Bibliografia

martedì 3 gennaio 2023

Rialzo dei tassi, recessioni e la morte del boomerismo

 

 

di Tom Luongo

Odio gongolare ma, al diavolo, voglio farlo. Ad ogni riunione del FOMC quest'anno Jerome Powell è stato sempre più aggressivo col rialzo dei tassi, ma la negazione di ciò domina ancora i titoli dei giornali. Ha lasciato salire il Fed Funds Rate al 4,5% di recente, un livello impensabile per quasi tutti, me compreso, l'anno scorso.

Vi ho detto più di un anno fa che Powell e la FED sarebbero entrati in guerra contro la cricca di Davos e la BCE sul cambiamento climatico e la loro spinta alla guerra contro la Russia. Nessuno mi credeva allora, e giustamente. L'idea era stupida data la storia della FED, i libri degli Stati Uniti e la realtà di una presidenza "Biden" apparentemente decisa a trascinare gli Stati Uniti nell'oblio.

Diavolo, anch'io a malapena riuscivo a crederci.

Quello che credevo era che la FED sarebbe stata più aggressiva anche nello spazio della finanza alternativa, proprio come scrivevano anche quelli di Zerohedge, perché non pensavo che Powell fosse solo l'ennesimo globalista come i suoi predecessori, Janet Yellen e Ben Bernanke.

In questo settore "il personale è una questione politica" è più importante delle nostre opinioni sui numeri, o persino sullo stato del tabellone di gioco. Powell non è tagliato della stessa stoffa da torre d'avorio del mondo accademico come Yellen e Bernanke.

È un tipo da private equity con un background nella conclusione di accordi e valutazione del rischio quando i suoi soldi, o quelli del suo cliente, sono in gioco.

Quindi aspettarsi che gestisca la FED come hanno fatto Yellen e Bernanke è semplicemente una pessima ipotesi.

La dichiarazione più recente di Powell non è stata meno aggressiva della sua dichiarazione a Jackson Hole ad agosto prima che rialzasse i tassi di 75 punti base al 3,25%. Ciononostante negli ultimi giorni s'è parlato ancora di come non potesse andare molto più in alto; questo è l'ultimo rialzo prima che si fermi.

Articolo dopo articolo, questo è tutto ciò che abbiamo sentito. "Smettila di rialzare i tassi, è colpa tua se sei indietro rispetto all'inflazione, Powell. Smettila di cercare di rimediare". Questo tizio, Peter Tchir, pensa davvero che una recessione sia evitabile? Forse in termini nominali è possibile. Alla folla che punta costantemente al PIL nominale per evitare che il "numero scenda", a scapitodi tutto ciò che rende possibile la formazione di capitale privato, può sembrare una buona idea.

Poi, beh, con vostra somma meraviglia potreste scoprire di essere un Boomer.

Ma in termini reali, termini che contano come indirizzare il capitale in investimenti sostenibili piuttosto che buttare soldi in qualsiasi stupido progetto che i tirapiedi di Obama possono escogitare in una riunione strategica per venderlo agli sciocchi, l'idea di poter evitare una recessione è semplicemente ridicola.

Semmai, in termini reali, da quattordici anni non siamo stati altro che in una lunga sessione di ontorsione della realtà che ci costringeva a ripetere che due più due è uguale a cinque.

È stata tutta un'enorme bolla di prestiti a leva costruita su migliaia di miliardi di spesa in deficit più grande nella storia del pianeta. Non c'è da stupirsi se il cambiamento climatico e la "crescita sostenibile" siano così facili da vendere ai Millennial, i quali non hanno mai conosciuto nient'altro che il casinò del debito.

Lagnarsi ora del fatto che Powell sia indietro rispetto all'inflazione è del tutto inutile e fastidioso.

Come ho sottolineato più e più volte, la riconferma di Powell è stata oggetto di un'intensa lotta politica a Capitol Hill. È stato riconfermato solo 6 mesi dopo che avrebbe dovuto esserlo e prima è stato oggetto di attacchi incredibili.

