Come sanno i lettori stagionati di questo spazio divulgativo, i temi economici sono i protagonisti indiscussi dei miei articoli e traduzioni. Fortunatamente esistono anche quei lettori che si affacciano per la prima volta su queste pagine e si avvicinano per studiare meglio temi controversi la cui discussione inevitabilmente riaffiora durante periodi più concitati. Come quelli attuali ad esempio, in cui una crisi bancaria sta sobbollendo sotto la superficie. La fragilità di questo sistema è stata descritta su queste pagine per molto tempo, prima ancora che diventasse mainstream a causa di fallimenti di realtà al suo interno. Diciamo che questo è l'ennesimo copione già visto con altri nomi famosi, come ad esempio Lehman Brothers o Bear Stearns, e infatti ciò che interessa al sottoscritto è che i lettori apprendano i processi e il motivo del marciume alla base dell'attuale sistema economico/finanziario, piuttosto che essere empiristi e correre dietro alle notizie. Questo spazio divulgativo vi insegna ad arrivare prima delle notizie e prepararvi di conseguenza. Per quanto riguarda le ragioni geopolitiche dietro l'attuale caos sui mercati, sono state analizzate in altri articoli che vi consiglio di recuperare; oggi, invece, parleremo della causa fondamentale per cui il sistema finanziario è un colabrodo e può essere militarizzato alla bisogna.
Per andare subito al punto, riserva frazionaria e sistema bancario centrale sono i principali responsabili. Non solo, ma le loro continuate e progressive ingerenze all'interno dell'economia di mercato hanno acuito la potenza correttiva degli errori economici finora accumulati. Per fare un esempio banale, siamo in un grande gioco delle sedie musicali dove i partecipanti sono cento e le sedie due. La misallocation di capitale scarso diventa un processo strutturale, piuttosto che temporaneo, con il relativo mismatch dei segnali economici (es. domanda/offerta, rischi/benefici, costi/profitti, costo di opportunità, ecc.) e quello che ci ritroviamo per le mani sono "risparmi fasulli" che saturano l'ambiente economico rendendolo un coacervo d'investimenti improduttivi e zombi economici. Gli eccessi che si diffondono di conseguenza sono tutti alimentati dai due elementi sopraccitati: banche centrali e riserva frazionaria. In maggior modo da quest'ultima, visto che le prime servono sostanzialmente a rendere obbligatoria con la forza la seconda. Il sempre ottimo Robert Murphy ha fatto un buon lavoro nel riassumere succintamente questo punto.
1/n Re: the failure of Silicon Valley Bank, let me give a really basic thread on what happens when a bank mismatches the maturities on its assets and liabilities.
— Robert P. Murphy (@BobMurphyEcon) March 11, 2023
Il meccanismo delineato qui sopra spiega cos'è successo nel caso di Silicon Valley Bank: non aveva il 100% dei depositi disponibili in contanti. La Federal Reserve ha impostato tassi d'interesse bassissimi per anni, poi, però, dall'anno scorso ha iniziato a lasciarli salire e SVB deteneva ampie partecipazioni in titoli di stato statunitensi "vecchi" i quali si sono progressivamente svalutati in valore. Le perdite sono aumentate e SVB non è riuscita a garantire denaro per coprire i buchi nel bilancio; i clienti hanno saputo ciò che stava accadendo e si sono precipitati a ritirare i loro depositi. La banca è diventata insolvente e le autorità di regolamentazione si sono magicamente svegliate dal loro torpore: poiché SVB è (era) la sedicesima banca più grande degli Stati Uniti e un prestatore chiave per l'industria tecnologica, uno dei settori più importanti del Paese, le prospettive per l'economia americana sono a dir poco fosche. Dal momento che tutte le banche, poi, sono interconnesse reciprocamente, anche le prospettive per l'economia mondiale sono fosche.
Il mainstream comprende l'impatto pratico della riserva frazionaria, ma solo a livello superficiale senza però rendersi conto delle implicazioni complete. Il fallimento di una singola banca non comporta necessariamente un collasso economico e SVB sta liquidando gli attivi per coprire i depositi; inoltre è subentrata anche la Federal Deposit Insurance Corporation, un'agenzia governativa che assicura tutti i depositi fino a $250.000. Inutile dire che queste solo soluzioni temporanee che nel lungo periodo peggiorano le cose. Infatti il programma di assicurazione sui depositi alimenta il cosiddetto azzardo morale e incoraggia comportamenti rischiosi da parte delle banche. Viviamo nel mondo reale, non in un'utopia, e quindi tutti gli investimenti comportano dei rischi, evitarli del tutto significa negare l'azione umana.
IL MECCANISMO DELLA RISERVA FRAZIONARIA
Nel suo libro Money, Bank Credit and Economic Cycles l’economista Jesus Huerta de Soto spiega che la distinzione tra quelli che potrebbero essere considerati depositi a vista e i risparmi disponibili per i prestiti è in auge sin dall’antica Grecia.
