“Ho i miei principi. Se non vi piacciono, ne ho altri...”
~ Groucho Marx
Per chi vota la maggior parte delle persone? Per il candidato che promette di pareggiare il bilancio? O quello che promette più roba gratis? Il giovane che si muove coraggiosamente verso il futuro, o il vecchio che promette di sostenere le glorie del passato con maggiori spese militari?
In qualsiasi governo, nel tempo, sempre più persone ottengono una parte del bottino: sussidi, sovvenzioni, dazi, valori patrimoniali "in eccesso", agevolazioni fiscali, posti di lavoro pubblici, contratti d'appalto, ecc. Di conseguenza sempre meno persone possono accettare il cambiamento. È per questo che la democrazia degenera in qualcos'altro... qualcosa di più sgradevole. I cicli di feedback naturali di cui hanno bisogno le economie di mercato (es. correzioni, mercati ribassisti, tagli di bilancio, perdita di reputazione, ecc.) sono spiacevoli, ma necessari... solo che le persone usano la politica per fermarli. Il denaro viene stampato per mantenere in piedi lo spettacolo; i mezzi d'informazione, unendo le forze con la politica, escludono punti di vista alternativi. Le tossine non vengono eliminate, si moltiplicano invece; gli zombi economici si trascinano all'infinito. I debiti aumentano e le guerre, di ogni tipo, sono il triste risultato.
VOTARE SIGNIFICA SOTTOPORSI A UN DRENAGGIO DI ENERGIA (ECONOMICA E SPIRITUALE)
Manca meno di un anno alle prossime elezioni europee e la campagna elettorale è già entrata nel vivo, soprattutto in Italia. Non importa quanto gli stupidi vengano presi a calci nei denti per la loro incapacità nell’avere un effetto sul governo europeo, ancora una volta si getteranno febbrilmente a scarabocchiare la scheda elettorale con fiducia nel sistema. Questa ottusità mentale non vale solo per l'Europa: la democrazia è ancora guardata con favore in tutto il mondo. Aldilà della retorica della sovranità popolare, i tecnocrati che non partecipano al processo di voto gestiscono i governi mondiali e basta un solo sguardo agli accadimenti recenti in Italia, in particolar modo, per capire come le élite connesse alla politica gestiscano lo show. Il sistema bancario viene salvato a spese della popolazione: alcuni sono pronti a riconoscerlo; altri, molti altri, rimangono vittime dell’idea di un governo del e per il popolo. Queste persone non solo non vedono i mali dello stato; sono orgogliose della loro ignoranza.
La democrazia è una commedia. Nella sua forma più pura, è il governo della folla guidato da sentimenti infantili; nella sua forma rappresentativa, le elezioni costituiscono una finzione ricorrente utile a far credere alle persone che non sono servi dei padroni politici.
L’urna è l’ultimo rifugio dello scemo, pienamente convinto della sua totale incapacità di staccare il suo cordone ombelicale dallo stato e assumersi la responsabilità del suo destino. E’ la possibilità di porre uno stivale sulla faccia del vostro prossimo, senza la vergogna di farlo direttamente. E’ una favola quella per cui le intenzioni dello stato siano buone, ma mal direzionate. Da tempo immemore lo stato rappresenta una cospirazione dei pochi contro i tanti. Attraverso i salvataggi centrali, la stampante monetaria e le socializzazioni, l’obiettivo è evidente: canalizzare denaro dalla politica al mondo degli affari al fine di mantenere soggiogata una parte della popolazione. Il lavoro della classe politica è quello di fare in modo che le crisi siano costantemente aggirate; le masse sono più facili da domare quando sono spaventate e in cerca di un salvatore. L’Occidente è diventato un luogo in cui i lemming corrono verso un precipizio travestito da cabina elettorale. Ogni aspirante dittatore che desiderano eleggere è una droga che intorpidisce i sensi e li porta un passo più vicino a essere completamente incatenati e in ginocchio, pronti e disposti a servire.
