Il dollaro è rimasto indiscutibilmente la valuta di riserva mondiale, fungendo da mezzo di scambio, unità di conto e strumento di saldo per la maggior parte del commercio internazionale. Nonostante i passi falsi e le distorsioni economiche, la FED ha ottenuto risultati migliori rispetto alla maggior parte delle altre banche centrali del mondo: nella terra dei ciechi, l'uomo con un occhio solo è il re. Ma la militarizzazione del dollaro, soprattutto nel 2022, ha messo in luce un fatto: la dipendenza da esso rappresenta una gigantesca vulnerabilità. Con l'esilio della maggior parte delle banche russe dal sistema Swift e nonostante i vantaggi del dollaro nel commercio mondiale, è stata superata una linea. Nonostante le petulanti insistenze contrarie degli economisti keynesiani è in corso un'ondata di dedollarizzazione. Niente di tutto ciò significa che il dollaro è "condannato" e certamente non è qualcosa di imminente; né che il dollaro è "morto". Detto ciò il suo utilizzo come strumento sanzionatorio rappresenta l'attraversamento di un rubicone per cui le nazioni che lo usano abitualmente devono avere pronte alternative. Il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, pur citando la natura del dollaro nel commercio mondiale, ha ammesso che è in corso una "diversificazione" delle riserve monetarie mondiali. Ciò che conta è disporre di mezzi pronti per effettuare transazioni al di fuori di sistemi e istituzioni basati sul dollaro in circostanze urgenti: per mantenere la continuità del commercio e per proteggersi dagli errori politici dei banchieri centrali. Qual è il mezzo più commerciabile e meno manipolabile per allontanarsi dal dollaro (e possibilmente tornare ad esso, una volta che le tensioni si saranno attenuate) con i costi di passaggio più bassi? L'oro. In che modo gli Stati Uniti intendono attenuare questo fenomeno e, mentre mettono a posto i conti della nazione, affrontare questo periodo di transizione? Con Bitcoin. Nel frattempo l'Arabia Saudita, non una grande fan dell'attuale amministrazione, ha indicato che investirà miliardi di dollari nel suo settore aurifero per il resto di questo decennio. L'India ha di recente inaugurato uno scambio internazionale per i lingotti d'oro. Alla fine dello scorso anno le banche centrali stavano acquistando oro al ritmo più veloce sin dal 1967; a maggio di quest'anno il 70% delle banche centrali ha indicato che le proprie riserve auree sarebbero aumentate nel corso del prossimo anno. La sperimentazione con l'uso dell'oro insieme ai dollari e come moneta è cresciuta in modo esponenziale negli ultimi anni, fino ad arrivare al momento attuale in cui alla fine di questo mese ci dovrebbe essere un annuncio importante alla cofnerenza BRICS di Johannesburg. La forma e la funzione dell'istitutuzione finanziaria BRICS+ è di secondaria importanza, ciò che conta è che il lento strisciare della de-dollarizzazione è, dall'altra parte, una spinta inesorabile verso la ri-monetizzazione dell'oro. E sia che ciò significhi denaro sano/onesto attraverso l'innovazione o pressioni sulle banche centrali affinché riformino le loro linee di politica, questi risultati sono a dir poco benvenuti.
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L'importanza dell'annuncio della Russia che una nuova valuta coperta dall'oro è all'ordine del giorno alla riunione dei BRICS il 22-24 agosto a Johannesburg è passata completamente inosservata, con i media generalisti che non ne hanno nemmeno parlato.
Questo è un errore. Cina e Russia sanno che se vogliono riuscire a rimuovere il dollaro dalla loro sfera d'influenza, devono trovare un'alternativa migliore. Sanno anche che devono consolidare i loro partner commerciali in un blocco adamantino, quindi sono in corso piani per consolidare i BRICS, l'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai e l'Unione economica eurasiatica insieme a quelle nazioni che desiderano aderirvi. Sarà un super gruppo che abbraccerà la maggior parte dell'Asia (compreso il Medio Oriente), l'Africa e l'America Latina.
Le basi per la nuova valuta sono state gettate da Sergei Glazyev ed è notevolmente più avanzata di quanto generalmente si creda.
Questo articolo spiega perché la Russia e la Cina sono ora pronte a sostenere pienamente il progetto di Glazyev. Per la Russia ora è anche imperativo destabilizzare il dollaro come escalation della guerra finanziaria contro l'America e la NATO. La priorità della Cina non è più proteggere il suo commercio orientato all'esportazione, ma garantire che i suoi fornitori africani e latinoamericani non siano destabilizzati da tassi d'interesse in dollari più alti.
Introduzione
«L'introduzione da parte dei BRICS di una valuta coperta dall'oro, sostenuta da 41 Paesi con economie grandi e influenti, indebolirà il dollaro e l'euro e andrà a beneficio di Paesi come l'Iran, mentre gli iraniani in possesso di oro sperimenteranno un aumento della ricchezza, lo ha detto Mousavi [capo del dipartimento dell'Asia meridionale presso il ministero degli Esteri iraniano]. Il governo russo ha confermato il giorno prima che Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica introdurranno una nuova valuta coperta dall'oro».