I depositi a vista sono stati considerati come quei depositi bancari ai quali i clienti credono di avere accesso diretto in qualsiasi momento. A causa della natura fungibile della moneta, non era necessario rimborsare le stesse monete d’oro alle parti depositanti. I depositi che erano utilizzati per i prestiti agli imprenditori erano considerati off limits dai clienti che li avevano forniti e in genere il risparmiatore che aveva messo i suoi soldi in una banca per un determinato periodo di tempo vi avrebbe tratto profitto da un tasso d'interesse predeterminato. Con questo sistema di rigida separazione tra depositi a vista e depositi utilizzati per i prestiti, una discrepanza duratura o una banca che non aveva abbastanza soldi a disposizione per pagare tutti i depositi a vista, non sarebbe mai esistita. Ai tempi dell’Antica Grecia e di Roma, era sempre considerato fraudolento prestare i soldi depositati per motivi di sicurezza: tuttavia ciò non frenò alcuni banchieri che non riuscivano a resistere alla possibilità di un buon profitto.
Per capire con precisione come la riserva frazionaria può essere considerata fraudolenta, pensate se dovessi vendere la mia auto a due piloti diversi, i quali avrebbero l’impressione di aver ottenuto il pieno utilizzo del veicolo in ogni momento. Dato che nessuno dei due può avere accesso alla vettura allo stesso tempo, è stato commesso un reato di truffa. Nel caso del sistema bancario a riserva frazionaria, se i depositanti fossero d’accordo sulla possibilità di utilizzare il loro denaro per prestiti supplementari, non ci sarebbe alcun problema, ma di solito i depositanti non sono pienamente consapevoli del fatto che i loro fondi non si trovino veramente tutti lì. Che qualcuno ritenga il sistema bancario a riserva frazionaria come un chiaro caso di frode o meno, una buona parte della popolazione è male informata sulle dinamiche del sistema bancario moderno.
Oltre a poggiare su traballanti motivi etici, cosa c’è di tecnicamente problematico con la riserva frazionaria? Come enuncia la teoria Austriaca del ciclo economico, l’espansione del credito distorce i prezzi relativi e il calcolo economico fino al punto in cui gli imprenditori considerano i progetti d’investimento a lungo termine come proficui. Il coordinamento inter-temporale tra il consumo e la produzione viene scardinato dai mezzi fiduciari che entrano nell’economia, i quali abbassano i tassi d’interesse al di sotto del livello che esisterebbe normalmente in condizioni naturali; il denaro a buon mercato fa sì che gli investimenti si canalizzino verso una maggiorazione dei beni strumentali, mentre meno risorse vengono utilizzate nella produzione di beni di consumo. Ma dato che i consumatori stessi non hanno cambiato i loro modelli di spesa, facendo sì che il bacino delle risorse reali non venga drenato rapidamente, il capitale scarso finisce per essere consumato, poiché gli occhi delle imprese sono accecati dall’illusione del denaro a basso costo. Non appena questa verità viene alla luce, i progetti d’investimento a lungo termine devono essere abbandonati e liquidati. E proprio come la stampa di denaro da parte della banca centrale spinge verso il basso i tassi di interesse al fine di facilitare un boom, l’espansione del credito scoperto ha lo stesso effetto.
Per vedere come l’espansione del credito, o quello che viene chiamato anche mezzo fiduciario, viene piramidata attraverso il prestito a riserva frazionaria, è utile consultare il testo di Murray Rothbard Il mistero dell'attività bancaria. Per mostrare in dettaglio come le banche, all’interno di un ipotetico sistema bancario competitivo con un tasso del 20% sulla riserva obbligatoria e disciplinato dalla Federal Reserve, creino mezzi fiduciari ed espandano il credito, Rothbard scrive:
Per farla semplice, supponiamo che la FED compri un bond per $1,000 da Jones & Co. e questi depositi il denaro nella Banca A, Citibank. Il primo passo lo abbiamo già visto (Figura 10.9), ma verrà visualizzato di nuovo nella Figura 11.1. I depositi a vista, e quindi l’offerta di moneta, aumenteranno di $1.000, posseduti da Jones & Co., ed anche le riserve di Citibank saliranno di $1.000.
