lunedì 5 agosto 2024

Il movimento per la decrescita è antiumano e ai suoi sostenitori va bene così

 

 

di Lipton Matthews

L’assimilazione delle idee legate alla decrescita a livello mainstream fa presagire conseguenze disastrose per il benessere economico. La decrescita viene pubblicizzata come la soluzione per evitare una catastrofe climatica, ma invertirà le sorti economiche di chi la pratica. La crescita economica sostenuta è diventata la norma ormai e sicuramente la maggior parte delle persone non vuole un ritorno a un’era preindustriale con crescite episodiche e standard di vita più bassi; la persona media oggi sarebbe riluttante a scambiare i lussi raggiunti con i ninnoli che offrirebbe una società meno dinamica.

Nonostante gli elogi a favore della decrescita, è difficile prendere sul serio i sostenitori, perché mancano di un quadro di riferimento chiaro. Gli intellettuali delle classi alte dei Paesi ricchi non dovrebbero raccomandare la decrescita, perché non si sono mai confrontati con la povertà. I risultati della crescita economica nel ridurre la povertà e nel migliorare gli standard di vita sono eccezionali, quindi le misure per frenarla non faranno che peggiorare la difficile situazione dell’umanità.

Chi sostiene la decrescita dimentica che la crescita economica migliora l’ambiente nel lungo termine, soprattutto nei Paesi più ricchi che possiedono istituzioni migliori e alti livelli di capitale umano. L’aumento dei redditi accresce la consapevolezza ambientale, perché la prosperità offre alle persone il tempo di investire nell’ambiente. La crescente ricchezza porta anche a posti di lavoro nei servizi più sicuri che non comportano il saccheggio dell’ambiente fisico. I sostenitori della decrescita non sono consapevoli del fatto che le loro raccomandazioni riportano la società a un sistema economico basato sull’agricoltura e che richiede un maggiore utilizzo del territorio. La dipendenza dall’agricoltura ostacola l’obiettivo di ridurre l’inquinamento, poiché la produzione agricola è una delle principali cause dell’inquinamento atmosferico.

Inoltre i sostenitori della decrescita non sono consapevoli del fatto che la tendenza attuale è quella di separare le emissioni di anidride carbonica dalla crescita economica. Quest'ultima viene dissociata dalle emissioni di CO₂ nei Paesi ricchi e in quelli in via di sviluppo. Nel periodo 2007-2019 le emissioni sono diminuite del 15% nonostante l’aumento del prodotto interno lordo pro capite. Come l’America, l’Australia e Israele hanno fatto registrare emissioni inferiori, nonostante tassi di crescita più elevati. Anziché fare affidamento sull’energia verde, la transizione verso un’economia a basse emissioni di anidride carbonica è stata accelerata dal passaggio dal settore manifatturiero a quello dei servizi. I lavori a minore intensità energetica nel settore dei servizi rappresentano ora una quota maggiore di posti di lavoro nei Paesi ricchi. Germania, America e Messico hanno tutti osservato un calo della produzione nel periodo 2007-2019.

Ancora più contraddittorio è il presupposto secondo cui la decrescita sia la via verso la sostenibilità ambientale. L’ironia è che le innovazioni generate dall’economia di libero mercato limiteranno la dipendenza dai combustibili fossili e dal carbone. Senza innovazioni basate sul mercato, non può esserci alternativa alle fonti energetiche condannate dagli attivisti della decrescita. Un altro problema è che la minore crescita priva i Paesi della capacità di investire nelle tecnologie di adattamento climatico. Una crescita ridotta indica che gli imprenditori e altri attori di mercato non avranno risorse sufficienti per sviluppare le tecnologie per ridurre le emissioni di gas nocivi.

La decrescita rende le società più vulnerabili all’inquinamento e alla povertà. Inoltre alcuni teorizzano che la decrescita potrebbe peggiorare il deterioramento ambientale costringendo le aziende a sostituire tecnologie di produzione costose, ma più pulite, con tecnologie più economiche ma più inquinanti. Sebbene il movimento per la decrescita stia guadagnando slancio, le sue affermazioni sono sconfessate dall’evidenza empirica. Infatti le proposte dei sostenitori della decrescita rischiano di danneggiare il benessere della società: ad esempio, le tecnologie legate alle energie rinnovabili sono promosse come ecocompatibili, tuttavia i dati dimostrano che l’impronta materiale di queste fonti è maggiore di quella dei combustibili fossili.

Lo scienziato Mark P. Mills sostiene che la costruzione di sistemi solari ed eolici richiede un aumento di circa dieci volte del tonnellaggio totale di materiali comuni per produrre una quantità equivalente di energia rispetto alla costruzione di una centrale elettrica a gas naturale o a idrocarburi. Ancora più significativo, i minerali necessari per costruire tecnologie rinnovabili vengono acquisiti attraverso il controverso processo di estrazione mineraria dal punto di vista ambientale. Non solo le energie rinnovabili comportano inquinamento, ma sono anche costose, intermittenti e faticano a competere senza sussidi.

Le politiche sostenute dal movimento per la decarbonizzazione sono così rovinose che Christopher Marquis, in un saggio in difesa della decrescita, ha ammesso che queste proposte sono impraticabili: “L'idrogeno verde viene prodotto utilizzando elettricità rinnovabile, ma il processo è costoso e comporta un uso inefficiente delle risorse rinnovabili. Le tecnologie di cattura e stoccaggio dell'anidride carbonica (CCS) sono complesse, costose e tecnicamente difficili da implementare; molti dei primi progetti sono stati abbandonati”.

Nel frattempo i critici sostengono che il movimento per la decrescita è irrilevante, perché viviamo già in un’era di decrescita e questo non ci piace. Il professor Wim Naudé ritiene che il declino economico sia una caratteristica piuttosto che un problema della civiltà e che stiamo entrando in un periodo di stagnazione economica. La crescita economica sta rallentando nei Paesi occidentali, quindi i politici seri dovrebbero delineare una tabella di marcia per risollevarla invece di ascoltare le sciocchezze di attivisti deliranti. Ovviamente perseguire la decrescita non è un obiettivo lodevole, perché la crescita lenta sta diventando la norma e non ha portato benefici al mondo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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