venerdì 29 dicembre 2023

Non farsi sfuggire di mano gli eventi durante una crisi

 

 

di Alasdair Macleod

Questo saggio si propone di sottolineare come l’attuale calo dei rendimenti obbligazionari sia parte di una continua manipolazione dei mercati a opera delle banche centrali in modo da ripristinare la fiducia nelle prospettive economiche mondiali.

Esiste una lunga storia d'interventi statali sui mercati: nel diciannovesimo secolo ciò avvenne attraverso norme legali, la più notevole delle quali fu il Bank Charter Act del 1844, che poi dovette essere sospeso nel 1847, 1857 e 1866.

Dall’inizio degli anni ’20 l’enfasi sull’interventismo cambiò con Benjamin Strong, il primo presidente della FED, il quale iniziò a espandere deliberatamente il credito della banca centrale per stimolare l’economia. Questo fatto, unito alla fase di espansione del ciclo creditizio delle banche commerciali, portò ai ruggenti Anni venti, al boom del mercato azionario e al suo crollo.

I presidenti Hoover e Roosevelt aggravarono gli errori con interventi economici che prolungarono la depressione degli anni ’30. Fu l’inizio della manipolazione economica e monetaria da parte dello stato, la quale indossò una nuova veste con il denaro totalmente scoperto negli anni ’70.

Mentre creano problemi attraverso i loro interventi, gli stati hanno perfezionato l’arte di gestire i mercati per ripristinare la fiducia e ciò è stato dimostrato in seguito al fallimento della Lehman.

Ma se l’intervento pubblico è alla base dell’attuale calo dei rendimenti obbligazionari e delle aspettative sui tassi d'interesse, si tratta solo di una soluzione temporanea alle trappole del debito pubblico nel G7, alla stretta sul credito bancario e al deterioramento delle prospettive economiche. Sono problemi rinviati, non risolti.


Introduzione

Sebbene le autorità siano motivate ​​contro il libero mercato e non riescano a smettere d'interferire nei nostri affari quotidiani quando infine arriva la crisi da loro stessi creata, si dimostrano abili nel risolverla. Il fatto che il denaro scoperto sia sopravvissuto a un ciclo ripetuto di crisi a partire dai primi anni ’70 ne è una prova.

All’insaputa della maggior parte di noi, esse lavorano dietro le quinte per neutralizzare le minacce allo status quo e questo era lo scopo originale dell’Exchange Stabilization Fund degli Stati Uniti, fondato come parte del Gold Stabilization Act del 1934. Il sito web del Tesoro degli Stati Uniti afferma quanto segue:

L'ESF può essere utilizzato per acquistare o vendere valute estere, per detenere titoli statunitensi, asset in valuta estera e in Diritti Speciali di Prelievo (DSP), e per fornire finanziamenti ai governi esteri. Tutte le operazioni dell'ESF richiedono l'autorizzazione esplicita del Segretario del Tesoro.

Il Segretario è responsabile della formulazione e dell'attuazione delle norme statunitensi, della politica monetaria e finanziaria internazionale, compresa la linea di politica d'intervento sui mercati dei cambi. L'ESF aiuta il Segretario a svolgere questi compiti. Per legge, il Segretario ha una notevole discrezionalità nell'uso delle risorse dell'ESF.

La Banca d’Inghilterra gestisce il conto di perequazione degli scambi del Regno Unito con obiettivi simili, ma l'ESF americano non è l’unico mezzo a sua disposizione per orientare i mercati. È ampiamente riconosciuto che la FED utilizza JPMorgan Chase come canale principale nel sistema bancario statunitense e si sospetta (la riservatezza bancaria nasconde opportunamente la verità) che JPM e altre grandi banche facciano operazioni di mercato per conto del Tesoro statunitense, dell'ESF e della FED stessa.

Un altro ambito d'intervento che orienta le nostre aspettative è quello statistico. In futuro, economisti e commentatori potrebbero guardare indietro con incredulità al modo in cui i mercati vengono mossi dalle statistiche governative come se fossero la verità, quando invece dimostrano tutto fuorché la verità. E la manipolazione più spudorata riguarda i dati sull’inflazione al consumo.

Nel Regno Unito l’indice collegato ai titoli sovrani usa l’indice dei prezzi al dettaglio come base per la compensazione dell’inflazione, il quale è risultato più elevato rispetto ad altri indici, come l’IPC. Il governo inglese è riuscito a rimuovere l'IPD da molte altre forme di compensazione dell’inflazione, ma finora i passi per modificare la base di compensazione per i titoli sovrani sono un lavoro in corso, cambiando l’IPD in IPCA dal 2030, che, secondo le stime dell’Ufficio per la gestione del debito, in futuro potrebbe far risparmiare al governo miliardi di sterline.

Negli Stati Uniti armeggiare con le stime dell’inflazione ha creato un’attività alternativa per John Williams su Shadowstats.com, che calcola l’inflazione sulla base del 1980 prima che gli statistici governativi iniziassero ad armeggiare per ridurre il costo della compensazione dell’inflazione. Il grafico qui sotto proviene dal sito web di Williams e dice tutto.

Utilizzando la metodologia del 1980, Williams stima che i prezzi al consumo stiano aumentando a un tasso di circa il 12%, rispetto alle stime del governo che invece registrano dati inferiori al 5%. Ciò che dà agli statistici governativi flessibilità nel calcolo è che i cambiamenti nel livello generale dei prezzi sono un concetto non misurabile, consentendo loro di presentare qualsiasi ipotesi vogliano. Eppure, nonostante questa frode, quasi tutti nel settore finanziario accettano il mito dell’inflazione misurata dal governo come vangelo, soffocando voci dissenzienti come quella di Williams. Un altro esempio sono le statistiche sulla disoccupazione, che Williams attualmente stima essere pari a circa il 25%, compresi i lavoratori scoraggiati a lungo termine “che sono stati tagliati fuori dalle statistiche ufficiali nel 1994”.

Sorpresa, sorpresa: ogni cambiamento che i governi apportano alle statistiche riduce i loro costi, o li abbellisce, o entrambe le cose. Il risultato è un’irrealtà, che a un certo punto viene riportata coi piedi a terra. Ma forse non dovremmo preoccuparci di questo, data l’impeccabile esperienza delle autorità nel salvarci dalle loro follie.

L'intervento continuo e la manipolazione dei mercati sono vivi e vegeti ancora oggi. I tassi d'interesse e i rendimenti obbligazionari che riflettono la perdita reale di potere d’acquisto sarebbero considerevolmente più alti se la verità dietro di essi guidasse i valori degli asset finanziari. Invece il rendimento del decennale statunitense è sceso dal 5% al ​​4,37% in un mese e l’indice del dollaro è sceso di circa il 3% per alleviare la pressione sulle obbligazioni estere e sui mercati azionari, facendo sfogare un crescente senso di crisi.

Il grafico seguente mostra perché questa mossa era necessaria.

Il grafico mette a confronto la correlazione negativa tra l’indice S&P 500 e il rendimento delle obbligazioni a lungo termine. La teoria alla base di ciò è che i mercati azionari riferiscono i loro valori in modo inverso ai rendimenti obbligazionari: in altre parole, rendimenti obbligazionari in aumento indeboliscono i mercati azionari, mentre gli stessi rendimenti, ma in calo, portano a valori azionari in aumento. Si tratta di uno dei pilastri a sostegno delle linee di politica ufficiali sui tassi d'interesse, sulla base del fatto che mercati azionari sani incoraggiano la fiducia economica generale. Alan Greenspan, quando era presidente, lo affermò chiaramente.

Per illustrare il punto, il grafico mostra la disparità di valutazione tra i rendimenti obbligazionari in aumento e l’indice S&P 500, e, a parte quando i primi sono stati abbassati fino all’1,2% durante la crisi sanitaria, stiamo parlando della più grande disparità di valutazione dei tempi moderni – forse mai vista prima. Se i rendimenti dei titoli del Tesoro non fossero scesi, il mercato azionario avrebbe dovuto affrontare un bagno di sangue, riportandolo potenzialmente ai livelli post-crisi Lehman, con l’indice S&P in calo verso quota 1000.


Fare i conti con il sistema bancario

La causa principale degli errori economici dell’interventismo moderno è stata la depressione degli anni ’30; la causa principale della depressione furono gli errori nella gestione del ciclo del credito bancario, che ancora oggi porta a crisi finanziarie periodiche.

Il boom che alimentò la crisi degli anni ’30 fu la prima grande incursione nella manipolazione monetaria da parte della FED sotto la presidenza di Benjamin Strong. Quest'ultimo era un sostenitore dello stimolo del credito e il suo contributo fece leva ulteriormente sugli effetti dell’espansione del credito da parte delle banche commerciali; insieme alimentarono i ruggenti anni Venti e con essi la speculazione sui mercati azionari. La bolla scoppiò facendo crollare Wall Street e in seguito circa 9.000 banche fallirono.

Sfortunatamente per l’America, il successore del presidente Coolidge (che, per inciso, sembrava beatamente inconsapevole di ciò che stava accadendo alla FED – ma del resto Silent Cal non era un uomo d’affari) fu Herbert Hoover, di cui Coolidge disse: “Quell’uomo non mi ha dato altro che consigli, e tutti pessimi”. Il successore di Hoover, Roosevelt, ficcanasò in ogni cosa cercando di migliorarla, riuscendo solo a peggiorarle. Inventò il New Deal, che sebbene catturò l'immaginazione del pubblico, non fece altro che prolungare la depressione.

Stimolò l’immaginazione degli economisti statalisti, come Irving Fisher e Keynes, nel consigliare l’uso del credito per stimolare l’economia quando il libero mercato falliva: nessuna lezione era stata appresa dalle disastrose politiche creditizie di Benjamin Strong. Non furono i mercati a fallire, bensì l’espansione del credito da parte della FED a mettere il turbo all’espansione del credito delle banche commerciali, ad amplificare la bolla e la crisi successiva; senza tale intervento, il ciclo del credito bancario non sarebbe stato così distruttivo. Keynes e colleghi non capivano il credito, quindi, a beneficio dei suoi seguaci e della loro analisi difettosa, dobbiamo riscrivere la storia del credito e le sue varie crisi nel tentativo di capire se l’attuale calo dei rendimenti obbligazionari sia stato architettato dalle autorità.


Scuola valutaria & Scuola bancaria

L’intervento statale ha una lunga storia alle spalle, ma nel diciannovesimo secolo non si trattava di un’ingerenza diretta nell’economia, bensì di errori nella definizione giuridica dei mezzi di pagamento.

Ci fu un lungo dibattito se il denaro dovesse essere controllato secondo un approccio basato su regole, o se le banche dovessero essere libere di concedere prestiti in conformità con le esigenze commerciali. Il primo approccio era quello della Scuola valutaria, che si rifà a David Ricardo e che nel 1823 scrisse un libro intitolato Piano per l’istituzione di una banca nazionale che fu pubblicato postumo. In esso Ricardo scrisse:

La Banca d'Inghilterra compie due operazioni bancarie, ben distinte e non necessariamente collegate tra loro: emette una moneta cartacea in sostituzione di quella metallica e anticipa denaro sotto forma di prestiti a commercianti e altri. Da ciò risulterà evidente che queste due operazioni bancarie non hanno alcun nesso necessario: esse potrebbero essere esercitate da due enti distinti, senza la minima perdita di vantaggio, né per il Paese, né per i commercianti che ricevono accomodamento da tali prestiti.

L'approccio di Ricardo faceva rima con il successivo Piano di Chicago del 1933, che cercava di limitare rigorosamente il processo di creazione dei prestiti, e ancora oggi i precetti della Scuola valutaria trovano il sostegno degli economisti della Scuola Austriaca e dei monetaristi. La teoria quantitativa della moneta di Ricardo, la base del suo approccio, è sopravvissuta.

L’approccio della Scuola bancaria era più flessibile per quanto riguarda la creazione di prestiti, a sostegno di una posizione più evolutiva e meno statica in base alla quale le banche dovevano essere libere di rispondere alle condizioni di mercato e alle opportunità che presentavano. Il problema di questo approccio era che non faceva nulla per affrontare la ciclicità dell’espansione del credito bancario che periodicamente portava a crisi bancarie e recessioni economiche.