In questo esempio il rapporto di riserva obbligatoria è del 20%. Il moltiplicatore del denaro, propriamente definito, consiste in: 1/Riserva Obbligatoria
Con una riserva obbligatoria del 20% il moltiplicatore diventa 5:1, quindi Citibank potrebbe, in teoria, creare circa $4,000 dal nulla e prestarli mantenendo $1.000 a portata di mano come richiesto. Ma Citibank non può subito estendere incautamente il credito con un moltiplicatore di 5:1, creando così un deposito a vista da $4.000 per il mutuatario: in questo modo rischierebbe che il denaro appena creato possa finire in possesso di una banca rivale che potrebbe richiedere un pagamento, il quale non potrebbe essere rimborsato ($4,000 richiesti e Citibank ne ha solo $1.000). Rothbard ne prende atto e spiega, inoltre, che Citibank, probabilmente, “espanderà con molta più cautela e moderazione”. Se Citibank dovesse espandere il credito dell’80%, o di $800, e creare un deposito a vista sotto forma di un prestito a Macy’s, il negozio può a sua volta acquistare mobili da Smith Furniture Co. Quest'ultimo deposita gli $800 nel suo conto con Chembank; questa, poi, chiama Citibank per gli $800, che essa paga attraverso le sue riserve di $1.000, fornite inizialmente dall’acquisto della FED di un bond da Jones & Co. La figura successiva di Rothbard mostra come l’offerta di moneta sia stata inizialmente ampliata dalla creazione del prestito da $800 da parte di Citibank:
L’offerta di denaro è passata da $1.000 a $1.800, un aumento dell’80%, ma come sottolinea Rothbard:
il suo aumento dell’offerta di denaro è garantito dagli iniziali $1.000, ma ora un’altra banca, la Banca B, è esattamente nella stessa posizione in cui Citibank si trovava prima, eccetto che per le riserve: queste sono di $800 invece che di $1.000. In questo momento, la Banca A ha accresciuto l’offerta di moneta con l’aumento originario delle riserve per $1.000, ma anche la Banca B, ChemBank, ha compiuto un aumento extra di $800.
La figura seguente mostra il risultato finale:
La Federal Reserve potrebbe avere iniettato $1.000 nell’economia ma, ora, l’offerta di denaro consta di $1.800 ($800 creati dal nulla).
Con gli $800 extra, Chembank può ora effettuare un altro prestito di $640 (80%) a un altro prestatario, Joe’s Diner, che potrebbe poi acquistare merci da un fornitore, Robbins Appliance CO., il quale è titolare di un conto con la Banca C, altrimenti conosciuta come banca Great Neck. Di nuovo, un deposito è stato creato dal nulla grazie alle precedenti transazioni. Queste le scritture contabili delle banche alla fine dell’espansione:
Compiuta la transazione e ricevuto il denaro da Chembank (che rimane con 160 dollari di riserva, abbastanza per soddisfare il requisito del 20%), diviene chiara la funzione della riserva frazionaria come ci fa notare Rothbard:
[...] il processo bancario di espansione creditizia ha un effetto a catena a partire dalla banca iniziale: ogni “onda”, però, è progressivamente meno intensa. Per ogni banca che accresce l’offerta di denaro di un ammontare minore (nel nostro esempio, la banca A aumenta i depositi di $1.000, la banca B di $800 e la banca C di $640), ciascun istituto bancario, allo stesso tempo, aumenta i suoi prestiti in maniera decrescente (la banca A di $800, la banca B di $640) e le aumentate riserve vengono distribuite alle altre banche, anch’esse in maniera decrescente (banca A $200, banca B $160).
Il prossimo passo sarà compiuto dalla banca C, che estenderà nuovamente, fino a soddisfare i requisiti di riserva: e così di banca in banca con una diminuzione progressiva dell’effetto a catena.
I depositi finiscono con l’aumentare magicamente, nel caso in cui il moltiplicatore fosse sfruttato al massimo: l’offerta di denaro iniziale di $1.000 aumenta fino a $5.000; il modo in cui le banche estendono credito non garantito da riserve è palese. Questo scenario, però, potrebbe essere di difficile ricezione per alcuni, quindi meglio supportare quanto appena detto con un articolo di Robert Murphy che sicuramente renderà chiaro come le banche abbiano l’abilità legale di creare denaro dal nulla. In questo scenario, paragonabile a quello di Rothbard sopra descritto, Billy trova $1.000 nella sua soffitta, che deposita poi presso la banca A. Questa, vedendo un’opportunità di profitto nei fondi inattivi di Billy, procede a erogare un prestito di $9.000 a Sally, soddisfacendo il requisito del 10% di riserva. Questo il bilancio della banca A:
Bilancio dopo il deposito di Billy
Attivi Passività & Patrimonio netto
$1.000 contanti $1.000 (saldo del conto di Billy)
Bilancio dopo il prestito a Sally
Attivi Passività & Patrimonio Netto
$1.000 contanti
$9.000 prestito a Sally $1.000 (saldo di Billy)
(al 5% a un anno) $9.000 (Nuovo conto di Sally)
Di nuovo, la banca A ha $1.000 contanti che coprono i suoi $10.000 di passività, soddisfacendo l’obbligo di riserva del 10%. Ma nel caso in cui Sally usasse il suo prestito per acquistare merci utili alla sua attività, la banca A sarebbe chiamata da un’altra banca a disimpegnare i $9.000 che essa chiaramente non possiede. Mentre la banca A sarebbe stupida nel concedere un prestito così pesante, essa rientrerebbe ancora nell’obbligo di riserva legale. Quindi, aderendo alla legge, le banche possono creare denaro dal nulla con l’ausilio delle loro scritture contabili.
