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mercoledì 29 marzo 2023

La guerra per il dollaro è già finita — Parte II

 

 

di Tom Luongo

Nella prima parte di questa serie vi ho detto che la guerra per il dollaro è già finita perché i futures sull'eurodollaro hanno perso la battaglia con il SOFR, il nuovo standard per la determinazione del prezzo dei dollari.

L'ignominiosa fine del sistema dell'eurodollaro è uno studio sull'evoluzione dei mercati, poiché un nuovo sistema ne sostituisce un altro vecchio. I vecchi sistemi non muoiono dall'oggi al domani, non è possibile premere un interruttore e svegliarsi in una nuova realtà, a meno che non si è i protagonisti di un romanzo di Philip K. Dick.

Più di un decennio fa ho ritenuto l'esclusione dell'Iran dal sistema SWIFT come l'inizio della fine del sistema dei petrodollari. L'obiettivo era quello di portare l'Iran fuori dai mercati petroliferi mondiali escludendolo dal sistema di pagamento dominante.

Per necessità l'Iran ha aperto un canale commerciale con i suoi principali partner di esportazione, in particolare l'India, usando qualcosa di diverso dai dollari. L'India e l'Iran hanno avviato un commercio di "merci in cambio di petrolio", o come lo etichettava all'epoca Bloomberg, “spazzatura in cambio di petrolio”.

Il bastone delle sanzioni ha creato un nuovo mercato per il prezzo del petrolio iraniano e un modo per aggirare il monopolio dei pagamenti in dollari. L'India, alle prese con massicci disavanzi delle partite correnti a causa del costo elevato delle importazioni di energia, ha accolto con favore quel tipo di commercio come un modo per ridurre la pressione sulla rupia.

L'Iran aveva bisogno di merci, ha elaborato un nuovo sistema commerciale e sono stati fatti i primi tagli superficiali al sistema del petrodollaro.

La Turchia alla fine si è unita alla festa, vedendo l'opportunità di agire da intermediario nell'accettare oro dai clienti iraniani e accordandosi con l'Iran in dollari o altro.

La Turchia è stato il primo Paese a fare dell'oro un asset di riserva al 100%, sfidando le regole sul capitale di Basilea I. Le "riserve" auree della Turchia sono salite alle stelle per questo motivo.

Più di 10 anni dopo, ora stiamo guardando il fulcro del petrodollaro, l'Arabia Saudita, che prende seriamente in considerazione l'idea di accettare altre valute per il suo petrolio. Il petrodollaro non sarebbe mai morto dall'oggi al domani, sarebbe morto poiché il costo di fare affari in dollari sarebbe aumentato tanto da rendere l'utilizzo di altre valute un percorso migliore per acquistare/vendere petrolio.

Ogni volta che gli Stati Uniti hanno fatto ricorso alle sanzioni per costringere la conformità, "i sistemi stellari gli sono scappati di mano", tanto per citare la Principessa Leia. Anche se oggi scherziamo sul non "diventare completamente ritardati", questo è solo un altro modo per dire che non dovreste mai minacciare di bombardare qualcuno.

Trump ha adottato sanzioni contro l'Iran nel 2018 e ha fallito.

Biden e la cricca di Davos hanno fatto il passo più lungo della gamba nei confronti della Russia nel 2022, andando oltre persino Trump, e hanno fallito ancora di più. Tutto quello che hanno fatto è stato aumentare il costo dell'uso dei dollari nelle menti dei migliori clienti del biglietto verde.

Quando il quadro costi/benefici si capovolge, il comportamento cambia di conseguenza.

Nel mondo del denaro, dal momento che non abbiamo nulla che assomigli a mercati dei capitali reali, e anzi sono estremamente politicizzati, la linea di politica delle autorità è la cosa che altera maggiormente la struttura costi/benefici. Ciò significa che mentre si analizza la reazione dei mercati ai dati quotidiani, ascoltare solamente la retorica dei commentatori diventa un esercizio futile se non si includono i cambiamenti nella linea di politica.

