martedì 23 luglio 2024

Pericolo! L'antisemitismo potrebbe continuare a diffondersi

 

 

di Barry Brownstein

Cerchiamo di diffidare della narrativa rassicurante che minimizza la gravità del crescente antisemitismo: la convinzione che l’odio verso gli ebrei diminuirà una volta conclusa la guerra tra Israele e Hamas potrebbe essere fuorviante.

Nella mia vita quotidiana l’antisemitismo è ancora una cosa del passato. Non è così nei campus universitari e in alcune città. Come Elon Musk sono scioccato dalla denuncia del dilagante odio verso gli ebrei.

Lo scorso novembre, quando il nostro agricoltore di fiducia stava chiudendo la stagione, ci ha chiesto informazioni sui nostri programmi per le vacanze. È rimasto a bocca aperta quando mia moglie ha menzionato la celebrazione di Hanukkah e del Natale. Incuriosito, ha chiesto: “Chi di voi è ebreo?” Conosciamo questo agricoltore da trent'anni e la domanda non si era mai posta. Perché proprio in quel momento? È un uomo onesto e laborioso, che non presta attenzione alle caratteristiche superficiali dei suoi clienti.

L'economia di mercato premia chi dimostra una genuina empatia verso questi ultimi; infatti gli imprenditori empatici possono mettersi nei panni dei propri clienti e considerare come servirli al meglio. Il processo di mercato, sostenuto dallo stato di diritto, facilita l’empatia e il rispetto per gli altri e una società pacifica e prospera.

Allora perché dico che l’antisemitismo probabilmente crescerà? Quanto più siamo lontani dai legami e dagli affetti creati dal commercio, tanto più le nostre menti saranno occupate dallo spazio per l’odio primitivo.

Gli intellettuali che insegnano una miscela tossica di politica dell’identità, teoria critica della razza e marxismo hanno preso il controllo delle istituzioni educative e di altro tipo. In alcune classi K-12 vengono insegnati “Studi etnici liberatori” che fanno uso di “modelli liberatori basati su marxismo e maoismo”. Ciò che Helen Pluckrose e James Lindsay chiamano il “sistema delle caste di giustizia sociale” etichetta gli ebrei come oppressori a causa del loro successo economico.

Nel libro Marxism, Thomas Sowell sottolinea che Marx viveva come un intellettuale senza alcuna “responsabilità” per il suo sostentamento e per le “conseguenze sociali” della sua “visione”. Sowell spiega che “gli intellettuali di oggi vivono in una sorta di isolamento dalle conseguenze dell'errore, qualcosa di cui non gode nessun uomo d'affari, capo militare, ingegnere, o addirittura allenatore atletico”.

Nel suo libro Intellectuals, il defunto Paul Johnson descrive Marx come un uomo con un “atteggiamento infantile” che “prendeva in prestito denaro, lo spendeva e poi era invariabilmente stupito e arrabbiato quando arrivavano a scadenza i conti più gli interessi”.

Marx era un odiatore accanito che “si risentiva per la più piccola critica” ed era soggetto a “enormi scoppi di rabbia. Al centro della sua rabbia e frustrazione, e forse alla base del suo odio per il sistema capitalista, c’era la sua grottesca incompetenza nel maneggiare il denaro”. Johnson ci informa che alla madre di Marx “è attribuito l’amaro desiderio che ‘Karl accumulasse capitale invece di limitarsi a scriverne’”.

Le fantasie di Marx sugli ebrei e sui capitalisti che sfruttavano gli altri erano una proiezione del suo stesso sfruttamento nei confronti della sua di famiglia. La proiezione si verifica quando cerchiamo di scagliare i nostri fallimenti morali e la spazzatura psicologica sugli altri.

Marx era bloccato in una tale proiezione. Rifiutandosi di “intraprendere una carriera”, Marx perseguitava la sua famiglia in cerca di “elemosina”. Abituato a saccheggiarla, Marx vedeva il proprio comportamento negli altri, scrivendo che c’è sempre “una manciata di ebrei da cui frugare nelle tasche”.

Nel libro Sulla questione ebraica, Marx scriveva: “Qual è la religione mondana dell’ebreo? Mercanteggiare. Qual è il suo Dio terreno? [...] Il denaro è il dio geloso di Israele, di fronte al quale nessun altro dio può esistere”.

Di Marx, Johnson scrive: “Tutta la sua teoria della classe è radicata nell’antisemitismo”.

Nel suo romanzo, Life and Fate, Vasily Grossman osservava che l’antisemitismo era uno “specchio dei fallimenti degli individui. Ditemi di cosa accusate gli ebrei e vi dirò di cosa siete colpevoli”.

