Su queste pagine scrissi l'anno scorso che la cosiddetta "Terza guerra mondiale" non sarebbe stata altro che una serie di conflitti a macchia di leopardo sparsi in tutto il mondo. Oltre alla guerra tra Russia e Ucraina, molti dimenticano il conflitto tra Armenia e Azerbaijan, la fiammata di ritorno tra Serbia e Kosovo, l'infinita "querelle" tra turchi e curdi, i massacri "regolari" in Siria e, adesso, anche il riaccendersi delle braci di guerra tra Israele e Hamas. Stiamo assistendo sostanzialmente agli ultimi istanti di vita del cosiddetto “ordine internazionale basato su regole”. Il trionfo della “democrazia liberale” sull’Unione Sovietica ha alimentato l’arroganza dei neocon a Washington e tra i suoi alleati, la convinzione che il mondo potesse essere modellato a loro piacimento, che le preoccupazioni sull’etnia, sulla religione e sul passato potessero essere trasformate dal loro potere. Secondo questo pensiero l’Afghanistan e l’Iraq potevano essere trasformati con il giusto mix di guerra e costituzioni. Il messaggio di fondo era sostanzialmente questo: gli Stati Uniti avrebbero salvato tutti e tutto, sia economicamente (es. eurodollari) sia socialmente (es. intervento bellico). Questa convinzione in un ordine mondiale sostenuto dalla potenza economica e militare americana ha influenzato il modo in cui hanno operato altri attori globali. Sebbene l’influenza della lobby israeliana sia la più visibile, con i politici che dichiarano apertamente la loro fedeltà allo stato ebraico, dal 2016 anche nazioni come Qatar, Arabia Saudita, Cina, Giappone, Corea del Sud e altri hanno investito per influenzare la linea di politica americana. Solo che adesso, sulla scia dell'emancipazione americana dal sistema che ha caratterizzato il post-Bretton Woods, siamo di fronte a un periodo di cambiamento epocale e ciò avrà effetti profondi sul commercio e sulle relazioni globali in futuro. Di recente abbiamo letto e sentito di molti personaggi, pubblici e non, che hanno manifestato apertamente il loro sostegno a Israele, spingendo quest'ultimo a entrare in guerra totale contro l'intero mondo arabo. Inutile dire che questa "chiamata alle armi" è stata molto più forte in Europa. Il motivo: costringere gli Stati Uniti a combattere questa guerra per Israele nello stesso modo in cui la loro azione anti-diplomatica ha spinto per combattere contro la Russia in Ucraina. Diversamente dal passato, però, gli Stati Uniti non si sono impegnati pienamente in Ucraina. Cosa succede se non si impegnano completamente a favore di Israele? Cosa succederà all’Europa? Quanti amici pensate che le siano rimasti? Nessuno. Risultato: una crisi del debito sovrano in Europa a causa della rovinosa politica estera e monetaria, oro a nuovi massimi, petrolio in ascesa a causa della riduzione dell’offerta da parte dell’OPEC+, inflazione che riparte e tassi più alti. I mercati del debito commerciale si bloccano e ci ritroviamo di fronte a una vera e propria crisi mondiale. Le margin call sull’intero schema Ponzi finanziario mondiale voleranno e gli Stati Uniti sono il più grande tra questi schemi Ponzi. C'è un però: la FED ha sia la liquidità ($1000+ miliardi in pronti contro termine inversi), sia le garanzie (titoli del Tesoro statunitensi nel suo bilancio) per fornire al sistema bancario statunitense (non al mondo intero questa volta!) qualunque cosa di cui abbia bisogno per cavarsela. Non è un caso che la narrativa mainstream continui a premere sull'acceleratore della cosiddetta "sostituzione del dollaro": Paesi BRICS che parlano di alternative al dollaro per il commercio estero e (guarda caso!) la Banca d’Inghilterra che solleva preoccupazioni circa il potere e l’influenza del dollaro. Quindi si ricorre alla guerra. In fondo, come scrisse Orwell in “1984”: «La guerra non è fatta per essere vinta, bensì per essere continua. La società gerarchica è possibile solo sulla base della povertà e dell’ignoranza. In linea di principio lo sforzo bellico è sempre pianificato per mantenere la società sull’orlo della fame».
____________________________________________________________________________________
di Tom Luongo
«Il trucco più grande che il diavolo abbia mai escogitato è stato convincere il mondo che non esistesse.»~ Verbal, I soliti sospetti
Per più di un anno siamo stati deliziati con titoli su titoli su come la guerra in Ucraina fosse una guerra degli Stati Uniti. È facile pensarlo, certamente. Siamo noi che abbiamo avviato il processo da qui, almeno in apparenza.
