Bibliografia

mercoledì 31 maggio 2023

Si sta surriscaldando tutto

 


di Alasdair Macleod

Un numero crescente di governi sta abbandonando la sfera d'influenza statunitense. Le opportunità derivanti dal commercio con l'Asia si confrontano favorevolmente con l'aumento dei rischi monetari e bancari in un mondo incentrato sul dollaro.

Contro un sistema bancario imploso nei mercati finanziari, il renminbi cinese sembra un rifugio sicuro. Grazie a un'economia orientata al risparmio, l'inflazione dei prezzi al consumo in Cina è rimasta molto bassa, mentre quelli dell'alleanza occidentale sono saliti alle stelle.

Ora ci troviamo di fronte a una stretta creditizia, mentre le banche fanno fatica a ridurre il loro indebitamento operativo che è diventato alto. Di conseguenza i tassi di finanziamento saranno portati più in alto, togliendo il controllo sui tassi d'interesse dalle mani delle banche centrali. Tassi d'interesse e rendimenti obbligazionari più alti, dovuti a una stretta creditizia, aggraveranno la crisi bancaria, la quale è solo nelle sue fasi iniziali.

Di conseguenza il credito del sistema bancario centrale sarà gonfiato per impedire il collasso della rete bancaria commerciale e per finanziare l'aumento dei deficit di bilancio degli stati. La prospettiva e la realizzazione di queste condizioni porteranno alla fine a un crollo dei valori delle valute fiat e i detentori stranieri di dollari, euro e sterline stanno finalmente iniziando a comprendere il pericolo.


La geopolitica sta indebolendo il dollaro

Nelle ultime settimane la minaccia all'egemonia del dollaro è notevolmente aumentata. Come i topi che abbandonano una nave che affonda, un numero crescente di Paesi sta passando dal dollaro al renminbi cinese e, in misura minore, ad altre valute dei mercati emergenti. La Cina ha mediato un accordo di pace tra Iran e Arabia Saudita e, a sua volta, i sauditi stanno ora migliorando le loro relazioni diplomatiche con la Siria.

Sembra che la politica mediorientale americana del divide et impera sia stata rovesciata. Si dice che anche il Messico sia pronto ad accettare il renminbi in barba alle politiche del suo vicino settentrionale. E il Brasile è sempre stato la B nei BRICS; ora l'Argentina ha chiesto di entrare a farne parte, insieme ad Algeria, Indonesia e Iran.

Si dice che anche l'Arabia Saudita, la Turchia, l'Egitto e l'Afghanistan siano interessati, insieme ad altri probabili contendenti per l'adesione ai BRICS, tra cui Kazakistan, Nicaragua, Nigeria, Senegal, Tailandia ed Emirati Arabi Uniti. Tutti i loro ministri delle finanze erano presenti alla riunione di dialogo sull'espansione dei BRICS tenutasi lo scorso maggio e se si unissero tutti i BRICS+ avrebbero un PIL nominale maggiore del 30% rispetto agli Stati Uniti: rappresenterebbero oltre il 50% della popolazione mondiale e controllerebbero oltre il 60% delle riserve globali di gas.

Dopo il colpaccio diplomatico cinese in Medio Oriente, il presidente francese Macron e Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, hanno fatto visita al presidente Xi a Pechino per vedere se poteva convincere i russi a prendere in considerazione un accordo di pace sull'Ucraina. Un vicolo cieco, ma i cinesi sembrano vedere la Francia come un partner commerciale più importante della Commissione europea. Mentre Macron ha ottenuto il pieno trattamento diplomatico, la von der Leyen, che di recente ha pronunciato un discorso aggressivo su Taiwan, è stata messa da parte.

La popolarità di Macron presso la leadership cinese è indubbiamente collegata alla sua politica di lunga data di relazioni diplomatiche e commerciali tra Cina e Francia, con la prima che investe pesantemente nella seconda, ed è stato annunciato di recente che un esportatore francese di GNL in Cina abbia persino accettato pagamenti in renminbi invece che in dollari.

Chiaramente i cinesi hanno tenuto conto di tutto questo quando hanno accolto Macron. Inoltre quest'ultimo ha detto ai giornalisti durante il volo da Pechino a Guangzhou che l'Europa non deve seguire l'agenda degli Stati Uniti riguardo a Taiwan e che le nazioni europee non dovrebbero rimanere invischiate in “crisi che non sono nostre”. Successivamente l'ufficio stampa di Macron ha scatenato una lite cercando di censurare i suoi precedenti commenti.

Questo episodio suggerisce che la Francia stia prendendo le distanze dall'UE sulla politica estera e ci si chiede quanto poco ci vorrà per rompere non solo l'approccio ufficiale dell'UE, che è più in linea con la posizione della von der Leyen, ma anche quello della NATO. E possiamo indovinare ciò che Xi ha detto a Macron sull'Ucraina: difendetevi come europei e non comportatevi come tirapiedi americani. Allora sì che i russi si siederebbero al tavolo delle trattative, ma senza gli americani a quel tavolo. Senza dubbio questo era lo stesso messaggio che Putin ha mandato a Macron quando ha visitato Mosca all'inizio dello scorso anno.

Non solo la Cina è riuscita a garantire successi diplomatici in Medio Oriente, ma è improvvisamente diventata l'egemone di riferimento per gli affari mondiali, da qui la visita di Macron e von der Leyen. Oltre ai BRICS la Cina è direttore comune dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai. Mentre il PIL della sua economia è secondo solo a quello degli Stati Uniti in termini nominali ($14.700 miliardi rispetto a $20.890 miliardi) su base PPA, quello della Cina è significativamente più grande ($32.000 miliardi contro i $23.000 miliardi degli Stati Uniti).

Inoltre la Cina sta ricominciando a crescere dato il credito bancario in aumento, mentre invece quello negli Stati Uniti è in contrazione. Il segnale inviato ai partner commerciali di tutto il mondo è di allineare i loro interessi con la Cina piuttosto che con l'America, ma coloro ancora neutrali stanno anche osservando lo stato in cui versa il sistema bancario occidentale e molto probabilmente concluderanno che presenta pericoli sistemici che sarebbe saggio evitare.


La posizione reale del sistema bancario statunitense

Lo stato del sistema bancario statunitense è senza dubbio motivo di preoccupazione a livello mondiale. I giorni dei tassi d'interesse artificialmente bassi sono finiti e una valutazione della sopravvivenza del sistema bancario in un contesto di tassi d'interesse in salita viene sicuramente presa in considerazione dagli stranieri. E non sarà sfuggito alla loro attenzione che l'offerta di denaro statunitense, composta principalmente da depositi bancari, si sta contraendo.

In termini percentuali il credito bancario non è ancora diminuito tanto quanto durante la crisi Lehman, ma sembra stia diminuendo in modo più aggressivo. Tuttavia i fattori comuni a tutte le crisi del credito bancario sono la paura che le perdite sostituiscano il desiderio di profitti e il loro impatto sui bilanci bancari altamente indebitati. Il grafico qui sotto, costruito dalle tabelle dei rapporti bancari della FDIC, illustra la posizione reale dal punto di vista di un azionista di banca.

Come approssimazione, possiamo vedere che, in base al rapporto tra attivi e capitale di classe 1, l'intero sistema bancario è significativamente più indebitato di quanto non lo fosse sin dal 1990, quando è iniziata la raccolta delle cifre della FDIC. Il rapporto sta ora diminuendo, probabilmente di più quando le statistiche del primo trimestre del 2023 vogliano dare a vedere.

Ci sono due modi in cui il rapporto può tornare a livelli più normali: o le banche raccolgono più capitale proprio, che in molti casi sarebbe scontato rispetto al valore contabile e quindi indesiderabile, oppure devono ridurre il lato attivo dei loro bilanci. Collettivamente le banche stanno scegliendo quest'ultima strada.

Secondo la FDIC la riduzione degli attivi bancari totali nel 2022 è stata di soli $120 miliardi, quindi le banche non avevano affrontato materialmente il rischio di prestito prima di gennaio. Ma ci sono state alcune importanti tendenze di bilancio: i titoli detenuti sono calati di $362 miliardi, ma all'interno di questo totale la vendita al valore equo è calata di $1.033 miliardi mentre la voce Held to Maturity è salita di $676 miliardi. In parole povere, hanno fatto window dressing per nascondere le perdite. Sono stati venduti anche titoli garantiti da ipoteca per $407 miliardi e i saldi di cassa sono stati ridotti di $981 miliardi.

Dai dati della FDIC possiamo concludere che la riduzione del credito bancario lo scorso anno si è concentrata sugli asset liquidi anziché sull'erogazione del credito per attività non finanziarie. Infatti i prestiti e le locazioni totali sono aumentati di $980 miliardi. Ciò significa che nel corso del 2022 la contrazione del credito bancario ha rispecchiato la minore liquidità del sistema bancario, invece di contenere il rischio; semmai è aumentato il rischio d'insolvenza bancaria.

La FED mette a disposizione informazioni più aggiornate rispetto a quelle della FDIC. I dati seguenti provengono dalla tabella H.8 della FED del 7 aprile.

• Complessivamente il credito bancario è aumentato dell'1,6% su base annua.

• Tutti i titoli di credito bancario sono diminuiti del 6%, a $5.228,6 miliardi. Ciò include titoli del Tesoro e delle agenzie governative (in calo del 4,7% a $ 4.153,4 miliardi), altri titoli (in calo dell'11% a $1.075,2 miliardi). Presumibilmente parte del calo è attribuibile a un aumento dei rendimenti obbligazionari sin dallo scorso aprile piuttosto che all'effettiva vendita di obbligazioni. La posizione reale è nascosta da quantità sconosciute di obbligazioni che vengono riclassificate su una base Held To Maturity piuttosto che valutate a mercato, come abbiamo visto con il fallimento di Silicon Valley Bank.

• I prestiti e le locazioni nel credito bancario sono aumentati del 5,1% rispetto a un anno fa, ma in realtà sono leggermente diminuiti rispetto al mese scorso, a $12.065,3 miliardi. Il sottoinsieme dei prestiti commerciali e industriali è diminuito del 5,4%, a $2.756,1 miliardi. Possiamo presumere che questa cifra rappresenti il credito revolving e che finora sia troppo presto per dire se il credito viene attivamente ritirato dalle attività commerciali non finanziarie.

• I prestiti al consumo continuano ad aumentare del 6,6%, ma le cifre non sono abbastanza grandi da essere rilevanti per i totali di bilancio.

• Le attività riguardanti i contanti sono diminuite del 34%, a $ 3.355,2 miliardi. Questa riga rappresenta il denaro contante, i contanti in corso di riscossione, i saldi dovuti da altre banche e dalla FED. Ciò si riflette anche nei numeri della FDIC.

• Per quanto riguarda le passività i grandi depositi vincolati sono aumentati del 43,9%, a $ 1.843,9 miliardi, ma questa è una cifra relativamente piccola rispetto al calo degli altri depositi, che sono diminuiti di $1.384 miliardi da febbraio 2022. Con il calo della linea Attività riguardanti i contanti sul lato degli attivi, ciò significa un calo significativo della liquidità complessiva, sia dal punto di vista pratico che burocratico.

Questo ci porta a concentrarci sulla variazione della liquidità nell'ultimo anno. Considerando la variazione delle voci a essa connesse, la variazione degli altri depositi e sottraendo l'aumento dei grandi depositi considerati finanziamenti instabili, si ottiene un deterioramento totale di $2.192 miliardi. Tutte queste cifre sono destagionalizzate, e che prese nell'arco di un anno non sono sostanzialmente diverse da quelle effettive, ma nel valutare il sostegno per il lato attivo del bilancio da parte del sistema bancario dobbiamo usare numeri non destagionalizzati.

Mentre gli attivi totali sono aumentati nel corso dell'anno, di $523 miliardi, gli attivi residui meno le passività sono diminuiti di $35,7 miliardi, a $2.158,6 miliardi; ciò equivale a un rapporto tra attivi totali del sistema bancario e capitale nozionale di 10,7 volte. Ma con un coefficiente patrimoniale basato sul rischio di 13,65 volte basato sui numeri della FDIC nel secondo grafico sopra, la copertura azionaria scende a $1.692 miliardi, un dato spaventoso nel contesto delle perdite che potrebbero verificarsi nei prossimi mesi.

Mentre a 13,65 volte questo rapporto è eccessivamente elevato rispetto al passato, è inferiore ai rapporti bancari in altre giurisdizioni. E insieme a questa elevata leva finanziaria, c'è il deterioramento della liquidità del bilancio, un fenomeno altrettanto preoccupante.


I derivati sono l'elefante nella stanza

Molti anni fa un medico aziendale di successo mi disse che non voleva più avere a che fare con quel settore perché non si fidava dei conti, della direzione e della revisione contabile. È un avvertimento ragionevole da applicare alla nostra analisi riguardo il sistema bancario statunitense quando si utilizzano informazioni disponibili al pubblico.

Sappiamo che gli stress test del sistema bancario sono progettati per avere successo, perché nessun regolatore firmerà documenti che confermano il proprio fallimento. Piuttosto che quantificare il rischio d'insolvenza bancaria a livello di sistema, si tratta di fornire al pubblico in generale una sensazione di sicurezza.

Le banche sono commercianti di credito e gran parte della loro attività consiste nel matchare obblighi di deposito che possono essere ritirati con poco o nessun preavviso con asset che non possono essere prontamente ritirati. Ecco perché la liquidità, ovvero la capacità di far fronte ai prelievi sui depositi, è così importante ed è per questo che il deterioramento della liquidità rilevato nella nostra analisi è un segnale di allarme.

Inoltre il fatto che i conti delle banche siano preparati in conformità con l'approvazione delle autorità di regolamentazione significa che dovrebbero essere visti con scetticismo. Ad esempio, perché le obbligazioni derivate non sono adeguatamente contabilizzate nella valutazione della condizione delle singole banche, mentre  lo sono i pronti contro termine, che in fin dei conti sono obbligazioni simili? Le obbligazioni derivate sono molto più grandi per alcune banche dell'intero bilancio dei sistemi bancari combinati e persino del PIL nazionale. La tabella qui sotto mostra l'esposizione in derivati delle venti banche statunitensi più esposte e il rapporto tra derivati e depositi della clientela, i quali rappresentano la loro principale fonte di finanziamento.

Certo, non tutti i rischi dei derivati dovrebbero essere misurati in base al loro importo nozionale. I credit default swap, che dovrebbero predominare nelle attività bancarie, non impegnano i partecipanti a regolare i loro importi nozionali, che sono solo valori di riferimento. Ma i contratti a termine in valuta estera, gli swap e i derivati su materie prime, nonché le opzioni vendute, espongono le banche e gli altri partecipanti al regolamento dei loro importi completi. In un documento recente della BRI l'esposizione in valuta estera per le sole banche statunitensi è stata stimata a oltre $80.000 miliardi, quattro volte il PIL degli Stati Uniti, e che includeva il seguente commento:

Incorporato nel mercato dei cambi (FX) c'è un'enorme e invisibile attività di prestito in dollari. In uno swap FX, ad esempio, un fondo pensione olandese o un assicuratore giapponese prende in prestito dollari e presta euro o yen nella "gamba a pronti", e successivamente rimborsa i dollari e riceve euro o yen nella "gamba a termine". Pertanto uno swap FX, insieme al suo cugino stretto, uno swap monetario, assomiglia a un contratto di riacquisto, o repo, con una valuta piuttosto che un titolo come "garanzia". A differenza dei pronti contro termine, gli obblighi di pagamento di questi strumenti sono registrati fuori bilancio, in un punto cieco. Gli oltre $80.000 miliardi di obbligazioni per pagare dollari USA in FX swap/forward e swap su valute, per lo più a brevissimo termine, superano le scorte di bond del Tesoro USA, pronti contro termine e titoli obbligazionari commerciali messi insieme. Il tasso di abbandono degli accordi si è avvicinato a $5.000 miliardi al giorno nell'aprile 2022, due terzi del fatturato globale giornaliero sul Forex.

Il documento della BRI prosegue sottolineando che i mercati degli swap FX sono vulnerabili alle contrazioni dei finanziamenti e che le banche non statunitensi dovevano $39.000 miliardi nei derivati OTC, vincolandolo a un rischio sistemico mondiale estremamente elevato.

