venerdì 28 giugno 2024

Teoria Austriaca del ciclo economico e geopolitico

 

 

di Francesco Simoncelli

Quando si parla di teoria Austriaca del ciclo economico, non si tratta solo di un esercizio accademico, ma è anche uno strumento pratico che ci aiuta ad anticipare e a prepararci alle fluttuazioni economiche e geopolitiche. Non solo si possono navigare meglio i mercati finanziari e riconoscere i segnali di un’imminente recessione, ma è anche possibile intuire quale sarà la risposta dei governi in ambito nazionale e internazionale. La Scuola Austriaca è l’unica scuola di pensiero che fornisce una spiegazione reale ai bust: presuppone che i cicli economici siano dovuti a una manipolazione dei tassi d'interesse combinata a un aumento dell’offerta di denaro, situazione che porta a un’errata allocazione delle risorse economiche scarse. Questo gioco non avviene solo alla luce del sole, ovvero nelle linee di politica ufficiali delle banche centrali, ma anche nell'ombra laddove gli effetti si camuffano e pare non abbiano una chiara spiegazione. Inutile dire, quindi, che tutto ciò ha un'enorme importanza a livello geopolitico, non solo economico.

Quando i tassi d'interesse vengono abbassati artificialmente, gli investitori sono indotti in errore effettuando investimenti insostenibili. Il boom risultante non si basa su una reale domanda dei consumatori o sulla disponibilità di risorse, cosa che porta a un inevitabile crollo. Tassi d'interesse artificialmente bassi, combinati con la stampa di denaro, distorcono il ritmo naturale del mercato, provocando un effetto a catena che incide sull’occupazione, sulla produzione e sul risparmio.


LE ORIGINI DELLA TEORIA AUSTRIACA DEL CICLO ECONOMICO

Le origini della teoria Austriaca del ciclo economico risalgono all’inizio del XX secolo, con gli economisti Ludwig von Mises e Friedrich Hayek in prima linea a sfidare le teorie economiche prevalenti del loro tempo sostenendo che la pianificazione centrale e l’interventismo fossero i colpevoli dell’instabilità economica. Il loro lavoro gettò le basi per quella che sarebbe diventata una critica all’economia keynesiana. Mentre i loro contemporanei seguivano in gran parte un approccio collettivista, l’enfasi della Scuola Austriaca sulla scelta individuale e sulle dinamiche di mercato offriva un approccio alternativo. Mises e Hayek furono in realtà alcuni dei pochi economisti a prevedere la Grande Depressione americana prima che accadesse; trent’anni dopo Murray Rothbard spiegò in dettaglio come ebbe origine: le politiche interventiste di Herbert Hoover furono responsabili della sua lunga durata e della sua intensità. Sebbene da allora queste idee abbiano influenzato alcuni economisti e politici in tutto il mondo, sono a malapena menzionate nelle attuali discussioni sul ciclo economico. Tutti sanno cosa è andato storto e dove lo stato deve intervenire in modo più proattivo, pochissimi esprimono l’idea di ridimensionare tale intervento.

Alimentare cicli economici immettendo denaro nell’economia e mantenendo i tassi d'interesse artificialmente bassi impoverisce le società. Si potrebbe dire che noi, come genere umano, abbiamo compiuto progressi incredibili su molti fronti negli ultimi cinquant’anni, tuttavia confrontare le condizioni attuali con quelle di cinquant’anni fa è errato; confrontarle come sono adesso con le condizioni come avrebbero potuto essere è il modo corretto. I mercati hanno migliorato il benessere anche con tali pressioni negative, ciononostante alcuni aspetti significativi della vita sono stati compromessi: i nostri nonni, ad esempio, erano in grado di acquistare una casa od ottenere un'istruzione universitaria senza contrarre debiti impagabili. Finché la popolazione verrà influenzate affinché continui a orientarsi al breve termine, i pianificatori centrali continueranno a stampare denaro. Nonostante ci siano rare eccezioni, essi non guardano oltre il prossimo ciclo elettorale e le persone con un’alta preferenza temporale sono rese felici concentrandosi sul presente e ignorando il futuro. Quando, però, si manifestano inevitabilmente le conseguenze a lungo termine, vengono attribuite ad altri eventi e oscurate da problemi che richiedono soluzioni con priorità più elevate.

Come si applica la teoria Austriaca del ciclo economico alla vita di tutti i giorni? Ci insegna a essere scettici nei confronti delle situazioni economiche “troppo belle per essere vere”. Incoraggia decisioni finanziarie prudenti, evitando le insidie ​​di una spesa sfrenata alimentata dal credito facile, situazione che porta a crisi finanziarie personali che rispecchiano i crolli economici su scala superiore. Inoltre questa consapevolezza può essere applicata alla vita in generale: abbassare la propria preferenza temporale e iniziare a prestare maggiore attenzione alle conseguenze a lungo termine. Anche dal punto di vista finanziario ci sono modi per trarre profitto dalla comprensione della teoria Austriaca del ciclo economico: se i boom sono artificiali allora bisogna investire di conseguenza, gestendo il rischio e disinvestendo da asset sopravvalutati. Investire strategicamente e a lungo termine invece di comportarsi come un trader principiante e iperattivo.

In sintesi la teoria Austriaca del ciclo economico offre un promemoria che fa riflettere sui pericoli dell’interventismo economico; comprendendo e applicando i suoi principi, si può sperare in un futuro economico più stabile, sia a livello personale che mondiale.


LA GARANZIA COLLATERALE PER LE CONDIZIONI DI “QUASI BOOM”

Comprendere le meccaniche di base riguardo ai cicli economici non basta, perché poi la realtà presenta una situazione diversa in cui i pianificatori centrali si affannano per tenere in piedi quell'architettura fatta di interventismo la quale scricchiola sempre di più man mano che gli errori economici si accumulano nel tempo. Ovviamente non sono stupidi, ci sono vantaggi nel perorare questa linea di politica: è un gioco a somma zero dove i contribuenti perdono e i pianificatori centrali vincono. Dal punto di vista teorico viene chiamata condizione di “quasi boom”, dove vengono messi in piedi stimoli fiscali e/o monetari per impedire una correzione severa dei mercati. Sono le proverbiale politiche anti-cicliche per “salvaguardare” la salute dell'economia nel suo complesso e non sprofondare in una depressione. Come ci ricorda lo stesso Rothbard nel libro summenzionato, la semantica in economia venne cambiata sulla scia della Grande Depressione per creare uno spauracchio ad hoc e giustificare il continuo intervento dello stato. Infatti, nel caso in cui si dovesse sperimentare una recessione, allora si accendono tutte le sirene per chiamare in causa i pianificatori centrali affinché intervengano e impediscano che la recessione peggiori e diventi una depressione.

In realtà la “gravità” di una recessione è data dalla quantità di errori economici accumulati nel tempo e quanto essi siano stati ignoranti in precedenza. Chiaramente non è una condizione che si protrae all'infinito, visto che finisce per erodere qualsiasi tipo di crescita latente. Più si rimanda la correzione, più essa sarà pervasiva e dura. Questa, ad esempio, è la lezione della depressione dimenticata del 1920. Fu Keynes a coniare il termine “quasi boom” proprio per fornire credito alla sua teoria intenta a giustificare un intervento “eccezionale” quando necessario: lo stimolo fiscale diventava una necessità in caso di recessione, cosa da controbilanciare una volta passata la tempesta, ma ovviamente oggi questa parte è stata comodamente dimenticata dati i livelli di imbastardimento economico che abbiamo raggiunto. L'interventismo ormai è perenne, pervasivo e onnipresente. Non può essere altrimenti, dato che l'impalcatura clientelare che è stata costruita nel tempo rischia di crollare in caso di inversione anche minima. Sulla scia di questi fatti, la proverbiale torta economica non cresce più e, per quanto le autorità blaterino di volerla aumentare e quindi di crescita economica, in realtà l'unica cosa che possono fare è ridistribuire quella esistente.

Inutile dire che la burocrazia, la macchina dei consensi per eccellenza, è quella che ne deve inglobare di più e visto che non è in grado di creare nuova ricchezza reale, il consumo di quella esistente non ha sostituzione. Ne rimane sempre di meno e la “percezione” di povertà aumenta. Questo, in sostanza, è ciò che alimenta il debito pubblico e, in Italia in particolare, è ormai fuori controllo. Parlerò delle strategie d'uscita da questo caos pianificato nella prossima sezione, ora è importante focalizzare l'attenzione su quali spalle ricade l'onere di sostenere questo peso crescente. Sì, sulla classe media.