Il problema con tutti questi esempi è che presumono che il depositante originario non si serva del proprio deposito, il che metterebbe a rischio d'insolvenza le banche stesse. Se una banca subisse poderosi ritiri dei depositi, l’offerta di denaro si contrarrebbe, poiché l’espansione del credito in precedenza effettuata non sarebbe più possibile, pena l’insoddisfazione del requisito di riserva. Lo stesso accade, come scritto da Rothbard, quando i prestatari ripagano i loro prestiti. Esempio: la Banca X ha $50.000 di depositi ma ne presta $70.000 a Y. Quando Y ripagherà il suo prestito con gli interessi, i $70.000 registrati saranno cancellati. Poiché le banche, grazie alla riserva frazionaria, finiscono con l’erogare prestiti a svariati soggetti, un rientro singolo dal prestito non presenta grandi rischi. Ciò non toglie il fatto che la riserva frazionaria rende vulnerabili le banche, poiché il credito può sì espandersi ma anche contrarsi.
Se la riserva frazionaria non crea denaro dal nulla, come può M1 crescere con percentuali negative? Dove finisce quel denaro se non è creato unicamente dalle scritture contabili bancarie? E se l’offerta di denaro non si espande a causa del moltiplicatore monetario, come può contrarsi?
Molti commentatori finanziari, stagionati e del fine settimana, confondono il moltiplicatore monetario della riserva frazionaria col moltiplicatore keynesiano, per il quale la spesa pubblica crea extra reddito “se passa di mano un numero sufficiente di volte”. Mentre è vero che la circolazione del denaro non ne aumenta l'offerta, il tentativo d'incassare guadagni prestando fondi a lungo termine sì invece; finché la maggioranza dei clienti lascia i propri depositi intatti e non li ritira velocemente, lo schema piramidale può continuare all’infinito... almeno in teoria. Milton Friedman, che ne sapeva qualcosa riguardo le politiche monetarie e bancarie, nel suo libro Capitalism and Freedom fece la distinzione tra i non-effetti del moltiplicatore Keynesiano e l’aumento di quindici-venti centesimi, per ogni singolo dollaro depositato, compiuto dalle banche; il resto sarà via via prestato. Colui che presta potrebbe ridepositare il denaro in questa o un’altra banca, ma il processo di fondo non farebbe altro che continuare. Il risultato è che per ogni dollaro detenuto dalle banche, essi devono diversi dollari in depositi. Lo stock totale di denaro (contanti + depositi) è quindi via via più alto man mano che cresce la volontà di detenere lo stesso contante in depositi bancari.
Nonostante le sue difficoltà nel riconoscere la natura distruttiva del sistema bancario centrale, Friedman capì che la riserva frazionaria crea denaro dal nulla, mettendo l’intero sistema a rischio nel caso in cui i depositanti ritirassero i loro fondi in massa.
Ma non è finita qui, perché le obiezioni superficiali e ignoranti abbondano: se gli istituti bancari dovessero essere esclusivamente depositari che ricevono un compenso per la custodia, non sarebbero banche. In realtà, proprio come le persone pagano i depositari per la custodia dei loro beni, alcuni pagano per la custodia del proprio denaro, come spiegato sopra. Se alcuni individui volessero ricevere un interesse per il proprio deposito, dovrebbero esplicitarlo per un determinato periodo, rendendo possibile alla banca la concessione di un prestito a un tasso più alto. Il capitalismo non poggia sulla riserva frazionaria; sono lo stato e un settore finanziario in cerca di rendite a poggiarci. Il fermo fornito dal sistema bancario centrale e dall’assicurazione statale sui depositi costituisce il perfetto mix di incentivi che spinge le banche ad avventurarsi in prestiti rischiosi. Come scrisse Mises:
Sarebbe un errore ritenere che la moderna organizzazione dello scambio è obbligata a continuare a esistere. Essa porta con sé il germe della distruzione: lo sviluppo della valuta fiduciaria conduce, necessariamente, al disastro… è compito del futuro erigere barriere contro l’uso inflazionistico del sistema monetario promosso dal governo e l’estensione dei mezzi fiduciari compiuta dalle banche.
In tempi antichi la sanzione imposta ai banchieri per aver prestato denaro sotto deposito variava dall’imposizione di una dieta a pane e acqua alla decapitazione pubblica. Sebbene queste punizioni fossero estreme, esse mostrano quanto immorale e ingiusta era considerata la riserva frazionaria.
CHI È “AMMANICATO” VINCE, CHI NO PERDE
Sebbene vi siano molti imprenditori innovativi che diventano ricchi fornendo nuovi e migliori prodotti, l’aumento della disuguaglianza negli ultimi 30 anni in particolare è dovuto a un fenomeno estraneo al mercato: non s'è trattato di capitalismo "selvaggio", ma di massiccia espansione creditizia. Questa espansione, appoggiata dalle allegre politiche monetarie del sistema bancario centrale, è il vero colpevole della vasta disuguaglianza. L’economista George Reisman ce lo spiega:
I nuovi fondi addizionali, creati nell’espansione, accedono ai mercati finanziari molto presto, spingendo in alto i prezzi delle obbligazioni e, soprattutto, delle azioni. I proprietari di queste sono, perlopiù, individui ricchi, che ora beneficiano dei sostanziali guadagni capitali i quali, più l’espansione viene prolungata, più essi aumentano, portando verso le stelle i prezzi. Nel processo di nuova moneta che si riversa nei mercati finanziari, le banche di investimento e gli speculatori sono in grado di racimolare grandi guadagni.
