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martedì 18 luglio 2023

Macron, la NATO e la fine dell'Impero — Parte #2

 

 

di Tom Luongo

Ieri ho pubblicato i miei pensieri su ciò che stava accadendo in Francia dal punto di vista della grande rivalità di potere: le lotte intestine tra le fazioni e chi rappresenta chi ora sono tanto caotiche e temporanee quanto la situazione sul campo in luoghi dove c'è un evidente conflitto, come l'Ucraina.

Le proteste in Francia sono il culmine di molti di questi fattori che si uniscono, alcuni dei quali sono stati approfonditi.

Vi ho lasciati in sospeso con il seguente pensiero:

[...] Niente di meno che il destino di un progetto di 300 anni per il governo mondiale è in gioco. Ognuna di queste orribili fazioni vuole governare il mondo, ma nessuna di loro ha i mezzi da sola per farcela. Vederle farsi a pezzi l'un l'altra sulla linea di fuoco sarebbe esilarante se la posta in gioco non fosse così spaventosamente alta per il resto di noi.

Questa è un'affermazione pesante da presentare, ma è stato il tema principale di questo blog e di tutto il mio lavoro per quasi dieci anni. È stato un viaggio di scoperta tanto per me quanto per tutti i miei lettori.

E le domande che aleggiano nell'aria mentre il vertice della NATO va avanti a Vilnius si concentrano su chi sta spingendo chi verso la guerra. Macron in Francia ha assunto poteri quasi dittatoriali, eppure la potenziale minaccia di collasso del suo governo aumenta di giorno in giorno.

Dopo la prima parte abbiamo visto crollare il nostro secondo grande governo europeo in altrettanti mesi. Prima è stato il turno del governo di coalizione messo insieme da Pedro Sanchez in Spagna, dove ha chiesto elezioni anticipate (programmate per il mese prossimo) dopo che il centrodestra è salito al potere a livello regionale.

Durante il fine settimana è stato il turno del governo del leader chiave del World Economic Forum, Mark Rutte, nei Paesi Bassi a cadere per l'incapacità di trovare un accordo sulla linea di politica riguardante i migranti. Mentre il WEF spingeva gli agricoltori olandesi a una rivolta aperta contro Rutte attraverso il sequestro delle terre e onerose normative sull'uso dell'azoto, gli agricoltori si sono organizzati in un partito politico che ottenne così tanto sostegno e così rapidamente d'aver fatto cadere Rutte.

Quest'ultimo ha annunciato che non si candiderà alle prossime elezioni. La rivolta nei Paesi Bassi è quasi completa a livello nazionale e l'ultimo sondaggio condotto nei Paesi Bassi ha visto vincere il BBB, il partito degli agricoltori.

Ma anche con questo cambiamento, non c'è consenso nei Paesi Bassi. L'elettorato è diviso in più di una dozzina di partiti e una coalizione di governo deve trovare 76 seggi per formare un governo. A meno che i sondaggi attuali non cambino in modo significativo da qui alle elezioni, avere una coalizione completamente anti-WEF alla guida del Paese è poco probabile.

Il risultato più probabile sarà l'assenza di governo nei Paesi Bassi per mesi, mentre i partiti allineati al WEF trattengono il fiato e si rifiutano di allearsi con chiunque ritengano "indegno". E se dovesse anche venire a costituirsi una coalizione, sarà ostacolata da traditori e maldicenze, cfr. Italia nell'ultimo decennio.

E non ho parlato nemmeno dell'opposizione che il governo, se si formasse, incontrerebbe da parte dei burocrati di Bruxelles, che se la prenderanno duramente con loro per far rispettare qualsiasi nuova direttiva che esca dalla Commissione europea.

Basta chiedere a Viktor Orban in Ungheria, per esempio.

I Paesi Bassi fanno parte di quella rivolta contro il golpe pianificato dalla cricca  di Davos e dai suoi simpatizzanti per un governo mondiale. Guardate i sondaggi riguardanti Alternativa per la Germania (AfD) in luoghi dove il centrodestra non ha mai dominato. AfD non è più solo un ex-fenomeno della Germania dell'Est: ora è un movimento anti-SPD, anti-verde e pro-umanità in tutta la Germania.

In definitiva, c'è ancora molta inerzia da superare a tutti i livelli della società prima che possa essere effettuato un vero cambiamento, specialmente in Europa, dove non c'è federalismo all'interno dell'UE come negli Stati Uniti.

