Bibliografia

mercoledì 20 marzo 2024

L’Europa va nel panico mentre Trump risorge dalla tomba politica

 

 

di Tom Luongo

Nelle ultime due settimane sono accadute cose sfiziose: tutto è iniziato con la sentenza per 9-0 da parte della Corte Suprema degli Stati Uniti contro l'utilizzo del 14° emendamento per punire gli oppositori politici. Poi la Malvagia Strega di Kiev, Victoria Nuland, è stata costretta a lasciare il Dipartimento di Stato dopo decenni trascorsi a torturare il mondo con la sua psicopatia.

Poi Donald Trump ha praticamente rimandato a casa Nikki Haley.

Infine il presidente francese Emmanuel Macron, da illusionista quale è, ha fatto capire al mondo che la NATO sarebbe pronta e disposta a inviare truppe in Ucraina. Le truppe di chi? Non quelle francesi, che a questo punto sono buone solo per “fare un safari nell'Africa settentrionale”, secondo il colonnello Doug MacGregor.

Non le navi britanniche, che sembrano non riuscire nemmeno a lasciare i loro porti. Ho come l'impressione che ci sia una sorta di filo conduttore tra i fallimenti della compagnia aerea Boeing e quelli della marina britannica... ma forse potrei apparire fin troppo complottista.

*bong*

No, la risposta è sempre stata che dovevano essere le truppe statunitensi in Europa a combattere la guerra europea che tutti volevano – il Regno Unito, la cricca di Davos e i loro burocrati nell’UE, e i neoconservatori statunitensi – per dissanguare la Russia.

Ovviamente le cose non sono andate secondo i piani ed è l’Ucraina a trovarsi in gravi difficoltà. A dire il vero le scorte dell’Ucraina sono state molto scarse da quando è iniziata la guerra, due anni fa, e in fin dei conti è sempre stata in gravi difficoltà.

E questo ha portato alla situazione che vediamo ora: il sostegno degli Stati Uniti al Progetto Ucraina sta per finire, se non è già finito; il panico in Europa è palpabile.

Tutto ciò era prevedibile se si accettava il quadro secondo cui c’era una divisione al vertice della gerarchia statunitense: una fazione si è impegnata nella visione del futuro disegnata dalla cricca di Davos (la quale implicava Stati Uniti compiacenti, persino sconfitti) e un’altra che ha alzato le barricate e ha detto: “Non penso proprio”.

La proverbiale scritta sul muro era evidente circa otto mesi fa, quando il vertice della NATO a Vilnius si è concluso con le lamentele dell’allora ministro della Difesa britannico, Ben Wallace, il quale avrebbe dovuto sostituire Jens Stoltenberg come segretario generale della NATO e invece è stato scartato nientemeno che da Joe Biden.

Dopodiché non si è più parlato per davvero dell’adesione dell’Ucraina alla NATO. Zelensky è tornato a Kiev a mani vuote dopo che neanche Biden gli ha dato nulla. Poi, a ottobre, il presidente della Camera degli Stati Uniti, Kevin McCarthy, è stato estromesso da un colpo di stato da parte di Matt Gaetz e di una manciata di sostenitori repubblicani della rettitudine fiscale.

Hanno immediatamente convinto il nuovo presidente, Mike Johnson, a contingentare tutti gli ulteriori finanziamenti per gli aiuti esteri e a dirottare i dollari per la sicurezza dei confini nazionali.

E da allora Biden è stato costretto a cercare sotto i divani del Pentagono qualche milione di riserva da inviare in Ucraina. Ne ha trovati 300 l'altro giorno. Per quanto brutte siano le cose, il fatto che la cifra finisca “-oni” anziché con “-ardi” può essere considerata una vittoria.

Il Senato ha cercato di ricattare Johnson con il suo ridicolo disegno di legge che prevedeva aiuti per $95 miliardi e Johnson ha semplicemente “spinto” Chuck Schumer a chiedere una pausa di due settimane. Ora il meglio in cui possono sperare è una cifra più piccola con un contingente di prestiti non destinati agli “aiuti umanitari” – un eufemismo per foderare le tasche.

