Un americano su quattro possiede bitcoin.
La maggior parte sono americani di età superiore ai 65 anni, ma quanto spesso avete sentito i candidati alle elezioni rivolgersi ai proprietari di criptovalute?
Donald Trump ha compiuto un grande sforzo durante la sua campagna elettorale per attirare i bitcoiner.
Alla recente Libertarian National Convention, Trump ha promesso di “fermare la crociata di Joe Biden per schiacciare le criptovalute” e ha assicurato specificamente ai possessori di bitcoin che sostiene il diritto all’autocustodia.
“Con il vostro voto terrò Elizabeth Warren e i suoi scagnozzi lontani dai vostri bitcoin e non permetterò mai la creazione di una valuta digitale da parte della banca centrale”, ha detto Trump.
È chiaro quale candidato il prossimo novembre sarà la scelta migliore per i possessori di bitcoin e per l’intero settore. Trump sembra comprendere la saggezza delle posizioni pro-Bitcoin assunte da leader popolari in tutto il mondo, come i presidenti Javier Milei dell'Argentina e Nayib Bukele di El Salvador.
Di conseguenza sta prendendo una posizione chiara.
Trump riconosce il diritto all’auto-sovranità e forse nessuno comprende meglio di lui il valore della decentralizzazione, dal momento che le persone hanno perso fiducia in istituzioni come il governo e le banche. Trump è stato il bersaglio di un’azione legale senza precedenti che ha politicizzato il sistema giudiziario e le organizzazioni affiliate a lui sono state attaccate e ostracizzate sia dal punto di vista sociale che finanziario.
Il presidente Biden, nel frattempo, ha posto il veto alla legislazione che avrebbe garantito il diritto del cliente di far custodire i propri bitcoin, o altri asset digitali, al proprio istituto finanziario regolamentato, il tutto in nome della “protezione del consumatore”.
L’amministrazione Biden è stata straordinariamente ostile a Bitcoin e all’ecosistema più ampio delle criptovalute. Ha approvato l'Operazione Choke Point 2.0 in base alla quale i regolatori hanno di fatto istituito nuove regole tramite un comunicato stampa che ordina alle banche di smettere di fare affari con le aziende nel settore degli asset digitali. Inoltre la Casa Bianca ha proposto una tassa del 30% sull’energia utilizzata per minare Bitcoin, il che renderebbe non redditizio e del tutto antieconomico per il settore fare affari negli Stati Uniti. Il Dipartimento per l'Energia ha anche tentato di raccogliere informazioni riguardanti i contratti energetici dei miner Bitcoin per cercare di mandarli fuori mercato. Il Dipartimento di Giustizia ha addirittura rotto con le linee guida di lunga data del Dipartimento del Tesoro quando ha tentato di regolamentare, tramite istanza giudiziaria, i wallet self-hosted, secondo cui dovrebbero essere trattati come attività di trasmissione di denaro. Tutte queste cose sono state fatte di proposito, visto che si vuole bandire l’industria delle criptovalute.
Tutto inizia ad avere senso se si considera che l’amministrazione Biden ha anche gettato le basi per una valuta digitale della banca centrale.
Alcuni politici sostengono la creazione di una CBDC, perché desiderano il controllo completo. Vogliono essere in grado di monitorare le nostre transazioni e dirci come possiamo e non possiamo spendere i nostri soldi. Bitcoin rappresenta l’esatto opposto: la libertà dal collettivismo alimentato dallo stato e l’emancipazione dell’individuo.
Per essere chiari, ci sono molti leader pro-Bitcoin nel partito democratico, come il senatore Kirsten Gillibrand e i rappresentanti Ritchie Torres e Wiley Nickel, solo per citarne alcuni. Oltre 70 democratici alla Camera dei Rappresentanti hanno votato di recente a favore di una legislazione sulla struttura del mercato. Ma ce ne vogliono molti altri.
Il presidente Biden ha ceduto su questi temi di fronte all’autoproclamata senatrice “anti-criptovalute” Elizabeth Warren e ai suoi accoliti. Ciò ha portato a linee di politica che rispecchiano l’approccio del Partito Comunista Cinese nei confronti di Bitcoin: tagliare fuori i servizi finanziari, tentare di interrompere l’accesso all’energia in nome dell’ambientalismo, imporre regolamentazioni di mercato impossibili e fare tutto ciò che si può per ostacolare la rete Bitcoin mentre lavora allo strumento definitivo di controllo sulla popolazione, ovvero una CBDC.
La stessa senatrice Warren ha persino proposto una legislazione che vieterebbe di fatto il mining di Bitcoin negli Stati Uniti, trattando i miner alla stregua delle istituzioni finanziarie e richiedendo standard antiriciclaggio nonostante il fatto che essi non custodiscano alcun patrimonio dei clienti. Come ben sa, se non ci sono miner Bitcoin, non ci sono transazioni Bitcoin, e il percorso verso una CBDC sarebbe molto più semplice.
La buona notizia per i bitcoiner è che hanno un’alternativa chiara. Questo è fondamentale, perché un terzo degli elettori afferma di valutare le opinioni dei candidati sugli asset digitali.
La scelta è chiara: Trump proteggerà il diritto degli americani a possedere Bitcoin, a minare Bitcoin, a effettuare transazioni con Bitcoin e, per molti di noi, a lavorare nel settore Bitcoin. Ritengo che sosterrà la capacità dei miner di contribuire a rivoluzionare i settori finanziario ed energetico negli Stati Uniti e a mantenere la leadership economica americana per il futuro. E vieterà una CBDC, proteggerà l’autocustodia e impedirà ai regolatori fuori controllo di mandarci fuori mercato. Se siete dei bitcoiner, Trump è il miglior candidato quest’anno per, oserei dire, far tornare Bitcoin a essere una cosa grandiosa agli occhi del governo degli Stati Uniti.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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