Poiché troppo importante, merita di essere ripetuto: l’espansione del credito crea una disuguaglianza economica artificiale riversandosi nei mercati azionari e spingendo verso l’alto i prezzi delle azioni.
Il denaro funge da mezzo di scambio ma non è neutrale nei suoi effetti sul ricevente: coloro che ricevono per primi possono far salire i prezzi dei beni prima degli altri attori di mercato. Man mano che il denaro creato ex novo fluisce nell’economia, il livello dei prezzi aumenta, al fine di riflettere il nuovo volume di valuta. In pratica l’espansione creditizia, che porta una riduzione dei tassi d'interesse, aumenta anche la quantità di tempo nella quale le imprese possono andare avanti senza effettuare svalutazioni per ammortamenti nei loro bilanci, acquistando nuovi beni capitali. Poiché l’investimento tende a dirigersi verso beni durevoli, durante l’espansione ci sono meno fondi da destinare al lavoro. Si registrano lauti profitti, mentre i salari fan fatica a seguire il passo. Poiché l’espansione creditizia e la politica inflazionistica continuano a distorcere i prezzi relativi e devono, alla fine, giungere al termine, il bust che si verifica non fa altro che rivelare gli investimenti improduttivi; la recessione arriva poco tempo dopo.
Stampare denaro non equivale ad accumulare risparmi utili a sostenere investimenti, è solo attraverso l’aggiunta di risparmi reali che la capacità produttiva può essere aumentata nel lungo termine. I ricchi hanno una più alta propensione al risparmio, poiché hanno più reddito; solo attraverso i risparmi nuove attività sono sostenute e l’economia può crescere senza i falsi profitti derivanti dall’espansione promossa dallo stato. Aumentare le tasse ai ricchi, quindi, non è una soluzione al problema della disuguaglianza dei redditi ad esempio: la tassazione sottrae solamente risorse al settore privato per destinarle a quello pubblico, che si concentra sulla spesa politica piuttosto che sulla soddisfazione del consumatore. Tutta la spesa pubblica si riduce a uno spreco di capitale. La verità è che il capitale è sempre scarso.
Far notare ciò non significa essere burattini delle corporazioni, anzi molte di esse sponsorizzano gli aumenti di tassazione al fine di azzoppare i propri concorrenti. Man mano che l’ambito statale si estende, le grandi imprese iniziano a vedere opportunità di profitto nell’uso della forza pubblica, al fine di migliorare la propria posizione rispetto ai concorrenti: diventano cercatori di rendite. Nella loro incessante filippica contro la disuguaglianza, i commentatori mainstream riconoscono i problemi che le dinamiche di rent seeking pongono ai mercati, ma attribuiscono queste non allo stato bensì ai politici e burocrati che occupano gli uffici pubblici. Per dirla chiaramente, questa credenza non è solo infantile, poggia sull’erroneo assunto per il quale lo stato sia sempre composto dagli individui più idonei al compito presenti nella società. Come la storia e la logica insegnano, le anime pie non sono attratte da posizioni di potere assoluto. Lo stato, nelle parole di Max Weber, detiene il monopolio della forza in una data area: praticamente ogni azione compiuta dagli ufficiali pubblici introduce violenza o il bottino di essa in una altrimenti libera società; ne segue che solamente coloro in cerca dell’utilizzo dell’autorità statale per i propri fini gravitano intorno alla politica.
La maggior parte delle persone, tra cui anche Stiglitz, crede che tutti dovrebbero nascere con la stessa opportunità di avere successo. Al fine di creare un ambiente di giustizia, essi propongono una varietà di politiche pubbliche dimodoché anche il più povero degli individui abbia la possibilità di avere successo. Queste convinzioni poggiano più sull’emotività che sulla ragione e hanno lo scopo d'ispirare proteste reazionarie. Ciò che non vedono (o rifiutano di vedere) è che il libero mercato fornisce le migliori opportunità di vita attraverso la fornitura di beni e servizi al consumatore. In un libero mercato i profitti giungono solo a coloro che riescono a soddisfare meglio i consumatori rispetto ai propri concorrenti. Henry Ford, ad esempio, non fu un grande imprenditore poiché pagò profumatamente i suoi operai: egli fece la sua fortuna attraverso la razionalizzazione del processo attraverso cui le macchine sono costruite, al fine di abbattere i prezzi al consumo. I lavoratori della Ford furono capaci di aumentare la produttività, e quindi i salari, attraverso il precedente accumulo di capitale e investimenti in macchinari e attrezzature. Tuttavia i grandi profitti di Ford non durarono molto: i concorrenti stranieri ed esteri copiarono il suo modello produttivo e furono capaci di attrarre a sé quote importanti di mercato. Più macchine sul mercato significavano minori prezzi per il consumatore.
