta di denaro? Sebbene non vi sia alcuna ragione economica per farlo, esiste una ragione politica. Ci si potrebbe altresì chiedere perché un criminale falsifica il denaro. La risposta è ovvia: vuole aumentare il suo potere d’acquisto a costi contenuti. La stessa logica valeva per l’antica ricerca alchemica di trasformare il piombo in oro. Indipendentemente da chi può creare nuova moneta, che si tratti di un falsario, di un mago, o della banca centrale, si applica lo stesso principio economico: chi ottiene per primo il nuovo denaro vince e chi lo ottiene per ultimo perde. Questo principio è chiamato Effetto Cantillon, descritto per la prima volta all'inizio degli anni '20 del Settecento. L'Effetto Cantillon dimostra che quando la nuova moneta viene spesa per la prima volta, viene scambiata ai prezzi correnti. Il nuovo acquirente reindirizza beni e servizi a suo vantaggio, sottraendoli a usi alternativi.

Nella seconda fase altre persone entrano in possesso della nuova quantità di denaro. Anch'esse lo spendono, sottraendo beni e servizi a usi alternativi, e queste azioni esercitano una pressione al rialzo sui prezzi. Non tutti i prezzi ne risentono nella stessa misura (è raro, ma alcuni prezzi potrebbero addirittura scendere). Hayek (1969) ci chiese di immaginare il miele che viene versato su un piatto, si accumula in un punto e poi si diffonde lentamente verso l’esterno. Man mano che la nuova moneta si diffonde in tutta l’economia, non lo fa in modo uniforme o allo stesso ritmo, ma in modo graduale dato che un’analisi aggregata macroeconomica non coglierà l’impatto di questi effetti microeconomici. Se il nuovo denaro venisse iniettato in un settore economico diverso, o anche in un momento diverso, i risultati sarebbero diversi. Il punto importante è che alcune persone si troveranno di fronte a prezzi più alti, senza aver avuto ancora accesso al nuovo denaro. Di conseguenza la loro ricchezza reale diminuisce. L’Effetto Cantillon mostra come coloro che ottengono per primi i nuovi soldi sono i vincitori e mostra anche come coloro che li ottengono per ultimi sono i perdenti. La ricchezza viene trasferita da coloro che ricevono i soldi per ultimi a coloro che li ricevono per primi.

Nella nostra economia chi è il primo a utilizzare la nuova moneta? Oggi il denaro che usiamo è scoperto. È creato dal nulla. Anche se non abbiamo bisogno di incantesimi magici per trasformare il piombo in oro, possiamo creare quantità illimitate di nuovo denaro premendo i tasti di un computer presso la banca centrale e il sistema bancario commerciale. La banca centrale provvede alla politica fiscale dei governi e al sistema finanziario e bancario commerciale. Sono queste le istituzioni a ricevere per prime i nuovi soldi. I loro guadagni sono a spese di tutti gli altri. Ogni nuovo dollaro diminuisce il potere d’acquisto di tutti gli altri dollari; la ricchezza di tutti gli altri si dissolve. Quindi, sì, c’è un motivo per espandere l’offerta di denaro e c’è una ragione per convincere la popolazione che un tasso di inflazione al 3% è migliore di uno al 2%. Sfortunatamente il motivo non è buono, a meno che, ovviamente, non facciate parte del piccolo gruppo che riceve per primo i nuovi soldi.

L’Effetto Cantillon dimostra l’impatto a breve termine dell’espansione monetaria. Se l’espansione monetaria persiste, essa porterà a un ciclo economico. La conseguenza a lungo termine delle politiche monetarie espansionistiche è una riduzione del risparmio, consumo di capitale, un tenore di vita futuro inferiore e possibilmente il crollo della valuta stessa.

Scrisse Mises:

L’inflazione è una linea di politica e in quanto tale può essere cambiata, pertanto non c’è motivo di cedere all’inflazione. Se la si considera un male, allora bisogna smetterla. Bisogna pareggiare il bilancio dello Stato. Naturalmente l’opinione pubblica deve appoggiare questo punto; gli intellettuali devono aiutare la gente a capirlo. Con il sostegno dell'opinione pubblica è certamente possibile che i rappresentanti eletti dal popolo abbandonino una linea di politica inflazionistica.

[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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