L'estratto qui sopra racchiude il motivo per cui si desidera una nuova valuta coperta dall'oro: minerà le valute fiat che non sono state amiche dei produttori di petrolio e avvantaggerà le persone che possiedono l'oro rendendolo popolare tra la gente comune. Venerdì scorso RT, il servizio televisivo inglese finanziato dal governo russo, aveva confermato l'intenzione dei BRICS d'introdurre una nuova valuta coperta dall'oro. L'annuncio è stato completamente ignorato dai media generalisti, in parte perché RT e altre fonti di notizie russe sono censurate in molti Paesi europei, incluso il Regno Unito, e qualsiasi notizia proveniente dalla Russia non viene comunque creduta.
Le reazioni di coloro che c'hanno fatto caso, anche tra i cosiddetti gold bug, sono varie: chi dice che né la Cina né la Russia potrebbero mantenere una valuta copertadall'oro e chi dice che ci vorranno anni per pianificarla e implementarla, quindi è una notizia irrilevante per i mercati di oggi. Ma ci sono buone ragioni per credere che questa compiacenza si rivelerà sbagliata e che gli eventi probabilmente evolveranno molto più rapidamente del previsto.
Il problema per i mercati dei capitali è che sono dominati dai keynesiani, programmati automaticamente per credere che l'oro sia cattivo e il denaro fiat sia buono. Come agente di cambio a Londra, quando il presidente Nixon sospese l'accordo di Bretton Woods, ricordo che c'era un simile livello di confusione su tali implicazioni. E ora, 52 anni dopo aver instradato il mondo su un fiat standard, la maggior parte del mondo ne ha avuto abbastanza dell'egemonia del denaro fiat. Dopotutto è stata un'era effimera, destinata a morire giovane sin dalla sua nascita. La macroeconomia dovrà essere riscritta.
L'allontanamento dal denaro fiat è un qualcosa che si sta evolvendo da molto tempo e la de-dollarizzazione rappresenta l'obiettivo finale degli egemoni asiatici. Coloro che hanno seguito gli sviluppi nei mercati dei lingotti d'oro negli ultimi decenni hanno notato il loro spostamento da ovest a est e l'aumento della produzione delle miniere d'oro in Cina e, più di recente, in Russia. Le banche centrali, soprattutto in Asia, hanno accumulato riserve in lingotti e le hanno aggiunte ai fondi statali dichiarati e non dichiarati. In definitiva questa attività può consistere solo nell'usare l'oro per proteggere i valori di una valuta mentre il dollaro muore o viene scartato.
Un'improvvisa svolta degli eventi si è verificata quando l'alleanza occidentale ha imposto sanzioni contro la Russia in seguito al suo attacco all'Ucraina. Hanno innescato una serie di azioni che hanno unito l'Asia e molte delle sue nazioni fornitrici in una ribellione contro l'egemonia americana, alimentata da Putin e guidata dall'Arabia Saudita e dal Consiglio di cooperazione del Golfo. E da quando l'alleanza occidentale ha voltato le spalle ai combustibili fossili, i produttori petroliferi di tutta l'Asia si sono uniti rappresentando quasi la metà della produzione mondiale di petrolio e un terzo del gas naturale. In quanto cartello, l'OPEC è ora solo un'appendice dei mega produttori asiatici di energia.
Il nuovo cartello è dominato dal presidente Putin, laureato in economia energetica all'Università di Leningrado e ben qualificato per essere direttore del circo energetico. Non solo ha dimostrato di comprendere l'importanza del controllo nelle forniture energetiche mondiali, ma ha anche una chiara comprensione dell'importanza dell'oro a livello monetario.
Dopo le sanzioni dell'alleanza occidentale, i segnali provenienti da Mosca sono stati chiari: Sergei Glazyev, uomo di punta di Putin per la politica macroeconomica, da allora ha sventolato la bandiera d'oro in bella vista. In qualità di membro del consiglio della Commissione dell'Unione economica eurasiatica (EAEU) sin dal 2019, è stato incaricato da Putin di progettare una valuta di saldo commerciale per l'EAEU. La dichiarazione iniziale a marzo 2022 attraverso un'agenzia di stampa a Bishkek riportava che suddetta valuta doveva essere basata su un paniere di quelle degli stati membri e un paniere di merci indefinite. Secondo Glazyev, il suo compito era quello di creare un sistema monetario e finanziario eurasiatico che escludesse le valute estere, in particolare il dollaro e l'euro.
L'intenzione era anche quella di rimuovere i controlli sui cambi per i saldi transfrontalieri all'interno dei membri eurasiatici, sostituendo il dollaro come mezzo di saldo comunemente usato tra di loro. La nuova valuta, però, non avrebbe funzionato così come stava venendo fuori e l'unica soluzione logica era quella di eliminare il paniere di valute e utilizzare esclusivamente il supporto dell'oro a rappresentazione delle materie prime. In questo modo sarebbe stato facile per altre nazioni dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO) aderire, il che era l'obiettivo finale fin dall'inizio.