Victoria Nuland e i suoi pupazzi a Maidan; John McCain, i suoi soldi e il sostegno di Right Sector.; la denuncia di Seymour Hersh sull'attentato al Nordstream 2; i miliardi apparentemente infiniti in aiuti provenienti dal Congresso; anche la risoluzione per evitare una chiusura del governo federale e continuare ad aiutare l'Ucraina.
Gli Stati Uniti hanno il potere politico, economico e militare e giustamente dovrebbero essere considerati i primi a guidare gli eventi verso la guerra. E non mancano i commentatori nello spazio informativo che fanno rimbalzare questa narrazione; inoltre niente di ciò che sto insinuando o che sto per dire assolve queste persone dalle loro azioni che ci hanno portato allo stato attuale.
Centinaia di migliaia di persone sono morte a causa di quella che avrebbe dovuto essere una guerra del tutto evitabile se al potere ci fosse stato qualcuno che voleva la pace.
Ma l’Occidente non la voleva. Ha congelato il conflitto nel 2014 con gli accordi di Minsk perché Vladimir Putin credeva che la cancelliera tedesca Angela Merkel fosse onorevole. Ha scambiato la piena liberazione del Donbass con la costruzione del Nordstream 2, sperando che il gasdotto avrebbe finalmente unito Germania e Russia in un legame che non sarebbe potuto essere spezzato.
Questo è stato l'errore più grande di Putin e lo sta pagando ancora oggi.
Nel 2014, dopo la disfatta di Gorlovka, l’Ucraina non era in grado di opporsi alle forze di Donetsk e Lugansk, sostenute dalla Russia, per proteggere l’importante città di Mariupol. Il ponte terrestre verso la Crimea avrebbe potuto essere assicurato allora ed evitare l’intera preparazione a questo conflitto odierno.
Avrebbe cambiato il tabellone del gioco.
Ma la Russia ha sempre saputo che non erano solo gli Stati Uniti a spingere questo conflitto. La spinta proveniva dall’intera Europa e dagli Stati Uniti. Si potrebbe sostenere che Putin avesse capito che non ci sarebbe mai stata pace senza conflitti, che la grande guerra per porre fine a oltre 300 anni di Russia che combatteva l’Europa coloniale non si sarebbe conclusa con la costruzione di un gasdotto.
Ma, a suo merito, doveva provarci.
Il problema, ovviamente, è proprio questo. L’animosità russo/europea o, più esplicitamente, russo/britannica risale a secoli fa. Il rapporto della Russia con l’Europa è molto più complesso e violento di quello con gli Stati Uniti.
L’invasione iniziale della Russia ha creato un vero problema per l’Occidente, in particolare per il Regno Unito, perché quasi dimentichiamo che c’era un’opportunità per un accordo di pace nel maggio del 2022, finché il primo ministro britannico Boris Johnson non è andato ad Ankara e ha fatto saltare in aria colloqui di pace mediati dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Sono state le agenzie militari e d'intelligence britanniche a fungere da lubrificante tra ucraini e americani per garantire la continuazione del conflitto. Come dice sempre il mio amico Alex Krainer, “Tutte le strade portano a Londra”. E le tesi di George Soros sullo scontro tra due civiltà, società aperte e società chiuse, risalgono a molto prima del suo raid alla Banca d’Inghilterra:
Nel suo discorso al World Economic Forum di Davos nel maggio 2022, George Soros ha spiegato che stiamo assistendo a uno scontro tra due modelli di governance. Era leggermente fuorviante: i modelli non si fanno la guerra tra loro; sono i soggetti interessati a questi modelli a lottare. Soros ha caratterizzato i due fronti opposti come “società aperte” e “società chiuse”, dove le società aperte sono democrazie liberali che rispettano i diritti umani e le società chiuse sono le autocrazie.
Ma le società “aperte” di Soros sono in realtà oligarchie nascoste dietro false facciate democratiche. Per credere a Soros, dovremmo accettare che i miliardari oligarchi responsabili delle società aperte siano difensori irriducibili della democrazia e dei diritti umani, disposti a versare sangue e denaro in loro difesa.
Il termine neoconservatore descrive un particolare tipo di persona che sostiene ideali di politica estera indistinguibili da quelli della politica estera britannica che risalgono a oltre 200 anni fa. E le ritroviamo nel quadro di riferimento di Soros: la creazione di una governance globale, un sistema aperto al cui timone ci sono gli oligarchi e che, secondo loro, avvantaggia tutta l’umanità.
