lunedì 6 novembre 2023

Vivere nel rancore mette a rischio la libertà

“Se non ti piace l'Occidente, vai a vivere in Russia (o Cina) allora”. Non ce n'è più bisogno: i dementi  che si riempivano la bocca di queste scemenze presto faranno essi stessi un viaggio in quei regimi senza spostarsi o spendere un centesimo. Tutte le tecnologie restrittive delle libertà personali sono sempre introdotte con un'ottima scusa. Una cosa viene introdotta per uno scopo, poi va bene anche per "altro" e pian piano le remore che si avevano inizialmente nei confronti di fenomeni meno gravi vengono bypassate. Si tratta alla fine di volontà e fantasia dei burocrati. Quando si ha uno strumento simile in mano e viene sdoganato nell'arco di poche iterazioni, state tranquilli che verrà utilizzato anche per le cose precedentemente "democratiche". Qualcuno ha detto reato d'opinione? Ovviamente si dovrà passare prima per una "strana" e diffusa ondata di attentati terroristici in Europa...

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di Barry Brownstein

Nel suo libro La società libera F. A. Hayek scrive: “L’uomo impara dalla delusione delle aspettative”. Alcuni di noi, avrebbe potuto aggiungere Hayek, non vogliono apprendere la lezione.

Nonostante le loro aspettative siano costantemente deluse, i personaggi della serie Seinfeld continuano a lamentarsi e non apprendono mai questa lezione. Non lamentarsi non rientra nei nostri parametri d'azione affinché ci possiamo impegnare in quei valori senza tempo che facilitano la cooperazione umana.

Nell'episodio della stagione 8, “Bizarro Jerry”, Elaine frequenta i doppelganger di Jerry, George e Kramer e spiega a Jerry perché ha stretto queste nuove amicizie:

Elaine: «Kevin e i suoi amici sono brave persone. Fanno cose belle. Leggono.»

Jerry: «Anch'io leggo.»

Elaine: «Libri, Jerry.»

Jerry: «Oh, che grosso problema.»

Elaine: «Non posso passare il resto della mia vita entrando in questo puzzolente appartamento ogni dieci minuti per riversare le strazianti minuzie di ogni singolo evento quotidiano.»

Le minuzie a cui si riferisce Elaine sono l'infinito elenco di meschini risentimenti e lamentele.

La scena svanisce mentre Elaine se ne va con Jerry che protesta: «Perché no? Come ieri, sono andato in banca per effettuare un deposito e il cassiere mi ha guardato così.»

Quanto ci guadagno è ciò su cui si concentrano i personaggi? Posso dare ancora meno e ottenere comunque di più è la mentalità nascosta che condividono in realtà.

Una mentalità incentrata sulle lamentele impedisce ai personaggi di costruire vite significative. In un altro un episodio, Elaine prende in considerazione un modo migliore per fare le cose; per un momento ha un temporaneo ripensamento, ma poi il campo di forza delle sue vecchie abitudini riprende il sopravvento.

In Seinfeld ogni episodio è pieno delle lamentele più piccole, ma tanto amate dal pubblico. Potrebbe iniziare con una leggera fitta di fastidio e poi trasformarsi in una lamentela in piena regola. Se non riconoscessimo il nostro comportamento, per quanto esagerato da parte dei personaggi, lo show non sarebbe così divertente e senza tempo come lo è.

E allora, si potrebbe dire, non leggo queste pagine per recensioni sulle serie TV e o per ricevere consigli sull'auto-aiuto.

E se si scoprisse che le nostre lamentele sono ciò che stanno ponendo le basi per il socialismo e la distruzione della libertà?

Potreste pensare che io stia esagerando, oppure potreste pensare: suvvia, le mie lamentele non sono contro la società. Le mie lamentele sono rivolte contro le persone nella mia vita, e se ti raccontassi la mia storia sono sicuro che saresti d'accordo sul fatto che sono giustificate.

Crogiolarsi nelle lamentele significa far ruotare la nostra vita intorno all'essere contro qualcosa: una persona, un gruppo, o un'altra nazione. Collettivamente le nostre lamentele possono essere sfruttate per creare odio tribale e tale odio può durare per secoli.

Quando la professoressa di diritto di Yale, Amy Chua, ha scritto: “I demagoghi in cerca di voto scoprono che il modo migliore per mobilitare il sostegno popolare non è offrire proposte politiche razionali ma fare appello all’identità etnica, alimentando rimostranze storiche e sfruttando la paura e la rabbia di gruppo”, si riferiva al “mondo in via di sviluppo”. Ciò che ha descritto sta diventando sempre più la nostra esperienza politica negli Stati Uniti.