Quindi, con questo in mente, dobbiamo analizzare i cambiamenti strutturali dei mercati da una prospettiva politica per vedere come sarà realmente il futuro. Non è che i mercati non abbiano voce in capitolo, è che se analizzate le linee di politica attraverso la lente del flusso di capitale dove viene trattato meglio, allora il risultato futuro è abbastanza prevedibile se non c'è una linea di politica concorrente per reindirizzarlo in seguito.

In questo senso l'analisi finanziaria dei mercati politicizzati è meglio descritta dalla politica piuttosto che dagli output economici.

La gente vuole il petrolio e lo comprerà indipendentemente da ciò che dirà al riguardo la cricca di Davos o Biden o chiunque altro. Fino a quando non si sostituirà il petrolio stesso, nessun cambiamento politico modificherà radicalmente il mercato del petrolio... a meno che non si distrugga la catena di approvvigionamento che sostiene l'industria petrolifera.

E analizzare i fondamenti della domanda e dell'offerta di petrolio in questo caso è un'impresa da pazzi, quando attori maligni stanno influenzando materialmente l'offerta e la domanda di petrolio e sono incentivati ​​a "manipolare le statistiche". Non è che questi numeri siano inutili, è che dovrebbero essere fortemente scontati fino a quando non verranno valutati i cambiamenti politici.


I rendimenti decrescenti del socialismo

Alla fine tutti i mercati rispondono in modo prevedibile alla legge dell'utilità marginale decrescente. Se non ci credete, allora siete un malthusiano e ammettete pubblicamente di essere un deficiente con l'incapacità di accettare risultati che non riuscite a percepire personalmente.

Le persone che credono nel "Peak Oil" le metto in questa categoria.

Ci metto in questa categoria anche i sostenitori del cambiamento climatico. Sì, per la proprietà transitiva della matematica retorica, li ho appena chiamati tutti idioti.

La soluzione della cricca di Davos alle promesse che non avrebbe mai potuto mantenere è di andare in default attraverso l'inflazione monetaria, usando la guerra contro la Russia e la Cina come copertura e il cambiamento climatico come motivo per cui è necessaria.

Devono salvarsi in qualche modo e garantire altresì il controllo totalitario per i posteri nel prossimo ciclo della storia.

Ma quest'ultima dimostrerà che si sbagliavano, perché, alla fine, non si può combattere contro un fiume che scorre più di quanto non si possa alterare il comportamento umano rispetto alle proprie preferenze. Se la gente vuole guidare una macchina, mangiare una bistecca, vivere in una casa di proprietà, possedere una pistola o avere un figlio, lo farà.

Si può ritardarlo o renderlo più costoso, ma quella spesa è un'arma a doppio taglio, perché come disse Margaret Thatcher: “Il problema del socialismo è che alla fine si finiscono i soldi degli altri”.

Pensate al sistema dell'eurodollaro come alla massima espressione di questo aforisma.

Se volete davvero cambiare il loro comportamento umano, bisogna dare più carota che bastone. Questo approccio ha funzionato per decenni per guidarci verso una tecnocrazia distopica man mano che il denaro veniva progressivamente svalutato durante il dollar standard.

Questo sistema si è rotto nel 2008 e nel 2011 e ha costretto il mondo, attraverso una Federal Reserve compiacente, a far nascere il Coordinated Central Bank Standard, in cui tutte le principali banche centrali avrebbero a turno inflazionato il sistema di credito mondiale.

Ma torniamo all'utilità marginale decrescente. Tale legge afferma semplicemente che l'acquisizione dell'unità successiva di una cosa, qualsiasi cosa (acqua, denaro, cibo, dollari di credito, ecc.), vale meno dell'unità precedente. Agiamo per alleviare il nostro bisogno percepito di proteggerci dall'incertezza futura, quindi, nella stagione degli uragani, noi floridiani facciamo scorta di acqua in bottiglia, propano, carta igienica, cibo in scatola, ecc.

Il prezzo dovrebbe dirci quando smettere di fare scorta e valutare davvero ciò che è importante per noi.