È un doppio pozzo nero da cui le persone devono strisciare fuori, a meno che non ci sia qualcosa in preparazione per distruggere l'UE nello stesso momento in cui questo movimento populista sta guadagnando slancio.


Mr. Market abbatti quel muro

Poiché suddetta inerzia è ancora forte, è per questo che tengo d'occhio i cambiamenti che si verificano nei mercati dei capitali e la faziosità a livello di sistema bancario centrale.

Alla vigilia del grande vertice della NATO a Vilnius, è interessante notare se i mercati dei capitali stanno, come direbbe Martin Armstrong, fiutando il futuro con sottili flussi di capitali.

Questo è il motivo per cui ho suddiviso questo saggio in due parti, perché mentre scrivevo la prima parte l'azione dei prezzi nel debito sovrano e nei mercati delle materie prime stava facendo proprio questo.

Per due anni, da quando ho accarezzato per la prima volta con l'idea che il presidente del FOMC, Jerome Powell, avesse iniziato a "restringere di nascosto" la politica monetaria degli Stati Uniti, ho osservato quei segnali che indicassero un flusso potenziale di capitali negli Stati Uniti a spese dell'Europa.

L'indicatore principale per me è stato lo spread di rendimento dei decennali USA/Germania. Questi sono i due mercati obbligazionari di riferimento per Stati Uniti ed Europa: una è l'obbligazione sovrana mondiale "rifugio sicuro", l'altra è l'obbligazione europea "rifugio sicuro".

Da allora ho aggiunto anche lo spread dei biennali. Come ho discusso anche con Danielle Dimartino Booth, ci sono stati tre grandi eventi nell'ultimo anno che hanno segnato cambiamenti significativi nella linea di politica o nel sentimento.

Evento n°1 — Il presidente della BCE, Christine Lagarde, ha annunciato il TPI (Transmission Protection Instrument, o per gli amici Toilet Paper Initiative) con cui diceva al mondo che avrebbe gestito più attentamente gli spread del credito, poiché la BCE era costretta a rialzare i tassi per combattere l'inflazione e seguire la FED dato che Powell non stava invertendo la sua rotta.

Ciò ha portato la Banca del Giappone ad allargare la banda sulla sua politica di controllo della curva dei rendimenti (YCC) allo 0,50%, il che ha fatto precipitare lo spread in...

Evento n°2 — Riunione del FOMC del 1° febbraio, Powell rilancia solo di 25 punti base, ma alla fine convince i mercati che era serio riguardo alla sua linea di politica "Più in alto per più tempo". Ciò si riflette nei prezzi di tutti i mercati.

È stato anche l'inizio della fine della liquidità del contratto futures sull'eurodollaro sul Chicago Mercantile Exchange (CME). Entro aprile il contratto futures SOFR a tre mesi avrebbe sostituito completamente il contratto sull'eurodollaro. Ho scritto di questo tema nella mia ultima serie in due parti “La guerra per il dollaro è già finita” (Parte I e Parte II).

Ciò ha messo in moto una grande vendita di titoli del Tesoro statunitensi grazie alla quale la Lagarde è riuscita a mantenere bassi i tassi tedeschi, facendo esplodere lo spread. Un mese dopo abbiamo avuto alcuni fallimenti bancari negli Stati Uniti. Credit Suisse è esplosa, ecc. Ciò ha portato a...

Evento n°3 — Il Giappone non ha ancora posto fine all'YCC, quando il nuovo presidente della Banca del Giappone, Kazuo Ueda, ha detto ai mercati che non avrebbe rinunciato all'YCC, ha contribuito a salvare la Lagarde e la BCE ancora una volta mentre gli spread si allargavano nuovamente fino alla "crisi" del tetto del debito statunitense.

Ma non è tutto, perché il timore che la BoJ rinunciasse all'YCC e le turbolenze nelle banche statunitensi erano così forti che abbiamo visto un'enorme copertura contro posizioni short nei confronti del decennale giapponese. Tanto che Ueda non ha dovuto cambiare linea di politica perché il rendimento era di gran lunga inferiore al limite dello 0,5%.

Quindi, per alcuni mesi, lo scioglimento delle operazioni di carry trade JGB short accumulate in anni di YCC e tassi a zero a livello mondiale hanno aiutato la Lagarde a mantenere l'intera gamma dei prezzi degli Eurobond al di sotto di quelli che a me sembrano livelli ridicoli.

Ma, attenzione, il decennale giapponese sta tornando vertiginosamente verso il limite dello 0,5% in cui Ueda dovrà intervenire. Infatti direi che sta già facendo qualcosa, perché lo yen è passato da 145 a quasi 140 in appena un paio di giorni.