Nel luglio 2022 Glazyev si è mosso per rafforzare la borsa dell'oro di Mosca, la linea ufficiale era che essendo stati sanzionati dal mercato londinese, i minatori russi avevano bisogno di un mercato locale più efficace. Ma lavorando in collaborazione con lo Shanghai Gold Exchange, questo ha rappresentato un segnale importante sul modo in cui si stava sviluppando il pensiero monetario di Galzyev. La conferma è arrivata il 27 dicembre dello scorso anno, quando ha scritto un articolo per Vedomosti, un giornale russo che parla di economia, in cui descriveva perché il rublo doveva tornare a un gold standard. Quell'articolo è stato co-scritto dal suo vice nel comitato EAEU, anch'esso coinvolto nella progettazione della nuova valuta e indicazione velata del punto di vista del comitato stesso.
Pertanto non è necessario essere particolarmente astuti per discernere la scia di indizi che ci sono stati presentati. L'oro doveva essere l'ancora di salvezza per questa nuova valuta fin dall'inizio, ma è stato necessario superare alcune cerchie politiche per convincere gli stati membri dell'EAEU che esso faceva parte della soluzione.
Era diventata chiara l'impraticabilità di basare una nuova valuta commerciale su qualcosa di diverso dall'oro. Ora si scopre che questo progetto è quasi certamente un cavallo di Troia per qualcosa di molto più grande. Era ovvio che altri membri dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai avrebbero potuto partecipare e ora si scopre che l'invito è stato esteso anche ai membri dei BRICS. Ma non è tutto: l'intera appartenenza alla SCO, i suoi interlocutori e i membri associati parteciperanno alla conferenza BRICS a Johannesburg dal 22 al 24 agosto. Presumo che l'elenco originale di 36 nazioni, che secondo i rapporti più recenti si è ampliato a 41, includa i membri dell'EAEU che non erano nell'elenco originale.
Stando così le cose, il progetto monetario dei BRICS non è qualcosa di vago e che potrebbe vedere la luce in un futuro lontano. Le basi sono già state gettate da Glazyev e la struttura può essere rapidamente assemblata una volta adottate le risoluzioni necessarie. È anche possibile che le istituzioni necessarie esistano già e siano in attesa di essere schierate.
Ci sarà anche un'altra proposta nell'agenda di Johannesburg: fondere SCO, EAEU e BRICS in un unico blocco commerciale. In termini sia di popolazione che di PIL a parità di potere d'acquisto, superano già la metà del mondo, facendo impallidire l'alleanza occidentale che si inchina all'America.
Il Ministero del Tesoro degli Stati Uniti quasi certamente sapeva già delle proposte BRICS quando l'agenda è stata diffusa pubblicamente per la prima volta, il che probabilmente spiega perché con breve preavviso Janet Yellen è volata subito a Pechino. Dal punto di vista del suo dipartimento, se la nuova proposta monetaria dovesse essere adottata, il suo finanziamento del deficit di bilancio ne risentirebbe negativamente, per non parlare della minaccia all'egemonia del dollaro. L'asso nella manica era minacciare maggiori sanzioni contro le esportazioni della Cina, non solo verso l'America, ma anche verso i suoi alleati, ma non sappiamo se se ne sia parlato in questi termini.
Il punto di vista della Cina
Per troppo tempo e troppo spesso la Cina è stata minacciata dagli americani per quanto riguarda l'accesso ai mercati. Possiamo essere certi che, prima della proposta monetaria dei BRICS, i cinesi hanno preso contromisure contro questa possibile minaccia e hanno tratto le proprie conclusioni sulle sue conseguenze economiche. L'esperienza della Russia, che ha danneggiato i Paesi sanzionatori molto più di quelli sanzionati, sarà stata inserita in quei calcoli. Oltre a segnalare a cinesi e russi che c'è un crescente livello di allarme a Washington, la missione della Yellen avrà ottenuto ben poco. E un fattore importante per l'atteggiamento cinese è la loro esperienza nei confronti dei tentativi degli Stati Uniti di destabilizzare Hong Kong, che l'hanno portata direttamente sotto il controllo di Pechino. È quindi importante comprendere l'analisi della Cina sugli obiettivi e sui metodi dell'America per inquadrarne la posizione.
Nell'aprile 2015, Qiao Liang, il generale dell'Esercito popolare di liberazione e responsabile della strategia dell'intelligence cinese, tenne un discorso a un forum di studio del Comitato centrale del Partito comunista cinese. Qiao iniziò affermando l'ovvio: gli Stati Uniti usano il dollaro come valuta mondiale per preservare la propria egemonia sul mondo. E concluse che gli Stati Uniti avrebbero provato di tutto, inclusa la guerra, per mantenere il dominio del dollaro sul commercio mondiale. Un aspetto del suo discorso fu estremamente rilevante per la situazione attuale, soprattutto quando descrisse le azioni degli Stati Uniti rispetto ai debiti nazionali esteri.