Oltre a procrastinare la correzione degli errori economici, cosa che richiederebbe un ridimensionamento delle capacità e della pervasività delle azioni dei pianificatori centrali, deviare ricchezza reale da chi la produce serve a creare un ambiente economico sottomesso al controllo. E più è necessario capillarizzare tale controllo, più risorse devono essere sottratte. Ecco che, ad esempio, l'aumento delle temperature può rappresentare un “pericolo” non solo per la salute umana ma anche per la democrazia, di conseguenza bisogna spendere in tecnologie acerbe anche se ciò rappresenta uno spreco e chiunque metta in discussione questa linea d'azione diventa esso stesso un “pericolo” per la democrazia. È straordinario, poi, assistere alla pantomima europea dell'apertura del processo d'infrazione per spese eccessive. Ma questi cortocircuiti sono naturali visto che il fine ultimo è il saccheggio della ricchezza reale latente nel continente e la spoliazione di ciò che rimane dell'industria europea. Infatti quando è in gioco il destino stesso delle élite, allora tutto è lecito affinché esse possano combattere una guerra contro fazioni avverse e possano continuare a essere finanziate. È un delicato equilibrio tra mantenere in piedi lo status quo e perseguire la propria causa.

Pensate all'articolo di Bloomberg sull'idrogeno in Germania: funziona solo su carta. Un esperimento simile nel Regno Unito è stato annullato quando sono emersi malumori tra le persone dopo aver appreso che avrebbero dovuto sostituire forni e stufe con nuovi apparecchi a idrogeno. Senza contare il processo di combustione dell'idrogeno per produrre elettricità: vi è una perdita di energia del 70% nella conversione dall’idrogeno in ammoniaca e poi nuovamente in idrogeno per bruciarlo. Non ha alcun senso pratico, ciononostante la Germania sta spendendo $20 miliardi per rendere le centrali elettriche “pronte per l’idrogeno”. Ma questi soldi in realtà non sono buttati, bensì “investiti” nella narrativa e nell'architettura più grande del controllo capillare... a scapito, però, della creazione della ricchezza reale e in particolar modo dell'industria europea che è stata praticamente smantellata. Non c'è da sorprendersi, altresì, che la produttività è al palo così come gli stipendi.

Per quanto possa essere difficile definire la “classe media”, è relativamente facile inquadrare chi è accomunato da cosa se prendiamo come parametro di riferimento lo sbarcare il lunario:

Sempre più italiani hanno le tasche vuote. E le spese ne risentono

I risparmi degli italiani? Finiscono in spese impreviste. E la metà non riesce a mettere niente da parte

Affitti più cari, sale il peso sui redditi dei dipendenti: fino al 46% nei capoluoghi

I salari in Italia sono fermi da 20 anni

In un Paese prospero il successo della classe media e di quella alta corre parallelo: se la ricchezza della classe superiore crescesse del 10%, allora quella della classe media cresce all’incirca della stessa quantità. Distribuita su una porzione molto più ampia della popolazione, certo, infatti si tratta di un aumento pro capite minore, ciononostante rappresenta una quantità di ricchezza simile. La cosiddetta torta economica cresce... cosa succede invece quando quest'ultima non cresce più e vengono ridistribuiti i pezzi esistenti? In primo luogo i prezzi (soprattutto quelli delle case) aumentano ben oltre la capacità della maggior parte degli italiani di diventare proprietari. Ma non si tratta solo delle case: come abbiamo visto ci sono anche l’affitto, le bollette, il cibo, la benzina, l’assicurazione auto, l’assistenza all’infanzia, ecc. che oggi costano dal 15% al ​​40% in più rispetto a tre anni fa. In secondo luogo i tassi d'interesse più alti hanno reso il debito sempre più costoso, soprattutto i debiti a tasso variabile (come carte di credito e mutui). Basti dire che un’economia in crescita e un’economia prospera non sono la stessa cosa, infatti su queste pagine è già stata spiegata la differenza tra PIL e crescita economica reale. E la contrazione dell’offerta di buoni posti di lavoro è un perfetto esempio della differenza. Se si considera anche la crescita economica anemica, si ottiene la ricetta per il secondo peggiore scenario economico: la stagflazione. Credetemi, una recessione è una buona notizia quando l’altra scelta è un “decennio perduto” tra inflazione persistente, stagnazione economica e alta disoccupazione.


LA LEGGE DI GRESHAM APPLICATA ALL'IMPRENDITORIA

La Legge di Gresham afferma che la moneta cattiva scaccia quella buona e funziona più o meno così: in un’economia di mercato circola una moneta sopravvalutata che ha un valore reale inferiore, mentre quella sottovalutata con lo stesso valore nominale, ma il cui metallo ha più valore, viene accumulata e quindi scompare dalla circolazione. Le persone spostano la moneta buona fuori da un’economia per un uso futuro, mentre quella cattiva circola e diventa un bene economico comune. Cosa c’entra la Legge di Gresham con l’imprenditorialità e la cattiva politica economica? Cosa succede quando quest'ultima scaccia gli imprenditori che creano valore? Diventa impossibile scoprire nuovi processi, prodotti e servizi in grado di costruire l’offerta e consentire alla tecnologia di servire le persone, evoluzioni che possono realizzarsi solo in un’economia non ostacolata. Sappiamo che i buoni imprenditori prosperano quando sono liberi di usare il proprio intelletto e le proprie risorse personali; i cattivi imprenditori entrano in scena quando emergono cattive linee di politica, andando a scacciare coloro che creano più valore, i quali se ne andranno altrove.

Senza la libertà giuridica di contrarre e utilizzare la proprietà personale in quanto tale, l’essenza stessa dell’individualità della persona viene distrutta. Ciò allontana quegli imprenditori che altrimenti avrebbero cercato di usare il proprio intelletto per fare del bene ad altre persone.

I costi economici derivanti dall’espulsione dei buoni imprenditori faranno lievitare i prezzi dei prodotti, dei servizi e dei costi di produzione; faranno poi diminuire il valore e la soddisfazione del consumatore e produrranno invariabilmente cose di qualità inferiore. A causa del sentimento anti-libero mercato e delle regolamentazioni soffocanti, i consumatori danno involontariamente carta bianca ai cattivi imprenditori e a tutto ciò che ne consegue; si abituano a offerte poco brillanti e i bravi imprenditori vengono allontanati.

Cacciare questi ultimi con cattive politiche economiche crea un beneficio concentrato per pochi e costi per molti. Ma chi sono i cattivi imprenditori? Sono quelle persone che decidono di non essere più imprenditori, che non calcolano più profitti o perdite in base alle condizioni di mercato e che non hanno empatia o attenzione per il consumatore. Cercheranno i favori dello stato o lo useranno per creare condizioni di monopolio per sé stessi, scaricando costi aggiuntivi sui potenziali concorrenti e scacciando così i buoni imprenditori.

Questa erosione, lenta ma inesorabile, serve sostanzialmente a canalizzare le risorse economiche in alto, creando quindi una netta spaccatura a livello di scala sociale: povertà diffusa e ammanicati in crescita. Il mercato diventa una lotta drawiniana, ma non perché esso è intrinsecamente prono a questo esito, bensì perché c'è una guerra in atto e le fazioni in lotta implementano diverse strategie per cercare di prevalere. Quella europea, in particolar modo, schiera i risparmi dei contribuenti europei come modo per resistere al logoramento che arriva sia da Est che da Ovest. E qui si inserisce il contesto geopolitico che si evolve in tandem con il contesto economico.


LA TEORIA AUSTRIACA DEL CICLO GEOPOLITICO

Quando le condizione economiche si deteriorano, ciò coinvolge tutti gli attori di mercato compresi i pianificatori centrali. “Dove non passano le merci, passano gli eserciti” sosteneva Bastiat e da quando il mondo ha visto invertire il processo di globalizzazione, espansosi fino al 2017, a deteriorarsi sono stati anche i rapporti bilaterali tra nazioni. La guerra dei dazi tra Cina e Stati Uniti, in particolar modo, sta sfociando in una serie di escalation il cui esito che si profila all'orizzonte assume sempre di più quello di un conflitto armato. Anche l'Europa non è da meno.