Il prolifico, divertente e perspicace critico sociale Dr. Anthony Daniels scrive sotto lo pseudonimo di Theodore Dalrymple. Nel suo libro, The Wilder Shores of Marx, ha descritto la sua partecipazione al festival mondiale della gioventù e degli studenti nel 1989 a Pyongyang, in Corea del Nord. Tra le migliaia di persone riunite lì, quasi tutti avevano una lamentela ed erano un gruppo sgradevole:

Essere membro di un gruppo vittimizzato era una vocazione e un destino che ovviavano al bisogno di considerazione degli altri. La persecuzione, reale o immaginaria, era una garanzia sufficiente per la giustezza del loro comportamento. Il problema era, ovviamente, che la maggioranza dei delegati si considerava perseguitata, sia come donne, membri di partiti comunisti scissionisti, vegetariani, omosessuali, irlandesi di origine, proletari, immigrati, o qualsiasi combinazione di questi gruppi. Quindi quasi tutti si comportavano come se fossero più perseguitati degli altri.

Dalrymple dovette scusarsi per essere un semplice individuo e non avere alcuna lamentela:

Ben presto mi ritrovai a dover spiegare, con un po’ di vergogna, che non rappresentavo nessuno tranne me stesso: essere un semplice individuo quando tutti gli altri rappresentavano, o pretendevano di rappresentare, gli oppressi, gli svantaggiati o i diseredati, equivaleva a un tradimento di classe. Nella sala, i piaceri del risentimento, passato, presente e futuro, trasudavano da tutti i pori.

Avanti veloce di 30 anni e, come hanno scritto Helen Pluckrose e James Lindsay nel loro libro Cynical Theories, il movimento contemporaneo per la giustizia sociale “è una visione del mondo che s'incentra sulle lamentele sociali e culturali e mira a trasformare tutto in una lotta politica a somma zero che ruota attorno ai marcatori d'identità come razza, sesso, genere, sessualità e molti altri”.

Gli studenti universitari di oggi non sono tenuti a partecipare a una conferenza incentrata sulle lamentele e sponsorizzata dall'era sovietica in Corea del Nord. Per usare la terminologia di Seinfeld, ogni giorno nei campus universitari c'è un Festivus, con il suo fulcro incentrato sulle lamentele.

Il risultato è un ciclo continuo di lotte e combattimenti. Pluckrose e Lindsay hanno osservato: “Dall’esterno l’approccio intersezionale sembra irritante, litigioso e incomprensibile. Sembra che operi come una sorta di plotone di esecuzione circolare, che si stringe sempre di più a ogni piccola divergenza e rimostranza”.

Nella sua conferenza del 1976, “Socialism and Science”, Hayek sosteneva che il socialismo richiede un “governo con poteri illimitati” per dare ai gruppi che presentano rimostranze ciò a cui pensano “di avere diritto”. Ci si aspetta quindi che i politici “lavorino per rimediare a ogni eventuale lamentela che hanno il potere di riparare, per quanto poco giustificata possa essere la richiesta”. [enfasi aggiunta]

Hayek spiegò che le lamentele non possono mai essere pienamente soddisfatte. Nella battaglia socialista su chi ottiene cosa, la distribuzione dei redditi è determinata dal “potere di quelle persone, o gruppi di persone, di estorcere benefici speciali attraverso lo stato”. Il risultato è che il merito svanisce.

Hayek ci ha lasciato questo potente avvertimento: una “società dignitosa” non può sopravvivere “a meno che le persone non imparino ad accettare che molte delle loro lamentele sono ingiustificate e non avanzano pretese sugli altri”. [enfasi aggiunta]

Anche con buone intenzioni, “i più idealisti tra i socialisti saranno costretti a distruggere la democrazia per servire la loro visione socialista e idealistica del futuro”. E poi, incapace di portare avanti “una responsabilità che non può assolvere”, un governo autoritario sarà costretto a usare “la knout [frusta] e la mitragliatrice” su coloro che hanno rimostranze.

Il premio Nobel per la letteratura, Mario Vargas Llosa, nel suo libro The Call of the Tribe scisse: “La civiltà nasce dal bisogno degli esseri umani di rivolgersi agli altri per soddisfare i propri bisogni”. Llosa apprese attraverso il suo studio di Adam Smith e F. A. Hayek che il liberalismo classico era il modo migliore per facilitare la cooperazione umana e la soddisfazione dei nostri bisogni più urgenti. Llosa scoprì anche che nel liberalismo c’era qualcosa di più del libero mercato:

Contrariamente a quanto suppongono le persone determinate a ridurre il liberalismo a una formula economica di liberi mercati, regole giuste, tariffe basse, spesa pubblica controllata e privatizzazione delle aziende, esso è soprattutto un atteggiamento verso la vita e la società basato sulla tolleranza e sul rispetto, amore per la cultura, desiderio di convivenza con gli altri e ferma difesa della libertà come valore supremo.

La prosperità umana richiede che la nostra attenzione sia rivolta a qualcosa – una vita migliore per noi stessi, i nostri figli e gli altri – e non contro qualcosa o qualcuno.

Fateci caso quando vi crogiolate nelle lamentele: quante irritazioni e lamentele minori e maggiori occupano i vostri pensieri durante il giorno? Cosa sacrificate quando la vostra attenzione è concentrata sulle lamentele? Ricordate il monito di Hayek: una “società dignitosa” non può sopravvivere quando una massa critica di persone si concentra sulle lamentele. Vivere nel rancore significa mettere a rischio la nostra umanità e la nostra libertà.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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