giovedì 1 agosto 2024

Cosa potrebbe significare una presidenza Trump per Bitcoin

 

 

di Mark Jeftovic

“Solo perché qualcosa è inevitabile non significa che sia imminente.”

~ Douglas Casey

Per molto tempo chiunque avesse prestato un minimo di attenzione sapeva che le banche centrali che stampavano denaro dal nulla, poi lo prestavano agli stati e lo immettevano nell’economia avrebbero inesorabilmente portato a una tale disparità di ricchezza che la società sarebbe crollata.

Si sarebbe arrivati al punto in cui le rivolte popolari avrebbero minacciato di sopraffare la posizione dell’élite, coloro che troneggiano su questo sistema che ha creato valore ex nihilo e ha fatto sì che, attraverso l’inflazione, la stragrande maggioranza della ricchezza andasse a beneficio delle “classi alte” della società...

Una delle mie battute preferite è: alla fine arriva sempre prima di quanto tutti si aspettino.

Sono passati più di tre anni da quando ho pubblicato il Crypto Capitalist Manifesto e in esso ho esposto la mia tesi d'investimento di base secondo cui il “Grande Reset” non aveva in realtà nulla a che fare con il cambiamento climatico o con nessuno degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Tutto ciò con cui aveva a che fare era il debito:

“NON POSSIEDERAI NULLA E SARAI FELICE”

I messaggi provenienti dalle élite globali come il World Economic Forum, la cricca di Davos, il Fondo monetario internazionale e persino da luoghi disparati come il Vaticano e Hollywood si rivolgono tutti allo stesso tema: voi, la classe media, la classe inferiore, le masse – dovrete abituarvi a uno standard di vita inferiore.

Il vero motivo non è il cambiamento climatico, o addirittura il COVID: è il debito. Il mondo ha infine esaurito le sue possibilità di calciare il barattolo quando l’economia globale minaccia di cadere in recessione, o quando le precedenti bolle scoppiano. Tutti quei decenni di vita al di sopra delle nostre possibilità hanno infine raggiunto il limite.

Gli stati hanno speso oltre le loro possibilità per decenni e ora i conti sono arrivati a scadenza. L’unico modo per ripagarli includerà l’inflazione e l’austerità. Una demolizione controllata dell’intera classe media. Il modo più semplice per farlo sarà trasformarla in una classe dipendente dallo stato sociale attraverso lockdown infiniti, programmi di reddito di base universale e passaporti sanitari obbligatori.

Tuttavia il “Grande Reset” è fondamentalmente un riavvio monetario. Un modo per ristrutturare l’eccesso di debito globale e trasformare il “denaro” in lubrificante tecnocratico per attuare grandiosi progetti d'ingegneria sociale: la maggior parte di essi mira ad abbassare il tenore di vita delle masse del mondo sviluppato e a sopprimere il tenore di vita dei tanti Paesi sviluppati nel Terzo Mondo.

Il “Grande Reset” e “Build Back Better” hanno tentato di gettare le basi per l’eventuale (e ancora in qualche modo inevitabile) passaggio dal denaro fiat alle valute digitali delle banche centrali (CBDC). Quasi certamente saranno fusi con sistemi di credito sociale denominati in quote d'impronta di anidride carbonica – e quindi un meccanismo per attuare l’austerità forzata nelle economie sommerse dal debito, con il risultato di una sorta di “apartheid monetario”.


Cosa ho sbagliato nel mio Manifesto

A parte il fatto che gli eventi che presumevo si sarebbero verificati nel corso di decenni si sono verificati in 18 mesi, c'era un altro difetto nella mia analisi: ho scoperto Bitcoin per la prima volta durante la crisi bancaria di Cipro nel 2013, quando le persone iniziarono a capire che “sicuro come il denaro in banca” non significava più quello che significava prima.

I ciprioti sono stati colpiti con un “bail-in” del 10%, ma ancora più inquietante – le disposizioni sul bail-in hanno cominciato a spuntare un po' ovunque:

Mentre il bail-in veniva pianificato ed eseguito nel marzo 2013, il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, disse agli intervistatori che Cipro sarebbe servita da modello per le future ristrutturazioni bancarie nella zona Euro.

Nell'aprile 2013, nel mio Paese natale, il Canada, emerse l'idea di sancire un quadro normativo per i bail-in con il governo conservatore Harper.

Le disposizioni di bail-in sono state preservate anche dopo che i liberal sotto Justin Trudeau hanno assunto l’incarico nel 2015. Nel 2018 è diventato ufficialmente il regolamento di conversione della ricapitalizzazione bancaria (bail-in).

In Australia il disegno di legge di modifica della legislazione sul settore finanziario (poteri di risoluzione delle crisi e altre misure) del 2017 ha conferito al governo australiano il potere di facilitare i bail-in.

