Nel suo libro, The Constitution of Liberty, F. A. Hayek osservò che “La mente non può mai prevedere il proprio progresso”. Uno dei motivi per cui non possiamo prevedere il nostro progresso, spiegò Hayek, è perché la crescita della nostra mente è collegata alla “crescita della civiltà”; inoltre la nostra capacità di ragionare non è “indipendente dall’esperienza”.
Alcuni pensano che il loro compito non sia imparare dall’esperienza, ma tentare di controllare la propria esperienza. Quando le loro aspettative vengono deluse, si lamentano e incolpano gli altri.
Se siamo disposti a imparare dall'esperienza, ma abbiamo bisogno di assistenza, ci sono poche guide migliori delle Meditazioni di Marco Aurelio.
Se non avete mai letto le opere dei grandi filosofi stoici, potreste aver sentito le interpretazioni superficiali comuni del loro lavoro: «Controllate i vostri pensieri e sentimenti; comportatevi come se il mondo non vi disturbasse».
La filosofia stoica non sarebbe sopravvissuta per migliaia di anni se si fosse concentrata su consigli così banali.
Marco Aurelio scrisse le sue Meditazioni per sé stesso, non avrebbe mai immaginato che l'umanità le avrebbe lette ancora migliaia di anni dopo. Cercò d'imparare dall'esperienza osservando come lui, e non gli altri, non riusciva a vivere secondo i suoi valori più alti.
Le sue Meditazioni sono senza tempo, perché descrivono un processo pratico; non forniscono bromuri senza senso che ci spingono a essere perfetti. Tutti falliamo, ancora e ancora, ma Marco Aurelio ci consiglia di fare buon uso dei nostri fallimenti:
Non sentirti esasperato, sconfitto o scoraggiato perché le tue giornate non sono piene di azioni sagge e morali. Rialzarti quando fallisci, celebrare il tuo comportamento come un essere umano – per quanto imperfetto – e abbracciare pienamente la ricerca verso cui ti sei imbarcato.
Nessuno padroneggia mai il processo consigliato da Aurelio, eppure l’umiltà emerge mentre ci addentriamo lungo questo percorso e con essa arriva la capacità di apprendere. Poiché i consumatori e le imprese “imparano” dal processo di mercato, noi possiamo imparare dalla vita. Quanto è sciocco “maledire” la nostra esperienza quando quest'ultima può essere liberatoria? Marco Aurelio scrisse di “lavorare per conquistare la tua libertà. Ora per ora. Attraverso la pazienza, l’onestà, l’umiltà”.
Nelle Meditazioni il progresso verso il diventare una persona migliore è in gran parte un processo di sottrazione delle barriere che noi stessi abbiamo creato a ciò che Marco Aurelio definì la nostra vera Natura. Egli guardava continuamente alle sue azioni, ai suoi ostacoli nel vivere ciò che riteneva fossero i suoi valori e il suo scopo. Notò tutti i modi in cui gli rovinavano la giornata, quanto gli costavano le sue scarse reazioni e, dopo averlo fatto, sarebbe stato in grado di fare scelte migliori in seguito.
La via stoica non è pensiero positivo, ma consapevolezza onesta dei nostri sé; con questa consapevolezza, smettiamo d'incolpare gli altri.
Stavo facendo una passeggiata quando un grosso camion è emerso da un vialetto a quasi un miglio da casa mia. Il vicino, che non avevo mai incontrato, s'è fermato sulla strada di campagna ed è sceso dal taxi. Cercava un orecchio amico. Il vialetto non asfaltato era lungo e ripido, l'impresa di pavimentazione che aveva assunto era a corto di personale e non aveva finito il lavoro. Lo aspettava un inverno frustrante dedicato alla pulizia della neve.
Ci siamo commiserati per le pessime condizioni del suo vialetto, ma ciò che veramente lo preoccupava era la neve ammucchiata in fondo allo stesso. Si chiedeva se si fosse fatto un “nemico” (parola sua) dato che un altro vicino spazzava la neve e bloccava il suo vialetto.
Gli ho offerto una spiegazione più semplice: l'operatore dello spazzaneve spazza in avanti e non solleva la lama quando arriva a un vialetto.