Ma l'analisi di queste evoluzioni, per quanto interessanti, non arrivano al nocciolo della questione. E qual è? La manipolazione coordinata dei tassi d'interesse nei tredici anni dal 2009 al 2022. Qual era l'obiettivo? Mantenere liquido il mercato dell'eurodollaro a scapito degli Stati Uniti. Anche qui, finché il bacino della ricchezza reale era in espansione e ha permesso agli Stati Uniti di reggere il colpo, nessuno ha prestato attenzione alla trasformazione di suddetto mercato: da cinghia di trasmissione per gli affari internazionali a strumento per sifonare ricchezza reale dagli Stati Uniti. Senza eurodollaro non esisterebbe alcuna City di Londra, dato che è stato suddetto mercato a farla esplodere, in senso positivo, negli anni '60. Così come ha permesso all'Europa di riprendersi in fretta e, soprattutto, meglio dal secondo dopoguerra. Il lato negativo della medaglia è che l'eurodollaro ha finito per impedire agli Stati Uniti di perseguire la propria politica monetaria, dato che la percezione che la FED fosse la banca centrale del mondo non era dovuto tanto al dollaro in quanto valuta di riserva mondiale quanto all'indicizzazione dei debiti globali al LIBOR. Ogni volta, quindi, che la FED doveva abbassare o rialzare i tassi doveva farlo cercando d'intuire come andasse il mercato dell'eurodollaro, rischiando di scatenare crisi per niente dovute a fattori interni. È così che il resto del mondo godeva di un pasto gratis a scapito degli USA.

Dal 2022, però, le cose sono cambiate visto che è entrato pienamente in vigore il SOFR e il LIBOR verrà definitivamente dismesso il prossimo settembre. Adesso sul mercato del SOFR vengono trattati i futures relativi a tal mercato, non più i futures sull'eurodollaro; ora il costo del dollaro a livello internazionale dipende dal suo costo interno, negli Stati Uniti, non più da come veniva trattato a livello di mercati globali attraverso la City di Londra. Questo a sua volta significava che qualora fossero emerse crisi dall'altra parte del globo (a Singapore, in Germania, a Londra, a Bruxellese, ecc.), le ripercussioni si sarebbero riverberate sul LIBOR e per estensione sul mercato statunitense, anche se quest'ultimo poteva non essere la fonte di guai economici. Di conseguenza se la FED avesse voluto tenere alti i tassi per lasciare che una correzione dagli errori economici facesse il suo corso, le sarebbe stato impedito da questo meccanismo infernale: i tassi dei mutui, delle carte di credito e di tutti gli altri debiti indicizzati attraverso il LIBOR sarebbero schizzati ben più in alto rispetto al livello statunitense, forzando quindi la mano alla FED a operare un taglio dei tassi nonostante non ce n'era bisogno a livello interno.

In sintesi, è stato questo stesso meccanismo che ha portato alla crisi del 2008 e ai successivi 10 anni di tassi d'interesse a zero. Addirittura in Europa abbiamo avuto tassi negativi, con asset per l'ammontare di $15.000 miliardi con cedole negative. La finzione che l'euro fosse una valuta più stabile del dollaro è tutta qui. E per quanto i differenziali obbligazionari europei siano ancora superiori a quelli statunitensi, con lo spread treasuries/bund a +185 punti base circa, bisogna tenere a mente che questi asset fino a due anni fa erano trattati sotto lo zero e questo significa che hanno creato degli enormi buchi di bilancio in quelle banche che li hanno usati per sfruttare la leva e fornire liquidità al sistema finanziario. Ovviamente non bisogna intendere questa situazione come un bene assoluto per il sistema bancario statunitense e un male assoluto per quello europeo, anche il primo ha i suoi guai da risolvere e non è esente da pesanti correzioni; ciononostante ha dalla sua la Federal Reserve, il cui meccanismo d'azione è diverso da quello della BCE ad esempio.

La leva finanziaria che aveva caratterizzato il mercato degli eurodollari si sta invertendo e lo sta facendo rapidamente, e senza la capacità di costringere, come in passato, la FED ad abbassare fino a zero i tassi l'Europa non avrà altra scelta se non andare in default. La domanda successiva è: come? Il default può essere dichiarato apertamente, con la concreta possibilità che nessuno più si fidi di te, oppure si può scatenare una guerra contro la Russia o il Medio Oriente, tirarci dentro, obtorto collo, gli Stati Uniti affinché spendano talmente tanto da continuare a pompare liquidità nei mercati e scaricare gran parte degli oneri del default sui perdenti. In quest'ultimo caso il default sarebbe parziale, con successiva emissione di Consol di britannica memoria per compensare coloro che subiranno l'haircut sul debito sovrano. Ecco perché entrambe le parti nella guerra in Ucraina parlano di minaccia esistenziale quando sono chiamati a commentare le azioni dei rivali e parlano di un assetto mondiale che sta cambiando. Ecco perché non ci sarà de-escalation.

Ed ecco perché si insisterà sulla cosiddetta integrazione fiscale. Oltre alle obbligazioni SURE, ricordate che il PNRR prevede che la parte definita “a fondo perduto” (per lo stato) venga rimborsata tramite tassazione diretta della Commissione europea sull'Italia.

I disperati qui sono gli europei, i quali sono più esposti al mercato ombra statunitense rispetto ai player americani stessi dato che, dovendo navigare in mercati con rendimenti ridicoli, dovevano pur sempre generare come minimo un 8% netto sugli investimenti (es. fondi pensione) e l'unico modo per farlo era gozzovigliare con la leva finanziaria. Inoltre è questo lo stesso motivo per cui, nel 2021, Powell ha dovuto affrontare enormi difficoltà prima di poter essere rieletto come governatore della Federal Reserve. Francia, Germania, Olanda e soprattutto Inghilterra, insieme a tutti gli altri colonialisti europei, considerano e hanno sempre considerato gli USA come una colonia europea, di conseguenza non si sono mai fatti scrupoli a influenzare pesantemente le politiche oltreoceano. I mercati finanziari erano il guinzaglio e più precisamente il LIBOR; ora che è stato staccato si può parlare di vera indipendenza statunitense dalle vecchie colonie. Senza contare che suddetti colonialisti hanno sempre disprezzato tutte quelle altre nazioni che hanno resistito al loro ficcanasare, in particolare la Russia. Sono le élite europee quelle che influenzano la politica americana e lo fanno da 200 anni a questa parte; le cosiddette “influenze cinesi”, per quanto possano esserci, sono trascurabili se paragonate a quelle europee. Obama ad esempio è sempre stato un loro pupazzo, così come l'attuale presidente americano è un pupazzo di Obama.

La storia è testimone di molte volte in cui il rapporto di sudditanza di Stati Uniti nei confronti dell'Inghilterra s'è palesato: Woodrow Wilson che di colpo ricalca la politica estera inglese, il governatore Strong che para le spalle a Norman nel 1925 ricalcando la politica monetaria inglese aprendo le porte alla successiva Grande Depressione degli anni '30, ecc. La conseguenza inintezionale con questo assetto: il dollaro è stato reso critico per il funzionamento della finanza globale e adesso che il LIBOR viene smantellato l'unica fonte di garanzie collaterali credibili e liquide è rappresentato dall'offerta di titoli di stato statunitensi. I titoli europei, tra l'altro buttati fuori dal mercato pronti contro termine degli Stati Uniti già nel 2019, non li vuole nessuno e non sono considerati affatto liquidi; a tutti gli effetti sono i titoli di stato americani a essere la vera valuta al giorno d'oggi, la cinghia di trasmissione grazie alla quale si può accedere alle varie strutture che ancora permettono la leva, o accendere prestiti, oppure porre suddetti asset come garanzia per creare poi altri strumenti derivati (es. CDO). L'unica garanzia collaterale su cui l'Europa poteva contare era l'energia a basso costo proveniente dalla Russia, ma data la semplicità con cui vi ha rinunciato è sintomatico di quanto sia preoccupante la propria situazione finanziaria, soprattutto a livello di credibilità di un debito pubblico impagabile, invendibile e spogliato di ogni credibilità. È un caso, quindi, che sia proprio l'Europa a spingere per un futuro privo di idrocarburi? Un tentativo maldestro di mettere una toppa alla sua mancanza di energia a basso costo.

Il lavoro tassato, in realtà, è solo la seconda derivata, in termini matematici, rispetto alla prima derivata che è il costo dell'energia quando si parla di garanzie collaterali e oggi l'Europa ha perso la sua capacità di avere a disposizione la possibilità di esercitare influenza sul costo di questa classe di asset critica.

Il disaccoppiamento della Russia è proceduto a passi sempre più spediti sin dal 2015 e ha raggiunto picchi alti durante l'operazione di sabotaggio del Nord Stream da parte dell'intelligence inglese e polacca, coadiuvata dai neoconservatori americani che hanno una visione mackinderiana della geopolitica. Ricordatevi sempre un punto importante: i confini nazionali sono un'illusione, servono solamente a tenere “unito” il bestiame da tassare. Sono un recinto, mentre gli allevatori stipulano contratti (o per usare un linguaggio più formale “costituzioni”) per appaltarne l'uso e, durante periodi di conflitto come questo, scremarne un po' per inviare messaggi. Si tratta di fazioni che lottano tra di loro oppure trovano accordi tra di loro, ciclicamente. Il ciclo economico, in questo contesto, è solo un altro strumento attraverso il quale esercitare una leva sugli avversari. Questo , a sua volta, significa che un'elezioni di Trump potrebbe essere un modo per ritrovare uno spiraglio di ordine e prosperità anche per il resto del mondo? Non lo so, le possibilità sono buone che possa accadere ma non ho una risposta migliore di questa. Chiaramente staremmo parlando sempre di una fazione che persegue il controllo del bestiame sottostante, ciononostante sarebbe una situazione di gran lunga migliore rispetto a quella attuale con l'accoppiata Biden-Obama.