E nonostante le sue mosse nei confronti dei guerrafondai al Senato, Johnson sta ancora utilizzando gli aiuti all’Ucraina come mezzo per promuovere le riforme dei finanziamenti interni. Ogni giorno in cui si discute su queste cose è un altro giorno che fa scadere il tempo del Progetto Ucraina mentre le forze russe conquistano quotidianamente città e villaggi nel Donbass occidentale.

Ancora una volta, non si tratta di una soluzione ideale, nemmeno con uno sforzo d'immaginazione, ma comunque di una vittoria di Pirro.

Questa è la situazione dopo la scorsa settimana ed è molto migliore rispetto all'inizio dell'anno, poiché questi soldi erano già attesi sei mesi fa.

Ha messo l’Europa nella posizione di rimuovere completamente la maschera: mentre gli Stati Uniti continuano lentamente ad allontanarsi dall’Ucraina, le richieste dell’UE affinché l’America mantenga la rotta si fanno sempre più forti e stridenti.

Ricordate che nel 2022-2023, quando sembrava che gli Stati Uniti fossero determinati ad andare avanti in Ucraina, i leader europei come Macron e altri erano più cauti. Facevano finta di preoccuparsi dei pericoli insiti in un'escalation in Ucraina. Parevano quelli moderati nella stanza della guerra, mentre continuavano a inviare miliardi in aiuti e armi, costringendo tutti a conformarsi.

Il vero evento che ha fatto cadere la maschera dell’Europa in questa guerra è stata la minaccia all’ungherese Viktor Orban di completa devastazione economica se non avesse permesso che il loro pacchetto di aiuti da $50 miliardi passasse al Consiglio Europeo.

Ora che tutti i piani militari della Nuland sono falliti, l’esercito ucraino è stato distrutto per la terza volta e tutti i loro tentativi d'indebolire gli Stati Uniti, giuridicamente ed economicamente (Powell deve invertire la rotta!), sono falliti, l’Europa si ritrova nel panico.

Come suggeriscono sondaggi su sondaggi Trump tornerà alla Casa Bianca a gennaio e ha in programma di porre fine rapidamente agli omicidi e agli altri imbrogli in Ucraina. Orban sta agendo come la voce della ragione di Trump sia nei confronti dell’Europa orientale che della stessa Russia:

Orban, che ha parlato con Trump venerdì nella tenuta di Mar-a-Lago in Florida, non ha spiegato come avrebbe dovuto farlo, ma ha detto che il taglio del flusso di aiuti statunitensi è una parte cruciale del piano.

“Se gli Stati Uniti non forniranno i soldi, gli europei da soli non saranno in grado di finanziare questa guerra, e allora finirà”, ha  detto Orban domenica in un'intervista all'emittente M1.

Durante la sua presidenza Trump si era dimostrato “un uomo di pace”,  ha affermato il leader ungherese. Ha aggiunto poi che questa posizione lo colloca in linea con l’Ungheria, a differenza dell’amministrazione dell'attuale presidente americano, Joe Biden, e di molti membri dell’UE.

“Il governo democratico in carica negli USA e la leadership dell’UE, così come la leadership dei più grandi stati membri dell’UE, sono governi favorevoli alla guerra. Donald Trump è a favore della pace, l’Ungheria è a favore della pace. Alla base di tutto c’è questa differenza”,  ha dichiarato Orban.

Trump è molte cose, ma non è un idiota quando si tratta di soldi. Tagliate il flusso di fondi e metterete fine alla guerra. Il jolly è il sequestro degli asset monetari della Russia all'estero, la cosa più stupida che tutte queste persone potrebbero fare. Per questo non stanno zitti su questo tema.

