di Joakim Book
“Se vuoi fare una torta di mele da zero, devi prima inventare l'universo.” – Carl Sagan
Tra le prime obiezioni che sorgono per chiunque conosce per la prima volta Bitcoin c'è il classico "è troppo complicato da capire". Ed è vero, alla fin fine: chiavi private, tempi dei blocchi, regolazioni della difficoltà, UTXO, transazioni CoinJoin non censurabili, hash-qualcosa, ecc. La curva di apprendimento è ripida e, per la maggior parte, i motivi per scalarla sembrano pochi.
La prima volta che mi è stato presentato Bitcoin in pratica (non in teoria, perché per anni i libertari tecno-balbettanti mi avevano introddotto all'idea senza successo però), il tipo esperto di tecnologia che avevo di fronte fallì l'impresa.
Innanzitutto mi fece scaricare un'app dall'aspetto losco, per la quale non avevo spazio sul mio telefono, quindi, ironia della sorte, dovetti prima rimuovere alcuni podcast sull'economia monetaria. In secondo luogo, fece in modo che l'app generasse alcune parole casuali e, in assenza di carta e penna, me le fece digitare nell'app "appunti" del mio telefono (salvata nel cloud!). In terzo luogo, provò a inviarmi 100.000 sat, ma la connessione a Internet irregolare sul suo telefono continuava a interrompere il processo.
Chiaramente quella sera non sarei diventato un bitcoiner convinto. Le difficoltà del processo sembravano insormontabili: la cura peggiore della malattia del sistema bancario centrale.
Dopo aver fatto funzionare adeguatamente il suo telefono, e la mia cortese pazienza si esaurì una mezza dozzina di volte nel frattempo, finalmente riuscì a inviare i sats e alla fine disse trionfante: "Vedi, vedi! Questa transazione è avvenuta senza che nessuno lo sapesse!"
Non impressionato, tirai fuori una banconota da $5, gliela porsi e imitai beffardamente il suo trionfo: "Vedi, vedi! È successo senza che nessuno lo sapesse e nessuno poteva impedirci di farlo!"
I beni al portatore non sono una novità nella storia del denaro e tutto ciò di cui mi aveva convinto era che Bitcoin fosse un modo digitale complicato per farlo. Ma se il patito della tecnologia non può spiegarlo senza sforzi, che speranza c'è per voi e per me? E state disintermediando un sistema bancario il cui scopo è effettuare pagamenti in modo efficiente e sicuro e rendere possibile l'attività di prestito. Nessuno stava cercando di fermare i pagamenti di nessuno: di cosa parlava quel tizio, quindi?
Sarebbero passati anni prima che fossi stato in grado di vedere quei problemi delle attuali reti di pagamento fiat.
LA COSA SORPRENDENTE DI BITCOIN NON È LA SUA NATURA DIGITALE
Sul palco della conferenza su Bitcoin del 2021, Alex Gladstein ha voluto illustrare la semplicità dell'utilizzo di Bitcoin inviando sats in tempo reale alla campagna di raccolta fondi organizzata da Strike. Era stranamente simile al fanatico di Bitcoin che ho descritto sopra:
Gladstein: “Quindi sono sulla pagina di Strike, proprio qui, e andrò avanti e donerò, vediamo, due dollari di bitcoin, a Strike [...]. Sta per andare... ed è andata. Questo è un bene al portatore che si è appena spostato all'istante in tutto il mondo. E non ho chiesto il permesso a nessuno.”
Gladstein è riuscito molto meglio a illustrare un pagamento (istantaneo) rispetto al tipo che per primo ha provato a inviarmi bitcoin tanti anni fa. Naturalmente il pubblico ha fatto "Wow!" ed ha applaudito, ma il critico avrebbe potuto ugualmente rispondere con "Sì, e quindi? Anche Venmo lo fa".
In un episodio per il "Bitcoin Magazine Podcast", Mark Maraia ha spiegato il suo approccio al cosiddetto "onboarding boomers": quel gruppo demografico con denaro, tempo e una sana paura dello stato, ma non esattamente noto per il suo avanzato know-how tecnologico. “Dimenticate tutta la teoria”, dice Maraia, indicando oggetti di uso quotidiano come computer o iPhone: onestamente, sapete come funzionano? “Non ne ho assolutamente idea”, dice, e aggiunge “E va bene così!”