I derivati sulle materie prime hanno cifre simili a quelli in valuta estera e anche le banche statunitensi sono attive in questi mercati, sia nei futures regolamentati che nei derivati OTC. I rischi insiti nei derivati sono considerevolmente maggiori rispetto al mero fallimento contrattuale, con catene di controparti solitamente coinvolte nei mercati OTC e che diffondono il rischio sistemico da tutti i centri finanziari al sistema bancario statunitense e viceversa. La corretta inclusione di queste passività nei bilanci delle banche su base lorda (al contrario di un saldo netto) non solo crea un buco nel sistema normativo, ma allerterebbe il pubblico sulla leva finanziaria reale e quindi sui rischi per il sistema bancario. Non c'è da stupirsi se queste passività siano nascoste alla vista del pubblico.


Affrontare le conseguenze della contrazione del credito

La contrazione del credito e l'effetto sui tassi d'interesse hanno ovvie conseguenze per i singoli mutuatari. Inoltre gli attori economici statunitensi hanno adattato il loro comportamento per trarre vantaggio dai tassi d'interesse fortemente ridotti e della pronta disponibilità di credito. Pochissimi uomini d'affari e consumatori hanno capito di trovarsi in una bolla del credito, che da quando i tassi d'interesse hanno iniziato a salire sta cominciando a scoppiare. Abbiamo assistito ai primi effetti su obbligazioni e asset finanziari, ma per ora l'esplosione della bolla si è fermata, poiché i prezzi dell'energia sono scesi dai loro picchi e il senso di panico iniziale si è attenuato. Malgrado ciò anche senza un'ulteriore contrazione del credito, possiamo vedere che le conseguenze di un riaggiustamento a condizioni di credito più stringenti stanno indebolendo le economie dell'alleanza occidentale.

I pericoli che devono affrontare alcuni settori non finanziari sono già stati segnalati. Ad esempio, secondo il modulo H.8 della FED, i prestiti immobiliari sono aumentati rispetto a un anno fa: da $555 miliardi a $5.385 miliardi. In un momento di aumento dei tassi d'interesse e con il senno di poi, è difficile giustificare il motivo per cui il sistema bancario abbia aumentato i suoi prestiti a questo settore. Le banche ora vedranno l'errore? A che punto capiranno che la contrazione del credito indebolisce i valori delle garanzie a danno sia loro che dei mutuatari?

La risposta a questo e ad altri enigmi simili è che ci si sta gradualmente rendendo conto di tutte le conseguenze della crescente avversione al rischio da parte delle banche.

Quando i tassi d'interesse cominceranno a riflettere correttamente le condizioni di contrazione del credito, andranno in sofferenza i prestiti per gli immobili privati e commerciali. Non solo i costi di finanziamento aumenteranno, ma i finanziamenti necessari per sostenere i valori degli asset non saranno più disponibili. E il ritiro del credito bancario estenderà la crisi anche ai titoli garantiti da ipoteca e ad altri titoli garantiti da asset. Sono le banche regionali e minori a essere maggiormente esposte a questo rischio e già vi è una crescente speculazione sulla possibilità di una crisi nel settore degli immobili commerciali.


Conseguenze per gli investitori esteri

Finora abbiamo visto come i detentori stranieri di dollari siano stati avvertiti della fragilità del sistema bancario basato sul dollaro e che l'accesso ai loro depositi e investimenti dipende dalle autorizzazioni degli Stati Uniti, dalla loro rete d'intelligence e dai membri della NATO. E penseranno anche in anticipo a come la FED, la BCE e le altre principali banche centrali reagiranno se la posizione del sistema bancario commerciale dovesse deteriorarsi ulteriormente. Proporranno i seguenti "e se":

• E se i tassi d'interesse tendessero a salire ulteriormente, spinti dalla contrazione della disponibilità di credito invece che dalle politiche monetarie del sistema bancario centrale? Ciò porterà a ulteriori fallimenti bancari man mano che il credito necessario per sostenere la montagna di derivati si esaurirà?

• E se gli Stati Uniti e i loro alleati affrontassero una recessione? In che modo ciò influenzerà il dollaro e le altre valute, rispetto al renminbi cinese la cui economia è in crescita?

• E se la Cina e la Russia insieme trovassero alternative monetarie più solide al sistema monetario basato sul dollaro? Quale sarà l'impatto sul dollaro e sul suo potere d'acquisto delle materie prime e dei loro derivati?

Fondamentale per comprendere questi risultati sarà anticipare la risposta delle autorità monetarie competenti alla contrazione del credito. Poiché il PIL è quasi interamente regolato da trasferimenti di credito bancario, una riduzione della sua quantità porta automaticamente a un calo del PIL nominale. Le conseguenze attese saranno un aumento della disoccupazione, un calo delle entrate statali e un aumento dei costi del welfare. In altre parole i deficit pubblici aumenteranno e così anche il loro fabbisogno di finanziamenti.

Ciò metterebbe gli Stati Uniti e il dollaro in una posizione scomoda. Negli ultimi decenni gli Stati Uniti sono diventati sempre più dipendenti dall'acquisto estero di debito del Tesoro USA, ma da quando il dollaro è stato utilizzato come arma contro la Russia, tale fonte di finanziamento ha subito un forte rallentamento. Infatti nell'ultimo anno i detentori stranieri hanno ridotto le loro partecipazioni di $253 miliardi e all'interno di questo totale le partecipazioni non governative sono aumentate di $163 miliardi, mentre i governi esteri hanno ridotto le loro di $416 miliardi.

La valutazione di queste partecipazioni verrebbe ulteriormente indebolita dalla contrazione del credito bancario, perché a meno che la domanda di credito non diminuisca più rapidamente della sua offerta, i tassi d'interesse e i rendimenti obbligazionari saranno spinti più in alto da una carenza di credito. In queste circostanze un governo deve emettere obbligazioni a rendimenti più elevati per finanziare il suo deficit, indipendentemente dalla politica monetaria della sua banca centrale. E come ha scoperto il Regno Unito nelle sue molteplici crisi di finanziamento negli anni '70, di fronte a questa situazione i detentori stranieri vendono obbligazioni e valuta.

Tutto questo può sembrare ovvio a un detentore straniero di asset statunitensi e del dollaro. Già pronti a ridurre le loro attuali esposizioni a favore del renminbi cinese, la vendita all'estero di dollari (e anche di euro, sterline e yen che affrontano allo stesso modo una combinazione di contrazione del credito bancario, aumento dei tassi d'interesse, insolvenza delle banche commerciali e persino insolvenza del sistema bancario centrale) sembra proprio guadagnare trazione di giorno in giorno. La liquidazione estera delle valute e delle obbligazioni dell'alleanza occidentale si scontrerà quindi con l'escalation dei requisiti di finanziamento dei loro governi a causa delle conseguenze della recessione.

Dalla nostra analisi sul deterioramento della liquidità e sull'elevato indebitamento nel sistema bancario statunitense — non così indebitato, però, come i sistemi bancari in Europa e Giappone — è chiaro che la crisi bancaria è nelle sue fasi iniziali. Inoltre la natura fuori bilancio dei derivati e le perdite in bilancio nascoste da normative contabili suggeriscono che le banche centrali dovranno sostenere in toto i loro sistemi bancari commerciali. I tentativi d'imporre l'azzardo morale in modo selettivo quasi certamente si ritorceranno contro di loro.

Ma avendo anche acquisito obbligazioni e altri asset attraverso il quantitative easing ai prezzi più alti possibili, le stesse banche centrali rimarranno solvibili solo ricapitalizzandosi nel momento peggiore possibile, o espandendo il proprio bilancio per cifre inimmaginabili.

Il mondo sviluppato affronta una tempesta perfetta, destinata a distruggere le sue valute fiat. Al contrario, Cina e Russia hanno messo insieme un piano credibile per l'espansione industriale dell'Asia. Le finanze di entrambi i governi sono stabili, con il sistema bancario cinese orientato al risparmio; ciò significa che i prezzi al consumo sono a loro volta stabili e il renminbi ha le caratteristiche desiderabili di una valuta relativamente forte.

Inoltre la Russia sta valutando la possibilità di riportare il rublo a un gold standard e in mancanza di ciò, o anche in aggiunta ad esso, sta lavorando su una valuta separata coperta da oro o materie prime per scopi di saldo commerciale. Ci sono evidenti vantaggi di una tale mossa: tassi d'interesse e rendimenti obbligazionari denominati in rubli scenderanno nel tempo, dall'attuale 10% a un livello stabile del 2%–3%. E non solo la volatilità dei prezzi dell'energia e delle materie prime verrà sostanzialmente ridotta, con l'ovvio beneficio per la produzione industriale, ma il dollaro instabile sarà bandito dai commerci di Cina e Russia, un'ambizione di lunga data per entrambi i Paesi.

Non sorprende quindi che il mondo non allineato stia gravitando dal dollaro e dall'euro al renminbi e ad altre valute.


L'inflazione dei prezzi nelle economie occidentali non tornerà all'obiettivo designato

I macroeconomisti si aspettano un calo dei prezzi dovuto a un crollo della domanda: in altre parole, anticipano un surplus di produzione, un eccesso malthusiano. Potrebbe esserci un effetto negativo sui prezzi dovuto alla liquidazione delle scorte, ma si tratta solo di un effetto a breve termine e non stabilisce il corso successivo per il livello generale dei prezzi, il quale si rifletterà nel valore di una valuta fiat instabile.

Si presume che il crollo della domanda atteso con il progredire di una recessione sarà dovuto all'aumento della disoccupazione e quindi un numero crescente di consumatori disoccupati avrà meno da spendere. Senza dubbio questo è vero, ma allo stesso tempo c'è anche la produzione che diminuisce e mentre l'equilibrio tra domanda e offerta varierà per i diversi beni e servizi, in alcuni casi la produzione di prodotti diminuirà anche più rapidamente della domanda. Pertanto non si può affermare che una recessione porti a un avanzo generale, infatti la Legge di Say, calunniata da Keynes per aprire la strada alle sue teorie economiche, è chiara in proposito.

Mentre la produzione finanzia il consumo attraverso il denaro e il credito, e viene mantenuto un equilibrio generale tra di essi, è il valore delle merci che porta a un calo dei prezzi, perché ci si aspetta che l'inizio di una recessione porti a un surplus delle merci, prima che le industrie estrattive reagiscano tagliando la loro produzione. Misurati in valute fiat, i prezzi del petrolio e del gas sono particolarmente volatili, ma il rapporto non è così semplice.

Il grafico qui sotto mostra il prezzo del petrolio WTI in dollari e le recessioni. La correlazione tra i due non è chiara, con il prezzo del petrolio che è aumentato all'inizio delle recessioni nel 1990 e nel 2007, mentre è diminuito bruscamente prima della breve recessione nel 2020. Poi è calato dopo che le recessioni del 1991, 2001 e 2008 sono andate avanti. Laddove esiste una correlazione, gli effetti delle recessioni sui prezzi del petrolio e su altre materie prime sono stati probabilmente esagerati dall'attività speculativa sui derivati, la quale nell'aprile 2020 ha persino portato i prezzi WTI in territorio negativo.

Ci sono anche variazioni di prezzo derivanti da cambiamenti nella valutazione della valuta. I prezzi del petrolio WTI sono saliti da sotto lo zero nell'aprile 2020 a un picco di $120 in soli ventitré mesi. Ma anche prima che i russi invadessero l'Ucraina, il prezzo era salito a $90.

Poiché le banche inaspriscono le condizioni di credito e le economie dell'alleanza occidentale scivolano in recessione, il livello generale dei prezzi al consumo non crollerà come previsto dagli organismi ufficiali e di conseguenza le variazioni del livello generale dei prezzi rifletteranno prevalentemente i cambiamenti nel potere d'acquisto delle valute fiat.

L'errore macroeconomico che prevede un eccesso generale è alla base di una relazione dell'FMI la quale prevede che i tassi d' interesse nel Regno Unito torneranno a "livelli estremamente bassi". O meglio, questo era il resoconto sul capitolo 2 del World Economic Outlook dell'FMI, il quale ha cercato di valutare il (fantomatico) tasso d'interesse naturale ipotizzando che l'inflazione dei prezzi sarebbe tornata all'obiettivo designato dalle autorità monetarie. Potete scommetterci che sia sbagliato. Nessun modello matematico può catturare variazioni nel livello di fiducia umana in una valuta.


Conclusione

Tutti i segnali indicano una fine del sistema monetario fiat. E con esso, ci sarà un cambiamento radicale nel sistema bancario centrale. Dato che le banche centrali dell'alleanza occidentale sono tutte tecnicamente in bancarotta, la loro sopravvivenza e quella delle loro valute è tutt'altro che scontata.

Con il sistema monetario fiat se ne andranno i DSP e le riserve monetarie delle banche centrali. Solo una copertura aurea ne garantirà il valore misurato dal livello generale dei prezzi. Creerà notevoli difficoltà per le 1,3 miliardi di persone in Nord America, Europa, Giappone e agli antipodi. A fronte di ciò, i 3,8 miliardi in Asia, così come un ulteriore miliardo in Africa, avranno l'opportunità di una vita migliore.

La misura in cui quelli di noi soffriranno economicamente dipenderà da quanto tempo impiegheranno le nostre istituzioni a riconoscere i loro errori, i limiti pratici dello stato e a persuadere gli elettori che il welfare state non è una panacea. La macroeconomia ci ha portato in uno stato d'illusione e deve essere abbandonata.; deve essere di nuovo abbracciata la filosofia del libero mercato e lo stato ridotto al minimo.

Il modo per rispondere agli egemoni asiatici è incoraggiare il libero scambio ed eliminare il più possibile i dazi. Dobbiamo imitare le loro politiche estere, intervenendo solo per proteggere i nostri interessi diretti. Questo fu l'insegnamento di Lord Liverpool, Castlereagh e Wellington dopo le guerre napoleoniche, stabilendo la rotta affinché la Gran Bretagna diventasse la forza economica più potente del diciannovesimo secolo.

Ma dove possiamo avere qualcosa di superiore a loro è nel rispetto dei diritti di proprietà, perché questo è l'unico grande difetto sia in Russia che in Cina, dove gli interessi statali usano la legge o la forza per privare i cittadini delle loro proprietà e libertà.

Nel frattempo ha senso per noi come individui uscire da un sistema finanziario fiat in fallimento e accumulare denaro sano/onesto (oro e Bitcoin) in difesa della ricchezza che abbiamo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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martedì 30 maggio 2023

Perché lo yuan non ucciderà il dollaro

L'importanza della distruzione del capitale è uno dei motivi per cui Powell ha iniziato il ciclo di rialzo dei tassi della FED, una preoccupazione esternata lo scorso anno a Jackson Hole. Gli economisti tendono a credere che ci sia poca correlazione tra i prezzi di beni/servizi e la valutazione degli asset finanziari perché molti ignorano la causa dell'inflazione. Allo stesso modo in cui l'inflazione degli asset finanziari precede i prezzi al consumo nei periodi di espansione monetaria, la distruzione di capitale precede un calo dell'inflazione dei prezzi nei periodi di contrazione monetaria. Quando le banche centrali diventano prestatori di prima istanza anziché di ultima istanza e spostano la loro attenzione dall'inflazione dei prezzi alla "stabilità finanziaria", mantenendo alti i prezzi degli asset (azioni, obbligazioni e case), il risultato è la cosiddetta "Everything Bubble" di cui siamo stati protagonisti. Il ruolo (sulla carta) delle banche centrali non è quello di far salire i prezzi delle azioni, delle obbligazioni e delle case, tanto meno quello d'impedire una correzione naturale e persino salutare dei mercati. Le banche centrali si preoccupano dei mercati perché credono nell'impatto del cosiddetto "effetto ricchezza" sull'economia reale: quando le persone vedono che le loro case sono più preziose e le loro azioni valgono di più, sono inclini a spendere di più e a volere più credito. Questo "effetto ricchezza" è anche la prova che i prezzi degli asset finanziari guidano l'esplosione inflazionistica e solo la distruzione di capitale in quegli stessi asset può ridurre i prezzi di beni/servizi. Un massiccio aumento della quantità di denaro ha portato allo scoppio dell'attuale inflazione dei prezzi e per i feticisti delle prove empiriche ci sono i recenti risultati di Borio o Congdon & Shaw che mostrano l'innegabile relazione causa/effetto tra inflazione dei prezzi e offerta di denaro ben al di sopra del PIL reale. Ora stiamo sperimentando l'effetto opposto: la crescita dell'offerta di denaro sta precipitando, l'impulso del credito sta svanendo e la distruzione di capitale manifestata nel calo della maggior parte dei prezzi degli asset sta iniziando a essere un indicatore anticipatore di un rallentamento più aggressivo dell'economia. Le banche centrali non possono progettare un "atterraggio morbido" per l'economia quando hanno creato una gigantesca bolla che richiede svalutazioni pesanti nella maggior parte delle società finanziarie (rivalutazione dei bilanci, dalle banche alle aziende venture capital) e con esse una stretta creditizia. In sintesi, quindi, la distruzione del capitale sarà l'indicatore principale della disinflazione.