Le differenze politiche tra "Biden" e Powell hanno messo "Private Equity Jay" indietro rispetto all'inflazione non perché fosse troppo stupido, ma perché "Biden" aveva bisogno di una scusa per non rinominarlo nuovamente presidente del FOMC. Rialzare i tassi in previsione dell'inflazione in arrivo mentre si litigava sul disegno di legge "Build Back Better" e sui suoi oltre $6.000 miliardi di spesa ci avrebbero dato Lael Brainard, la MMT e il reddito universale di base per l'eternità.

E i ribassisti nei confronti del dollaro si sarebbero rallegrati di aver sempre avuto ragione, mentre la cricca di Davos avrebbe sorriso come il proverbiale gatto del Cheshire che si mangia tutti i canarini.

Questa ostinata cecità di fronte alla politica monetaria è già abbastanza grave, ma il piagnucolio per aver spento le rotative monetarie è solo egoismo mascherato da analisi oggettiva. Piaccia o no, Powell non ha avuto altra scelta che monetizzare la spesa per il COVID-19; la colpa è del Congresso e di Trump.

Sono felice di criticare la FED, ma solo quando una tale colpa è appropriata. Il Congresso non può ricattare la FED e allo stesso tempo incolparla per i mali del Paese.

Ed è per questo che sto gongolando oggi: perché sono stufo di questo "boomerismo" dilagante nei commenti finanziari che crede che recessione sia la parola più sporca al mondo ed evitarla è il vero lavoro della FED, anche se ci costerà l'anima.

Come ho scritto l'anno scorso:

[...] poiché tutti noi vogliamo credere di essere più intelligenti del ribassista medio e non vogliamo affrontare il domani senza le nostre cose preferite, accettiamo una comoda bugia [abbiamo imparato il rischio temporale].

In altre parole, crediamo che il rischio sia un problema di qualcun altro e che dobbiamo i debiti a noi stessi. E va bene rifilare il rischio a quegli sfortunati idioti affinché non veniamo disturbati dalla ben che minima privazione.

Parafeasando le parole di un mio amico, questo è boomerismo spirituale.

Questo tipo di Boomerismo è alimentato ogni giorno dalla cricca di Davos e dai loro lacchè nella finanza mainstream, come Jim Cramer, Paul Krugman e ogni altro scemo che parla dei loro libri. La cricca di Davos deve impedire a Powell e alle banche di New York di sconvolgere i loro piani di trasformare il futuro in un incubo di sorveglianza totale, conformità fiscale al 100% e veto definitivo sulle vostre scelte economiche e, se ottengono ciò che vogliono, riproduttive.

Se pensate che le cose facciano schifo ora, aspettate solo che arrivi il Grande Reset.

È una narrazione perniciosa intessuta nell'arazzo della nostra vita quotidiana. La cricca di Davos ha contribuito a erigere questo mondo dominato dal sistema bancario centrale e che ha indebolito la nostra forza culturale e spirituale, assuefacendoci all'idea di consumo senza scopo e rischio senza conseguenze.

Nel 2008 abbiamo avuto la possibilità di svuotare questo sistema e abbiamo scelto di non farlo. Abbiamo incartato tutto e creato la versione più perversa di economia degli ultimi 2000 anni.

Siamo riusciti a elaborare il nostro dolore per aver perso tutto durante quella crisi avventurandoci nel territorio dei rendimenti reali negativi e lo abbiamo fatto per così tanto tempo d'aver iniziato a credere di aver conquistato il tempo stesso.

Nessuna idea era assurda quando il costo del denaro non aveva significato.

E tutto questo ci ha portato ad oggi, dove è diritto dei bambini di 6 anni mutilarsi senza il consenso dei genitori, tutto in nome della lotta a un dannato patriarcato che in realtà è già da tempo una reliquia del passato.

La follia economica è andata avanti per altri quattordici anni fino a sfociare in crisi d'identità a livello culturale. Non c'è idea più indicativa del boomerismo di quella secondo cui l'inflazione è intrinsecamente migliore della deflazione.

Ed è questo che alimenta tutta l'angoscia per il rifiuto di Powell di "invertire" il rialzo dei tassi. Dio non voglia che gli psicopatici al potere debbano rinunciare alla loro terza casa o alla seconda Bentley. Al ritmo in cui i due si stanno sgonfiando nella Nuova America di Powell, non sono sicuro di quale varrà di più tra un anno.