Da parte sua, Putin ha chiuso con l’attuale regime nell’UE, così come ha chiuso con la giunta Biden negli Stati Uniti. Ha provato a ragionare con loro e tutto ciò che sentiamo è il vetriolo più esagerato dei soliti sospetti, come Macron.

Putin capisce che l’unica diplomazia potrà essere quella con la pistola puntata, oppure nessuna diplomazia. E se l’Ucraina intende intensificare l’azione per conto dell’Europa e attaccare le infrastrutture critiche all’interno della Russia, si toglierà definitivamente i guanti piuttosto che limitarsi a bombardare a tappeto la linea di contatto.

Vi ho detto l’anno scorso che, qualunque cosa pensi l’Occidente, non ci sarà “Nessuna tregua nell'Heartland”. E il modo in cui la Russia poteva battere l’Occidente in Ucraina era continuare a fargli credere di avere una possibilità di vincere, lasciando solo la speranza sufficiente affinché l’Occidente continuasse a incanalare miliardi in un mattatoio.

Ma, a prescindere da tutto ciò, non ci sarà alcuna tregua nell’Heartland. La Russia non si tirerà indietro. La Cina la sosterrà fino alla fine, così come l’OPEC+ e il resto dell’Asia centrale. Non intensificheranno le ostilità di un centimetro oltre il necessario. Permettere all’Occidente di continuare a pensare di poter vincere è la strategia definitiva per sconfiggere un avversario superiore.

E anche se l’Ucraina finisse per essere un tritacarne decennale senza un chiaro vincitore, servirà ogni giorno come avvertimento al resto dell’Asia che non si può tornare indietro e che il loro futuro è migliore con i vicini piuttosto che accettare tangenti per restare viceré sul libro paga dell’Occidente.

Demoni senz'anima come David Cameron e Lindsey Graham pensano che questo sia denaro ben speso, uccidendo russi senza che vengano sacrificate vite europee o americane.

Immagino che neanche gli slavi siano persone.

E odio essere portatore di cattive notizie, ma è esattamente quello che è successo: la Russia ha scaraventato l'Europa nel calderone, che ora assomiglia sempre più a un buco nero politico ed economico. E siamo ben oltre l'orizzonte degli eventi.

Ciò che ha fatto non ha lasciato al mondo alcun dubbio su quale sia il vero programma dietro questa guerra: ha ben poco a che fare con la stessa Russia.

La vera agenda è preservare il modello di business colonialista della vecchia Europa e della Gran Bretagna nel quale gli Stati Uniti sono stati indotti a credere che fossero partner alla pari. Chiaramente non siamo nelle loro teste.

Se ho capito qualcosa negli ultimi anni occupandomi di geopolitica è che ogni volta che pensate di comprendere gli imperativi dietro gli eventi attuali, un altro strato viene rimosso per rivelare una verità ancora più profonda.

E oggi la verità più profonda è che questa è la guerra dell’Europa contro la Russia perché con una vittoria russa in Ucraina essa finirebbe alla mercé di tutti i principali produttori di energia del mondo: Stati Uniti, Russia, Medio Oriente. Non si tratta dell’aggressione della Russia o del ridisegno dei confini attraverso mezzi militari.

Con il loro vero volto rivelato e i loro collaborazionisti nel Campidoglio degli Stati Uniti smascherati, guarderemo questa tragedia protrarsi per un altro anno o due nella speranza che gli Stati Uniti si suicidino; qualunque sia la ragione che li motiva, persone come Mitch McConnell, Graham e John Cornyn venderanno volentieri ciò che resta del Paese per salvare la propria patetica pelle.

Il fatto che lo facciano per un gruppo di eurocrati altrettanto patetici è la parte più tragica di tutta questa vicenda.

Ma è così che alla fine deve avvenire il cambiamento, spingendo i veri motivatori sul davanti del palco, puntando su di loro l'occhio di bue e guardandoli dimenarsi prima di scatenare contro di loro un altro lancio di uova marce.

E quale migliore umiliazione per loro se non quella di un Donald Trump che distribuisce suddette uova?


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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