Bibliografia

mercoledì 7 febbraio 2024

Bastiat contro la MMT



di Jonathan Newman

I sostenitori della Modern Money Theory (MMT) sono tornati in azione dopo un periodo di silenzio durante l’imbarazzante (per loro) inflazione dei prezzi record nel 2021-2023. Sono qui per dirci che la montagna di spesa pubblica e di debito non è nulla di cui preoccuparsi; l'inchiostro rosso dello stato è l'inchiostro nero del settore privato. La crescita del settore privato deriva dai deficit del settore pubblico e dal momento che il governo degli Stati Uniti ha una gigantesca stampante monetaria, non c’è motivo di temere un default o una crisi del debito.

Frédéric Bastiat, il grande economista francese proto-Austriaco, ci ha fornito un approccio metodologico eccellente per valutare questa affermazione in virtù delle conseguenze della spesa pubblica.

Nel mondo dell'economia un atto, un'abitudine, un'istituzione, una legge, genera non solo un effetto, ma una serie di effetti. Di questi effetti solo il primo è immediato; si manifesta simultaneamente con la sua causa: ciò che si vede. Gli altri si dipanano in successione e rappresentano ciò che non viene visto: è bene se riescono ad essere previsti. Tra un buon e un cattivo economista è tutta qui la differenza: uno tiene conto di ciò che si vede, l'altro tiene conto sia degli effetti che si vedono, sia di quelli che bisogna prevedere.

In ottica Bastiat i sostenitori della MMT sono i “cattivi economisti” per eccellenza. Riducono tutto a ciò che è semplicemente visibile dal punto di vista contabile. Prendiamo in considerazione l’analisi di Stephanie Kelton sui deficit pubblici:

Conclude poi che il discorso economico e politico moderni hanno un grosso “problema linguistico”, perché molti si riferiscono ai pagamenti degli interessi da parte del Ministero del Tesoro come un “onere”, ma non applicano la stessa terminologia alle riserve parcheggiate presso la Federal Reserve (che paga interessi su quelle stesse riserve), nonostante entrambe siano conseguenze economicamente equivalenti della spesa pubblica in deficit. L’unica differenza è se il Ministero del Tesoro vende obbligazioni per coprire la differenza di spesa e tassazione. La Kelton afferma: “Senza la vendita di obbligazioni, i $10 rimarrebbero nei conti di riserva presso la FED, dove guadagnerebbero qualunque cosa quest'ultima scelga di pagare sui saldi di riserva overnight”.

Naturalmente una risposta immediata è che ci sono molti economisti, soprattutto Austriaci, che considerano gravose le azioni della FED. Non esiste alcun “problema linguistico” per coloro che seguono il consiglio di Bastiat e tracciano le azioni dello stato (inclusa quella della FED) fino alle loro conseguenze ultime.

I lettori più attenti noteranno anche che i sostenitori della MMT invertono causa/effetto quando si tratta di tassazione e spesa. Nell'esempio della Kelton il primo evento è che lo stato spende $100 e ciò che segue sono scelte indipendenti da parte sua: se raccogliere parte di quei dollari spesi in tasse, convertirli in titoli di stato, o lasciarli nell’economia non tassati e non convertiti, seduti sul lato delle passività nel bilancio della FED.

La MMT ritiene che queste decisioni successive dovrebbero essere guidate da obiettivi politici, come la piena occupazione e un tasso “ottimale” d'inflazione dei prezzi. L’idea è che lo stato possa spendere quanto vuole e poi frenare l'inflazione dei prezzi neutralizzando la domanda attraverso le tasse o manipolando i tassi d'interesse.

Ammettiamo, per amor di discussione, causa/effetto della MMT. Ciò negherebbe l'analisi di Bastiat? Cosa direbbe Bastiat se potesse rispondere a ogni passo dell'esempio della Kelton?


“Lo stato spende $100”

Rinforziamo la “logica” della MMT supponendo che i $100 siano spesi in modo efficiente (per favore trattenete le risate) su un importante progetto di lavori pubblici (ho detto di non ridere!). Cosa direbbe Bastiat?