L'IPC della Germania è arrivato al 6,4% questo mese. In linea con le aspettative, ma significa che la Lagarde non può più mantenere questa linea e la Bundesbank ha bisogno di un gigantesco salvataggio secondo un recente audit delle sue finanze.

Il governo di Rutte è caduto, il rischio di un grande sconvolgimento politico è in aumento. Chi altro oltre alla Lagarde comprerebbe il debito olandese al 3%?

Il governo spagnolo sta per cambiare. I prezzi dell'energia stanno iniziando a salire con l'arrivo dell'inverno. Chi comprerà il suo debito al di sotto del 3,75%?

Potrebbe essere il mio pregiudizio di conferma a parlare, ma tutto ciò che vedo è qualcuno seduto su determinati livelli e che interviene duramente per garantire che tali livelli non vengano violati per un certo periodo di tempo. Nel momento in cui questi rendimenti escono "dal range", la Lagarde interviene per riportarceli dentro.


I cani di grossa taglia stanno ululando

Si prevede che l'IPC degli Stati Uniti arriverà al 3,1% e il mercato sta dicendo che Powell rialzerà di nuovo i tassi tra due settimane. Non sono sicuro che lo farà, perché sarebbe interpretato come un azzardo data una recessione appena oltre l'orizzonte.

E ciò metterebbe nuovamente sotto pressione l'estremità lunga della curva dei rendimenti. Powell farebbe meglio a lasciare che il mercato faccia il suo lavoro nel normalizzare la curva dei rendimenti non rialzando adesso e aspettando fino alla riunione di settembre.

La reazione del mercato a un mancato rialzo dei tassi sarebbe immensa e farebbe saltare in aria l'edificio del rendimento accuratamente costruito che la Lagarde e la sua complice Janet Yellen hanno eretto.

In che modo la Lagarde potrà continuare a gestire questi spread se Powell toglierà il piede dal collo del credito interno per qualche altra settimana e il Giappone sta prendendo in considerazione la fine dell'YCC con l'attuale inflazione al ~3%?

Guardate i prezzi del petrolio, gente, stanno salendo di nuovo. Il Brent sta bussando agli $80 al barile con il WTI che lo segue. I prezzi della benzina negli Stati Uniti si stanno avvicinando a quelli dello scorso autunno, preparandosi per un rally. Pensate ancora che l'inflazione sia stata sconfitta? Neanche per sogno.

L'azione di prezzo della scorsa settimana nei mercati obbligazionari ha messo la Lagarde in un'altra brutta situazione, perché il decennale statunitense ha superato il 4% e ha chiuso lì, spingendo tutti i rendimenti verso l'alto e finora non c'è stato alcun rally nelle obbligazioni statunitensi affinché la aiutassero ad abbassarli.

Questa settimana è quindi cruciale, perché il decennale degli Stati Uniti si sta avvicinando pericolosamente a un importante breakout sopra il 4,09%. Abbiamo già avuto la violazione del massimo di marzo questa settimana e non vi è alcuna indicazione che i tassi abbiano raggiunto il massimo locale o torneranno indietro. Anche lo spread 2/10 si è notevolmente invertito da un minimo di -110 bps a -86 bps.

L'unica cosa di cui tutti hanno paura in questo momento è la normalizzazione della curva dei rendimenti nei titoli del Tesoro USA ed è esattamente ciò che sta accadendo.

Negli ultimi mesi ho monitorato gli spread all'interno della curva dei rendimenti degli Stati Uniti e da quando la "crisi" sul tetto del debito è stata risolta (non bene, aggiungerei) i mercati hanno giustamente iniziato ad assumersi più rischi riguardo la durata.

Non c'è dubbio che ci sia ancora molto lavoro da fare, ma le tendenze su base settimanale sono chiare. Il capitale richiede un rendimento più elevato andando oltre la curva dei rendimenti rispetto al secondo trimestre. E alla fine tutto questo è di buon auspicio affinché le banche nazionali inizino a risanare i loro bilanci.

Ma non saranno quelle in Europa, le quali sono sull'orlo di uno shock dei tassi che è appena poco oltre la linea dell'orizzonte già da un po' di tempo. Il percorso è impostato e Powell non si tirerà indietro di fronte alla rapida de-dollarizzazione e alla follia fiscale interna.

Il suo compito è sistemare le parti del bilancio degli Stati Uniti che controlla e lo sta facendo. I traditori a Capitol Hill, invece, stanno cercando di farci finire nella prigione dei debitori.