Come minimo è conscio, lui insieme al gruppo di cui è promotore, della minaccia rappresentata dai globalisti in Europa e all'ONU, di conseguenza non mi sorprenderebbe se, qualora eletto, appoggiasse figure come Orban o altri leader di nazioni desiderose di lasciare l'UE. Infatti negli Stati Uniti è stata avviata una contro-rivoluzione ed è iniziata con la FED nel 2022.

L'unico modo in cui l'UE può avere ancora possibilità di vittoria è il caso in cui gli Stati Uniti vengano impantanati in nuova guerra. Il progetto originale di questi narcisisti era quello di scalare gli USA e poi muovere tutti i soldi in Cina. Sono come delle locuste: infestano un campo e lo ripuliscono fino all'osso; nella realtà scaricano vagonate di soldi in un posto, s'insediano in posizioni chiave, divorano gli asset principali e poi si spostano in nuovo posto. Stesso copione visto in Africa, Medio Oriente. Perché ora, potreste chiedere? Perché non nel 2010 sulla scia della Grande crisi finanziaria? Perché lo spazio di manovra nel bilancio delle banche centrali è finito, la leva finanziaria è stata talmente tanto sfruttata d'aver saturato i bilanci di tutte le entità finanziarie. Da qui la necessità della FED di ridurla e contrarre il proprio bilancio, a differenza della BCE, che sfruttando una presunta superiorità dell'euro, avrebbe potuto approfittare di una situazione in cui una linea di politica coordinata tra le banche centrali avrebbe optato per un default parziale. Infatti è esattamente questo il potere unico degli Stati Uniti: aver onorato ogni singola cedola obbligazionaria negli ultimi 50 anni. Rompere questa fiducia avrebbe significato “Game over” per lo zio Sam.

Per quanto le riserve di liquidità estere abbiano disinvestito dal dollaro, i titoli di stato americani rappresentano ancora una classe di asset credibile e liquida in virtù di suddetto fatto storico. A Powell e alla fazione dietro di lui sta bene che il dollaro smetta di essere la valuta di riserva mondiale, dato che ha portato solo guai alla nazione. Ecco perché gli Stati Uniti stanno anche attivamente promuovendo Bitcoin: una potenziale valute di saldo internazionale non controllata da nessuno. Ciononostante l'euro non è in grado di ricoprire questo ruolo: non ha collaterale e ha praticamente devastato il proprio mercato obbligazionario con i tassi negativi. Nel frattempo la Cina rimane a guardare, cercando di gestire al meglio possibile la sua bolla immobiliare e resistere ai venti contrari che si sprigionano da Ovest. Infatti, come ricordato spesso, i BRICS non hanno niente a che fare con una nuova valuta di saldo internazionale, bensì hanno tutto a che fare con alleanze strategiche e zone d'influenza ridisegnate. La cinesizzazione del resto del mondo dipende tutto da un singolo e cruciale fattore: la capacità degli Stati Uniti di cosnervare la loro credibilità finanziaria e creditizia. Per quanto possa essere paradossale, anche la Russia spera che le cose vadano così perché non credo voglia essere per sempre la “pompa di benzina” della Cina, un rapporto di sudditanza forzato dalla circostanze.

È una race to the bottom e l'Europa spera di finire ultima, così quando tutto sarà distrutto essa possa ricostruire più veloce degli altri, attirando capitali finanziari e umani, in modo da poter dettare le regole.


CONCLUSIONE

La teoria Austriaca del ciclo economico è una bussola per orientarsi negli aspetti economici che riguardano la propria vita sociale e finanziaria; la teoria Austriaca del ciclo geopolitico è invece una bussola più grande posizionata sulla precedente. In sintesi, è questo il copione: collassare un sistema arrivato alla data di scadenza e conservare denaro e influenza sulle altre fazioni concorrenti. Non pensiate che i pianificatori centrali siano stupidi o facciano cose stupide. La domanda corretta da porsi è la seguente: hanno un piano? Per quanto vetusto è lo stesso di quello già visto durante la Seconda guerra mondiale: distruggere e ricostruire per ricreare nuovo spazio di manovra nei bilanci. Allora andò così: l'Europa spostò i proprio capitali negli USA, venne pompata l'industria bellica con la quale distruggere le città europee e falciare la popolazione mondiale, e infine venne pompata l'industria della ricostruzione attraverso il Piano Marshall da cui vennero gettate le basi dell'eurodollaro e della scalata agli Stati Uniti. Stesso copione era pronto per la Cina, solo che Xi, una volta ricevuti i capitali, ha alzato il dito medio: “Grazie per i soldi, adesso quella è la porta”. Ecco perché solo di recente Xi e la Cina sono diventati “il male” agli occhi della stampa generalista e, ad esempio, l'Italia è uscita dalla Belt & Road Initiative.



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giovedì 27 giugno 2024

La vicenda di Tornado Cash: gli stati odiano quei software che potenziano la privacy

 

 

di Andrea Togni

Il 14 maggio Alexey Pertsev, uno degli sviluppatori principali di Tornado Cash, è stato giudicato  colpevole di riciclaggio di denaro da un tribunale olandese e condannato a sessantaquattro mesi di prigione. Tornado Cash è un protocollo di tutela della privacy sviluppato per la blockchain di Ethereum: consente agli utenti di depositare fondi in una pool e ritirarli asu un indirizzo diverso, rendendo così impossibile per gli osservatori esterni monitorare l'attività finanziaria. È completamente no custodial, il che significa che gli utenti hanno il controllo del proprio denaro in ogni fase del processo. In altre parole, gli sviluppatori non dispongono di alcun mezzo tecnico per controllare il modo in cui gli individui interagiscono con gli smart contract di Tornado Cash.

A causa delle sue caratteristiche di tutela della privacy, Tornado Cash è stato sanzionato dall'Office of Foreign Assets Control nell'agosto 2022: citando preoccupazioni relative al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo, il governo degli Stati Uniti ne ha reso illegale l'utilizzo per i cittadini statunitensi. Subito dopo questo inserimento nella lista nera dell'OFAC, Pertsev è stato arrestato nei Paesi Bassi; Roman Storm e Roman Semenov, gli altri sviluppatori principali di Tornado Cash, sono stati arrestati dalle autorità statunitensi nell'agosto 2023 e accusati di riciclaggio di denaro e violazione delle sanzioni. La sentenza contro Pertsev crea un precedente che minaccia non solo la libertà degli sviluppatori di scrivere codice open source, ma anche la capacità degli utenti di effettuare transazioni senza essere tracciati da terze parti indesiderate, compresi i ficcanaso dello stato. La guerra alla privacy intrapresa dai regolatori occidentali è in pieno svolgimento.


Una sentenza davvero senza precedenti

Mentre una banca tradizionale è tecnicamente in grado di impedire ai clienti di spostare fondi se ritiene il trasferimento sospetto, ciò non può accadere con Tornado Cash: gli utenti possono interagire con gli smart contract come desiderano senza chiedere il permesso a nessuno, compreso Pertsev. Anche ora, con Pertsev, Storm e Semenov in prigione e nonostante le sanzioni dell'Office of Foreign Assets Control, gli smart contract su Tornado Cash sono disponibili sulla blockchain di Ethereum e possono essere utilizzati da tutti.

Nonostante ciò il giudice ritiene che Pertsev sia colpevole di riciclaggio di denaro perché Tornado Cash può essere sfruttato da altri per riciclare denaro; vale a dire, il semplice fatto che i criminali possano utilizzare il software sviluppato da Pertsev è sufficiente per fare di quest'ultimo un criminale. Se questo principio viene applicato in modo coerente, gli sviluppatori di browser che preservano la privacy, come Tor, o di app di messaggistica, come Signal, potrebbero essere messi in prigione perché nulla impedisce ai criminali di utilizzarli per comunicare.

La Corte incalza che è risaputo che gli strumenti finanziari che tutelano la privacy possono essere sfruttati da chi ricicla denaro, ma è anche risaputo che le automobili possono essere utilizzate da conducenti spericolati: la BMW dovrebbe, quindi, essere trattata come un'organizzazione criminale? Il CEO di Nokia dovrebbe essere messo in prigione perché potrei usare il mio telefono per colpire violentemente uno sconosciuto che cammina per strada?