Come diceva spesso Gary North: “La democrazia è uno specchietto per le allodole dell’élite”. Alle persone viene detto che hanno una voce. Hanno le lacrime agli occhi di fronte alla prospettiva di scarabocchiare un voto per una marionetta! I media generalisti martellano costantemente la testa degli elettori con frasi del tipo “fare il proprio dovere” e “partecipare alla democrazia”.
La corruzione, le tangenti e il clientelismo aziendale sono avvolti in una scatola lucida con un inchino e venduti al popolo a ogni elezione. L’allontanamento da tutto quello che rappresenta una società funzionante è in gran parte trascurato; l’offerta di denaro è controllata da pochi banchieri centrali. L’ultima parola sulla legge è data a giudici designati; i regolamenti sono scritti dai burocrati; le guerre sono mosse da generali e da amministratori del complesso militare; i legislatori sono lì per partecipare a uno spettacolo teatrale Kabuki. Il leviatano non può e non vuole essere domato attraverso le urne: ragionare con lo stato è come ragionare con un pazzo armato di mitra. Per citare il grande Henry David Thoreau:
Ho accettato il motto: “Il governo migliore è quello che governa meno” e vorrei che fosse attuato il più rapidamente e sistematicamente possibile. Una volta implementato, arriverà infine a questo, in cui credo: “Il governo migliore è quello che non governa affatto”. Equando gli uomini saranno preparati a questo, sarà il tipo di governo che avranno.
La triste verità è che la maggior parte delle persone è infatuata dei credi nazionalisti e dal saccheggio dei loro vicini. L’assenza di una tale religione li scaraventerebbe nel mondo sconosciuto dell’agire come esseri civili: non ci sarebbero bugiardi a cui rivolgersi che promettono una terra dell'abbondanza in cambio di voti. Non ci sarebbero invasori da onorare, i quali vengono pagati per abbattere le porte di abitazioni straniere nel bel mezzo della notte e per lasciare pozze di sangue e mucchi di proiettili nel corpo di genitori attoniti sotto lo sguardo dei figli. Non ci sarebbe alcun leader circondato da guardie armate da acclamare. Il ciclo di allarmismi con false minacce, seguito dall’eroismo dei funzionari pubblici che schiacciano libertà già appassite, perirebbe improvvisamente. Gli scolari non imparerebbero più che lo stato li salva da sé stessi ogni secondo di ogni giorno. Il pensiero critico indipendente ritornerebbe ruggendo. Alla fine gli uomini dovrebbero fare una vita onesta e forse questa è la più grande paura di qualsiasi burocrate dello stato.
H.L. Mencken, quasi un secolo fa, vide con precisione come sarebbe diventato lo stato della politica quando scrisse:
Mentre la democrazia si perfeziona, la carica di presidente rappresenta, sempre più, l’anima profonda del popolo. Ci muoviamo verso un nobile ideale. In un giorno grande e glorioso le persone semplici raggiungeranno infine il desiderio del loro cuore e la Casa Bianca sarà abitata da un vero e proprio idiota.
Mencken non si riferiva solo all’elettore medio degli Stati Uniti: si riferiva agli elettori di tutto il mondo che ancora considerano lo stato come loro amico e non come mezzo a disposizione della feccia della società per raggiungere fantasie violente. Se non vi sarà un cambiamento radicale nel pensiero, l’intelletto dell’umanità inizierà, infine, a somigliare a quello di un cane che, dopo essere stato picchiato senza pietà, torna felicemente al fianco del suo padrone, pronto ancora una volta a un altro giro.
MA QUALE DEMOCRAZIA!
Un dogma è di solito definito come qualcosa che è considerato troppo prezioso e prestigioso per pensare di modificarlo. Qualsiasi proposta che si avvicina alla sua completa abolizione è definita come ridicola. Nel regno della prostituzione legalizzata (la politica), le carriere vengono fatte difendendo dogmi, non importa a quale costo, se questo sia socialmente dannoso, o intenzionalmente disonesto. L’istruzione pubblica obbligatoria è il primo dogma che mi viene in mente; i vari sistemi di compravendita dei voti che si mascherano da rete di sicurezza sociale sono un altro esempio. Ogni volta che la classe politica o i suoi difensori nei media generalisti si trovano in un vicolo cieco, tentando di giustificare l'ennesima rapina a mano armata da parte dello stato e a danno dei contribuenti o per incatenare libertà già indebolite, spesso ricorrono all’evocazione del più grande dogma esistente: la democrazia.