Qiao affermò che sia la crisi latinoamericana nel 1978-1982, sia la crisi asiatica nel 1996-1998 furono progettate dall'America. Abbassando i tassi d'interesse del dollaro al di sotto del loro livello naturale, lo indebolirono e incoraggiarono un boom degli investimenti nelle giurisdizioni mirate, alimentato dal credito in dollari. Poi rialzarono i tassi d'interesse e rafforzarono il dollaro per creare una crisi finanziaria. Questi eventi sono accaduti, ma forse spinti dal ciclo del credito bancario, oltre che dalla politica estera.
La rilevanza dell'analisi di Qiao è che oggi le stesse condizioni sembrano aver preso di mira non tanto la Cina, che non prende in prestito dollari, ma le nazioni indebitate in dollari in tutto il mondo con cui la Cina commercia: i BRICS. Informata dall'analisi di Qiao, la Cina sa che la strategia dell'America è quella di continuare a rialzare i tassi d'interesse anche dopo che il drago dell'inflazione sarà stato ucciso, e mandandoli in bancarotta gli Stati Uniti tenteranno di riportare sotto il loro controllo le nazioni che cercano di unirsi ai BRICS.
Stando così le cose, la Cina avrà soppesato le conseguenze per il suo commercio di esportazione rispetto alle probabili sanzioni che l'America e i suoi alleati potrebbero minacciare, realizzando quindi che la vera minaccia è contro le economie emergenti in Africa, America Latina e altrove che hanno ricevuto ingenti investimenti cinesi. In termini finanziari, è quindi imperativo che questa minaccia venga affrontata con un attacco preventivo al dollaro, attacco che può andare a segno solo esponendo la debolezza del dollaro come valuta fiat. Sin dalla crisi della Lehman la Cina, e più di recente la Russia, hanno avuto il potere di farlo.
Inoltre la New Development Bank, con sede a Shanghai, sarà in grado di fornire credito sia in yuan che nella nuova valuta BRICS a tassi d'interesse inferiori per compensare le indubbie tensioni imposte ai membri BRICS a seguito del rialzo dei tassi d'interesse statunitensi. Pertanto la Cina è pienamente preparata a contrastare quella che il generale Qiao Liang descrisse come la strategia americana di "raccolta" di beni in Paesi stranieri.
È importante capire in cosa crede e motiva la Cina, non se Qiao ha ragione o torto. Ma dato che il suo punto di vista è stato inculcato nel governo cinese, la Cina è pronta con la Russia a lanciare un attacco alla valuta fiat americana tornando a un gold standard.
Il punto di vista della Russia
Dovrebbe essere chiaro che gli attuali piani per una nuova valuta commerciale hanno avuto origine in Russia e non in Cina. Infatti finora la Cina è stata riluttante a destabilizzare le valute dell'alleanza occidentale, a causa dei suoi interessi di esportazione. Ma non solo il rapporto con l'America si è deteriorato a causa di Taiwan, non solo è chiaro (dal punto di vista della Cina) che l'America intende mandare in bancarotta i membri del BRICS e tutti coloro che cercano di allontanarsi dall'egemonia del dollaro rialzando i tassi d'interesse, ora è è anche chiaro che né la Russia né l'America possono fare marcia indietro sull'Ucraina. Di conseguenza, a meno che la Cina e la Russia non prendano insieme l'iniziativa, a breve la Russia sarà direttamente in guerra con l'America e i suoi alleati della NATO, e la Cina sarà quasi certamente trascinata nel conflitto su Taiwan. La terza guerra mondiale dev'essere prevenuta.
È chiaro che la NATO, sotto il controllo dell'America, è determinata a sconfiggere la Russia, rimuovere Putin e ottenere il controllo delle sue enormi risorse naturali. La guerra per procura combattuta in Ucraina sta prendendo una piega diversa da quella immaginata dalle forze occidentali, con la controffensiva di Zelensky che si è fermata. E dopo la debacle della Wagner, la Russia è ora in una posizione forte per contrattaccare. Ciò ha portato il presidente Biden a voler inviare bombe a grappolo in Uncraina, aumentando l'urgenza di una controffensiva russa.
Inoltre, con il fallimento della controffensiva ucraina, il teatro della strategia operativa della NATO si sta spostando in Polonia e nei Paesi baltici, con la prima in particolare che sta diventando uno stato cliente dell'America attraverso la NATO. L'accumulo di personale militare e missilistico in Polonia diventerà sempre più evidente nelle prossime settimane ed è già stato anticipato da Mosca. Attendiamo la reazione di Putin, ma è improbabile che rimarrà seduto con le mani in mano e lasci che la NATO ammassi le sue forze in Polonia e nei Paesi Baltici.
Il compromesso è fuori discussione, perché è chiaro a Putin che l'America non può fare marcia indietro. Immaginate le conseguenze per Biden, il quale ha iniziato la sua presidenza con il ritiro dall'Afghanistan e se la conclude con un ritiro dall'Europa orientale. Inoltre i neoconservatori sono saldamente al comando della politica estera, determinati a sconfiggere Putin, aggiungere il territorio russo alla loro sfera d'influenza e isolare la Cina.