Il giudice sostiene che Pertsev avrebbe dovuto scrivere un software più conforme alla legge. Tuttavia Tornado Cash consente agli utenti di dimostrare che i loro fondi provengono da attività legali; inoltre la sua interfaccia utente impedisce il deposito di fondi da indirizzi sanzionati noti. Tutto questo, però, non è stato sufficiente per il tribunale perché gli attori tecnicamente esperti possono aggirare l’interfaccia utente e interagire direttamente con lo smart contract. La sentenza riconosce la natura decentralizzata e inarrestabile di Tornado Cash e spiega che ciò peggiora la situazione di Pertsev: la resistenza alla censura garantisce la libertà sia ai cittadini rispettosi della legge che ai criminali, cosa che lo stato è determinato a non consentire.

Alla fine i regolatori vogliono che gli sviluppatori open source scrivano software che piaccia allo stato ed evitino di scrivere quel software che non gli piace. Dato che il codice informatico è una forma di comunicazione, i governi occidentali stanno conducendo un attacco a tutti gli effetti contro la libertà di espressione. L'Inquisizione perseguiva gli intellettuali per aver scritto libri non conformi alla dottrina della Chiesa cattolica romana: dopo tutto, i libri sono pericolosi perché le idee eretiche possono essere sfruttate per sconvolgere l'ordine sociale stabilito. I nazisti distrussero “l’arte degenerata” perché non era compatibile con la loro ideologia; dopo tutto, l’arte può plasmare la mente degli individui, il che è un privilegio che solo lo stato deve avere.

Al giorno d’oggi i regolatori occidentali mettono le persone in prigione perché scrivono software che non piace loro; dopo tutto, il software open source può essere utilizzato per aumentare la libertà e sfuggire alla sorveglianza finanziaria, il che è chiaramente inaccettabile per i governi occidentali ossessionati dal controllo sociale.

È interessante notare che la sentenza menziona le linee guida sul riciclaggio di denaro e sulle criptovalute della Financial Action Task Force, un’organizzazione intergovernativa che “stabilisce standard internazionali che mirano a prevenire attività illegali e il danno che causano alla società. In quanto organismo decisionale, lavoriamo per generare la volontà politica necessaria per realizzare riforme legislative e normative nazionali in questi settori”.

In altre parole, la FATF è un organismo di burocrati non eletti che esercita una grande influenza sui governi e sui tribunali di tutto il mondo emettendo “raccomandazioni” che i Paesi non possono fare a meno di attuare, a meno che non vogliano essere inclusi nella sua lista nera e quindi essere sanzionati dal sistema finanziario occidentale. Inutile dire che le “raccomandazioni” della FATF vanno sempre nella direzione della sorveglianza finanziaria: il suo approccio basato sul rischio si basa sulla premessa che la privacy e la libertà finanziaria sono un rischio per la stabilità del sistema finanziario, il che significa che ogni transazione è sospetta per impostazione predefinita e che gli individui debbano dimostrare la propria innocenza se le autorità lo richiedono.

Se tutto è un rischio, allora scrivere software open source, decentralizzato e che tuteli la privacy rappresenta un enorme rischio per la capacità delle autorità di regolamentazione di sorvegliare e controllare il sistema finanziario. Ciò spiega perché il significato del termine “riciclaggio di denaro” viene ampliato in modo che sviluppatori come Pertsev possano essere messi in prigione anche se non hanno fatto altro che scrivere software che altri possono utilizzare autonomamente.


La necessità di continuare a utilizzare software di tutela della privacy

La teoria della divisione dei poteri afferma che i rami esecutivo, legislativo e giudiziario devono essere mantenuti separati in modo da poter creare un sistema di controlli ed equilibri. Tuttavia la sentenza contro Pertsev dimostra che alla fine il sistema giudiziario tende a mettere in pratica qualunque assurdità venga presentata dagli altri due poteri. Non a caso il Bank Secrecy Act ha stabilito la maggior parte della legislazione antiriciclaggio nel 1970, un anno prima della chiusura della finestra dell’oro e dell’inizio dell’era contemporanea del denaro fiat.

In un sistema monetario fiat, il valore del denaro non è supportato da nient’altro che dalla fiducia delle persone nelle istituzioni politiche. Dato che gli stati sono sempre sul punto di violarla, l’unico modo per far durare un sistema monetario fiat è impedire agli individui di sfuggirgli. Senza la sorveglianza finanziaria, il castello di carte del sistema contemporaneo sarebbe già crollato, come spesso accadeva prima del 1971.

L'arresto di Pertsev non mira a contrastare la criminalità, ma a fare di lui un esempio. Il metodo adottato dalla corte olandese ricorda quello adottato dall'Inquisizione romana. Secondo il Directorium Inquisitorum del 1578 “la punizione non avviene primariamente e di per sé per la correzione e il bene del punito, ma per il bene pubblico, affinché gli altri si spaventino e si distolgano dai mali che commetterebbero”. Condannando Pertsev a più di cinque anni di prigione, lo stato vuole creare un effetto a cascata che allontani le persone dallo scrivere e dall'utilizzare software che preserva la privacy. D'altro canto le azioni degli stati dimostrano che hanno paura della privacy e che sanno che una popolazione attenta ad essa è uno dei maggiori ostacoli al loro potere. L'unica risposta possibile al loro comportamento tirannico è normalizzare la privacy continuando a utilizzare software che impedisca a terze parti indesiderate d'interferire con la vita privata di un individuo.

Alla fine la libertà non deve mai essere data per scontata: gli individui che agiscono devono lottare per essa. La lotta inizia con il sostegno agli sviluppatori open source che scrivono codice informatico che preserva la privacy e la protegge senza chiedere il permesso a nessuno.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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mercoledì 26 giugno 2024

Il ritorno dello stato-persona

 

 

di Jeffrey Tucker

Nella sua infinita ricerca di creare tassonomie di ogni cosa, Aristotele guardò ai tipi di sistemi politici. Il suo libro, Politica, costituisce uno studio affascinante ancora oggi. Eppure esiste un modello più pulito che rivela molto sul mondo in cui viviamo e la prima volta che l'ho incontrato è stato in Ascesa e declino dello stato di Martin van Creveld. Egli distingue tra stato personale e stato nazionale e tale distinzione è sia storica che teorica.

Perché è importante? Perché rivela una lotta di fondo nella nostra epoca: lo stato-nazione sta fallendo. La crescente pressione populista sta spingendo affinché venga convertito in uno stato-persona con un’ideologia di destra o di sinistra, ma un tale stato è al tempo stesso anacronistico e destinato a fallire in modo ben peggiore. Entrambe le forme di stato rappresentano una minaccia alla libertà, ma ciascuna presenta pericoli particolari.

Prendiamo innanzitutto in considerazione lo stato-persona. Pensate ai faraoni, ai Cesari, ai capi tribù, agli imperatori e ai re dell'antichità. In qualunque modo avessero ottenuto il controllo – graduale acquiescenza alle qualità di leadership, attaccamento religioso, o vera e propria conquista militare – lo stato-persona esalta il grande uomo come incarnazione dello spirito di un popolo. I successi delle persone sotto il suo controllo sono i successi del leader, mentre i fallimenti sono sempre dovuti a persone esterne. È una fonte di salvezza del mondo e talvolta di immortalità trascendente.

Nello stato-persona coloro che combattono nell'esercito sono alle dipendenze di un solo uomo; lo stesso vale per gli esattori delle tasse, i censori e le forze di sicurezza. Anche la classe clericale è sussunta sotto il capo dello stato. Non c'è limite al potere dello stato-persona, cioè al potere del singolo uomo.

E veniamo ora al test cruciale: cosa succede allo stato quando muore il grande uomo? Se lo stato muore con lui, allora è davvero uno stato-persona. Se viene passato per le armi, lo stato stesso crolla con lui; questo perché lo stato lavora direttamente per lui e in sua assenza diventa disancorato e privo di qualsiasi legittimità. Il risultato è instabilità politica, con fazioni che gareggiano per prenderne il posto, a meno che, ad esempio, non vi sia una tradizione di chiara successione: i poteri del re passano al figlio, e così via.

Gli stati-persona iniziarono a uscire dalla fase storica nel Medioevo, per essere gradualmente sostituiti nel contesto europeo da una nuova creazione chiamata stato-nazione. In parte il motivo era la convenienza: il potere non aveva più un singolo punto di fallimento. Con la costruzione dello stato-nazione, il libero scambio sostituì il mercantilismo; vantaggi e privilegi della classe dirigente si estesero dal centro alle classi inferiori; i capi amministrativi sostituirono i dittatori.