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di Daniel Lacalle

L'ex-presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha espresso preoccupazione su come la Cina possa sostituire il dollaro come valuta di riserva mondiale. Il suo monito fa seguito a diverse segnalazioni di accordi tra varie nazioni per utilizzare lo yuan nelle transazioni di merci.

Per anni sono circolate voci sulla fine del dollaro come valuta di riserva mondiale, ma il biglietto verde continua a essere la valuta più scambiata e ampiamente utilizzata nel mondo fiat.

Il dollaro è di gran lunga la valuta più scambiata sul mercato dei cambi, secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali: nel 2022 “è stata ancora la valuta preminente nel mondo”. Ad aprile 2022 rappresentava l'88% di tutte le transazioni, cifra invariata rispetto all'indagine precedente.

L'euro, lo yen e la sterlina sono rimaste rispettivamente la seconda, la terza e la quarta valuta più scambiata. L'euro ha continuato a essere la seconda valuta più scambiata nell'aprile 2022, rappresentando il 30,5% di tutte le transazioni (leggermente meno rispetto al 2019). Lo yen e la sterlina sono stati coinvolti rispettivamente nel 17% e nel 13% di tutte le transazioni, il che è praticamente invariato rispetto all'indagine del 2019. Il renminbi ha mostrato il maggiore aumento della quota di mercato sin dall'indagine del 2019, rappresentando il 7% di tutte le transazioni nel 2022 (rispetto al 4% nel 2019).

Nonostante l'ascesa dello yuan come quinta valuta più scambiata, la sua quota di mercato del 7% è ancora sproporzionatamente piccola rispetto alle dimensioni dell'economia cinese nel contesto mondiale.

Come possono due Paesi con sistemi finanziari chiusi o fortemente intervenisti promuovere una valuta di riserva mondiale? Questa è una domanda che gli investitori hanno in risposta alla possibilità di una valuta congiunta tra Cina, Russia, India e Brasile. Come possono gli investitori avere fiducia nello status di una valuta come riserva di valore se è promossa da nazioni famose per la continua svalutazione della loro di valuta?

La Cina attualmente non rappresenta una minaccia per il dollaro. È, semmai, minacciato dal governo degli Stati Uniti e dalla sua banca centrale. Esaminiamo il perché.

Oggi non c'è alternativa al dollaro, esso è la valuta di riserva mondiale grazie al suo mercato finanziario aperto e flessibile, alla libertà di movimento dei capitali, alla sicurezza giuridica e degli investitori, e al suo status di rifugio sicuro durante i periodi d'incertezza, come ha dimostrato ancora una volta nel 2022.

L'attrattiva dello yuan, come valuta mondiale, è gravemente ostacolata dai controlli sui capitali e dall'impostazione dei prezzi della valuta da parte della PBOC. È impossibile avere contemporaneamente una valuta di riserva mondiale e controlli sui capitali. Nessun investitore o azienda globale desidera una valuta il cui tasso di cambio sia impostato dalla banca centrale secondo una presunta procedura di stabilità, che si deve presumere sia equivalente a un valore variabile. Il gradiente di rischio è troppo alto. Lo stesso problema riguarda il rublo: con i controlli sui capitali e un sistema finanziario ristretto, la sicurezza giuridica e degli investitori è fortemente messa in discussione.

Tendiamo a trascurare quanto sia cruciale disporre di un quadro giuridico e di sicurezza degli investitori indipendente, stabile e trasparente affinché una valuta possa essere ampiamente utilizzata a livello internazionale. Quando è in questione l'indipendenza del sistema giuridico e normativo, la moneta di stato sarà sempre considerata di seconda categoria. Le istituzioni indipendenti, la trasparenza, la libertà di circolazione dei capitali e la certezza del diritto sono ciò che conta. Per questo motivo, lo yen, l'euro e la sterlina sono utilizzati più di frequente nelle transazioni internazionali rispetto allo yuan, mentre il franco svizzero, il dollaro canadese e il dollaro australiano sono valute di riserva mondiali.

Tuttavia dobbiamo riconoscere che aprire il mercato finanziario, consentire alla valuta di fluttuare e istituire un quadro giuridico trasparente e indipendente sono tutte cose che le nazioni sono in grado di fare. Se la Cina si sveglia e decide di aumentare il valore della sua moneta, può farlo adottando i sistemi di mercato aperto di cui godono le altre nazioni. La Cina non può prevedere di avere un sistema finanziario ristretto e strettamente regolamentato, ben che meno una valuta di riserva mondiale.

Affinché una valuta sia considerata denaro, deve funzionare come riserva di valore, unità di misura e mezzo di scambio universale. Numerose valute emesse dallo stato non sono né mezzi di pagamento universali, né riserve di valore.

L'euro rappresenta un rischio per il dollaro? Il 2022 ha dimostrato di sì. L'euro rimane una valuta robusta, ma è utilizzata prevalentemente per le transazioni transfrontaliere all'interno dell'Unione europea. È anche fragile a causa del rischio di ridenominazione che rimane, poiché alcuni membri dell'area Euro potrebbero decidere di lasciare l'unione monetaria a un certo punto, un rischio che tende ad aumentare con il populismo e l'imprevedibilità politica.

Questo articolo parla delle valute fiat internazionali; ovviamente esistono anche oro e argento. Inoltre Bitcoin sta iniziando a dimostrare il suo potenziale come sistema di pagamento universale e unità di misura. La denazionalizzazione del denaro, come descritta nel saggio “La scelta della valuta” di Hayek, potrebbe essere più vicina di quanto crediamo.

Chi può quindi mettere a repentaglio lo status del dollaro come valuta di riserva mondiale? Solo il governo degli Stati Uniti, con l'assistenza della Federal Reserve, può detronizzare il dollaro. Come? Gonfiando il deficit e il debito a livelli incontrollabili e monetizzandoli. Se il mondo percepisce che chi emette l'unità monetaria abbia abbandonato il suo impegno a conservare la riserva di valore e che il governo stia costantemente erodendo il potere d'acquisto della valuta attraverso la spesa in deficit e la diminuzione della sicurezza giuridica e degli investitori, la fiducia in quella valuta potrebbe scemare.

Il disastroso esperimento del 2020 e la successiva follia monetaria e inflazionistica hanno gettato la prima ombra di dubbio sul dollaro.

Gli Stati Uniti si suicideranno con lo “status di riserva mondiale” se continueranno a credere di poter fare quello che vogliono e continueranno a trasferire i propri squilibri fiscali e monetari al resto del mondo, erodendo così il potere d'acquisto della propria valuta attraverso la monetizzazione del debito e disavanzi più ampi.

A oggi il dollaro ha mantenuto il suo status di valuta di riserva mondiale perché tutte le altre alternative hanno implementato squilibri monetari uguali o maggiori senza la domanda mondiale di cui gode il dollaro. Gli Stati Uniti possono mantenere il loro trono monetario solo se dimostrano un fermo impegno a sostenere la riserva di valore, un mercato aperto e la certezza del diritto.

Gli stati credono di poter mettere alla prova i limiti della tolleranza dei loro cittadini erodendo il potere d'acquisto del denaro e aumentando incessantemente il debito e gli squilibri fiscali, almeno finché il tutto non va a carte quarant'otto. Difendere una politica monetaria e fiscale solida è quindi lo sforzo più patriottico.

Un governo che crede di poter fare ciò che vuole con deficit e debito perché il resto del mondo lo tollererà è l'unica minaccia alla posizione del dollaro come principale valuta di riserva mondiale. Tutti gli imperi cadono quando i loro governanti credono di poter fare quello che vogliono e usano la stampante monetaria per "risolvere" i loro problemi.

Il governo degli Stati Uniti deve rendersi conto di avere tutti gli strumenti necessari per mantenere lo status del dollaro come valuta di riserva mondiale; deve anche rendersi conto che li sta impiegando per distruggerlo. Questa è una loro decisione. L'unico modo in cui le valute fiat possono mantenere il loro status è se il mondo continua ad avere fiducia in esse; è imprudente superare i limiti di questa fiducia.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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lunedì 29 maggio 2023

Perché nonna Yellen è costretta a distribuire le priorità nella spesa

 

 

di David Stockman

Per prima cosa riportiamo alla mente la grande resa dei conti durante le discussioni sul tetto del debito del 2011. Il 28 luglio, solo pochi giorni prima dell'esaurimento dell'autorità di prestito del Tesoro USA, il rendimento del decennale si attestava al  2,98%. Nonostante mesi di accesi avvertimenti da parte della maggioranza repubblicana alla Camera riguardo il dovere di approvare un aumento del sopraccitato tetto, quella cifra era in realtà scesa rispetto al rendimento del 3,36% d'inizio gennaio 2011.

Proprio così. Come mostrato di seguito, l'intero calvario di sette mesi a Capitol Hill sulla scadenza dei prestiti portò a un calo irregolare, ma marcato, del rendimento del decennale statunitense.

Rendimento del decennale statunitense, da gennaio 2011 ad agosto 2012

Il 31 luglio i repubblicani alla Camera capitolarono, accettando un aumento del tetto del debito in cambio di quella che era stata pubblicizzata come una riduzione del deficit da $2.100 miliardi nel decennio successivo. A quel punto il rendimento scese ulteriormente al 2,58% il 5 agosto, il giorno in cui S&P tagliò il rating del credito UST da AAA ad AA+ dopo la chiusura del mercato.

A quanto pare i tizi di S&P non avevano gradito la "mania del rischio calcolato" della repubblica delle banane che aveva prevalso a Capitol Hill per la maggior parte di quell'anno. Di conseguenza ammonirono severamente Washington:

“Il declassamento riflette la nostra opinione secondo cui l'efficacia, la stabilità e la prevedibilità delle linee di politica e delle istituzioni politiche americane si sono indebolite in un momento di continue sfide fiscali ed economiche”, ha affermato l'agenzia di rating in una nota.

Il rendimento salì alle stelle la settimana successiva in risposta alla perdita da parte dell'America del suo presunto rating di credito incontaminato, com'era stato avvertito fino alla nausea dalle potenze di Wall Street e Washington?

Ovviamente no. Entro la fine del 2011 il rendimento scese ulteriormente all'1,89% e, come mostrato in precedenza, al primo anniversario del declassamento all'inizio di agosto 2012, era precipitato a solo l'1,50%.

Inoltre il tasso d'inflazione annuo era al 2,0% rispetto al fidato 16% trimmed mean CPI. Infatti un anno dopo tutto lo strepitio riguardo il tetto del debito, il rendimento reale del decennale statunitense era negativo di 50 punti base. Vale a dire, il governo degli Stati Uniti aveva perso il suo rating creditizio incontaminato ed era stato ricompensato con decine di miliardi di risparmi annuali sul servizio del debito!

Si potrebbe sostenere che il piano di riduzione del deficit da $2.100 miliardi che aveva accompagnato la capitolazione repubblicana fosse stato il responsabile del calo dei rendimenti, e invece no.

Le riduzioni del disavanzo dovevano essere raggiunte da:

• Un congelamento degli stanziamenti discrezionali della difesa che avrebbe consentito di risparmiare $900 miliardi in dieci anni;

• Un ulteriore risparmio di $1.200 miliardi in base a riforme permanenti di previdenza sociale, Medicare, Medicaid, ecc.

Inutile dire che di riforme non se n'é vista neanche l'ombra. L'accordo sul tetto del debito stabilì inoltre una procedura di riserva per aumentare l'incentivo a raggiungere un compromesso. Ciò doveva avvenire sotto forma di tagli automatici definiti "sequestration", i quali si sarebbero attivati ​​se la commissione adibita non fosse riuscito ad attuare i $1.200 miliardi di tagli.

Per il 2013 e gli anni successivi questi tagli automatici avrebbero dovuto comportare una riduzione di circa l'8,4% dei programmi discrezionali extra difesa, un taglio del 7,5% dei programmi della difesa, un risparmio dell'8,0% sui programmi obbligatori extra Medicare e una riduzione del 2,0% nei pagamenti dei fornitori di Medicare. Dal 2014 al 2021 il taglio al Medicare sarebbe dovuto rimanere al 2%, mentre i tagli percentuali in altri programmi si sarebbero ridotti gradualmente.

La commissione invece ha fatto poco e niente in termini di risparmi effettivi di bilancio. Accumulando espedienti su espedienti, il processo di "sequestration" sopra descritto è stato attivato per l'esercizio 2014 fino all'esercizio 2021.

Sul lato welfare state, infatti, è difficile vedere dove ci siano stati dei "tagli". La spesa per gli stanziamenti del welfare a livello federale è passata da $1.800 miliardi nel 2011 a $2.900 miliardi nel 2021, un aumento del 64%.

Stanziamenti del welfare a livello federale, dal 2011 al 2021

Allo stesso modo, nel caso degli stanziamenti extra difesa, il totale delle spese per otto anni (esercizio 2014-2021) doveva essere limitato a $4.110 miliardi; le spese per suddetto periodo sono state pari a $5.490 miliardi, o il 34% in più.

Inoltre dal 2021 in poi i risultati sono stati a dir poco ridicoli. Il livello massimo di spesa annuale doveva essere di $558 miliardi, ma in realtà è arrivata a $895 miliardi, o il 60% in più.

Allo stesso modo il limite degli stanziamenti alla difesa avrebbe dovuto ammontare a $4.342 miliardi, ma in realtà è arrivato a $5.109 miliardi, o il 18% in più. Il limite per l'anno fiscale 2021 era di $589 miliardi nell'ambito del piano repubblicano alla Camera, ma le spese effettive sono state di $742 miliardi.

Nel complesso il dispositivo di bilancio alla Rube Goldberg che l'allora presidente alla Camera, John Boehner, aveva elaborato in cambio dell'aumento del tetto del debito avrebbe dovuto limitare la spesa per la difesa ed extra difesa a $8.450 miliardi nei 10 anni successivi. Il livello effettivo, come si è scoperto, era di $10,600 miliardi. Vale a dire, questi bugiardi hanno mancato i loro obiettivi di $2.150 miliardi!

Inoltre, poiché gli espedienti di Boehner hanno lasciato in gran parte irrisolti i problemi con gli stanziamenti del welfare, il risultato del deficit complessivo dopo l'esercizio 2011 è stata una presa in giro. All'epoca il CBO stimava che durante la finestra di bilancio decennale influenzata dal piano Boehner (dal 2012 al 2021), il deficit federale cumulativo sarebbe stato di $3.490 miliardi.

Purtroppo la cifra effettiva si è rivelata 3,3 volte superiore: $11.600 miliardi!

Di conseguenza il debito pubblico è raddoppiato durante il decennio successivo. Il debito pubblico da $15.200 miliardi nel 2011 è diventato $29.600 miliardi nel 2021 e da lì ha continuato a salire fino a un'altra cosiddetta crisi del tetto del debito.

Debito pubblico totale, dal 2010 al 2021

Quindi eccoci di nuovo qui, presumibilmente a pochi passi dall'Armageddon fiscale. Ma ciò che in realtà ci aspetta non è un appuntamento con il tanto sbandierato "default nazionale", bensì qualcosa di molto più importante: l'ora in cui nonna Yellen sarà costretta a utilizzare l'autorità del Tesoro USA per allocare le entrate in via prioritaria tra i conti della spesa pubblica.

Il Tesoro degli Stati Uniti si sta ancora rimpinzando di tributi duramente guadagnati dai contribuenti, quindi c'è un afflusso più che sufficiente per pagare il servizio del debito, così come altre priorità che il Tesoro USA potrebbe stabilire.

Durante il mese di aprile, ad esempio, il pagamento degli interessi è stato di ben $62 miliardi, il 9,5% della riscossione dei tributi federali ($639 miliardi ad aprile). Quindi, secondo ogni forma di matematica di cui siamo a conoscenza, era impossibile non riuscire a pagare gli obblighi dello zio Sam legati agli interessi, anche senza prendere in prestito un altro centesimo.

E, sì, aprile è stat un mese di grande riscossione con i pagamenti delle tasse, ma anche su base mensile media per i primi sei mesi dell'anno fiscale 2023, c'è stato un afflusso abbondante per coprire i pagamenti degli interessi e molte altre priorità.

Media mensile, anno fiscale 2023 fino ad oggi:

• Entrate fiscali federali:  $448 miliardi;

• Pagamenti netti per interessi: $61 miliardi;

• Pagamenti della previdenza sociale: $128 miliardi;

• Veterans Services & Compensation: $26 miliardi;

• Retribuzione militare e O&M: $47 miliardi;

• Buoni alimentari, Welfare e SSI: $22 miliardi;

• Conti di spesa totali Big Five: $285 miliardi;

• Entrate fiscali rimaste per tutti gli altri conti di spesa: $163 miliardi.

