Bibliografia

giovedì 8 agosto 2024

L'irruzione di Bitcoin

 

 

da Zerohedge

Quasi tutti nel mondo Bitcoin saranno già a conoscenza del discorso tenuto dall'ex-presidente Donald Trump alla conferenza Bitcoin 2024.

Lì Trump ha promesso che, se rieletto, la sua amministrazione manterrà tutte le partecipazioni federali in Bitcoin, creando una “riserva nazionale strategica di bitcoin”. Ha sottolineato anche che il governo federale possiede attualmente quasi 210.000 bitcoin, circa l'1% dell'offerta totale, per la maggior parte sequestrati ai criminali informatici, e ha promesso che la sua amministrazione non li venderà mai, aderendo al principio fondamentale dell'ecosistema Bitcoin.

Inoltre ha promesso di licenziare il presidente della SEC, Gary Gensler, nel suo primo giorno in carica, criticandone le rigide normative che molti ritengono abbiano ostacolato l'innovazione nel settore delle criptovalute.

Comunque la si pensi, è stato un successo per Bitcoin. L'idea come asset di riserva è sempre stata il Santo Graal per i massimalisti e il discorso di Trump ha portato le fantasie di uno “standard” Bitcoin un passo più vicine alla realtà.

E anche se online ci sono state molte speculazioni sulle motivazioni di Trump, con alcuni che dicono che sta semplicemente cercando voti ovunque possa ottenerli, a questo punto non importa: la palla di neve della Teoria dei giochi di uno “standard” Bitcoin ha ufficialmente iniziato a rotolare giù per la montagna.

Questa psicologia pro-Bitcoin e la Teoria dei giochi annessa al suo essere asset di riserva, e ciò che potrebbe fare per il mondo indipendentemente dal fatto che Trump venga rieletto o meno, non possono essere più sottovalutati.

La comunità Bitcoin ha ora, per la prima volta, visto un ex e potenziale presidente degli Stati Uniti sostenerlo come asset di riserva strategica per il Paese. A mio avviso questo è molto più importante della quotazione degli ETF Bitcoin a Wall Street, perché accelera l'adozione di Bitcoin  indipendentemente dal fatto che Trump venga rieletto o meno. L’idea che gli Stati Uniti possano potenzialmente rendere Bitcoin parte di uno standard monetario è stata ufficialmente lanciata nell’orbita dello zeitgeist economico del Paese.

Per fare un confronto, quando ho iniziato ad appassionarmi all’idea di Bitcoin circa 6 mesi fa, ho ipotizzato che il sistema monetario del Medio Oriente sarebbe stato il prossimo, dopo El Salvador, a inserire Bitcoin in un bilancio sovrano. Da lì ho ipotizzato che una mossa del genere avrebbe potuto scatenare uno tsunami di Teoria dei giochi, con molti altri Paesi che si sarebbero affannati a recuperare il ritardo in tutto il mondo, non diversamente dal modo in cui i democratici – il partito di Elizabeth Warren – si stanno ora affannando a modificare la loro posizione sulle criptovalute.

Troppo tardi, perdenti!

Se mesi fa mi avessero detto che uno dei due principali candidati presidenziali degli Stati Uniti ed ex-presidente sarebbe stato il primo ad assicurare al mondo che avrebbe inserito Bitcoin nel bilancio sovrano della nazione più potente del mondo, avrei risposto che il resto del mondo lo avrebbe seguito.

Questo è esattamente ciò che sta succedendo.

E rimuovendo la burocrazia nel mondo del Bitcoin, non solo l’amministrazione Trump manderebbe l’adozione dell’asset a livelli stratosferici, ma sarebbe anche il primo tacito riconoscimento pubblico che la crisi fiscale in atto negli Stati Uniti non è sostenibile e dev'essere affrontata con mezzi diversi dalla stampa di dollari.

In altre parole, detenere una riserva di bitcoin rappresenterebbe un tentativo strategico verso una moneta sana/onesta, indipendentemente dal fatto che Bitcoin stesso resista o meno alla prova del tempo.

L'annuncio di Trump non ha segnato solo un'occasione importante per Bitcoin, ma ha segnato un'occasione importante anche per tutti coloro dal lato Austriaco del corridoio economico: che un politico iniziasse a prendere sul serio l'insostenibilità della traiettoria fiscale su cui si trovano il Paese e il dollaro. Si è trattato di una sorta di ammissione passiva che, alla fine, il Paese avrà bisogno di una soluzione al suo problema monetario diversa dallo schema keynesiano di stampare più denaro fiat.

E anche se siete sostenitori dell'oro o dell'argento, come me, è facile vedere che questa non è solo una vittoria per Bitcoin, ma una vittoria del buon senso economico.

Basti pensare a questo: due importanti candidati presidenziali negli Stati Uniti, sia Donald Trump che Robert F. Kennedy, hanno dichiarato pubblicamente il loro sostegno a Bitcoin. Questo, di per sé, è qualcosa di enorme.