A partire dai primi anni della scuola dell'obbligo, i bambini del mondo Occidentale vengono inondati dalla propaganda affinché credano che senza la democrazia la società discenderebbe nel caos invivibile. Le scuole, sia pubbliche che private, perpetuano ogni anno questa fantasia a milioni di partecipanti forzati. Viene detto loro che lo stato, che ha praticamente le mani in pasta dappertutto, è stato formato solo con le migliori intenzioni e la costituzione si presenta come la creazione miracolosa di individui divini quando, in realtà, non è niente del genere. Quella italiana, in particolar modo, è la più perciolosa di tutte per la sovranità individuale e una società prospera, come è stato dimostrato negli ultimi tre anni. Non è un caso, quindi, che sia con la crisi sanitaria che con la crisi ambientale se ne sia fatto strame.
E quella americana tanto apprezzata dalla maggior parte delle persone e presa come punto di riferimento da 160 Paesi del mondo? Ecco cosa scrisse Albert Jay Nock:
La Costituzione venne stabilita sotto auspici inaccettabili; la sua storia era stata quella di un colpo di stato.
Venne redatta, in primo luogo, da uomini che rappresentavano particolari interessi economici. Quattro quinti di loro erano creditori pubblici, un terzo era composto da speculatori terrieri e un quinto rappresentava interessi nei trasporti marittimi, nella produzione manifatturiera e nel merchandising. La maggior parte di loro era costituita da avvocati. Nessuno di loro rappresentava gli interessi del mondo produttivo.
Quando la Costituzione venne promulgata, gli stessi interessi economici nei diversi stati vennero spinti per essere ratificati nelle convenzioni statali come misure minoritarie, spesso — anzi, nella maggior parte dei casi — con metodi che avevano l’intento evidente di sconfiggere la volontà popolare. Inoltre, e fatto più inquietante di tutti, l’amministrazione del governo secondo la Costituzione è rimasta totalmente nelle mani degli uomini che avevano ideato il documento, o che erano diventati i leader del movimento per la ratifica nei diversi stati.
La storia nuda e cruda non viene mai insegnata nelle scuole pubbliche ed è poco conosciuta dalla maggior parte delle persone. C’è una ragione: quando vengono rimossi tutti i fronzoli, lo stato appare come il racket criminale organizzato che è davvero. Gli incaricati come “rappresentanti del popolo” pensano a sé stessi e al loro benessere finanziario. Mentre lo stato cresce e le burocrazie normative fioriscono in dimensioni e portata, la formazione della legge non diventa solo un lavoro per il legislatore eletto ma anche per gli esecutori. In altre parole, le stesse persone incaricate di far rispettare la legge hanno anche la discrezionalità su quelle regole che vogliono imporre. Questi burocrati non eletti, in uno sforzo costante per convalidare le loro posizioni di autorità, non cercheranno mai di tagliare i soldi delle tasse, la loro linfa vitale, invece spenderanno tutto il loro bilancio ogni anno poiché il loro lavoro è la distruzione della libertà. La volontà popolare viene venduta per garantire un nuovo blocco di elettori privilegiati.
La crescita del Leviatano attraverso la burocrazia è andata avanti in tutto il mondo Occidentale, ma sta accelerando a una velocità preoccupante negli Stati Uniti e in Europa. La democrazia rappresentativa è stata sostituita dal governo dell’inspiegabile. In un ambiente in cui i potenti sono protetti dalle sanzioni negative, l’opportunità di clientelismo, corruzione e accordi sottobanco aumenta esponenzialmente. La politica delle porte girevoli diventa la norma, poiché i regolatori che scrivono le leggi finiscono per essere impiegati presso le stesse imprese che evitano la loro natura punitiva.