È questa verità sull'azione umana, riguardo scarsità e abbondanza, che crea la "reazione contraria" newtoniana all'aumento/riduzione dei costi.

È ciò che spiaccica le paure del pensiero malthusiano contro il parabrezza della storia.

Mentre potete costringere le persone ad agire contro i loro risultati preferiti per un po' aumentando i costi della disobbedienza in modo che siano maggiori del rendimento marginale dell'infrazione, alla fine si verifica un'inversione di quel quadro costi/benefici.

Per la FED e gli interessi bancari nazionali, il modo migliore per raggiungere il loro fine preferito, una struttura dei costi basata sul dollaro, significava offrire gradualmente al mercato un'alternativa migliore al vecchio sistema o agli eurodollari.

Il SOFR è un tasso garantito, consegnato al mercato dal mercato in dollari. È un tasso d'interesse fondamentalmente superiore al LIBOR, che è un numero scelto dal nulla da 18 banche di dubbia integrità e motivazioni ancora più dubbie.

I futures sull'eurodollaro sono impostati in base al LIBOR e poiché quest'ultimo serviva in precedenza per calcolare ogni vecchio debito e strumento derivato del debito, il LIBOR era la coda che agitava il cane della politica monetaria.

La nascita del SOFR ha introdotto un sistema migliore e ha gradualmente consentito al mercato di giungere alla conclusione "giusta". Se il SOFR non fosse stato un prodotto superiore al LIBOR, non importa quanto la FED avesse cercato di forzarlo sul mercato, quest'ultimo lo avrebbe rifiutato.

I futures sull'eurodollaro sarebbero rimasti un mercato vivace e liquido fino all'ultimo giorno e avrebbero chiamato il bluff della FED.

Ma il SOFR è un prodotto superiore, il quale sta svezzando gradualmente i mercati dal LIBOR. C'è ancora un sacco di debito indicizzato al LIBOR e molte persone sperano che questo sia solo un brutto sogno, ma purtroppo non lo è.

Finora quest'anno c'è stato un aumento dei prestiti che sono passati dal LIBOR al tasso di finanziamento overnight garantito (SOFR) raccomandato dalla Federal Reserve, ma "un volume enorme" deve ancora passarci, ha affermato.

Dei crediti, molti dei quali detenuti da CLO, che devono ancora essere sanati, circa il 55% rischia di tornare al prime rate, che è del 7,75%, contro il 4,5% circa del SOFR, se non trova una via di transizione prima della scadenza, secondo KKR.

Tale differenza potrebbe danneggiare i mutuatari con molti debiti e rating di credito inferiori, come CCC o B-, poiché le loro possibilità di downgrade aumentano, e mette in difficoltà anche i prestatori, come i CLO che sono misurati dal numero di CCC nei loro veicoli, ha detto Reback.

“Questo è un rischio significativo per il mercato dei prestiti”, ha affermato.

Preso tra lo Scilla (uno spread di 25 punti base sul LIBOR) e il Cariddi del prime rate, 3,50% in più, il risultato è inevitabile. Chiunque resista spera probabilmente in un cambiamento della linea di politica dell'ultimo minuto per aiutarli. Se ho ragione, queste resistenze provengono da Blackrock che cerca di ricattare la FED come ha ricattato la Banca d'Inghilterra la scorsa estate tramite gli oneri pensionistici del Regno Unito.

Non so se la situazione sia analoga, ma di certo puzza allo stesso modo.


I BRICS e il sentiero aureo

Di recente ho ospitato Vince Lanci sul mio podcast per discutere proprio di questa cosa: come sostituire gradualmente un vecchio sistema con uno nuovo.

Pensa che la soluzione passi dalla rimonetizzazione dell'oro e abbiamo discusso di titoli di stato rimborsabili in oro, o come ha detto lo stesso Vince, “buttare l'oro sulla curva dei rendimenti”.

Come la caduta del petro ed euro dollaro, la rimonetizzazione dell'oro non può avvenire dall'oggi al domani, deve accadere nel tempo. Ancora una volta, usare più carota che bastone è il percorso migliore e più sostenibile.