La legislazione bancaria più importante del diciannovesimo secolo fu il Bank Charter Act del 1844, il quale stabiliva i termini in base ai quali veniva rinnovato lo statuto della Banca d'Inghilterra per agire come banca dello stato. Quella legge fu un trionfo per la Scuola valutaria, dividendo la BoE in due funzioni separate: un dipartimento di emissione e un dipartimento bancario, come sostenuto da Ricardo nel 1823.

Come previsto dalla Scuola bancaria, il Bank Charter Act dovette essere sospeso in tre occasioni: nel 1847, solo tre anni dopo essere diventato legge, nel 1857 e nel 1866 quando si verificò il fallimento dell'Overend Gurney. È il rimedio a quelle crisi che ci interessa.

Nell'ottobre 1847 la BoE cercò di fermare una crisi finanziaria mettendo grandi quantità di credito a disposizione delle banche commerciali di Londra, al punto che la sua capacità di sostenere l'intero sistema finanziario si esaurì. All’inizio di quell’anno si era verificato un drenaggio delle riserve auree che limitava gravemente lo spazio di manovra della BoE stessa, perché la legge le richiedeva di mantenere una copertura in oro 1:1 per tutte le banconote emesse. Per paura che la crisi bancaria potesse far crollare l'intero sistema, il governo inglese autorizzò temporaneamente la Banca d'Inghilterra a emettere banconote a discrezione, ignorando i requisiti della legge. Il panico finanziario si placò immediatamente e la domanda frenetica di banconote e sovrane in oro scomparve.

Problema risolto. Nel novembre 1857 ci fu una corsa ai danni della stessa Banca d'Inghilterra, quando le sue riserve auree ammontavano a sole £274.000 contro passività di £5.460.000, una condizione che avrebbe impedito a una banca commerciale di operare. Anche in questo caso il governo inglese fu costretto ad autorizzare la Banca d'Inghilterra a emettere banconote a discrezione, ma le richiese anche di aumentare il tasso di sconto oltre il 10%. Il giorno dopo questo permesso, il panico si calmò. E nel 1866 il fallimento dell’Overend Gurney, di gran lunga il peggiore dei tre casi qui citati, fu risolto dal governo inglese autorizzando nuovamente la Banca d'Inghilterra a procedere in termini simili a quelli indicati per domare il panico del 1857.

La nostra ragione per ricordare i fallimenti dell’approccio della Scuola valutaria non è tanto quella di resuscitare il dibattito dell’inizio del XIX secolo, ma di sottolineare che un approccio rigorosamente basato su regole non garantisce la stabilità bancaria, e per aggiungere che le crisi bancarie periodiche si possono risolvere solo abbandonando le regole. Ma c’è un’ulteriore lezione: una crisi bancaria non richiede un calo dei tassi d'interesse per essere risolta. La soluzione si trova nel garantire che sia disponibile liquidità sufficiente e che il livello dei tassi d'interesse sia impostato dal solo dipartimento di emissione al fine di garantire che ci siano riserve auree adeguate per sostenere la valuta.

Le teorie della Scuola valutaria hanno oggi poco credito, ironicamente sostituite da un approccio della Scuola bancaria sempre più regolamentato; anche questo, però, non ha impedito l’insorgere di crisi. In quest’era di valute fiat il caso più notevole è stato il crollo del mercato azionario nel 1974. L’indice S&P 500 si era all’incirca dimezzato dal gennaio 1973 e l'indice FT30 del Regno Unito era crollato a 146 il 6 gennaio 1975, il 73% in meno rispetto al suo massimo del 1972. L’intero settore immobiliare era diventato più o meno privo di valore, a seguito del precedente crollo del novembre 1973 che mandò in bancarotta numerose piccole banche. Si vociferava che anche le banche per azioni fossero in bancarotta e il sentiment del mercato era al minimo livello possibile.

Fu a quel punto che, a porte chiuse, la Banca d’Inghilterra ordinò ai principali fondi pensione e compagnie assicurative, che avevano accumulato livelli significativi di liquidità a breve termine, di acquistare azioni indiscriminatamente. Di conseguenza il mercato salì vertiginosamente, la pressione dei ribassisti diminuì e la fiducia degli investitori ritornò rapidamente. Il discorso sulle banche per azioni in difficoltà fu dimenticato con il recupero dei valori delle garanzie.

Anche se la Banca d’Inghilterra aveva rimosso tutte le restrizioni sulla sua valuta e sulla creazione di credito in conformità con le teorie della Scuola bancaria, non solo il ciclo del credito continuò, ma fu risolte in modo simile alle precedenti sospensioni delle Bank Charter Act con una giudiziosa svolta nel sentiment. Questo è stato anche il caso quando la crisi della Lehman ci è esplosa in faccia nel 2008, quando la FED e le altre banche centrali hanno agito rapidamente per impedire che la fiducia nel sistema creditizio implodesse.

La lezione per noi oggi è che le banche centrali hanno imparato come ripristinare abilmente la fiducia. Come nel 2007, prima del fallimento della Lehman, stava diventando ovvio che le condizioni per una crisi stavano crescendo a dismisura, ma ancora non si riflettevano in una perdita di fiducia nell’enorme struttura globale del credito scoperto. La domanda che bisogna porsi ora è se le autorità stiano già intervenendo per prevenire la crisi incombente calciando il barattolo ancora una volta.


Lo sfondo della crisi di oggi

Sin dagli anni ’70, quando il credito fu svincolato dall’oro, è aumentata la necessità di una gestione dietro le quinte delle aspettative del mercato. Tutto è iniziato con i tentativi infruttuosi da parte del Tesoro americano di sopprimere il prezzo dell’oro vendendolo sul mercato. La propaganda anti-oro continuò senza successo finché, all’inizio degli anni ’80, il presidente della FED, Paul Volcker, non rialzò i tassi d'interesse in misura sufficiente a invertire la tendenza a favore del dollaro. Il fatto che il tasso dei Fed Fund dovesse essere rialzato oltre il 19% indicava il fallimento dello sforzo di propaganda anti-oro degli anni ’70, aprendo le porte alla risoluzione di quella crisi.

Oggi coloro che capiscono che l’oro è denaro e tutto il resto è credito sono una percentuale estremamente piccola di economisti e professionisti nel mondo degli investimenti. In quanto principale valuta di riserva, si ritiene ora che il dollaro abbia completamente sostituito l’oro come ancoraggio del credito globale; tuttavia esso è intrinsecamente instabile ed è necessario uno sforzo più deciso per la gestione continua delle aspettative, e ciò è avvenuto con la finanziarizzazione delle economie del G7 a metà degli anni ottanta.

Il vantaggio della finanziarizzazione è che dà alla banca centrale un maggiore controllo sui risultati economici rispetto a un’economia dipendente dal settore manifatturiero. Le banche centrali e i loro regolatori stabiliscono l’agenda su come utilizzare il credito in un modo che è impossibile per il settore manifatturiero. Il big bang finanziario di Londra ha portato all’abrogazione del Glass Stegall Act in America e ha reindirizzato il capitale mondiale dal settore manifatturiero ai mercati finanziari. L’espansione dei mercati dei derivati ​​ha assorbito la domanda speculativa di materie prime, compreso l’oro, e, insieme alla manipolazione statistica, è diventata una parte importante della repressione dell’inflazione.

L’espansione del credito rivolto ai mercati finanziari ha funzionato particolarmente bene fino alla fine del secolo, quando poi ha portato alla bolla delle dot-com, al suo scoppio e alla riduzione dei tassi al minimo storico. Alla fine si è sparsa la voce che la ripresa era in arrivo e si è verificato uno slancio crescente, riflesso nei mercati immobiliari. Probabilmente non sapremo mai se questa ripresa è stata avviata dalla Fed, come fece la Banca d’Inghilterra nel gennaio 1975, ma Alan Greenspan comprendeva i mercati, il loro sentiment e i loro tempi.

Tuttavia le conseguenze inflazionistiche hanno portato poi alla crisi del 2007-2009 e alla necessità da parte della FED di salvare l’intero sistema finanziario.

Gli elementi costitutivi di una crisi oggi sono sotto gli occhi di tutti e molti fattori sono simili alle crisi del passato. Il sistema bancario commerciale è colto alla sprovvista dalla ripresa dell’inflazione dei prezzi e dei tassi d'interesse, i quali stanno restringendo il credito; con la difficoltà del sistema bancario nel contrarre le sue passività aggregate, esso sta spostando le sue attività verso asset a basso rischio come i titoli di stato a breve termine. Inoltre le banche commerciali sono presiedute da banche centrali i cui bilanci sono stati distrutti dai precedenti quantitative easing, tassi d'interesse più alti e crollo dei valori degli attivi di bilancio.

Con il sentiment nei mercati obbligazionari ai minimi storici, ci sono ora le condizioni per innescare una stretta ribassista sui mercati obbligazionari, con banche e fondi d'investimento che hanno aumentato i loro asset quasi liquidi.


Perché ora?

Per le banche centrali si profilano due grossi problemi: il primo è come finanziare i crescenti deficit di bilancio dei rispettivi governi, quando i costi degli interessi rappresentano già la componente maggiore degli impegni di spesa; il secondo riguarda le tensioni nel sistema monetario del G7 imposte da un dollaro forte. Sembra che l’IPC nelle varie giurisdizioni si stia attenuando abbastanza da escludere ulteriori rialzi dei tassi d'interesse e che potrebbe addirittura scendere prima di quanto previsto in precedenza. Ciò crea l’opportunità di allontanare le aspettative di una crisi e, si spera, di guadagnare qualche anno di tempo.

Non c’è dubbio che la crescente fiducia in queste condizioni abbia giustificato i tagli fiscali annunciati dal Cancelliere britannico nella Dichiarazione d’autunno. La guerra in Ucraina è in una fase di calma e, a parte le manifestazioni a sostegno dei palestinesi, una politica generale da parte dell’America e dei suoi alleati d'intervento non militare su Gaza ha alleviato le tensioni geopolitiche nei mercati obbligazionari. Di conseguenza il rendimento del decennale statunitense è sceso dal 5% al ​​4,37% e il TWI del dollaro è sceso da 107 a 103,9, allentando la pressione sugli altri mercati obbligazionari, in particolare quello giapponese dove il rendimento del decennale è sceso dallo 0,96% allo 0,7%.

Con l’attenuarsi del senso di crisi, forse i rendimenti dei titoli del Tesoro USA diminuiranno ulteriormente. Sarà necessario per evitare un calo significativo dei mercati azionari e dovrebbe anche innescare un riflusso dai titoli di stato a breve termine e simili verso quelli a lungo termine, nella speranza che consentano al governo degli Stati Uniti di progredire con i suoi finanziamenti.


Per quanto tempo funzionerà ancora?

La crescente evidenza che le autorità stanno sfruttando il loro acuto senso del market timing per allontanare i mercati da una crisi dei finanziamenti e per promuovere la fiducia negli asset finanziari in generale, non dovrebbe essere confusa con la gestione di una crisi bancaria di per sé. Al meglio è come un cerotto su una ferita aperta. Al centro di tutto ciò c’è una crisi dei debiti pubblici che non si risolverà sulla scia di una stretta sui ribassisti nei mercati obbligazionari.

Quella odierna è una situazione molto diversa da quella degli anni ’70, con la quale si può paragonare questi tempi di ripresa dell’inflazione dei prezzi. Tra il 1971 e il 1980 la somma dei deficit di bilancio del governo statunitense fu di $421.823 milioni, il 15% del PIL del 1980. Al contrario, il deficit di bilancio totale negli ultimi dieci anni è stato pari a $12.918 miliardi, il 47% del PIL del 2023. Inoltre nel 1970 il rapporto debito/PIL degli Stati Uniti era pari al 34%, mentre oggi è pari al 122%.

In altre parole c’è una crisi del debito pubblico che non potrà che peggiorare e non sarà risolta da un calo di sessanta punti base nei rendimenti dei titoli a lungo termine. Inoltre le banche sovraindebitate si trovano ancora a fronteggiare un aumento dei prestiti in sofferenza nel settore privato e sta entrando in una fase di recessione, il che le scoraggia dal riprendere l’espansione dei loro bilanci. Il credito sarà ancora limitato e i debiti elevati.