Bastiat evidenzierebbe il fatto che la manodopera e le risorse utilizzate nel progetto avrebbero potuto e sarebbero state utilizzate per impieghi più redditizi e produttivi nell’economia privata. Ritenere il progetto pubblico come economicamente stimolante “non è altro che una rovinosa mistificazione, un’impossibilità, che mostra un po’ di lavoro che si vede, e nasconde una grande quantità di lavoro soppressa che non si vede”.


“Lo stato tassa per $90”

Bastiat giustamente non vedeva alcuna differenza economica tra tasse e furto. Per lui il presunto beneficio derivante dal fatto che le entrate fiscali vengano spese è una questione di lana caprina. In questo modo la sua analisi della tassazione è piuttosto devastante per la MMT, che è in qualche modo ambivalente riguardo a ciò per cui lo stato spende i soldi. La MMT è come il keynesismo, in quanto ciò che conta davvero è che lo stato spenda.

Bastiat distrugge l’idea secondo cui lo stato può stimolare l’occupazione attraverso la tassazione e la spesa.

Non ha senso dire che il funzionario governativo spenderà questi cento figli con grande vantaggio per il lavoro nazionale; il ladro farebbe lo stesso e lo farebbe anche James B., se non fosse stato fermato per strada dal parassita extra-legale, né dal legittimo scroccone.

Detto in altro modo, se la spesa pubblica crea occupazione, allora si può dire che l'uso del denaro rubato da parte di un semplice ladro faccia lo stesso.

I sostenitori della MMT potrebbero rispondere che Bastiat confonde le azioni di spesa e di tassazione. È vero che Bastiat scrisse partendo dal presupposto che lo scopo della tassazione è quello di finanziare la spesa pubblica, non di assorbire il caos dell’inflazione come prescrive la MMT. Il punto di vista di Bastiat sull’inflazione verrà spiegato più avanti, ma non ci sono dubbi riguardo alla sua posizione riguardo le tasse, anche prescindendo dalla sua visione secondo cui esse finanziano la spesa pubblica:

Potete girarla come volete, ma se sarete imparziali, vedrete che dal saccheggio legale o illegale non può derivare alcun bene [...]. Ecco la morale: prendere con la violenza non è produrre, ma distruggere. In verità se prendere con la violenza significasse produrre, questo nostro Paese sarebbe un po’ più ricco di quello che è.

Dato che abbiamo accettato l’euristica della spesa secondo la MMT, potrebbe essere illuminante fare un confronto tra “lo stato come ladro”, considerandolo come un comune contraffattore. Lascerò le conclusioni di questo esperimento mentale al lettore: l'esempio della Kelton funziona allo stesso modo se “stato” viene sostituito con un criminale che spende denaro contraffatti e ruba alle persone? Ha importanza se la stampa di denaro avviene prima o dopo il furto? Se il contraffattore-ladro ottiene un prestito, ciò altera l’analisi? L’economia sta meglio o peggio a causa dei crimini?


“Il Ministero del Tesoro vende titoli di stato da $10”

Bastiat non ci fornisce una dichiarazione chiara sul debito pubblico in “Ciò che si vede e ciò che non si vede”, ma trattò il tema del credito garantito dallo stato con l’esempio di un agricoltore che riceve un prestito che sarebbe andato a un altro mutuatario.

È vero, ho ridotto l'operazione all'espressione più semplice, ma se sottoponete alla stessa prova i più complicati istituti di credito statali, vi convincerete che non possono avere che un solo risultato; vale a dire, spostare il credito, non aumentarlo.

La stessa intuizione può essere applicata ai titoli di stato. Quando lo stato vende un’obbligazione, non aumenta magicamente la quantità di risparmio nell’economia; i risparmi invece devono essere deviati da altri usi. La MMT rifiuta categoricamente questo concetto incontrovertibile nell'ABC dell'economia. Secondo la Kelton lo stato aumenta magicamente la quantità di risparmio nell’economia; Bob Murphy si è occupato altrove di questo pensiero magico. Per quanto riguarda la definizione di risparmio privato, sono i sostenitori della MMT ad avere un problema linguistico, non i loro critici.