In un libero mercato l’unico modo di mantenere un reddito crescente è produrre a un tasso sempre più efficiente e innovativo; in un’economia afflitta dalla mano pesante dello stato, il mercato viene truccato dagli individui connessi con l’establishment. La competizione diminuisce a causa dell’alto costo della regolamentazione, l’innovazione si ferma e sempre maggior reddito arriva ai più ricchi. Attraverso la riserva frazionaria e l’espansione creditizia, i profitti sono registrati dall’industria finanziaria e dai primi ricevitori del denaro creato ex novo; il che, alla fine, produce ulteriore disuguaglianza reddituale.
Comunque la si metta, la tassazione è un furto. Non è distinguibile dalla rapina di strada e non ha giustificazione morale alcuna. La disuguaglianza dei redditi è un problema non perché lo stato non stia facendo abbastanza per combatterla, ma perché i politici e i burocrati non si stancano mai d'intervenire negli affari privati; con l’intervento pubblico presente in tutte le transazioni di mercato, la soluzione alla disuguaglianza è la rimozione dell’intervento stesso, non il rafforzamento dello stato attraverso l’aumento dei fondi a sua disposizione.
PERCHÈ CON BITCOIN NON ACCADREBBE
Nonostante la sua natura intrinsecamente fraudolenta, la riserva frazionaria potrebbe essere lo stesso praticata in un'economia di mercato, ma, diversamente dalla situazione attuale, coloro che la applicherebbero dovrebbero altresì prendere in considerazione tutte le conseguenze del caso data l'assenza di un player in grado di salvarli. Inutile dire che un ecosistema del genere incentiverebbe l'onestà; di contro, l'attuale ecosistema, invece, la disincentiva dato che la riserva frazionaria è una consuetudine forzata. Il guaio è la valutazione del rischio che viene completamente distorta e con essa, a cascata, i segnali di mercato che potrebbero rendere praticabile una qualsiasi attività che si vuole avviare. Senza contare, poi, che tale situazione viene ulteriormente peggiorata dagli stimoli fiscali/monetari che gonfiano bolle. Se pensate al settore immobiliare, ad esempio, la bolla alimentata dal credito facile ha reso gli asset sottostanti sproporzionati nel prezzo rispetto al loro valore reale (una casa oggi è relativamente di poco superiore rispetto a quelle di 50 anni fa). Senza l'azzardo morale fomentato dalla riserva frazionaria l'elargizione del credito sarebbe senza dubbio sottoposta a uno scrutinio severo, ma asset come gli immobili sarebbero di più facile accesso.
A questo punto dovrebbe essere chiaro che la strada dei presunti pasti gratis offerti dalla riserva frazionaria, ovvero la possibilità da parte del sistema bancario d'investire/prestare i depositi che gli vengono dati in custodia e la crescita della società nel suo complesso con l'erogazione del credito, è sì lastricata di buone intenzioni... ma inevitabilmente conduce all'inferno. Finora questo è stato il "migliore" sistema che si poteva avere per trovare un compromesso tra credito, depositi e contanti, ma il dinamismo del libero mercato lavora per rendere efficiente ciò che non lo è e, soprattutto, rendere più sofisticati quei processi che invece fino a ieri erano praticabili ma macchinosi. Bitcoin è nato precisamente per questo scopo: offrire agli attori di mercato un mezzo di "comunicazione" economico/finanziario attraverso il quale portare a un nuovo livello di sviluppo l'ambiente economico. Oggi, ad esempio, il saldo finale delle transazioni, visto che la maggior parte di esse ormai avviene a livello digitale, è lasciato in mano alle entità preposte. Esistono una pletora d'intermediari in questa "catena di montaggio" preposta a portare a termine il semplice pagamento di un caffè che avviene con la carta. Inutile dire che ci vogliono giorni. Lo stesso discorso vale quando di acquista un asset, che sia obbligazione, azione o ETF. Senza contare che, nel momento in cui si effettua un qualsiasi deposito dei propri fondi presso un istituto preposto a custodirli, si vanta un credito nei confronti di quest'ultimo e si perde completamente il titolo di proprietà su di esso.
Bitcoin cambia radicalmente questo modo di fare reputato finora il "migliore" dei mondi possibili. Non si limita a essere un semplice mezzo di scambio come molti sono convinti che sia, ma rappresenta esso stesso il saldo finale della transazione. In 10 minuti circa la transazione inviata alla rete viene immutabilmente inscritta nella blockchain di Bitcoin e le parti in causa possono veder concluso il processo dopo questo breve lasso di tempo. Niente più intermediari di fiducia; niente più terze parti imposte dalle autorità e quindi incentivate all'azzardo morale. La volontà diretta degli attori di mercato torna a essere protagonista e quindi a influenzare direttamente i segnali di mercato. Infatti i tassi d'interesse naturali sarebbero totalmente impostati da risparmiatori e mutuatari in prima persona, senza più la necessità di un istituto presumibilmente super partes che ogni trimestre comunica al mondo quali sono i tassi di riferimento. Disintermediazione, decentralizzazione e, soprattutto, trasparenza che andrebbe a gettare una luce su tutte le zone d'ombra che la pianificazione centrale ha accuratamente sparso nell'ambiente economico. Perché l'ha fatto? Per acquisire un privilegio artificiale e decretare chi potesse accedervi.