Resta il fatto che per le banche sono pochissimi gli acquirenti delle garanzie detenute a fronte dei prestiti. Il grafico sopra, relativo al divario di valutazione tra rendimenti obbligazionari e mercati azionari, si applica anche ad altri asset, in particolare agli immobili. I dirigenti bancari sono tenuti a considerare questo calo dei rendimenti obbligazionari e quasi certamente concluderanno che le prospettive economiche e il modo in cui influiscono sui margini di credito rispetto al rischio sono ancora sfavorevoli.

Nel Regno Unito il Cancelliere ha deciso che le prospettive sono sufficientemente migliorate per alcuni tagli fiscali minori. Le cifre rilevanti parlano di un deficit di bilancio di £123,9 miliardi nell’anno fiscale in corso fino al prossimo aprile, con interessi sul debito di £116,2 miliardi. In altre parole, se non fosse stato per gli interessi sul debito, il bilancio sarebbe più o meno in pareggio. Parte degli interessi sul debito è dovuta al costo del rinnovo di quello in scadenza e all’aumento dei pagamenti degli interessi sui Gilt indicizzati. Anche la Gran Bretagna è in una trappola del debito e l’aritmetica ufficiale è troppo ottimista per una serie di motivi:

• Secondo le stime del governo inglese, la crescita del PIL misurata dai consumi sarà maggiore nel settore pubblico che in quello privato. Si prevede che il settore privato ristagnerà ad appena lo 0,5% reale, con un’inflazione in calo al 3,6%. Le aspettative per il 2024/25 si riveleranno quasi certamente ottimistiche, date le prospettive economiche globali prone a una recessione significativa. Invece l’Office for Budget Responsibility prevede una continua crescita economica nei prossimi anni.

• Le previsioni sulle entrate sono destinate a essere troppo ottimistiche date le prospettive di recessione globale, con anche i costi del welfare in aumento. Al netto dei costi degli interessi, il fabbisogno finanziario sarà sicuramente ampliato. I costi degli interessi sono destinati a muoversi in linea con i tassi del dollaro che quasi certamente aumenteranno, non diminuiranno.

• Le ipotesi sull’inflazione (IPC) presuppongono un ritorno al 2% nel 2025. Le prospettive di inflazione monetaria nei Paesi del G7 rendono questo risultato estremamente improbabile.

Anche se i dati del Regno Unito sono apparentemente buoni, la sterlina presenta un problema di credibilità rispetto al dollaro. Man mano che il potere d’acquisto del dollaro diminuirà, è probabile che lo stesso accada, ma in misura maggiore, alla sterlina.


Conclusione

L’attuale calo dei rendimenti obbligazionari statunitensi e del TWI del dollaro allevia un’enorme pressione sia sui mercati finanziari che sulle valute. A meno che gli eventi geopolitici non sconvolgano questa ritrovata fiducia, l’abile tempismo da parte delle autorità ha ridato fiducia nei mercati e quindi negli Stati Uniti e in altre economie.

Ripercorrendo la storia e i retroscena degli interventi volti a ripristinare la fiducia nei mercati, questo saggio ha mostrato che esistono forti prove circostanziali che l’attuale calo dei tassi d'interesse porti il segno di un certo grado di manipolazione top-down.

Di conseguenza i problemi di fondo rimangono: finanziamento pubblico, la progressione del ciclo del credito bancario e le prospettive economiche in deterioramento in tutti i governi sovraindebitati del G7. Le condizioni che hanno portato all'instabilità generale dei valori creditizi non sono state affrontate, quindi col tempo tutti i problemi che potrebbero sembrare in regressione si ripresenteranno con rinnovato vigore.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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giovedì 28 dicembre 2023

L'ascesa degli Ordinal e degli NFT su Bitcoin

 

 

da Bitcoin Magazine

Il protocollo Ordinal è stato introdotto su Bitcoin all'inizio del 2023 nel momento più opportuno. Per quasi due anni Bitcoin ha visto commissioni di transazione basse a causa della mancanza di domanda per inviarle nell'effettivo; inoltre è considerato la blockchain più sicura al mondo, ma tale sicurezza dipende dai miner che ricevono le entrate dalle commissioni di transazione e dai premi dei blocchi. Come parte del programma di offerta predeterminato, si prevede che le ricompense per creare un nuovo blocco verranno dimezzate intorno ad aprile 2024, il che ridurrebbe ulteriormente le entrate dei miner. Per supportarli, Bitcoin aveva bisogno di qualcosa di nuovo per stimolarne la crescita e sto parlando degli Ordinal. Essi hanno generato un’enorme domanda per l’invio di transazioni in Bitcoin e quest'anno sono stati spesi finora oltre $100 milioni in spese di transazione solo per creare Inscription, un tipo di transazione attribuita agli Ordinal.

Fonte: https://dune.com/dgtl_assets/bitcoin-ordinals-analysis

Gli Ordinal rappresentano un protocollo basato su Bitcoin che consente a quest'ultimo di proteggere ed effettuare transazioni con altri token fungibili e non fungibili (NFT). Bitcoin è la blockchain più antica e protocolli simili (“Bitcoin 2.0”) erano già comparsi nel tempo: Mastercoin (in seguito ribattezzato OMNI), colored coin e Counterparty sono tutti protocolli che abilitavano altri asset digitali su Bitcoin e avevano mercati considerevoli per l'epoca. Negli ultimi anni, però, le blockchain basate su smart contract come su Ethereum hanno preso il sopravvento in questo mercato. Ora, alla fine del 2023, gli Ordinal stanno iniziando a riconquistare parte di questo mercato su Bitcoin.

Negli ultimi due anni gli NFT hanno fatto progressi e si sono evoluti su altre blockchain. Nel 2017 è stata lanciata su Ethereum CryptoPunks, la character collection di 10.000 personaggi digitali (ad esempio, immagini del profilo o raccolta PFP); poi, nel 2018, su Ethereum è stato introdotto lo standard Non-Funtable Token (NFT), ERC-721. Un’esplosione di NFT ha fatto seguito alla standardizzazione degli NFT su Ethereum e anche i mercati NFT su altre blockchain sono cresciuti grazie a esso.

Lo standard NFT, ERC-721, è un modello di certificato digitale e gli NFT sono un certificato, un identificatore univoco per alcuni elementi. L'oggetto reale può essere qualsiasi cosa e non è necessario che sia archiviato sulla blockchain. Gli NFT consentono lo scambio di questi certificati sulle blockchain: ad esempio, se gli NFT sono un certificato per un'opera d'arte, quest'ultima viene generalmente archiviata fuori catena, su IPFS (un file system distribuito), o su un fornitore di archiviazione dati di terze parti.


LA BLOCKCHAIN ​​COME MEZZO: GLI NFT ON-CHAIN

Con l'avanzare della tecnologia NFT, si è sviluppata una classe di NFT in cui l'oggetto digitale a cui si fa riferimento potrebbe anche essere archiviato direttamente sulla blockchain. Sebbene questo tipo di NFT on-chain fosse più difficile e più costoso da creare, presentava vantaggi rispetto agli NFT off-chain, come sicurezza e longevità. Per l’arte, gli NFT on-chain utilizzano la blockchain come mezzo per preservare la forma d’arte, poiché l’opera viene creata sulla blockchain stessa. Art Blocks ha costruito un'intera infrastruttura su Ethereum per supportare questo nuovo tipo di arte on-chain, o Crypto Art. La creazione di arte on-chain richiede nuove competenze ed esperienza da padroneggiare, quindi fino all'inizio del 2023 solo una piccola percentuale di NFT era on-chain e la Crypto Art che utilizzava la blockchain come mezzo era ancora poco esplorata.

Pittura rupestre di Lascaux. Età stimata: 17.000 anni fa. La cultura è stata preservata in questa straordinaria forma d'arte che è più antica di 10.000 anni rispetto alla più antica delle sette meraviglie del mondo antico, le piramidi di Giza. Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Grotte_di_Lascaux

La scelta del mezzo per un'opera d'arte è uno degli aspetti più importanti di tale mondo. L'artista racconta la storia attraverso il mezzo e ogni mezzo ha i suoi vincoli espressivi e richiede competenze specifiche per padroneggiarlo. L'eredità dell'artista è preservata nel mezzo, quindi la permanenza di quest'ultimo è molto importante. Le sculture di Michelangelo hanno vissuto per centinaia di anni dopo la sua morte, le famose pitture rupestri di Lascaux continuano a stupire la gente dopo oltre 10.000 anni! Nel mondo digitale di oggi abbiamo un nuovo mezzo per l'arte digitale grazie ala blockchain di Bitcoin, la quale offre molti vincoli espressivi unici e, in termini di permanenza, potrebbe essere il mezzo digitale più permanente al mondo.


BITCOIN COME MEZZO PER GLI NFT

Anche prima dell'ERC-721, gli NFT esistevano su Bitcoin da anni (come le carte collezionabili di Spells of Genesis e Rare Pepe). Il mercato degli NFT su Bitcoin è stato successivamente ignorato a vantaggio di altre blockchain come Ethereum e Solana. Ora, nel 2023, grazie agli Ordinal, il mercato degli NFT su Bitcoin sta rapidamente recuperando il tempo perso. Gli NFT che utilizzano Ordinal si differenziano da quasi tutti gli altri perché tale protocollo tratta Bitcoin come un mezzo, al contrario del consueto modello di certificato per gli NFT. Ordinal è stato inaugurato in un momento in cui il mercato degli NFT era sufficientemente maturo per comprendere questo nuovo tipo di elemento on-chain che avrebbe utilizzato la blockchain come mezzo.


IL PROTOCOLLO ORDINAL PERMETTE DI CREARE MANUFATTI DIGITALI SU BITCOIN

L'uso di Bitcoin come mezzo per gli NFT è molto sentito, perché ha la blockchain più antica, più decentralizzata, più sicura e con il valore più alto. Gli NFT su Bitcoin che utilizzano Ordinal ereditano tutte queste impressionanti proprietà, utilizzando lo stesso registro di Bitcoin per registrarne la proprietà. L'Ordinal NFT è senza autorizzazione, incensurabile, immutabile e completo. Senza autorizzazione significa che abbiamo il diritto di trasferire gli NFT a chi vogliamo senza bisogno del permesso di qualcun altro; incensurabile significa che nessun altro può censurare i nostri NFT; immutabile significa che gli NFT non possono essere modificati; completo perché gli NFT che soddisfano tutte queste proprietà sono manufatti digitali a tutti gli effetti.


IL PROTOCOLLO ORDINAL

Il protocollo Ordinal può essere ridotto a tre definizioni: il satoshi (sat), l'inscription e la mappatura della proprietà dell'inscription.

  1. Il satoshi (sat) è la più piccola unità di bitcoin. Il protocollo Ordinal definisce un numero univoco per identificare ogni satoshi e consente di tracciare ognuno di essi in modo univoco attraverso ogni transazione su Bitcoin. La proprietà di un satoshi è determinata dalla blockchain di Bitcoin.
  2. Il protocollo Ordinal definisce un modo in cui i dati possono essere scritti on-chain sulla blockchain di Bitcoin. L'asset di dati è chiamato Inscription.
  3. Il Protocollo Ordinal associa la proprietà di un'Inscription a un satoshi unico. Chi lo possiede possiede anche l'inscription.


L'IMPORTANZA DELLA COMUNITÀ PER GLI ORDINAL

Il protocollo Bitcoin è stato un qualcosa di rivoluzionario, ma non avrebbe avuto successo senza la comunità cresciuta attorno ad esso. Ordinal è un protocollo altrettanto elegante per gli asset digitali che utilizzano il mezzo Bitcoin e intorno a esso è nata/cresciuta una comunità. Galaxy Digital riferisce che il volume totale degli scambi di Ordinal per i primi 8 mesi del 2023 è stato di $596,4 milioni e prevede che il mercato raggiungerà una capitalizzazione totale di $5 miliardi entro il 2025. Nel 2013 ho iniziato a coltivare una comunità per Bitcoin: ho avviato lo Stanford Bitcoin Meetup e ho assistito alla crescita della comunità di sviluppatori in esso. Negli ultimi anni Ethereum e altre blockchain hanno avuto più successo nel costruire le proprie comunità e ora, nel 2023, stiamo assistendo a un rinvigorimento della comunità degli sviluppatori su Bitcoin. Ordinal è il motore principale affinché le comunità NFT e gli sviluppatori siano ancora una volta entusiasti di basarsi su Bitcoin.