Anche se stavo leggendo Marco Aurelio proprio prima della mia passeggiata, non ero tentato di citarglielo ma se l'avessi fatto avrei detto questo:
All’inizio della giornata dì a te stesso: incontrerò persone invadenti, ingrate, violente, traditrici, maliziose ed egoiste. In ogni caso, sono diventate così a causa della loro ignoranza del bene e del male. Insomma, oggi niente andrà per il verso giusto. Anche se l’operatore dello spazzaneve è incompetente, c’è qualcosa da imparare su come la nostra esperienza del mondo non sia determinata dagli altri.
Marco Aurelio non ci sta dicendo d'ignorare i cattivi comportamenti, ma di metterli in una prospettiva più ampia:
Ma ho visto la bontà e la cattiveria per quello che sono, e so che ciò che è buono è ciò che è moralmente giusto, e ciò che è cattivo è ciò che è moralmente sbagliato; e ho visto la vera natura del trasgressore stesso e so che è imparentato con me, non nel senso che condividiamo sangue e seme, ma in virtù del fatto che entrambi condividiamo la stessa intelligenza, e quindi di un porzione del divino.
Marco Aurelio sosteneva che siamo tutti fatti della stessa pasta, ciò significa che tutti abbiamo il potere di scegliere tra una mentalità giusta e una sbagliata. Quando adottiamo la prima, agiamo in accordo con la nostra vera Natura; quando non comprendiamo ancora cosa è bene per noi, possiamo lasciare che la vita ce lo insegni. Non dobbiamo costruire una storia implausibile su un “nemico” per spiegare la neve che blocca il nostro vialetto.
Se facciamo parte della stessa “divinità”, allora possiamo anche essere un po' più tolleranti nei confronti degli altri riguardo i loro errori. Possiamo anche riconoscere, come spesso facevano gli stoici, che ciò che pensiamo deriva dalla nostra interpretazione degli eventi, non dagli eventi stessi. Marco Aurelio lo riassunse così:
Nessuno di loro [quelli che agiscono contro di lui] può farmi del male, perché nessuno di loro può infettarmi con l'immoralità, né posso arrabbiarmi con qualcuno che è imparentato con me, o odiarlo, perché siamo nati per lavorare insieme, come i piedi o le mani o le palpebre, come le file dei denti superiori e inferiori.
Marco Aurelio scrisse: “Lavorare gli uni contro gli altri è quindi innaturale, e la rabbia e il rifiuto contano come 'lavorare contro'”. La nostra libertà dipende dalla cooperazione umana volontaria e gli stoici ci offrono un tipo di saggezza pratica per promuovere la libertà aiutandoci a rimuovere le barriere interne alla cooperazione con gli altri.
Tutto è acqua per il mulino dell'imparare dall'esperienza, anche guardando lo sport. All'inizio delle sue Meditazioni Marco Aurelio riconobbe persone specifiche nella sua vita che gli avevano insegnato con il loro esempio o consiglio. Dal suo tutor imparò che “non sostenere né i Verdi né i Blu” era una buona idea. I Verdi e i Blu erano due squadre di bighe dell'antica Roma e le corse delle bighe suscitavano grande passione nella Roma imperiale e una rivalità furiosa, talvolta violenta, tra i tifosi avversari. In quanto potenziale futuro imperatore, Marco Aurelio doveva mantenersi al di sopra delle rivalità partigiane.
Non è cambiato molto in circa 2000 anni di storia. Non siete imperatori, ma potreste essere un vicino, un collega, un partner, o un genitore e, ancora una volta, non cercate di controllare il vostro pensiero, ma prestate attenzione quando esso vi porta dal godervi lo sport alla “rivalità furiosa”. Fate caso se quella passione estrema vi costa la tranquillità e mina la qualità delle vostre relazioni. Se avete perso il contatto con il vostro potere di scegliere tra una mentalità giusta e una sbagliata, allora fate parte della massa di persone spinte a odiare gli altri.
Mentre noi e gli altri impariamo dall’esperienza ed eliminiamo ciò che c'impedisce di agire in accordo a una mentalità giusta, costruiamo e manteniamo la civiltà da cui dipendiamo. Hayek scrisse: “È lo stato della civiltà in ogni dato momento che determina la portata e le possibilità dei fini e dei valori umani”. Ciò che stiamo costruendo dipende molto dalle nostre scelte quotidiane.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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