Durante i primi sei mesi di quest'anno l'esborso mensile medio per tutti i conti di spesa al di fuori dei Big Five è stato di $318 miliardi. Quindi, in teoria, se la situazione di stallo riguardo il tetto del debito dovesse andare avanti, solo il 51% dei conti pendenti potrebbe essere pagato ad appaltatori della difesa, fornitori di assistenza sanitaria, agenzie sanitarie statali, burocrati federali e pensionati, costruttori di autostrade, studenti beneficiari di aiuti, sussidi agricoli, lavori pubblici, sovvenzioni per lo sviluppo comunitario, ecc.

Ma state pur certi che non si arriverebbe a un mese intero. Il semplice atto di chiudere in un cassetto ciò che ammonterebbe a $318 miliardi di fatture scadute non prioritarie, farebbe scendere l'ira dei collegi elettorali sulla Casa Bianca come mai prima d'ora.

Sleepy Joe negozierebbe in modo rapido e flessibile su tagli alla spesa reali, non solo la solita fiacchezza di bilancio.

Di conseguenza la questione decisiva che ora si trova davanti al presidente McCarthy e ai repubblicani della Camera è costringere nonna Yellen a distribuire le priorità nella spesa. Una volta che la grande menzogna sul "default" sarà smascherata in questo modo, l'equazione fiscale cambierà per sempre.

Invece degli stanziamenti e degli spendaccioni unipartitici che prendono in ostaggio i conti fiscali della nazione, i contribuenti e i loro rappresentanti avrebbero finalmente la leva per arrestare la corsa di questo treno fiscale diretto verso un abisso

In altre parole, ciò che è veramente in gioco nell'attuale situazione di stallo è l'urgente necessità di confutare l'idea stantia secondo cui il presidente deve sedersi impotente con le mani in mano, rendendo il pagamento del debito inevitabile e istantaneo.

Al contrario, nientemeno che uno studioso come Laurence Tribe della Harvard Law School, il decano degli esperti costituzionali liberal, ha smentito apertamente questa vecchia nozione, tra le molte altre. Diverse settimane prima della grande crisi del debito nell'agosto 2011, il professor Tribe ha dichiarato quanto segue:

Tutto questo mi porta al secondo punto: cosa deve fare il governo se, il 3 agosto, non ha abbastanza soldi per soddisfare tutte le spese che il Congresso ha richiesto per legge? La risposta, credo, è che deve dare la priorità alle spese: alcuni pagamenti devono semplicemente essere posticipati fino a quando il Tesoro USA non avrà abbastanza soldi per sostenerli.

Quindi cosa stanno aspettando i repubblicani alla Camera?

Il più importante studioso liberal della nazione ha dato loro il via libera per mantenere la loro posizione. E in primo luogo ciò significa costringere nonna Yellen a dare la priorità alle entrate fiscali rispetto ai pagamenti del servizio del debito e ad altri elementi chiave, lasciando che il resto delle fatture non pagate si ammucchino nella grande sala del Tesoro degli Stati Uniti.

Ed è bene ricordare che quando una fattura maturata da un appaltatore militare, o un pagamento di rimborso Medicaid ai governi statali, viene pagata con 5, 15, 30 o anche 60 giorni di ritardo, non si tratta di un'inadempienza sconvolgente; è solo un caso di "pagamento lento" da parte dello zio Sam, proprio come fanno di tanto in tanto le aziende private e in questo caso il ritardo sarebbe per buone e sostanziali ragioni.

In altre parole, il grande esercito di succhiatori della tetta pubblica deve capire che mentre lo zio Sam pagherà sempre i suoi obblighi in tempo, alcuni dei suoi "debiti" commerciali potrebbero essere occasionalmente allungati quando il suo libretto degli assegni è scoperto.

Inutile dire che dare la priorità al servizio del debito e alla serie di priorità sopra illustrate, o qualsiasi altra serie plausibile, sarebbe benedetta in un batter d'occhio dalla Roberts Court, anche se venisse contestata se qualche gruppo di lobby fosse così sciocco da intentare causa contro la priorità del presidente sulle entrate disponibili.

È difficile essere più inequivocabili di così, una verità che il sottoscritto comprende bene perché l'ha affrontata durante il breve rimprovero di Ronald Reagan al Leviatano. Come direttore del budget e poi membro del Congresso, Mick Mulvaney nell'ottobre 2013 disse le seguenti parole in occasione di un altro finto default:

Non andremo in default; non esiste un default. C'è una direttiva [dell'Office of Management and Budget] degli anni '80, l'ultima volta che siamo stati abbastanza vicini a non alzare il tetto del debito, che stabilisce chiaramente il processo attraverso il quale il segretario al Tesoro dà la priorità al pagamento degli interessi.

Inutile dire che la Città Imperiale teme queste parole in grassetto più di quanto Dracula temesse un crocifisso. Tuttavia c'è in gioco molto di più: se anche solo una parvenza di sanità fiscale possa essere recuperata sulla base di questa unica fonte residua di leva di bilancio.

Questa volta potrebbe effettivamente esserci una possibilità di ritorno alla sanità fiscale, questo perché la FED non è in grado di monetizzare il debito, come lo era nel 2011 e successivamente. Nel grande schema delle cose, quella fu una delle imprese finanziarie più sciocche mai registrate nella storia economica.

Come mostrato di seguito, significava che per i 10 anni dopo l'accordo sul tetto del debito nel 2011, il tasso d'interesse aggiustato all'inflazione per il decennale statunitense sarebbe sceso in territorio negativo quasi il 50% delle volte. E quando era positivo era ben al di sotto dell'1,0% in tutti i mesi tranne cinque. Complessivamente, quindi, il tasso d'interesse reale medio ponderato durante suddetto periodo è stato ben al di sotto dello zero.

Ed è stata la conseguente distorsione del sistema di segnalazione economica che ha portato alle bolle finanziarie e ai debiti gargantueschi che ora incombono sull'economia americana come una Spada di Damocle.

Rendimento aggiustato all'inflazione del decennale statunitense, da settembre 2011 a settembre 2021

Ripeto, i tassi d'interesse non sono saliti quando il Congresso indugiò per la prima volta non promulgando prontamente un aumento del tetto del debito nella primavera del 2011; e non sono nemmeno saliti quando S&P declassò il credito della nazione ad agosto, né sono saliti successivamente quando il grande accordo di riduzione del deficit stipulato solennemente dall'unipartito di Washington venne fatto a pezzi durante il decennio successivo.

Ma non perché i deficit e i debiti non contino, perché il giorno della resa dei conti è stato posticipato dalla stampante monetaria della FED durante il periodo in questione.

Vale a dire, al momento del declassamento di S&P, il bilancio della FED era di $2.800 miliardi ed aveva impiegato 98 anni per arrivarci. Durante quest'ultimo decennio e gli accordi di riduzione del deficit è arrivato a $8.500 miliardi.

La FED ha monetizzato $5.700 miliardi di debito pubblico durante gli ultimi 10 anni, o ben più del 40% delle nuove emissioni di obbligazioni del Tesoro USA, mentre un'ampia quota delle emissioni rimanenti è stata monetizzata da altre banche centrali.

Non più adesso. La FED ha deciso di "fare marcia indietro", ma non nel modo in cui i giocatori d'azzardo di Wall Street si aspettavano. Il fatto è che anche i nostri stampatori keynesiani sanno di aver fatto uscire il genio dell'inflazione fuori dalla lampada e non avranno altra scelta se non quella d'invertire anni e anni di stampa folle di denaro.

Cioè, anche se il Tesoro degli Stati Uniti prevede di emettere fino a $2.000 miliardi di nuovo debito all'anno, la FED ridurrà il suo bilancio attraverso quello che è il suo vero programma anti-inflazione: il QT (quantitative tightening), il quale ha l'effetto di scaricare il debito federale esistente nei mercati obbligazionari a un ritmo annuo di $1.140 miliardi.

Proprio così. La richiesta netta di fondi da parte del Tesoro statunitense nei mercati obbligazionari raggiungerà un ritmo annuo di oltre $3.000 miliardi per un considerevole periodo di tempo. E sottolineo "considerevole" dato che la stampante della FED verrà spenta.

Ecco gli ultimi dati sull'inflazione basati sul 16% trimmed mean CPI. La linea rossa rappresenta il tasso d'incremento annuo, mentre la linea gialla è il tasso annuo per il mese corrente. Come si evince dal grafico, la linea rossa si sta piegando verso il basso, anche se a passo di lumaca.

Al picco dello scorso giugno, il tasso annuo ha raggiunto il 7,3%, ma ad aprile 2023 l'aumento era ancora del 6,1%. Ancora più importante, l'aumento medio mensile (linea gialla) da novembre è stato del 5,0% ed era ancora superiore al 4,0% ad aprile.

Quindi ci aspettiamo che il tasso d'inflazione scenda rapidamente verso l'obiettivo del 2,00% durante il bilancio di quest'anno o addirittura del 2024, nonostante il probabile inizio della recessione?

Ovviamente no. L'economia statunitense si sta dirigendo verso la peggiore stagflazione — inflazione elevata e crescita debole — dall'inizio degli anni '80. Eppure la FED si è messa in un angolo dopo anni d'inondazioni del sistema finanziario con liquidità a buon mercato e non avrà altra scelta se non quella di continuare a restringere il suo bilancio fino a quando non avrà prosciugato una parte sostanziale di questi eccessi.

16% trimmed mean CPI, aumento su base annua rispetto ad aumento mensile annualizzato, da maggio 2020 ad aprile 2023

Il grafico qui sotto deve essere osservato attentamente. La struttura pronti contro termine inversa della FED ora ammonta a $2.230 miliardi e questo, gente, è assolutamente assurdo. I prestiti overnight alla FED hanno un tasso attuale del 5,05%.

La metafora "portare il carbone a Newcastle" è stata più che abusata. Per favore, ditemi, perché la più prodigiosa stampante monetaria del pianeta ha bisogno di prendere in prestito $2.230 miliardi ogni notte a tassi superiori del 5%?

Saldo sul Fed Reverse Repo Facility, da dicembre 2020 a maggio 2023

In realtà non c'è alcun mistero sull'assurdità di cui sopra. Nell'ultimo decennio o più, la FED e le altre banche centrali hanno talmente saturato i mercati finanziari con un eccesso di liquidità che i tassi d'interesse di mercato non potevano far altro che sprofondare rispetto a quelli di riferimento.

Quindi i geni dell'Eccles Building stanno prendendo in prestito migliaia di miliardi per dimostrare che, come un moderno re Canuto, possono ancora comandare alle acque finanziarie di salire o scendere.

Poi, però, la linea a gradini nel grafico qui sotto mostra quanto sia stata tardiva la battaglia della FED contro l'inflazione. Non ci può essere alcuna riduzione dell'inflazione fino a quando i tassi d'interesse reali non diventeranno positivi. Paul Volcker lo dimostrò quattro decenni fa, quando spinse il tasso di riferimento della FED all'8,0% prima di rompere finalmente lo slancio inflazionistico.

Naturalmente la linea rossa crescente nel grafico qui sotto sta devastando il settore bancario, in particolare le banche di piccole e medie dimensioni. A causa della generosa offerta del 5,05% da parte della FED, enormi quantità di depositi fuoriescono dal sistema bancario e poi finiscono nei fondi del mercato monetario; quest'ultimi, a loro volta, riversano i nuovi depositi nel mercato pronti contro termine inverso!

Tasso d'interesse sull'RRP O/N della FED, dal 2018 al 2023

Forse "geni all'opera" non più la più azzeccata delle metafore, ma ci ricorda che la catena distruttiva di spese e prestiti di Washington deve finalmente finire, e presto.

E fare in modo che nonna Yellen infranga il mito del "default" è l'unico punto pratico da cui iniziare.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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venerdì 26 maggio 2023

Uno spaccato della rivoluzione Bitcoin a Cuba

 

 

di Alex Gladstein

Lucia è un operatore sanitario di 30 anni e utilizzatrice di Bitcoin; vive a Matanzas, una città di circa 150.000 persone situata a circa 50 miglia a est dell'Avana, sulla costa settentrionale di Cuba. La città prende il nome da una ribellione aborigena contro i colonizzatori spagnoli, la parola "matanzas" si traduce letteralmente in "massacro". L'insediamento nel XIX secolo si trasformò in un epicentro di piantagioni di zucchero in cui si sfruttava la schiavitù. Oggi, come tutte le città cubane, è il punto zero di una crisi finanziaria e umana.

Il popolo cubano sta soffrendo le peggiori difficoltà economiche sin dall'inizio degli anni '90, quando crollò l'Unione Sovietica e il regime perse la sua principale ancora di salvezza. All'epoca il dittatore di lunga data, Fidel Castro, disse ai cittadini che dovevano stare uniti per superare un "periodo particolare". Quell'era fu segnata da penuria di cibo, blackout, migliaia di persone in fuga verso la Florida e una svalutazione del peso ancorato al rublo sovietico. Tra il 1991 e il 1994 l'economia cubana si contrasse del 35% e la qualità della vita peggiorò drasticamente.

Le tensioni raggiunsero l'apice nell'estate del 1994, quando scoppiò all'Avana una protesta antigovernativa nota come rivolta del Maleconazo. Senza il suo sussidio sovietico, il sistema di razionamento statale non riusciva a sostenere la popolazione e all'improvviso beni importanti erano disponibili solo per l'acquisto con dollari, i quali diventavano sempre più costosi da ottenere per i cubani con i loro salari e pensioni in peso. Con una mossa disperata, il regime violò la sua filosofia collettivista e impose una serie di tasse senza precedenti; in risposta decine di migliaia di manifestanti si riunirono sul lungomare di Malecon, chiedendo la fine del governo.

Internet non esisteva, quindi il regime era in grado di reprimere il movimento attraverso la brutalità della polizia, assicurandosi che la maggior parte degli altri cubani sapesse a malapena che fosse successo qualcosa. La televisione e la radio di stato fecero un breve cenno a un piccolo assembramento di delinquenti e piantagrane, ma in realtà Maleconazo rappresentò un'incredibile dimostrazione di dissenso, la più grande dell'isola dai tempi della rivoluzione.

Quando il sistema monetario cade a pezzi, ciò può minacciare la sopravvivenza di un regime.


I. PURIFICAZIONE MONETARIA

Oggi Lucia e altri cubani parlano di un nuovo Periodo Particolare. Come risultato della riforma monetaria e della frustrazione sociale dovuta a decenni di repressione e burocrazia, ci sono di nuovo carenze, blackout, inflazione estrema e proteste.

La grande differenza è che oggi, con i cellulari e l'accesso a Internet, tutti sanno cosa sta succedendo. Il mese scorso è scoppiata la più grande protesta antigovernativa dalla rivoluzione del 1959, non solo all'Avana ma in tutte le città di Cuba.

Con un'esperienza di prima mano sul sistema medico, Lucia mi ha detto che la rete di supporto umano a Cuba sta crollando. Gli ospedali di Matanzas sono al limite, fa molto caldo e i cubani passano molte ore senza elettricità. Il cibo, in particolare manzo, pesce, pollo e uova, è scarso o addirittura impossibile da trovare. I nuovi regolamenti americani, approvati dal presidente Trump poco prima che lasciasse l'incarico, hanno escluso dal punto di vista finanziario i cubani dalle loro famiglie negli Stati Uniti.

“È difficile procurarsi cibo, è difficile procurarsi medicine, è difficile procurarsi forniture per l'igiene personale; la rete elettrica è interrotta, molti anziani stanno morendo, il sistema sanitario sta crollando, non abbiamo ossigeno”, mi ha detto Lucia. “Questo era troppo ed è ciò che ha spinto le persone in strada”.

Lucia mi ha confermato che alla radice dei fallimenti dello stato e della rivolta dei cittadini c'è una crisi monetaria.

A gennaio il Partito Comunista di Cuba ha condotto quella che ha descritto come una "purificazione monetaria". Dal 1994 il governo ha emesso due tipi di valute: il CUP, o peso cubano — ancorato al dollaro a 24:1 — e il CUC, o peso cubano convertibile — ancorato al dollaro a 1:1.

