Bibliografia

martedì 19 settembre 2023

L'incalzante collasso dello schema Ponzi mondiale

In un sistema monetario scoperto, il denaro funziona in modi strani, a volte sorprendenti e talvolta difficili da riconoscere. Il forte aumento dei tassi d'interesse nominali, che ha colpito maggiormente le scadenze obbligazionarie a breve termine, ha causato tensioni in aree specifiche e questo stress potrebbe trasformare l’inflazione dei prezzi degli asset in deflazione. Potrebbe addirittura verificarsi inizialmente senza alcuna evidente disinflazione monetaria. Come? Default creditizi in aree ad alto indebitamento, profitti e guadagni deludenti man mano che si accumulano investimenti improduttivi, danni cumulativi provocati dall’avanzata del capitalismo clientelare e cambiamenti nella propensione alla spesa al consumo causati dalle passività presenti e dalle opportunità future percepite. Gli effetti sui flussi di cassa di un forte aumento dei tassi nominali, anche se l’aumento è molto più contenuto in termini reali, possono innescare un processo del genere. Nelle aree ad alto indebitamento i mutuatari che hanno approfittato dell’inflazione per ridurre i propri debiti in termini reali, potrebbero essere più vulnerabili agli aumenti dei tassi e il loro grado di vulnerabilità dipende in parte dalla loro composizione patrimoniale. L’aumento quintuplicato o più della spesa per interessi (una volta applicati i nuovi tassi, oltre ai ritardi temporali) potrebbe paralizzare la capacità di un’azienda di onorare i propri debiti; in linea di principio l’azienda potrebbe estendere le proprie scadenze o sostituire il debito con azioni, ma tali opzioni potrebbero non essere disponibili in aree in cui le condizioni commerciali si sono indebolite. Il rialzo dei tassi nominali, anche se non accompagnato da una considerevole stretta monetaria, potrebbe scatenare problemi di credito che a loro volta innescherebbero il passaggio dall’inflazione dei prezzi degli asset alla deflazione. Tali catalizzatori potrebbero includere problemi nelle istituzioni bancarie o parabancarie che durante i vari giri di QE hanno ecceduto con la leva finanziaria e ora si ritrovano sommerse, come con le grandi scommesse sui carry trade tra i debiti a lunga scadenza e a quelli a breve scadenza, tra le valute in economie con alti tassi d'interesse e quelle in economie con bassi tassi d'interesse e tra credito rischioso e "sicuro". Questi tipi di carry trade sono ancora vivi e vegeti, soprattutto nello yen ancora a tasso zero, o negativo, e nello yuan a tasso quasi zero. L’enorme domanda di titoli ad alto rendimento e altri titoli speculativi da parte degli investitori che utilizzano yuan e yen spiega in parte perché l’inflazione dei prezzi degli asset si è finora sostenuta bene negli Stati Uniti e altrove. Ciononostante gli investitori istituzionali giapponesi affamati di rendimenti decenti, e che prendono in prestito dollari da investire in titoli di credito statunitensi ad alto rendimento, potrebbero finire in un fosso in termini di tolleranza al rischio dei loro stakeholder (siano essi gestori azionari o pensionistici). La contrazione del commercio mondiale, l’aumento del rischio geopolitico mentre s'intensifica la guerra per procura degli Stati Uniti alla Russia e lo spettro delle bancarotte sono i principali fattori di rischio che si aggiungono agli altri ora in gioco. In ogni caso, la domanda basata sullo yuan e sullo yen non può sostenere da sola l’inflazione mondiale dei prezzi degli asset. Per quanto palliativo efficace, la sua natura è sempre stata temporanea.

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di Geroge Ford Smith

Non passerà molto tempo prima che gli stati di tutto il mondo, compreso quello di Washington, si autodistruggano.

Parole forti, ma aspettarsi qualcosa di meno sarebbe ingenuo.

Come disse una volta l’economista Herbert Stein: “Se qualcosa non può più andare avanti, tende a fermarsi”. Caso in questione: sistemi politici basati sul denaro fiat. Le economie interventiste dell’Occidente sono in una spirale discendente, paragonabile a quella dell’Impero Romano nel II secolo, gravate da un debito insostenibile e dalle politiche antiprosperità dei vari stati, in particolare il Green New Deal.

Nello schema Ponzi mondiale, l’inganno sostituisce il denaro sano/onesto. Come ha scritto il manager di hedge fund, Mitch Feierstein, in Planet Ponzi: “Non si riforma uno schema Ponzi; lo si termina e basta”. Charles Ponzi e Bernie Madoff

hanno ridotto in povertà alcuni dei loro investitori, ma il risultato non è che il mondo sia crollato.

Per questo ‌—‌ per uno schema Ponzi che minaccia di mandare in bancarotta il capitalismo in tutto il mondo occidentale ‌—‌ c’è bisogno di persone molto più intelligenti di Ponzi o Madoff. C'è bisogno di tempo, energia e motivazione. In sintesi, c'è bisogno di Wall Street.

Ma Wall Street da sola non ha la forza per garantire un risultato catastrofico. Se la vostra ambizione è creare caos sulla più vasta scala possibile, c'è bisogno di accedere a un bilancio che ammonta a decine di di migliaia di miliardi. C'è bisogno di potere, prestigio, di una notevole volontà d'ingannare. In sintesi, c'è bisogno dello stato.