Questa è una bugia. Questo obiettivo di facciata non fa altro che aprire le porte a quello reale: il dominio globale totale attraverso il controllo sul valore del denaro in modo da alimentare guerre infinite e sottomettere gli indisciplinati e i recalcitranti.
Queste idee furono codificate da Halford Mackinder all’inizio del XX secolo, di cui ho scritto e discusso fino alla nausea.
A causa del predominio delle idee di Mackinder e delle linee di politica adottate per sostenerle, il mondo è stato sottoposto a un conflitto senza fine sulla sua concezione della cosiddetta “Isola del Mondo”, che fondamentalmente è l’Eurasia.
Ed è per questo che l'Occidente non può perdere in Ucraina. Per i mackinderisti ai vertici delle strutture di potere a Londra, Washington DC e Bruxelles, perdere l’Ucraina significa perdere il mondo intero, perché hanno questa visione obsoleta della geografia mondiale.
Il mackinderismo nel mondo di oggi è una tautologia, la quale si riduce a: dobbiamo controllare l'Heartland perché non possiamo perdere l'Heartland.
A causa del predominio delle idee di Mackinder e delle linee di politica adottate per sostenerle, il mondo è stato sottoposto a un conflitto senza fine sulla sua concezione della cosiddetta “Isola del Mondo”, che fondamentalmente è l'Eurasia.
La politica estera degli Stati Uniti è modellata da queste idee, ma le radici di ciò risalgono a Woodrow Wilson, se non addirittura oltre. Richard Poe ha svolto un lavoro straordinario illuminando la storia di un tema che molti preferirebbero dimenticare. Dalla creazione del comunismo, alla loro influenza nell’alimentare la guerra civile americana, fino alla creazione dello stesso “George Soros”.
La mano volontariamente nascosta
Negare l’intervento del Ministero degli Esteri britannico, della City di Londra e dell’influenza sulla politica estera e interna degli Stati Uniti è come negare che qualcosa come la storia esista. È facile da vedere una volta che lo si cerca.
La domanda che dovresti porvi è... chi è al comando oggi: gli Stati Uniti, il Regno Unito, o entrambi?
È facile credere che all'apparenza il Regno Unito non abbia alcuna influenza, ma se davvero fosse così, perché ha lavorato alacremente per neutralizzare la presidenza di Donald Trump (Christopher Steele, Joseph Mifsud)? Perché il RussiaGate si è concluso con l’impeachment di Trump due volte, la prima per i crimini di Joe Biden in Ucraina?
Quando si traccia il lignaggio politico di persone come l'ex-direttore della CIA Gina Haspel, il tenente colonnello Alexander Vindman e Fiona Hill, che hanno tutti venduto il proprio capo per seguire l'insensata caccia alle streghe di Nancy Pelosi contro Trump, si arriva ogni volta a un "mezzadro" britannico.
L’unica vittoria di Trump come presidente è stata quella di tenerci fuori da un conflitto diretto contro la Russia in Ucraina e in Siria. Ma è stato manovrato da tutte queste persone e Mike Pompeo, John Bolton e altri hanno fatto in modo che, una volta lasciato l’incarico, tutte le basi per l’attuale conflitto procedessero esattamente come sono avvenute.
Nessun accordo con la Corea del Nord, interruzione delle relazioni diplomatiche con la Russia, rafforzamento della russofobia polacca e baltica, esecuzione degli ordini di Israele in ogni momento: ogni giorno che Trump ha passato alla Casa Bianca era il “giorno dell'inversione delle scelte passate” in materia di politica estera. Qualunque cosa Barack Obama avesse fatto a nome dell’Europa e della cricca di Davos, lui l’ha disfatta, rispondendo perfettamente agli obiettivi britannici di rimettere gli Stati Uniti sulla buona strada per arrivare, una volta insediatosi Joe Biden, dove siamo oggi.
Non importa se l'ha fatto per sostenere “il nostro più grande alleato” nella lotta per una Brexit adeguata e quindi un'emancipazione dal male rappresentato dall’Unione Europea. Come il debole di Putin per la Germania, il debole di Trump per la Union Jack lo ha reso suscettibile sia alle lusinghe, una sua debolezza personale, sia all’”intelligence” parziale che ha ricevuto dai suoi consiglieri.
