Bibliografia

martedì 5 settembre 2023

Sono i monopoli a causare inflazione?

È un fatto alquanto curioso: quando si propone a un qualsiasi lettore un approccio di libero mercato a qualsiasi aspetto della società, ecco che spuntano domande e cavilli su ogni singolo e minuzioso aspetto; questa indagine viene subito sospesa nel momento in cui si sottolineano le inefficienza e gli sprechi dell'apparati burocratico-statale. L'unica cosa che rimane è una alzata di spalle. La stessa metodologia l'ho vista riproposta di recente quando ho pubblicato una traduzione antecedente a quella di oggi ma sullo stesso argomento: accuse di presunta disfunzionalità del libero mercato, ma nessuna proposta attuabile e praticabile di cambiamento dello status quo. Perché lo status quo è irriformabile. Perché? Perché è la natura dello stato esserlo. Di conseguenza la strategia migliore è la sostituzione, non la conquista o la riforma. Ma pensiamo un momento a come sarebbe in un libero mercato se, ad esempio, un'azienda fraudolenta volesse truffare e danneggiare i clienti. Innanzitutto dovremmo come minimo presumere che in un tal ambiente esistano i media, dopo tutto non sono un prodotto dello stato e nel corso della storia c’è stata una domanda persistente di informazioni. Possiamo anche supporre che almeno una parte dei media s'interessi alla storia di un’azienda che vende beni dannosi, soprattutto se una cosa del genere non è mai accaduta prima. Infatti in un ambiente del genere un’azienda che opera in modo disonesto e dannoso sarebbe una cosa completamente nuova e una storia del genere attirerebbe una notevole quantità di attenzione pubblica, portando grandi quantità di spettatori a quei media che la coprono. Questo di per sé fungerebbe da meccanismo di regolamentazione, poiché la cattiva pubblicità abbasserebbe l’opinione dei consumatori nei confronti di un’azienda che agisce con standard inadeguati, riducendone i profitti. Inoltre se il produttore agisse in modo disonesto per salvarsi dalla bancarotta, il calo della domanda dovuto solo alla cattiva pubblicità metterebbe l’ultimo chiodo nella bara per quella specifica entità commerciale. Bisogna ricordare che quello qui presentato è solo un esempio di meccanismo di controllo, ce ne potrebbero essere benissimo anche altri, ma quello dei media è ottimale perché va a sottolineare la catena di incentivi che si formano per disincentivare il cattivo comportamento: i media si fionderanno come avvoltoi sulla disonestà perché ciò attirerà attenzioni e quindi fondi verso quelle compagnie d'informazione che copriranno la storia. Oliare un simile meccanismo sarebbe economicamente improponibile; invece è più economico oliare gli ingranaggi della burocrazia e aggirare le regolamentazioni.

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di Frank Shostak

Il tasso di crescita annuale dell’indice dei prezzi al consumo è passato dal 5,4% nel giugno 2021 al 9,1% nel giugno 2022. Alcuni economisti hanno attribuito questo aumento ai monopoli. Secondo Business Insider, gli economisti della Federal Reserve Bank di Boston hanno  affermato che i monopoli giocano un ruolo importante nel mantenere alti i prezzi di beni e servizi.

La maggior parte degli economisti ritiene che i monopoli rendano i mercati meno efficienti influenzando i prezzi e la quantità dei prodotti. Le efficienze emergono perché i monopoli si discostano dallo stato ideale del mercato rappresentato dal sistema della “concorrenza perfetta”.


Il sistema della “concorrenza perfetta”

Nel mondo della concorrenza perfetta, un mercato ha le seguenti caratteristiche:

• Ci sono molti acquirenti e venditori;

• I beni sono omogenei;

• Acquirenti e venditori sono perfettamente informati;

• Non ci sono barriere all'entrata.

Nel mondo della concorrenza perfetta, acquirenti e venditori non hanno alcun controllo sul prezzo del prodotto.

Le ipotesi lasciano fuori dai calcoli gli imprenditori perché non c’è incertezza. Se le cose stanno così, chi introduce i nuovi prodotti e come? Secondo i sostenitori della concorrenza perfetta, qualsiasi situazione reale in un mercato che si discosta da questo modello è considerata non ottimale per i consumatori, rendendo gli imprenditori parte di quella che chiamano “concorrenza imperfetta”.

Ad esempio, se si ritiene che una particolare azienda domini in un mercato, allora lo stato dovrebbe intervenire per replicare la concorrenza perfetta. La realtà invece è che la concorrenza emerge non a causa di molti partecipanti, ma come risultato di un'ampia varietà di prodotti.


Concorrenza tra i prodotti, non tra le imprese

Maggiore è la varietà, maggiore è la concorrenza, creando maggiori vantaggi per il consumatore. Una volta che un imprenditore introduce un prodotto — il risultato dei propri sforzi — acquisisce il 100% del mercato appena costituito.

Secondo la logica dell'economia moderna, questa situazione indebolisce il benessere dei consumatori perché l'imprenditore ha, nella migliore delle ipotesi, un monopolio temporaneo. Naturalmente se la concorrenza perfetta fosse applicata rigorosamente, non emergerebbero mai nuovi prodotti, il che indebolirebbe per davvero il benessere dei consumatori.

