Di recente il caporedattore dell'AIER, James Harrigan, mi ha posto una domanda retorica: “Quando è stata l'ultima volta che un politico di qualsiasi schieramento ha usato la frase 'sacro onore' con una faccia seria?” Jefferson, ha sottolineato Harrigan, non “tirò fuori dal cilindro la Dichiarazione”, ma la infusa di quella che era la “mentalità americana dell'epoca”. Nel suo saggio del 4 luglio, The Harmonizing Sentiments of the Day, Harrigan ha così concluso: “Quindi ci rimane una domanda importante da porci: quali sono quei sentimenti armonizzanti dei nostri tempi?”
Un tempo estranei alla "mentalità americana", il disonore e l'inganno sono essenziali per "armonizzare i sentimenti" nelle società totalitarie. In una società controllata dalla forza, mentire è uno stile di vita per il governo e i suoi cittadini, i quali si armonizzano intorno a queste due caratteristiche per sopravvivere.
Il giorno prima di essere esiliato dall'Unione Sovietica Aleksandr Solzhenitsyn pubblicò il suo famoso saggio, Live Not By Lies. La dottrina marxista, secondo cui lo stato può determinare il nostro essere, non sarà mai vera, spiegò Solzhenitsyn, ma la sua fallacia può essere mantenuta in vita dalle bugie dei cittadini. Viviamo di bugie, spiegò Solzhenitsyn, quando
abbiamo interiorizzato bene le lezioni inculcateci dallo stato; siamo sempre contenti e a nostro agio con la sua premessa: non possiamo sfuggire all'ambiente che ci circonda, alle condizioni sociali; esse ci modellano, "l'essere determina la coscienza". Cosa possiamo farci? Non possiamo farci nulla.
“Non possiamo farci nulla” è una bugia. La vera verità che Solzhenitsyn scrisse è: “Possiamo farci – eccome! – Anche se ci confortiamo e mentiamo a noi stessi che non è così. Non sono 'loro' i colpevoli di tutto, ma noi, solo noi!”
Quello che possiamo farci, sosteneva Solzhenitsyn, è: “Non sostenere mai consapevolmente le bugie!”. Espose la cura per superare il sentimento totalitario armonizzante dell'inganno:
Quando le persone rinunciano alle bugie, esse cessano di esistere. Come i parassiti, [le bugie] possono sopravvivere solo se attaccate a una persona.
Non siamo chiamati a scendere in piazza e gridare la verità, a dire ad alta voce ciò che pensiamo: questo fa paura, non siamo pronti. Ma rifiutiamoci almeno di dire ciò che non pensiamo!
Václav Havel era un dissidente, drammaturgo e il primo presidente della Cecoslovacchia dopo il comunismo. Havel fece eco a Solzhenitsyn quando scrisse:
La coscienza precede l'essere, e non viceversa, come invece affermano i marxisti. Per questo motivo la salvezza di questo mondo non risiede in nessun altro luogo se non nel cuore umano, nell'umana capacità di riflettere, nell'umana modestia e nell'umana responsabilità. Senza una rivoluzione nella sfera della coscienza umana, nulla cambierà in meglio.
“La coscienza precede l'essere” significa che otteniamo il governo che meritiamo; non possiamo più fingere di essere vittime del mondo che vediamo.
Quando scegliamo di vivere in un mondo interiore governato dal nostro autoinganno, otteniamo un governo che governa con l'inganno e soffoca i punti di vista alternativi. Nella mentalità americana di oggi, il sentimento di armonizzazione prevalente si avvicina pericolosamente alla normalizzazione dell'inganno totalitario?
Durante la crisi sanitaria, in particolare nei primi giorni della pandemia, la popolazione era spaventata. Molti hanno preferito aderire al programma ed evitare la responsabilità delle loro decisioni sanitarie, spesso difficili. Non volevano accettare che fosse una fantasia credere che esistesse sempre una via d'uscita facile. Eppure la vita è disordinata; ci sono poche risposte valide per tutti. Non volendo tollerare l'ambiguità insita nella vita, hanno rinunciato volontariamente alla loro libertà. Chiedevano un governo che mentisse e li ingannasse.
Flussi di propaganda orchestrata e odiosa sono stati diretti contro coloro che hanno fatto scelte sanitarie diverse. Questi attacchi implacabili erano progettati per fomentare una popolazione agitata, facilmente indotta a sostenere gli attacchi alle libertà costituzionalmente garantite. Il risultato era prevedibile. Come scrisse Aldous Huxley: “Il modo più sicuro per organizzare una crociata a favore di una buona causa è promettere alle persone che avranno la possibilità di maltrattare qualcuno. Essere in grado di distruggere con buona coscienza, essere in grado di comportarsi male e definire "indignazione retta e corretta" il proprio comportamento deprecabile: questo è il massimo del lusso psicologico, il più delizioso dei piaceri morali”. La cosiddetta indignazione retta e corretta è un altro sentimento prevalente nella mentalità americana dei nostri tempi.
Durante il COVID abbiamo visto che molti non volevano decidere da soli cosa fosse vero. La disinformazione è arrivata addirittura a inglobare quelle verità che però erano in disaccordo con l'ortodossia ufficiale. Solo il 30% degli americani concordava che la "disinformazione" sui vaccini COVID fosse un discorso protetto costituzionalmente. Perché il 70% delle menti americane non si preoccupava della violazione dei diritti costituzionali fondamentali? Erano vittime di un governo ingannevole, o il loro autoinganno ha creato un governo bugiardo e prepotente?