E nel caso ve lo stiate chiedendo, gli Stati Uniti sono stati in prima fila nella codifica in legge del bail-in: il disegno di legge Dodd-Frank approvato nel 2010, apparentemente per riformare il settore bancario dopo la crisi finanziaria globale, contiene disposizioni per i “Bail-In” e ricapitalizzare le banche “di importanza sistemica” che finiscono nei guai.

Infatti, nel 2014, nuove leggi sovranazionali sul bail-in sono entrate in vigore in tutto il G20.

È stato durante il bail-in di Cipro che Bitcoin è salito sopra i $100 per l'ultima volta. Non sarebbe stato mai più scambiato a un livello a doppia cifra.

Anche così non avrei mai pensato che Bitcoin sarebbe diventato la  valuta di riserva mondiale, o addirittura una componente di ciò che sarebbe successo dopo l’era post-post-Bretton Woods in cui viviamo ora.

Il mio modello mentale per Bitcoin, fino al 2022, era come una sorta di “Notgeld” a livello globale – un termine tedesco nato durante l’iperinflazione di Weimar degli anni ’20 e tradotto in inglese come “denaro di emergenza”.

In Germania, le singole città iniziarono a stampare la propria tessera, durante l’iperinflazione dello Zimbabwe, le persone iniziarono a utilizzare carte telefoniche e benzina prepagate. Ogni iperinflazione ha il suo Notgeld e, fino all'inizio del 2022, questo era quello che pensavo fosse Bitcoin a livello globale.


Sono successe due cose che mi hanno fatto cambiare idea 

  1. Gli Stati Uniti hanno sequestrato le riserve di asset estere di due stati – non importa chi fossero o cosa abbiano fatto per “meritarselo”.
  2. Durante il #FreedomConvoy il governo canadese ha dichiarato la legge marziale e ha sequestrato i conti bancari dei camionisti e di tutti i cittadini che li sostenevano.

La prima sequenza di eventi ha cambiato per sempre il calcolo che le nazioni avrebbero utilizzato per decidere come allocare e mantenere la propria ricchezza sovrana.

La seconda ha cambiato le cose per i singoli cittadini. Da sola ha cambiato l'opinione di Robert F Kennedy Jr. che un anno dopo avrebbe fatto di Bitcoin una questione elettorale negli Stati Uniti, aprendo il suo storico intervento al Bitcoin 2023 a Miami con le parole: Sono diventato un bitcoiner quando ho visto cosa ha fatto il governo canadese ai camionist”.

Da quel momento in poi Bitcoin si è trasformato dall’essere “Notgeld” – denaro di emergenza nel mezzo di un evento iperinflazionistico globale a lenta evoluzione – a diventare una componente inevitabile del sistema monetario futuro.


Il prossimo presidente degli Stati Uniti sarà un bitcoiner

Non importa cosa pensate di Donald Trump, o se siete più imparziali e obiettivi, resta il fatto che una valanga di voti per il Partito repubblicano è quasi inevitabile per il 5 novembre.

Come RFK Jr., Trump è saltato saldamente sul carro di Bitcoin. È diventato un bitcoiner.

Trump ha dichiarato che “vuole che tutti i futuri bitcoin vengano minati negli Stati Uniti”. Certo, non funziona proprio in questo modo, ma ha continuato a ribadirlo, così come il diritto all'autocustodia, alla Convention Nazionale Repubblicana.


Il grande annuncio arriverà il 27 luglio

Quest'anno Trump terrà il discorso programmatico al Bitcoin 2024 a Nashville, in Tennessee. Sarà presente anche RFK Jr. Entrambi i candidati sono fermamente d'accordo su Bitcoin, anche se uno è destinato alla presidenza più dell'altro (mi aspetto che RFK approderà da qualche parte all'interno dell'amministrazione Tump nel gennaio 2025).

La notizia è che in quel discorso programmatico, Trump dovrebbe annunciare la sua intenzione di creare una riserva strategica di Bitcoin per il Tesoro degli Stati Uniti.

Farlo potrebbe essere semplice come un tratto di penna il giorno dell’inaugurazione, dato che gli Stati Uniti hanno già circa $5 miliardi equivalenti in BTC.

Una volta che ciò accadrà, saremo in una situazione completamente nuova. La teoria dei giochi di Bitcoin cambierà irrevocabilmente a livello mondiale e gli stati saranno incentivati a seguirne l’esempio.

Indipendentemente da come andrà a finire, Bitcoin ha già attraversato il proverbiale Rubicone. È qui per restare, non è una sorta di “denaro d'emergenza” per eludere temporaneamente il disfacimento in corso del fiat standard: ora fa parte dell'impianto idraulico.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


Supporta Francesco Simoncelli's Freedonia lasciando una “mancia” in satoshi di bitcoin scannerizzando il QR seguente.


Nessun commento:

Posta un commento