“Senza la vendita di obbligazioni, i $10 rimarrebbero nei conti di riserva della FED”

Cosa succederebbe se lo stato spendesse nuovo denaro ma non lo tassasse o non lo scambiasse con un’obbligazione? Questo scenario è la definizione di “inflazione semplice” di Ludwig von Mises e Murray N. Rothbard. In un’inflazione semplice il denaro entra nell’economia attraverso la spesa diretta e non attraverso l’espansione del credito, pertanto gli economisti Austriaci (e proto-Austriaci come Bastiat) sono immuni dall’accusa della Kelton secondo cui i deficit pubblici sono visti come una cosa negativa solo una volta che il Ministero del Tesoro vende il suo debito alla popolazione. I buoni economisti, secondo Bastiat, possono prevedere le conseguenze non viste, indipendentemente dal tipo di travestimenti o giochi di prestigio utilizzati dallo stato o dai sostenitori della MMT.

Uno dei saggi meno conosciuti di Bastiat, Maudit Argent, respinge l'idea secondo cui l'inflazione monetaria arricchisce l'economia.

Bastiat analizza la natura del denaro e dell'inflazione attraverso un dialogo immaginario tra un cittadino e un economista. Il cittadino suggerisce che più soldi significano che si possono fornire più servizi. L’economista risponde:

Chi parla di servizio, parla allo stesso tempo di servizio ricevuto e ricambiato, poiché questi due termini si implicano a vicenda, così che l'uno debba sempre essere bilanciato dall'altro. È impossibile che la società renda più servizi di quanti ne riceva, eppure credere il contrario è la chimera che si persegue con la moltiplicazione delle monete, della cartamoneta, ecc.

L'economista nel dialogo di Bastiat equipara quindi la stampa di denaro da parte dello stato alla contraffazione illegale, lo stesso esercizio mentale che abbiamo suggerito sopra:

Costringere la gente a prendere in pagamento pezzi di carta che sono stati ufficialmente battezzati dollari, o costringerli a ricevere, come peso di un'oncia, un pezzo d'argento che pesa solo mezza oncia, ma che è stato ufficialmente chiamato dollaro, è la stessa cosa, se non peggio; e tutti i ragionamenti che si possono fare a favore della cartamoneta sono stati fatti a favore della moneta fasulla ma elevata a status legale [...]

[...] Se si crede che moltiplicare gli strumenti di scambio significhi moltiplicare gli scambi stessi e le cose scambiate, si potrebbe ragionevolmente pensare che il mezzo più semplice fosse quello di dividere meccanicamente il dollaro coniato e di far sì che la legge dia alla metà il nome e il valore del tutto. Bene, in entrambi i casi, la svalutazione è inevitabile [...] questo deprezzamento, che, con la carta, potrebbe continuare fino a diventare nullo, viene effettuato creando continuamente inganni; e di questi, i poveri, le persone semplici, gli operai e i contadini sono le prime vittime.


Conclusione

La MMT sostiene che la spesa pubblica, la tassazione, i deficit e i debiti possono essere gestiti da esperti per raggiungere la piena occupazione e una crescita economica sostenibile senza effetti collaterali negativi. Le grandi intuizioni di Frédéric Bastiat dimostrano che questo è un pensiero magico e pieno di errori.

L’uso delle tautologie contabili da parte dei sostenitori della MMT rappresenta l’apice della cattiva economia. Le equazioni nascondono le conseguenze non viste del conferimento allo stato del controllo sulle risorse scarse: nessun espediente della MMT può negare il fatto che tutto ha un costo. La spesa pubblica e la tassazione deviano risorse reali da usi più produttivi nell’economia privata; allo stesso modo il debito pubblico devia i risparmi da usi più produttivi. E quando lo stato stampa denaro, ciò non aumenta la ricchezza reale della società.

Riordinare la sequenza di tassazione, prestito, stampa di denaro e spesa non fa nulla per alterare la natura fondamentale di queste azioni. È un gioco delle tre carte, quello della MMT, che vuole ingannare piuttosto che illuminare.

Se Bastiat fosse vivo oggi, ecco cosa direbbe ai sostenitori della MMT: “I vostri argomenti sono abbastanza alla moda, ma troppo assurdi per essere giustificati da qualcosa di simile alla ragione”.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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