I termini di pace di Putin sarebbero inaccettabili per l'America, perché insiste nel proteggere i propri confini, il che significa che tutti i missili e le basi americane saranno rimossi dall'Europa orientale e centrale. Per Mosca ciò solleva la questione se la Russia debba garantire la sua posizione attuale o prendere l'Ucraina, rendendola uno stato cuscinetto. Un attacco russo è destinato a far salire i prezzi di energia, cereali e fertilizzanti, peggiorando l'inflazione dei prezzi nei Paesi dell'alleanza occidentale e provocando divisioni con America e Gran Bretagna, ma a vantaggio delle finanze russe che sono sotto pressione. Inoltre un attacco riuscito alla credibilità delle loro valute minerebbe la capacità militare dell'alleanza, quindi il dollaro dovrebbe essere attaccato anche finanziariamente.
Nessuno può essere sicuro che la distruzione del dollaro eviterebbe una guerra nucleare, ma non c'è dubbio che fintanto che l'America può finanziare la sua aggressione, gli eventi andranno in quella direzione. Dal punto di vista di Putin, indebolire il dollaro è ora una priorità, magari combinandola con la presa di Kiev ora che la spinta estiva di Zelensky è fallita.
Un vantaggio di una guerra finanziaria è che non ha bisogno di essere dichiarata, quindi non c'è un vincitore ufficiale e non c'è bisogno di una riconciliazione postbellica.
Progettare una valuta coperta dall'oro
Una nuova valuta di saldo commerciale ha il vantaggio di non essere stata mai utilizzata come mezzo per finanziare i disavanzi pubblici. E dato che il suo ruolo è limitato al saldo commerciale transfrontaliero e al commercio di merci fisiche, dev'essere istituzionalmente accettabile e non deve fare appello alla fiducia della popolazione. Gran parte del credito sarà autoestinguente. Si aggiunge alle valute nazionali, lasciando alle singole nazioni la gestione delle proprie linee di politica monetarie, motivo per cui una tale valuta può godere di un ampio sostegno. Non dev'essere utilizzata come mezzo per investimenti di capitale.
Poiché le basi sembrano essere già state gettate da Sergei Glazyev, potrebbe essere pronta per l'uso non appena sarà approvata a fine mese. Oltre a un insieme di regole rigorose e semplici, tutto ciò di cui ha bisogno sono due cose: l'istituzione di un'entità di emissione e l'oro fisico. La prima si può fare in un lampo, se non è già stata istituita, e l'oro sarà allocato dalle riserve delle banche centrali partecipanti. Questo è quasi certamente il motivo per cui le banche centrali di molti dei membri BRICS hanno aggiunto lingotti alle loro riserve. Devono essere estremamente grati all'establishment finanziario occidentale che commercia oro sintetico.
L'elenco puntato che segue è un breve schema di come una nuova valuta di saldo commerciale basata sull'oro possa essere rapidamente istituita per sostituire il dollaro fiat in tutte le transazioni tra le nazioni membri. Sarà interessante vedere come i vari elementi si confronteranno con la proposta di Glazyev.
È progettata per essere politicamente accettabile tra tutti i soggetti coinvolti, nonché una soluzione pratica a lungo termine per facilitare le ambizioni dell'asse russo-cinese per una rivoluzione industriale asiatica, che comprenda l'Africa e l'America Latina, libera dall'interferenza dell'America e dei suoi alleati. Gli elementi essenziali sono i seguenti:
• L'annuncio della creazione di una nuova banca centrale emittente (NICB, da non confondere con l'attuale New Central Bank di Shanghai, lo scopo è finanziare gli investimenti dei membri BRICS) e una nuova valuta basata sull'oro è il primo passo.
• La NICB viene istituita con la sola funzione di emettere una nuova valuta digitale coperta da oro fisico. Sarà progettata per essere un sostituto dell'oro completamente affidabile, indipendente dai valori delle valute già fiat esistenti.
• La nuova valuta sarà convertibile in oro solo tra la NICB e le banche centrali partecipanti. Saranno inoltre liberi di aumentare le loro riserve monetarie presso la NICB inviandole oro aggiuntivo in qualsiasi momento.
• I partecipanti idonei alla NICB saranno le banche centrali delle nazioni partecipanti, in linea di massima limitati a nazioni membri, associate e partner di dialogo di EAEU, SCO e BRICS. Inoltre anche a nazioni richiedenti l'adesione a una qualsiasi di queste organizzazioni in un elenco approvato.
• La valuta della NICB viene emessa alle banche centrali nazionali approvate a fronte della loro fornitura di un minimo del 40% di garanzia in oro. Ad esempio, una valuta che rappresenta un milione di grammi d'oro garantisce un'allocazione di 2.500.000 unità monetarie denominate in grammi d'oro. L'oro non deve essere consegnato a un deposito centrale, ma può essere prelevato dalle riserve auree di una banca centrale, a condizione che sia conservato in modo sicuro in caveau su un elenco approvato dalla NICB. È probabile che questo elenco escluda l'oro immagazzinato presso le banche centrali dell'alleanza occidentale e non dev'essere affittato o scambiato.