La sua battuta è simpatica e confortante: nessuno capisce la tecnologia X, e va bene, perché vediamo cosa fa la e possiamo usarla. Allo stesso modo, se non capite Bitcoin va bene lo stesso.
E invece non va bene.
Capire cosa può fare Bitcoin per voi, il suo caso d'uso, richiede di comprendere l'attuale sistema monetario. A differenza di un telefono, di un'auto, o di un computer, non vi è alcun valore aggiunto visibile nell'utilizzo di Bitcoin per un occidentale che non è mai stato sanzionato, non ha mai fatto nulla d'illegale, non ha mai cercato di acquistare beni o servizi che un intermediario di pagamenti o lo stato disapprovava, ha il proprio stipendio (e risparmi!) indicizzati all'inflazione, non capisce perché si verificano le recessioni e non ne risente (se dipendente pubblico), o cosa fanno le banche centrali o da dove vengono i soldi.
Non ho bisogno di capire nessuna delle tecnologie alla base di un telefono per vedere come potrei usarlo e come potrebbe semplificarmi la vita. Al contrario, il valore aggiunto di Bitcoin è legato alla sua alternativa "rispetto a cosa" nell'attuale sistema monetario a cui il 99% di noi non pensa mai, non ci causa mai problemi relativi ai pagamenti e di conseguenza non vi prestiamo attenzione.
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Una carta Visa in Apple Pay può pagare "istantaneamente" anche cose dall'altra parte del mondo. Per i trasferimenti internazionali, Wise o Revolut, o una pletora di altre tecnologie fintech, possono trasferire denaro in tutto il mondo in pochi secondi.
La tecnologia non è il punto, il digitale non è il valore aggiunto.
Naturalmente la maggior parte dei bitcoiner sa che l'analogia Visa-Wise-Apple-Pay è errata. E il nerd del mio aneddoto avrebbe potuto sostenere la tesi di Saifedean Ammous secondo cui Bitcoin ha la vendibilità nello spazio, cosa che manca alla mia banconota da $5. Ma per capire gran parte di ciò che distingue Bitcoin è necessario approfondire la questione monetaria. Cosa succede quando effettuiamo un pagamento tramite banca? Cos'è il denaro?
I trasferimenti internazionali, o le carte Visa emesse dalla banca, richiedono l'identificazione in un modo in cui Bitcoin non lo richiede; non prevedono il saldo finale (i pagamenti possono essere revocati successivamente); i bonifici bancari sono spesso saldi netti differiti (sebbene i pagamenti lordi in tempo reale vengano implementati in un numero sempre maggiore nelle reti di pagamento delle banche centrali). I fondi in Venmo, PayPal o altri livelli inferiori del sistema bancario, sono autorizzati nel senso che una qualsiasi della mezza dozzina di entità necessarie affinché un pagamento vada a buon fine potrebbe bloccarlo, per ragioni tecniche o ragioni di controllo/autoritarie.
Pensare che un pagamento Venmo sia simile a un trasferimento di Bitcoin on-chain, perché sembrano la stessa cosa, è un errore piuttosto elementare. Sono entrambi digitali, entrambi implicano il trasferimento di "denaro" (qualunque cosa significhi), entrambi consentono il trasferimento di valore da un luogo all'altro. Ma per capire perché sono diversi, voi – come la citazione di Carl Sagan sopra – dovete prima spiegare l'intero sistema monetario: dove può andare storto, su cosa si basa, come entra nuovo denaro, cosa fanno le banche, quali entità hanno il potere di bloccare, ritardare, ispezionare o addebitare commissioni per le transazioni, cosa state rischiando detenendo passivamente una valuta in costante deprezzamento.