OnChainMonkey (OCM) è una comunità NFT nata nel 2021 su Ethereum e ora in fase di migrazione su Bitcoin. La comunità OCM è allineata ai valori fondamentali di !RISE: rispetto, integrità, sostenibilità e arricchimento. Essere on-chain è importante per OCM, perché questi sono gli asset digitali meglio protetti. All’inizio del 2023, quando sono emersi gli Ordinal, il passaggio a questo nuovo protocollo per gli asset on-chain su Bitcoin aveva senso. Allora pochi erano d’accordo, ma erano lo stesso fiduciosi. Il nostro team ha l'esperienza unica di basarsi su Bitcoin sin dal 2013 e di creare NFT e manufatti digitali. Abbiamo capito che le commissioni su Bitcoin saranno e dovranno essere più alte in futuro; abbiamo lavorato per far crescere sia la comunità OCM che la comunità Ordinal; ci siamo concentrati sullo spiegare perché gli Ordinal sono importanti e sul mostrare come utilizzare al meglio il mezzo Bitcoin con tecniche come le Inscription ricorsive, la provenienza genitore-figlio e la re-Inscription, che tratteremo di seguito, insieme alla migrazione (aggiornamento!) di OCM da Ethereum a Bitcoin.


LA CREAZIONE INNOVATIVA DI OCM GENESIS

OCM è nato come arte su Ethereum nel 2021. Ho scritto della creazione di OCM (ora noto come OCM Genesis) in The Making of OnChain Monkey. L'arte di OCM è una giustapposizione di un design semplice e distintivo con una complessa transazione on-chain. Tutte le 10.000 scimmie uniche sono state create on-chain in un'unica transazione Ethereum e l'operazione costituiva una parte importante di ogni singolo manufatto, con una distribuzione di tratti e meta-tratti progettati con combinazioni ricche e interessanti per affascinare i collezionisti; tutte sono nate in una transazione atomica autonoma e completa. La bellezza di questa forma d’arte sta anche nel modo in cui utilizza la blockchain in modo sostenibile ed efficiente, rispettato da tutti gli altri utenti di Ethereum. OCM aveva un'impronta estremamente bassa, con l'intera raccolta di immagini PFP creata on-chain in un'unica transazione. Una cosa del genere non era mai stata fatta prima e avrebbe avuto importanza due anni dopo, quando saremmo stati interessati dagli Ordinal su Bitcoin.


IL MANUFATTO DIGITALE SU BITCOIN: INSCRIPTION 20219

All'inizio di febbraio 2023 tutte le 10.000 immagini e metadati di OCM Genesis sono stati iscritti su Bitcoin nell'inscription 20219. Il numero, 20219, significa che è la 20.219esima iscrizione su Bitcoin e quel particolare numero corrispondeva all'anno esatto (2021) e al mese (9) della creazione originale su Ethereum nel settembre 2021. L'inscription 20219 è stata la prima volta che 10.000 immagini di una raccolta venivano scritte e protette su Bitcoin. Ciò che è particolarmente importante è stato il modo in cui è stato fatto: proprio come nel 2021, l’iscrizione unica ha fatto sì che OCM utilizzasse il mezzo in maniera estremamente efficiente. Infatti la singola transazione che ha iscritto tutte le 10.000 immagini OCM ha richiesto meno di 20 kilobyte di spazio di blocco su Bitcoin, o meno di 2 byte per immagine! Questa transazione non ha intasato la rete Bitcoin. Man mano che esso diventa più utilizzato, usare in modo efficiente lo spazio dei blocchi, nel modo in cui abbiamo creato OCM, sarà sempre più importante per tutti coloro che utilizzano Bitcoin.


PROGRAMMAZIONE SU BITCOIN: INSCRIPTION GENERATIVE E RICORSIVE

Uno dei grandi poteri degli Ordinal è che ora possiamo inscrivere il codice su Bitcoin, utilizzando gli Ordinal per programmare proprio su Bitcoin! Il codice è ciò che ci ha permesso di creare 10.000 immagini on-chain in modo efficiente. Abbiamo iscritto un pezzo di codice in grado di generare 10.000 file in immagini SVG per la collezione OCM in un'unica inscription.

Un altro potere del codice è che esso può chiamare altro codice. OCM ha contribuito a fare da pioniere a tal proposito con una tecnica denominata Incription ricorsive. L'inscription 20219 è una delle prime ricorsive e potrebbe essere utilizzata in altre inscription per recuperare ogni singola immagine OCM. Le inscription e il codice ricorsivi saranno sempre più importanti man mano che Bitcoin crescerà. Con le inscription ricorsive, tutto il codice precedente iscritto su Bitcoin potrà essere utilizzato dagli sviluppatori futuri. Quando abbiamo creato OCM Dimension, siamo stati i primi a inserire le librerie JavaScript per la compressione, Three.js e p5.js, e queste librerie vengono sempre più utilizzate dai creatori per creare nuove straordinarie applicazioni su Bitcoin. Three.js e p5.js sono librerie ampiamente utilizzate per l'arte generativa e abbiamo un tutorial e strumenti su come altri possono utilizzarli su Bitcoin.

Con l’aumento delle commissioni su Bitcoin, l’utilizzo di un approccio di codifica generativa sarà fondamentale per evitare che le inscription abbiano costi proibitivi. Le abbiamo viste aumentare di un fattore di oltre cento volte nel 2023 a causa della crescita degli Ordinal e del maggiore utilizzo dello spazio di blocco; oggi inscrivere una singola immagine può costare oltre $10.000! Il motivo per cui abbiamo iscritto OCM Genesis nell’approccio generativo è stato quello di mostrare quanto si potrebbe fare su Bitcoin utilizzando byte e commissioni minime. 10.000 immagini di OCM Genesis sono state incise per una manciata di dollari.


GLI ORDINAL CONSENTONO UNA PROVENIENZA CHIARA: PROVENIENZA GENITORE-FIGLIO

Uno dei motivi principali per utilizzare gli NFT è la provenienza. Ordinal ha una funzionalità chiamata Provenienza genitore-figlio: è un modo per mostrare la provenienza delle inscription “figlio” creandole da una “genitore”. Ad esempio, se vogliamo creare una collezione NFT con chiara provenienza su Bitcoin, possiamo utilizzare una Parent inscription con Parent-Child Provenance e inscrivere le tante Child Inscription che compongono la collezione. Quando abbiamo inscritto la nostra 20219, questa era l'inscription genitore per la collezione OCM Genesis. Sia la provenienza genitore-figlio che le inscription ricorsive non erano possibili a quel tempo, quindi la maggior parte delle persone non capiva perché avremmo dovuto inscrivere tutti gli asset di una collezione in un'unica inscription. OCM Genesis è stata la raccolta pionieristica che per prima ha mostrato come utilizzare la provenienza genitore-figlio e distribuire una raccolta da 10.000 pezzi. OCM distribuisce inoltre la raccolta in modo più efficiente con le inscription ricorsive. In futuro più collezioni trarranno vantaggio da questo approccio che utilizza sia la provenienza genitore-figlio che le inscription ricorsive.


DISTRIBUIRE IL MANUFATTO DIGITALE DA 10.000 PEZZI: INSCRIPTION 20219

Il concetto di manufatto digitale, o asset digitale, è abbastanza nuovo per la maggior parte delle persone. Quando abbiamo inscritto la nostra 20219, era un manufatto digitale che conteneva 10.000 OCM unici. L'intera raccolta soddisfaceva i criteri di completezza, proprietà, incensurabilità e immutabilità. Inizialmente tutti i 10.000 OCM erano di proprietà di un'unica entità, simile a un produttore di automobili, ad esempio Bugatti, che produce 10.000 automobili e inizialmente le possiede tutte. Quando Bugatti consegna ogni auto con titolo e chiavi a singoli individui, questi ultimi diventano i proprietari dell'auto. Allo stesso modo, ciascuno dei 10.000 OCM sarà consegnato ai singoli proprietari utilizzando la provenienza genitore-figlio e le inscription ricorsive. La provenienza genitore-figlio tiene traccia della proprietà del singolo OCM e le inscription ricorsive mostrano che ogni figlio sta distribuendo uno dei 10.000 elementi del genitore.


RISPARMIO SULLE COMMISSIONI CON LE BATCH INSCRIPTION

Un altro approccio per essere efficienti sulla catena è utilizzare le batch inscription. Combinate con la Provenienza Genitore-Figlio per distribuire gli NFT in un'unica transazione, ciò consente di risparmiare sia sulle commissioni che sul tempo (o sul numero di blocchi) necessari per creare le inscription. Utilizzando le batch inscription siamo stati in grado di inscrivere la raccolta da 10.000 pezzi 250 volte più velocemente.

Una delle transazioni di iscrizione batch per OCM Genesis. Fonte: https://mempool.space/tx/ed293ff57a1415ce581fdd09752c9aa978cc5f929cc7863abd2a5901fdff988f#flow=&vin=0


SATOSHI RARI ED ESOTICI: UNA CARATTERISTICA UNICA DEGLI ORDINAL

La teoria Ordinal tiene traccia di ogni satoshi (sat) su Bitcoin, da ogni blocco creato. I sat del Blocco 9 sono storici perché furono minati dallo stesso Satoshi. La prima transazione Bitcoin in assoluto fu di 10 bitcoin che Satoshi minò nel Blocco 9 e inviò a Hal Finney. Il primo bitcoin utilizzato in questa prima transazione è noto come 450x sats. Questi sono i sat con i numeri più bassi in circolazione ed essi iniziano tutti con 450. I cacciatori di sat hanno rintracciato questi specifici sat 450x ormai da quasi un anno, perché sono storici e da collezione. Sono anche un ottimo mezzo per inscrivere opere d'arte su Bitcoin. Sia i sat 450x che quelli Block 9 sono chiamati sat esotici; esistono anche sat comuni, non comuni, rari, epici, leggendari e mitici, nominati nella scala delle rarità Rodarmor definita da Casey Rodarmor, il creatore del protocollo Ordinal.

OCM Genesis ha utilizzato i sat Block 9 per l'intera collezione. Tutti i 10.000 figli sono stati inscritti al Blocco 9 - 450x sats. Inoltre l'intervallo di sat (450x) su cui è stato iscritto OCM Genesis è uno degli intervalli più bassi di sats del Blocco 9: i primi 0,2 BTC del primo bitcoin nel Blocco 9. Ad esempio, OCM Genesis #1 è su sat 45017800001 e OCM Genesis #10.000 è su sat 45017810000 (ci sono solo 178 intervalli sat come questo che sono precedenti al Blocco 9). Il vantaggio di utilizzare tale precisione nelle sat inscription è duplice: fa parte dell'arte in quanto ci vuole abilità per utilizzare il mezzo Bitcoin in questo modo e i sat corrispondenti rendono la provenienza e il collegamento tra sat e le opere d'arte OCM Genesis molto chiari.

Quando i sat vengono combinati con l’arte generativa, c’è un’altra bella possibilità su Bitcoin: può essere generata dal numero dei sat. Le collezioni OCM Genesis sono tutte arte generativa e il codice inscritto su Bitcoin utilizza il numero dei sat per generare l'inscription su quei sat. Un altro modo per incorporare il mezzo Bitcoin nel mondo dell'arte.


RE-INSCRIPTION, LA FRONTIERA INESPLORATA PER LA PROGRAMMAZIONE SU BITCOIN

La re-inscription è una caratteristica degli Ordinal che consente a un sat di essere inscritto più volte. Il costo di ogni nuova inscription è pari a quello di qualsiasi altra. Ciascuna re-inscription si trova sullo stesso sat delle precedenti, quindi tutte queste inscription sono collegate insieme e trasferite insieme. Solo il proprietario di un sat può inscrivere o re-iniscrivere su quel sat. Le nuove inscription possono consentire agli Ordinal di registrare i cambiamenti di stato quando utilizzati con la funzionalità sat endpoint. Ciò consente di creare programmi e applicazioni on-chain su Bitcoin con Ordinal.