Gli stipendi e le pensioni del settore pubblico sono sempre stati pagati in pesos, ma per anni i cittadini hanno avuto bisogno di CUC per acquistare articoli chiave come medicine, cibo, vestiti, prodotti per la pulizia ed elettronica. Il regime ha progettato il sistema per risucchiare valore dalla popolazione, vendendo CUC per 25 pesos presso i cambiavalute statali chiamati cadecas e riacquistandoli solo per 24 pesos. Il regime sapeva che avrebbe dovuto continuare a stampare e inflazionare il peso a fronte della sua economia pianificata centralmente, anche se i settori agricolo e industriale stavano cadendo a pezzi. Il sistema a doppia valuta gli ha dato supporto vitale, sostenendo il potere d'acquisto per l'élite e i clientes.

Lucia ha descritto l'output del sistema come la creazione di una realtà in cui comprare una tazza di caffè, un viaggio in autobus o anche un piccolo pasto cosa poco, ma un paio di scarpe o un piano telefonico, con un prezzo in CUC, arriva a costare un intero mese di stipendio. Ciò ha messo i lavoratori statali — inclusi insegnanti, agenti di polizia e operatori sanitari come lei — in grave svantaggio economico rispetto a chiunque fosse esposto all'industria del turismo, come camerieri o tassisti.

Per tragica ironia, i lavoratori non qualificati spesso stavano meglio di quelli altamente istruiti, e molti di questi ultimi hanno abbandonato la carriera per pulire i tavoli o andare a prendere le persone all'aeroporto per avere accesso all'economia CUC. Il sistema della doppia valuta ha istituzionalizzato la disuguaglianza, creando chiare classi di ricchi e poveri. Per molte persone come Lucia, questo come qualsiasi altra cosa dimostrava che la rivoluzione era una farsa.

Più di 1,5 milioni di cubani sono fuggiti da quando Fidel Castro e le sue truppe conquistarono L'Avana nel 1959 e molti sono finiti negli Stati Uniti. Negli anni '60 Castro e i suoi compari hanno innescato la fuga di capitali  e di persone imponendo un'economia pianificata e comunista a Cuba, nazionalizzando le imprese, confiscando le terre e riducendo praticamente a zero il ruolo del settore privato.

Molti cubano-americani hanno ancora famiglia sull'isola e trovano il modo d'inviare loro dollari. Si stima che ogni anno vengano rimessi a Cuba fino a $3 miliardi. Per convertire i dollari in CUC, bisogna pagare allo stato una tassa del 10%, come minimo. Il sistema è stato progettato per risucchiare valuta estera forte e fornire ai cubani "dollari falsi" o, peggio ancora, pesos.

Fidel Castro ha ceduto il controllo a suo fratello, Raúl, nel 2006 e da allora il regime ha attuato una serie di tiepide riforme economiche per sopravvivere. Come ha scritto Anthony DePalma nel suo libro, The Cubans, il governo comunista ha giocato con il capitalismo “nel modo in cui una tigre gioca con la sua preda: picchiettandola leggermente un minuto, spremendole la vita quello dopo. I funzionari socialisti hanno esortato gli aspiranti capitalisti cubani ad andare avanti e ad aprire le loro piccole imprese, poi hanno eretto strati di regolamenti gravosi per limitare i profitti e ostacolare il successo. Il loro vero obiettivo non era quello di sollevare milioni di persone dalla povertà; era impedire a chiunque di guadagnare milioni”.

A partire dal 2011 Raúl ha parlato apertamente della necessità dell'unificazione monetaria, ma ha governato per altri sette anni senza intraprendere alcuna azione. Il disastro economico cubano da lui presieduto può essere riassunto in una statistica: nel 2015 il PIL pro capite di Cuba era più o meno lo stesso di quello del 1985, nonostante avesse un potenziale economico molto più elevato con il 13% di cittadini in più.

Nel 2018 il burocrate comunista di lunga data, Miguel Díaz-Canel, ha assunto la presidenza cubana, ponendo fine a quasi 60 anni di tirannia della famiglia Castro. Come Raúl, Díaz-Canel ha presieduto ai cambiamenti dell'economia pianificata — come i licenziamenti di massa dei lavoratori statali e il permesso alle piccole imprese di operare privatamente — ma ha continuato a ripetere a pappagallo il grido di battaglia di Fidel nei suoi discorsi: “ﬞ¡Patrio o muerte! ¡Socialismo o morte! ¡Venceremos!” (Patria o morte! Socialismo o morte! Vinceremo!).

Come ha scritto DePalma: “Fidel e il Che sono morti. La tomba di Raúl ha già il suo nome sopra e il nuovo presidente è irriconoscibile dai leader di un qualsiasi altro piccolo Paese. La mitologia della rivoluzione significa ben poco per i giovani cubani, che, con i loro tatuaggi, smartphone e nichilismo ribollente, vedono i vecchi della Sierra come distaccati dalla realtà. L'aiuto estero su cui Cuba ha fatto affidamento per tanto tempo — prima dall'ex Unione Sovietica, poi dal Venezuela e inoltre da nazioni simpatizzanti di tutto il mondo — si è prosciugato e, per citare Margaret Thatcher, Cuba ha esaurito i soldi delle altre persone. In fondo a ogni prescrizione ora c'è la frase: l'assistenza sanitaria a Cuba è gratuita, ma costa”.

Lucia è d'accordo e ha detto che la rivoluzione ha esaurito il suo slancio. Díaz-Canel non è Fidel e non può reprimere le proteste con il carisma personale o una polizia segreta che opera in un mondo senza Internet. È stato costretto ad agire e la "purificazione monetaria" è una di quelle azioni.

A partire dal 1 gennaio 2021, il CUC è stato ufficialmente eliminato. Ai cubani erano stati concessi sei mesi per scambiare i loro CUC con pesos al tasso di cambio ufficiale. Ciò ha costituito un enorme furto di tempo, considerando che i cubani hanno lavorato duramente per quei CUC e sono stati liquidati dalle posizioni in dollari in piccole quantità di valuta in rapido deprezzamento. Ancor prima di suddetta data, i CUC venivano scambiati con uno sconto del 15% rispetto al dollaro.

Negli ultimi otto mesi la riforma monetaria ha provocato una massiccia svalutazione del peso. I cubani hanno perso quasi i due terzi del loro potere d'acquisto sin dalla fine del 2020, poiché il prezzo di 1 dollaro è passato dal tasso ufficiale di 24 pesos a 70 pesos sul mercato nero.

Lo stipendio medio annuale cubano ufficiale nel 2018 era di circa 9.300 pesos, o circa $372. Lucia mi ha detto che una libbra di riso l'anno scorso le costava 6 o 7 pesos, ma oggi costa più di 50 pesos. Due chili di pollo una volta costavano 60 pesos, ma ora ne costano più di 500. Gli economisti spesso dicono che l'inflazione non è un problema fintanto che i salari aumentano contemporaneamente, ma i salari si sono appena mossi o sono addirittura calati in termini di dollari.

Il governo ha poi esteso la finestra per riscattare i CUC di qualche altro mese, ma l'uso è evaporato poiché la valuta è stata sostanzialmente sostituita dalla MLC, che sta per moneda libremente convertibile o "valuta liberamente convertibile".

Introdotto dal regime nel 2019 come futuro sistema monetario dell'isola, la MLC funziona come una carta regalo riutilizzabile. C'è una carta MLC di plastica che si può ritirare in banca e due diverse app che si possono scaricare su un telefono cellulare. Non ci sono banconote, monete o modi per guadagnare interessi; la funzionalità è rivolta ai cittadini che forniscono le informazioni sul proprio conto ai contatti all'estero, che inviano valuta forte, la quale poi viene sequestrata dal regime e sostituita con credito MLC da spendere nei negozi gestiti dal governo cubano.

I cubani — che in gran parte rimangono pagati o pensionati in pesos — non possono acquistare MLC con pesos. L'unico modo per "ricaricare" ufficialmente il proprio conto MLC è con valuta estera forte. Bisogna avere familiari o contatti all'estero che inviano fondi sul vostro conto. Inizialmente questo poteva essere fatto con i dollari, ma dopo che l'amministrazione Trump ha represso le rimesse a Cuba sulla scia di uno scandalo in cui i diplomatici americani si sono ammalati dopo essere stati apparentemente esposti ad armi soniche, questa opzione è scomparsa, quindi la MLC è ora principalmente generata attraverso sterline, euro e dollari canadesi.

In un'evoluzione della tendenza iniziata 25 anni fa, con le merci migliori disponibili solo nei negozi che accettano valuta estera, i negozi MLC di oggi sono praticamente l'unico posto dove acquistare buon cibo, medicine, prodotti per la pulizia, elettrodomestici e altri beni essenziali. I negozi che accettano pesos affrontano continue carenze e hanno pochissimi prodotti, tra l'altro di qualità molto bassa. I cubani che hanno famiglia all'estero sono in grado di ottenere ricariche MLC e acquistare cose per continuare la loro vita, ma i cubani che non godono di questo privilegio devono prendere i loro pesos e acquistare MLC sul mercato nero. Al momento della stesura di questo saggio il tasso di cambio è di circa 65 pesos per MLC.

Attraverso il sistema MLC, il regime cubano è essenzialmente in grado di stampare pesos per ottenere valuta forte; è un gigantesco saccheggio nei confronti della popolazione cubana e una delle ragioni principali delle proteste di oggi.

Lucia mi ha detto che la linea ufficiale del governo è che il sistema MLC è necessario allo stato per attrarre valuta forte in modo che possa acquistare cose sul mercato internazionale per mantenere il sistema in funzione e nutrire la gente — una sbalorditiva ammissione del fallimento della rivoluzione.


II. TROVARE LA LIBERTÀ PASSANDO PER BITCOIN

Ho conosciuto Lucia su Telegram, tramite un amico comune che gestisce una chat Bitcoin in America Latina. Diciotto mesi fa ha iniziato a comprare bitcoin con il suo stipendio statale e usa i gruppi su Telegram per trovare persone disposte a venderglieli in cambio di MLC o pesos. Effettua transazioni di persona, ad esempio in un bar, dove invia MLC dal suo account mobile a quello del venditore, o consegna banconote in pesos con i volti di personaggi rivoluzionari come Che Guevara in cambio di bitcoin sul suo wallet.

Da quando Lucia ha iniziato ad "accumulare sats" (come viene comunemente chiamato il risparmio in bitcoin), i frutti del suo lavoro sono cresciuti notevolmente e il suo potere d'acquisto è aumentato vertiginosamente. Dalla primavera del 2020 Bitcoin è passato da meno di $5.000 a più di $40.000. Se Lucia avesse tenuto i suoi risparmi in pesos, avrebbe perso quasi tutto; Bitcoin ha cambiato e salvato la sua vita.

Lucia mi ha detto che non è una persona esperta dal punto di vista tecnologico. All'inizio non pensava che Bitcoin sarebbe stato rilevante per lei, ma nel 2020 ha iniziato a guardare RT per alcune ore ogni martedì, giovedì e sabato. Poiché si tratta di propaganda russa attendibile, il regime cubano trasmette RT sulla televisione di stato. Uno show particolarmente famoso si chiama "Keiser Report" (prodotto da Max Keizer e Stacy Herbert) ed evangelizza l'uso di Bitcoin. Molto probabilmente gli viene permesso di andare in onda perché il suo tono è molto critico nei confronti della politica estera degli Stati Uniti, ciononostante lo show ha agito come una sorta di cavallo di Troia, raggiungendo un gran numero di cubani e venezuelani attraverso la programmazione statale e inserendoli nella nuova economia Bitcoin. Ironia della sorte per Lucia, è stata la propaganda di stato socialista a mostrarle come ottenere la libertà personale, non le centinaia di milioni di dollari che gli Stati Uniti hanno speso per la promozione della democrazia a Cuba sin dagli anni '90.

Affascinata da ciò che ha sentito su "Keiser Report" riguardo una nuova forma di denaro digitale, Lucia ha iniziato a fare ricerche su Bitcoin. Alla fine si è unita a un gruppo su Telegram, prima in inglese e poi in spagnolo, pieno di altri latinoamericani che seguono quello show e che le hanno dato un'istruzione completa su come usare Bitcoin.

“Mi hanno insegnato come potevo essere la banca di me stessa”, mi ha detto Lucia.

Un giorno, in una conversazione, Lucia ha scoperto che anche una delle sue amiche era appassionata di Bitcoin e hanno iniziato a parlarne regolarmente. Ha comprato e poi inviato $10 in bitcoin a un amico all'estero e i due si sono meravigliati di come non avessero bisogno di una banca, di fornire qualsiasi identificazione, o di utilizzare il sistema ufficiale. Anche la moneta stessa, si sono resi conto, non era stata prodotta da uno stato o da una società, ma da una comunità online. Non sapevano nemmeno chi avesse creato Bitcoin e non sembrava avere importanza.

“Tutto questo è rivoluzionario. Quali documenti dovevo compilare? Nessuno”.

Lucia mi ha detto che molte persone ricevono bitcoin dall'estero e poi li convertono in MLC o pesos per comprare cibo o rifornimenti; nel suo caso lo usa per investire per il futuro. La chiama la sua "riserva personale" e la migliore opzione per risparmiare denaro.

Mi ha detto che l'embargo statunitense è ancora molto doloroso per i cubani.

“Molte persone lo negheranno, ma non possiamo più acquistare MLC in dollari. Non abbiamo accesso alle app finanziarie americane. Le nostre famiglie negli Stati Uniti hanno difficoltà a inviarci dollari”.

“Bitcoin”, mi ha detto, “aiuta ad alleviare tale dolore”.

Lucia guarda a Bitcoin come alternativa al sistema del dollaro.

“Se ce ne liberiamo, allora sì che possiamo avere libertà”.

Diversi cubani con cui ho parlato hanno dimostrato un simile patriottismo, nonostante il tradimento della rivoluzione.

“L'embargo mette il nostro governo contro un muro”, mi ha detto Lucia, sostenendo che Bitcoin può dare indipendenza non solo a persone come lei a livello individuale, ma alla società cubana nel suo insieme.

“La curiosità è ciò che muove le persone. Questo è ciò che mi ha motivato a diventare un operatore sanitario. Anima tutti gli esseri umani”.

Questa curiosità la sta ora spingendo a conoscere Bitcoin e a diffonderlo ad altri.

“Le persone hanno così tante domande. Come funziona? Dove lo si prende? È bello approfittare di questi momenti d'insegnamento”.

Mi ha detto che ora sta insegnando personalmente ad altri a Matanzas e nelle sue cerchie più ampie su come usare Bitcoin.

Ma l'apprendimento è difficile: a causa della disperazione, mi ha detto, molti cubani sono caduti negli schemi piramidali. Lo stato confonde Bitcoin con tali schemi, quindi le persone in generale hanno paura di essere coinvolte. Bitcoin è difficile da conoscere, è diverso da qualsiasi cosa la gente abbia mai visto prima. Le sue capacità sono difficili da credere e usarlo correttamente richiede tempo e ricerca.

“L'adozione continua a ritmo sostenuto, ma ci vorrà del tempo”.

Lucia ha concluso la nostra conversazione dicendomi quanto sia importante per le donne cubane usare Bitcoin: “È fondamentale che le donne imparino ad affermare la loro libertà finanziaria”. Anche se la società cubana potrebbe essere relativamente avanzata nell'area dei diritti delle donne, mi ha detto, c'è ancora una cultura più ampia di machismo e misoginia. Anche in questo contesto, la maggior parte degli uomini non capisce nemmeno l'indipendenza finanziaria, mi ha detto, “quindi immagina quanto sia difficile per le donne”.

“Bitcoin consente di controllare i tuoi soldi, le tue spese e, per estensione, la tua vita. Come donna, il mio futuro è finalmente nelle mie mani”.


III. LA STORIA DELLA MISERIA ECONOMICA DI CUBA

Alla fine degli anni '50 Cuba era uno dei Paesi più ricchi dell'America Latina. Come ha scritto il ricercatore Boaz Sobrado: “Cuba aveva più in comune con gli stati americani come la Louisiana e la Florida che con Paesi ispanici come il Messico e la Repubblica Dominicana. Il reddito pro capite cubano superava del 70% quello del Messico e del 300% quello della Repubblica Dominicana. Il suo reddito pro capite era addirittura superiore a quello delle ex-potenze coloniali Spagna e Portogallo”.

Sobrado indica l'Havana Hilton come un “simbolo dell'opulenza cubana della metà di quel secolo”. Era l'hotel più alto e più grande dell'America Latina, con 630 camere, 42 suite, un casinò, sei ristoranti e bar, una sala giochi, una piscina all'aperto e un ampio sistema di garage sotterranei. A prima vista, quindi, Cuba sembrava un luogo improbabile per una rivoluzione socialista, ma dietro il fascino della vecchia Avana c'era una società profondamente distrutta.