Lo stato-nazione ha una struttura completamente diversa. È ancora potente, ma non tutto il potere risiede in un solo uomo; ha una burocrazia con legittimità esistenziale separata dall’esecutivo. In base alla progettazione dovrebbe essere immortale: il re muore, ma la burocrazia sopravvive. I monarchi passano, ma l’esercito di burocrati continua a governare; il principe cade, ma la riscossione delle tasse continua. Il potere dello stato-nazione è disperso tra una classe dirigente che condivide i poteri pur impiegando un portavoce o un esecutivo, ma il potere non dipende dalla vita dell'esecutivo. È immortale.

Uno stato-nazione dipende da una codifica del potere al di fuori della volontà dell’esecutivo. Potrebbe essere una Costituzione, una tradizione radicata, o semplicemente un corpo di legge. Potrebbe essere un codice normativo. Qualunque cosa sia, lo scopo è quello di distaccare la capacità della burocrazia di gestire la società con o senza il capo attorno. Nel modello di stato-nazione ogni funzionario eletto o nominato potrebbe salire su una nave per la Cina e le tasse continuerebbero a essere riscosse, gli editti applicati, le pene detentive emesse e le guerre continuerebbero a essere combattute.

L’innovazione dello stato-nazione è stata la creazione di uno “stato profondo” che opera al di fuori del controllo dell’esecutivo. Non c'è nulla di scioccante in questo; è la sua progettazione, un metodo per limitare la centralizzazione del potere. Lo stato profondo non è nulla che sia necessario portare alla luce con una teoria della cospirazione; è proprio davanti a voi nelle strutture concrete che ospitano il settore pubblico e sono popolate da infiniti lavoratori che non sono né eletti né nominati da coloro che invece sono eletti.

Si noti che decentralizzare il potere all’interno dello stato non significa ridurlo. Gli stati-persona sono in qualche modo limitati, semplicemente perché nessun uomo può controllare tutte le cose. Il tentativo, nelle parole di Nikita Krusciov, significa provare a modellare un pentola di pasta. Le dittature sono spesso limitate dalla volontà dei sudditi: non resteranno per sempre ingabbiate sotto il controllo di un'unica volontà. Inoltre gli stati-nazione sviluppano burocrazie oppressive, esasperanti sistemi di cambiamento, reti di corruzione ed eserciti di sostenitori di coloro che sono lì solo per vivere del sistema senza assumersi alcuna responsabilità per i risultati.

La modernità ha conosciuto per lo più solo stati-nazione, ma con alcune eccezioni. Ogni leader sovietico cercò gradualmente di trasformare lo stato-nazione in un’estensione della propria volontà, ma nessun leader ci riuscì. L’apparato più profondo del regime reagì sempre. Lo stesso valse per Hitler sotto il nazismo: nemmeno lui, malgrado ogni tentativo, riuscì a controllare tutto sotto il suo controllo. Gli altri famosi teppisti di quel periodo fecero del loro meglio per creare stati-persona, ma alla fine non riuscirono mai a ricreare ciò che era passato da tempo.

Tenendo presente questo modello, come comprendiamo il momento attuale? Lo stato-nazione con la sua litania di meschine oppressioni è fortemente sotto pressione a causa delle proteste pubbliche in tutto il mondo. Provate ad aumentare la tassa sul gas e Parigi esplode; aumentate le tariffe della metropolitana in Cile e la gente scenderà in strada; minacciano l'estradizione a Hong Kong e la popolazione grida no; provate a tassare le telefonate in Libano e la folla impazzirà e chiederà che tutto venga fermato. Dietro tutte queste proteste si nascondono frustrazioni più profonde legate alla corruzione, al radicamento della classe dirigente, ai favoritismi e alla stagnazione economica.

Tutto questo è relativamente nuovo, sono segni del superamento di un paradigma, le tensioni di una vecchia ortodossia diventano qualcosa di nuovo. Il problema è che nessuno è d’accordo su cosa dovrebbe essere questo qualcosa di nuovo.

Ci sono tutte le opportunità affinché nasca l'aspirante capo di nuovi stati-persona: prometterebbero la fine della corruzione e l'emergere di un nuovo sistema sotto il loro totale controllo. Pensate a Commodo nel film Il Gladiatore quando si lamenta della corruzione del Senato, o a Bane in Batman che dice cose vere sui fallimenti del sistema attuale. I fallimenti incredibilmente evidenti dello stato-nazione stanno aprendo la strada a nuovi stati-persona sia da sinistra che da destra.

Questa è la direzione in cui ci sta portando la politica. Grandi leader, grandi visioni, piani imposti personalmente. Alla fine il nostro ruolo come elettori è quello di scegliere tra due forme di potere che depotenziano il resto di noi.

È la resurrezione dello stato-persona per sostituire lo stato-nazione fallito, ma sarà sicuramente seguito da uno stato-persona fallito che sarà sostituito da uno stato-nazione rinato, e così via.

Dobbiamo uscire da questo ciclo di abusi. Ci sono caratteristiche terribili in tutte le forme di stato e non dovremmo limitare i nostri desideri a una selezione di tipi di oppressione. La migliore idea di modernità non era né lo stato-persona né lo stato-nazione, ma l’idea della libertà, la convinzione che le società e le economie prosperano di più quando vengono lasciate in pace da burocrazie e dittatori. Ancora meglio, eliminare le strutture del potere; l'unica cosa immortale dovrebbe essere il diritto di ciascuno a vivere una vita dignitosa e libera.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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martedì 25 giugno 2024

Costo della vita fuori controllo e bias di conferma sull'inflazione (dei prezzi)

 

 

di David Stockman

L’economia statunitense ha bisogno di un sollievo maggiore di fronte al recente impatto inflazionistico rispetto al tasso di rallentamento stimato dalla FED nell’aumento del livello dei prezzi nell’anno a venire. Dopo tutto, ecco l’aumento del costo principale dei beni di consumo da gennaio 2017.

Variazione delle componenti fondamentali del costo della vita da gennaio 2017:

• Cibo: +32%

• Immobili: +34%

• Energia: +35%

• Servizi di trasporto: +36%

Nel caso dei risparmiatori, dei pensionati e dei lavoratori dipendenti i cui i salari non hanno tenuto il passo con l’indice dei prezzi al consumo, la punizione di cui sopra non è sufficiente? Non si tratta, in realtà, di un’espropriazione da parte dello stato del loro tenore di vita e della modesta ricchezza da loro accumulata?

In ogni caso, cosa diavolo c’è di così urgente nei tagli dei tassi quando l’economia è ancora in rapida crescita e l’inflazione cumulativa degli ultimi sette anni non è stata minimamente alleviata?

Aumento delle principali componenti del costo della vita nell’IPC da gennaio 2017

L’affermazione secondo cui i tagli dei tassi aumenteranno il tasso di crescita della produzione, dell’occupazione, degli investimenti e della spesa per Main Street non regge. Tassi d'interesse artificialmente bassi alimentano l’indebitamento per la speculazione e l’ingegneria finanziaria (ad esempio, riacquisti di azioni proprie) a Wall Street, non l’indebitamento per investimenti produttivi o anche per un maggiore “consumo” da parte del settore delle famiglie, che ora è sepolto nel debito dopo decenni di denaro facile.

Infatti l’unico modo in cui quest'ultimo induce le famiglie a spendere più del tasso di crescita dei loro redditi è se queste aumentano costantemente il loro rapporto debito/reddito. Ciò alimenta prestiti incrementali, che a loro volta possono integrare la spesa derivante dal reddito corrente.

E questo è esattamente quello che è successo nel mezzo secolo che ha preceduto la grande crisi finanziaria. Il rapporto debito/reddito delle famiglie era pari al 70% nel 1960, ma da allora in poi è schizzato alle stelle, soprattutto dopo che Greenspan ha aperto i rubinetti della FED dopo il 1987. Nel primo trimestre del 2009 il rapporto di leva delle famiglie era pari al 227% (area viola) ed è stato proprio questo massiccio aumento a incidere sulla spesa delle famiglie durante l'intervallo di tempo.

Dal primo trimestre del 2009 il settore delle famiglie ha registrato una lenta ma costante riduzione dell’indebitamento, con un rapporto ora sceso al 166% a partire dal quarto trimestre del 2023. Ciò significa che il magico elisir dello “stimolo monetario” non funziona più in questo settore.

Esplosione dell’indebitamento delle famiglie nel periodo 1960-2009 e deleveraging sin da allora

Per quanto riguarda la fandonia della crescita dal lato dell’offerta, non si può negare che la quantità di stimoli monetari sia stata fuori scala rispetto a tutta la storia precedente. Infatti il bilancio della FED, pari a $7.500 miliardi, è ancora più di 8 volte il livello pre-crisi del quarto trimestre del 2007.