• Una banca centrale partecipante registra le nuove unità monetarie che le sono state assegnate come attivi sul suo bilancio, controbilanciate da un aumento delle sue passività come patrimonio netto. Il bilancio di una banca centrale partecipante viene quindi rafforzato.
• Una banca centrale partecipante può offrire credito e accettare depositi legati al valore della nuova valuta, da e verso le banche commerciali della sua rete nazionale. Si noti che la nuova valuta sarà disponibile esclusivamente per le banche centrali partecipanti, sulla quale possono basare i propri rapporti di credito con le banche commerciali.
• Le banche commerciali che operano nei Paesi membri e altrove saranno libere di creare e trattare crediti denominati nella nuova valuta della NICB. Non avranno alcun rapporto di credito con quest'ultima, ma la loro banca centrale di riferimento sì.
• Le banche commerciali la cui banca centrale non ha accesso alla valuta NICB possono compensare attraverso i mercati del credito all'ingrosso e saranno sempre libere di acquistare oro fisico sui mercati, se desiderano sostenere il credito creato nella nuova valuta con l'oro stesso.
• Tutte le tasse e le restrizioni sulla proprietà dell'oro devono essere completamente revocate dalle nazioni partecipanti, riconoscendo il suo status storico e giuridico come denaro.
• Sarà istituito un sistema di compensazione centrale efficiente per le banche commerciali che trattano crediti basati sulla nuova valuta.
• Le borse asitiche sulle materie prime nei BRICS+ valuteranno tutti i prodotti nella nuova valuta oltre che in dollari. Le importazioni e le esportazioni tra i BRICS avranno un prezzo simile. Ciò garantirà che i mercati fisici e i loro derivati siano isolati da un crollo delle valute fiat, una probabile conseguenza del ritorno dell'oro al suo vero status monetario.
Lo scopo della nuova valuta è quello di fornire una solida base monetaria per la finanza commerciale e altri accordi finanziari transfrontalieri. L'espansione del credito basata su di essi crescerà strettamente in linea con l'attività economica e quindi non sarà inflazionistica, minandone il potere d'acquisto. In un saggio precedente ho spiegato perché quando è legato in modo convincente all'oro, il credito delle banche commerciali cresce su base non inflazionistica. Questa è la chiave per capire perché una nuova valuta costruita su queste linee potrà resistere alla prova del tempo.
È anche probabile che le nazioni partecipanti pongano una maggiore enfasi sulla stabilità delle proprie valute, fornendo al contempo un rifugio sicuro dalle conseguenze per il dollaro dopo la sua introduzione. Una volta istituita la nuova valuta, sarà nell'interesse della Russia riportare il rublo a un proprio gold standard e la Cina potrebbe seguire l'esempio con il renminbi.
Tutte le prove empiriche ci informano che quando l'oro diventa il mezzo con cui viene valutato il credito, il valore di quest'ultimo si lega a quello dell'oro e non dipende più dalla stabilità della quantità di credito stesso. Operare come un sostituto dell'oro conferisce certezza dei prezzi al commercio e agli investimenti e porta a tassi d'interesse bassi e stabili, creando le condizioni necessarie per massimizzare lo sviluppo economico nelle economie emergenti.
Costruita sulle linee di cui sopra, dovrebbe essere semplice e veloce da istituire. Dev'essere libera dagli attacchi dei membri dell'alleanza occidentale che cercheranno di preservare i propri sistemi monetari fiat. E il 40% di copertura in oro fa rima con il requisito di base per uno standard monetario metallico stabilito da Sir Isaac Newton, quando era Maestro della Royal Mint.
Per le banche centrali partecipanti, la sostituzione dell'oro nelle loro riserve per le allocazioni della nuova valuta rappresenterebbe un aumento significativo del loro patrimonio di bilancio. Man mano che crescerà la fiducia in questo schema, solo le riserve auree minime saranno conservate dalle banche centrali partecipanti, con il saldo scambiato con la nuova valuta. Ad esempio, la Reserve Bank of India possiede ufficialmente 787,4 tonnellate di oro e convertite nella nuova moneta d'oro il loro valore aumenterebbe a 1.968,5 tonnellate equivalenti, aggiunte al capitale proprio.
L'impatto sull'oro
Nel corso della storia il denaro è stato l'oro e il resto credito. Quando si stacca il credito dall'oro, ci sono delle conseguenze: il prezzo di beni e servizi in credito differisce dal prezzo in oro. È davvero così semplice.
È opinione diffusa che le fluttuazioni dei prezzi non abbiano nulla a che fare con il mezzo di scambio e per le singole transazioni è certamente vero che sia l'acquirente che il venditore condividono questa opinione. Ma col passare del tempo, con le linee di politica ufficiali che mirano a una riduzione del 2% del potere d'acquisto del dollaro e delle altre principali valute fiat, non è vero che le fluttuazioni dei prezzi siano interamente dovute ai cambiamenti nell'equilibrio tra domanda e offerta di materie prime e altri input manifatturieri. Infatti, dalla fine di Bretton Woods, misurata in oro, la perdita di potere d'acquisto è stata notevolmente superiore all'obiettivo del 2% annuo. Il grafico qui sotto la colloca direttamente in un contesto oro contro fiat.