In tutta Europa i tecnocrati non eletti continuano a cercare di salvare l’unione monetaria. Le misure di austerità, che equivalgono più ad aumenti fiscali piuttosto che a tagli della spesa pubblica, sono stati imposti da burocrati che non hanno alcuna identificazione con le persone a cui vengono imposte. E’ pianificazione centrale su scala continentale. La persona con la maggior influenza nella crisi è il presidente della Banca Centrale Europea, e sebbene ora sia Christine Lagarde, emblematica è stata la presidenza Draghi e la sua famosa frase: “Per preservare l’euro si farà tutto ciò che serve”. Essa aveva in sé la vecchia nozione secondo cui la stampante monetaria può essere utilizzata per sedare la crisi tramite l’acquisto del debito sovrano. Non c’era alcun asso nella manica; Draghi stava solo bluffando.
Tuttavia l’evento è stato rivelatore della dipendenza dell’economia mondiale dall’iniezione costante di denaro fiduciario. In un sistema bancario centrale, le preferenze dei consumatori che normalmente guidano la struttura della produzione nel libero mercato fanno un passo indietro rispetto ai capricci degli operatori della stampante. I mercati finanziari incentrano le loro operazioni intorno a lotti freschi di nuova moneta digitale. La riserva frazionaria viene incoraggiata ancora di più. Dato che il denaro non è neutrale ed entra nell’economia sempre in punti specifici, i primi destinatari sono in grado di spendere e investire prima che i prezzi complessivi vengano influenzati. I ricevitori ultimi devono fare i conti con prezzi in aumento mentre i loro salari ristagnano, abbassandone così il reddito reale.
L’economia di libero mercato è analoga alla democrazia, perché i consumatori votano con i loro portafogli chi produce il miglior prodotto. Nel settore bancario centrale, a pochi individui viene concessa la licenza monopolistica di produrre ciò che facilita tutte le transazioni. Non c’è nulla di democratico nel settore bancario centrale: è un sistema di governo dall’alto verso il basso basato sull’idea fantasiosa che esista una quantità ideale di denaro che solo alcuni economisti intellettualmente dotati sono in grado di determinare. Con cento anni di attività al suo attivo, la professione del banchiere centrale ha appreso, attraverso le varie recessioni che hanno afflitto il XX secolo, che la stampa di denaro possa avere il potere magico di risolvere tutto.
Dall’inizio della crisi dell’Eurozona, chiunque non si sia abbeverato alla propaganda della pianificazione centrale buona e onesta, ha capito che i clientes sono i veri beneficiari dei vari salvataggi. Poiché le grandi banche commerciali sono esposte al debito sovrano, è nel loro interesse evitare il default anche se questo significa ricevere i pagamenti degli interessi in una valuta svalutata. Alla popolazione dei PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna) viene detto che i loro governi vengono salvati per il "bene delle persone". Quello che realmente sta accadendo è che i banchieri stanno tirando le redini di una classe politica senza scrupoli che in ultima analisi sta cercando di aiutare i propri amici nelle alte sfere. La retorica di preservare la democrazia da parte dei funzionari dell’Unione Europea non è nient’altro che un escamotage puerile se confrontato con lo sfruttamento sistematico incarnato dallo stato.
Per l’establishment l’approvazione del “popolo” conta soltanto finché non vengono identificati i veri oppressori. La democrazia è una farsa per convincere le masse che sono responsabili del loro futuro, quando in realtà sono serve dell’autoritarismo. Hans-Herman Hoppe aveva veramente ragione quando ha detto che:
La democrazia non ha nulla a che fare con la libertà. La democrazia è una variante soft del comunismo e raramente nella storia delle idee è stata usata per altri scopi.
Piuttosto che dare alla gente una voce, la democrazia consente il soffocamento della vita attraverso il potere statale. Ecco cos'è veramente la democrazia moderna: salvataggi infiniti, privilegi speciali e guerra, il tutto pagato dalle fatiche dell’uomo comune.
Niente di tutto questo vuole suggerire che una transizione verso la democrazia reale sia la risposta. L’adagio popolare secondo cui la democrazia può essere definita come “due lupi e un agnello che votano su cosa mangiare per pranzo” è a dir poco accurato. Un sistema nel quale un gruppo di persone può votare per mettere le sue mani nelle tasche altrui non è economicamente sostenibile. Il conflitto tra gli individui scatenato dalla democrazia porta a una degenerazione morale e danneggia l’accumulo di capitale. Non è una panacea per il marciume che sgorga dai centri del potere. Infatti la libertà nel contesto dei diritti di proprietà è l’unico fondamento da cui può crescere e prosperare la società nel suo complesso.