Il dittatore Fulgencio Batista ha governato l'isola con il pugno di ferro e con il forte sostegno del governo e del settore privato degli Stati Uniti. Il reddito annuo di Cuba era di ben $353 pro capite nel 1958, ma la maggior parte dei lavoratori rurali guadagnava meno di $100 e aveva pochissimi servizi pubblici e infrastrutture molto deboli. I governi e le società straniere controllavano l'economia, possedendo circa il 75% della terra arabile, il 90% dei servizi essenziali e il 40% della produzione di zucchero.

Durante gli anni '50 Fidel Castro guidò un movimento socialista che sfidò il regime di Batista. Entro la fine di quel decennio, le sue tattiche di guerriglia, dirette dalle zone montuose e rurali, avevano prosciugato un'enorme quantità di fondi ed energia dalla capitale. Nel 1958 il governo degli Stati Uniti pose un embargo sulle armi a Cuba, poiché Batista iniziò a perdere ogni sostegno straniero. Il 1 gennaio 1959 le forze di Castro catturarono L'Avana.

"El Comandante" prometteva una rivoluzione popolare, ma il suo dominio si trasformò rapidamente in tirannia, completa di campi di concentramento, migliaia di esecuzioni arbitrarie, polizia segreta, uno stato di sorveglianza alla pari della Germania dell'Est, o della Corea del Nord, e prigioni politiche. I gulag cubani furono particolarmente atroci. I loro orrori, una volta nascosti, sono stati infine portati alla luce dalle testimonianze dei sopravvissuti in libri come Against All Hope di Armando Valladares.

Come ha scritto Anthony DePalma: “I cubani che hanno osato pensare in modo diverso temevano più di ogni altra cosa il sempre presente CDR di quartiere (Comitato per la Difesa della Rivoluzione). Il presidente di ogni CDR locale era la persona a cui riferivano le spie di quartiere; tenevano traccia di chi non aveva partecipato a una parata del Primo Maggio, di chi aveva ascoltato la partita di baseball mentre Fidel parlava alla radio, di chi aveva un'antenna parabolica illegale nascosta sotto un barile. L'informazione, poi, veniva passata alla temuta Stasi di Fidel e di conseguenza al ministero dell'Interno addestrato dal KGB. Il presidente del CDR aveva quello che alcuni chiamavano il potere di fusilamiento del dedo, letteralmente "esecuzione col cenno di un dito", indicando e denunciando chiunque fosse sospettato di attività controrivoluzionarie. Consentire a qualcuno di usare il vostro telefono per chiamare un parente a Miami avrebbe potuto innescare una denuncia e rovinare una vita. La rete di sorveglianza era così pervasiva che i cubani avevano paura di esprimere qualsiasi lamentela. Anche a casa loro si astenevano dal fare il nome di Fidel, nel caso qualcuno li stesse ascoltando. Invece si accarezzavano una barba immaginaria quando osavano criticare El comandante”.

Oltre ad essere brutalmente repressivo e invasivo, il nuovo governo era anche completamente inesperto quando si trattava di gestire un'economia. Seguì l'esempio sovietico di un sistema finanziario pianificato e divenne rapidamente dipendente dall'URSS come mercato di esportazione. Gli economisti vennero sostituiti da lealisti, indipendentemente dal loro background o competenza. Si dice che quando Castro scelse Che Guevara come capo della banca centrale cubana, fu perché quest'ultimo alzò la mano dopo che Castro aveva chiesto se qualcuno fosse un economista, pensando che Fidel avesse chiesto se qualcuno fosse un comunista.

All'inizio degli anni '60, in una serie di rappresaglie, le amministrazioni Eisenhower e Kennedy imposero restrizioni commerciali e infine un blocco totale su Cuba, mentre Castro e le sue truppe nazionalizzarono centinaia di milioni di dollari in proprietà e imprese statunitensi.

La rivoluzione fu disastrosa per i risparmi personali dei cubani. In qualità di presidente della banca centrale, Guevara cambiò l'ancoraggio del peso: dal dollaro al rublo, svalutando i pesos esistenti del 75%. Quindi le banconote pre-rivoluzionarie furono demonetizzate. Se le nuove autorità rifiutavano di accettare i vecchi soldi, si perdeva tutto.

Vari piani e tentativi americani di estromettere Castro fallirono e il regime persistette. Divenne strutturalmente dipendente dai sovietici per petrolio, prestiti, armi, addestramento tecnico e come mercato per vendere la loro principale esportazione di zucchero, che Mosca acquistava a un prezzo agevolato superiore ai tassi di mercato.

Nei decenni successivi l'economia di Cuba crebbe, in gran parte grazie al rapporto con i sovietici, ma anche durante i periodi più prosperi della Cuba comunista, alla fine degli anni '70 e all'inizio degli anni '80, sbarcare il lunario era ancora difficile e migliaia cercavano di andarsene. Nel 1980 più di 125.000 cubani fuggirono negli Stati Uniti su circa 1.700 navi e zattere in un evento noto come Mariel boatlift.

Quando l'Unione Sovietica si sciolse all'inizio degli anni '90, il regime di Castro perse fino a $5 miliardi in sussidi annuali e le esportazioni di zucchero di Cuba crollarono dell'80%. Il peso subì una svalutazione da 5 per dollaro a 150 per dollaro. Castro chiese al popolo cubano di fare un sacrificio collettivo per superare il Periodo Particolare, non diversamente dal modo in cui Kim Jong Il chiese al popolo nordcoreano di rimanere forte e impegnato durante la "marcia ardua" alla fine degli anni '90, quando milioni di persone morirono.

Durante il Periodo Particolare, molti cubani potevano permettersi o trovare cibo a sufficienza da mangiare solo una volta al giorno. La loro libreta (libro annonario) prometteva cose come manzo e pollo, ma questi elementi erano scomparsi. Fidel aveva promesso che tutti avrebbero potuto avere un bicchiere di latte al giorno, ma anche quello mancava.

Secondo DePalma, i cubani “appiattivano e ammorbidivano le scorze di pompelmo e le friggevano come se fossero state bistecche. Le bucce di banana macinate e mescolate con le spezie diventarono un altro pallido sostituto della carne”. Ogni famiglia riceveva circa nove uova al mese. La scarsità di cibo era accompagnata da blackout “così di routine e di lunga durata che le notti senza luce divennero la norma, poiché i cubani celebravano i brevi periodi in cui le luci si riaccendevano come fenomeni fugaci che chiamavano con entusiasmo alumbrones”.

L'industria crollò. Ad esempio, alla fine degli anni '90 le flotte di pescherecci erano quasi scomparse. Oggi i cubani consumano solo il 25% del pesce che consumavano alla fine degli anni '80. In una nazione in cui non si è mai a più di 60 miglia dall'acqua, i cubani scherzano sul fatto di essere "un'isola senza pesci". Un Paese che una volta produceva l'80% del suo cibo ora ne importava l'80%. Sobrado ha scritto che il consumo interno di Cuba “non è mai tornato ai livelli precedenti al 1990”, un tragico riassunto di uno stato affamato.

I tempi erano così cupi che nel 1993 Castro fu costretto a rendere legale il dollaro per attrarre valuta forte. I cubani iniziarono ad avere depositi in dollari presso le banche con rimesse dall'estero; la Legge di Thier era in pieno effetto, poiché il denaro buono scacciava quello cattivo. Sobrado ha stimato che almeno la metà di tutte le transazioni quotidiane venivano effettuate in dollari, un tasso simile all'attuale Venezuela. Per fermare questa tendenza e prevenire la piena dollarizzazione, il regime inaugurò il CUC, che secondo loro era sostenuto da una pari quantità di dollari nella banca centrale cubana.

Spinto dalla disperazione, Castro permise anche ai ristoranti di famiglia, o "paladares", di operare come piccole imprese private. Ciò faceva parte di un processo di apertura più ampio che includeva il permesso alle società europee di gestire hotel cubani, il permesso ad alcuni cittadini di gestire fattorie indipendenti e il ripristino del Natale come festa nazionale (una mossa vista come un quid pro quo per l'eventuale visita di Papa Giovanni Paolo II). La combinazione di piccole riforme e maggiori investimenti esteri portò a una relativa ripresa al di fuori del Periodo Particolare.

All'inizio degli anni 2000 il presidente venezuelano Hugo Chávez iniziò a sostenere lo stato cubano con parte dei suoi nuovi profitti petroliferi, fornendo una nuova ancora di salvezza. Ma mentre il governo veniva salvato, i tempi per il cittadino medio continuavano a essere estremamente difficili. Sobrado ha scritto di un'espressione cubana: dice que hay pollo (dicono che c'è il pollo), che la folla nelle strade gridasse quando il pollo era disponibile nei negozi. Le libretas davano accesso a una scorta di pesce, ma questo si esaurì e venne sostituito dal pollo — pollo por pescado — e negli ultimi anni finì anche quest'ultimo.

Nel novembre 2004, di fronte all'ennesimo crollo economico, il governo cubano ritirò dalla circolazione i dollari. I negozi, le imprese e le banche statali passarono interamente al sistema CUC. I dollari dovevano essere convertiti in CUC all'arrivo a Cuba, consentendo al regime di sequestrare la valuta forte, tassarla e sostituirla con qualcosa che poteva stampare senza copertura. L'effetto fu che i dollari un tempo detenuti dai cittadini erano ora detenuti dalla banca centrale comunista.

Nell'era CUC la doppia valuta consentì al governo di fornire un livello molto basilare di beni e servizi a basso costo, ma creava un sistema in cui si necessitava di CUC per qualsiasi cosa al di là della sussistenza. Ad esempio, si poteva acquistare una pagnotta di bassa qualità per 1 peso in un panificio statale — se ce n'era ancora — ma per 1 CUC si poteva ottenere una pagnotta molto più bella in un negozio più elegante. I turisti negli ultimi decenni usavano solo i CUC e facevano acquisti nei negozi di lusso con i prezzi molto più alti, e quindi versavano valuta forte nelle casse del regime.

La doppia valuta consentiva anche l'alchimia contabile a vantaggio delle imprese statali. Ad esempio, come ha scritto Sobrado, un'élite ben collegata poteva acquistare un biglietto per volare fuori da Cuba pagando poche centinaia di pesos, invece di poche centinaia di CUC o dollari. Ciò significava anche che alcune imprese pubbliche potevano acquistare le importazioni in "pesos" e le avrebbero vendute in dollari. C'era un'esagerazione cronica delle attività e una sottovalutazione delle passività. Questi trucchi finanziari vennero fatti a spese del peso e del lavoratore medio.

Molti cubani avevano un altro lavoro oltre a quello statale, il quale dava loro accesso ai CUC (o oggi, MLC) e guadagnare abbastanza per sopravvivere. Spesso si poteva guadagnare più dell'intero stipendio, o pensione, in un giorno sul mercato nero. Sobrado ha detto che alcuni avevano persino quelli che lui definisce stipendi negativi: “Le persone a volte corrompevano il loro capo in modo che non dovessero presentarsi. In questo modo potevano lavorare altrove e guadagnare il doppio”.

DePalma ha scritto che “quasi ogni cubano – che sia un imprenditore con una piccola impresa o un genitore in cerca di cena – è diventato un criminale, in un modo o nell'altro. Arraggiarsi ha sostituito la parola "rubare" in volgare cubano e le regole della società civile sono cambiate in modo che il furto fosse condonato, purché ciò che veniva rubato provenisse dallo stato e non da un vicino o un amico. Nella nuova Cuba, arrangiarsi era un modo per livellare il campo di gioco e compensare i miseri salari giornalieri che ricevevano i lavoratori statali”.

Il decadimento dell'economia cubana è difficile da immaginare, ma il fatto che il raccolto di zucchero del 2018 abbia prodotto solo un milione di tonnellate, lo stesso del raccolto del 1894, aiuta a dipingere il quadro generale. Un tempo il più grande esportatore di zucchero del pianeta, Cuba è stata costretta a importarlo dalla Francia.

Le riforme "storiche" del sistema annunciate da Raúl e Diaz-Canel sono finite per essere piccoli ritocchi. L'imprenditorialità non cresce bene in un clima senza mercato all'ingrosso, con limiti rigidi al numero di dipendenti che si possono assumere, dove le licenze sono costose, le tasse asfissianti e il credito scarso. Nel 2017, nonostante molte riforme tanto strombazzate, un paio di jeans costava ancora un mese di salario e le razioni si esaurivano dopo solo pochi giorni. Il tanto decantato sistema sanitario ha diffuso invece un'epidemia di colera e continua a fornire cure speciali solo per le élite. L'istruzione è rimasta propaganda. Nel 2014 e nel 2015 l'amministrazione Obama ha allentato le restrizioni americane, dando impulso alle imprese locali con un'ondata di nuovi turisti, e allentato anche la linea di politica sull'immigrazione; pochi anni dopo, però, Trump ha annullato quell'apertura.

Secondo DePalma, le piccole riforme economiche che il governo ha offerto ai cubani negli ultimi 15 anni non erano “la libertà di migliorare sé stessi, ma il permesso di raggiungere un livello di sopravvivenza che il governo non poteva più fornire. Oltre ai limiti che ha imposto alla loro visione imprenditoriale e alla capacità di accumulare ricchezza, il governo ha richiesto agli aspiranti capitalisti cubani di acquistare le loro licenze per tasse relativamente alte e pagare tasse pesanti. L'obiettivo, come delineato dal governo, era quello di rendere Cuba un Paese ricco senza persone ricche”.


IV. LA CRISI DEI DIRITTI UMANI A CUBA

Come parte della mia ricerca per questo saggio, ho parlato con un difensore dei diritti umani che vive all'Avana. Non desiderava essere nominata (“Voglio mantenere un profilo basso”, mi ha detto), ma ha parlato apertamente di una varietà di argomenti delicati nella nostra chat video. La chiamerò Vera.

La sua preoccupazione è comprensibile. Cuba rimane uno stato comunista a partito unico. Il regime di Diaz-Canel continua il clima di paura costruito dai Castro. Altri partiti politici sono illegali, il dissenso è soppresso e le libertà civili sono severamente limitate. Secondo l'osservatore sui diritti Freedom House: “Il carattere antidemocratico del regime non è cambiato nonostante la nuova leadership nel 2018 e un processo di normalizzazione diplomatica con Washington, il quale si è bloccato negli ultimi anni”.

Cuba guadagna solo 13 punti su 100 possibili nella relazione sulla democrazia Freedom House 2021, con solo 1 punto su 40 sui diritti politici e 12 su 60 sulle libertà civili. La costituzione proibisce i media indipendenti e “la stampa indipendente del Paese opera al di fuori della legge, le sue pubblicazioni sono considerate "propaganda nemica" e i suoi giornalisti sono regolarmente molestati, detenuti, interrogati, minacciati, diffamati dalla stampa di regime e preclusi dal viaggiare all'estero”.

Ai cubani è vietato pubblicare contenuti su server stranieri, compresi i social media e in generale non possono condividere nulla “contrario all'interesse sociale, alla morale, ai buoni costumi e all'integrità del popolo”. Le università e le scuole private sono illegali sin dagli anni '60 e gli insegnanti vengono promossi in base alla lealtà ideologica, non al rendimento scolastico. I sindacati indipendenti sono messi fuori legge e i lavoratori cubani non possono scioperare, protestare o contrattare collettivamente. Un detto popolare rivoluzionario recita: "Dentro de la revolución, todo. Contra la revolución, nada" ("Dentro la rivoluzione, tutto. Contro la rivoluzione, niente").

Vera fa parte della comunità dei difensori dei diritti umani a Cuba. Nati in gran parte negli anni '90 sull'onda del Periodo Particolare, vivono sotto continuo attacco. Nel 2003, più o meno nello stesso periodo in cui il regime fu costretto a modificare il sistema monetario per mantenere a galla la società, venne lanciata la repressione della "Primavera nera", la quale andava a rastrellare decine di poeti, autori e giornalisti. Ancora oggi le sorelle, le mogli e le figlie di quei prigionieri politici marciano all'Avana ogni domenica per la loro libertà e sono conosciute come le Damas de Blanco (le Dame in bianco).

Testate indipendenti come 14ymedio, fondata dalla blogger e filologa Yoani Sánchez, e Diario de Cuba continuano a pubblicare, ma il lavoro rimane difficile. Uno dei principali sostenitori dei diritti umani a Cuba, Oswaldo Payá, è morto in un incidente automobilistico nel 2013, un evento ritenuto un omicidio di stato. Scendere in strada e protestare continua a comportare un rischio enorme, come dimostrano centinaia di sparizioni e lunghe pene detentive per i manifestanti.