OCM Genesis ha utilizzato le re-inscription per inscrivere più raccolte da 10.000 pezzi sugli stessi sat. Queste raccolte sono “legate all’anima” (cioè collegate in modo permanente) della raccolta inscritta la prima volta. Un vantaggio è che è facile spostarsi tra queste raccolte e il valore originale aumenta con l'aggiunta delle raccolte re-inscritte. OCM Genesis è stata la prima a realizzare una tale collezione e avrà quattro collezioni inscritte su ciascun sat:

  1. OCM Genesis: Perspectives
  2. OCM Genesis: 20219
  3. OCM Genesis: Deconstructed
  4. OCM Genesis: Certificate of Ownership


LA COLLEZIONE DA 10.000 PEZZI COME FORMA D'ARTE

La collezione da 10.000 pezzi è diventata una forma d'arte nel mondo degli NFT. Molte raccolte seguono questo formato. Su Ethereum, indipendentemente dal fatto che una raccolta sia di 10 o 10.000 pezzi, la differenza nel crearne una è banale, basta una modifica di una riga nello smart contract. La cosa curiosa su Bitcoin è che una collezione da 10.000 pezzi è 1.000 volte più costosa da creare rispetto a una collezione da 10 pezzi. E anche 1.000 volte più difficile da creare! Il motivo è che ogni NFT su Bitcoin deve essere creato come un manufatto digitale sulla catena, quindi ognuno di essi costa. Ogni creazione è immutabile, quindi se un singolo NFT della raccolta è stato creato in modo errato, potrebbe essere necessario eliminare l'intera raccolta. Inoltre alcune tecniche come la Provenienza Genitore-Figlio, o l’utilizzo della numerazione sequenziale dei sat, implicano un bel po’ di manipolazione dei sat stessi, quindi è abbastanza facile commettere un errore lungo il percorso, soprattutto perché il numero di sat richiesti aumenta con la dimensione della raccolta. Questo è il motivo per cui la collezione da 10.000 pezzi come forma d'arte su Bitcoin risalta ancora di più!

L'arte di OCM Genesis combina inscription ricorsive, provenienza genitore-figlio, sat sequenziali del Blocco 9 e re-inscription di diverse collezioni da 10.000 pezzi. Non c'era spazio per eventuali errori; sono state necessarie decine di migliaia di inscription per portare a termine questa impresa estremamente complessa. Qualsiasi cosa sarebbe potuta andare storta; un solo errore avrebbe compromesso la collezione. Ci sono volute abilità, preparazione, tempismo e fortuna incredibili per creare l'arte di OCM Genesis su Bitcoin.


IL CERTIFICATO DI PROPRIETÀ SU BITCOIN

In precedenza abbiamo discusso di come lo standard NFT fosse diverso su Ethereum rispetto a Bitcoin. Infatti il concetto di proprietà digitale degli NFT è diverso tra Ethereum e Bitcoin. Nel modello di Ethereum possediamo il certificato negoziabile per un oggetto digitale, ma quest'ultimo è generalmente fuori catena e potrebbe non esserci nemmeno noto; su Bitcoin l'oggetto digitale è on-chain ed è direttamente posseduto e commerciabile.

L'arte di OCM Genesis esplora questi due concetti di proprietà digitale e stiamo trasferendo la proprietà da Ethereum a Bitcoin. Il processo prevede una teleburn in cui gli asset su Ethereum vengono trasferiti all'indirizzo Ethereum corrispondente per la successiva inscription su Bitcoin. L’asset su Ethereum è “legato con l’anima” all’inscription su Bitcoin. Chi possiede quest'ultima possiede anche l'asset su Ethereum. Per renderlo più chiaro, abbiamo creato una quarta raccolta che è stata re-inscritta sugli stessi sat. Questa raccolta si chiama OCM Genesis: Certificate of Ownership ed è esattamente ciò che dice il nome: il certificato di proprietà dell'asset Ethereum che è stato trasferito. Il certificato di proprietà è un manufatto digitale su Bitcoin, ma è anche un certificato per un altro manufatto digitale su Ethereum. Gli Ordinal non rispettano i puntatori fuori catena come questo e tale concetto di certificato fa adesso parte dell'arte di OCM Genesis: Certificate of Ownership. Il consenso sociale sulla validità di questo certificato significa anche che l'atto del teleburn non è stato un atto di distruzione, ma di trasferimento.

La provenienza dell’arte è una delle ragioni principali per utilizzare la blockchain. Abbiamo creato uno smart contract su Ethereum in modo che il processo di teleburn potesse essere registrato con la migliore provenienza su Ethereum; può essere anche essere utilizzato per altre raccolte su Ethereum che desiderano seguire il nostro esempio. Su Bitcoin l'inscription del Certificate of Ownership include tutti i dettagli del teleburn ed è un passo verso la garanzia dei Real World Assets (RWA) su Bitcoin. Si tratta di un mercato enorme e in cui ho lavorato nel 2015 quando mi occupavo di titoli fondiari sulla blockchain per l'Egitto. Uno dei potenziali a lungo termine degli Ordinal è che gli RWA come titoli e atti sono garantiti su Bitcoin.

I certificati garantiti su Bitcoin per gli RWA includono il caso d'uso nel mondo dell'arte. Non tutta l'arte può essere on-chain, ma può essere certificata on-chain su Bitcoin. Gli artisti vorranno sempre esplorare oltre i limiti di Bitcoin e potranno trarre vantaggio dagli Ordinal assicurando il certificato on-chain e stabilendo la provenienza delle loro opere su Bitcoin.


IL FUTURO DEGLI ASSET DIGITALI SU BITCOIN

Bitcoin come blockchain per archiviare e proteggere asset oltre al suo uso nativo, il token fungibile, è nelle primissime fasi, dove è necessario costruire molte infrastrutture e il potenziale di crescita è enorme. Abbiamo assistito a questo potenziale su altre catene come Ethereum e Solana, e vedremo crescere questo mercato in modo simile su Bitcoin, facilitato dagli Ordinal. OCM Genesis è una delle opere d'arte pionieristiche su Bitcoin e mostra come gli asset del futuro possano essere realizzati all'interno dell'ecosistema Bitcoin.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


Supporta Francesco Simoncelli's Freedonia lasciando una “mancia” in satoshi di bitcoin scannerizzando il QR seguente.

https://opentip.io/freedonia


mercoledì 27 dicembre 2023

Nessuno si è ancora reso conto di quanto sia importante il gambetto Suez/Houthi

 

 

di Tom Luongo

Negli ultimi due anni abbiamo avuto molti indizi sul fatto che il Canale di Suez sarebbe diventato un importante punto caldo per eventuali conflitti. Ripensate, ad esempio, alla Evergreen arenata nel canale nel 2021. Tutti si stanno rendendo conto solo ora che il trasporto marittimo globale è a rischio.

Questo thread su Twitter (di un deficiente che all'apparenza sembra avere una buona conoscenza delle cose) è rappresentativo del livello di analisi portato avanti da persone ancora innamorate della capacità della Marina americana di forzare progetti in tutto il mondo. Si è appena reso conto dell'importanza di questa situazione, ma non ne ha colto le sfumature dall'altro lato del campo di battaglia.

Per descrivere adeguatamente il quadro generale dovrò tornare indietro nel tempo. Cominciamo allora dal 7 ottobre e dall'attacco contro Israele da parte di Hamas.


Gli eventi di ottobre

Ecco lo scenario tra la cricca di Davos e Stati Uniti/Regno Unito:

Se si è un vecchio oligarca globalista con il naso in questi eventi...

Ecco cosa state vedendo:

  1. Il progetto in Ucraina è appeso a un filo mentre il sostegno europeo e americano diminuisce a tutti i livelli.
  2. La BCE non riesce a mantenere il controllo sull’aumento dei rendimenti obbligazionari per evitare una crisi bancaria.
  3. La curva dei rendimenti statunitensi si sta espandendo nel lungo periodo, non offrendo alla Yellen alcuna buona opzione per finanziare l’attuale deficit di bilancio, o per rinnovare il debito esistente, gran parte del quale è in scadenza nel 2024.
  4. Le elezioni statali tedesche mettono profondamente in imbarazzo la coalizione di governo in Assia e Baviera, nonché la CDU/CSU che ha perso voti significativi a favore di Alternativa per la Germania (AfD) nella roccaforte della CSU in Baviera.
  5. Le elezioni polacche costringono il partito al governo Diritto e Giustizia (PiS) a lasciare il potere nonostante le dure parole sui rifugiati ucraini e scuotono la Germania per le riparazioni della Seconda Guerra Mondiale.
  6. I BRICS aggiungono cinque nazioni che danno loro il controllo sulle principali rotte commerciali dentro e fuori l’Europa, incluso il Canale di Suez.
  7. La posizione geopolitica degli Stati Uniti in Medio Oriente si sta deteriorando mentre l’Arabia Saudita si schiera con la Russia e l’Iran su ogni questione.
  8. L’Iran sta diventando un partner fondamentale nella fiorente integrazione asiatica sul piano commerciale e politico.

Non concludereste che il tempo è scaduto e che sconvolgere il tabellone di gioco in qualche modo sia la vostra mossa migliore, se non l'unica?

Dall'altro lato abbiamo le seguenti circostanze:

Se tutto questo [rivelare l’odio neoconservatore nei confronti degli arabi] era l’obiettivo prefissato dall’Iran, allora la missione è compiuta.

Ciò implica anche che siano pronti e disposti ad aprire l’intero vaso di Pandora in tutto il Medio Oriente per riunire le tribù arabe e promuovere le loro ambizioni regionali. E questa volta non ci sarà un Lawrence a riportarli nell'ovile britannico.

La risposta di Israele probabilmente impedirà a qualcuno di loro di farsi da parte, lasciando che Israele spazzi via i civili a Gaza, anche se segretamente disprezzano Hamas tanto quanto gli israeliani.

Quindi, se siete in Iran e vedete:

  1. Debole leadership americana con Biden.
  2. Il sostegno all’Ucraina viene rapidamente meno.
  3. Gli stati petroliferi arabi restano saldi con la Russia nel contrastare le sanzioni USA/UE.
  4. La Cina investe nella ricostruzione della Siria.
  5. La Turchia attacca apertamente le forze curde delle SDF appoggiate dagli Stati Uniti nei giacimenti petroliferi siriani.
  6. Un cinico furto di terre da parte dell’Azerbaigian per interrompere il corridoio di trasporto internazionale Nord-sud in Armenia.
  7. La Russia ritorna sul mercato europeo del gas attraverso la Turchia.
  8. Maggiore influenza a livello regionale grazie alla riapertura delle relazioni diplomatiche con l’Arabia Saudita.

Non fareste qualcosa per sconvolgere lo status quo e imporre una scelta agli Stati Uniti ma anche al resto del mondo arabo?

La risposta iniziale degli Stati Uniti è stata quella d'intervenire rapidamente con una massiccia forza navale e segnalare il proprio sostegno a Israele e anche per “avvertire l'Iran”. Martin Armstrong ha subito sottolineato che questa era una trappola per gli Stati Uniti. Il thread sopra riguarda l’attuale disposizione delle forze navali statunitensi schierate nella penisola arabica.

La trappola di Tucidide è quella in cui una potenza dominante viene provocata a reagire contro una potenza in ascesa su una questione a cui deve rispondere per dimostrare che ha ancora supremazia ma non può vincere. Questo è esattamente ciò che la potenza emergente vuole che faccia la potenza dominante.

L'aggiunta di sei Paesi chiave da parte dei BRICS ad agosto, come ho detto allora, era lo scopo del vertice di quest'anno, non l'introduzione di una moneta BRICS coperta dall'oro.

Questo è ciò che Armstrong ha sottolineato: la possibilità che Russia/Iran/Cina scatenino una trappola di Tucidide sugli Stati Uniti attraverso Israele.


Perché la guerra in Yemen non è più una guerra ormai

Come si inseriscono in tutto questo gli attacchi Houthi al trasporto marittimo globale?