Una volta che un imprenditore introduce con successo un prodotto e realizza un profitto, attira la concorrenza. Acquistando il nuovo prodotto, i consumatori danno origine alla concorrenza; i produttori di prodotti più vecchi devono proporre nuove idee e nuovi beni per attirare l'attenzione dei consumatori.

L’idea che un produttore che domina un mercato possa sfruttare la sua posizione alzando il prezzo al di sopra del livello realmente competitivo è sbagliata: tutte le imprese cercano di ottenere profitti, ma i profitti non sono possibili a meno che gli imprenditori non offrano ai consumatori prezzi adeguati.

Gli imprenditori cercano di garantire un prezzo in cui la quantità prodotta possa essere venduta con profitto. Nell'impostare questo prezzo, il produttore-imprenditore dovrà tener conto di quanto denaro i consumatori probabilmente spenderanno e i prezzi di altri prodotti competitivi, oltre a tener in considerazione i propri costi di produzione. Quei produttori che ignorano questi fatti finiranno per subire perdite.

Detto questo, come possono impostare tutto ciò i funzionari statali se il prezzo di un prodotto applicato da un produttore dominante è superiore al cosiddetto livello di prezzo competitivo? Come possono sapere quale dovrebbe essere il prezzo competitivo?

I tentativi dello stato d'imporre prezzi più bassi potrebbero spazzare via gli incentivi a produrre qualcosa, pertanto è altamente improbabile che l’intervento statale possa migliorare le cose per i consumatori, soprattutto nel lungo periodo.

Contrariamente al modello della concorrenza perfetta, l’ambiente competitivo è rafforzato non da un gran numero di partecipanti al mercato ma piuttosto da una gran varietà di prodotti in competizione. Le politiche statali che tentano d'imporre il modello della concorrenza perfetta non fanno altro che distruggere la differenziazione dei prodotti e la concorrenza.


I prodotti sono eterogenei

L'idea che solo prodotti omogenei alimentino la concorrenza è insostenibile. Se così fosse, perché gli acquirenti preferirebbero un venditore a un altro? Applicare l’omogeneità del prodotto al fine di emulare il modello della concorrenza perfetta non porta ad alcuna concorrenza.

Poiché la differenziazione del prodotto aiuta a definire un mercato libero, significa che ogni fornitore di un prodotto ne ha il controllo al 100%. In altre parole, è un monopolista; l’economista Joan Robinson si riferiva a questo aspetto come a un “monopolio spaziale”.

La differenziazione del prodotto esiste perché gli imprenditori hanno idee e talenti diversi. Ciò si manifesta nel modo in cui i prodotti vengono realizzati, confezionati, venduti e offerti ai consumatori. Ad esempio, un hamburger venduto in un bel ristorante è un prodotto diverso da un hamburger venduto in un fast-food. Se il proprietario di un ristorante acquisisce il dominio nella vendita di hamburger, dovrebbe essere frenato per questo? Dovrebbe allora modificare il suo modo di operare e trasformare il suo ristorante in un negozio da asporto per rispettare il modello della concorrenza perfetta?

Ciò che è successo è che alcuni consumatori hanno espresso una preferenza maggiore per cenare al ristorante piuttosto che acquistare dal negozio da asporto. Supponiamo ora che i consumatori abbiano completamente abbandonato i negozi da asporto e acquistino hamburger solo dai ristoranti: ciò significa che lo stato deve intervenire?

I concetti di monopoli dannosi non sono rilevanti in un ambiente di libero mercato. È probabile che emerga un monopolista dannoso quando è lo stato a limitare la produzione contingentando il numero di imprese in un particolare mercato. Tali restrizioni limitano la varietà di beni e servizi offerti ai consumatori.


Aumento dell’offerta di denaro e inflazione dei prezzi

Il prezzo di un bene è la quantità di denaro pagata per unità. Per una data quantità di beni, se lo stock di denaro rimane invariato, anche la quantità di denaro spesa per unità di bene rimarrà invariata, a parità di tutte le altre condizioni.

Tuttavia supponiamo che vi siano aumenti dei prezzi dei beni da parte dei presunti monopolisti. Se lo stock di denaro rimane invariato, non si verificherà alcun aumento generale dei prezzi di beni e servizi.

Se si spende più denaro per i prodotti dei monopolisti, ovviamente meno denaro verrà lasciato per altri beni. Tutto ciò che avremo sarà una situazione in cui i prezzi dei beni prodotti dai monopolisti aumenteranno, mentre i prezzi di altri beni e servizi diminuiranno: il prezzo medio rimarrà invariato.

Pertanto gli aumenti dell’offerta di denaro sostengono gli aumenti sottostanti dei prezzi e non i monopoli. Senza la manipolazione dell’offerta di denaro, a parità di tutte le altre condizioni, non può verificarsi alcun aumento generale dei prezzi, nonostante i monopoli.


Conclusione

L’idea che lo stato debba regolamentare i cosiddetti monopoli per promuovere la concorrenza e prevenire l’accelerazione dell’inflazione dei prezzi è un errore. Ciò che causa l’inflazione dei prezzi è la politica monetaria della banca centrale. Inoltre monopoli dannosi non possono emergere senza che lo stato rilasci licenze o altre restrizioni.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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