Nel 2018 si è formato un gruppo afro-cubano di accademici, artisti e giornalisti, noto come Movimento San Isidro, per protestare contro il Decreto 349, una legge comunista che richiede che l'attività artistica sia pre-autorizzata dal governo. Nel novembre 2020 il gruppo ha lanciato una protesta a sostegno di uno dei loro membri, il rapper Denis Solis, condannato per "disprezzo dell'autorità". La polizia di stato ha fatto irruzione nella protesta, ma il regime è stato costretto a promettere maggiori diritti per gli artisti e sono stati gettati i semi per la rivolta del mese scorso.

Le comunità nere cubane sono state al centro di queste proteste. Si stima che fino al 90% delle famiglie cubane bianche abbia parenti all'estero e da essi trae un flusso di rimesse, ma solo dal 30% al 40% delle famiglie cubane nere ha la stessa opzione. Guillermo "El Coco" Fariñas, un noto dissidente nero, definisce la situazione una “polveriera in procinto di esplodere”.

All'inizio Vera, che è anche afro-cubana, è stata estremamente formale, leggendo letteralmente un discorso che aveva preparato per la prima parte della nostra conversazione, dove abbiamo parlato di economia. Ha continuato a ripetere la linea del governo secondo cui “la svalutazione non influisce sull'inflazione” e che il tasso di cambio peso/dollaro rimane di 24 a 1. Più tardi nella nostra chat, però, si è aperta e mi ha detto che in realtà il tasso di cambio è 70 a 1. Era chiaro che il Grande Fratello è ancora vivo nella sua mente.

Vera mi ha spiegato che il sistema MLC è una strategia del governo cubano per accumulare valuta estera forte ed evitare la fuga di dollari ed euro; è anche un modo per tassare il settore informale che sta perdendo enormi quantità di valore.

Ad esempio, qualche anno fa se si voleva acquistare un condizionatore d'aria, si assumeva qualcuno (a volte noto come "mulo") in un posto come Panama e te lo portava in cambio di dollari; questi ultimi avrebbero lasciato definitivamente l'economia cubana senza che il regime avesse la possibilità d'incidere. Con il sistema MLC il regime cubano rifornisce i negozi di elettrodomestici in modo che sia effettivamente più facile per i cittadini acquistarli lì invece che con un "mulo". In questo modo invece di far uscire valuta forte, il regime cubano la accumula, mentre i cittadini chiedono a familiari, amici e colleghi di ricaricare i loro conti MLC in modo da poter acquistare i condizionatori d'aria.

Di conseguenza, ha affermato Vera, il peso è in fase di demonetizzazione. Delle tre funzioni principali della moneta, ha essenzialmente perso le funzioni di riserva di valore e unità di conto — che ora sono passate alla MLC o al dollaro — e in realtà sopravvive solo come mezzo di scambio quando gli individui interagiscono con il governo o quando acquistano cose per strada.

Quando le ho chiesto se il governo cubano avesse un piano per fermare l'inflazione del peso, mi ha lanciato uno sguardo che non dimenticherò mai: ha voltato la testa, ha sorriso leggermente e mi ha guardato incredula.

“Piano? NO. Non c'è nessun piano”.

Secondo lei, l'economia cubana dovrebbe crescere del 5% all'anno per i prossimi 12 anni per riprendersi dal trauma attuale. Ma, mi ha detto, in realtà si è contratta dell'11% nel 2020 e si contrarrà ancora di più negli anni a venire. Sarà "un disastro".


V. L'IMPATTO PERSISTENTE DELL'EMBARGO

Per saperne di più sull'impatto dell'embargo americano sui cubani, ho parlato con Ricardo Herrero, figlio di esuli cubani e direttore esecutivo del Cuba Study Group. Mi ha spiegato che oggi, a causa delle sanzioni statunitensi, i cubani non possono accedere a una vasta gamma di prodotti americani come PayPal, Stripe, Cash App, Zelle, Coinbase, GitHub, Adobe, Dropbox, Lyft, Uber o Amazon. Ha definito l'embargo “il regime di sanzioni più rigido e pervasivo nei confronti di qualsiasi società del pianeta”.

Herrero lavora per spingere il governo degli Stati Uniti ad allentare alcune di queste restrizioni. Mi ha detto che il suo lavoro è difficile, soprattutto a causa delle leggi Torricelli e Helms-Burton, approvate negli anni '90, che formalizzavano restrizioni al commercio, agli affari e ai viaggi americani a Cuba per destabilizzare il regime di Castro in un momento di debolezza e promuovere un'opposizione democratica.

A differenza della precedente linea di politica riguardo Cuba tra gli anni Kennedy e Clinton, nella nuova era sin dal 1996, quando è stata approvata la legge Helms Burton, l'embargo è stato codificato in legge e non può essere revocato da un ordine esecutivo. Incentrata sulle rivendicazioni americane di proprietà considerate rubate dal regime di Castro durante la rivoluzione, la legge Helms Burton ha ampliato le restrizioni sulle società statunitensi e cerca d'impedire a qualsiasi azienda del mondo di fare affari a Cuba. Minaccia, ad esempio, d'impedire a una società di condurre affari con gli Stati Uniti se sceglie di farlo anche con Cuba.

I presidenti degli Stati Uniti Clinton, Bush e Obama hanno rinunciato a parte di quella legge, quindi alcune entità straniere sono state in grado di fare affari con Cuba, con risultati contrastanti. Come ha scritto Sobrado, l'Havana Hilton, ribattezzato Habana Libre durante la rivoluzione, è stato infine ceduto alla catena alberghiera spagnola Meliá Hotels International. Dall'anno scorso il famoso hotel era vuoto.

Il presidente Trump ha designato Cuba uno stato sponsor del terrorismo e ha introdotto 243 nuove misure per rafforzare l'embargo; il presidente Biden deve ancora revocarle. Herrero ha detto che la legge Helms-Burton è il deterrente che spiega perché a Cuba non si vedono Starbucks, Zara, o McDonalds. È per questo che Cuba non riceve prestiti dal Fondo Monetario Internazionale o dalla Banca Mondiale; è per questo che la centrale nucleare di Juragua non è mai stata completata. Durante l'apertura di Obama nel 2015 e nel 2016, alcune società americane hanno cercato di esplorare la possibilità di creare servizi di pagamento tra Stati Uniti e Cuba, ma una volta che Trump ha vinto le elezioni, era chiaro che l'apertura sarebbe stata annullata e quei piani sospesi.

L'embargo, mi ha detto Herrero, dà "ossigeno politico" alla narrativa rivoluzionaria del governo cubano.

“È il grande spauracchio, senza di esso il regime subirebbe un crollo ideologico”.

L'embargo misto a un governo inetto e repressivo è una combinazione particolarmente tragica. Ciò è stato illustrato di recente quando un cittadino britannico diabetico non è stato in grado di trovare l'insulina all'Avana, a causa della carenza di medicinali. Sua moglie ha provato a spedirgliene un po' da Londra, ma DHL ha restituito il pacco, scarabocchiando sull'etichetta "sanzioni statunitensi a Cuba". È morto in ospedale poco dopo.

“La combinazione delle sanzioni americane contro Cuba, la cattiva gestione delle risorse scarse da parte di Cuba e la crisi sanitaria del Covid-19 sono state una miscela letale”, mi ha detto la moglie di Herrero.

Herrero attribuisce la maggior parte delle colpe per le sofferenze del popolo cubano al regime che lo governa e mi ha detto che quest'ultimo gioca a un doppio gioco: il regime cubano incolpa l'embargo per tutte o la maggior parte delle crisi a Cuba, ma “non ha mai mosso un dito per revocarlo”.

Continua a utilizzare l'embargo come capro espiatorio e come strumento per attirare simpatie internazionali per la sua causa.

“Si dipinge come un Davide contro il Golia imperialista”.

Con l'apertura di Obama, le compagnie statunitensi sono arrivate nella nazione per concludere accordi commerciali, ma i cubani hanno permesso a pochissimi di esse di rimanere. Herrero mi ha spiegato che ciò era in parte dovuto alla loro mentalità sovietica: “I burocrati sono stati addestrati per essere nemici degli yankee e per opporsi al capitalismo”.

Quando si presenta loro l'opportunità di connettere Cuba con il resto del mondo, sono incapaci di coglierla. Negli ultimi dieci anni il regime cubano ha parlato di impresa privata e decentramento dell'economia, ma in realtà sono state solo chiacchiere.

Anthony DePalma ha spiegato che il regime cubano ricorda costantemente ai cubani “il pericolo imperialista del nord, ma chiede anche che l'impero abbandoni l'embargo in modo che Cuba possa fare più affari con l'America e i suoi alleati. Il regime cubano ha utilizzato la minaccia perpetua dell'intervento americano come copertura per ogni passo falso, programma fallito, penuria di cibo o blackout elettrico negli ultimi sei decenni, ma dipende anche dai miliardi di dollari che gli esiliati inviano in rimesse per mantenere Cuba a galla. I media generalisti dipingono gli Stati Uniti come un inferno di tossicodipendenza, omicidi di massa e consumismo sfrenato, mentre dipingono Cuba come un paradiso egualitario gestito ottimamente. Eppure quando i cubani confrontano la propria vita con quella dei parenti a Miami, o con quella che vedono su internet, sanno che non è così”.

Quasi tutto ciò che il regime cubano promuove sulla sua economia è un velo di ideologia a coprire lo sfruttamento. A partire dal 2018 la principale fonte di reddito di Cuba non era l'industria del turismo, bensì l'esportazione di oltre 50.000 operatori sanitari in più di 60 Paesi. Il sistema educativo cubano è progettato per produrre un surplus di medici, infermieri e tecnici — un "esercito di camici bianchi" — che vengono inviati all'estero in un programma di pubbliche relazioni. Herrero ha affermato che il programma è un modo per "intrecciare la rivoluzione" in una soluzione, in cui il governo annuncia con orgoglio d'inviare brigate in tutto il mondo per salvare gli oppressi, coloro ignorati dalle potenze imperialiste. In realtà lo stato confisca il 75% dei salari di questi lavoratori, incassando più di $11 miliardi all'anno, rendendo una forma di schiavitù a contratto la più grande esportazione di Cuba.

Nel frattempo i cubani all'estero hanno difficoltà a inviare denaro alle loro famiglie. Herrero mi ha detto che un modo è fare un bonifico bancario a qualcuno a Panama e che poi l'avrebbe portato in contanti all'Avana. Un altro modo è quello di affidarsi a un sistema di tipo hawala: uno dà $100 a qualcuno a Miami, quest'ultimo chiama il loro socio in affari all'Avana e gli fa consegnare i $100 alla famiglia designata (meno le commissioni). Anche le transazioni Western Union dagli Stati Uniti a Cuba erano un'opzione, almeno fino a quando l'amministrazione Trump non le ha proibite. La società ha chiuso 407 sedi in tutta l'isola, il che sembra sbalorditivo, ma Herrero mi ha detto che la maggior parte dei cubani riteneva troppo costoso quel servizio.

Ad esempio, Herrero mi ha descritto una transazione Western Union, in cui qualcuno inviava $1030 a un familiare a Cuba. La commissione era di $77,25, quindi il totale pagato dal mittente era di $1107,25. L'importo che veniva consegnato al destinatario a Cuba era di $1000. La commissione a due cifre era suddivisa tra l'1,5% che rimaneva negli Stati Uniti come commissione di liquidazione, il 4% che andava a Western Union, l'1,5% che andava a Fincimex (l'elaboratore di pagamenti dello stato cubano ora sotto sanzioni) e il 3% che veniva bruciato dalla “conversione del tasso di cambio intascata dal governo cubano”.

Anche se gli Stati Uniti riaprissero Western Union, i destinatari riceverebbero solo $1000 al "tasso ufficiale" di 24 pesos a $1. Quindi il destinatario riceverebbe 25.000 pesos, anche se il valore reale della rimessa sarebbe di 70.000 pesos. Il regime cubano intascherebbe la differenza.

Gli americani, mi ha detto Herrero, potevano ricaricare i conti MLC direttamente con i dollari fino all'estate del 2020, ma le nuove sanzioni dell'amministrazione Trump hanno chiuso questo canale. In combinazione con la chiusura dei voli e la riduzione del turismo, Herrero ha affermato che questo è stato un "doppio colpo" che ha causato una drastica riduzione dei flussi di dollari verso Cuba... proprio quando Bitcoin ha iniziato a decollare, invece.

“Non esiste una valuta”, mi ha detto, “migliore di Bitcoin quando si ha a che fare con le oscillazioni della politica USA-Cuba negli ultimi cinque anni”.

“È difficile che qualcosa cresca a Cuba”, ha aggiunto, “ma se si è investito in Bitcoin negli ultimi anni, allora sì che si è cresciuti”.


VI. BITCOIN COME “CAVALLO DI TROIA” NEL SISTEMA CUBANO

Herrero mi ha parlato di Erich García Cruz, una personalità cubana popolare nella comunità Bitcoin. L'ha definito "mago dei computer", poiché appare spesso come ospite sulla TV di stato e gestisce il suo popolare canale YouTube dove esamina diversi tipi di tecnologia e sistemi di pagamento. Ho quindi contattato Cruz per saperne di più.

“Vivo a L'Avana dal giorno in cui sono nato”, mi ha detto Cruz. Era a suo agio nell'usare il suo nome per questa intervista, poiché ha affermato di essere già una persona “molto popolare, molto conosciuta”.

Cruz ha affermato che le recenti proteste sono state innescate dalla mancanza di cibo, dalla mancanza di medicine, da persone che soffrono la fame, che cercano di sopravvivere in condizioni brutali, nonostante la burocrazia e un'inflazione elevata.

“Il popolo cubano è stanco”, mi ha detto, “vuole una vita migliore”.

“Il sistema non funziona, quindi le persone si rivolgono a Bitcoin per scappare”.

L'attività di Cruz, Bitremesas, è una soluzione al gigantesco problema che le persone hanno quando cercano d'inviare rimesse dagli Stati Uniti a Cuba. A causa dell'embargo le banche statunitensi non possono trasferire dollari su conti cubani; non c'è più Transferwise, PayPal, Revolut e nemmeno Western Union.

Il metodo del "mulo" funziona ancora, ovvero trasferire denaro a qualcuno che andrà fisicamente a Cuba e lo consegnerà alla famiglia designata, ma è costoso e richiede tempo. Cruz mi ha detto che si può anche effettuare un bonifico a una banca in Spagna, ad esempio, dove poi la rimessa può essere inviata direttamente sul conto MLC di qualcuno. Ma, ancora una volta, è un metodo costoso e richiede tempo.

L'opzione migliore, mi ha detto Cruz, è usare Bitcoin.

“È diventato un modo per connettersi al mondo esterno. Il numero di cubani che usa Bitcoin sta esplodendo”.

Cruz stima che minimo 300.000 cubani abbiano usato Bitcoin almeno una volta e che forse 100.000 lo usino regolarmente. Si tratta del 2,5% della popolazione dell'isola, esattamente in linea con le stime globali secondo cui 200 milioni dei 7,8 miliardi di persone nel mondo hanno utilizzato Bitcoin.

Cruz ha affermato che qualsiasi azienda cubana che oggi non utilizzi Bitcoin per interagire con il sistema finanziario internazionale imparerà la lezione nel modo più duro, si adatterà quindi e infine lo adotterà.

“Tutte le aziende rivolte all'esterno saranno costrette a utilizzare Bitcoin. Abbiamo un detto a Cuba: devi salire sull'autobus, perché sta lasciando la città”.

Pensa che l'adozione di Bitcoin sia già maggiore a livello pro capite a Cuba che in Europa o in Canada, ma mi ha detto che non è sempre stato un sostenitore di Bitcoin. Fino a marzo 2020, infatti, pensava si trattasse di una truffa. C'erano amici e colleghi che gliene parlavano, ma cercavano di convincerlo poi a inviarli a schemi piramidali come Arbistar o Trust Investing.

“Ero molto scettico”, mi ha confessato.

Nel marzo 2020 Cruz ha realizzato un video popolare in cui puntava il dito contro Trust Investing e mostrava come si trattasse di uno schema piramidale. Come parte della reazione al video, le persone lo hanno incoraggiato a considerare altre opzioni d'investimento. Uno era Bitcoin. Si è quindi impegnato a diventare un esperto sull'argomento.

Ad aprile e giugno 2020 è sceso “nella tana del bianconiglio” e “ha scoperto il Santo Graal”. Attraverso la lente di Bitcoin, mi ha detto, “inizi a vedere i limiti effettivi che hanno i cubani e la libertà che Bitcoin offre. Vedi il mondo da una prospettiva diversa”.

“Non possiamo accedere alle soluzioni di pagamento tradizionali. Siamo bloccati. Bene, se le cose stanno così, allora creerò il mio fornitore di servizi di pagamento utilizzando Bitcoin e svilupperemo un business attorno a questa opportunità”.