Tuttavia, quando si tratta della crescita reale della produzione a valore aggiunto durante il periodo di sei anni dal primo trimestre del 2018 al quarto trimestre del 2023, il grafico seguente vi dice tutto ciò che dovete sapere. In altre parole, la produzione a valore aggiunto reale nel settore sanitario, dell’istruzione e dell'assistenza sociale è cresciuta a un tasso annuo del 2,71%, pari a 3 volte il tasso di crescita reale dello 0,90% del settore della produzione di beni non durevoli.

Tale settore non ha bisogno di soldi facili o di tassi d'interesse ultra bassi per crescere. La domanda nel settore della sanità, dell’istruzione e dell'assistenza sociale è finanziata in larga parte da trasferimenti fiscali governativi, compresi i sussidi impliciti nelle detrazioni e nelle preferenze per l’assistenza medica del codice IRS.

Infatti la linea rossa nel grafico qui sotto rappresenta il settore in più rapida crescita dell’economia statunitense durante suddetto periodo di sei anni, ma oserei dire che non è dipeso dai bassi tassi d'interesse bensì dai diritti legali e da disposizioni del codice fiscale di lunga data, i quali generano essenzialmente lo stesso livello di domanda e di produzione indipendentemente dal fatto che il tasso di riferimento statunitense sia all’1% o al 7%.

Allo stesso tempo è altamente improbabile che un ritorno a tassi bassi possa fare molto per i tassi di crescita moribondi dell’economia industriale, come qui rappresentato dal valore aggiunto reale nei settori dei beni non durevoli. Molto tempo fa gran parte della produzione statunitense di scarpe, camicie, lenzuola, articoli per la casa e simili veniva delocalizzata all’estero in luoghi a basso costo. E bloccare gli attuali livelli gonfiati dei costi interni più un altro 2-3% annuo in futuro non li riporterà indietro.

In sintesi, il modo in cui la FED giocherella con i tassi d'interesse è in gran parte irrilevante per il percorso dal lato dell’offerta dei due settori mostrati di seguito e di innumerevoli altri proprio come loro.

Valore aggiunto reale: il settore dell’istruzione, della sanità e dei servizi rispetto ai beni durevoli, dal 2018 al 2023

Infine è ridicolo affermare che la FED debba tagliare i tassi per stabilizzare i mercati finanziari e compensare la presunta volatilità intrinseca del libero mercato

Ma per favore!

Ognuna delle principali recessioni e crisi nei mercati finanziari degli ultimi sessant’anni è stata causata dallo stato e dalle macchinazioni della sua banca centrale. L’idea stessa che esista un terzo mandato implicito chiamato “stabilità finanziaria” (dopo il controllo dell’inflazione e la piena occupazione) è ridicola. Mi fa venire in mente il giovane che uccide entrambi i genitori e poi si affida alla clemenza della corte perché è orfano!

Tagliare drasticamente i tassi in qualsiasi momento quest’anno, o in futuro, equivarrebbe a un crimine finanziario. Dopo solo una breve permanenza di circa otto mesi a malapena in territorio positivo (area viola) dal luglio 2023, i tassi reali o aggiustati all’inflazione tornerebbero al di sotto dello zero, dove sono rimasti in modo distruttivo per gran parte degli ultimi decenni.

Naturalmente questo sviluppo sarebbe accolto con grande favore sia dagli speculatori di Wall Street che dai guerrafondai e dagli spendaccioni di Washington. Ed è proprio questo il motivo per cui non dovrebbe essere fatto.

Tasso di riferimento statunitense aggiustato all’inflazione, dal 2001 al 2024

Una volta che scoppia un’inflazione elevata in tempo di pace, gli economisti mainstream, sconcertati, abbracciano l’idea che la banca centrale debba promuovere una cura delicata e graduale “accomodando” una parte significativa del crescente livello dei prezzi per timore che una crescita troppo tirata del credito farebbe salire i tassi d'interesse reali e metterebbe in ginocchio l’economia.

L’effetto di questa sfortunata ipotesi è stata l’introduzione della gestione del tasso d'inflazione nel mandato, negli strumenti e nel vocabolario della FED. Anche se l’“obiettivo” ufficiale al 2% non si è concretizzato se non decenni dopo, è entrato in vigore de facto durante la presidenza Volcker e dei suoi successori. Alla fine l’idea che la FED non gestisse le riserve bancarie e il credito, ma fosse responsabile della performance dell’intero PIL, compreso il tasso di aumento del livello generale dei prezzi, è diventata profondamente radicata nell’istituzione.

A dire il vero Paul Volcker era estremamente cauto nel gestire l’inflazione e nel ridurre deliberatamente il tasso di aumento dei prezzi, ma in fondo era anche un buon uomo d’affari. Era disposto ad accogliere l’inflazione solo in misura limitata ed era pronto a rischiare una contrazione economica se ciò fosse stato necessario per spezzare la schiena alla speculazione finanziaria e alla spirale salari/prezzi/costi che si era instaurata durante gli anni ’70.

Infatti questo è ciò che è accaduto e la profonda recessione del 1981-1982 accelerò il ritmo della disinflazione. Dal picco annuo del 14,6% nel marzo 1980, l’aumento dell’IPC rallentò bruscamente fino ad appena il 2,36% nel luglio 1983.

A quel punto Volcker era riluttante a perorare la causa del concetto di stabilità dei prezzi, anche se era costretto a fare i conti con il cowboy texano (cioè James Baker) che aveva preso il comando del Tesoro durante il secondo mandato di Reagan. Questi ultimi imposero l’abominio degli Accordi del Plaza nel 1985, una manovra “coordinata” e/o imposta a livello globale per distruggere il dollaro forte, importando così nuovamente pressioni inflazionistiche nell’economia statunitense.

In ogni caso, il tasso di inflazione annuo toccò il minimo all’1,91% nel febbraio 1987 e quello stesso mese Howard Baker divenne capo dello staff della Casa Bianca. Da quel momento in poi i due Baker – James e Howard, entrambi amanti del denaro facile – gestirono di fatto una reggenza del Partito rpubblicano alla Casa Bianca. Così facendo non avrebbero permesso che l’indipendente Volcker ostacolasse il successo elettorale repubblicano.

Una volta fuori Paul Volcker, il suo successore, Alan Greenspan, si trovò presto ad affrontare il famigerato crollo del mercato azionario il 19 ottobre 1987. Successivamente l'ex-sostenitore del gold standard e discepolo di Ayn Rand aprì i rubinetti monetari della FED avviando così una nuova ondata di pressione inflazionistica durante gli ultimi anni degli anni ’80.

Come risulta evidente dal grafico qui sotto, la vittoria parziale di Volcker sull’inflazione ebbe un cortocircuito dopo la metà del 1983. Nel complesso il livello dei prezzi aumentò del 71%, o del 3,3% annuo, durante il successivo crollo del mercato azionario, quando il NASDAQ crollò del 33% durante 30 giorni di negoziazione nel marzo/aprile 2000.

Variazione IPC annua, dal marzo 1980 al marzo 2000

Questa capitolazione verso un’inflazione permanente e residua nella zona del 2-4% è stato un enorme errore storico. Ha aperto la strada agli “effetti ricchezza” greenspaniani e alle conseguenti aberrazioni economiche: un’economia malconcia che ha dato il via alla massiccia delocalizzazione dell’industria americana, oltre all’implacabile inflazione degli asset finanziari che ha inondato Wall Street con enormi quantità di ricchezza immeritata.

Il fattore scatenante di questo inaspettato crollo è stato l’errore fondamentale di Greenspan: ha inventato l’argomentazione spuria secondo cui un’inflazione al 2-3% era sufficiente, quando l’esigenza effettiva era quella di eliminare la struttura inflazionistica dei costi che era già radicata nell’economia statunitense a causa della follia inflazionistica degli anni ’70.

L'eredità di Greenspan non è stato altro che un gigantesco disastro inflazionistico: pianificazione monetaria centrale e obiettivi pro-inflazione da parte della banca centrale. Basti ricordare perché un’enorme quota delle merci americane proviene ora dalla Cina e da altre parti della catena di fornitura globale a basso salario. In altre parole, la FED ha semplicemente inflazionato i costi unitari dei lavoratori americani, i quali sono diventati sempre meno competitivi sui mercati globali.