Dalla sospensione di Bretton Woods, il dollaro ha perso il 98% del suo valore rispetto all'oro. Le altre principali valute fiat hanno impoverito allo stesso modo i loro utenti e risparmiatori, e solo ora si profila l'atto finale della loro distruzione a causa dell'introduzione di una nuova valuta BRICS coperta dall'oro.
Attraverso l'oro le banche centrali partecipanti scambieranno i loro dollari con la nuova valuta. Questo rifiuto del dollaro da parte di un gran numero di banche centrali lo svaluterà ulteriormente, seguite da entità non governative straniere che cercheranno di ridurre la loro esposizione. Inizialmente sarà visto come una corsa verso l'oro, simile a quella che seguì la sospensione di Bretton Woods il 15 agosto 1971. Il mercato era altrettanto perplesso allora come oggi, con la correzione mattutina di Londra lunedì 17 agosto a $43, in leggero calo rispetto alla settimana precedente. Solo il 19 novembre la correzione superò per la prima volta i 43$. Ci vollero due mesi interi affinché le implicazioni si concretizzassero e il prezzo salì a $197,50 il 27 dicembre 1974.
La lezione in questo mondo keynesiano è che due mesi di prezzi statici dopo la sospensione di Bretton Woods sono la prova che l'oro era poco compreso nei mercati finanziari, e lo è ancora oggi. I mercati dei derivati, in particolare il mercato a termine di Londra e i futures Comex negli ultimi quarant'anni, hanno perso di vista l'oro come denaro giuridico e hanno pensato che fosse un contatore di trading che gioca su timori irrazionali di instabilità del sistema monetario moderno. Ma con il ritorno dell'oro come ancoraggio dei valori creditizi per gli egemoni asiatici e la loro sfera d'influenza, quei timori diventeranno improvvisamente razionali.
Le conseguenze più ampie di un gold standard BRICS
Possiamo presumere che le conseguenze degli accordi commerciali asiatici riguardanti l'oro saranno state attentamente prese in considerazione dalle superpotenze asiatiche, in particolare dai russi che hanno affrontato un dollaro militarizzato.
Oltre a portare stabilità ai valori dell'export, ci sono altri vantaggi nel reintrodurre l'oro nei sistemi monetari. La stabilità dei tassi d'interesse è un ovvio vantaggio. Attualmente il tasso d'interesse chiave della Banca di Russia è al 7,5% e l'inflazione dei prezzi è crollata al 2,3% (aprile). Il rendimento dell'obbligazione OFZ a 10 anni della Russia è ancora dell'11,3%. Se il rublo diventa un sostituto credibile dell'oro, ci si può aspettare che l'inflazione dei prezzi, i tassi d'interesse e i rendimenti obbligazionari scendano e mantengano livelli che riflettono la stabilità a lungo termine dell'oro, in particolare in tempi più normali in cui il governo russo registra avanzi di bilancio decenti. E supponendo che l'espansione del credito da parte delle banche commerciali russe non sia ciclicamente eccessiva, ci si può aspettare una stabilità finanziaria per la valuta e l'economia russa a lungo termine. Insieme a tasse basse (l'imposta sul reddito della Russia è fissa al 13%), ci si può aspettare anche che questa stabilità favorisca un vero progresso economico e l'accumulo di ricchezza personale da parte del popolo russo. Sarebbe un risultato di gran lunga migliore rispetto alla situazione attuale.
Ci si può altresì aspettare che una mossa verso il sostegno dell'oro da parte degli egemoni asiatici indebolisca il potere d'acquisto delle valute fiat occidentali. Il capitale internazionale abbandonerà le effimere valute fiat a favore dei valori reali delle materie prime, con le nazioni che ricostituiranno scorte di energia, metalli e altre materie prime invece di accumulare carta. Verranno ricercati metalli preziosi, in particolare l'oro, e ci si può aspettare che il suo prezzo rifletta la fine delle valute fiat.
Le conseguenze per i prezzi all'ingrosso e al consumo nelle nazioni occidentali diventerebbero rapidamente evidenti, con le banche centrali costrette a rivedere le loro aspettative per un'inflazione dei prezzi nettamente superiore. Ci si può aspettare che i rendimenti obbligazionari aumentino ulteriormente, minando tutti i valori finanziari e immobiliari. Come chiarisce questa prospettiva negativa, le valute fiat misurate rispetto all'oro entreranno in una sostanziale fase di declino.