Allo stesso modo in cui le “milizie iraniane” hanno intensificato i loro attacchi contro le forze statunitensi di stanza in Siria e Iraq. L’obiettivo è spingere gli Stati Uniti fuori dal Medio Oriente e ridisegnare le mappe, annullando potenzialmente sia la Dichiarazione Balfour che l’accordo Sykes-Picot del 1916.

Israele ha una scelta: la Dichiarazione Balfour è ancora negoziabile, a seconda delle sue azioni future.

L'accordo Skyes-Picot, invece, non lo è. Gli arabi e i persiani sono stanchi dei conflitti che l’Occidente fa divampare sui vecchi confini tracciati dalla Gran Bretagna.

Tutti commettono l’errore di pensare che gli Stati Uniti sostengano Israele a causa degli “ebrei”. Una volta invocato questo argomento taboo, ogni discussione razionale viene interrotta. Succede per impedire di guardare alla cosa davvero importante in gioco: l’analisi strategica britannica delle mappe del mondo dalla prospettiva di un “ex” impero marittimo.

E, purtroppo, come sostengo da anni, gli ebrei sono quelli che subiranno le conseguenze negative.

Gli inglesi (e la vecchia Europa continentale) comprendono perfettamente che la globalizzazione dipende dal trasporto marittimo; a prima vista è molto più efficiente e meno vulnerabile al sabotaggio rispetto agli oleodotti lunghi migliaia di miglia.

Se fate esplodere o dirottate una nave, perdete una nave; fate saltare in aria un oleodotto da $55 miliardi e questo cambierà completamente le mappe.

Questa è stata la lezione degli attentati del Nordstream, per ricordare a tutti quanto siano fragili le infrastrutture fisiche.

Pertanto per proteggere il trasporto marittimo globale, che tradizionalmente è controllato dalle principali compagnie di navigazione europee e dal settore assicurativo della City di Londra, gli attacchi alle infrastrutture fisiche come oleodotti, ferrovie, raffinerie, ecc. sono perfettamente sensati. Fate saltare in aria i porti (Beirut) controllati dal vostro nemico e costringerete il mondo a passare attraverso i porti che controllate.

Quello che cercando di dire è che Iran/Cina/Russia stanno perseguendo l’idea che il trasporto marittimo non sia vulnerabile quanto le infrastrutture fisiche. Infatti l’impero statunitense è un impero navale, proprio come lo era quello britannico; sono modellati sulla stessa struttura e visione del mondo. Gli Stati Uniti sono gli eredi dell’impero marittimo britannico.

Questo è un altro motivo per cui il riavvicinamento tra Iran e Arabia Saudita è stato importante: non solo per porre fine alla guerra saudita contro lo Yemen, ma per trasformare gli Houthi da una spina nel fianco in una risorsa mentre passano dal sostegno al vecchio impero statunitense/britannico al crescente impero guidato da Cina/Russia/Iran.

Non trovate strano che Putin non abbia mai reagito dopo che gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno fatto saltare in aria il Nordstream? Tutte le chiacchiere che escludono sia i pazzi neoconservatori nel Consiglio per la sicurezza nazionale che nel GCHQ sono fuorvianti.

Putin è paziente; ha capito cosa rappresentasse il Nordstream. La diplomazia riguardo il gasdotto è stata la migliore possibilità per la Russia di evitare una guerra che si sarebbe spalmata lungo il prossimo secolo.

Ricucire il mondo con gas e petrolio, stabilizzare i confini, ricostruire la Russia, introdurre un nuovo tipo di pace: è un tipo di pace che non dipende dall’abilità marittima, basata sul modello britannico, e così dovrebbe essere dato che l’Inghilterra è un’isola nel nord Atlantico.

Si tratta di un approccio terrestre con il controllo sulle strettoie geografiche intorno al Mar Mediterraneo e alla penisola arabica, facilitando l’apertura di nuovi mercati e ponendo fine al vecchio controllo coloniale europeo su Africa, Asia e persino Sud America.

E ora Putin sta cogliendo l’occasione per colpire al cuore l’abilità marittima del globalismo stesso, permettendo all’Iran di attivare gli Houthi per attaccare le navi commerciali intorno al Golfo di Aden.


Obiettivo: Egitto

Prendiamo in considerazione ora il vero obiettivo dell'attacco di Hamas contro Israele. Chi è stato al centro di tutte le principali sfide al piano globalista nel 2023?

L'Egitto.

È proprio l’Egitto che i russi e i cinesi hanno incoraggiato a dichiarare default per il debito dovuto all'FMI, offrendosi di condonarlo se quest'ultimo avesse fatto lo stesso.

È stata l'offerta di Israele di condonare il debito dell'Egitto nei confronti del Fondo monetario internazionale se avesse portato via tutti i rifugiati palestinesi da Gaza a svelare la posta in gioco reale. Per una volta si è trattato di un'offerta vera e non di una semplice restituzione della merce rubata, come è tipico per la cricca di Davos.

Lo scopo del vertice BRICS dello scorso agosto era quello di prendere il "controllo" su tutte le vie navigabili che circondano la penisola arabica, vale a dire le rotte marittime più importanti a livello mondiale verso la vecchia Europa e ciò che resta dell'Impero britannico.

Il Canale di Suez.

L'Egitto è risultato il vincitore e dal momento in cui è stato annunciato che avrebbe aderito ai BRICS, l’attenzione si è concentrata sul tentativo d'impedire che ciò accadesse destabilizzando il Paese. Ecco, quindi, che salta fuori un brutale attacco di terra, che la leadership israeliana sapeva sarebbe arrivato, per creare una crisi di rifugiati in Egitto; aumenta la pressione sul governo di al-Sisi e si tenta di nuovo una rivoluzione colorata dopo le elezioni.

Ecco il titolo del Wall Street Journal dopo che el-Sisi ha vinto le elezioni con quasi il 90%: “L'egiziano Sisi deve affrontare sfide difficili nel suo terzo mandato come presidente”.

È stata una sorpresa per me che non abbiano nemmeno contestato pubblicamente il risultato e non abbiano tentato un'altra rivoluzione colorata. Forse finalmente riusciremo a vedere quanto siano limitati i fondi ora che Powell ha alzato i tassi al 5,5%...

L'articolo del WSJ è una tabella di marcia per il futuro dell'Egitto rispetto alle sue relazioni con l'Occidente. Si cercherà di fare pressione dal punto di vista economico su al-Sisi affinché si sottometta. Non funzionerà perché l'Egitto ha amici potenti...

Il modo in cui lo vedo in termini di mossa-contromossa è il seguente:

  1. I BRICS portano l’Egitto nel proprio ovile sapendo che ciò apre opzioni di finanziamento alternative per il Paese al di fuori degli strozzini dell'FMI.
  2. L'attacco di Hamas può proseguire se tutti pensano che sia a loro vantaggio farlo.
  3. Israele/USA/Regno Unito pensano di poter fare pressione sull’Egitto affinché si sottometta.
  4. Russia/Iran/Cina pensano di poter aumentare la pressione sugli Stati Uniti affinché lascino la regione.
  5. Hamas è stata una pedina sacrificale in questo gioco, da entrambe le parti: Iran e Regno Unito.
  6. Netanyahu agisce in modo del tutto conforme lanciando un brutale furto di terre, facendo parlare ovunque di giacimenti petroliferi, del nuovo corridoio commerciale dall’India a Israele verso l’Europa, ma sono tutte minacce dirette al canale di Suez.
  7. Gli Stati Uniti si muovono in più gruppi di vettori per "proteggere le operazioni di spedizione".
  8. L’Iran sta chiaramente provocando gli Stati Uniti attivando gli Houthi per attaccare le navi commerciali. Alimenta la pirateria proveniente dal Corno d’Africa. Tutti pensano ancora di avere delle carte da giocare.
  9. La cricca di Davos vuole che gli Stati Uniti si trovino in una posizione tale da non poter mantenere la Pax Americana. Il Regno Unito cerca disperatamente di mantenerla... questa è la tensione critica tra i neoconservatori e la vecchia Europa.
  10. La cricca di Davos è felice di stringere un accordo con Cina e Russia per mantenere aperte le rotte commerciali, così annunciano rapidamente che tutte le principali compagnie di navigazione europee ritireranno l’utilizzo del canale di Suez.
  11. Ma notate chi stanno minacciando gli Houthi: solo le navi dell’Occidente, infatti molestano la Marina degli Stati Uniti, colpiscono le navi di linea MAERSK, negano il passaggio a tutte le navi dirette verso Israele.

Quindi Suez è ora insicuro in generale a causa dell’illegalità nella regione, o è semplicemente insicuro per l’Occidente? Se alle navi mercantili cinesi sarà consentito il passaggio e anche alle petroliere russe, allora avremo la nostra risposta.

Perché a me tutta questa faccenda puzza di montatura. Pensate alla rapidità con cui le compagnie di navigazione della cricca di Davos hanno annunciato che avrebbero abbandonato il canale di Suez. Il punto ovvio è negare all’Egitto le tasse sui trasporti e l’altro è che gli Houthi stanno facendo il bello e cattivo tempo nel Mar Rosso.

Ma è anche possibile che, nonostante tutte le posizioni, gli Stati Uniti si siano rifiutati di cadere nella trappola e cercare di difenderli con la Marina americana? Non penso che questo sia uno scenario probabile, i costi per gli Stati Uniti sarebbero troppo alti se non schiacciassero gli Houthi.

La scelta di Hobson per gli Stati Uniti è: far intervenire la marina per mantenere in piedi la Pax Americana ancora per un po’, allentare la pressione sull’Egitto e nel momento in cui accadrà gli Houthi smetteranno di giocare. L'Egitto si stabilizzerà, Suez si rinforzerà e la stretta sarà finita.

Se invece gli Stati Uniti non intervengono, la Pax Americana in mare sarà morta e la pressione sul trasporto marittimo globale aumenterà. L’Egitto dovrà essere sostenuto economicamente da Russia e Cina e al-Sisi non avrà altra scelta.

Ma ciò garantisce anche, nel lungo periodo, il punto di snodo sia per la Belt and Road cinese, sia per il corridoio internazionale di trasporto Nord-sud della Russia.

E chi è il bivio per entrambi? L'Iran.

Infine il costo per l’Europa sarà enorme, poiché il tempo di viaggio extra in Africa non farà altro che rendere le merci in uscita dall’Europa molto più costose.


La vera prospettiva per il petrolio...

Ora parliamo degli effetti su ciò che avrà sul cuore dell'intera questione: la domanda di petrolio.

Siamo stati oggetto di un’incredibile gaslighting riguardo la domanda marginale di petrolio attraverso la manipolazione del mercato dei futures, l'affondo sulla SPR e la politica delle sanzioni. L’OPEC+ continua a tagliare la produzione affinché il prezzo rimanga laddove i sauditi lo vogliono in modo da poter pareggiare il proprio bilancio: circa $80 al barile. Questo livello mantiene inoltre elevate le pressioni inflazionistiche negli Stati Uniti e bassa la competitività europea, costringendo la BCE a difendere l’euro per mantenere bassi i costi energetici interni, cosa che fa ormai da quasi due anni.

L'aggiunta della durata del viaggio medio per le navi portacontainer non solo aumenterà le tariffe giornaliere per il trasporto di merci, ma consumerà anche più carburante bunker n. 6, che è ciò con cui viaggiano queste navi. Il carburante #6, per i profani, è semplicemente petrolio greggio ripulito.

In un'e-mail inviata a un gruppo di discussione privato a cui partecipo, è stato fatto il seguente calcolo approssimativo sulla domanda globale di petrolio.

La media dei transiti giornalieri nel Canale di Suez è di 56 (mettiamo che la metà deviano). La deviazione extra intorno all'Africa è di circa 10-12 giorni (usiamo 10). Il consumo di carburante al giorno varia da 150 a 350 (diciamo 250). Ci sono circa 7,5 barili per tonnellata di carburante bunker. Quindi 28 navi * 10 giorni * 250 mt * 7,5 bbl/mt = 525.000 bbl al giorno di consumo extra se metà delle navi che normalmente utilizzano Suez deviano.