In parole povere, ha creato un'offerta artificiale sotto forma di regolamentazione e di conseguenza una domanda artificiale per conformarsi a essa. Questa è sostanzialmente la Legge di Parkinson applicata alla burocrazia, con la sottrazione di una delle risorse di capitale più scarse al mondo: il tempo. Bitcoin, scardinando questo sistema clientelare, darebbe una maggiore spinta agli individui affinché possano tornare a innovare e a sviluppare le loro capacità più importanti in una sofisticazione superiore dell'attuale divisione del lavoro. Come? Liberando quella grossa porzione di tempo che deve essere dedicata al conformarsi con la burocrazia. Bitcoin può eseguire centinaia di migliaia di saldi definitivi al giorno e i relativi costi sono molto più bassi rispetto a quelli che si hanno ora, il che si traduce in minori economie di scala per la compensazione centralizzata e quindi in un minore incentivo a un ecosistema bancario centrale. L'autocustodia, poi, dei propri bitcoin è un'attività i cui costi sono stati praticamente azzerati e con un minimo di studio a riguardo si possono mettere in sicurezza i propri fondi senza per forza di cose dover pagare giornalmente qualcuno che lo faccia al proprio posto.
La natura trustless del sistema Bitcoin, la sua natura decentralizzata e il connubio trasparenza/immutabilità lo rendono uno strumento che incentiva l'onestà. E dopo il titolo di proprietà sui propri bitcoin, almeno finché non si cedono (anche fisicamente) le chiavi private, l'impostazione genuina dei tassi naturali e la rimozione degli intermediari obsoleti, Bitcoin rivoluziona anche il mercato del credito. La rigida e rigorosa natura monetaria di Bitcoin, la quale lo rende praticamente hard money, sarà una caratteristica peculiare che gli permetterà di riportare la preferenza temporale degli individui verso un percorso di costante discesa. Non scordiamoci che la nostra società è figlia del successo industriale del XIX secolo e del relativo progresso che nessuno aveva visto arrivare. È stato qualcosa che ha cambiato per sempre la storia dell'uomo. Come mai proprio il 1800? È una domanda che ancora suscita dibattito, ma una cosa è certa: il mondo in cui gli attori di mercato avevano vissuto fino a quel momento sarebbe cambiato in un modo irriconoscibile. Una crescita tra il 2 e il 3% che nessuno ha visto arrivare. Un cambiamento radicale della società occidentale, se ci pensate, che ha avuto luogo in una generazione. Quasi incredibile. Cosa cambiò in sostanza? Fondamentalmente due cose: l'informazione e la retorica. Ai tempi degli antichi Romani l'informazione viaggiava a circa 1 miglio l'ora. All'inizio del 1800 l'informazione viaggiava a 1.4 miglia l'ora. Dall'invenzione del telegrafo la velocità dell'informazione è aumentata di circa cento volte al secondo. La retorica invece ha radici che si possono tracciare fino al XVII secolo, precisamente in Olanda dove iniziò a prendere piede un senso di legittimità nei confronti della ricchezza personale derivata dall'imprenditorialità e dalla creatività personale che avrebbe portato a delle innovazioni tecnologiche. Non solo, a questi cambiamenti nel corso del tempo se ne aggiunsero altri due man mano che si diffondevano in Europa (soprattutto nelle isole britanniche): cambiamento dell'etica, un cambiamento di mentalità alimentato inizialmente dai Calvinisti (la ricchezza personale è legittima); fiducia nel futuro, orientamento verso il futuro.
Queste idee rivoluzionarie vennero formalizzate nel libro, La ricchezza delle nazioni, di Adam Smith, in cui si affermava che la ricerca della ricchezza personale generava ricchezza anche per l'intera nazione. Questi cambiamenti portarono il mondo a sperimentare una delle crescite economiche e sociali più significative della storia umana. L'accumulo di ricchezza personale e l'orientamento al futuro, quindi, diffusero una tendenza affinché la preferenza degli individui diminuisse nel tempo e con essa i tassi d'interesse. Con l'efficientamento dell'ambiente di mercato da parte di Bitcoin si può replicare la prosperità del XIX secolo e, questa volta, arrivare addirittura ad avere tassi a zero. Questo aspetto potrebbe inficiare il mercato del credito? Ritengo di no, perché l'attività di prestito per quanto possa anche limitarsi all'equity porta con sé sempre una componente di rischio e quindi un ritorno positivo; allo stesso modo, il mutuatario può essere fiducioso della sua impresa perché il calcolo economico che andrà a effettuare sarà nettamente più preciso rispetto a quanto accade nell'attuale ambiente economico fiat, in cui burocrazia e politica monetaria rappresentano una mina vagante all'interno del quadro di riferimento imprenditoriale. La rigidità del protocollo Bitcoin, unita alla prevedibilità della sua "politica monetaria", possono aiutare enormemente tutti coloro che hanno un progetto imprenditoriale e vogliono realizzarlo attraverso l'intercessione di chi ha liquidità da prestare.