Gli antisemiti ritraggono gli ebrei nei modi più mostruosi, perché vederl come vili giustifica i loro stessi fallimenti.

Marx non era solo un odiatore degli ebrei, era un odiatore e basta. Il suo antisemitismo faceva parte di un modello più ampio.

In The Road to Serfdom F. A. Hayek sottolinea che Marx espresse opinioni sui cechi e sui polacchi successivamente espresse dai nazisti. Marx scrisse dei Balcani che avevano “la sfortuna di essere abitati da un conglomerato di razze e nazionalità diverse, di cui è difficile dire quale sia la meno adatta al progresso e alla civiltà”.

Hayek esplorò il motivo per cui “il nemico, sia esso interno, come l’”ebreo” o il “kulak”, o esterno, è un requisito indispensabile nell’armeria di un leader totalitario”. In Germania e in Austria, scrisse Hayek, “l’ebreo era arrivato a essere considerato il rappresentante del capitalismo”.

Marx scrisse che “ogni tiranno è sostenuto da un ebreo”. Invertì causa ed effetto: i tiranni devono opprimere gli ebrei.

Hayek inoltre scrisse: “Sembra quasi una legge della natura umana che sia più facile per le persone mettersi d’accordo su un programma negativo – sull’odio di un nemico, sull’invidia di chi sta meglio – che su qualsiasi compito positivo”. L'odio per il capitalismo o l'odio per gli ebrei, per chi ha bisogno di odiare, è la stessa cosa.

Hayek aggiunse: “Il contrasto tra il 'noi' e il 'loro', la lotta comune contro coloro che sono al di fuori del gruppo, è un ingrediente essenziale in qualsiasi credo che unisce solidamente un gruppo verso un'azione comune”.

Coloro che non vogliono assumersi la responsabilità delle proprie scelte gravitano attorno a movimenti di massa che promettono di alleviare le conseguenze delle loro decisioni sbagliate. Dovrebbe sorprendere che le idee marxiste abbiano contribuito ad alimentare il comunismo, uno dei movimenti di massa più distruttivi della storia?

Dovremmo sorprenderci che l’attuale esplosione di antisemitismo si concentri nei campus universitari dove il sentimento anticapitalista è la norma?

Oggi il pensiero “noi” e “loro” è parte integrante della vita nei nei campus universitari. Si presume che se non riuscite a combinare niente nella vostra vita è perché “loro” vi hanno fermato. Dal punto di vista storico gli ebrei si sono ritrovati tragicamente costretti a ricoprire il ruolo ingiustificato di “loro”.

Oggi i professori e gli amministratori universitari evitano che gli studenti siano esposti a idee diverse dalle loro. Marx non volle mai affrontare le conseguenze della sua scarsa intelligenza emotiva e morale. Quanti studenti universitari, come Marx, non vogliono affrontare la loro scarsa intelligenza emotiva e morale?

Le forze illiberali hanno sempre bisogno di un “loro”. Anche nei Paesi senza popolazione ebraica, gli ebrei sono ancora “loro”. Ayaan Hirsi Ali è cresciuta in Somalia dove non c'erano ebrei, ma come ha spiegato al Wall Street Journal:

Quando ero piccola, mia mamma perdeva spesso la pazienza con mio fratello, con il droghiere o con un vicino. Urlava o imprecava sottovoce “Yahud!”, seguito da una descrizione dell'ostilità, dell'ignominia, o del comportamento spregevole del soggetto della sua ira. Non era solo mia madre; gli adulti intorno a me esclamavano “Yahud!”, il modo in cui gli americani usano la parola che inizia con la F. Mi fecero capire che gli ebrei – Yahud – erano tutti cattivi. Nessuno si prendeva la briga di costruire un quadro razionale attorno all’idea – cosa difficilmente necessaria, dal momento che non c’erano ebrei in giro.

La Somalia è una società chiusa e le società chiuse sono destinate al fallimento finché non emerge um’indagine critica dall’interno.

Gli studenti attraversano il sistema educativo addestrati ad avere menti chiuse piuttosto che a esplorare le idee. Il fallimento è una certezza quando queste ultime non vengono messe in discussione, e deve esserci un “loro” da incolpare per il fallimento. Per gli antisemiti e gli anticapitalisti, gli ebrei sono oggetto condiviso di odio. Gli ebrei vengono usati per rendere conto dei piani falliti generati da idee imperfette. Finché programmi illiberali domineranno i nostri sistemi educativi, entrambi gli odi non potranno far altro che crescere.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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