La dipendenza dagli investimenti esteri ha protetto il dollaro dai continui deficit commerciali e ha svolto un ruolo chiave nel finanziamento del debito del governo degli Stati Uniti sin dalla fine di Bretton Woods. Ha permesso allo zio Sam di avere deficit di bilancio più o meno continuamente; la fine dei cinquantadue anni di un regime fiat cambierà tutto questo. Il governo degli Stati Uniti dovrà affrontare notevoli ostacoli al proprio finanziamento, soprattutto con l'emergere di una liquidazione estera di titoli del Tesoro USA. I rendimenti obbligazionari e i costi di finanziamento per il governo sono destinati ad aumentare in modo significativo.Le conseguenze per l'UE e la zona Euro sarebbero divisive, sia dal punto di vista politico che economico. Se non fosse per i vincoli politici, la Germania andrebbe naturalmente verso la cooperazione con i sistemi monetari più solidi che stanno emergendo a est, in particolare con il deterioramento delle finanze dei PIIGS. Con l'aumento dei rendimenti obbligazionari, l'intero sistema Euro composto dalla BCE e dalle sue banche centrali nazionali dovrebbe essere ricapitalizzato, essendo già profondamente in negativo. Le banche d'importanza sistemica mondiale (G-SIB) nell'Eurozona sono estremamente indebitate ed è improbabile che sopravvivano alla combinazione di valori degli asset in calo e crediti inesigibili in ascesa. Essendo stato creato per volere di una commissione politica e ora gestito da tecnocrati, l'euro rischia di perdere ogni credibilità sui mercati.
Anche le conseguenze per la sterlina saranno significative. In una trappola del debito simile a quella del governo degli Stati Uniti, i britannici hanno l'ulteriore svantaggio di un'economia che soffre per l'aumento delle tasse. Inoltre, essendo Londra il centro finanziario internazionale, il Regno Unito sarà l'epicentro di una crisi monetaria. Per le dimensioni della sua economia, il Regno Unito ha poche riserve auree, impedendo una qualsiasi futura fuga dalla trappola delle valute fiat.
I principali governi allineati sia economicamente che intellettualmente con il dollaro si ritroveranno in uno svantaggio comparativo davanti a una valuta dei BRICS coperta dall'oro, probabilmente seguita dall'adozione di standard aurei da parte di Russia e Cina. I tassi d'interesse, che stanno sfuggendo al controllo delle banche centrali, saliranno a causa di due fattori: la stretta creditizia e il deterioramento delle prospettive per i poteri d'acquisto delle valute fiat. È il peggiore dei due mondi per loro. Inoltre gli economisti mainstream sono riluttanti ad abbandonare le loro politiche economiche e monetarie e governi/banche centrali saranno lenti a reagire.
L'unica salvezza per i governi occidentali sarà quella di abbandonare completamente la macroeconomia keynesiana e tornare alle teorie economiche classiche. Dovranno essere ripudiati i falsi presupposti che si sono accumulati durante l'era delle valute fiat. Crisi di questo genere quasi sempre scaturiscono dai cambi, perché sono i detentori stranieri di valute i primi a riconoscerne la debolezza. Di solito si tratta di una valuta specifica, ma questa volta interesserà tutte le principali valute dell'alleanza occidentale.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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Mettendo un attimo da parte la strategia di Powell che è stata la molla definitiva a far scattare la Lagarde, questa gente sorvola su un fatto cruciale: l'equity della BCE è sprofondato in territorio NEGATIVO (non è sola in questa condizione da repubblica delle banane, anche la FED condivide questa onta oltre alle altre principali banche centrali dei Paesi sviluppati). In risposta alle varie crisi la BCE ha acquistato grandi quantità di asset finanziari a lungo termine. In termini finanziari la BCE si è impegnata in una strategia di carry trade (senza strategia di uscita): ha tratto vantaggio della disparità tra i rendimenti più elevati ricevuti da questi asset e i tassi d'interesse inferiori pagati alle banche attraverso meccanismi come gli interessi sulle riserve in eccesso o il mercato dei pronti contro termine inversi. Il successo di questo approccio dipendeva dai tassi d'interesse artificialmente bassi. Quando l'inflazione dei prezzi ha spinto verso l'alto i tassi d'interesse obbligazionari, l'equazione si è capovolta: la BCE ha dovuto pagare alle banche tassi più alti di quelli che guadagnava dai suoi asset.
RispondiEliminaL'altro problema è che la BCE ora ha una nuova variabile da considerare quando decide la politica monetaria: la sua situazione di profitti/perdite. Tassi d'interesse più alti aiutano a ridurre l'inflazione dei prezzi, ma ne aumentano anche le perdite. Se le perdite continuano ad accumularsi, i mercati potrebbero iniziare a metterne in discussione l'impegno nel combattere l'inflazione e di conseguenza la sua credibilità. Prima del 2012 l'aumento dei tassi d'interesse di riferimento non avrebbe causato un deficit di bilancio per la BCE, dato che non si era ancora impegnata nel QE e quindi aveva una piccola posizione di carry-trade. Detto in parole povere, dato che la BCE aveva un bilancio minuscolo, poteva manovrare i tassi d'interesse senza intaccare il suo profilo profitti/perdite.
L'emergere di un equity negativo sin dall'anno scorso ha messo in una situazione compromettente i contribuenti e la BCE stessa. Man mano che questo dettaglio attirerà attenzioni, la credibilità della banca centrale europea ne subirà le conseguenze. Quindi, no, la BCE non ha sbagliato a rialzare i tassi, è stata semplicemente costretta a farlo dalle ardue circostanze che essa stessa ha contribuito a creare.