CONCLUSIONE
L'anno prossimo ci sarà l'ennesima tornata delle elezioni europee, l'ennesima tornata di un imbroglio che va avanti sin dal secolo scorso: il diritto di voto attraverso il suffragio universale. Sul sito dell'Europarlamento campeggiano le seguenti formule: “L'occasione per dire la tua” e “Al vostro servizio”. Vi prendono per i fondelli e ve lo dicono in faccia, ridendo. L'idea di facciata era che invece di essere "sottomessi" al potere imperiale, le persone potessero gestire la propria vita e scegliere un "loro" governo. Quante tasse avrebbero dovuto pagare? Dipendeva da loro. Chi avrebbe occupato i posti di comando? Una loro scelta. Quali regole, regolamenti, standard sarebbero stati applicati? Che lingua avrebbero parlato? Quale bandiera avrebbero sventolato? Che tipo di birra avrebbero bevuto? Nessuno poteva dirlo, tranne loro stessi. Non il re, non l'imperatore, non il Grand Poobah, il Sultano, il Doge, né il Gran Khan, né un Khan minore; nessuno con numeri romani dopo il suo nome, nessuno chiamato "Il Magnifico", nessuno a cui ci si sarebbe rivolti come "vostra altezza", o "vostra signoria"; niente duchi, niente baroni, niente conti, niente visconti, nessuno a cui ci si doveva inginocchiare quando di fronte o chinare il capo.
Il popolo avrebbe potuto tenere la testa alta con il suffragio universale, sarebbe stato esso stesso il governante, incarnando coloro che avrebbero deciso. Nel bene e nel male sarebbe dovuto essere un governo "del popolo, dal popolo e per il popolo".
Ma come poteva il "popolo" sapere che Biden stava cospirando con la CIA per truccare le elezioni del 2020? Come poteva sapere da che parte sta Dio nella guerra in Ucraina? E come poteva l'elettore medio sapere che è stato fregato sia dai partiti politici e che dal sistema bancario centrale?
L'idea di "democrazia" è nata da scrittori greci e romani e alla fin fine funziona abbastanza bene su piccola scala. In una piccola città, ad esempio, dove tutti sanno chi è chi e cosa è cosa, gli elettori possono farsi un proprio giudizio — buono o cattivo — e prendere decisioni ragionevoli. Su larga scala, invece, la democrazia "onesta" è una farsa. Il "popolo" non ha la minima idea di cosa stia succedendo, quindi coloro che ricevono un assegno in bianco attraverso il voto degli elettori mescolano il mazzo e trovano nuovi principi più adatti alle loro ambizioni. Questo punto di vista è profondamente offensivo per molte persone: vogliono credere che il governo scelto da loro sia benigno, che si prenda cura di "tutti noi". Lo stato è la botrite sopra il legno storto che è l'uomo massa. Sono i ricchi e i potenti, i conniventi e gli imbroglioni, i Gates e i Clinton che usano la loro faccia tosta e la loro astuzia per ottenere un vantaggio.
Sì, lo stato forse è davvero inevitabile, ma come le zanzare, l'intossicazione alimentare e i social media, meno ce n'è, meglio è.
Il tema economico è l'argomento di discussione principale su queste pagine e "l'inflazione" viene vista sotto una luce diversa rispetto alla maggior parte delle persone. Non è un caso e il danno che infligge alle classi medie non è "collaterale", è una linea di politica deliberata. Non solo è un modo per finanziare i programmi dei policymaker senza passare da un eventuale consenso, ma è anche un modo per distruggere la classe media ed eliminarla come forza politica.
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Il gioco è talmente sfacciato che in costituzione è negato perfino il vincolo di mandato per gli eletti. Che una volta arrivati lassù, sono autorizzati dalla più bella costituzione democratica del mondo a tradire schieramenti e programmi.
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