500.000 bbl/giorno non sono niente di cui lamentarsi. Infatti è immenso in termini di domanda marginale; intacca l’intera strategia israeliana di fare pressione sull’Egitto.

Ed è per questo che l’OPEC+ (o BROPEC+) non si lamenta degli attacchi al trasporto marittimo. La pistola fumanta analisi è il seguente titolo della Reuters: “L’Arabia Saudita suggerisce compostezza agli Stati Uniti mentre gli Houthi attaccano le navi nel Mar Rosso”.

Nessuno si chiede perché i sauditi siano così silenziosi su questo argomento? Questa è pirateria alle loro porte; gli Houthi dovrebbero essere i loro nemici, dato che da anni combattono una guerra contro di essi.

Ma questa mossa dei BRICS è chiaramente nel loro migliore interesse e vi dice tutto quello che dovete sapere su chi Mohammed bin Salman e il resto della famiglia reale stiano sostenendo in tutte le questioni geopolitiche. I terroristi sostenuti dall’Iran stanno apertamente molestando le navi intorno alla penisola arabica e i sauditi “chiedono moderazione?”

Gli Stati Uniti annunciano una coalizione di 10 nazioni contro lo Yemen e i sauditi e gli Emirati Arabi Uniti (entrambi ora membri dei BRICS) dicono di no?

Non vedo come gli Stati Uniti possano evitare la trappola di Tucidide in questo caso. Anche se non penso nemmeno per un momento che la Marina americana non possa affrontare gli Houthi, non penso nemmeno che qualcuno sia preparato al fatto che loro affondino le navi americane.

La mossa intelligente è risolvere questo problema senza arrivare a quel punto e quindi impegnarsi in negoziati reali. Con questi idioti alla Casa Bianca?

Scacco matto per Putin.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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venerdì 22 dicembre 2023

La “cura Milei”: dalla devastazione economica alla redenzione economica



di Francesco Simoncelli

La forza di una correzione è uguale e contraria al delirio che la precede. Dato che l’assurdità degli ultimi 10 anni, in Europa in particolar modo, non ha precedenti nella storia, anche la correzione sarà senza precedenti. Abbiamo già assistito a perdite marcate nel mercato obbligazionario, infatti il valore delle obbligazioni è diminuito sin dal dicembre 2021 con perdite per i decennali italiani finora di circa il 30%. Questa percentuale riflette le perdite derivanti dall’inflazione (nel senso che la sua minaccia ha ridotto i prezzi delle obbligazioni), ma le perdite effettive in materia di potere d’acquisto per chi ha investito in obbligazioni ammontano a un altro 30% (l’aumento dei prezzi al consumo sin dal 2020). La perdita totale di ricchezza reale supera il 60% (i conti sono un po’ più complicati, perché l’aggiustamento all’inflazione si applica al valore corrente residuo, non al valore nominale delle obbligazioni).

Le obbligazioni sono pensate per essere fonti di reddito sicure, non per essere scommesse o speculazioni. Il decennale italiano, ad esempio, è considerato alla stregua di denaro depositato in banca, è considerato “esente da rischi”, un investimento nel Paese stesso con tanto di narrativa patriottica... senza contare la tassazione agevolata sullo stesso. Le banche erano tenute a detenere titoli di stato per accedere ai programmi di liquidità assistita della BCE; i piccoli investitori e coloro che facevano affidamento sui consigli dei broker li hanno comprati pensando al loro futuro; le compagnie di assicurazione utilizzano i titoli di stato per assicurarsi di poter far fronte ai propri obblighi. Questa perdita di valore reale scuote l’intero edificio finanziario: dal più umile saldo ai circa €2.900 miliardi di prestiti al governo italiano.

Rendimento del decennale italiano

Finora le perdite sono ancora sui bilanci, per lo più non riconosciute e a volte nascoste. Come il cadavere di un anziano parente che nessuno si è preso la briga di visitare, l'orrore della sua morte deve ancora essere scoperto. E resta la presunzione che, se tenuti fino a scadenza, non si perderà un centesimo. È come dire: se posticipate abbastanza a lungo la vostra visita, non scoprirete la triste verità sullo zio Ubaldo... anzi forse è meglio dimenticarsene completamente. Ma non si possono ignorare le perdite obbligazionarie, soprattutto perché il governo italiano ha un deficit di bilancio che in un modo o nell’altro dovrà essere coperto, nel presente, non in un futuro molto lontano. O tassi d'interesse più alti generano più risparmi (e acquirenti di obbligazioni sovrane), oppure una maggiore stampa di denaro produce tassi d'interesse più elevati (poiché le aspettative sull'inflazione li spingeranno al rialzo). In ogni caso, i soldi sono in movimento: alcuni asset scompaiono del tutto poiché i debitori non possono rimborsarli, ma gran parte della ricchezza passa di mano. Il governo italiano, ad esempio, deve spendere molto di più per coprire i propri deficit. Ma dal suo punto di vista, comunque, non tutte sono brutte notizie, dato che l’inflazione riduce il valore reale del debito pubblico.

Deficit di bilancio del governo italiano

I risparmiatori guadagnano molto di più, ma i mutuatari faticano a tenere il passo con i costi di finanziamento più elevati. Su e giù per il grande edificio dell'economia italiana appaiono delle crepe: gli zombi falliscono, i prezzi degli strumenti finanziari scendono, le banche falliscono, i costruttori smettono di costruire. Basta guardare cosa sta succedendo nel mercato immobiliare: il tasso medio dei mutui nel 2021 era in alcuni casi anche inferiore all'1%; ora è superiore al 4%. Chi può permetterselo? Non molte persone e infatti le vendite di case sono ora scese a livelli precedentemente visti nella crisi del 2010.

Mentre i costi degli interessi sono saliti alle stelle e l’accessibilità economica è diminuita, i prezzi delle case sono aumentati! L’acquirente medio non può più permettersi di acquistare la casa media, quindi il costruttore medio resta a bocca asciutta. Infatti, dopo la baldoria fiscale sulla scia del cosiddetto Superbonus edilizio, l'output delle costruzioni in Italia è tornato in linea con la tendenza degli anni precedenti e ha ripreso la sua triste e lenta tendenza verso il basso.

La struttura finanziaria del Paese è radicalmente cambiata: quando è necessario rifinanziare i prestiti, i creditori vogliono più interessi e il governo italiano paga sui debiti di oggi circa quattro volte più interessi rispetto al 2021. Quando mandate i vostri figli all’università, le tasse scolastiche aumentano con l’inflazione; se avete intenzione di pagarle con il rendimento delle obbligazioni acquistate nel 2021, ve ne servirebbero cinque o sei volte di più per pagare le spese universitarie dello stesso anno. Cibo, benzina, affitto, ecc. tutto aumenta. Dieci anni fa avreste potuto comprare una casa media con un reddito medio; oggi ve ne serve più del doppio. Senza contare che nel frattempo il reddito medio è anch'esso diminuito.

Niente di tutto ciò dovrebbe comunque sorprendervi o inquietarvi: è proprio quello che accade durante una correzione. E poiché le cose che necessitano di essere corrette sono diventate tante, tale correzione sarà severa.


DAL BOOM (FASULLO) AL BUST (REALE)

La teoria Austriaca del ciclo economico sostiene che gli sforzi volti a sopprimere artificialmente i tassi d'interesse al di sotto dei livelli di mercato alimentano un boom insostenibile. Quando l’espansione del credito inevitabilmente rallenta, la prosperità illusoria si sgretola mentre gli investimenti improduttivi e gli errori economici commessi devono infine essere corretti. Questa fase di contrazione funge da inevitabile periodo di riallineamento doloroso, ma necessario. In contrasto con le tesi mainstream secondo cui le autorità monetarie possono appianare con successo i cicli economici attraverso una linea di politica interventista, la Scuola Austriaca considera controproducenti tali sforzi per stimolare la crescita e, in definitiva, distruttivi. Bisogna, quindi, temere il boom, non il bust.

Il ciclo inizia quando le banche centrali spingono artificialmente i tassi d'interesse al di sotto del loro livello “naturale”, disconnettendo il costo del credito dalle preferenze temporali dei consumatori e dalla disponibilità reale delle risorse. Tassi artificialmente bassi incentivano l’aumento della spesa per investimenti e l’indebitamento: le imprese sono indotte a intraprendere nuovi progetti che normalmente sarebbero risultati del tutto non redditizi e questa ondata d'investimenti improduttivi, alimentata dalla creazione di credito a basso costo, porta a un’espansione in vari settori facendo salire i prezzi degli asset e alimentando ulteriormente la frenesia della boom. In questo modo, la manomissione dei tassi d'interesse sconvolge profondamente l’equilibrio critico tra risparmio e investimento nell’economia reale, e il volume degli investimenti finanziati dal credito inflazionistico supera di gran lunga l’insieme dei risparmi reali disponibili. Detto in parole povere, l’inflazione monetaria crea un miraggio di prosperità.

Questa tendenza è ben illustrata dalla metafora misesiana del capomastro. In un libero mercato la figura del capomastro valuterebbe oggettivamente la redditività di potenziali progetti di costruzione sulla base dei tassi d'interesse di mercato: tassi elevati rifletterebbero una scarsità di capitale per investimenti a lungo termine, suggerendo l'avvio solo di progetti più essenziali e davvero redditizi. Questa analisi disciplinata connette gli investimenti alle richieste effettive dei consumatori, garantendo un’allocazione efficiente delle risorse scarse. Con i tassi artificialmente bassi, invece, il capomastro finisce per credere che il capitale sia abbondante e che ci sia la possibilità d'intraprendere più progetti simultanei e molto ambiziosi. In realtà il capitale reale è scarso, contrariamente all’illusione spacciata dal credito facile. Infatti, man mano che i progetti vengono sviluppati in simultanea, la dura realtà sobbolle sotto la superficie fino a quando non esplode e il capomastro esaurisce letteralmente i mattoni, il cemento e altri materiali. Questa metafora rispecchia il modo in cui i boom artificiali alimentano investimenti improduttivi in tutta l’economia, finanziando innumerevoli iniziative speculative basate esclusivamente su segnali di prezzo distorti dal credito a buon mercato piuttosto che sulle richieste reali dei consumatori e sulla disponibilità reale di risorse.

Alla fine l’espansione del credito decelera e i tassi d'interesse tornano ai livelli naturali, facendo svanire l’illusione monetaria man mano che la realtà economica riemerge dal suo torpore. Gli investimenti giustificati esclusivamente dal credito facile iniziano a fallire, esponendo la loro non redditività; le bolle scoppiano mentre le aspettative di un’espansione monetaria infinita si confrontano con la dura realtà. L’economia inizia la sua convalescenza a lungo ritardata eliminando finalmente le distorsioni e gli eccessi accumulati e seminati durante il boom artificiale. Mentre i tassi d'interesse tornano a salire per riallinearsi con la realtà, il capomastro scopre che le sue prospettive espansive non sono finanziariamente sostenibili: l’illusione di profitti facili va in frantumi quando i fondamentali economici tornano a suggerire un calcolo economico in accordo con segnali di mercato genuini. Ma tutto ciò non riguarda solo il capomastro, bensì tutte le innumerevoli iniziative non redditizie e investimenti errati che sembravano fattibili in condizioni monetarie distorte. Il castello di carte crolla mentre la realtà prende il sopravvento. Emerge, quindi, la fase di bust: necessaria e inevitabile.

Secondo la teoria Austriaca, liquidare sistematicamente gli investimenti sbagliati e gli errori commessi sotto l’influenza dell’illusione monetaria è una correzione inevitabile. Incolpare la crisi per aver messo in luce gli eccessi del passato è come incolpare i postumi della sbornia piuttosto che l'essersi ubriacati. Bisogna eliminare le distorsioni del boom artificiale e correggere gli errori; cercare invece di prevenire la correzione attraverso un rinnovato stimolo inflazionistico è molto simile a evitare la sobrietà dopo una brutta sbronza. E tale correzione necessaria non potrà che diventare più severa se continuamente rinviata e amplificata da ulteriori distorsioni che mantengono artificialmente in vita iniziative improduttive ma politicamente connesse. La recessione funge da fase correttiva naturale, volta a ristabilire le fondamenta di sani principi economici dopo una fase precedente di ottimismo fuorviante indotta dall’espansione artificiale del credito.