Ma la parte peggiore di tutta questa negazione da Boomer è che ha permesso a Christine Lagarde di bluffare per più di un anno per quanto riguarda la sua folle politica monetaria, ignorando l'inflazione che tutti potevamo vedere ma non volevamo credere fosse reale.

Perché l'alternativa era rendersi conto che il Re Dollaro aveva ancora un asso nella manica prima di essere messo fuori combattimento dai piani del Sud del mondo di de-dollarizzarsi completamente.

Da quando Powell ha iniziato a rialzare i tassi a marzo, la politica energetica dell'UE ha aumentato drasticamente il costo dell'energia interna. L'inflazione risultante è la regola, non un'anomalia. E, cosa più importante, non può essere evitata. Con ogni pacchetto di sanzioni contro la Russia (ora 9 in totale) la storia energetica dell'Europa è diventata più ridicola e tuttavia i mercati hanno continuato a scontare il rischio come se gli Stati Uniti fossero in condizioni peggiori.

Capisco che la Pelosi è una vecchia spaventosa, ma suvvia!

La Lagarde ha continuato a rimandare il giorno della resa dei conti. Lo scorso luglio ha compensato la caduta del governo italiano a targa cricca di Davos con l'annuncio del Transmission Protection Instrument (TPI), fondamentalmente un'Operazione Twist per il debito interno dell'Eurozona. Nella stessa riunione ha rialzato i tassi per la prima volta.

Avrebbe dovuto chiamarla "Toilet Paper Initiative", perché è quello che farà all'euro.

Quindi, come Kuroda della Banca del Giappone, si è impegnata nel QE eterno e contemporaneamente nel rialzo dei tassi!

E i mercati le hanno creduto pur continuando a non credere a Powell.

Dire che è bizzarro è il colmo dell'eufemismo.

Finalmente, però, tutto è finito all'ultima riunione della BCE ed è proprio per questo che sto gongolando oggi.

La Lagarde alla fine ha dovuto ammettere che l'inflazione non era più transitoria e che le proiezioni a lungo termine dell'inflazione non erano neanche lontanamente vicine alla realtà.

Mentre tutti speravano che Powell avrebbe rialzato solo di 25 punti base perché l'IPC degli Stati Uniti è stato inferiore dello 0,2% rispetto alle aspettative, nessuno ha guardato all'IPC della Germania che ha superato le aspettative: al 10% solo quattro ore prima.

Fino a quando la Lagarde non ha ammesso di aver perso la battaglia contro l'inflazione che non stava nemmeno combattendo, gli spread creditizi USA/Germania continuavano a essere trattati come se lei fosse competente e Powell no.

A questo punto è offensivo pensare che questo avvocato ossessionato dai foulard abbia una mente economica più acuta di Jerome Powell.

È altrettanto offensivo vedere il debito tedesco a un premio di 130-140 punti base rispetto al debito statunitense, dati i tassi d'inflazione relativi, le politiche energetiche e la forza delle rispettive valute. Il debito della zona Euro viene scambiato come se l'UE avesse un surplus commerciale e una vivace classe media. Queste sono entrambe bugie.

Ma tale è il potere della propaganda: le illusioni muoiono di morti dolorose a causa della gestione delle prospettive che vanno avanti ogni giorno.

La Lagarde si è guadagnata qualche mese di tregua con il TPI, ma alla fine ha dovuto ammettere la verità: deve ancora scegliere tra difendere l'euro o difendere gli spread creditizi. Non può fare entrambe le cose.

Perché qualcuno crede che possa fare entrambe le cose?

A dire il vero, se i mercati fossero minimamente tali lo spread tra i decennali USA/Germania sarebbe negativo anziché positivo. Su quale pianeta qualcuno pensa, alla vigilia di una guerra più ampia in Ucraina, che la Germania sia una forza politica più stabile degli Stati Uniti?

Perché i Verdi tedeschi sono una forza internazionale così potente per la crescita?

Pensavo che i trader di obbligazioni fossero persone serie; immagino di no.

Dopo mesi in cui ho combattuto contro la narrativa secondo cui l'UE non ha alcuna leva nella politica relativa a Russia e Ucraina, devo porre la seguente domanda: se credete davvero che l'UE sia uno stato vassallo degli Stati Uniti, perché non fate parlare i soldi di conseguenza?

Perché non acquistate debito degli Stati Uniti più velocemente del debito tedesco?