Il 1° settembre 2020 Cruz ha inaugurato Bitremesas in modo che le famiglie cubane potessero effettuare transazioni più facilmente tra gli Stati Uniti e Cuba. Il processo è semplice: qualcuno negli Stati Uniti invia bitcoin a un wallet gestito da Bitremesas (mi ha detto che è un multisig due su tre, per maggiore sicurezza) quindi la società li vende in cambio di MLC, o pesos, e li consegna al destinatario.

Mi ha descritto un sistema di "offerta negativa", uno in cui la sua azienda pubblicizza una rimessa di $100 in bitcoin in una rete locale: c'è chi offrirà $95, un altro $94. Bitremesas venderà all'offerente più basso e trarrà profitto dal differenziale. Il vincitore di quest'asta consegnerà poi il denaro al destinatario. Il grande miglioramento rispetto ad altri modi d'inviare denaro a Cuba, mi ha detto, è che il ricevente si avvicina al tasso di cambio reale. Passando attraverso il sistema ufficiale, invece, si rimane bloccati con il cambio di 24 pesos a $1.

Mi ha detto che i cubani sono intelligenti e immagazzinano valore in bitcoin, perché hanno più fiducia in quest'ultimo che nel peso.

“Se si comprano satoshi con pesos e poi si aspetta tre anni, il proprio potere d'acquisto aumenterà in modo enorme”.

“Non mi piace parlare di politica, o del governo, o se perseguono le linee di politica giuste o sbagliate”, mi ha detto Cruz, “cerco solo d'insegnare ai miei compagni cubani come convivere con Bitcoin”.

Attribuisce a Satoshi Nakamoto il merito della sua nuova vita e dei suoi nuovi affari.

Cruz ha affermato di non avere informazioni politiche speciali, ma che il governo sta effettuando ricerche sulle criptovalute come parte del suo attuale piano quinquennale e potrebbe eventualmente adottare una strategia Bitcoin. Ad esempio, potrebbe iniziare ad accettare bitcoin nei negozi MLC, o consentire ai cittadini di utilizzare bitcoin per ricaricare conti MLC, o vendere offerte turistiche o addirittura esportazioni in cambio di bitcoin.

“Sarebbe una mossa intelligente, un buon modo per accumulare la valuta più forte”, mi ha detto, “ma stiamo parlando del governo cubano, quindi non lo so”.

Cruz rimane molto critico nei confronti dell'embargo statunitense, il quale gli impedisce di accedere a una varietà di servizi altrimenti disponibili per le persone che vivono a poche centinaia di miglia di distanza a Miami.

“Ma combattere l'embargo”, mi ha detto, “è una battaglia che non si può vincere”.

“A Cuba ci sono due opzioni”, ha aggiunto, “si può lasciare l'isola e sfuggire a Matrix, oppure si può restare e continuare a combattere. Bitcoin è un cavallo di Troia in questa battaglia. Io quindi scelgo di restare”.


VII. COSTRUIRE UN'ECONOMIA BITCOIN A L'AVANA

Jorge lavora per una società di Bitcoin a L'Avana. L'ha scoperto nel marzo 2018, quando ha approfittato dell'accesso a Internet di Cuba per iniziare a fare trading e "accumulare sat" per varie attività. Per gran parte della vita di Jorge, connettersi con il mondo esterno era stato quasi impossibile; il web era stato fortemente limitato e le informazioni potevano arrivare a Cuba solo in modi silenziosi.

Come stagista presso la Fondazione per i diritti umani, ho contribuito a partecipare a un programma del 2007 in cui inviavamo libri e film stranieri nel sistema di "biblioteca sotterranea" di Cuba prima di Internet. Da un ufficio di New York masterizzavo copie di film sottotitolati, come "V per vendetta" e "Braveheart", camuffati da CD musicali, e li inviavo a Cuba tramite cittadini latinoamericani che si sarebbero diretti sull'isola attraverso il Messico. Consegnavano il contenuto del samizdat — insieme a forniture mediche e altra tecnologia — ai nostri contatti, i quali eseguivano proiezioni private nelle loro case su lettori DVD portatili con altre tre o quattro persone alla volta, e successivamente ospitavano gruppi di discussione.

Per molti anni, questo — insieme alla ricezione di segnali radio dalla Florida — è stato il modo in cui i cubani hanno avuto accesso alle informazioni esterne. Qualche anno dopo nacque paquete: un sistema in cui alcuni cubani usavano apparecchiature satellitari illegali per scaricare contenuti stranieri e caricarli su dischi rigidi, i quali venivano poi diffusi attraverso comunità in cui le persone pagavano per ogni articolo e trasferivano ciò che volevano sulle loro chiavette USB.

Nel 2014 e nel 2015 il WiFi ha iniziato a spuntare in tutta Cuba negli hotel e nei punti di accesso pubblici. Paquete è cresciuto notevolmente, con alcune persone che venivano pagate per stare in giro e scaricare contenuti tutto il giorno. Nel 2017 e nel 2018 sono stati introdotti i dati sui telefoni cellulari. L'accesso a Internet è aumentato notevolmente negli ultimi anni, ma è ancora censurato, lento e sorvegliato.

“Non esiste un firewall eccezionale”, ha affermato Jorge, “ma la nostra esperienza non è fluida e brillante come il Web aperto”.

Quando abbiamo parlato ha usato una VPN.

Il potere di Internet a Cuba è stato messo in mostra il mese scorso, quando un post su Facebook nella piccola città di San Antonio de los Banos ha contribuito ad accendere le proteste nazionali il giorno successivo.

«Stanco di non avere elettricità? Stufo di dover ascoltare l'impudenza di un governo a cui non importa di te? È ora di scendere in strada e avanzare richieste. Non criticare da casa: facciamoci ascoltare!», recitava il post.

Jorge non avrebbe potuto prevedere la portata di quel movimento, ma in ogni caso era entusiasta di connettersi al mondo. La nuova forma di denaro digitale, Bitcoin, è stata una delle cose più interessanti che ha trovato sul web, ma non sapeva come "usarlo" oltre al risparmio. È stato così che ha trovato Bitrefill.

Attraverso questo servizio online, ha iniziato a ricaricare il suo telefono utilizzando bitcoin. Sulla piattaforma i cubani possono acquistare voucher per telefoni cellulari, insieme ad altre cose come app store e coupon di gioco, direttamente con bitcoin che guadagnano, acquistano o ricevono dall'estero tramite piattaforme come Bitremesas. Nel caso di Jorge, egli custodisce i suoi bitcoin sulle app Muun o Blue Wallet. Mi ha detto che queste due sono le sue preferite: entrambe le app sono gratuite, open source, abilitate per Lightning Network e disponibili per i cubani in lingua spagnola direttamente sul Google Play Store. Da lì è solo un passo per acquistare cose con Bitrefill.

Attraverso la piattaforma alcuni cubani hanno trovato opportunità di arbitraggio in un sistema finanziario altrimenti estorsivo. Ad esempio, per attirare valuta forte, la società di telecomunicazioni statale ETECSA fornisce a volte credito extra se si ricarica il proprio telefono cellulare con euro o sterline. Le promozioni sono così buone che alcuni cubani pagano intermediari per ricaricare i loro telefoni dall'estero; ma un cubano può stare a casa, guadagnare o acquistare bitcoin e poi ricaricare il telefono di chiunque col servizio Bitrefill, realizzando un bel profitto.

Jorge mi ha detto che attinge persino a un mercato informale per la consegna di pasti utilizzando Bitcoin. Effettua un ordine tramite un servizio peer-to-peer e il cibo preparato arriva alla sua porta. Paga in bitcoin una versione cubana cypherpunk di Uber Eats. Mi ha detto che tra i suoi affari, i suoi pasti e altri oggetti vari, compra quasi tutto ciò di cui ha bisogno con bitcoin. Per Jorge vivere in un'economia Bitcoin non è un sogno futuro, è il presente.

L'uso di Bitcoin in modo così completo per vivere non è molto diffuso, mi ha detto Jorge, e ammette di essere uno dei primissimi utilizzatori. Ma in entrambi i casi è molto facile per lui scambiare bitcoin con MLC o pesos e acquistare tutto ciò di cui ha bisogno.

Quando gli ho chiesto se Bitcoin fosse una moda passeggera, o qualcosa che avrebbe potuto smettere di usare a un certo punto, ha risposto: “Non tornerò indietro. Non riesco a immaginare la mia vita in questo momento senza Bitcoin”.

Mi ha parlato di amici che sono dottori o avvocati, i cui risparmi sono stati divorati dall'inflazione prima di trovare Bitcoin; o altri che sono imprenditori e stanno costruendo la loro intera vita attorno a Bitcoin, proprio come lui.

Quando ho parlato con Sobrado, il ricercatore monetario il cui lavoro ha informato gran parte di questo saggio, mi ha parlato di un'attività che gestiva a Cuba prima della crisi sanitaria. Ha creato un team che servisse, ad esempio, tassisti e proprietari di appartamenti, per facilitare loro l'accettazione di pagamenti esteri.

La compagnia di Sobrado consente agli stranieri di pagare online il servizio di trasporto dall'aeroporto dell'Avana. Sobrado riceve i loro euro su un conto estero, poi li vende in cambio di bitcoin che possono essere inviati al suo team a Cuba in pochi minuti e lì possono essere di nuovo venduti in cambio di CUC o pesos. La sua squadra, infine, consegna i soldi agli autisti.

Inoltre Sobrado fornisce un servizio simile a booking.com o Airbnb tramite quei cubani che hanno un permesso speciale OFAC per operare sull'isola.

“Diciamo che sei proprietario di un appartamento. Ottieni una licenza per fare affari, affitti il tuo posto online e arriva il primo ospite. Il modo in cui quest'ultimo paga AirBnB è tramite una società di rimesse chiamata Va Cuba. Sul lato cubano ciò significa che un tizio si presenta alla tua porta e, se ti capita di essere a casa, ti consegna una busta di contanti. Questo tizio è spesso in ritardo, agisce col tasso di cambio ufficiale e sostanzialmente è un delirio. Quello che facciamo noi è pagarti direttamente e immediatamente, al prezzo reale, usando Bitcoin come binario”.

Se Bitcoin non esistesse, Sobrado ha affermato che queste attività non avrebbero funzionato. Avrebbe dovuto aumentare i prezzi di almeno il 5% e i margini di profitto sarebbero scomparsi. Sobrado mi ha detto che i mesi migliori in termini di entrate complessive sono stati la fine del 2019 e l'inizio del 2020. Durante la crisi sanitaria “tutto era morto”, ma è l'ennesimo esempio di come le menti creative usano Bitcoin per migliorare la vita, fare cose in modo più efficiente e guadagnare denaro anche in uno squallido stato di polizia.

Nello scrivere sull'adozione di Internet da parte di Cuba nel 2017, l'autore Antonio Garcia Martinez ha affermato che una parola importante da conoscere è resolver: “Anche se letteralmente significa "risolutore", in pratica è più vicino alla nozione di "life hacking" della Silicon Valley, ma senza atteggiamento umile”.

“È necessario superare ostacoli infiniti per ottenere una licenza per piccole imprese? Resolver. I cubani sono i re e le regine del resolver. È l'unica cosa che li ha tenuti a galla dal Periodo Particolare”.

Tuttavia, ha scritto Martinez, “schierato contro le forze del resolver intraprendente si trova un'altra parola importante: complicado”.

“Volete parlare con i giornalisti dissidenti che si fanno beffe della censura cubana e vengono regolarmente molestati e incarcerati? Es complicado. Volete ottenere un passaporto e un visto per viaggiare all'estero? Es complicado”.

Secondo Jorge, Bitcoin è l'incarnazione del resolver; è una soluzione alternativa, un modo per sconfiggere il complicado.

Come ha scritto Martinez, il resolver “quasi sempre” batte il complicado, “soprattutto quando c'è da guadagnare soldi”.

Anche se Martinez ha fatto le sue osservazioni nei giorni pre-Bitcoin di Cuba, non potrebbe essere più vera oggi, quando i cittadini si rivolgono a Bitcoin piuttosto che ai pesos in cerca di "denaro reale".

Jorge mi ha detto che Bitcoin non è una soluzione magica a tutti i problemi di Cuba e che le persone stanno affrontando un momento incredibilmente difficile per una serie di motivi. Guarda all'adozione nazionale di Bitcoin da parte di El Salvador e ha affermato che i servizi utilizzati lì come Strike (che collegano Bitcoin al sistema bancario locale) non sono disponibili a Cuba, e probabilmente non lo saranno a causa dell'embargo.

Ma, mi ha detto Jorge, le persone oggi stanno imparando di più su Bitcoin, diventando entusiaste e risparmiando. Dopo tanti anni in cui il governo cugbano ha sfruttato i cittadini con i sistemi CUC e MLC, oggi chi usa Bitcoin può emanciparsene sfruttando una forma di denaro superiore che si è apprezzata notevolmente nell'ultimo decennio. Forse, dice Jorge, sarà la gente comune a ridere per ultima.

Ho chiesto a Jorge cosa ne pensasse dei tanti critici occidentali di Bitcoin, i quali dicono che è solo per i criminali e che non ha alcun valore sociale. Ha riso per l'incredulità. La vita di molte persone “è stata notevolmente migliorata grazie a Bitcoin”, ha affermato.

“Questa tecnologia aggira i blocchi e le restrizioni degli stati, consente di spostare valore senza doversi fidare di qualcuno, connette al mondo e consente di fare cose altrimenti impossibili. Ha dato speranza a coloro che vogliono un vero cambiamento”.


VIII. STA ARRIVANDO UNA NUOVA CUBA

Proprio come altri regimi chiusi come la Corea del Nord e l'Unione Sovietica, la tecnologia e le informazioni esterne stanno avendo un enorme impatto su Cuba. Non è possibile che un movimento di protesta come quello recente si sia esteso a livello nazionale senza che le persone fossero in grado di organizzarsi a livello digitale e connettersi tra loro.

Quando ho parlato di recente con Antonio García Martinez, mi ha detto che “Internet distruggerà 62 anni di comunismo cubano”.

“Internet è una macchina per distruggere quelle élite che dipendono dal monopolio dell'informazione”.

“Se Internet rimane attivo, il governo cubano alla fine cadrà”.

Ma dopo quasi 20 anni di riforme economiche e mezzo decennio di popolazione connessa, il partito comunista cubano detiene ancora il potere. Anche l'avvento di Internet non è bastato a scuoterne la presa. La sua natura testarda purtroppo l'ha fatto sopravvivere e l'ha tenuto in vita per molti decenni. Mentre Bitcoin potrebbe essere un buon modo per accumulare la valuta più sana/onesta sulla Terra, i dinosauri in carica potrebbero non pensare che questo sia un rischio che vale la pena correre.

Da parte statunitense, l'amministrazione Biden ha ordinato una "revisione" delle rimesse a Cuba, cercando di determinare il modo migliore per coloro che si trovano negli Stati Uniti d'inviare denaro alla propria famiglia senza sostenere il regime cubano. La risposta, ovviamente, è Bitcoin, ma data l'animosità del segretario al Tesoro Yellen nei suoi confronti, è improbabile che siano disposti ad ammetterlo e iniziare a renderlo operativo nella loro politica estera.

Parlando ai cubani durante le tumultuose ultime settimane, una cosa è chiara: un numero crescente non aspetterà che il loro governo approverà qualche nuova riforma, o che l'amministrazione Biden allenti le sue sanzioni; stanno determinando il proprio destino finanziario attraverso Bitcoin.

Più di 100 anni fa il grande poeta cubano, José Marti, scriveva che “i diritti vanno presi, non richiesti; afferrati, non implorati”. Questo potrebbe essere il motto del nuovo movimento Bitcoin a Cuba.

Forse le attuali proteste politiche saranno sufficienti per mostrare al mondo che i cubani sono stanchi di vivere sotto la dittatura, ma non abbastanza per porre fine al regime. Nel corso dei decenni molti hanno predetto la caduta della tirannia di Castro, solo per essere smentiti.

Nel frattempo i cubani continueranno a protestare pacificamente rinunciando al sistema di sfruttamento peso/MLC e a favore di Bitcoin. Dopo sei decenni di miseria economica, c'è finalmente una via d'uscita.

Che sia attraverso individui come Lucia a Matanzas, che ogni giorno accumula tranquillamente sat, o Erich o Jorge a L'Avana, che continuano a innovare e coinvolgere le masse, Bitcoin è ora un movimento reale a Cuba, un resolver che molto improbabilmente verrà fermato.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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