Come scrisse Gary North in una breve recensione del libro di Feierstein: “Le banche centrali hanno collaborato con gli stati per finanziare enormi aumenti del debito nazionale, oltre ciò che potrà mai essere ripagato. In altre parole, [Feierstein] ha descritto le promesse dello stato come parte di un gigantesco schema Ponzi internazionale”.

In una recente intervista Peter Schiff, che venne deriso quando predisse il tracollo economico del 2007-2009, ha detto che solo gli interessi sul debito federale “saranno pari a circa mille miliardi entro la fine di quest’anno. Entro la fine del prossimo anno [raggiungeranno] i duemila miliardi di dollari, e questo se i tassi d'interesse non saliranno [...]. Questa è un’enorme bomba del debito che sta per esplodere”.

Il debito societario e delle carte di credito, insieme all’insolvenza bancaria, sostiene la tesi riguardo un collasso imminente, l’esatto opposto del sogno economico di Biden.

Oltre a ciò, la Reuters rileva che lo spread tra i titoli del Tesoro a due e dieci anni è all’inversione più profonda sin dal 1981. Raramente una curva dei rendimenti invertita non ha segnalato una recessione.

Riusciranno Jerome Powell e i suoi consiglieri a portare l’economia verso un atterraggio morbido? Non questa volta. “L'unico atterraggio possibile è uno schianto, in cui tutti a bordo muoiono”, ha di recente twittato Schiff.

Ponzi e Madoff sono finiti in prigione per i loro piani, ma come si fa a perseguire gli stati per i loro piani? L’accusa implica far parte dello stato stesso. E con rare eccezioni come Ron Paul, coloro che fanno parte dello stato credono che l’oro sia una reliquia barbarica e che il sistema bancario centrale sia una cosa buona che necessita solo di un piccolo aggiustamento per funzionare bene. Pertanto i colpevoli rimarranno impuniti, a meno che l’indignazione pubblica non si trasformi erroneamente in violenza extragiudiziale. Gli altri saranno troppo impegnati a cercare di sopravvivere e proteggere coloro a cui tengono.


La guerra all'essere umano

Uno studio della storia, inclusa la storia monetaria degli Stati Uniti, chiarisce che lo stato non ha il compito di garantire la nostra libertà. Come hanno chiarito gli ultimi novecento giorni, qualsiasi difesa della “libertà” sarebbe considerata un discorso d'incitamento all’odio. Invece siamo inondati di parole presumibilmente positive come diversità, equità e inclusione insieme alle campagne guidate dalla paura sul cambiamento climatico e sul Covid-19. Provate a sfidare uno qualunque di questi temi e verrete ostracizzati, o peggio.

Ma lo stato non può fare nulla di significativo senza monopolizzare il denaro e le valute digitali orwelliane delle banche centrali (CBDC) saranno l’ultima soluzione per controllare il sistema monetario.


Il superpotere dell'ombra

Possiamo impedire che ciò accada. Due stati, la Florida e l'Indiana, hanno di fatto vietato le CBDC come moneta nelle loro giurisdizioni. Probabilmente altri seguiranno l'esempio. Prima o poi lo stato metterà fuori legge i contanti, ma coloro che li utilizzano ora votano contro le CBDC.

Molte persone si rivolgeranno al baratto, alcuni utilizzeranno i metalli, o si rivolgeranno all’economia sommersa. Se tutto ciò sembra guidato solo dalla disperazione, pensate a come nel 2011 il mercato nero fosse l’economia in più rapida crescita a livello mondiale. A volte indicato come Sistema D, presenta sia le consuete piccole transazioni dei mercatini delle pulci o dei lavoratori nei parcheggi dei negozi di bricolage, sia le più grandi attività internazionali. David Obi, nigeriano, contando sul suo cellulare e sulla propria iniziativa, ha contattato un’azienda cinese per farsi spedire piccoli generatori alimentati a diesel nel suo Paese d’origine, dove spesso l’energia elettrica scarseggia: “Come quasi tutte le transazioni tra commercianti nigeriani e produttori cinesi, era sub rosa: sotto il radar, fuori dalla vista o dal controllo dello stato, parte dell’universo economico alternativo nel Sistema D”.

Friedrich Schneider, ricercatore presso l’Università Johannes Kepler di Linz, in Austria, ed esperto di economie non governative e coautore di The Shadow Economy, ha scoperto che in molti Paesi il Sistema D sta crescendo più rapidamente del prodotto interno lordo ufficialmente riconosciuto. Se il Sistema D fosse una nazione indipendente, sarebbe la seconda economia più grande del mondo.


Conclusione

Il futuro è incerto, ma possiamo contribuire a determinare il risultato se ce ne assumiamo la responsabilità. Wikipedia definisce il Sistema D come “un modo di rispondere alle sfide che richiedono la capacità di pensare rapidamente, di adattarsi e di improvvisare quando si porta a termine un lavoro”. In questo senso il successo è sempre dipeso dal Sistema D, con o senza stato.

Il termine americano per riassumere tutto ciò è life hack: “Qualsiasi trucco, scorciatoia, abilità o metodo innovativo che aumenta la produttività e l’efficienza in tutti i ceti sociali”. Comunque lo si chiami, descrive uno spirito che tutta l’umanità deve adottare se vogliamo sopravvivere all’imminente collasso degli schemi Ponzi statali.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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