Forse un secondo mandato di Trump lo renderà più forte nella battaglia e gli permetterà di vedere le cose con maggiore chiarezza, ma non nutro tanta speranza in merito.
La necessità della guerra
Questa necessità per l’Ucraina di “vincere la guerra” è un argomento di discussione unicamente neoconservatore e deriva dalla necessità di spezzare il predominio dell’economia americana sui mercati mondiali. Per coloro che riescono a pensare solo in termini di Stati Uniti come “Impero del Male”, voglio porvi una semplice domanda:
Perché gli Stati Uniti dovrebbero impegnarsi in una guerra contro la Russia e/o la Cina, e tutti i rischi che ne derivano, quando potrebbero mantenere il loro attuale dominio lavorando con entrambi i Paesi, mantenere il dollaro come valuta commerciale universale e risolvere di conseguenza i loro problemi?
In altre parole, gente, dov'è il bono per gli Stati Uniti nell'analisi Cui Bono?
Perché non vedo alcun lato positivo qui; ciò che vedo non sono altro che rischi e cattivi rendimenti sugli investimenti.
Gli Stati Uniti non hanno bisogno del petrolio e del gas della Russia; non abbiamo bisogno delle altre risorse naturali come alluminio, legname, carbone, ferro, rame, ecc. Produciamo abbastanza cibo da esportarlo nel resto del mondo.
Allora, qual è il problema?
E non rispondetemi con quelle idiozie malthusiane del pianeta finito, amate da tanti ignoranti e, francamente, dai comunisti. Non siamo affatto vicini all’orizzonte degli eventi del modello del pianeta finito; solo perché ci credete non significa che sia vero.
Ciò che è vero è che la leadership americana sta chiaramente operando al di fuori del mandato di ciò che è bene per l’America. E se non vi ponete domande semplici come quelle sopra, come potrete mai iniziare a pensare al di fuori della semplice spiegazione che vi viene messa di fronte?
Oggi gli Stati Uniti vengono considerati come un impero in declino, ma questo impero fu costruito su un modello particolare: il modello britannico. E se si traccia una linea retta attraverso la storia possiamo corroborare la tesi (non l’unica, sia chiaro) secondo cui l’impero statunitense è semplicemente ciò che resta dell’Impero britannico esternalizzato alle sue ex-colonie.
Ciò implica che se noi, come americani, affrontiamo questo problema e gli diamo un senso, allora potremo riformulare le nostre critiche alla politica interna ed estera degli Stati Uniti come qualcosa di diverso dall’incompetenza mista a una generosa dose di arroganza. Capiremo inoltre che forse, solo forse, questa è un’operazione per distruggere gli Stati Uniti dall’interno con lo scopo di trasferire nuovamente il loro potere “oltreoceano” al Regno Unito, all’Europa o alla Cina.
Ciò che resta da fare è guardare chi tira davvero le fila, chi viene fregato e chi opportunisticamente trae vantaggio dal caos risultante.
Perché ora? Perché noi?
Ma quando si tratta dell’Ucraina, questa è sempre stata la guerra del Regno Unito. Questo è il motivo per cui c’è stato un tale tumulto ai vertici del governo britannico, perché ad ogni passo sono stati lì per assicurarsi che questa cosa s'intensificasse ad un ritmo costante e i loro partner nel Congresso, nel Dipartimento di Stato, nella CIA, nel Dipartimento della Difesa e i think tank di K-Street fossero tutti coinvolti nel folle moralismo sul dovere dell’America nei confronti dell’Ucraina.
Questo è il motivo per cui:
• vengono inviate truppe britanniche in Ucraina;
• la Royal Navy si sta spostando nel Mar Nero;
• sono stati dati all’Ucraina i missili Storm Shadow per essere lanciati in Crimea;
• Biden ha approvato l'invio di munizioni a grappolo per uccidere i civili russi;
• l'Ucraina è stata aiutata a far saltare in aria due volte il ponte sullo stretto di Kerch;
• i polacchi sono stati incaricati di fungere da tramite per l’invocazione dell’Articolo 5 della NATO;
• Zelensky può correre in giro per il mondo a mendicare soldi;
• i neoconservatori su entrambi i lati della navata di Capitol Hill vogliono un’ondata di denaro a tempo indeterminato in quelle zone;
• tutte le discussioni sui colloqui di pace vengono interrotte prima che possano essere prese in considerazione;
• Putin fa riferimento agli “anglosassoni” quando parla di guerra;
• Medvedev ritiene che Londra sia il centro decisionale da ripulire.