Ancora più consequenziale è il fatto che il colosso orwelliano pro-regolamentazione noto come Partito Democratico, che non sembra mai averne abbastanza di supervisione o controllo su come le persone vivono la propria vita, compreso il risparmio e la spesa dei propri soldi, ha iniziato a rendersi conto che sta combattendo una battaglia persa.

Ciò è stato evidente quando i titoli dei giornali hanno iniziato a coprire il discorso di Trump e diversi democratici stavano già esortando Kamala Harris a rivedere la sua posizione anti-cripto. Si tratta di una svolta mostruosa, soprattutto considerando che la senatrice Elizabeth Warren, pietra miliare del partito, è stata la critica più esplicita delle criptovalute negli ultimi anni. Secondo me questa inversione di marcia arriva troppo tardi: i democratici si trovano già in secondo piano per quanto riguarda l’adozione delle criptovalute.

In altre parole, il detto secondo cui “non sei tu a cambiare Bitcoin ma è Bitcoin a cambiarti” si è dimostrato vero per l'ennesima volta. La storia ha dimostrato che, alla fine, le persone si allineano a Bitcoin finché esso rimane come la gente lo vuole. La lungimiranza di Trump nel voler essere il primo a capire che non vale la pena combattere i sostenitori delle criptovalute, ma piuttosto unirsi a loro, potrebbe essere una delle decisioni più importanti che determineranno l'esito delle elezioni di quest'anno.

Qual è un argomento migliore a favore di una campagna populista che offrire metodi populisti per salvare, immagazzinare e preservare la propria ricchezza?

Bitcoin funzionerà se le persone decideranno di volerlo. È uno dei pochi strumenti che ho visto nel corso degli anni in grado di restituire un po' di potere alle persone nel mondo dell'economia. E nonostante la Harris possa affrettarsi a correggere la sua posizione sulla questione, non diversamente da quello che sta facendo sul fracking, avere la libertà di scegliere come conservare la propria ricchezza – anche se si dovesse rivelare poco efficace – è congruo con la libertà e la libertà personale. Ed entrambe in questo momento sono molto più in linea con il partito repubblicano rispetto al partito che invece ci ha obbligato a indossare mascherine mentre eravamo fuori in spiaggia, a tre anni dall’inizio del Covid.

Se Trump fosse intelligente, continuerebbe ad attingere alla base indipendente e libertaria del Paese annunciando che, se eletto, farà di RFK Jr. il suo zar di Bitcoin. Nella mia intervista a quest'ultimo diverse settimane fa, mi ha detto che stava esplorando idee simili a quelle di Trump:

Una delle bozze che abbiamo ora è un disegno di legge per il Ministero Tesoro basato su una valuta coperta, magari partendo dall'1% e aumentandolo. Su metalli ad esempio, come un paniere che includerebbe il platino, l'oro, l'argento e Bitcoin. Mio zio provò a fare qualcosa del genere poco prima di morire, per dare agli americani una copertura contro l'inflazione.

E ci sono molti modi in cui possiamo farlo: ad esempio, rendendo disponibile Bitcoin e fermando la guerra contro di esso in modo che le persone della classe media e della classe operaia che vogliono proteggersi dall'inflazione possano farlo. Non devono fare affidamento sulla valuta fiat.

E questo instillerà disciplina nella stampa di denaro. Infatti se gli americani avranno una scelta, sarà proprio questa che instillerà disciplina nella stampa di denaro, cosa che non abbiamo in questo momento.

Forse Trump potrebbe anche assumere Michael Saylor come consigliere. In un'intervista con lui mi ha detto che l'adozione di Bitcoin sarà inevitabile a causa “dell'inefficienza del governo centrale e dei pianificatori nelle banche centrali”. Finora sembra avere ragione: sono le persone a spingere Trump verso Bitcoin, non il contrario, e quando le persone vogliono qualcosa, i funzionari eletti non hanno altra scelta che cospirare per realizzarlo.

E così, anche se il prezzo di Bitcoin è sceso dopo il discorso di Trump, probabilmente si è trattato solo di un classico evento “sell the news”.

Il lancio degli ETF su Bitcoin quest’anno è stato un grande stimolo per l’adozione dell’asset digitale e uno dei motivi per cui ho iniziato a riconsiderare fortemente la mia posizione su di esso. Per quanto sia triste, se Wall Street sostiene un’idea, trova un modo affinché essa si realizzi, anche se alla fine esaurisce il mordente o crolla di valore lungo la strada.

Allo stesso modo quando gli Stati Uniti, come Paese, sostengono un’idea, riescono a creare scosse di assestamento in tutto il mondo. La mia tesi è che se Bitcoin riuscirà a sopravvivere nel lungo termine, il mondo potrebbe guardare indietro ai commenti di Trump come a un punto di svolta nella storia americana, nella politica monetaria americana, e vederlo come il giorno in cui sono scomparsi gli ultimi dubbi sulla sostenibilità a lungo termine di Bitcoin.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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