A merito di Gladstein, egli espone i problemi dei cosiddetti unbanked i quali farebbero impallidire qualsiasi problema di pagamento che la maggior parte degli occidentali abbia mai affrontato. Ma il nocoiner medio non lo capisce, questo è il motivo per cui leggiamo regolarmente notizie in cui giornalisti finanziarii dalla dubbia intelligenza mettono insieme Bitcoin, stablecoin, token non fungibili (NFT) e valute digitali delle banche centrali (CBDC). O quando il presidente della Federal Reserve afferma che le CBDC rendono obsoleta la necessità di Bitcoin o delle stablecoin: per qusta gente si tratta della stessa cosa, ovvero modi nuovi e digitali di custodire e spostare ciò che sembra essere qualcosa di prezioso.
La FED deve aiutare a gestire il sistema del dollaro, quindi una volta che verrà adottata la sua soluzione tecnica, seppur stravagante, non ci sarà bisogno di alternative private. E il "denaro programmabile" sembra davvero fantastico, almeno fino a quando la sua programmazione non vi impedisce di acquistare ciò di cui avete bisogno.
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Da Gita Gopinath dell'FMI apprendiamo che la debacle Russia-Ucraina “stimolerebbe l'adozione della finanza digitale, dalle criptovalute alle stablecoin fino alle valute digitali delle banche centrali”.
Il conflitto, quindi, potrebbe stimolare qualsiasi cosa tranne Bitcoin? La finanza è già digitale; il denaro fiat è già digitale. La FED aggiusta la base monetaria digitalmente, attraverso acquisti e vendite di asset tramite la sua filiale di New York. Il dollaro è già discrezionale e autorizzato, controllato, regolamentato e sorvegliato. Cosa offre una valuta digitale del sistema bancario centrale (CBDC)?
Semmai peggiorerebbe la politicizzazione dei problemi legati alle banche su entrambi i lati del campo di battaglia di Donetsk, con un controllo ancora maggiore da parte di autoritari che vogliono imporre ciò che le persone possono o non possono fare con i "loro" soldi. Non avete bisogno di una blockchain o di un token per fare il 99% di quello che le nuove criptovalute tentano di fare; e quelle che sembrano fare qualcosa di utile, non lo fanno meglio di Bitcoin.
Al di là delle prime ore e dei primi giorni, prima che i trasferimenti internazionali potessero arrivare comodamente alle banche ucraine, non c'era nulla che le "criptovalute" in generale potessero fare per l'Ucraina; il suo problema era reale, non monetario. Aiutare i rifugiati in fuga a contrabbandare i loro risparmi contro un sistema bancario ostile? Certo, Bitcoin ha sempre eccelso in questo obiettivo, ma come se la caverebbe una CBDC emessa e governata dalla Banca Nazionale dell'Ucraina? O peggio, Ripple, il cui CEO ha dichiarato con orgoglio:
Per chiarire ogni confusione, RippleNet (pur essendo in grado di fare molto di più rispetto allo SWIFT) rispetta il diritto internazionale e le sanzioni OFAC. Punto e basta.
Invece di essere la forma di denaro senza autorizzazione e non censurabile a cui aspira Bitcoin, i suoi "concorrenti" sostengono con orgoglio la censura e le sanzioni statali:
RippleNet, ad esempio, è sempre stata – e rimane ancora oggi – impegnata a NON lavorare con banche sanzionate o Paesi che sono controparti soggette a restrizioni. Ripple e i nostri clienti supportano e applicano le leggi OFAC e KYC/AML.
Rispettare le sanzioni autoritarie è l'opposto di ciò che fa il denaro libero.
Ripeto: la tecnologia non è il punto; il digitale non è il valore aggiunto.
Il valore aggiunto di Bitcoin è la libertà e l'indipendenza che derivano dal detenere il proprio denaro a titolo definitivo, non gravato da una banca, un intermediario di pagamenti, un regolatore finanziario o un fisco. Non è soggetto alle richieste stravaganti del vostro sovrano autoritario, eletto democraticamente o meno. Serve a non subire più le conseguenze asinine degli eccessi monetari che gli attuali amministratori monetari hanno causato.
Bitcoin è denaro per la libertà, per un secolo di libertà. Ma per capire veramente perché le cose stanno così, dovete vedere cosa c'è di sbagliato nel sistema che tenta di rovesciare.
Capire come funziona il sistema monetario fiat è fondamentale per comprendere Bitcoin.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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