C’è più di un leggero sbuffo di disperazione nell’aria ora sull’Ucraina e proveniente dai soliti sospetti. L'accordo dell'ultimo minuto di Kevin McCarthy per ottenere finanziamenti clandestini all'Ucraina potrebbe costargli la carica di oratore. Bene.
Il popolo americano non vuole questa guerra; non vuole né finanziarla, né combatterla. Putin viene spinto verso una decisione che lo distruggerà politicamente nel 2024, o lo spingerà a diventare letteralmente "Putler".
Siamo di nuovo nel 1938, gente, e la documentazione storica non è così semplice come ci è stato insegnato a scuola.
Questa non è una crisi esistenziale per gli Stati Uniti, ma lo è per le vecchie potenze coloniali europee, in particolare il Regno Unito.
È ormai tempo che tale questione venga affrontata onestamente.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
Supporta Francesco Simoncelli's Freedonia lasciando una “mancia” in satoshi di bitcoin scannerizzando il QR seguente.
https://opentip.io/freedonia |
Cose a cui il popolino non deve venirne a conoscenza .😩👍
RispondiEliminaPer un anno e oltre ci sono stati personaggi che ci hanno letteralmente ammorbato le gonadi raccontandoci che il NS fosse stato fatto saltare in aria dai russi. Bastava la semplice logica per arrivare a capire che era impossibile una cosa del genere: se il gas è un'arma, allora lo è quando posso chiudere il rubinetto e togliertelo. È una minaccia se il condotto c'è, se si chiude il rubinetto di un condotto non più esistente che minaccia è? Non ha alcun senso, neanche politicamente. E infatti nonostante ci sia stato dapprima Seymour Hersh che ha cercato di raccontare una verità alternativa a quella ufficiale, malgrado la presenza di fact checker che subito sono stati aizzati contro, il WaPo mette finalmente una pietra tombale sulla questione. La cosa divertente è che l'articolo si chiude con l'affermazione secondo cui Zelensky non ne era a conoscenza, perché questo tipo di operazioni sono organizzate dai militari di testa loro.
RispondiEliminaBene, abbiamo di fronte un Paese dove il cui presidente è o un totale incapace, un inetto totale, o è evidentemente sotto scacco di poteri occulti e quindi non è un "faro della democrazia". Perché non solo allora Zelensky non poteva sapere nulla, secondo il WaPo, ma oggi, che lo sa, non rimuove i vertici delle forze armate che invece rimangono al loro posto. Delle due l'una: o Zelensky è un totale imbecille, o è sotto scacco rispetto a dei poteri che lo controllano, oppure sapeva tutto e questo tentativo patetico di difenderlo è semplicemente un modo per minacciarlo. Infatti la domanda è: perché questa cosa esce oggi? Perché si va cauti con le responsabilità? Che il coordinamento di quell'attacco coinvolga gli Stati Uniti è molto probabile. Il NS era una sciagura per l'Ucraina e, di riflesso, per gli affari che la famiglia Biden aveva sul luogo. Quando è stato inaugurato il NS2 gli USA hanno costretto la Germania a pagare centinaia di milioni in indennizzi all'Ucraina come ristoro. Nessuno voleva quell'infrastruttura, tranne la Germania ovviamente che faceva i suoi interessi. Gli USA per due ragioni: in primo luogo il rapporto personale di Biden con l'Ucraina e i suoi interessi famigliari nelle aziende del gas ucraino (il figlio era CEO di Burisma); in secondo luogo in chiave politico-strategica, rapporto diretto tra Germania e Russia.
Questo articolo comunque è solo la punta dell'iceberg, è un modo per dire: "Guarda che noi lo diciamo se dobbiamo dirlo se...". L'unico modo che hanno le fazioni avverse a quella americana d'invertire i flussi di capitale in uscita dall'Europa è quello di trascinare gli USA in un'altra guerra. Inutile dire che gli Stati Uniti devono sganciarsi senza che ci sia tanto rumore mediatico da parte dell'Ucraina, dato che il fronte del Medio Oriente rischia di diventare più instabile in meno tempo soprattutto il partner attuale non è sottomesso come l'Ucraina. Israele, infatti, vive completamente in un suo mondo, gli vanno bene i partner finché gli fanno fare ciò che vuole ed è disposto a mediare molto poco rispetto alle sue volontà. Infatti quello che sta succedendo va ben oltre quello che vorrebbero gli Stati Uniti e c'è da aspettarsi di peggio se non sarà Trump a vincere le prossime elezioni.