I mercati chiedono a gran voce una soluzione all'attuale pasticcio – vogliono meno debito, ancor meno leva finanziaria, meno guerre, più decentralizzazione – ma non vogliono nemmeno finire sul lastrico e tutto ciò che questo implica.

Quindi il modo migliore per raggiungere questo obiettivo è segnalare ai mercati che questo obiettivo è esattamente quello si vuole raggiungere. Si inizia con la linea di politica, nel caso della FED con l'essere totalmente impenitente di fronte alle conseguenze di una politica monetaria restrittiva.

Il presidente del FOMC, Jay Powell, ce l'ha detto all'inizio del mese testimoniando davanti alla commissione bancaria del Senato.

Powell ha ribadito il suo mantra "tassi più alti più a lungo", ma, a differenza del passato, ora i mercati lo stanno davvero ascoltando. Ci sono ancora resistenze, cercando di indebolire la FED, ma per ora lascerò fuori dalla discussione la BCE e la BoJ. I mercati obbligazionari lo stanno accettando a malincuore, ma la curva dei rendimenti sul debito del Tesoro statunitense è ancora ostinatamente invertita.

Powell ha detto alla senatrice Cynthia Lummis che la FED non considera la situazione fiscale a Capitol Hill un qualcosa che riguarda la politica monetaria.

Leggete attentamente questo passaggio e vedrete che il presidente del FOMC sta dicendo al Congresso di farsi i fatti propri. Potreste non credere a Powell, ma sappiamo che ci sono modi per uscire da questo pasticcio fiscale e monetario, se ci impegniamo a farlo, piuttosto che versare benzina sul fuoco socialista come ha fatto ancora l'amministrazione Biden con la sua proposta di bilancio.

Inoltre quello che non viene detto da Powell e da altri nella posizione di sostenerlo è ciò che si nasconde dall'altra parte dell'International North South Transport Corridor (INSTC), un quadro internazionale in crescita per il commercio e completamente al di fuori dal controllo o dalle minacce dell'establishment politico occidentale.

Powell può vedere "de-dollarizzazione" scritto sul muro e sa che ora è il momento di rallentare quella tendenza e trovare un modo per rendere il dollaro più affidabile. Ma, ancora una volta, può occuparsi solo di un lato dell'equazione: il lato della politica monetaria. Il lato fiscale e normativo, invece, è ancora saldamente controllato, detto in modo molto franco, da comunisti di merda: vecchi e terrorizzati interessi coloniali in Europa e nel nord-est degli Stati Uniti che si rifiutano di accettare l'idea che ormai hanno fatto il loro tempo e devono cedere il passo.

Persone che preferirebbero radere al suolo il mondo piuttosto che lasciarlo cadere nelle mani di coloro che considerano "l'altro".

Ma quest'ultimo ormai non è più impotente di fronte a un grande e prepotente dollaro. "L'altro" ha un piano e lo sta mettendo in pratica: esso prevede il ritorno dell'oro come risorsa per bilanciare i libri commerciali e ricostruire la fiducia mondiale. E se gli Stati Uniti e l'Europa non smettono di comportarsi come bambini viziati sulla scena mondiale, "l'altro" abbandonerà il gradualismo e un giorno noi ci risveglieremo in una realtà diversa.

Questo è stato il messaggio di Powell al Congresso all'inizio del mese. È un chiaro imperativo geopolitico davanti a tutti noi, ma se non iniziamo ora e volontariamente, il sistema monetario superiore alla fine supererà la concorrenza e il capitale fluirà dove viene trattato meglio.

Questa è la scelta politica futura con cui dobbiamo fare pace. Perché se non lo facciamo mi viene in mente una vecchia e brutta barzelletta che ho sentito per la prima volta da adolescente: "Qual è l'ultima cosa che passa per la testa di una mosca prima che colpisca il parabrezza della tua macchina? Il culo".


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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👉 Qui il link alla Prima Parte: https://www.francescosimoncelli.com/2023/03/la-guerra-per-il-dollaro-e-gia-finita.html


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