A luglio il giudice federale Terry Doughty ha emesso un'ingiunzione preliminare che vieta all'amministrazione Biden di costringere i social media a censurare i post o bannare le persone. Ha stabilito: “Ogni cittadino degli Stati Uniti ha il diritto di decidere da solo cosa è vero e cosa è falso. Il governo [...] non ha il diritto di determinare la verità”.
Ha poi aggiunto: “Uno degli scopi della libertà di parola è consentire la discussione su vari argomenti in modo che la popolazione possa prendere decisioni informate [...]. Senza un libero dibattito su questi temi [vaccini, mascherine, chiusure, ecc.], ogni persona non è in grado di prendere per sé stessa la giusta decisione in merito alla propria salute” (Si veda anche, How AIER Helped to Hobble Fauci's Ministry of Truth).
Il dottor Aaron Kheriaty è stato uno dei querelanti a cui il giudice Doughty ha dato ragione. Kheriaty ha detto: “La caratteristica comune a tutti i sistemi totalitari è il divieto di porsi domande: ogni regime totalitario prima monopolizza ciò che conta come razionalità e determina quali domande è permesso porre”.
Kheriaty ha ragione a metà: non ci era permesso porre domande perché molti non volevano sentire risposte inquietanti.
Convivere con le bugie non riguarda solo i vaccini. Non si devono porre domande nemmeno sul tema della transizione dei bambini, tramite interventi medici, verso un'altra identità di genere. In alcuni circoli le persone preferiscono avere la certezza che queste procedure mediche chirurgiche e ormonali possano inequivocabilmente salvare vite umane.
Nemmeno il tema dell'economia verde (sovvenzionata) può essere messa in discussione. Bisogna fare qualcosa per il clima è diventato un ritornello comune. Viene negata la verità che i problemi non possono essere risolti dai pianificatori centrali, bensì da individui liberi di cooperare con altri nel corso di un processo sociale spontaneo.
Di esempi come quelli già presentati ce ne sarebbero altri, ma come la neve che si deposita a terra quando smettete di scuotere un globo di neve, la sanità mentale ritorna in una mente che si impegna a ridurre la propria agitazione. Le persone ingannevoli chiedono un governo che susciti un'agitazione costante attraverso "emergenze" e "crisi", assicurandosi che le loro menti non si fermino mai per riflettere e venire a patti con il loro autoinganno.
Immaginate un mondo con una censura al 100%. In realtà non è necessario immaginarlo, basta solo studiare la storia. Nelle sue memorie il ministro degli armamenti di Hitler, Albert Speer, scrisse: “In circostanze normali le persone che voltano le spalle alla realtà sono presto messe a posto dalla derisione e dalle critiche di coloro che le circondano”. Nelle società totalitarie non esiste un dispositivo di correzione del genere. Invece, continuò Speer, “ogni autoinganno viene moltiplicato come in una sala di specchi deformanti, diventando un'immagine ripetutamente confermata di un fantastico mondo onirico che non ha più alcuna relazione con il cupo mondo esterno”.
Se abbiamo voltato le spalle alla realtà, nessuno e nessun evento viene a salvarci. Possiamo temporaneamente rinunciare alla nostra libertà con le nostre stesse bugie, ma come disse Solzhenitsyn: “Se vogliamo smettere di partecipare quotidianamente a un inganno, la prima cosa da fare è smettere di lamentarsi che qualcuno non ci lascia respirare — la colpa è nostra!”.
Nel 2024, quando ci ritroveremo dei bugiardi tra le nostre scelte politiche, è perché noi il popolo non abbiamo imparato che perdiamo la nostra libertà quando mentiamo e chiediamo bugie. La verità può metterci a disagio, ma è questa che preserva la libertà.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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Siamo stati ingannati, ma nessuno nei media vuol prendersi direttamente la paternità di accusatore.Oggi una figura sta emergendo,un generale, forte della sua inattaccabile figura .
RispondiEliminaMark Twain o chi per lui disse che "è più facile ingannare le persone che convincerle di essere state ingannate".
RispondiEliminaQuello che non ha specificato Twain è da CHI veniamo ingannati: da noi stessi.
I politici, i media e tutto il carrozzone di bugiardi sono solo un riflesso di ciò che sappiamo fare benissimo da soli, ovvero vivere di illusioni e raccontarci menzogne ogni minuto per giustificare le nostre incapacità e il fatto di essere per lo più solo automi.
Poi ci sono coloro che fanno percorsi umani e spirituali seri e pian piano escono dall'illusione e dall'inganno.
Sono gli stessi che non vedremo mai, ringraziando l'universo, in TV, o a fare politica o cose mondane. In genere li si trova solo se si lasciano trovare, nel silenzio delle montagne o luoghi altrettanto suggestivi e il più possibile isolati, e non si filano il resto del mondo perché essendo un universo loro stessi -come tutti, d'altronde- hanno da un pezzo superato la fase esteriorizzata e il mondo esterno non esiste più.
Ho votato una sola volta in vita mia oltre trent'anni fa, non accadrà mai più. Non mi interessa minimamente il concetto di governo centrale, di delega ad altri di ciò che intendo fare io, non mi sono vaccinata perché non lo farei nemmeno in caso di Ebola o qualunque altra "malattia". La morte fisica è la cosa che mi riguarda di meno a livello emotivo e mentale, non la temo e ho un chiaro concetto di vita per me stessa che è il totale opposto a ciò che va di moda su questo pianeta.
Coltivare il distacco totale dal teatrino chiamato esistenza umana e tutti gli inevitabili incidenti di percorso è fondamentale per uscire dal pensiero magico che fa credere a tutto ciò che è falso.