In questo contesto le banche, inutile dirlo, non scomparirebbero dall'oggi al domani. Ovviamente la funzione di custodia e deposito sarebbe ancora a loro appannaggio, almeno inizialmente, ma è un'attività che non potrebbe durare dato il grado di automatizzazione e sicurezza che hanno raggiunto i wallet di ultima generazione. I benefici dell'autocustodia non solo minimizzano gli sforzi per soddisfare pienamente tale funzione, ma permettono di risparmiare tempo se si prendono in considerazione tutti gli aspetti che oggi riguardano custodia/sicurezza del denaro fiat. Il sistema bancario, invece, potrebbe reinventarsi e potrebbe semplicemente diventare valutatore del rischio piuttosto che erogatore del credito. Infatti anche quest'ultima funzione verrebbe automatizzata attraverso gli smart contract. La funzione che ancora richiederebbe personale specializzato e tempo da impiegare per le valutazioni sarebbe quella legata al gradiente di rischio.
Diversamente da quello che pensa, ad esempio, Ammous riguardo l'assetto di una società futura in cui Bitcoin diventa dominante, non credo che l'attività di prestito e il credito possano scomparire e venire relegati alla "semplice" sfera famigliare con un finanziamento attraverso l'equity. Il credito è stato quel propellente che, nonostante il denaro fiat, ha rappresentato un fulcro grazie al quale l'umanità ha raggiunto gradi di benessere migliori e superiori. Creatività, imprenditorialità, visione del futuro sono componenti dell'azione umana atti a lenire stati d'insoddisfazione e non sempre persone con un 'idea hanno anche liquidità per realizzarla. Non solo, ma Bitcoin non è il deus ex machina in grado di risolvere gli annosi problemi che da tempo hanno attanagliato l'umanità. Una separazione parietana 80/20 ci sarà sempre tra ricchi e poveri e scalare la piramide sociale significherà altresì accedere alla liquidità necessaria per realizzare determinati progetti. Adam Smith, nella Teoria dei sentimenti morali, ci dice che il prestito a famigliari e amici è assente d'interesse a carico del mutuatario perché, sostanzialmente, traiamo gratificazione dal successo da parte di chi, richiedente liquidità in prestito, fa ricadere parte di quello stesso sul nucleo famigliare di cui potremmo far parte o sulla sfera d'amicizie da cui possiamo trarre beneficio. in sintesi, la cosiddetta felicità e distensione nei rapporti è una gratificazione sufficiente. Non succede la stessa cosa con gli "estranei", perché purtroppo non esiste l'albero di Cuccagna o la cornucopia e, come ci ricorda lo stesso Smith, il macellaio non si sveglia presto la mattina per compiacere a livello morale i clienti e quindi farsi trovare presente, anche in periodi di malattia, ogni giorno sul posto di lavoro.
Di conseguenza il prestito a interesse non scomparirebbe, si trasformerebbe come già descritto, perché l'azione umana tenderà sempre a valutare di più il presente rispetto al futuro e quindi necessiterà di una compensazione per separarsi (temporaneamente) da ciò che ritiene "prezioso". Non credo comuqnue che il ritorno della riserva integrale grazie a Bitcoin inficierà in qualche modo il mondo del credito, anzi; l'ambiente economico si adatterà e trasporterà nel nuovo sistema ciò che di buono c'è in quello attuale e potrà liberarsi di tutte le zavorre che alimentano la centralizzazione. Con questo nuovo sistema sarà possibile avere crescita economica, niente inflazione, niente cicli economici e anche un livello dei prezzi in calo.
CONCLUSIONE
Ciò che sta spingendo centinaia di banche sull'orlo del baratro è ciò che ha dato loro l'illusione di poter prosperare senza dover pagare i costi di azioni sconsiderate: la riserva frazionaria. Unita all'azzardo morale non ha fatto altro che moltiplicare quegli errori economici che nel tempo si sono andati ad accumulare. Inutile dire che ciò ha spinto il settore bancario a usare trucchi contabili per fregare regolatori "distratti" e contribuenti innocenti. Sebbene i recenti rialzi dei tassi da parte della FED possano aver innescato il redde rationem, andando a far calare il valore dell'asset di riserva più gettonato ovvero le obbligazioni a lunga scadenza, la vera causa rimane sempre e solo una: la manipolazione arbitraria dei processi di mercato attraverso la pianificazione artificiale top-down. Questo incidente al rallentatore ha scatenato un panico tale che di recente $152 miliardi in prestiti sono usciti dalla finestra di sconto della FED (strumento a cui si rivolgono le banche nei momenti di disperazione).
Tale cifra fa impallidire addirittura quella vista nella crisi del 2008: $111 miliardi.
Come proteggersi? Bitcoin se lo capite abbastanza da sapere che può aiutarvi a resistere a una tempesta, oro se invece non lo capite. I periodi di caos economico/finanziario determinano grandi oscillazioni nei mercati e nei prezzi, quindi sarete tentati lungo la strada verso azioni e obbligazioni ma ricordate una cosa: il primo obiettivo nel mondo degli investimenti è riuscire a dormire la notte, di conseguenza è utile tenere la polvere da sparo asciutta fino a quando non passa la tempesta.
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