Vilnius o morte

Ora pensate a cosa è successo a Vilnius, al vertice della NATO: Biden vuole spendere ancora di più in armi per l'Ucraina, ma non la vuole portare all'ovile. Il Regno Unito sta urlando per entrambe le cose.

Macron ora è felice di fornire missili all'Ucraina, perché in questo modo alimenta il suo complesso militare-industriale e i suoi obiettivi a lungo termine di un patto di sicurezza europeo senza gli Stati Uniti.

La Turchia ha smesso di bloccare l'ingresso della Svezia nell'alleanza perché ha ottenuto gli F-16 di cui ha bisogno per realizzare le sue ambizioni a livello regionale. Qualcuno alla fine ha offerto a Erdogan la giusta tangente per convincerlo a firmare.

Quello che sta accadendo nei mercati finanziari è un presagio che l'inerzia burocratica dell'Occidente è troppo potente per essere superata. Si stanno preparando al peggio, ma mantengono ancora la speranza per il meglio. Una volta che questi muri di resa verranno abbattuti, sapremo che non si potrà tornare indietro.

Perché? Perché se il mercato delle obbligazioni sovrane europee va incontro a un rapido tracollo, allora l'escalation è l'unica via per questi comunisti narcisisti di mantenere il potere mentre le loro economie crollano.

Macron e la Francia possono aver represso con successo le rivolte dei migranti/la rivoluzione colorata, ma non hanno il controllo della situazione. Semmai le divisioni tra nativismo francese e popolazione migrante sono solo più profonde oggi rispetto a due settimane fa.

Lo sconvolgimento politico sul campo anticipa di qualche settimana/mese il vero tumulto sotto la superficie nei mercati dei capitali. La Lagarde continua a essere progressivamente messa all'angolo da imperativi geopolitici e dall'opposizione negli Stati Uniti a combattere una guerra contro la Russia per l'Ucraina.

Il messaggio conflittuale proveniente dall'amministrazione Biden riflette proprio questo: Biden vuole più armi in Ucraina per continuare a dissanguare la Russia, ma i suoi militari stanno chiaramente cercando d'impedirgli di portarci oltre il punto di non ritorno.

Da qui il suo veto all'ascesa del britannico Ben Wallace a segretario generale della NATO e mantenere Jens Stoltenberg per un altro anno. È per questo che Stoltenberg continua a sostenere la linea secondo cui l'ingresso dell'Ucraina nella NATO si basa sul fatto che essa debba “vincere la guerra come nazione sovrana”.

I guerrafondai a Londra, Washington e Bruxelles si rendono conto che questa forma di guerra a metà sta deragliando, facendo salire i costi a livello politico, economico e spirituale. Stanno perdendo lo slancio e hanno bisogno di qualcosa per "risvegliare le coscenze".

Ciò che dovrebbe spaventare tutti è che il loro pensiero è semplice: se Biden non s'impegnerà completamente in Ucraina, allora prenderanno quella decisione per lui.

Perché, nonostante tutto, finalmente si convinceranno che l'economia russa non sta crollando e mentre i suoi dati sulla produzione industriale, i salari e l'inflazione indicano tutti una crescita della produttività reale, la Russia non è ancora pienamente impegnata in uno stato di guerra industriale al 100%.

Putin, a differenza di Biden, non sta cercando d'intensificare il conflitto oltre il necessario. Non intensificandolo e non dovendo ricorrere alla piena mobilitazione, Putin mantiene la porta aperta per una soluzione negoziata. Il problema, come hanno ripetutamente sottolineato i russi, è che non sanno con chi parlare.

Nessuno è responsabile di questa operazione. Ci sono solo fazioni in competizione senza l'ultima parola su quale dovrebbe essere la linea di politica.

L'indice di approvazione di Putin è aumentato sulla scia della sua gestione della ribellione di Prigozhin. Ha superato con successo la divisione interna tra i realisti che rappresenta e gli intransigenti rappresentati da Prigozhin.

Per l'Occidente perdere in Ucraina dopo che così tanto sangue e soldi sono stati versati, fomentando una vera e propria crisi del debito sovrano che consumerà non solo qualche altro governo nazionale ma molto probabilmente la stessa UE, sarà la fine di quel progetto di 300 anni di cui ho parlato all'inizio.

È sia tanto complicato quanto incredibilmente semplice.

E tutto potrebbe crollare nelle prossime settimane.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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👉 Qui il link alla Prima Parte: https://www.francescosimoncelli.com/2023/07/macron-la-nato-e-il-destino-dellimpero.html


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