Cosa ve lo ha impedito?

O invece capite che la cricca di Davos controlla principalmente la politica fiscale degli Stati Uniti (vero) e pensate che riuscirà a sabotare i tentativi d'indipendenza della FED attraverso un tightening monetario più aggressivo?

Questa è onestamente l'unica conclusione che ho sul motivo per cui tutti hanno impiegato così tanto tempo a capire che la Lagarde è un bluff, non ha carte da giocare ed è ora sull'orlo del più grande fallimento nella storia del sistema bancario moderno.

Se pensate che piangerò una lacrima di coccodrillo per la morte della credibilità della BCE, allora vi dico che posseggo il ponte di Brooklyn e sono diposto a vendervelo.

Powell non ha intrapreso questa strada per salvare la sua credibilità personale. La mia ipotesi migliore è che sia esattamente quello che ho detto fin dall'inizio: una lotta per il futuro della formazione del capitale. O torniamo in qualche modo ad essere gestiti dai mercati dei capitali privati, ​​o raggiungiamo la fine del super ciclo boom/bust degli ultimi 80 anni e l'apoteosi delle banche centrali.

Guardando al futuro, osserverei lo spread 2/10 degli Stati Uniti per vedere se il tightening del mese scorso prenda piede davvero. Siamo a -67 bps, un movimento sopra -65 sarebbe tecnicamente interessante.

In realtà potrebbe essere il segno che il boomerismo è in declino mentre sempre più persone accettano ciò che sta accadendo.

Powell non verrà in nostro soccorso, la FED non è nostra amica: questa era solo un'idea leggermente più stupida del cambiamento climatico causato dalla CO2 antropogenica.

Più velocemente muoiono queste cattive idee, più velocemente potremo affrontare il nostro futuro, per quanto cupo possa essere. E forse potremo anche mettere da parte l'infantilismo di pensare che un mondo senza rischi possa essere nell'interesse di qualcuno.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


1 commento:

  1. L'esposizione dell'Eurosistema alle perdite obbligazionarie è peggiore in proporzione a quello della FED. Il bilancio del primo ammonta al 58% del PIL dell'Eurozona, mentre quello della seconda al 37% del PIL americano. Il rendimento del decennale tedesco è in ascesa, aprendo la strada a ulteriori perdite obbligazionarie in un momento in cui i governi dell'Eurozona stanno aumentando i loro requisiti di finanziamento. Mentre la Germania, però, ha un rating AAA e non dovrebbe avere molte difficoltà a finanziare i propri deficit, il problema è tutto dei PIIGS(F).

    Con la BCE che ha iniziato a rialzare i tassi troppo tardi, una crisi dei finanziamenti colpirà con maggior forza l'Italia. Inoltre di fronte al calo dei prezzi, verranno meno gli investimenti esteri che avevano sostenuto in particolare i prezzi delle obbligazioni francesi.

    Le banche d'importanza sistemica europee sono altamente indebitate, con rapporti asset/equity in media del 20,1. L'aumento dei tassi d'interesse è più una minaccia per la loro esistenza che per le banche statunitensi, soprattutto se si considera lo stato in cui versa la liquidità di breve termine vitale per il settlement interbancario (es. pronti contro termine). La BCE e le banche centrali nazionali hanno accettato garanzie di dubbia qualità a copertura dei pronti contro termine; inutile dire, quindi, che il rischio d'insolvenza salirà con l'ulteriore rialzo dei tassi d'interesse.

    La BCE ha fatto ricorso ai tassi a zero e negativi per finanziare il debito pubblico degli stati membri, ma ora la situazione è cambiata dato che gli investitori esteri temono l'inflazione dei prezzi. Senza contare la posizione aggressiva della FED intenzionata a rompere i mercati dei capitali europei.

    Una crisi bancaria e finanziaria, provocata da tassi d'interesse in salita, è la vera minaccia per l'Eurosistema e l'euro stesso. Da qui in poi le banche centrali faranno sempre più fatica a mantenere il controllo sui mercati finanziari. Infatti i mercati dei cambi stanno sfuggendo al loro controllo, perché in termini di "unità umane" l'alleanza occidentale conta circa 1,2 miliardi di persone, mentre il resto della popolazione mondiale è sempre più disincantata dall'egemonia occidentale.

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