Crescita del costo unitario del lavoro negli Stati Uniti, dal 1970 al 2024


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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lunedì 24 giugno 2024

Guida in stato di ebbrezza e scienza fasulla

Da quattro anni a questa parte lo scientismo è diventata la regola aurea dell'azione governativa, nonché della propaganda sui media generalisti. Confondendo opportunamente metodo scientifico e industria scientifica, il primo un'onesta indagine delle tesi tramite prove mentre la seconda un mantice sempre gonfio per fabbricare prove e mandare avanti a tutti i costi una tesi, è possibile sventolare il feticcio della prova scientifica per disinnescare il dissenso e allineare le masse. Ha funzionato alla grande con i test PCR, nonostante fosse stato provato che non servissero a niente per identificare infetti e non. Lo stesso discorso si applica al discorso guida in stato di ebbrezza, come vedremo oggi, perché più un qualcosa fa comodo alla narrativa dominante, più verrà utilizzato per raggiungere determinati risultati e obiettivi. E in Italia siamo all'avanguardia per quanto riguarda quest'ultimo aspetto, visto che di recente è uscita una sentenza che farà giurisprudenza da adesso in poi. È subdola se ci riflettete bene: non parla di infrazioni chiare al codice della strada, ma di giudizio degli agenti. Di conseguenza un automobilista può guidare in modo impeccabile, ma risultare lo stesso in stato alterazione secondo il parametro arbitrario di un tutore della legge. Chi sta pensando all'apertura di un vaso di Pandora degli abusi, non ha bisogno di ulteriori commenti per capire la china scivolosa verso cui si è diretti.

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di Jeffrey Tucker

Quasi tutti quelli che conosco hanno una storia da raccontare su sé stessi, un amico, o l'amico di un amico riguardo l'abusività della polizia nell'applicare le leggi sulla guida in stato di ebbrezza. Ho conosciuto persone che erano abbastanza sicure di non aver superato il limite legale, ma all'improvviso si sono ritrovate ammanettate nel retro dell'auto della polizia.

Conosco un ragazzo che è stato arrestato mentre usciva dal suo vialetto, essendo tornato a casa perfettamente al sicuro. Ho visto vite rovinate e distrutte da un sistema che presume che tutti siano colpevoli e poi lo dimostra con macchine scientifiche che affermano di essere precise fino a tre cifre decimali. Il livello di paranoia su questo argomento della vita è palpabile.

Quindi è davvero strabiliante – o forse una volta sentito questo ti sembrerà incredibilmente ovvio – che il New York Times abbia pubblicato un'enorme indagine che dimostra che la scienza dietro l'etilometro è fasulla. Decine di migliaia di arresti erano sbagliati. L'azienda che produce le macchine per le stazioni di polizia non condividerà la sua tecnologia, né sottoporrà la sua tecnologia a una seria revisione scientifica. Le vite vengono rovinate anche se si accumulano prove che un gran numero di arresti per “guida in stato di ebbrezza” sono del tutto fasulli.

Un milione di americani ogni anno vengono arrestati per guida in stato di ebbrezza e la maggior parte dei fermi iniziano allo stesso modo: luci blu lampeggianti nello specchietto retrovisore, poi una serie di test che potrebbero includere stare su un piede o recitare l’alfabeto.

Ciò che conta di più, però, accade dopo. Sul ciglio della strada o alla stazione di polizia, gli automobilisti entrano in un laboratorio scientifico in miniatura che stima la concentrazione di alcol nel sangue. Se il livello è 0,08 o superiore, sono quasi certi di essere condannati per un crimine.

Ma questi test – un fondamento del sistema di giustizia penale – sono spesso inaffidabili, ha scoperto un’indagine del New York Times. I dispositivi, presenti praticamente in ogni stazione di polizia d'America, generano risultati distorti con una frequenza allarmante, anche se sono commercializzati con precisione fino alla terza cifra decimale.

I giudici del Massachusetts e del New Jersey hanno rifiutato più di 30.000 test dell’alito solo negli ultimi 12 mesi, in gran parte a causa di errori umani e di una scarsa supervisione governativa. In tutto il Paese migliaia di altri test sono stati invalidati negli ultimi anni. Le macchine sono strumenti scientifici sensibili e in molti casi non sono state calibrate adeguatamente, producendo risultati che a volte erano superiori del 40%.

Il pezzo aggiunge altre storie dell’orrore sull’uso della scienza fasulla al servizio del meccanismo di costrizione e coercizione che ha incastrato milioni di americani e irrita tutti i non astemi sulla strada oggi.

Si scopre che queste macchine costose, sia quelle portate dai poliziotti che quelle più grandi nelle questure, sono fornite solo da poche aziende al mondo e non sono disposte ad aprirsi a una seria revisione tra pari. Sono mal mantenute e tuttavia i loro numeri vengono sventolati quotidianamente in tribunale. La polizia ha tutto l'incentivo a permettere loro di sbagliare fintanto che i risultati finiscono con una condanna.

Le poche volte in cui gli stati hanno imposto test sugli alcol test hanno prodotto risultati scioccanti. Qualcosa chiamato Intoxilyzer 8000 è stato testato nel Vermont nel 2005 e ha prodotto risultati imprecisi in “quasi tutti i test”. A quanto pare l’unico modo scientifico per determinare il contenuto di alcol nel sangue è mediante esami del sangue. Ci sono troppe variabili per rendere affidabile il solo respiro, eppure i test sulla respirazione sono l'intera base per l'applicazione della normativa sulla guida in stato di ebbrezza.

I soli problemi di arrotondamento e i numeri gonfiati sollevano dubbi su 45.000 condanne in Massachusetts e New Jersey. Il problema è che una volta che la scienza fasulla entra a far parte degli atti del tribunale, l'imputato non ha altra scelta se non quella di dichiararsi colpevole e affrontare una pena detentiva, multe e una fedina penale rovinata, anche se la persona sa per certo che non era ubriaca. Quando c'è uno stato armato di scienza fasulla contro un singolo automobilista che ha bevuto un paio di birre, tutti sanno chi vince.

Questo è un classico caso dei pericoli dello scientismo al servizio della giustizia statale. Indossare il camice da laboratorio, vendere allo stato una macchina stravagante, molestare le persone con intimidazioni senza fine e il risultato è una vasta gamma di ingiustizie basate sulla cattiva scienza. I cittadini stessi non hanno alcuna possibilità di ricorso. Ciò avviene da decenni negli Stati Uniti, eppure lo scopriamo solo ora.

C'è sempre stato un potenziale di ingiustizia al centro della norma contro la guida in stato di ebbrezza, poiché la sua applicazione non si sarebbe sempre basata sulla prova di guida spericolata ma piuttosto sul contenuto del sangue. Era questo che veniva criminalizzato. Infatti ci sono molte ragioni per cui si potrebbe guidare in modo pericoloso: mandare SMS, esaurimento fisico, privazione del sonno, brutta giornata al lavoro, litigio con un coniuge, e così via. Né è vero che tutte queste comportino necessariamente un pericolo per gli altri. L’unico approccio veramente sensato, quindi, è che la polizia faccia rispettare le regole del traffico, emettendo multe e arrestando in base a ciò che fa effettivamente l’automobilista.

Il regime contro la guida in stato di ebbrezza non si basa su questo punto, mentre invece viene criminalizzato qualcosa che richiede un sofisticato test scientifico per essere scoperto. Anche se guidassi perfettamente, rispettando tutte le regole e non mettendo assolutamente in pericolo nessuno, verrei sottoposto a brutalità da parte della polizia solo dopo aver scoperto una sostanza chimica nel mio sangue, che, a quanto pare, non può essere determinata in modo affidabile sulla base di qualsiasi tecnologia esistente.

Pensateci. Il mondo intero è inorridito dall'affermazione di Elizabeth Holmes e Theranos secondo cui le malattie potrebbe essere scoperte tramite una piccola puntura sul dito. Il fatto che questa azienda abbia raccolto miliardi in base a pretese non verificate è stato oggetto di vasta indignazione e indagini penali. Eppure abbiamo quella che sembra essere la stessa identica situazione con l'individuazione della guida in stato di ebbrezza ed è andata avanti per decenni senza che l'incredulità mettesse alcun freno alla macchina degli arresti e delle incarcerazioni.

Perché? Theranos è stata sottoposta a un test di mercato. Etilometro, Alcotest e così via esistono all'interno dell'apparato statale e sono quindi protetti da un serio esame. Ci sono voluti il ​​New York Times e i suoi intrepidi reporter per far saltare la copertura, ciononostante ci vorranno anni prima che qualcuno possa mettere un freno alla macchina di distruzione personale attualmente in funzione.

La combinazione tra potere statale e pseudoscienza è pericolosa. Criminalizzare qualcosa che dipende dall’accuratezza scientifica di qualche test segreto piuttosto che da un comportamento osservabile è di per sé pieno di pericoli. Non ci si può fidare che lo stato controlli l’applicazione della scienza; sarà sempre incentivato a esagerare per guadagnare più soldi e più condanne.

È il momento di ripensare seriamente all’intero meccanismo di controllo della guida in stato di ebbrezza.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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