di Kristoffer Mousten Hansen & Karras Lambert
Nel marzo 2019 la persona sotto lo pseudonimo di “PlanB”, che si descrive come un “ex-investitore istituzionale con 25 anni di esperienza nei mercati finanziari”, ha pubblicato un breve articolo in cui descrive quello che definisce il modello “stock-to-flow” (S2F) riguardo il prezzo di Bitcoin. Influenzato dalle idee di Nick Szabo riguardo l'alto costo della falsificazione e di Saifedean Ammous riguardo lo S2F da un punto di vista generale, il post di PlanB descriveva una relazione statistica tra il valore di mercato di Bitcoin e il suo rapporto stock-to-flow.
PlanB ha presentato poi un modello diverso, denominato “Bitcoin S2F cross asset” (S2FX), nell’aprile 2020, il quale incorporava anche oro e argento. Le previsioni dei modelli S2F di un prezzo di Bitcoin in costante aumento corrispondevano all'ottimismo degli appassionati e hanno aiutato PlanB a raggiungere gli 1,8 milioni di follower su Twitter, oltre a numerose ospitate sui podcast di promotori dell'economia Austriaca nella comunità Bitcoin, come Stephan Livera e Saifedean Ammous.
In breve, il modello S2F afferma che la capitalizzazione di mercato (stock totale moltiplicato per il prezzo) di Bitcoin e di qualsiasi altra merce monetaria è determinata dal suo rapporto S2F, ovvero lo stock esistente diviso per il tasso di produzione. Il nostro modellatore produce quindi grafici che descrivono un adattamento estremamente stretto tra la capitalizzazione di mercato e il rapporto S2F.
Sono state mosse critiche tecniche alle diverse versioni di questo modello e sono state sottoposte a un crescente controllo nell’attuale mercato ribassista. Il nostro scopo in questo articolo è quello di concentrarci strettamente su alcuni degli errori concettuali dei modelli S2F dal punto di vista dell’economia misesiana; la nostra tesi è che non si può essere contemporaneamente un Austriaco misesiano e credere ciecamente in un qualsiasi modello S2F di determinazione dei prezzi degli asset.
Valore, scarsità e prezzo
Secondo PlanB nel suo primo post “l’ipotesi” del modello S2F è “che la scarsità, misurata da [stock-to-flow], guida direttamente il valore”. La volta scorsa abbiamo descritto i problemi legati all’assegnazione di una funzione di “riserva di valore” al denaro, ma PlanB fa un ulteriore passo avanti in questo errore fondendo “valore” con “prezzo”. Lasciando da parte i cavilli terminologici, la definizione di “scarsità” secondo PlanB come stock-to-flow è semplicemente errata per quanto riguarda l'economia, poiché si occupa solo di quantità fisiche e non tocca mai i fatti reali.
Secondo i grandi economisti Austriaci tutti i beni sono scarsi per definizione. La scarsità è una condizione generale in cui lo stock esistente di un oggetto non è sufficiente a soddisfare tutte le richieste. Avere un prezzo è segno che un oggetto è scarso e quindi ha, nella terminologia di Menger, “carattere di merce”. Questo non è semplicemente un cavillo terminologico, poiché la definizione di scarsità di PlanB come relazione fisica tra lo stock esistente e la produzione corrente (il “flusso”) di un bene ignora l’elemento soggettivo di valutazione che in definitiva è alla base della domanda e del carattere dei beni.
Nella concezione Austriaca di scarsità e valore, i beni scarsi ottengono sempre un certo prezzo. Tuttavia il prezzo specifico che qualcuno è disposto a pagare per una certa quantità di un bene non ha alcuna relazione necessaria con una sua misura fisica come il rapporto stock/flusso. Pertanto l’“ipotesi” del modello S2F soffredi un fraintendimento alla base e nessun ulteriore esercizio di raccolta o riparametrizzazione dei dati potrà salvarne la coerenza teorica.
S2F e la Legge della domanda
I lettori potrebbero mettere in dubbio la nostra affermazione secondo cui non esiste una relazione necessaria tra il prezzo pagato e le misure di offerta fisica facendo appello alla Legge della domanda. Non è forse vero che se l’offerta diminuisce il prezzo aumenterà? Questa linea di pensiero non riesce a comprendere la natura controfattuale delle leggi economiche. La Legge della domanda, propriamente intesa, descrive una relazione inversa tra il prezzo di un bene e la quantità domandata nel momento della scelta. Se il prezzo fosse più alto (o più basso), allora la quantità domandata sarebbe inferiore (o più alta), o almeno non sarebbe più alta (o più bassa) di quanto sarebbe altrimenti.
Inoltre la Legge della domanda non ha nulla da dire sui prezzi specifici che gli individui sono disposti a pagare per varie quantità di un bene. Le curve di domanda e offerta sono semplicemente strumenti concettuali a disposizione di un economista per rappresentare visivamente tale relazione controfattuale. Le forme specifiche delle curve, salvo quanto inteso nello stretto senso controfattuale appena descritto, non possono essere dimostrate dall'azione. Pertanto misurare le variazioni del prezzo e della quantità acquistata nel tempo non mette alla prova la Legge della domanda, ma si limita a raccogliere dati storici riguardanti le valutazioni degli individui che prendono parte ai vari scambi in momenti diversi.