La crisi gioca un ruolo essenziale nell’eliminare le distorsioni monetarie riallineando i prezzi, mandando in bancarotta imprese non redditizie e reindirizzando le risorse sprecate verso settori allineati con le richieste reali dei consumatori. Questo processo doloroso, ma necessario, apre la strada a una crescita equilibrata e sostenibile basata sulla realtà piuttosto che su un’intossicazione fiscale e monetaria. I politici spesso additano le recessioni come la causa principale dei problemi economici e tentano di rianimare artificialmente l’economia attraverso una rinnovata inflazione, tuttavia la crisi è in realtà la soluzione, non il problema stesso. Il vero problema erano le distorsioni e gli investimenti improduttivi indotti dal boom artificiale; gli sforzi volti a rigonfiare le bolle attraverso l’intervento monetario non fanno altro che peggiorare enormemente la situazione e piantare i semi per crisi molto più caotiche in futuro, quando la correzione potrà finalmente fare il suo corso.

Possiamo, quindi, estrapolare cinque lezioni da quanto detto finora:

  1. II boom artificiale pianta i semi da cui emerge il bust futuro distorcendo gli incentivi agli investimenti e i segnali di prezzo in tutta l’economia. Quando i tassi d'interesse vengono abbassati artificialmente, gli investimenti improduttivi si diffondono rapidamente in tutti i settori, dando vita a progetti insostenibili privi di redditività reale sottostante.

  2. Il bust è inevitabile e deriva direttamente dalle distorsioni, dagli investimenti improduttivi e dal consumo eccessivo inerenti al boom artificiale precedente. Il bust, di conseguenza, è una correzione necessaria dei mercati. Ciò implica che i politici non possono prevenire le crisi reflazionando i bust con ancora più credito e stimoli poiché ciò non farà altro che accumulare nuove distorsioni su quelle vecchie.

  3. Non ci sono scorciatoie per evitare il bust. La liquidazione degli investimenti improduttivi e il riallineamento della struttura produttiva sono necessari per riportare l’economia alla stabilità e alla crescita sostenibile. Stimoli fiscali/monetari non possono eludere questo processo doloroso, ma curativo.

  4. La crisi deve fare il suo corso, il naturale processo di guarigione dell’economia e non additata come il problema stesso. La bancarotta è la soluzione, non la causa, della turbolenza economica.

  5. Le linee di politica che mirano a inflazionare continuamente i boom causano inevitabilmente danni enormi. Il credito a buon mercato distorce i segnali di prezzo e gli incentivi economici, portando a un’errata allocazione sistemica delle risorse scarse.

Decenni di credito ultrafacile hanno gonfiato oggigiorno la più grande bolla finanziaria della storia moderna e i politici si trovano ad affrontare continue pressioni per rigonfiarla ed evitare ricadute economiche. La teoria Austriaca offre un monito senza tempo a tal proposito: le forze di mercato non possono essere ignorate per sempre. I boom artificiali non fanno altro che preparare il terreno per recessioni ancora più violente quando l’inevitabile correzione finalmente arriva, pertanto comprendere la natura intrinsecamente distruttiva dei boom artificiali fornisce informazioni vitali sulla nostra traiettoria economica precaria. Nonostante la sua impopolarità, la crisi economica rimane una presenza inevitabile nel nostro viaggio, un percorso da un entusiasmo spericolato a una riflessione razionale.


LA CURA MILEI

Se fino allo scorso novembre questa linea di pensiero era sostanzialmente un atto direzionale teorico, dal 19 di quel mese non lo è più. Infatti dopo l'elezione di Milei a presidente dell'Argentina c'è finalmente una concreta possibilità che la teoria Austriaca venga implementata nella sua interezza nell'economia di un intero Paese. Milei deve muoversi velocemente, l’Argentina ha finito i soldi (degli altri) e i parassiti, i potenti e le élite di tutto il mondo stanno facendo tutto il possibile per fermarlo. È un vero riformatore, non uno fasullo; Milei non è uno di “destra”, un “clone di Trump”, invece è qualcos’altro. Sta cercando di ridurre il potere di uno stato in bancarotta. È possibile? Con così tanti interessi speciali contro di lui? Vedremo, ma se il buongiorno si vede dal mattino, è sulla buona strada:

• Licenziamento di tutti i dipendenti pubblici che hanno lavorato per meno di un anno;

• Abolizione di tutta la pubblicità governativa e della relativa spesa per i progetti;

• Le posizioni governative nominate vengono tagliate del 34%;

• Niente più trasferimenti ai governi locali;

• Sospensione e cancellazione di tutte le infrastrutture pubbliche (soggette a molta corruzione in passato);

• Riduzione dei sussidi per l'energia e i trasporti;

• Svalutazione del peso argentino da 350 a 800 pesos per dollaro;

• Eliminazione delle quote e delle licenze di esportazione e importazione;

• Aumento temporaneo delle imposte non agricole per le esportazioni e le importazioni allo stesso livello dell'industria agricola per uniformità;

• Espansione temporanea degli aiuti diretti attraverso l'assegno per i figli e la carta di debito per l'aiuto alimentare.

Questa è la realtà, questa è la volontà di correggere davvero gli errori del passato, piuttosto che spazzarli sotto il tappeto attraverso bonus fiscali e marchingnegni burocratici per stimolare ad hoc settori specifici dell'economia (es. Superbonus edilizio). Quella di Milei potrebbe essere una presidenza in cui i dettami della Scuola Austriaca potranno essere applicati per la prima volta nella storia economica in un intero Paese.


CONCLUSIONE

Il mondo finanziario è cambiato nell’estate del 2020 negli Stati Uniti e a fine 2021 in Europa. Abbiamo visto come il mercato obbligazionario abbia invertito la rotta, perdendo circa il 30% del suo valore reale. Ciò che non abbiamo visto è una vendita di tali proporzioni nel mercato azionario. E mentre le obbligazioni potrebbero rimbalzare, l’inflazione potrebbe prendersi una pausa e le azioni potrebbero salire, il cosiddetto Trend primario ci accompagnerà per molti anni a venire: rendimenti obbligazionari in rialzo, azioni in ribasso, inflazione dei prezzi che va su e giù ma non scompare. Questa nuova tendenza richiederà aggiustamenti su larga scala, inclusa la cancellazione di migliaia di miliardi in “investimenti” che sin dall'inizio non erano redditizi. È così che va il mondo: niente di cui preoccuparsi, a condizione che si stia dalla parte giusta degli aggiustamenti e le autorità non peggiorino la situazione.

Ad esempio, l’anno scorso Putin e Zelensky erano pronti a raggiungere una soluzione; gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno insistito affinché la guerra continuasse. Qualche settimana fa il Brasile ha proposto un cessate il fuoco a Gaza; la maggior parte delle Nazioni Unite era favorevole, ma gli Stati Uniti hanno posto il veto e poi è arrivato Biden con una richiesta da $105 miliardi in termini di nuovi aiuti esteri. Errori di questo genere sono così evidenti che non possono trattarsi affatto di errori: durante la prima guerra mondiale, nel 1916, Inghilterra, Francia e Germania erano già stremate da due anni di guerra e se fossero stati lasciati soli non avrebbero avuto altra alternativa se non quella di elaborare un accordo di pace. Entrarono in scena gli Stati Uniti con una scorta quasi inesauribile di nuovo denaro, soldati e illusioni e la guerra continuò per altri due anni, aggiungendo altri 10 milioni di morti in più e portando alla rivoluzione bolscevica in Russia e all'ascesa del nazismo in Germania.

Oggi, senza il sostegno dell'amministrazione Biden, le armi smetterebbero presto di sparare anche in Ucraina e in Israele. Ma i rischi reali per gli Stati Uniti non si trovano né in Cina, né in Israele, né in Ucraina: sono in patria e sono di natura finanziaria e politica. Gli Stati Uniti stanno spendendo più di quanto possono permettersi e se continuano così ciò porterà a ulteriore inflazione, bancarotte e debolezza. Questo è un declino calcolato, dato che si vuole abbattere la leadership statunitense. Finanziare l’Ucraina, finanziare Israele, finanziare una nuova guerra contro la Cina! In questo modo si ha la giustificazione per non prendere mai in considerazione alcun taglio dei costi e non viene fatto alcuno sforzo per “riequilibrare il bilancio”. Perché? Perché in questo modo i dollari possono continuare a scorrere all'estero laddove Powell ha chiuso i rubinetti monetari dell'eurodollaro.

Gli Stati Uniti devono tagliare la spesa indipendentemente dall’Ucraina, da Israele, o dalla Cina. Il percorso che stanno seguendo è insostenibile e lo afferma anche Powell stesso, infrangendo protocolli rigidi sulla forma. Tagliare la spesa è la strada da seguire, rendendo l'emissione di obbligazioni più sostenibile. Il problema è che una vera riforma politica/finanziaria non sarà possibile finché ci sarà gente come McConnell e Schumer al Congresso; finché questa gente ancora avrà un certo controllo sul Congresso, la FED dovrà mantenere la sua linea di politica sui tassi d'interesse almeno fino alla fine della stagione elettorale.

Se Biden volesse domare davvero l’inflazione dei prezzi, potrebbe farlo abrogando i dazi di Trump sulle importazioni cinesi. Ciò libererebbe la spesa dei consumatori e si assocerebbe alla linea di politica della FED riguardo tassi elevati in modo da incoraggiare il risparmio e gli investimenti negli Stati Uniti. Tagliare la spesa pubblica rassicurerebbe i mercati dei capitali sul fatto che gli Stati Uniti sono seriamente intenzionati a ritornare a una qualche forma di sobrietà fiscale. Se non ci si impegna a tagliare la spesa e ad abbassare il costo dello stato sulla classe media, c’è poco che la FED possa fare per prevenire una crisi. Essa, infatti, ha già in qualche modo aggiustato il lato monetario dell’equazione, frenando la creazione di credito nel settore bancario ombra e restituendo priorità razionali alla spesa delle imprese e dei consumatori. La FED non farà marcia indietro sui tassi d'interesse finché una delle principali banche di New York non si troverà nei guai. Non solo, ma non lo farà fino alla seconda metà del 2024, nonostante il modo in cui il mercato ha prezzato le cose nelle ultime settimane. L’Ucraina è solo l'ennesima giustificazione per esercitare pressioni su Powell.

Per quanto possa essere ritardata, una crisi alla fine arriva data l'insostenibilità degli errori finora commessi sulla scia degli ultimi 15 anni di eccessi monetari. Il delicato gioco della FED, attualmente, è quello di causare tanto dolore economico all'estero da scavalcare quello che viene percepito in patria. E se il settore energetico e quello industriale europei sono un proxy affidabile, e lo sono, ci sta riuscendo. Inutile dire che Powell sta puntando sulla saccenza e arroganza dello status quo di portare avanti un progetto fallimentare che non prevede affatto un redde rationem salutare dell'economia zombificata europea, bensì un raddoppio di quelle linee di politica che stanno portando sul lastrico socio-economico l'intero continente. La “cura Milei” sarebbe ciò di cui avrebbe bisogno l'Europa per ribaltare le sorti di questa guerra finanziaria che la vede perdente: dolore economico nel breve periodo, ma un ritorno organico e sostenibile a fondamentali economici solidi e affidabili. E se Bitcoin sta aprendo le porte al sovranismo individuale nel mondo digitale di domani, le azioni di Milei ci ricordano come esso sia altrettanto cruciale nel mondo analogico di ieri. Se prima il fenomeno della cosiddetta “argentinizzazione” era un percorso destinato alla devastazione economica, adesso può essere preso come esempio per una “redenzione” economica.

Ma così come è inevitabile una correzione dei mercati, lo è anche la presunzione di conoscenza dei pianificatori centrali europei, il loro credo cieco e sconsiderato nei confronti di un progetto in cui hanno investito talmente tanto capitale umano e finanziario da non poter affatto concepire un cambio di rotta. E, come ci ricorda Hayek, è questa presunzione che li porterà a fondo, insieme a tutti coloro che sposano una visione dell'economia capillarmente controllata dall'alto verso il basso.


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