Come sapranno i lettori dei trattati Austriaci o i frequentatori della Mises University, i prezzi si formano come risultato delle valutazioni soggettive delle persone che partecipano ad uno scambio. Tutti i prezzi implicano la dimostrazione di ranghi di preferenza inversa da parte degli attori che prendono parte a uno scambio, il che significa che l'acquirente di bitcoin preferisce questi ultimi al numero di unità di denaro fiat cedute e il venditore di bitcoin preferisce il contrario.
In un’economia monetaria, quantità concrete di una merce monetaria passano di mano in cambio di quantità concrete di beni non monetari, indipendentemente dallo stock totale di beni esistente nel mondo. Un “prezzo di mercato” è il prezzo che emerge dagli scambi durante un certo periodo di tempo; è impostato tra le valutazioni dell'acquirente marginale e del venditore marginale in modo tale che nessuna persona sia disposta a vendere al di sotto o ad acquistare al di sopra del prezzo di mercato.
Di conseguenza la relazione ipotizzata da PlanB tra stock-to-flow e prezzo di mercato è economicamente priva di significato. Suggerire che “la scarsità, misurata dallo stock-to-flow, guida direttamente il valore” significa respingere le peculiari intuizioni Austriache riguardanti la teoria del valore e la formazione dei prezzi a favore di una nozione meccanicistica di determinazione dei prezzi. Per evitare che i lettori pensino che siamo caduti nella fallacia dell'uomo di paglia, lo stesso PlanB ha affermato che “anche la domanda [...] è rumore, [...] lo stock-to-flow è il vero segnale”.
Stock-to-Flow e qualità del denaro
Detto questo, non vogliamo dare l’impressione che il rapporto stock/flusso di un bene sia del tutto privo di significato, poiché può essere un fattore importante nel determinare la qualità di una merce monetaria. Quando gli individui valutano una data quantità di denaro, diverse qualità di quella merce influenzano la sua valutazione, soprattutto quelle che gli individui considerano importanti. Un rapporto stock/flusso elevato può infatti essere considerato importante, in quanto indica che non si prevede che il potere d'acquisto della liquidità posseduta dall'individuo diminuisca a causa dell'aumento dell'offerta di denaro.
Tuttavia ciò non significa che un rapporto più elevato sia sempre migliore, poiché potrebbe essere irrilevante dal punto di vista degli attori di mercato in determinati periodi di tempo. Pertanto l’oro e l’argento non costituiscono merci monetarie peggiori di Bitcoin o di altre criptovalute con offerta fissa solo perché è probabile che i loro stock aumentino nel tempo o perché i programmi di produzione possano fluttuare; il punto chiave è se questi aumenti e fluttuazioni siano soggetti a decisioni burocratiche arbitrarie o lasciati a un processo decisionale individuale e volontario.
Finché esiste un libero mercato nel campo monetario, le forze di mercato standard integreranno la domanda e il costo di produzione del denaro (ad esempio attraverso l’estrazione dell’oro) in modo tale che non sorgano problemi nell’offerta. Infatti il limite fisso dell'offerta di Bitcoin si tradurrà inevitabilmente in una diminuzione della stessa, dato che le chiavi private per determinati saldi verranno dimenticate, il che va anche bene dal punto di vista Austriaco. Gli individui sceglieranno di utilizzare quel mezzo di scambio che preferiscono in base alle qualità che considerano importanti.
Riflessioni finali
Abbiamo evitato di approfondire i problemi tecnici con i modelli S2F di PlanB al fine di isolare l'errore fondamentale che rende, nella migliore delle ipotesi, incidentale qualsiasi correlazione apparente tra il prezzo di Bitcoin e il suo rapporto stock-to-flow. Tuttavia gravi problemi statistici inerenti alle specifiche di questo modello, come il fatto che le regressioni “stock-to-flow” basate sul “valore di mercato” (prezzo moltiplicato per lo stock esistente) comportano la regressione dello “stock” stesso, hanno portato il lavoro di PlanB a essere descritto da un critico come “marketing intriso di matematica”.
I sostenitori dei modelli finanziari predittivi, come il modello S2F, potrebbero ripiegare sull’idea espressa nella citazione che PlanB attribuisce a George Box: “Tutti i modelli sono sbagliati, alcuni però sono utili”. Tuttavia questo atteggiamento tradisce un’inclinazione positivista del tutto in contrasto con i principi epistemologici e metodologici di Menger, Mises e Rothbard, che di regola riconoscono che i modelli errati sono inutili per comprendere le relazioni causali nel mondo reale. Possiamo sapere che i prezzi non sono e non saranno mai impostati da cambiamenti nei parametri fisici stock-to-flow senza dover mai raccogliere dati ed eseguire regressioni. I critici positivisti potrebbero considerare la nostra posizione “intollerante” ed estrema, ma la verità stessa può sembrare intollerante a coloro che si ostinano a negarla.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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